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La globalizzazione Gianni Maria Strada

Gianni Maria Strada - utecinisellobalsamo.it · • Per evitare che la globalizzazione ci renda stupidi ... Effetti positivi della rete • G. Small, S. Bookheim e T.Moody hanno fatto

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La globalizzazione

Gianni Maria Strada

Programma 2016-17 rivisto

Per meglio raccordare le lezioni degli anni passati e dare sistematicità al corso:Questa sarà la prima lezione: • Per evitare che la globalizzazione ci renda stupidi• …per “tagliare la testa al toro” …• Affrontare la globalizzazione da protagonisti• Troppe regole per vivere, chiamiamola ad-hoc-

crazia

Per evitare che la globalizzazione ci renda stupidi

UTE Cinisello BalsamoGianni Maria Strada

La parafrasi

• La rete ci renderà stupidi? Derrick de Kerckhove, guru dell’era digitale, in questo scritto parte dalla domanda dello studioso americano Nicholas Carr: “Google ci rende veramente stupidi?” e si inoltra nell’universo della rete problematizzandone gli impatti sul nostro modo di pensare, sulle facoltà cognitive e sulle capacità mnestiche1.

1. Mnestico (che riguarda la memoria) Abilità di registrare, conservare e recuperare nella memoria

La parafrasi (cont.)

•Affronta il fondamentale cambiamento epistemologico2 che stiamo vivendo, che rivoluziona modi dell’essere nutriti per secoli quali pazienza, memoria, attenzione, ascolto, silenzio, lettura, per scoprire attraverso le sue riflessioni, i pericoli ma anche le enormi potenzialità della rete.

2. Epistemologia (dal greco επιστήμη episteme, "conoscenza certa" ossia "scienza", e

λόγος logos, "discorso") è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza

L’inattualità del silenzio

• La rivoluzione che stiamo vivendo investe molteplici aspetti, non solo il nostro modo di pensare ma anche quello di sentire e di essere.

• Nelle Confessioni S. Agostino, ricorda di quando scoprì che S. Ambrogio leggeva in silenzio e se ne si stupì!

L’inattualità del silenzio(cont.)

• Lo storico J. Le Goff ci ricorda che a partire dal XII secolo, nella civiltà occidentale, la lettura fatta in silenzio divenne pratica consueta.

• In sostanza fino all’Alto Medioevo vigeva il regno della voce oltreché della vista.

• Con le nuove tecnologie, immagini e suoni sono tornati a dettar legge.

Internet

• Con la rete la lettura salta da una parte all’altra, favorendo i pensieri laterali. In questa condizione è complicatissimo mantenere qualsiasi continuità mentale con il singolo oggetto.

• Il continuo passare da un’immagine ad un’altra, da un testo a un altro, si crea un’interruzione permanente che rende impossibile alla nostra memoria a breve termine mantenere una continuità, rendendo inattuabile la formazione di un’interiorità dotata di spessore

Gli psicologi

• Gli psicologi concordano nel dire che quando si utilizzano nuovi strumenti, che richiedono nuove strategie mentali, avvengono cambiamenti neurali (cambia il modo di ragionare) e le persone diventano più flessibili e più adattabili in queste nuove situazioni.

Big data

• Questo rovesciamento epocale del modo di pensare è pari e spesso è più coinvolgente di quello Rinascimentale.

• Oggi abbiamo una enorme fonte di informazioni a disposizione, una memoria infinita, dentro cui possiamo scovare teoricamente tutto.

• Ma qual è la novità? Che le risposte dipendono unicamente dalle domande.

Big data(cont.)

• Oggi è essenziale imparare a fare bene le domande più che a dare le risposte giuste.

Effetti positivi della rete

• G. Small, S. Bookheim e T.Moody hanno fatto una ricerca sull’esperienza e sulla competenza acquisite con l’utilizzo della rete.

• Tra gli effetti positivi hanno riscontrato:1. Un incremento del senso di autonomia;2. Una maggiore sensazione di potere individuale;3. L’aumento dell’autostima;4. Una maggiore disponibilità al cambiamento.

Effetti negativi della rete

• Tra quelli negativi:La perdita e la riduzione di competenze covenzionali, in passato date per scontate (tipo: capacità di riconoscere facilmente le persone incontrate per caso, di cogliere i cambiamenti d’espressione, diminuzione di competenze interpersonali dal vivo, attenzione frammentata, …)

Switching cost

• La lettura è spesso interrotta, il pensiero deve continuamente ritrovare il filo e la persona lo ritrova solo in modo frammentario e superficiale.

• La persona apprende senza riflessione profonda, naviga tra documenti legati tra loro, ciò implica sforzi mentali che non hanno nulla in comune con il processo di lettura in sé. Infatti la valutazione dei legami tra i siti visitati, la decisione di dove cliccare, l’adattamento a formati diversi, nulla hanno a che fare con la lettura in sè.

• In questo modo le attività riducono la concentrazione e la comprensione della lettura.

E. Tulving (Uni.Toronto)

• Secondo Tulving, esistono due tipologie di memoria che partecipano alla formazione di un contenuto, quella:

1. Episodica2. Semantica

Memoria episodica

• Riguarda l’esperienza sensoriale delle cose, è stimolata dai sensi ed è capace di sostenere più elementi rispetto alla memoria a breve termine. Si usa anche per trasferire informazioni alla memoria lungo termine.

Memoria semantica

• Riguarda oggetti che conosciamo casualmente e che si sedimentano grazie alla verifica dei loro contenuti tratta dall’esperienza diretta, gestita dalla memoria episodica.

L’apprendimento on line

• Avviene con le nuove tecnologie che coinvolgono principalmente la memoria episodica. La scrittura multimediale tende all’iconicità piuttosto che alla sequenzialità, il nostro dialogo in rete crea una costante sovrapposizione di immagini, le quali interessano proprio la memoria di tipo episodico (ecco perchè un’immagine vale mille parole).

L’apprendimento tradizionale

• Avviene con la lettura individuale in una progressione lineare che ci ha consentito di svilppare la narratività che ci ha formato alla visione della vita e del nostro destino, come fatti lineari.

• Oggi questo non accade più così, la narratività non è più orientata ma multimediale…

• La struttura del nostro destino, che è ancorata al nostro modo di essere fin dai greci, oggi deve essere ripensata nella sua dimensione individuale.

La memoria fuori dalla mente

• L’essere umano può posizionare la memoria fuori dalla mente in questo modo crea spazio per usare in modo innovativo la propria intelligenza.

• Non deve più fondare su di sé la propria enciclopedia, crea più facilmente connessioni, che è poi il progresso per eccellenza dell’intelligenza.

La memoria fuori dalla mente

• Sulla scia di quanto detto si potrebbe azzardare che leggere e scrivere liberano la mente dalla necessità di ricordare, lasciando spazio al rinnovamento, può essere che oggi i nuovi media liberino dalla necessità di pensare perchè i nostri software lo fanno per noi.

Non è una provocazione

• È un fatto che le forme di intelligenza stanno cambiando, la verità è che la stessa intelligenza sta mutando strategie. L’inelligenza artificiale diventerebbe un modo di esternalizzare l’intelligenza dalla mente umana, organica.

• I problemi epocali hanno sempre portato qualche problema, le guerre di religione o l’invenzione della stampa, ma si sono sempre superati.

Non è una provocazione (cont.)

• Abitiamo in un mondo elettronico multimediale e quindi lettera e scrittura non possono far altro che rovesciarsi e tutti i contenuti non possono far altro che rimescolarsi, più o meno volontariamente.

• Forse oggi si legge male, ma i lettori sono grandi editori sono capaci, cioè, di leggere come in un montaggio cinematografico e di metterle insieme, utilizzando fondamentali capacità intellettive nuove.

Big data(cont.)

• Sono portatori di una minaccia e di una promessa:

Da un lato il pericolo di un controllo totale, dello stravolgimento radicale dei nostri parametri etici.

Dall’altro prendono per mano l’utente come un bambino e gli garantiscono, potenzialmente, una vita di felicità.

Big data(cont.)

• Nel secondo caso sarebbero un’occasione di stimolo a immaginare forme nuove di intelligenza, permettendo una raccolta di informazioni assolutamente senza precedenti.

• Ma anche la nostra identità pubblica è esternalizzata tramite piattaforme (tipo Facebook…)

• La memoria e l’identità dell’utente non risiedono più nel suo corpo.

Big data(cont.)

• In questo mondo globalizzato questo approccio è uguale ovunque (ci accomuna veramente, non possiamo più ignorarlo).

• I nativi digitali WW condividono la responsabilità di tutto quello che pensano, scrivono, leggono, vedono e fanno…

• …ma studiano e si formano come all’inizio del secolo scorso,…fondamentalmente…

Mondializzazione

• Nel nostro corso il termine “mondializzazione” definisce il graduale quanto stabile collegamento di aree di civiltà e spazi su scala intercontinentale. Tale fenomeno ha avuto origine nel XVI secolo. Da allora è sullo sfondo dell’espansione europea, e non solo e risponde a quella dell’islam, esso assume un carattere irreversibile e dimensioni planetarie.

Globalizzazione

• Nel nostro corso il termine “globalizzazione” rimanda, da un lato, ai primi saggi di adozione di lingue, dottrine, saperi, idee ecc. su scala mondiale nell’ambito della prima Età moderna (dal 1492, essenzialmente il XVI sec.), con particolare riferimento all’esperienza degli imperi iberici; dall’altro, alla globalizzazione contemporanea in senso stretto.

…dove pensiamo di andare in questo modo

…dove pensiamo di andare in questo modo (cont.)