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t t icino Giardini naturali

Giardini naturali · Nell’arte sa- cra medievale l’ ... nascimentali, al contrario, aprivano lo sguardo dello spettatore sul paesaggio circostante, ... d’iniziazione spirituale

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Giardini naturali

2 EDITORIALE

IndiceLa cultura dei giardini e i giardini della cultura 3Piante e fiori per più diversità 6Ricettario per un giardino naturale 8Verdura dell’orto: sai cosa mangi? 10Sociali e socievoli, gli orti per tutti 11Alloggi per animali vagabondi 12Naturetum: festa di fiori e colori 13In breve 14Attività giovanili 15

ImpressumBollettino trimestrale della SezioneTicino di Pro Natura. Viene allegatoalla Rivista nazionale di Pro Natura.Editrice:Pro Natura TicinoViale Stazione 10, c.p. 23176500 BellinzonaTel.: 091 835 57 67Fax: 091 835 57 66E-mail: [email protected]: 65-787107-0Internet: www.pronatura-ti.chRedattrice responsabile:Martina SpinelliCommissione redazionale:Christian Bernasconi, FiorenzoDadò, Marzia Mattei-Roesli, AndreaPersico, Paola Pronini Medici, Bal-dassare Scolari, Martina Spinelli, Sil-vano Toppi, Luca Vetterli.Produzione e stampa:Schlaefli & Maurer AG, UetendorfTiratura:3000Foto:Andrea Persico se non indicato altri-menti.In copertina:Un bombo in una «nube» di iva co-mune e, ultima di copertina, la di-versità che popola un muro a seccoa Mergoscia.

Silvano Toppi nuovo membro della commis-

sione redazionale (foto della figlia Sara).

quel pezzo di territorio con una suarazionalità, portando e distribuendopiante, arbusti, erbe, di cui non cono-sco sempre il nome, ma so che pote-vano crescere solo lì, tanto appaionoallegri e prosperosi e quasi vicende-volmente protettivi. Si aggiunge poispesso la frenesia festaiola di uccelli,farfalle, formiche, scarabei, coccinellee non meglio identificati insetti chesembrano manifestare approvazioneper quel giardino che forse non è ungiardino ed è comunque una sorta dipeste bubbonica per il vicino dal pratoasettico e inanimato, con l’Ambrogio-robot che glielo sistema mentre luilegge il giornale. Qui mi pare allora diaver instaurato una sorta di dialogocon la natura, diventatami democra-tica, proprio a causa del mio giardinoanarchico.

Silvano Toppi

Se un giardino è un luogo durevol-mente e intenzionalmente sistemato,dove si coltivano in maniera ordinatapiante domestiche e selezionate, il mionon è un giardino. Oppure, anche se«hortus gardinus» (orto circoscritto,come dicevano i latini), è anarchico.Un pezzo di natura, connesso chi sacome con tutta la grande natura, incui cresce ciò che ha voglia e possibi-lità di crescere. In maniera spontaneae selvaggia. Disordinata, non organiz-zata, casuale. Forse è anche il giardinodella mia pigrizia, che trova le sue co-mode giustificazioni nel «lascia farealla natura» o, agganciandomi a ver-sione più moderna, «favoriamo la bio-diversità». So che non sono serie que-ste mie scappatoie ideologiche. Con iltempo scopro però alcuni fatti, cheforse sono pure conseguenze o fortu-nate coincidenze. La natura non è di-sordinata, sa governarsi: ha occupato

Giardino anarchico

NATURA INTERIORE 3

La cultura dei giardini ei giardini della cultura

Ogni cultura ha prodotto i propri giar-dini, ideali e reali. Così il giardino pae-saggistico all’inglese era lo specchiodel romanticismo, del desiderio di fug-gire dagli schemi geometrici. Esso eraespressione di un immaginario selvag-gio della natura, di un universo sen-z’ordine, ma comunque armoniosonella sua rigogliosa diversità. Nel giar-dino romantico, l’uomo è un soggettodi contemplazione che sta ai marginie osserva stupefatto la potenza dellanatura. Di tutt’altro genere è il giardinorinascimentale. Esso prende a modellofilosofico il neoplatonismo e il concettovitruviano di architettura, secondo cuil’uomo è il sistema di riferimento diogni cosa (si pensi all’uomo vitruvianodi Leonardo da Vinci). Le proporzionifisiche del corpo umano contengono,per l’uomo rinascimentale, le forme diriferimento valide per creare la bel-lezza. Il giardino viene posto al centro

Un giardino romano dipinto nel ninfeo sotter-

raneo della villa di Livia (anonimo), 20–40 a.C.

(fonte: Wikipedia).

delle ville e delle città; le linee sonoproporzionate, i sentieri leggermenteinclinati e dotati di portici, pergole egrotte per garantire ombra agli uomini.Si tratta, a sua volta, di qualcosa dicompletamente diverso dal giardinomedievale, l’hortus conclusus dei mo-nasteri e dei conventi, il quale era cir-condato da alte mura, dove i monacicoltivavano prevalentemente piante ealberi per scopi alimentari e medici-nali. Esso era posizionato ai margini,in spazi chiusi e protetti. Nell’arte sa-cra medievale l’hortus conclusus di-venne presto il simbolo del paradisoterrestre. Ciò rispecchia perfettamentela religiosità medievale: il luogo dovetrovare pace e beatitudine è separatodalla vita pubblica e cittadina, dagliaffanni della vita terrena. I giardini ri-nascimentali, al contrario, aprivano losguardo dello spettatore sul paesaggiocircostante, fungendo così da legame

Poi che lasciar gli avviluppati calli,in lieto aspetto il bel giardin s’aperse:acque stagnanti, mobili cristalli,fior vari e varie piante, erbe diverse,apriche collinette, ombrose valli,selve e spelonche in una vista offerse:e quel che ’l bello e ’l caro accresce a l’opre,l'arte, che tutto fa, nulla si scopre.

Torquato Tasso,Gerusalemme liberata, XVI (1575)

La storia dei giardini segue il ritmo della storia di ogni cultura. Essa ciracconta come in epoche e zone geografiche diverse è stato concepitoil rapporto fra uomo e natura.

4 NATURA INTERIORE

fra architettura e vegetazione incolti-vata, fra l’opera dell’uomo e l’operadella natura.

Il giardino fra paradiso e ortoMalgrado vi siano definizioni diverse,il giardino deriva dagli orti e dai frut-teti, quando tra le piante utili si iniziòa inserire alberi e cespugli ornamentali.La sua genesi è legata alla formazionedelle prime città, quando si trattò dicreare un legame fra natura e architet-tura. Almeno dai tempi dei giardinipensili di Babilonia, una delle settemeraviglie del mondo antico, il giar-dino è considerato anche il luogo del-l’anima e del paradiso terrestre. Il pae-saggio biblico dell’Eden, al contempomito e archetipo, è la riproduzione im-maginaria dei giardini di Mesopotamia,descritti già nel mito di Gilgamesh.Il termine stesso è storicamente e cul-turalmente imparentato a quello di«paradiso». Quest'ultimo deriva dalsanscrito paradesha, che significapaese supremo, più tardi occidentaliz-zato in pairidaeza (iranico), paràdeisos(greco), pardes (ebraico) e paradisus(latino), da cui derivò in italiano para-diso. Questa concezione di origineorientale si mischia col tempo a quelladella cultura greca che trova espres-sione nel termine kepos, in latino hor-tus, il quale indica un luogo delimitatoda un muro, una siepe o altre strutturedi separazione. Tale significato è con-fermato anche dall’etimologia di giar-

dino, che discende dal francese jardin,derivato a sua volta dal franco gart ogard (recinto). Il termine indica un ter-reno recintato e coltivato senza scopoproduttivo, nel quale l'uomo, isolatodal resto del territorio, svolge una seriedi attività a contatto con la natura: ri-poso, passeggiata, svago, gioco, colti-vazione di piante. In questo senso il giardino è già in ori-gine un luogo con un significato sim-bolico elevato: è una sorta di mondonel mondo, luogo di felicità e di ristoro,d’iniziazione spirituale e catarsi. Inparticolare, la storia del giardino occi-dentale, laddove si incontrano l’ideadell’Eden e del terreno recintato, ri-specchia la volontà di dare alla naturauna struttura. Esso è uno spazio in cuipiante da frutta e ornamentali sono di-sposte secondo una schema preciso.Sarà nell’epoca del romanticismo eu-ropeo, come già accennato, che questaconcezione di una natura ordinata eseparata dalla natura «selvaggia e asprae forte» – per citare il divino Dante –verrà superata. A partire da questo mo-mento in poi, il paesaggio stesso è per-cepito come un giardino da contem-plare.

Le origini del giardino modernoQuando comparvero i primi giardini?Si è già accennato ai giardini babilo-nesi. Secondo la leggenda, essi eranouna ricostruzione degli ambienti na-turali della Media, dove era cresciutaSerapide, moglie del re Nebukadnezar.Ma i giardini più antichi di cui ab-biamo testimonianza sono quelli egizi.Come si può osservare su un affrescodi 2500 anni fa all’interno di un sepol-cro nella località di Tebe (sito archeo-logico in Egitto), essi sono concepiticome palcoscenici della vita agiata de-gli uomini, un luogo di piacere e di-letto. La cultura greca farà propria que-sta tradizione e quella orientale, dandoforma a quella che diverrà l’idea occi-dentale di giardino, basata sul princi-pio dell’addomesticazione esteticadella natura.Lo sposalizio di queste tradizioni tro-verà la sua espressione più sistematicanell’antica Roma. Il culto di Flora, ladea dei fiori e degli alberi, che veglia

Apollo e le muse (1644) di Claude Lorrain,

precursore della pittura paesaggistica roman-

tica. Rappresenta bene l’idea del paesaggio

selvaggio come giardino (fonte: Wikipedia).

NATURA INTERIORE 5

su tutto ciò che cresce e fiorisce, giàpresente nella cultura ellenica, si dif-fonde in tutto l’impero romano e rap-presenta il passaggio dal culto dellanatura a un uso anche estetico dellepiante, dal bosco sacro al giardino cit-tadino. Nasce così l’idea di parco cit-tadino che, affiancato dalla terme, è illuogo adatto per l’otium, per il ristoro.Ozio non ha qui ancora il significatonegativo che generalmente gli attri-buiamo oggi; esso indicava le attivitàsvolte nel tempo libero all’aria aperta.

L’utile e il dilettevoleMalgrado il giardino sia stato sin dalleorigini concepito come un luogo di di-letto, esso non ha mai perso comple-tamente la sua funzione quale fontedi sostentamento nutrizionale. La suastoria è per certi versi una continuafluttuazione fra il suo significato sim-bolico di paradiso, che per definizioneè un luogo delle attività come il giocoe il canto, la musica e la poesia, e lasua utilità pratica come orto, luogo dicoltivazione di frutta e ortaggi.Forse mai come nell’epoca contempo-ranea, la questione del giusto equili-brio fra l’utile e il dilettevole si ponecon maggiore forza e urgenza. La ga-loppante deturpazione e l’abbruti-mento degli spazi pubblici, in partico-

lare cittadini, da una parte, e la totaledipendenza della grandissima maggio-ranza della popolazione (occidentale)dalla produzione industriale ed inten-siva degli alimenti, dall’altra, dovrebbeportarci a riflettere la relazione fra uti-lità e bellezza nel nostro rapporto conla natura. Sembra quasi che la societàcontemporanea abbia deciso di rap-portarsi alla natura su due piani spa-ziali completamente differenti. Da unaparte, abbiamo spazi di diletto, parchicittadini, giardini recintati, parchi na-turali con i loro fiumi, paludi e monta-gne. Dall’altra abbiamo gli spazi dellosfruttamento più sfrenato, i campi col-tivati così intensivamente e intrisi disostanze chimiche, che presto, se nonlo sono già, diventeranno superfici de-sertiche senza vita. È come se la nostracultura non fosse più in grado di pen-sare il rapporto uomo-natura comeun’armonia fra utile e dilettevole. Il giardino può però essere il punto dipartenza per dare forma a un modonuovo di rapportarsi con la natura.Nelle diverse epoche e culture, i giar-dini sono sempre stati gli specchi diun certo modo di concepire il rapportofra uomo e natura. Ciò vale anche perla nostra epoca e per la nostra cultura.

Baldassare Scolari

Anonimo, Madonna e santi nel giardinetto del

paradiso, 1410 circa (fonte: Wikipedia). Il para-

diso rappresentato come un giardino medie-

vale (hortus conclusus): uno spazio chiuso e

protetto.

6 CONOSCERE

Piante e fioriper più diversità

Perché un giardino?Si ha paura e lo si vuole come zonatampone col vicino? Lo si vuole ilmeno impegnativo possibile perché ilmondo moderno è troppo stressante?Non si sa di avere un rapporto con lanatura e si lascia che gli altri se ne oc-cupino? Oppure amate i colori e loriempite di fiori, vi piacciono gli ani-mali e cercate di attirarli in ogni modopossibile o volete essere autarchici easpirate all’autonomia alimentare pian-tando di tutto?Chi vorrà saprà guardare in questospecchio per leggerne l’immagine ri-flessa, mentre chi ama contemplare lanatura e sapere che il suo giardino con-tribuisce alla biodiversità oltre che aipropri bisogni troverà qui alcuni utilispunti.

Come iniziare?Dapprima bisogna valutare lo spaziodisponibile in giardino e quanto sivuole rendere più naturale. Non sitratta di trasformarlo tutto in una giun-gla; un pezzo di prato raso per giocare

o rilassarsi non è certo un crimine!Sarà necessario capire se vi sono ele-menti artificiali da eliminare o mitigaree quali punti di forza il vostro spaziogià offre: in alcuni casi basta valoriz-zare quanto già presente, in altri biso-gnerà invece apportare qualche novità.

Cosa piantare e seminareUna volta definiti gli spazi che voletevalorizzare dal punto di vista naturali-stico, potete scegliere a quali arbusti eerbe volete concedere spazio. L’impor-tante è assicurarsi di piantare specieautoctone. Non siamo xenofobi dellabotanica ma specie della nostra regionehanno maggiori possibilità di attiraregli insetti giusti ed interagire con loroin modo ottimale. Va da sé che le neo-fite invasive vanno bandite.Tra gli interventi favorevoli alla flora ealla fauna la creazione di un prato fio-rito (vedi riquadro) e la sostituzionedi una siepe di tuia o lauroceraso conarbusti locali sono fra gli interventi conmaggior impatto e molto facili da rea-lizzare.

Che ne abbiate o no uno, dopo la lettura dell’articolo precedente, è istin-tivo porsi la domanda: perché voglio un giardino? La riflessione non èscontata e l’invito è quello di analizzare il proprio rapporto con la naturasfruttando il giardino come specchio di alcuni aspetti di noi stessi e delnostro modo di relazionarci al mondo.

Sopra: in un giardino naturale vari ambienti si

integrano a mosaico: orto sinergico, prato fio-

rito, frutteto, vigneto e muri a secco per un

massimo di biodiversità. Pagina a lato: farfalla

leptidea su una bugola comune e mele pronte

da addentare!

CONOSCERE 7

Piante da prato…Di piante erbacee non avete che l’im-barazzo della scelta: salvia dei prati,tasso barbasso, garofano dei Certosini,viperina, vedovina selvatica, marghe-rite, pigamo minore, millefoglie, silene,vincetossico, lilioasfodelo,... insommadi che perdersi tra mille corolle vario-pinte!Azzeccare le specie ideali al vostro ter-reno non è sempre così facile. In com-mercio si trovano varie miscele perprati fioriti ma spesso non sono la so-luzione migliore in quanto in generesi tratta di semi di provenienza gene-tica non locale e mescolati a specieesotiche.Per chi ama le passeggiate la soluzionemigliore è quella di raccogliere un po’di semi durante le proprie uscite. Primalocalizzerete i fiori che vi piacciono,poi analizzerete il posto per capire seil vostro appezzamento è un buon am-biente per le prescelte e in seguito po-trete raccoglierne i semi evitando peròle piante che notate essere rare.

…e da siepeRosa canina, more, corniolo, nocciolo,sambuco, olivello spinoso sono alcuniarbusti autoctoni che per di più offronoi loro frutti anche a noi! Bacche daconsumare fresche, fiori per fare ec-cellenti sciroppi e nocciole a chilome-tro zero: a buon intenditor…A loro potete associare specie che sonoutili a uccelli, insetti e mammifericome il salicone, il caprifoglio peloso,il prugnolo, il biancospino o i sorbi.Il vivaio cantonale di Lattecaldo è cer-tamente un punto di riferimento perchi cerca queste piante perché sonogarantite di origine ticinese.

Un po’ di disordine, prego!La natura è disordinata, ma non casi-nista, e addirittura approfitta di spazinon curati o temporaneamente abban-donati per prosperare. L’idea che bo-schi, prati e siepi debbano essere bellipuliti deriva da un nostro bisogno dicontrollare tutto: un approccio piùaperto è invece quello di considerarela natura come capace di gestirsi dasola (e difatti lo è). Tuttavia se vo-gliamo che la nostra siepe non invada

Documentazione utileCon la campagna «Flower power:quando l’amore si fa fiore» Pro Na-tura vuol sensibilizzare sulla scom-parsa dei prati fioriti e fornisce infor-mazioni per crearne uno a casapropria:– www.pronatura.ch/prairies-fleuries– www.pronatura.ch/blumenwiesenPdf sul tema degli arbusti indigeni(in francese):– www.pronatura-ti.ch/documenti/arbusti-indigeni.pdfMini guida con 12 misure a favoredelle api selvatiche:– www.pronatura-ti.ch/documentazioneMolti altri consigli utili:– www.energie-environnement.ch/maisonLa nostra sede è a disposizione per levostre domande.

il prato del vicino e che nel nostroprato fiorito non si accumuli troppostrame bisogna mettere in conto unpo’ di lavoro che sarà però meno diquello richiesto da un prato inglese.Inoltre un prato fiorito necessita dimeno acqua, resiste meglio al caldo, ècolorato e ospita una maggiore biodi-versità.

Spazio all’orto!L’orto è uno spazio decisamente antro-pico e infatti se non curato ha tendenzaa tornare in poco tempo prato. Tuttavianell’ottica di un giardino naturale, diuna certa autonomia alimentare, delcibo a «metro zero» e di prodotti su cuisiete sicuri che non vi sono tossine ecoltivati nel rispetto della natura, que-sto spazio assume tutta la sua impor-tanza ecologica. Non abbiate quindi ti-more nel prevedere un angolo ancheper le verdure a patto che decidiate difarlo scegliendo tra le numerose scuoledi pensiero dell’orto naturale.

ZenCurare giardino, orto e frutteto è unbuon modo per imparare ed esercitareuna positiva attitudine verso il mondo.Il saper aspettare, l’osservare con at-tenzione, il saper discernere (ad esem-pio tra insetti utili e dannosi). Il saperaccettare, ad esempio che un annovanno bene i ravanelli ma non i finoc-chi oppure che ci sono tante pere mapoche susine: una dote fondamentaleche si rivela utile in molti campi dellavita! Tutte cose che andrebbero eser-citate già da giovani come lo proponel’associazione Orto a Scuola (www.ortoascuola.ch).A neofiti ed autodidatti il consiglio èquello di iniziare con poco e di pro-gredire a piccoli passi per non scorag-giarsi di fronte a questo tema che puòessere tanto entusiasmante quantocomplesso. È come un gioco con moltilivelli: il primo anno si comprano lepiantine, l’anno successivo si aumentala diversità di specie coltivate, si im-para a fare le piantine da sé e a curarle,in seguito si possono produrre i proprisemi e si integra orto, frutteto e giar-dino in un sistema di permacultura.

APe Maiaradis

8 CONOSCERE

Ricettario per un giardino naturale

Giardini a misura di ape selvaticaNon è necessario avere un prato per fa-vorire piante e insetti. Un bel balcone,un vaso, qualcuno col pollice verde emolte erbe colorate attireranno insettianche ai piani alti di un palazzo. Se poidesiderate favorire le api selvatiche,niente di più bello che offrir loro deimini-hotel fatti su misura!

Cumulo di ramiLa potatura produce una gran quantitàdi rami che potete stoccare in un angoloin attesa che secchino e comincino a de-comporsi. Ci vuole molto tempo ma nelfrattempo molti animali grandi e piccolivi troveranno rifugio e nutrimento.Per accelerarne la decomposizione poteteintercalare strati di erba e sistemare ilcumulo in un angolo più fresco.

Lotta naturaleMolte piante hanno un effetto repellentecontro certi parassiti dell’orto. Così il ta-naceto, la lavanda, la calendula o, comenella foto, la cipolla e il timo serpillo,possono sostituire i tossici antiparassi-tari.

Angolo selvaggioPochi metri quadrati bastano per dareun tocco di colore al vostro tappeto verdee offrire uno spazio di qualità a flora epiccola fauna. Potete riservargli un an-golo di giardino, la scarpata oppure la-sciare delle aiuole artistiche di variaforma: liberate la vostra fantasia!

Orto e fruttetoIn un giardino trovano facilmente postopiccole piante da frutta e qualche metroquadrato di orto... anche in situazionitopografiche complicate.

Muro a seccoBuchi, anfratti e piccoli nascondigli: eccocosa può offrire un muro a secco invecedi uno in cemento. In questo caso, al-leata la vicinanza del bosco, trova rifugiouna salamandra pezzata.

CONOSCERE 9

Tetti verdiLa superficie tolta alla natura da una co-struzione può risultare a volte recupera-bile se il tetto è piatto. In questo caso in-vece di prevedere una sterile coperturatecnica si è optato per una terrazza cheha saputo accogliere al meglio una mol-titudine di piante. Anche fino a qui arri-vano molti colorati insetti che traggonovantaggio da questi tranquilli biotopi.

FalcePer ottenere il miglior risultato di tagliodi un prato fiorito, la falce resta l’utensilepiù idoneo perché taglia su un solo pianosenza distruggere la fauna e le delicaterosette basali. Badate a falciare da una amassimo tre volte all’anno, possibil-mente non troppo presto per lasciar fio-rire e maturare i semi.

Transiti liberi!Tra i principali problemi causati allafauna dalla moderna urbanizzazione viè la difficoltà di muoversi liberamente ein sicurezza tra vari giardini e ambientinaturali. Prevedere piccoli passaggi neimuri, nelle recinzioni o sotto i cancelli èun valido aiuto per la piccola fauna.

CompostoIn natura tutto ha un ciclo e si rinnova.Il compostaggio permette di centralizzarequesto processo che genera così preziosohumus per orto e fioriere. Inoltre moltianimali vi fanno capo sia per nutrirsi cheper deporre le uova!

Campanellino al gattoSappiatelo: i nostri amici felini sono ilterrore della fauna di un giardino natu-rale. Orbettini, lucertole, locuste, uccellie ogni essere che si muove sono in peri-colo. Per aiutare perlomeno gli uccelli,potete fornire di un campanellino il pre-datore: può dargli fastidio ma salveràcertamente molte vite!

SiepiPer definizione le siepi sono strutture ar-bustive e arboree lineari. Sostituire i sem-preverdi esotici con arbusti locali è digrande efficacia per un’infinità di animaligrandi e piccoli. Qui un moscardino hacostruito il suo nido.

10 CONOSCERE

Stop ai «nerc»! Le limacce, si sa, sono ghiotte

di tutto quello che piantiamo con amore nel

nostro orto. I metodi chimici contro le luma-

che sono tossici e l’ideale sarebbe evitare di

farne uso. Vi sono vari metodi come l’utilizzo

di nastri di rame e le barriere anti limacce che

consentono di salvare il raccolto senza inqui-

nare il terreno.

Una terra sempre più pesanteDagli anni ’90 si sommano le analisiche segnalano tenori eccessivi di me-talli pesanti in parchi e giardini, ortisociali e famigliari (in particolarepiombo, rame e zinco). Tenori che su-perano la soglia di legge «oltre la qualela fertilità dei suoli non è più garantitaa lungo termine». Benché non sia ingenere rilevato un «pericolo concreto»nel consumo dei prodotti, le raccoman-dazioni previste per legge non possonoche destare preoccupazione: lavare co-scienziosamente le verdure, assicurarsiche i bambini non ingoino terra, ri-durre le colture che assorbono mag-giormente i metalli (come cipolle, ca-rote, lattuga cappuccina).

Chimica facileL’utilizzo di terre di compostaggio,concimi, fungicidi e ceneri può essereall’origine del tenore eccessivo di me-talli pesanti. Non si tratta tuttavia deisoli inquinanti riscontrati: idrocarburiaromatici policiclici (IAP, tra gli inqui-nanti più persistenti e pericolosi poichécancerogeni), policlorobifenili (PCB),residui di ogni sorta di concimi, erbi-cidi (come i glifosati), insetticidi, mol-luschicidi. Insomma, tutta una pano-

plia di prodotti più o meno tossici chenella nostra cultura permeata di ordine,pulizia, desiderio di ortaggi belli primaancora che sani, fiducia nella chimicae leggerezza nel suo utilizzo si sonointrufolati chissà come sin nel nostropiccolo orticello.

Dall’orto all’acquaPer il giardiniere autodidatta, l’impattofinanziario dell’uso di concimi e pesti-cidi è irrilevante e non costituisce dun-que un freno. Il facile accesso sul mer-cato ad ogni sorta di prodotti, ladimensione eccessiva delle confezioni(non adeguate alla superficie ordinariadi orti e aiuole) e la scarsa conoscenzadei rischi correlati fanno il resto. Laguerra infinita contro pidocchi, luma-che, formiche e funghi patogeni vienecombattuta a suon di sovradosaggi e inostri bei giardini sono spesso sovrac-carichi di fosforo, potassio e azoto –con tenori fino a dieci volte superiori aquelli delle terre coltivate – e di chissàquante altre e ben più pericolose dia-volerie. E dall’orto all’acqua, e via in-quinando.Occhio dunque! Forse è meglio pro-durre meno e meno bello, ma più sano.

Paola Pronini Medici

Qualcosa di minaccioso cova nei nostri giardini. La popolazione, ignara,coltiva, ammira, si nutre di radici, foglie, fiori e frutti del proprio lavoroe della propria terra. Ma che terra è? Che frutti sono? Tutto dipendedalla filosofia di ognuno nel gestire il proprio orto o giardino, evidente-mente, anche se sovente, a fronte della volontà di disporre di prodottifreschi e sani, la realtà risulta ben diversa.

Verdura dell’orto:sai cosa mangi?

CONOSCERE 11

Dettaglio degli orti condivisi di Chiasso, un

progetto pilota di Radix Svizzera italiana

(foto: archivio officinadelpaesaggio).

Sociali e socievoli, gli orti per tutti

Orti sociali. Orti comunitari. Orti diquartiere. Orti urbani. Orti scolastici.Orti condivisi. Orti cittadini. Orti inter-culturali. Hanno iniziato a germinarenelle grandi città del mondo e avevasuscitato scalpore l’immagine di Mi-chelle Obama che zappava con i bam-bini nel giardino della Casa Bianca. Gliorti stanno riprendendo nuove forme espazi. Dicono che nascano a causa dellacrisi economica (vi erano già stati i fa-mosi «orti di guerra») o per contrastarele grandi multinazionali o per rivitaliz-zare socialmente le metropoli o per ri-cercare un collegamento con la naturao per non perdere le radici o per usarein miglior modo spazi altrimenti abban-donati o perché sono il miglior modoper integrarsi o perché stare fuori nelverde fa bene a tutti. Sicuramente, cometanti fenomeni sociali, scaturiscono pervia di un insieme di tutte queste cose eancora di più. La realtà concreta è chequesti orti continuano a crescere comele verdure delle loro parcelle e che tuttihanno una cosa in comune: sono pezzidi terra in cui si può produrre del cibo

e nello stesso tempo si è circondati dapersone con cui condividere la propriapassione e le svariate sfide e soddisfa-zioni della produzione.

A ognuno un pezzo di terraLe singole parcelle di solito vanno dai30 ai 70 m2 e sono su terreni che ap-partengono alla città o ad un privatoche mettono a disposizione o affittanoalla comunità. A volte sono destinati agruppi specifici: anziani, disoccupati,genitori soli con figli a carico, immigrati,portatori di handicap, ex detenuti, per-sone con problemi di dipendenza osemplicemente ai comuni cittadinisenza esigere criteri specifici. A volte cisono regole ben chiare messe in evi-denza da rigidi cartelli sui cancelli altrevolte vige l’anarchia. Non c’è sempreun obbligo di partecipazione ma le re-lazioni in sostanza nascono spontanea-mente, nello stesso modo che sbucanole verdure dai semi piantati sotto terra.

Un esempio localeGli orti condivisi di Chiasso sorgono suun terreno di 2000 m2, messo a dispo-sizione dalle Ferrovie Federali Svizzeredove sono state preparati 60 appezza-menti ma soprattutto è stato pensato epredisposto un luogo di condivisionedi socializzazione. Le relazioni tra gliortolani sono incoraggiate e favorite daun tavolo di castagno con vicino ungrill, un pergolato e un bel gelso sottoil quale si possono intrecciare nuovi in-contri parlando d’insalate e basilico maanche modi di fare e vivere. Tra un ortoe l’altro nessuna recinzione, poche re-gole – tra cui quella fondamentale dicoltivazione biologica esclusiva – e tantiscambi.

Serena Wiederkehr-Britos

Ci sono tanti modi per chiamarli e tanti modi per farli ma il concetto dibase è lo stesso: coltivare un pezzo di terra ma non da soli, con altrepersone che accanto a te, come te, seminano, zappano, raccolgono e nelfrattempo si scambiano idee, esperienze e utensili. In questo momentostanno riprendendo forza e si moltiplicano un po’ ovunque, anche da noi.

12 CONOSCERE

Alloggi per animali vagabondi

Se domandassimo agli animali con cuicondividiamo i dintorni delle nostrecase come vorrebbero che fossero i no-stri giardini ci risponderebbero: «Desi-deriamo strutture, tante strutture!».

Alloggi tra i rami…Con questo il riccio si immagina unmucchio di rami, erba e foglie seccheda usare come rifugio per trascorrerel’inverno al riparo dal gelo in compa-gnia di numerosi bruchi e crisalidi difarfalle e altri insetti. Oppure una foltasiepe, al fresco della quale passare legiornate estive. Una siepe formata dacespugli indigeni che fioriscono e pro-ducono bacche in diversi momenti del-l’anno attira pure numerosi uccelli einsetti che vi trovano cibo adatto perun periodo prolungato. Il merlo, il ver-done o la capinera vi costruiscono an-che volentieri il loro nido. La cincial-legra, invece, per nidificare ha bisognodi una cavità in un vecchio albero. Ar-ricchite quindi il vostro giardino conuno o più alberi indigeni. Se sceglieteun albero da frutta ad alto fusto di ProSpecie Rara, oltre alla salvaguardiadella diversità delle specie darete uncontributo anche alla conservazionedella variabilità genetica. Alberi e siepifanno pure la felicità di molti pipistrelliche ne approfittano doppiamente. Dauna parte queste strutture hanno uneffetto magnetico sugli insetti e sonoquindi degli ottimi ambienti di caccia,dall’altra formano delle linee guida cheaiutano i pipistrelli ad orientarsi du-rante i loro spostamenti.

…e al pianterrenoAnche un modesto mucchio di sassi,un muretto a secco, un mucchio disabbia o una chiazza di suolo nudosono strutture molto interessanti. Nellefessure tra i sassi possono crescere di-verse piante amanti di condizioni aridecome le borraccine o i muschi e vi tro-vano rifugio numerosi piccoli animalidalle lucertole, alle chiocciole fino allelucciole. Un mucchio di sabbia benscaldato dal sole è un’incubatrice per-fetta per le uova delle lucertole oppure,se un po’ riparato dalle intemperie, illuogo adatto per la costruzione dellatrappola a imbuto della larva del for-micaleone, mentre una chiazza di terranuda è il posto ideale per il nido di al-cune specie di formiche e api solitarie.

Dentro e fuori dai giardiniAlcune strutture artificiali con le qualiusiamo contornare i nostri giardini ri-sultano invece del tutto sgradite ai no-stri coinquilini. Infatti muretti di cintae recinzioni metalliche ostacolano glispostamenti di molti animali terrestriquali rane, rospi, ricci e volpi costrin-gendoli a dispendiosi percorsi alterna-tivi oppure a pericolosi passaggi sullestrade. Se proprio vogliamo cintare ilnostro giardino pensiamo quindi anchea loro e lasciamo dei passaggi.

Marzia Mattei-Roesli

Laddove prosperano alberi e fiori indigeni non mancano di certo insetti,uccelli e altri piccoli animali. Se avete il piacere di condividere il vostrogiardino potete favorire il loro insediamento con qualche piccola strut-tura: basta un mucchio di sassi qui e una catasta di legno là.

A chi piace costruire muri a secco non sarà

difficile lasciare una piccola apertura che

porta ad una camera nascosta e protetta. A

dipendenza della sua dimensione saranno

ricci, rettili o altri piccoli mammiferi che ne

approfitteranno magari per passare l’inverno.

CONOSCERE 13

Sebbene di dimensioni ridotte questoparco alpino è un piccolo ecosistema(circa 7000 m2) che permette di illu-strare in modo ottimale l’intera regionedel Lucomagno. I visitatori possonoosservare alcune delle specie vegetalipiù caratteristiche della zona come ilpino cembro o la pianta carnivora Pin-guicola e si tratta quindi di un grandepatrimonio naturalistico che merita diessere valorizzato e visitato.

Una ricca floraVi crescono oltre 200 specie diverse dipiante; naturalmente non tutte fiori-scono nello stesso periodo. Chi desi-dera sentire il soave profumo dellaDafne mezereum può venire ad Acqua-calda in aprile-maggio, mentre perquello della dafne rosea in giugno. Ilperiodo ideale per ammirare i delicatiazzurri delle campanule è metà luglio,per le stelle alpine agosto, per le carlinesettembre, mentre per i rosso-giallidelle foglie di mirtillo e dei larici biso-gna invece aspettare fino a ottobre.Ogni mese il Naturetum, come del re-sto tutta la natura alpina, assume unaspetto diverso. Che aspettate a visi-tarlo?

Christian Bernasconi

Il Naturetum del Centro Pro Natura Lucomagno è un parco alpino cheriunisce i vari biotopi tipici della regione e favorisce un avvicinamentoprofondo alla natura alpina. In questo giardino alpino il visitatore è por-tato non solo alla conoscenza ma soprattutto all’osservazione ammi-rata e rispettosa della flora e della fauna nelle differenti forme e colori.

Naturetum: festa di fiori e colori

Dall’alto al basso da sinistra a destra: curcu-

lionide, orchide macchiata di Fuchs, pulsatilla

sulfurea, turbante di turco, pinguicola, garofa-

nino maggiore.

14 IN BREVE

Luna e stelle nelbuio della notteLa regione del Lucomagno è tra le zonepiù buie della Svizzera, basta alzaregli occhi per ammirare il cielo magni-ficamente stellato. Lontano dai centriurbani, l’inquinamento luminoso èmeno intenso, così Acquacalda è 7volte meno luminosa di Bellinzona, 15volte rispetto a Chiasso e ben 24 voltepiù buia di Lugano. È in questo conte-sto che il Centro Pro Natura proponetre appuntamenti sul tema di cielo estelle. Mercoledì 29 luglio accompa-gnati dalla guida Willy Gianella si potràvivere il Plenilunio nel bosco: unapasseggiata notturna che vi permetteràdi percepire la regione sotto un’altraluce. Al contrario mercoledì 12 agostosarà l’occasione di avventurarsi Senzaluna nel bosco. Venerdì 14 agosto siterrà una serata in compagnia del-l’astronomo Francesco Fumagalli perl’Osservazione del cielo notturno:emozioni e stelle cadenti garantite!

Incontri ravvicinatial LucomagnoÈ il titolo della mostra di macro foto-grafia di Ettore Silini che sarà espostadurante la stagione 2015 presso il Cen-tro Pro Natura di Acquacalda. Con unatecnica speciale l’artista fotografa in-setti e altri animali nel loro ambientenaturale riuscendo a coglierne ogni mi-nimo dettaglio. Il visitatore viene let-teralmente assorbito dalle immagini esi ritrova a contemplare la perfezionedi occhi, zampe, ali e corpi di questipiccoli esseri viventi. Un’esposizioneaffascinante che vale la pena di visitareper scoprire la bellezza di un mondoin miniatura spesso invisibile. Per gli appassionati di fotografia ProNatura ha anche lanciato un concorsofotografico sui prati fioriti con ricchipremi. Paesaggi fioriti, fauna dei pratie macro fotografie sono le categoriedelle foto ricercate dall’associazione.Per maggiori informazioni consultareil nostro sito: www.pronatura-ti.ch

Dolce piacere peruna buona causa!Più Flower Power in Svizzera! L’edi-zione 2015 della vendita del tallerod’oro di Pro Natura e dell’Heimat-schutz Svizzera è dedicata ai prati fio-riti. Questi ambienti sono una fantasiadi suoni, colori e profumi, e sono ot-timi habitat per una moltitudine di spe-cie vegetali e animali, come farfalle,cavallette e api. In Svizzera i prati fio-riti vengono vieppiù soppiantati dal-l’agricoltura intensiva, dall’avanza-mento del cemento e dall’abbandonodell’agricoltura tradizionale di monta-gna. La vendita dei talleri d’oro pro-dotti con latte biologico svizzero e ca-cao del commercio equo avrà luogo inTicino dal 7 al 28 settembre. Gli inse-gnanti delle classi che partecipano al-l’operazione ricevono un interessantesussidio didattico sul tema dei pratifioriti e gli allievi apprendono a impe-gnarsi per la natura. Per maggiori in-formazioni: www.tallero.ch

Da sinistra: libellula damigella nel magnifico

ritratto di Ettore Silini; tramonto lunare sul

Pizzo dell’uomo; maschio della farfalla Heo-

des virgaureae.

Attività giovanili

Come iscriversi alle uscite?Visitate il nostro sito:www.pronatura-ti.ch/giovanidove potete iscrivervi online, oppurespedite una cartolina postale firmatadai genitori indicando nome, indi-rizzo, telefono, e-mail, data di na-scita e allergie a: Pro Natura Giovani,CP. 2317, 6501 Bellinzona, possibil-mente tre settimane prima dell’atti-vità.Attenzione: l’assicurazione è a caricodei partecipanti. Posti limitati.Agli iscritti sarà data conferma e ver-ranno fornite indicazioni sui luoghi,gli orari e il materiale da prendere.

ZERO SEDICI 15

Pomeriggio da pipistrelloPer un intero pomeriggio «indosserai»i panni di un pipistrello. Tra giochi,mille peripezie e tanto divertimentosarà possibile scoprire il mondo deichirotteri. Un'avventura per tutta la fa-miglia in collaborazione con il Centroprotezione chirotteri Ticino.

Data: domenica 20 settembre 2015. Po-meriggio.Luogo: Parco delle Gole della Breggia.Partecipanti: per le famiglie.Equipaggiamento: per una comodapasseggiata nella natura.Prezzo: attività gratuita.

Funghi furbettiI funghi, ma chi li conosce davvero?Se ti vuoi divertire scoprendo come vi-vono questi strani organismi devi pro-prio venire con noi. Giocherai a na-scondino con i funghi, potrai osservarlida vicino e vivrai una piacevole gior-nata all’aria aperta.

Data: sabato 10 ottobre 2015.Luogo: Bosco di San Bernardo. Ritrovodirettamente sul posto.Durata: dalle 10 alle 15 con picnic.Partecipanti: da 4 a 6 anni, massimo20 partecipanti.Prezzo: 10.–

Capanne!Dopo il bellissimo successo dell’attivitàdi costruzione capanne abbinata al-l’ecovolontariato alla torbiera della Be-drina dell’anno scorso non potevamonon riproporre questa uscita. Torne-remo indietro nel tempo per vivere allagiornata come i nomadi preistorici.

Data: sabato 14 novembre 2015.Luogo e durata: torbiera della Bedrina,Dalpe. Tutta la giornata.Partecipanti: da 7 a 15 anni, massimo20 partecipanti.Equipaggiamento: buone scarpe, abiticaldi, K-way e un buon picnic.Prezzo: 10.–

Un momento cruciale dell’attivià sulle ca-

panne svolta l’anno scorso: la copertura del

tetto.