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Periodico di informazione dell’A.S.S. N. 5 “Bassa Friulana” Finisce un anno e non solo facciamo i consuntivi ma ci interroghiamo sul futuro. Cosa succederà nel 2008, quante risorse avremo, quale il futuro della sanità, sapremo affrontare i cambiamenti che ci attendono? Noi viviamo in un mondo a risorse limitate: l’aria, le materie prime, l’acqua, l’energia, la ricchezza. Non possiamo pensare a sviluppi illimitati anche se le richieste aumentano. Credo che nella sanità, anche in una buona sanità come quella della nostra regione, si debba affrontare il problema dei limiti e delle priorità. Però è necessario farlo tenendo ben presenti due rotte di riferimento. La prima consiste nel non rimanere separati dal sociale ma integrarsi e sviluppare sempre più politiche di collaborazione, di aiuto e di auto-aiuto; la seconda è l’ ”appropriatezza” che io preferisco chiamare consapevolezza di ricercare la risposta giusta al bisogno nel momento giusto. Non siamo in grado di rispondere “commercialmente” a tutti i bisogni pur di dare sicurezza sempre e comunque. E’ necessario individuare le priorità, i bisogni più urgenti, i rischi più rilevanti. Ciò richiede a monte una cultura non della sanità ma della “salute”. Io sono convinto che nella nostra azienda questa cultura esista e che possiamo affrontare il futuro con coraggio ma anche con serenità. Buon Natale e pace alle donne e agli uomini di buona volontà! Roberto Ferri - Direttore Generale A.S.S. 5 giornale base natale 28 NOV.qxp 04/12/2007 9.58 Pagina 1

giornale base natale 28 NOV - aas2.sanita.fvg.it · Durante la degenza verranno assicurate, ... Come vede il Natale in ... Io cerco di passare in tutte le stanze a scam-biare un messaggio

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Finisce un anno e non solo facciamo i consuntivi ma ci interroghiamo sul futuro. Cosa succederà nel 2008, quante

risorse avremo, quale il futuro della sanità, sapremo affrontare i cambiamenti che ci attendono?

Noi viviamo in un mondo a risorse limitate: l’aria, le materie prime, l’acqua, l’energia, la ricchezza. Non possiamopensare a sviluppi illimitati anche se le richieste aumentano.Credo che nella sanità, anche in una buona sanità come quelladella nostra regione, si debba affrontare il problema dei limitie delle priorità. Però è necessario farlo tenendo ben presentidue rotte di riferimento. La prima consiste nel non rimanereseparati dal sociale ma integrarsi e sviluppare sempre più

politiche di collaborazione, di aiuto e di auto-aiuto; la secondaè l’ ”appropriatezza” che io preferisco chiamare

consapevolezza di ricercare la risposta giusta al bisogno nelmomento giusto. Non siamo in grado di rispondere

“commercialmente” a tutti i bisogni pur di dare sicurezza sempre e comunque. E’ necessario individuare le priorità, i

bisogni più urgenti, i rischi più rilevanti. Ciò richiede a monteuna cultura non della sanità ma della “salute”.

Io sono convinto che nella nostra azienda questa cultura esista e che possiamo affrontare il futuro con coraggio ma

anche con serenità.Buon Natale e pace alle donne e agli uomini di buona volontà!

Roberto Ferri - Direttore Generale A.S.S. 5

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A Z I E N D A

Come indicato dal Piano Attuativo 2007 approvato con DDG n°226/2007, è prevista entro l'anno l'attivazione dell’hospice, unastruttura di ricovero e cura per malati terminali da dieci postiletto che troverà collocazione presso il quinto piano dell'ospeda-le di Latisana.

A tale struttura, che da un punto di vista organizzativo-gestio-nale sarà incardinata all'interno del Distretto Ovest, potranno farriferimento tutti gli assistiti sul territorio della ASS n° 5. Vienequindi così ad aumentare l'offerta di servizi intermedi tra l'ospe-dale e il domicilio attivati dalla nostra Azienda che incrementeràcosì ulteriormente la possibilità dirisposta nei confronti dei pazientiaffetti da gravi malattie di tipo cro-nico-degenerativo, per i quali unricovero ospedaliero risulterebbeinappropriato.

L'hospice, che deve essere intesoquale centro residenziale di secondolivello, con tipologia assistenziale aprevalente connotazione sanitaria,per l'erogazione di prestazioni fina-lizzate al trattamento di pazientinecessitanti di programmi di curepalliative, farà parte quindi dellarete di assistenza ai pazienti affettida malattie progressive e in faseavanzata, a rapida evoluzione e aprognosi infausta, per i quali ogniterapia finalizzata alla guarigione oalla stabilizzazione della patologia non risulti più possibile oappropriata e inoltre non siano attuabili forme di assistenza ditipo domiciliare.

L'hospice avrà caratteristiche strutturali e modalità organizza-tive specifiche volte in primo luogo a garantire la qualità dell'ul-timo periodo della vita e la dignità del morire e della morte. Inparticolare:- ubicazione in spazi specificatamente dedicati all'interno del

presidio ospedaliero di Latisana, in zona protetta dal rumore e con buoni collegamenti per favorire l'accessibilità da partedei familiari;

- dotazione di camere singole con possibilità di ospitare confor-tevolmente anche un familiare;

- garanzia del rispetto della dignità dei pazienti mediante l'ar-ticolazione in spazi confortevoli e personalizzabili;

- assistenza garantita da un'équipe multiprofessionale; - supporto psicologico ai familiari anche a seguito del lutto;- garanzia dell'assistenza spirituale, se richiesta;

- libertà di visita da parte di familiari e conoscenti nel rispetto dei desideri del malato e dei diritti degli altri ospiti;

- coinvolgimento attivo dei medici di famiglia e delle associa-zioni di volontariato operanti nel settore dell'aiuto ai malatiterminali. Un'importante novità riguarderà l'istituzione di un Nucleo

Transmurale di Cure Palliative che sarà costituito da un teammultiprofessionale costituito dal responsabile clinico della strut-tura, da un medico specialista oncologo (consulente per la termi-nalità oncologica), dall'infermiere coordinatore, dal personaleinfermieristico della struttura e da uno psicologo. Il nucleo tran-smurale di cure palliative, oltre a garantire le prestazioni assi-stenziali per i pazienti degenti all'interno dell'hospice, potràintervenire, se richiesto, nelle cure domiciliari o residenziali (RSAe Case di Riposo) garantendo la continuità assistenziale tra lediverse componenti del sistema di offerta, con modalità logisti-che di integrazione ed erogazione transdisciplinare degli inter-venti; avrà in particolare il compito di supportare il M.M.G.ed i

servizi socio-sanitari territoriali nelle fasi di assistenza a domici-lio dei suddetti pazienti; svolgerà altresì la funzione di informa-zione, formazione e addestramento degli operatori sanitari esociali, del volontariato organizzato e dei "caregiver".

Al fine di garantire al massimo l'umanizzazione delle cure chevi verranno erogate, l'hospice dovrà sicuramente presentare laprerogativa di struttura "aperta" per cui, in qualsiasi momento,sarà ammessa la presenza del medico di famiglia, degli operatoridei servizi sociali comunali e dei volontari delle associazioni.In particolare sarà privilegiato il coinvolgimento dei medici di

famiglia nella gestione clinica deipazienti, in accordo con il respon-sabile clinico della struttura. Leassociazioni di volontariato accre-ditate nel settore delle cure palliati-ve avranno a disposizione un loca-le e si coordineranno con il perso-nale di assistenza per fornire una"relazione di aiuto" ai ricoverati eai loro familiari, previa sottoscri-zione di specifico accordo.

Gli accessi in hospice sarannoregolamentati dalla Unità diValutazione Distrettuale (UVD)competente per territorio che rap-presenta, anche attualmente, ilpunto di accesso all'intera rete ter-ritoriale per le cure palliativegarantendo il coordinamento dei

processi di continuità assistenziale fra ospedale e territorio e lefunzioni di filtro e selezione delle richieste.

L'hospice garantirà l'assistenza in regime di residenzialità 24ore su 24. Su richiesta dell'assistito e in accordo con la sua fami-glia, potrà essere ammesso anche il ricovero in regime di dayhospice (degenza limitata nel corso della fascia oraria 09.00 -18.00), con modalità che dovranno comunque essere concordatecon il responsabile clinico della struttura.

Durante la degenza verranno assicurate, senza alcun onere acarico dell'assistito, l'albergaggio e tutte le prestazioni sanitarienecessarie (mediche, diagnostiche infermieristiche, riabilitative,di supporto assistenziale, di assistenza farmaceutica e protesica,di assistenza psicologica sia nei confronti del paziente che deisuoi familiari).

Le consulenze specialistiche e le prestazioni diagnostiche(strumentali, radiologiche e laboratoristiche) eventualmentenecessarie saranno garantite dall'ospedale di Latisana, analoga-mente a quanto avviene in caso di ricovero ospedaliero.

La responsabilità clinica della struttura verrà affidata al dr. UgoColonna, Direttore della S.O.C. Anestesia, Rianimazione eTerapia del Dolore dell'Ospedale di Latisana, che già da diversianni ha maturato una comprovata formazione ed esperienza intema di cure palliative e di terapia del dolore. In particolare il dr.Colonna ha coordinato fin dal 1994, nell'ambito del DistrettoSanitario Ovest, l'attività di consulenza specialistica inerente ilsuddetto settore sia a livello di assistenza domiciliare che di RSA.

Il coordinamento infermieristico sarà affidato alla sig.ra MariaLisa Cantarutti che temporaneamente garantirà, anche in un'otti-ca di integrazione tra servizi, la conduzione del ServizioInfermieristico Domiciliare di Latisana.

L'Hospice di Latisana sarà intitolato alla memoria del dr.Francesco Leanza, medico anestesista che ha operato per oltre 25anni presso il nosocomio latisanese, prematuramente scomparsonel marzo 2006.

Mario Corbatto - Distretto Ovest

Latisana, nasce l’Hospice

I primi arredi dell’hospice

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Don Naldo De Bona è, dall'ottobre 2002, il cappellanodell'Ospedale di Palmanova. Lo Stato assicura l'assistenza reli-giosa a tutti coloro che si ammalano: ecco quindi che in ogniospedale c'è la presenza di un prete che segue questa particolare"Parrocchia", garantendo una disponibilità di 24 ore al giorno,anche la notte quindi, per i casi più urgenti.

Fino all’estate scorsa don Naldo ha abitato in un alloggio messoa disposizione dalla Parrocchia di Palmanova; ora risiede pressol'ex Ospedale Psichiatrico di Sottoselva. Vive praticamente nellecorsie dell'Ospedale dedicando il suo tempo alle persone ricove-rate, cercando di alleviare la solitudine di chiunque soggiorninella struttura ospedaliera.

Nel descrivere il suo lavoro ci racconta che, sebbene non tuttivedano di buon occhio la presenza di un prete in un luogo pub-blico, quotidianamente si accorge, invece, di essere apprezzato erispettato, anche dalle persone che appartengono a religionidiverse da quella cattolica.

D.: Come vede il Natale in Ospedale? Qual è l'atmosfera che sirespira tra chi è costretto a passare lontano da casa queste gior-nate di festa?

R.: Già nelle settimane prima di Natale tutti i degenti speranodi concludere la terapia e di poter rientrare a casa: sembra assur-do dover passare una festa così bella - la festa della famiglia, dellapace - lontano da casa e dagli affetti più cari. Purtroppo qualcu-no non può essere dimesso e rimane ricoverato… Non è faciledare a queste persone un significato della loro presenza in ospe-dale in queste giornate.

Certo tutti gli operatori cercano di ricreare anche in questi spazil'atmosfera natalizia: vengono addobbati gli alberi, allestiti prese-pi e il giorno di Natale celebro la S. Messa nel soggiorno delreparto di Medicina…Io cerco di passare in tutte le stanze a scam-biare un messaggio d'augurio e portare il Sacramento dellaComunione a chi lo desidera.

Per me è importante far capire ai malati che Gesù Cristo nasceanche qui, in Ospedale e che il significato della Sua nascita - lafesta della vita - può esserci anche qui. Ed invito le persone chemagari verranno dimesse dopo qualche giorno a festeggiarecomunque questa festa una volta rientrati a casa… magari il gior-no dell'ultimo dell'anno oppure per l'Epifania.

Certo, a volte mi trovo di fronte a persone che ritengono moltoingiusto essere in ospedale, in questo periodo, ma anche Cristoproprio nella sua nascita ha dovuto sopportare cose non moltobelle (non c'era posto da nessuna parte per lui ed è dovuto

nascere in una stalla… dopo pochi giorni dalla nascita è dovutoscappare via…).

La nascita di Cristo, quindi, è certamente la festa della bontà,ma proprio perché Gesù non è stato accolto bene ci da il verosignificato alla sofferenza. Gesù ci insegna che "vale la pena vive-re" anche se sa benissimo che dovrà affrontare molte sofferenze.

D.: Qual è il rapporto che Lei ha con le famiglie delle personericoverate e come viene vissuto il Natale da queste famiglie?

R.: Molti parenti vengono in Chiesa a pregare, ad accendereceri… mi capita spesso di incontrare persone che stanno assisten-do i loro parenti. Nel periodo natalizio naturalmente c'è una mag-giore presenza di visitatori in ospedale: le persone capiscono cheè importante lasciare un segno ai propri congiunti e tutte le stan-ze sono animate da persone che vengono a trovare i propri paren-ti. Oltre a questi ci sono molti volontari che frequentano l'ospeda-le, per esempio al momento del pasto vengono ad aiutare chi nonè in grado di mangiare da solo… Ci sono parecchi giovani impe-gnati in questa forma di aiuto.

D.: E chi invece il giorno di Natale è costretto a lavorare inOspedale? Come vede il Natale in corsia di queste persone?

R.: Vedo che tutti sentono molto l'importanza di questa festa edanche qui nell'atmosfera c'è qualcosa di particolare… Certo per idipendenti è un giorno lavorativo sicuramente più impegnativodegli altri, perché le persone in servizio sono di meno rispetto adun giorno normale e le cose da fare sono sempre tante. Sul viso diqueste persone vedo, però, che il Signore che nasce li aiuta a vive-re ancora di più questa giornata come dono e bontà.

Intervista realizzata da Chiara Obit

I N T E R V I S T A

Appuntamenti- Incontro di preghiera mensile ogni primo venerdì del mesealle ore 13.30 presso la Chiesa dell'Ospedale

- Celebrazione della Liturgia ogni sera alle ore 19 presso la Chiesa dell'Ospedale

- Incontro di preghiera in preparazione al Natale venerdì 21 dicembre alle ore 13.30 presso la Chiesa dell’Ospedale

- Santa Messa di Natale alle ore 10 presso il soggiorno delreparto di Medicina

A Natale al fianco dei malati

La Santa Messa delle ore 19

Don Naldo De Bona

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L'accoglimento in R.S.A. prevede una fase preliminare che ini-zia nel momento della "segnalazione", effettuata con appositamodulistica redatta dai Distretti, strumento mediante il quale èpossibile avviare qualsiasi intervento atto a promuovere la "con-tinuità di cure" in ambito territoriale. Principalmente la segnala-zione proviene da: reparti ospedalieri (intra ed extra- aziendali),Medici di Medicina Generale, Servizi Sociali dei Comuni, ServiziDistrettuali Domiciliari; va ricordato, però, che tutte le agenzieistituzionali (sanitarie e sociali), ma anche i familiari e/o il volon-tariato possono effettuare questa specifica comunicazione.

Nelle sedi distrettuali la segnalazione deve pervenire (preferi-bilmente via fax) presso i rispettivi Centri di Coordinamentodell'Assistenza Primaria (Ce.C.A.P.) (vedi figura).

Presso il Centro di Coordinamento dell'Assistenza Primaria sirealizza la Valutazione Multi Dimensionale (V.M.D.), principal-mente tramite l'Unità di Valutazione Distrettuale (U.V.D.). Inquesta fase viene anche attribuito il periodo di degenza in R.S.A.,la cui durata potrà essere eventualmente modificata dalResponsabile Clinico dell'R.S.A., tenendo conto principalmentedell'evoluzione delle condizioni cliniche e del programma riabili-tativo/rieducativo avviato.

La durata della degenza deve essere contenuta, in relazione allivello di recupero funzionale conseguibile in regime residenzia-le e di norma non deve superare i 30 giorni. La normativa regio-nale vigente stabilisce che comunque la durata massima delladegenza non possa superare i 90 (novanta) giorni. Pertanto, ilperiodo di degenza in R.S.A. deve ragionevolmente essere consi-derato una delle fasi del più ampio "progetto riabilitativo perso-nalizzato", cui concorrono le diverse professionalità coinvolte,l'assistito (laddove possibile), la sua famiglia e il volontariato.

In R.S.A. vengono ospitate persone per le quali:- la fase post-acuta sia stabilizzata o in evoluzione cronica,

come per esempio in casi di esiti di ictus cerebrale ischemico oemorragico, fratture, in particolare di femore, neoplasie, neuro-patie degenerative, ecc.;

- si rilevino patologie ad equilibrio instabile o a lento recuperoe/o disabilità croniche non stabilizzate o in fase terminale,comunque in presenza di una condizione di non-autosufficienza(necessità di riabilitazione estensiva e/o di prevenzione dellaprogressione della disabilità);

- non risulti necessario un trattamento riabilitativo intensivo.

In queste situazioni si ritiene appropriato ed efficace il ricoveroin R.S.A. in quanto struttura finalizzata al recupero delle attivi-tà di base della vita quotidiana (miglioramento del grado diautosufficienza), attraverso interventi riabilitativi mirati, e dellecapacità socio-relazionali dell'individuo.

In R.S.A. possono essere accolti pazienti residenti in comuninon afferenti al territorio dell'A.S.S. n. 5, a condizione che, sianostate soddisfatte tutte le richieste di utenti residenti e venga adde-bitata all'A.S.S. di residenza dell'utente la tariffa giornaliera di € 92,96 previa autorizzazione della Azienda Sanitaria stessa.

I costi della degenza sono a completo carico dell'A.S.S. n. 5 finoal 30° giorno. Dal 31° giorno è prevista una quota di comparteci-pazione alla spesa da parte dell'utente fissata, in base alle dispo-sizioni regionali (DGR n. 871/1997), in € 25,82.

Qualora la degenza in R.S.A. si protragga, per difficoltà di acco-glimento del paziente in ambito familiare o in struttura appro-priata, verrà applicata la retta giornaliera pari a € 92,96 (come daspecifico decreto del Direttore Generale dell'A.S.S.5) a partire dalgiorno in cui il paziente sia stato dichiarato dimissibiledall'R.S.A..

Tutte questa informazioni vengono puntualmente trasmesseall'assistito e ai suoi familiari in occasione di ogni accoglimento inR.S.A.. A tal fine è stata predisposta una sintesi del regolamentoaziendale per la gestione delle R.S.A.. Entrambi i documenti sonodisponibili presso le R.S.A e le sedi distrettuali.

[continua nel prossimo numero - la prima parte é stata pubblicata nel numero di ottobre/novembre]

A cura dei Distretti

CENTRI DI COORDINAMENTO DELL’ASSISTENZA PRIMARIA (CE.C.A.P.)

Le residenze sanitarie assistenziali

F O R M A Z I O N E

Siamo giunti alla fine dell'anno e finalmente in questa nostra"vita liquida", richiamando il concetto espresso da ZygmuntBauman, caratterizzata dalla continua precarietà e incertezza, unpunto fermo, un caposaldo: Natale! Non è poco! Un momentoimportante non tanto per dare avvio alla consumistica corsa deiregali, quanto per fermarsi, per riflettere, per capire cosa sta acca-dendo a noi e intorno a noi. Per comprendere, forse, che l'unicomodo per dare forma e sostanza a questa nostra liquidità di vive-

re, fatta di individualismo e di corsa sfrenata per rimanere alpasso delle situazioni che evolvono con estrema rapidità, è inve-stire sulle relazioni, vere, autentiche, sugli affetti, di qualsiasinatura essi siano.

Mentre sto scrivendo mi chiedo perché affronto questo argo-mento in questo spazio dedicato alla formazione. Perché sento ilbisogno di fare assieme a Voi queste riflessioni quando invecedovrei raccontarvi le novità del Programma Nazionale ECM?

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Forse perché sempre di più avverto che tutto ciò che pensiamo,facciamo, esprimiamo, in particolare noi, professionisti dellasalute, non può non avere a fondamento questo bene, questoslancio forte nei confronti del genere umano, questo esser-ci conle persone. E se alla base del nostro agire umano e professionaleci sarà questo orientamento, forse tutto potrà avere più senso, piùsignificato. Anche questa "corsa al corso ECM" potrebbe diven-tare un'occasione diversa, forse dipende da noi, da quanto e comeci lasciamo fagocitare dal sistema anziché attribuirgli valoreattraverso un nostro agire infarcito di senso.

E su questi valori vorremmo iniziare l'attività dell'anno nuovo,che vedrà l'apertura di nuovi scenari.

Per quanto concerne le nuove regole ECM si informa che indata 1 agosto 2007 è stato siglato l'Accordo Stato-Regioni concer-nente il "Riordino del sistema di Formazione continua inMedicina". Nell'accordo è riportato, che ogni operatore sanitariodeve acquisire 150 crediti formativi nel triennio 2008-2010 secon-

do la seguente ripartizione:- 50 crediti/anno (minimo 30 e massimo 70 per anno) per un

totale di 150 nel triennio 2008-2010 - dei 150 crediti formativi del triennio 2008-2010, almeno 90dovranno essere "nuovi" crediti, mentre fino a 60 potranno derivare dal riconoscimento di crediti formativi acquisiti negli anni della sperimentazione, 2004-2007.

Le misure legate agli incentivi e/o alle sanzioni che interver-ranno in ordine all'acquisizione dei crediti formativi sarannoadottate e rese note a seguito di un confronto con i soggetti inte-ressati (parti sociali, organizzazioni di categoria, ecc).

Nel prossimo numero, le nuove regole ECM vi verranno illu-strate nel dettaglio.

Infine, colgo l'occasione per augurare a Voi e a tutte le VostreFamiglie i migliori Auguri di Buone Feste!

Mara Pellizzari

CORSI IN PROGRAMMA NEI MESI DI GENNAIO - FEBBRAIO 2008

Si rammenta che la partecipazione ai corsi di aggiornamento, è subordinata all'invio della griglia di iscrizione, spedita dal C.F.A., pressola Struttura\Servizio di appartenenza. Per eventuali informazioni ci si può rivolgere al proprio referente di dipartimento o al Centro diFormazione Aziendale 0432/921440-496. Possibili variazioni o integrazioni verranno comunicate quanto prima.

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R E L A Z I O N I S I N D A C A L I

Lo scorso mese di novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle RSU per il personale del Comparto. Le RappresentanzeSindacali Unitarie (RSU) sono state introdotte nel sistema di relazioni sindacali in Italia nel 1993 in tutti i settori, pubblici e privati.

Le prime elezioni delle RSU nel pubblico impiego si sono svolte nel novembre del 1998 in tutti i comparti di contrattazione collettiva.Le RSU hanno durata triennale, non sono prorogabili e costituiscono uno dei componenti della delegazione di parte pubblica in sede

di contrattazione integrativa aziendale, assieme ai delegati delle segreterie provinciali delle sigle firmatarie del contratto collettivonazionale.

La legge ha previsto che fossero coinvolti tutti i lavoratori pubblici e, pertanto, alle elezioni delle RSU partecipa la generalità deidipendenti siano essi iscritti alle organizzazioni sindacali o meno; viene, quindi, offerta a tutti i lavoratori dipendenti l'opportunità diaccesso a rappresentanze organizzate dei loro interessi nei luoghi di lavoro.

E' per questa finalità che, ora, dopo le elezioni, è auspicabile la partecipazione di tutti i lavoratori al tavolo negoziale, mediante con-tinui contatti con i delegati RSU, veicoli delle aspettative, delle richieste e degli interessi collettivi dei lavoratori da rappresentareall'Azienda.

Ecco i dati relativi alle elezioni delle nostre RSU:

Marina Dose - Simona Schepis

Elette le nuove R.S.U.

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P E R S O N E

Chococlub, Associazione Italiana Amatori Cioccolato, che daanni organizza eventi e manifestazioni sul cioccolato, ha svilup-pato un progetto di solidarietà denominato Banca delCioccolato, che prevede la raccolta di cioccolato donato dai pro-duttori e la sua ridistribuzione gratuita verso ospedali, centri perdisabili e per anziani, ecc.

Chococlub ha raggiunto il Friuli grazie all’interessamento e alladisponibilità dell’A.S.S. n. 5 “Bassa Friulana”.

La prima golosa consegna ha avuto luogo il pomeriggio di mer-coledì 24 ottobre presso la R.S.A. e la Pediatria dell’Ospedale diLatisana. Nella prima tappa numerosi gli anziani che attendeva-no l'arrivo della cioccolata già dal mattino e che hanno accoltocon piacere la dolce consegna: alcuni degli anziani degenti hannogustato le tavolette con entusiasmo, mentre altri ne hanno serba-to parte per farne dono ai nipotini.

Tutti hanno gustato la golosità offerta con l'aiuto e la parteci-pazione di medici, infermiere e di tutto il personale presente cheha condiviso con loro questo lieto momento.

Il pomeriggio è poi proseguito nel reparto di Pediatria dove ipochi (fortunatamente) piccoli ospiti presenti e le loro mammehanno ricevuto il goloso dono, mentre le cioccolate rimaste sonostate affidate alle infermiere ed alla caposala, grazie a cui, concioccolatoso spirito di iniziativa, le tavolette sono state ridotte insingole porzioni e disposte su di un apposto banchetto, da cuihanno attinto con piacere i piccoli e le mamme che hanno visita-to il reparto nei giorni successivi (le cioccolate sono infatti duratefino al lunedì successivo!).

La seconda consegna ha avuto luogo nel pomeriggio di lunedì29 ottobre presso il Centro di Salute Mentale di Palmanova, sitoall'interno delle mura cittadine.

Qui la consegna della cioccolata è stata una vera festa: sui cor-ridoi del reparto erano stati affissi annunci creati appositamentedal personale, che ha dato appuntamento a tutti i degenti nellasala riunioni per gustare la cioccolata insieme a tè e biscotti. Laconsegna si è così trasformata in un vero festino che ha creato unclima allegro, radunando i pazienti con i loro parenti ed il perso-nale medico ed infermieristico: tutti si sono infatti piacevolmenteintrattenuti a chiacchierare insieme e degustare la cioccolata con-segnata.

L'ultima dolce consegna è infine stata effettuata mercoledìpomeriggio 31 ottobre, presso la R.S.A. e la Pediatriadell’Ospedale di Palmanova. Anche nella RSA di Palmanovasono stati numerosi gli anziani che hanno atteso con piacere laconsegna nella sala pranzo e molti hanno fatto scorta della golo-sità ricevuta per porzionarla nei giorni successivi, proprio come

si faceva ai tempi della loro gioventùin cui c'era minore abbondanza. Conla sempre calda collaborazione delpersonale e dei medici, gli anzianiche non potevano spostarsi dal pro-prio letto hanno accolto con gioia econ un sorriso le tavolette che sonostate portate nelle loro stanze.

Presso il reparto di Pediatria inve-ce (come già presso l'Ospedale diLatisana) le tavolette sono state affi-date al personale presente che haprovveduto a distribuirlo come pre-mio ai piccoli degenti nei giorni suc-cessivi. L'ASS n. 5 e il suo UfficioRelazioni con in Pubblico hannodato ampia risonanza alle consegne, affiggendo con giorni dianticipo manifesti della Banca del Cioccolato in tutti i reparticoinvolti e dando comunicazione dell'iniziativa alla stampa loca-le. Responsabili e Direttori dei vari reparti, le caposala e tutto ilpersonale hanno accolto calorosamente le consegne e tutti hannopartecipato coinvolgendo i degenti e rendendo il clima festoso;gli stessi Responsabili presenti hanno dedicato parte del loro pre-zioso tempo a partecipare all'iniziativa ed a intrattenersi sul pia-cere e gli effetti del cioccolato.

Le consegne della Banca del Cioccolato hanno riscosso ungrande successo e una vera folata di allegria è entrata nei corridoiospedalieri: molti sperano di poter ripetere la bella e golosa espe-rienza e numerosi sono i reparti che reclamano la loro parte dicioccolato!

Il Chococlub e la Banca del Cioccolato si augurano di potertrovare presto anche in terra friulana aziende dolciarie e artigia-ni che vogliano contribuire a realizzare nuovamente questa bellae piacevole iniziativa.

Mariangela Scarbolo - Referente Chococlub per Udine

Per ulteriori informazioni:

Chococlub - Associazione Italiana Amatori CioccolatoC.so F.lli Bandiera, 11 - 12051 Alba (CN) Tel. 0173.365027 - Fax 0173.366604 Email: [email protected] Sito web: http://www.chococlub.com

Il giorno del cioccolato

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II popoli precolombiani conoscevano il cacao e lo gustavanosottoforma di bevanda. Oggi come seimila anni fa è uno degli ali-menti più amati e, a buon diritto, definito cibo degli dei.

Mille anni prima di Cristo, Maya, Olmechi e Aztechi lo coltiva-vano e se ne nutrivano abbondantemente.

A loro si devono le parole "Kakaw", "Chocoolhaa", o "Xocoatl"che in lingua Nahuote significano rispettivamente cacao e bevan-da di cacao. Colombo, rientrato dalle Americhe nel 1504, portòcon sé i semi dell'albero tropicale nel vecchio continente, ma ilsuo uso ebbe poco successo.

La vera scoperta del cacao viene fatta risalire a Hernan Cortézquando, nel 1519, occupò la città di Tenochtitlan, oggi Città delMessico, distruggendo la civiltà azteca e facendosi donare dal-l'imperatore Montezuma un enorme carico di cacao. I Maya ama-vano bere il cioccolato caldo con l'aggiunta di mais e diverse spe-zie (cannella, peperoncino..), gli Aztechi invece lo preferivanofreddo. All'epoca il cacao aveva un gusto intenso e amaro e come

tale fu trasferito alVecchio Continente edin particolare in Spagna,dove i monaci benedetti-ni e le suore lo elabora-rono con l'aggiunta dizucchero ed aromi.Dopo tali trasformazioniil cioccolato ebbe succes-so in tutto il continente;arrivò in Francia peramore, quando Anna

d'Austria andò in sposa a Luigi XIII, e portò in dote anche tuttal'attrezzatura per preparare la gustosa bevanda.

Nel 1650 il cacao sbarcò oltre la Manica e sette anni dopo nac-que a Londra la prima cioccolateria.

Il suo costo elevato lo rese una bevanda elitaria fino allaRivoluzione francese. Verso il 1720 i caffè di Firenze e Veneziapreparavano un cioccolato talmente buono che la sua reputazio-ne superò i confini del Paese. In America arrivò solamente nel1755. Quarant'anni dopo veniva prodotto il primo cioccolato inpolvere macinando i semi con una macchina a vapore e nel 1828si estrasse il primo burro di cacao.

A metà dell'800 lo svizzero Lindt inventò il primo processo diraffinazione del cioccolato, chiamato concaggio, e contempora-neamente nacque il cioccolato fondente ormai molto distante dal-l'originale "xocolatl" messicano. Sin dai tempi antichi erano notele proprietà nutrizionali della bevanda; si narra che Montezumane bevesse cinquanta tazze al giorno per sostenere le fatiche delsuo harem. Oggi sappiamo che esso possiede circa ottocentosostanze naturali che stimolano particolarmente l'organismo.Esso agisce positivamente sull'umore in quanto contiene fenileti-lamina, una sostanza lisergica che fa sentire allegri e pieni dienergia. E' ricco di teobromina, caffeina e teofilina che contribui-scono, stimolando le endorfine (oppioidi naturali), a ridurre lasensazione del dolore e producono una piacevole sensazione dibenessere.

Queste sostanze aumen-tano nel cervello i livelli didisponibilità di serotoninae noradrenalina che agi-scono aumentando il tonodell'umore. Quest'ultimotrae anche beneficio daglizuccheri semplici contenu-ti nel cioccolato. Per la pre-senza di flavonoidi e difenoli il cioccolato fa, comeasseriscono diversi studi,bene al cuore impedendo l'aggregazione piastrinica e riducendoil livello di lipoproteine. I flavonoidi, assieme alla vitamina A edE contenuti nella cioccolata proteggono la pelle dall'invecchia-mento. Recenti studi indicano il cacao come protettore della cariee della formazione della placca. In alcuni soggetti è tuttavia capa-ce di dare una vera e propria dipendenza chiamata "cioccotossi-cità"; il soggetto colpito, una volta addentato un pezzo di ciocco-lata, non riesce più a fermarsi e la quantità che ne consuma è digran lunga superiore alla media pro-capite.

I veri dipendenti da cioccolato non smettono mai di mangiarneanche se non si crea una vera e propria dipendenza dal punto divista fisico, ma certamente un forte richiamo di natura psicologi-ca. Si ricordi che il cacao contiene anandamide che, come il tetra-idrocannabinolo, costituisce parte essenziale della marijuana.

Come si diceva, per i dipendenti da cioccolato, non ci sono verie propri sintomi astinenziali, in quanto le sostanze psicoattivepresenti in esso sono in modica quantità e non in grado di deter-minare tali processi. Esiste tuttavia una forte attrazione di tipopsicologico scatenata da vari processi.

Il cioccolato offre una co-presenza di opposti: più essere solidoe liquido, chiaro e scuro, dolce e amaro e questo è in grado didare l'idea di un piacere totale altamente gratificante.

Il cioccolato poi è solitamente associato alle feste e ai momentidi socialità, ai ricordi dell'infanzia, allo "stare assieme" e ai posi-tivi e caldi momenti di emozionalità familiari e amicali.

Non è certo scientificamente provato che esso sia un afrodisia-co, ma come non ricordare il leggendario cioccolatino legato allafesta degli innamorati battezzato "cazzotto" negli anni venti erinominato poi "bacio" con tanto di cartiglio con frase d'amore.

Il cioccolato dunque non sa solamente indurre piacere, ma rie-sce persino a prolungarlo e, come ricordano i ricercatori delRegno Unito, è molto meglio di un bacio appassionato.

Roberto Urizzi - C.S.M. Palmanova

ATTUALITA’ SCIENTIFICA

Aztechi intenti a preparare il Xocoatl

Cioccolato dolce droga

ERRATA CORRIGERiportiamo il numero corretto di cellulare della dr.ssa Alessandra Tagliolato - Ambulatorio per la terapia dell’Ansia e della Depressione - trascritto in modo inesatto sul numero di ottobre/novembre : 347-7118144

Si segnala che le fotografie comparse nell’articolo relativo alle Residenze Sanitarie Assistenziali del numero diottobre/novembre si riferiscono entrambe all’ R.S.A. di Palmanova.

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I N & O U T

Caro Mauro ti scrivo così ti racconto un po' e siccome sei molto più in alto, più forte ti scriverò.

Da quando sei partito non ci sono novità, in Carnia sei finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.

Si esce poco la sera, soprattutto per le cene,le riunioni non sono più quelle, ma tu questo già lo sai,e si sta solo a parlare per intere settimane,e a quei pochi che hanno niente da dire del tempo ne rimane.

Ma il Direttore ha detto che il nuovo capoporterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando:sarà doppio stipendio e ferie metà anno ogni Carnico scenderà dalla montagna e fra di noi, presto farà ritorno.

Ci sarà da mangiare il frico tutto l'anno,anche i muli potranno riposare perché l'Ulisse qua compare.

E si faran le visite ognuno come sa fare,anche i Marini andranno a lavorare ma soltanto a una certa età,e senza grandi disturbi Margherita comprerà una casa alla faccia dei cretini di ogni età.

Vedi caro Mauro cosa ti scrivo e ti dicoe come sarei contento se tu fossi qui in questo momento,vedi, vedi, vedi, vedi,vedi caro Mauro cosa si deve inventareper salutarti ancorae continuare a sperare.

E se questi sei mesi poi passassero in un istante,vedi Mauro mio come diventa importante che tu ci ripensassi….come dico io!

I colleghi del Dipartimento di Salute Mentale

Con la recente cessazione dell'attività del collega ed amico dr.Giuseppe Carbone, impegnato nell'attività di chirurgia endoralee maxillo-facciale presso il poliambulatorio di Cervignano, vienea chiudersi una collaborazione con un professionista che è statoprotagonista della storia di un servizio di alto livello specialisti-co, già attivo nell'ospedale di Palmanova e proseguito poi nelDistretto Est, dove ora continua con un particolare orientamentoverso i cittadini più fragili, quali anziani, disabili, persone conproblemi di disagio psichico e di dipendenze.

Ho ritenuto pertanto doveroso ricordare e proporre all'atten-zione dei lettori le principali tappe di questa storia ed in partico-lare il prezioso contributo che il dr. Carbone ha saputo offrire,grazie anche alla verve innovativa ed ideativa che lo ha semprecontraddistinto.

Il Reparto di Chirurgia maxillo-facciale dell'Ospedale diPalmanova è stato il primo ed il più longevo della nostraRegione. E' stato fondato dal dr. Pietro D'Andrea, che lo ha diret-to dai primi anni '60. Nel 1977 gli sono subentrati il dr. AngeloPiazza e il dr. Giuseppe Carbone.

Quest'ultimo, scelto anche per le proprie competenze in camponeurochirurgico, fondamentali per l'esecuzione di alcuni com-plessi interventi di chirurgia cranio-facciale, è stato il primo, inFriuli, ad eseguire interventi di chirurgia ortognatica (allunga-mento e/o accorciamento di mascelle, talora associati a rinopla-stiche estetiche), chirurgia orbito-zigomatica, innesti ossei e/ocutanei, anche vascolarizzati, a scopo ricostruttivo o rigenerati-vo, oltre a garantire il trattamento dei traumi cranio- facciali.

Ha anche eseguito scialectomie parotidee con conservazionedel nervo facciale ed altri interventi per tumori e/o malformazio-ni della faccia. Il Servizio ha inoltre sempre assicurato l'assisten-za odontoiatrica di II° livello a tutti e le cure ai portatori di han-dicap sia fisici che intellettivi. La chirurgia orale, anche a livelloambulatoriale, è stata per decenni un apprezzato punto di riferi-mento formativo sovraregionale, che ha attratto molte decine diMedici e Odontoiatri da tutta Italia, come frequentatori del repar-to e degli ambulatori.

Presso l'ospedale di Palmanova, il dr. Carbone, è stato "apripi-sta", in Italia, per l'esecuzione di interventi di osteogenesi distra-zionale (callodistrazione) delle ossa mascellari, brevettandoanche un proprio osteodistrattore. Negli anni successivi tale tec-nica ha avuto diffusione presso i principali centri di chirurgiamaxillo-facciale. Dopo il prof. Sossi di Trieste, Carbone è statol'unico medico italiano ad esser accolto come ospite operativopresso il prestigioso Istituto di Chirurgia maxillo-faccialedell'Università di Amburgo, diretto dal prof. G. Pfeifer, ed ilprimo specialista "friulano" di questa branca (nota bene: ilNostro, siciliano di Bronte, ha già autonomamente adottato conmirabile dizione la lingua friulana, prima del "bilinguismo lega-le" oggi agli onori delle cronache regionali) chiamato ad organiz-zare e dirigere una struttura complessa fuori regione (A.S.L. 17del Veneto).

Dal 2000, anno di chiusura del reparto di Palmanova, l'ambula-torio di chirurgia maxillo-facciale di Cervignano si è specializza-to nel trattamento ambulatoriale delle cisti dei mascellari ed haapplicato, per la prima volta in Italia, le nuove tecniche di repli-cazione anatomica (stereolitografie) allo studio ed alla progetta-zione chirurgica delle riabilitazioni implantoprotesiche dellegravi atrofie dei mascellari edentuli, in alternativa agli innestiossei. I risultati di queste esperienze professionali sono negli attidi congressi internazionali di chirurgia maxillo-facciale tenutisiin Italia e in Francia, dove, per la prima volta, è stato presentecome relatore uno specialista ambulatoriale di un distretto sani-tario friulano, dimostrando come anche una struttura operativaterritoriale, con il contributo tecnico di specialisti capaci ed entu-siasti come l'amico Carbone, ancorché con risorse nettamente piùcontenute di quelle di un reparto ospedaliero, possa fare raggiun-gere importanti risultati scientifici.

Luciano Pletti

Per Antonia, Ester, Giuliana, Barbara e Laura: abbiamo trascor-so insieme diversi momenti, non sempre sereni e gioiosi.

Insieme li abbiamo superati e per questo vi porteremo semprenei nostri cuori.

I colleghi del Poliambulatorio Distrettuale di Cervignano.

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S E I D U E S E I

Sulla base di numerosi studi eseguiti si può affermare che nonesiste alcuna evidenza di danni all'apparato visivo determinatidall'uso di videoterminali. E' stato invece ampiamente documen-tato che coloro che lavorano al computer sottopongono gli occhiad uno sforzo prolungato e, soprattutto se le condizioni di lavo-ro (luminosità, aria troppo secca,…) non sono ideali, possono

manifestare la seguente sintomatologia oculare (“sindrome daVDT”): stanchezza alla lettura, visione annebbiata e/o sdoppiata,segni di affaticamento, difficoltà di fissazione, pesantezza, cefa-lea, bruciore oculare, arrossamento oculare, lacrimazione, sec-chezza, fotofobia. Per prevenire questi sintomi è necessario averei seguenti accorgimenti:

Diminuire abbagli e riflessischermando finestre con tende ergono-miche, riducendo le luci artificiali einclinando il monitor; l'uso di filtri puòessere riservato a quelle situazioni in cuinon è possibile eliminare i riflessi

Diminuire i contrasti tra schermo eambiente di lavoro, disponendo il monitorperpendicolare alle fonti luminose

Pulire periodicamente il moni-tor e l’eventuale schermo antiriflesso

Collocare il monitor a circa 60cm in maniera che lo spigolo superioredello schermo sia posto un po’ più inbasso dell’orizzontale.

Se si portano occhiali bifocali oprogressivi, non posizionare il monitorcosì alto da dover inclinare la testa indie-tro per guardare lo schermo

Regolare contrasto, luminositàe caratteri del monitor

Ricordarsi di sbattere spessole palpebre

Rinnovare frequentementel’aria dell’ambiente di lavoro

Sollevare saltuariamente lo sguardodallo schermo e dirigerlo all'infinito (es.guardare fuori dalla finestra) per interrom-pere sforzi accomodativi prolungati

Utilizzare sostituti lacrimali permantenere ben lubrificata la superficie corneale

I presbiti devono utilizzare una correzione ottica adeguata alla distanzadi lavoro al videoterminale, che non è quella di lettura. Nel caso in cui, nonostan-te gli accorgimenti sopraelencati, i sintomi visivi non migliorino, è necessarioeffettuare una visita oculistica approfondita, per escludere difetti di refrazione opatologie oculari; in particolare saranno valutati rifrazione, esame della superficieoculare, del segmento anteriore e posteriore, valutazione ortottica con esame com-pleto della motilità oculare e valutazione dell’ampiezza fusiva di convergenza.

S.C. Oculistica Palmanova

- Monica Gigante (E.M.T.)- Giovanni Azzola (Direzione Amm.va Aziendale)- Raffaella Ceschia, Erika Fuart, Diego Galletti, Luciana Ioan,

Devis Munaretto, Paola Pisana (P.O. di Palmanova)- Gabriele Andrian, Sabina Cocco, Guglielmo Codarin, Marina

Depase, Emanuela Frisone, Luca Gazzetta, Natale Alessandro Stallone (P.O. di Latisana)

- Lorenzo Gnoni, Katia Sguassero (Distretto Ovest)- Paola Zanus Michiei (Dip. di Salute Mentale)- Ester Pittonet (Distretto Est)

- Eda Della Ricca, Marisa Strizzolo, Ugo Tuni(P.O. di Palmanova)

- Gabriella Tuis (Distretto Est)- Janet Andreini (Distretto Ovest)- Licia Battistella, Federica Dri (E.M.T.)- Assuntina Bernardo, Valerio Formentini, Michela Padovese,

Pietro Sivini, Elisa Vescovo (P.O. di Latisana)- Roberta Mozzon (Servizio Farmaceutico)

Un saluto di benvenuto a: Un arrivederci e un grazie a:

Occhio agli occhi

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U . R . P .

Il 18 ottobre a Muzzana del Turgnano si è svolta la Conferenzadei Servizi dell'A.S.S. n° 5 "Bassa Friulana", per illustrare adamministratori, associazioni di volontariato e cittadini le iniziati-ve intraprese, i risultati raggiunti e le progettualità future.

A Villa Muciana, il Sindaco Dino Del Ponte e il DirettoreGenerale dell'Azienda dr. Roberto Ferri hanno aperto i lavori.Nel primo intervento il dr. Daniele Trentin che ha illustrato lecaratteristiche dell'Ospedale di Latisana, una volta completata laristrutturazione in corso d'opera e le difficoltà che finora utenti eoperatori stanno affrontato.

Ha proseguito la dr.ssa SillaStel, responsabile dell'areaPromozione Salute, introducendoalcune delle azioni messe incampo dal servizio e dell'impor-tanza di agire sui determinantiambientali e sociali di salute qualeinvestimento per il futuro.Quattro i punti toccati: i program-mi regionali di screening, l'allatta-mento al seno, i programmi didisassuefazione al fumo e il Progetto Passi.

Matrice comune è l'ormai consolidata consapevolezza diinstaurare una stabile e organizzata collaborazione tra AziendaSanitaria, Medici di Medicina Generale, AmministrazioniPubbliche e Associazioni di Volontariato. Ecco allora che per iprogrammi di screening della cervice uterina e di screeningmammografico, presentati rispettivamente da Antonella Pevere eda Gabriella Fedele, fondamentale è stato il sostegno di alcuneassociazioni di volontariato per l'informazione alla popolazione.

Erano presenti anche le mamme del gruppo di volontariato "Sorsidi vita" che, come illustrato dalla dr.ssa Antonella Arena, da annisostengono l'allattamento al seno, attraverso il mutuo aiuto.

Il dr. Danilo Sciacchitano, medico di medicina generale diMuzzana, ha invece indicato, tra le molteplici collaborazioni conl'Azienda, il ruolo del medico di famiglia nella lotta contro ilfumo (quale migliore testimone essendo un'ex fumatore!).Inoltre, la collaborazione dei cittadini viene richiesta per ilProgetto Passi, illustrato da Onelia Battiston, indagine svolta tra-

mite questionari sui comportamen-ti che posso influenzare la salute.

Ulteriore esempio di contributoattivo dei cittadini è l'Audit Civico,presentato da GiuseppeMorandini, referente regionale per“CittadinanzAttiva”. Tale progettoinfatti prevede un percorso di valu-tazione della qualità dei serviziattraverso gli "occhi dei cittadini".

L'argomento "Vecchia esposizio-ne all'amianto: il registro regionale,

la sorveglianza sanitaria", ha suscitato molto interesse e la dr.ssaMaria Giovanna Munafò ha dato risposta a diverse domandepresentando il percorso che la nostra Azienda sta attuando.

La Conferenza dei Servizi ha visto come moderatori ilDirettore Sanitario dr. Andrea Luigi Collareta e il dr. GianfeliceColonna, presidente dell'associazione “Una Mano per Vivere”.

Paola Virgolin - U.R.P.

Sono medico anestesista e lavoro presso l'Ospedale diPalmanova; confesso di avere un "pallino" per la statistica sanita-ria. Leggendo l'articolo dedicato al Punto di Primo Soccorso sul-l'ultimo numero del giornalino aziendale, mi ha colpito laseguente frase: "Nei mesi estivi il Pronto Soccorso del PresidioOspedaliero di Latisana registra un incremento della sua attivitàfino al 40% rispetto agli altri mesi.

Lo stesso impatto subiscono la Radiologia, la Pediatria el'Ortopedia".

Avendo a disposizione l'intero report aziendale 2006, ho con-trollato il numero di ricoveri, distinti anche per mese, ordinari eDH, della Pediatria, dell'Ortopedia, (non sono disponibili i datimensili della corrispondente attività ambulatoriale e di P.S.).Ebbene, essi sono nella media mensile dei mesi invernali, prima-verili ed autunnali,tranne un aumento nei mesi di luglio e ago-sto 2006 in Area di Emergenza di Latisana.

A proposito dell'attività dei Pronto Soccorsi della Regione FVGnon tutti gli addetti ai lavori sanno che i residenti dell'ASS n° 5sono coloro che in assoluto fruiscono di meno di tale servizio(rapporto regionale 2005) e che la percentuale di appropriatezza(somma dei codici rosso, giallo e verde) è tra le più alte dellaRegione. Infine, a giudicare dall'affollamento dei due P.S. dellanostra Azienda, si può ben dire che anch'essi fanno attrazione (il30% circa, secondo il personale che ci lavora), dato piuttosto stra-no per interventi in urgenza.

La nostra Regione è certamente tra le prime in Italia per docu-mentazione statistica sanitaria; peccato che in sede di program-mazione sia sanitaria che di finanziamenti alle ASS non se netenga sufficientemente conto.

Mi interesserebbe molto che si potesse aprire un dibattito sutale argomento attraverso il giornale.

Cordiali salutiCecilia Nassimbeni

I ringraziamenti e i complimenti, come dire, "pesanti" che i col-leghi del DSM mi hanno generosamente tributato dalle pagine di"A.S.S.ieme per 5 minuti" di agosto/settembre, mi hanno fattosinceramente piacere; tra essi includo, si capisce, anche, anzisoprattutto, il riferimento al cattivo carattere (poiché, come ènoto, solo chi ne ha uno può permettersi di averlo cattivo).

Confesso che leggendoli, per un attimo, mi è parso perfino diprovare la stesso raro privilegio di chi riesce a leggere in anticipoil proprio coccodrillo. Ma solo per un attimo, beninteso. Perchéimmediatamente ho provveduto a toccare il primo pezzo diferro... a portata di mano. Grazie a tutti.

Giuseppe Nicosia

P O S T A D E I L E T T O R I

La Conferenza dei Servizi

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A.S.S.ieme per 5 minuti

Periodico Bimestraledell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 -

”Bassa Friulana” Anno II - Numero 10

dicembre 2007Reg. presso il trib. di Udine

n. 29/06 del 28.06.2006

Direttore responsabile Daniela Gross

RedazioneTiziana BonardiMarco Luigiano

Meri MarinChiara Obit

Simona Schepis Paola Virgolin

ContattiTel. 0432-921455Fax. 0432-921579

e-mail: [email protected] interna : Redazione giornale

c/o S.O. Politiche del Personale

Impaginazione e GraficaMarco Luigiano

LoghiDenis Battaglia

StampaTipografia OGV - Palmanova

Tel 0432 928392 -http://www.tipogv.it

A questo numero hanno collaboratoMario Corbatto

i Distretti Est e OvestMarina DoseRoberto Ferri

Cecilia NassimbeniGiuseppe Nicosia

Chiara ObitMara Pellizzari

Mariangela ScarboloSimona SchepisS.C. OculisticaLuciano PlettiRoberto UrizziPaola Virgolin

R E D A Z I O N E

Ancora una volta arrivano le feste di Natale e ancora una voltale persone si dividono in tre categorie: c'è chi trascorre questoperiodo come un periodo qualsiasi, con indifferenza; c'è chi inve-ce è felice, le feste in famiglia, i regali, riunire i parenti, o ancorail Santo Natale ed il suo significato religioso.

Ma c'è ancora un gruppo di persone. C'è anche chi, a Natale,non è contento, perché a Natale non siamo tutti felici. Questefeste sono per alcuni di noi motivo di infelicità. Non si può sem-pre parlare di depressione, al contrario, spesso non è propriodepressione, ma il tono dell'umore si abbassa e si vorrebbe starsoli, manca la voglia di contatto con gli altri, figuriamoci la vogliadi festeggiare!

Spesso le circostanze in questo periodo "costringono" al sorriso,la convenzione vuole che la serenità e la gioia siano le emozioniprevalenti, ma la realtà invece è fatta anche di ricordi dolorosi,pensiamo a chi ha perso una persona cara e per la prima volta tra-scorrerà le feste senza di lei, oppure è tempo di bilanci e conside-razioni: è trascorso un altro anno della nostra vita e gli obiettivipensati all'inizio dell'anno non sono stati raggiunti.

A volte però la tristezza è causata dalla sindrome da "mulinobianco". Questa sindrome sempre più diffusa è generata da unadiscrepanza fra la vita vissuta e una vita immaginaria, che sem-pre più ci viene mostrata e quasi imposta a modello. Una vitafatta di famiglie benestanti e felici, sempre sorridenti fin dallaprima colazione, che non conoscono screzi, ignorano i litigi.

Porsi degli obiettivi troppo elevati, irraggiungibili, lontani dallenostre possibilità, non fa altro che creare un profondo senso diimpotenza, di incapacità, ad ogni verifica della propria vita, conconseguente tono dell'umore sotto i tacchi.

Cosa fare quindi se a Natale non siamo felici?Per prima cosa rendersi conto che a Natale si può non provare

gioia, succede, non è obbligatorio essere lieti e sereni, in pace efratellanza con il mondo intero. Se Natale significa fare i conti conalcune perdite che abbiamo subito, non possiamo cambiare lasituazione, però possiamo fare riferimento alle persone che cisono vicine e che ci vogliono bene: la condivisione della nostrainfelicità non la fa sparire, ma ne distribuisce il peso gravoso,alleviandolo.

Ma se siamo tristi perché non abbiamo raggiunto tutti gli obiet-tivi che ci eravamo fissati, se la nostra famiglia non è così sorri-dente, se il nostro vicino ha sempre l'erba più verde della nostra,allora forse non è il Natale il vero problema, ma dobbiamo inve-

ce imparare a ridefinire le nostreaspettative e possiamo imparare a"leggere" la nostra vita che non è maicosì nera come in certi giorni ci appa-re, e non è neanche così rosea comequella pubblicitaria: è sempre unasana via di mezzo.

Perché la nostra vita è in continuomovimento, mai tutta nera, mai solorosa, e noi dobbiamo imparare amuoversi con essa.

Ed è per questo che, come regalo diNatale, consigliamo la lettura di unpiccolo, grande, libro di SpencerJohnson, edito dalla Sperling e

Kupfer, dal titolo "Chi ha spostato il mio formaggio?", con l'augu-rio di diventare un piccolo topino curioso.

Buon Natale a tutti da Nasofino

A V V I S I

A Natale non siamo tutti felici

Variazione orari Centro Unico PrenotazioneNei giorni 24 e 31 dicembre il C.U.P. avrà il seguente orario:

Presidio Ospedaliero di Palmanova dalle 7.30 alle 12.00Presidio Ospedaliero di Latisana dalle 7.30 alle 15.00

Cineforum - LE FOLLE E IL FOLLE

info: tel. 339 3110647 - http://www.cinemanova.ite-mail: [email protected] proiezione ore 20.30 presso l’Auditorium San MarcoPalmanova.

La redazione augura a tutti un lieto Natale e un 2008 pieno di gioia !

Venerdì 28 gennaio ore 20.30Un ponte per Terabthia

Venerdì 29 febbraio ore 20.30La sposa Siriana

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