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Ilcorvo

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MAGGIO 2015 2

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MAGGIO 2015 3

Numero Unico edito dalla Contrada Sant’Erasmo,in occasione del Palio 2015

Per questa pubblicazione ringraziamo, gli articolisti:Francesco Rimoldi, Barbara Merlo, Gian Piero Edilio “Jody” Testa,

Silvana Cattaneo De Risi, Mattia Mazza, Laura Bressanelli,Alessandro “Sbarra” Mazzocco, Franco Crespi, Annamaria Callegari,

Marco Banfi e Rita Papa, Fabio Meneghin, Chiara Gazzola,Carola Pisani, Giacomo “Gigula” Re Sarto,

The Goose Bumps, Marco Scremin, Antonio “Skizzo” Civilini, Marco Clementi, Angelo Bressanelli, Graziella e Bruno Castoldi,

Italo Monaci, Giuliana Bianchetti, Fabio Rotundo

Grazie di cuore per le correzioni e la pazienza a: Francesca Mineo, Arianna Di Paola e Marta Stella

Copertina di: Alessandro Clerici

Progetto grafico: Annamaria Callegari e Alessandro Clerici.

Fotografie di: Andrea Mezzanzanica, Giulia “Cius” Alli,

Chiara Mandelli, Stefano Borsani, Gruppo fotografico Sant’Erasmo.

Un sentito ringraziamento a tutti i nostri amici sponsor, in particolare alla Selection S.r.l., che anche

quest’anno ci hanno permesso questa uscita.

Contrada Sant’ErasmoVia Milano, 84 - 20025 Legnano - Tel. 0331- 442267

[email protected]

[email protected]

Direttore ad Honorem: Andrea TaianaDirettore Responsabile: Alessandro Clerici

Redattore: Andrea MezzanzanicaPubblicità: Alessandra Adamo

NUMERO OMAGGIO

Stay TunedEditoriale di Andrea Mezzanzanica

Traslazione, iscrizione, cena del fantino, provaccia e SBAAAMMMM!!!Siamo già al Palio !Cielo azzurro, sfilanti, volo delle colombe, onori al Carroccio ed ecco la mossa!E poi … 18 giri SEMPRE in testa a ricordare agli altri chi siamo Noi … quelli del Corvo!In un attimo lungo due batterie la Croce è finalmente nostra!Una marea biancoazzurra invade Legnano e si riprendere l’Albertone (nonostante tutto)!

Questa è Legnano, città del Corvo e biancoazzurra per sempre sarà!!!

Adrenalina, lacrime, emozioni di chi ha vinto per la prima volta e di chi queste sensazioni le ha già provate e non è mai stanco di assaporarle ancora.Aprite il Numero Unico e rivivrete ogni singolo istante di quell’incredibile emozione!!!GRAZIE a Cico, Barbara e Mario che ci hanno condotto ed in bocca al lupo ai nostri nuovi condottieri! Rimo, Barbara, Jody il vostro popolo è pronto a vivere INSIEME anche questo Palio!La passione per il Corvo anima i giovani come i veterani, gli amanti del rock come il nostro Barbaresco sino alla neonata Società del Calcio Canazza.

DEVI SAPERE CHE PUOI VINCERE!DEVI PENSARE CHE PUOI VINCERE!DEVI SENTIRE CHE PUOI VINCERE!

Questi siamo NOI!!!Metà cuore in Chiesetta ricordando l’incisione della tredicesima e l’altro già lì … con Gingillo al canapo!Maggio è qui …

STAY TUNED!

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LE NOSTRE VITTORIE1937 Capitano: Pietro PavanFantino: Antonio Braca detto “Cucciolo”Cavallo: Miki

1975 Capitano: Mario PighettiFantino: Vincenzo Foglia detto “Frasca”Cavallo: Lucianella

1939Capitano: Guerino MuttiFantino: Antonio Braca detto “Cucciolo”Cavallo: Miki

1976Capitano: Mario PighettiFantino: Vincenzo Foglia detto “Frasca”Cavallo: Lucianella

1958Capitano: Ugo MorelliFantino: Donato Tamburelli detto “Rondone”Cavallo: Shim

1977Capitano: Mario LandiniFantino: Renato Magari detto “L’Angelo Biondo”Cavallo: Valentina

1964Capitano: Ugo MorelliFantino: Bruno Blanco detto “Parti e Vai”Cavallo: Frestola

1994Capitano: Germano MerloFantino: Martin Ballestreros detto “Pampero”Cavallo: Slavi

1970Capitano: Uberto GianazzaFantino: Francesco Cuttoni detto “Mezz’etto”Cavallo: Pasquetta

2002Capitano: Gigi ColomboFantino: Giuseppe Pes detto “Il Pesse”Cavallo: Pierino

1974Capitano: Antonio CallegariFantino: Andrea Degortes detto “Aceto”Cavallo: Pou Pouch

2014Capitano: Francesco TaianaFantino: Giuseppe Zedde detto “Gingillo”Cavallo: Lecca Lecca

1969Capitano: Ugo MorelliFantino: Francesco Cuttoni detto “Mezz’etto”Cavallo: Pasquetta

1998 Capitano: Germano MerloFantino: Martin Ballestreros detto “Pampero”Cavallo: Noble Nord

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Il corvo d’oro 2015

Reggenza 2015

Concilio 2015

Nomine 2015Capitano

Francesco Rimoldi, 1° anno di reggenza

Gran PrioreGian Piero Edilio Testa, 1° anno di reggenza

CastellanaBarbara Merlo, 2° anno di reggenza

Scudiero Mattia Mazza 1° anno di reggenzaGran Dama Silvana Cattaneo De Risi 13° anno di reggenza

Gonfaloniere Antonio “Skizzo” Civilini Banda del Capitano Riccardo Lenzi

Addetto Corsa Matteo GaregnaniBarbaresco Giacomo “Gigula” Re Sarto

Franco Gavosto, colonna portante della Contrada Sant’Erasmo, frequenta il maniero fin dalla piu’giovane eta’, fiero cavaliere, poi priore, cerimoniere e Gran Priore negli anni 1997 e 1998, anno dell’undicesima Vittoria.Ma non sono cariche e titoli a rendere per noi ricco il curriculum di Franco: sono il suo grande amore per i nostri colori, il suo entusiasmo nei momenti di gioia, la sua forza nelle circostanze difficili, la sua affidabilita’e le sue competenze costantemente a disposizione della contrada e la voglia di trasmettere questa passione..Per Sant’Erasmo, Franco è un punto di riferimento fondamentale in ogni momento, sempre pronto a fornire il suo speciale supporto... Con immensa stima e un profondo e sincero affetto da parte di tutti, nominiamo con orgoglio Franco, Corvo D’oro 2015

Corvo D’oro per l’anno del Signore 2015 aFranco Gavosto

Alessandra Adamo, Giancarlo Alberti, Fulvio Bernini, Maria Grazia Boeri, Angelo Bressanelli, Laura Bressanelli, Andrea Clementi, Paolo Clementi, Alessandro Clerici, Francesca Colombo, Giuseppe Colombo, Luigi Colombo, Rossella De Risi, Silvana De Risi Cattaneo, Marco D’Eliso, Matteo Garegnani, Franco Gavosto, Andrea Grimi, Mario Landini, Emanuele Loaldi,

Chiara Mandelli, Fabio Meneghin, Barbara Merlo, Germano Merlo, Stefano Milani, Antonino Mineo, Andrea Monaci,Italo Monaci, Diego Navarra, Raoul Nucci, Maurizio Oldrini, Francesco Rimoldi, Fabio Rotundo, Virginio Salmoiraghi,

Luca Seregni, Francesco Taiana, Gian Piero Edilio Testa.

CavalieriMarco Scapoli

DamigelleValeria Ricci

Marta “Teschia” RimoldiRaffaella Cattaneo

Priore ah HonoremGenereale Maurizio Stefanizzi

Comandante Provincia di Milano - Arma dei Carabinieri

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Il CapitanoScherzando dico sempre che hanno sfruttato un mio momento di “poca lucidità” per convincermi…Fino a qualche mese fa ero un contradaiolo come tanti… sì, ero priore, conciliere, ma soprattutto ero un “ragazzo” che amava la sua contrada, i suoi colori, che veniva in maniero per divertirsi e lavorare in compagnia degli amici… e poi improvvisamente tutto è cambiato!Mi sono trovato catapultato in un mondo che mi sembra veramente nuovo; all’inizio mi domandavo se mi trovassi ancora in contrada in mezzo ai miei amici, se quello di cui facevo parte era ancora il Palio che conoscevo prima e che mi sembrava più bello, più genuino, più divertente... ma dopo poco mi sono reso conto che era sempre il mio Palio, semplicemente era cambiato il modo di viverlo. Ho cercato fin da subito di capire, apprendere, ascoltare ed imparare dagli errori fatti per cercare di migliorare.Indossare il mantello cambia realmente la vita, ti assorbe completamente in ogni momento della giornata e non importa se sei a casa, in auto o al lavoro, ogni pensiero è rivolto alla contrada, alle cene, alla corsa, ai cavalli, al fantino... e il tempo per te stesso e per chi ti sta vicino è sempre meno... e anche quando ci sei fisicamente la tua testa è sempre altrove…Ci sono stati momenti, da settembre ad oggi, in cui ero arrabbiato o stanco... proprio per la quantità di energie che questo ruolo assorbe, poi però guardavo negli occhi i miei ragazzi, i miei amici, i veri contradaioli che come me amano follemente i nostri colori... e come per magia le batterie si ricaricavano, il nervosismo spariva ed ero pronto ad affrontare un nuovo giorno da Capitano. A qualcuno potrebbe sembrare che dopo la Vittoria ci sentiamo appagati e saziati, ma io so benissimo che non è cosi! Per nessuno di noi! Sono certo che tutti noi abbiamo ancora voglia di festeggiare e che per farlo siamo pronti a lavorare, soffrire, ridere e scherzare tutti insieme... come una famiglia! D’altronde, è questo quello che siamo!!!

Il Vostro Capitano

Francesco Rimoldi

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MAGGIO 2015 8

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La CastellanaBarbara Merlo

Lasciandosi andare ai ricordi, affiorano alla mente le emozionanti sensazioni vissute in tanti meravigliosi attimi, da quando Giuseppe stava tagliando il traguardo dell’ultimo fantastico Palio in poi...sono certa che saranno ricordi indelebili !personalmente ho ancora ben impressi nella mente tanti momenti stupendi della nostra decima Vittoria, nel 1994! Sentiamo raccontare da chi ha vissuto le Vittorie precedenti di emozioni e festeggiamenti, con occhi che sembrano viverli ancora !Cosa dire allora? Penso solo ad una cosa: sono gioie incancellabili e come tali, sempre vive!Un sentimento vivo è qualcosa che è sempre presente in chi lo prova: per questo, credo che una gioia così grande e persistente nei ricordi, negli occhi e nell’animo di noi Contradaioli debba per forza essere motivo di continua voglia di far vivere la nostra amata Contrada e il nostro Maniero, le cui mura trasudano storie, aneddoti e tradizioni che sono nella mente e nel cuore di tutti! Questi ricordi gioiosi, che appartengono a tutti Noi, non devono lasciare spazio a nulla di negativo, dobbiamo essere capaci di lasciare fuori dalla porta del Maniero il rammarico, le inutili gelosie che seppure “umane” in una famiglia che si vuol bene non affiorano, l’egocentrismo che non si addice alla vita comunitaria. In via Milano,c’è spazio solo per il sorriso!!!

Siamo abituati cosi’ e solo cosi’ abbiamo raggiunto grandi risultati e non permetteremo che nulla cambi! Apprestiamoci a vivere un altro Palio con l’entusiasmo di sempre per scrivere un’altra pagina della nostra meravigliosa storia!

Con affetto, la Vostra Castellana.

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E’ difficile esprimere l’orgoglio, la felicità, e tutte le altre emozioni che accompagnano questo mio primo anno da Gran Priore della nostra Contrada. Non è un anno come gli altri: è l’anno che segue la vittoria del Palio, la 13°, per la quale abbiamo lottato, sudato, lavorato per tanti anni, assieme. Le sensazioni provate dopo la vittoria sono uniche, impareggiabili. Il ricordo di quel 1 Giugno 2014, vissuto da vice Gran Priore: vedere il nostro fantino, con la giubba bianco e azzurra e l’effige del Corvo che taglia per primo il traguardo, la gioia di un’intera Contrada dopo 12 anni di attesa, sono qualcosa di incredibile. E trasportare il crocione, attraversando Legnano, arrivando nella nostra Contrada affollata di persone, pronte a festeggiare, insieme, è stato splendido. Il traguardo raggiunto non è frutto del lavoro di una singola persona, o di un gruppo ristretto: è un traguardo di tutti. E’ un’emozione che vorrei riassaporare, rivivere, per me che sono il Gran Priore, ma anche per tutti i contradaioli che rappresento. Essere Contrada significa, prima di tutto, essere un gruppo di persone. Semplici, simpatiche, con le proprie difficoltà e i propri limiti, ma con un elemento che ci accomuna tutti: Sant’Erasmo. Essere il vostro Gran Priore vuol dire incarnare uno spirito, un modo di vivere, uno sguardo: vuol dire sentirsi parte di una realtà più grande, fatte di persone, eventi, ricordi, uniti sotto il simbolo del Corvo, dal bianco e dall’azzurro della nostra contrada. Tantissimi sono i momenti di gioia vissuti assieme, ma anche di difficoltà. Ma Sant’Erasmo non si accontenta, non rivolge lo sguardo al passato. Sono molti gli impegni e le sfide che ci aspettano. Questa è la nostra forza, questa è la nostra natura: essere Contrada significa lottare, fianco a fianco, per realizzare un sogno. Il nostro sogno. Che prima di essere la gloria della vittoria, il successo dei nostri eventi, la partecipazione alla vita della contrada, è la certezza di far parte di un gruppo di amici, pronti a tendersi la mano nel momento della difficoltà, della sofferenza, e ricominciare assieme. Sant’Erasmo si è rialzata, ha ripreso a correre, e combatte per vincere, sempre. Vogliamo tenere alti i nostri colori, il bianco dell’amore e della saggezza e l’azzurro del cielo e della carità: simboli che contraddistinguono il nostro impegno in ambito sociale, anche oltre i confini della nostra Contrada. Nessuno di noi è solo: questa è l’ultima certezza che sprona la mia azione, che mi da l’energia per impegnarmi per la Contrada. Vorrei che fosse anche la vostra certezza, la vostra forza.

Un abbraccio dal vostro Gran Priore.

Il Gran PrioreGian Piero Edilio “Jody” Testa

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MAGGIO 2015 12

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C A I R O N Idi Monica Caironi

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Silvana Cattaneo De Risi

La mia amica VITTORIA è una donna meravigliosa, attiva, forte e soprattutto non conosce l’idea che si possa cedere alla difficoltà.Bisogna “VINCERE”, vincere la paura, la ritrosia, la tristezza, la malattia.In effetti, per gli antichi, la Vittoria aveva le sembianze di una donna giovane e bella e con le ali: maestosa, grandiosa, un trionfo del bello e del bene.E le nostre TREDICI vittorie testimoniano, dal lontano 1937 al recente 2014, l’apoteosi della Contrada.Già nell’ormai lontano 2002 avevo partecipato alla gioia della vittoria di Sant’Erasmo, ma in questo ultimo anno ho provato un’eccitazione, una commozione simile a quella che ti coglie quando assapori il primo bacio o prendi fra le braccia un bimbo appena nato.Lungo la strada di via Milano, nel cortile del maniero, le grida dei contradaioli, gli “urrà” che si rincorrevano nei bicchieri tintinnanti all’incontro, le braccia che si spandevano in giri e raggiri, i piedi che battevano la terra per resuscitare lo spirito assopito, tutto s’innalzava nell’aria bianca e azzurra, vergata dal nero immobile di corvi gracchianti.Si ripercorrevano i momenti di ansia della corsa sfrenata, i sussulti dell’animo per una curva deviata, la paura di un frustino vibrato, lo scalpitio di zoccoli appena ferrati, il soffio sudato di un nitrito trionfante.Nella testa mi risuona quel “Vincerò” di Big Luciano che accompagnò i giochi olimpici invernali, che accompagna le Frecce Tricolori e che accompagnerà ogni nostra futura vittoria.

La Gran Dama

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Ricetta: Sarde in Saor

“Comprème co sti bezzi sie grossi de sardelle,Ma vardè che i ve lassa zernir delle più belle.Quella che xe de sora, xe sempre la più grossa,Quando che le xe stracche, le gh’ha la testa rossa.Paghèle quel che i altri le paga in pescaria.E po fèvene dar quattro de soravia.”“Grillo, sentì, fio mio, tolè la sporteletta;Voggio che andè da bravo a farme una spesetta.In pescaria ghe xe del pesce in quantità;M’ha dito siora Catte, che i lo dà a bon marcà.Un poche de sardelle vorria mandar a tor,Per cusinarle subito, e metterle in saor.”(Carlo Goldoni, da “Le donne de casa soa”)

Ingredienti: 1/2 kg di sarde fresche, 700 gr di cipolle bianche (o rosse), farina qb, olio di semi qb, olio evo qb, sale e pepe, 1 cucchiaio di zucchero, 100 ml di aceto bianco, un pugno di uvetta, 1 pugno di pinoli.

Procedimento: pulire le sarde, avendo cura di lasciare la coda attaccata. Lavarle e chiuderle su loro stesse ricomponendole. Passarle in un piatto nel quale avrete disposto della farina e friggerle in abbondante olio di arachide. Scolarle e disporle in un piatto con sotto della carta assorbente. Affettare le cipolle a fette sottili e farle appassire in olio evo. Salarle e peparle ed unire lo zucchero e l’aceto. Tenere sulla fiamma fino a quando non evapora. Una volta cotte unire l’uvetta precedentemente ammollata in acqua tiepida ed i pinoli. Disporre le sarde in una teglia e coprirle con le cipolle calde. Lasciare riposare le sarde per almeno un giorno e gustarle fredde.

Gruppo Cucina Sant’Erasmo

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Attimi indelebiliMattia Mazza

L’anno scorso mi trovai a parlare con uno di voi e un episodio che mi raccontò mi lasciò molto stupito. La “storia” era semplice, ma fu il significato a farmi riflettere; alla domanda di una persona esterna al Palio che chiedeva cosa significasse per lui la contrada, rispose che con un bambino che ha visto nascere e crescere, ora ci passa le serate, ci canta e ci si diverte. Quel bambino ero io, e mi sono messo a pensare al percorso che affrontiamo. Guardandosi indietro cosa rimane? Credo principalmente ricordi, carichi di emozioni. Il rapporto con mia madre è dovuto molto anche all’amore per la contrada, l’amore per Anna nasce grazie alla contrada, le amicizie e molte altre emozioni non sono da meno. Fino allo scorso anno, finalmente una vittoria potuta vivere a pieno e a settembre una richiesta non da cuori deboli. L’esplosione dentro me, la bomba di calore che ho avvertito alla domanda del Capitano; con cosa decidere, con la testa o col cuore? Inutile pensarci, il cuore decide sempre, specialmente se mi si parla di via Milano. Nascere in contrada, sentirla sempre parte di te anche quando per timidezza o paura fatichi a rientrarci dopo un’adolescenza passata lontano e quando finalmente ci sei tornato capisci che nulla è cambiato, ti batte sempre forte il cuore, la respiri a pieni polmoni e assapori ogni attimo. Scudiero, un attimo indelebile, a pensarci ancora adesso mi viene difficile, mi risulta una parola così grande e importante, un ruolo così grosso, arrivato come un uragano. Sbagliando in certe occasioni, in parte anche contento di averlo fatto, convinto che mi aiuterà a crescere, ma sempre con la certezza di volerlo fare nel migliore dei modi e con unico scopo, il bene di questi colori.Felice di avere vicino persone fantastiche, che mi hanno aiutato anche senza richiesta, Ricky e Skizzo, e chi con la sua solita umiltà e riservatezza è una presenza forte e spesso fondamentale perché, nonostante tutto, so che il Lollino c’è. Orgoglioso di avere la possibilità di portare sulle spalle quello scudo e onorare un ruolo che è stato ricoperto da grandi predecessori. Un ultimo, ma non meno importante pensiero, è rivolto ai ragazzi, anche quest’anno sempre presenti: dovunque ti giri troverai sempre uno di loro pronto a darti una mano, a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare…Spero con tutto il cuore di ritrovarmi ancora con loro, esattamente dove ci siamo incontrati l’anno scorso!!!Lo scudiero

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La Vice GPLaura Bressanelli

Sembra passato cosi poco tempo da quando, ragazzina, con gli amici di sempre passavo gran parte delle mie serate in quel di Via Milano – praticamente la seconda casa – con la grande ed instancabile voglia di organizzare sempre più cene e feste. E ti si riempiva il cuore di orgoglio quando dai “grandi” di Contrada proveniva qualche complimento per la buona riuscita dell’evento, sempre seguito da qualche rimprovero perché si sa, a quell’età la spensieratezza ci portava sempre a combinanrne di tutti i colori ! E visto che tra questi grandi c’era anche il mio papi, che paura tornare a casa!!!Ma proprio a loro dico grazie, perché mi hanno permesso cosi di imparare ad amare la mia Contrada con tutto il cuore e a viverla nel pieno rispetto. Eccomi qui oggi a ricoprire la carica di vice Gran Priore, e forse è più la parola in sé che fa tanto “rumore” che neanche i compiti da svolgere! Sono in Contrada da parecchi anni oramai e chi mi conosce bene sa che nonostante gli anni corrano veloci e la vita, con i suoi molteplici impegni, inevitabilmente cambi, sono sempre pronta a prendere in mano un pezzettino di redini per aiutare la mia Contrada ad ottenere sempre il meglio.Con tanto orgoglio ma anche con un po di timore ho accettato questo incarico che è stato per me una grande dimostrazione di quanta fiducia la reggenza ed il concilio tutto abbiano riposto in me.La collaborazione è alla base di tutto, insieme si possono raggiungere grandi obiettivi, guardandomi intorno oggi rivedo quei giovani volti cresciuti con me e sorrido fiera! Qualcuno non c’è più e questo fa ancora troppo male ma il ricordo del Suo vivace modo di vivere la vita di Contrada mi ha dato la possibilità di superare anche quei tristi momenti che il destino ha voluto farci vivere.Ed è proprio con tutti questi Amici più o meno coetanei che oggi vorrei essere di esempio alle nuove generazioni che come noi hanno fatto posto nella propria vita a questa Grande Passione. Credere in ciò che si fa fino alla fine ti aiuta a superare le sconfitte e ad esplodere di gioia nel vivere le grandi Vittorie. Quell’emozione che sono un Contradaiolo sa provare, qualunque siano i colori che porta nel cuore!E’ meraviglioso vedere i giovani increduli per la loro prima Vittoria festeggiare insieme ai “grandi” di allora che ancora riescono a vivere l’emozione come se fossero adolescenti! Perché la magia di quel momento è unica e indescrivibile a qualsiasi età tu la viva!

Tutto ciò non è solo vita di Contrada, è tradizione ed oggi più che mai abbiamo bisogno anche di questo.Perché questo è il Palio della Nostra Legnano e guai a chi ce lo tocca.

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A suon di...Alessandro “Sbarra” Mazzocco

Sicuramente sarebbe stato più facile descriverlo con dei disegni che a parole, ma ci provo.“Scultore senza arte” cosi veniva definito nell’artichità lo scalpellino, un lavoro molto sottovalutato.Nonostante la maggior parte delle sue opere risultino anonime, se ne vedono comunque tante, ma veramente tante! Ci basta guardare qualsiasi pietra lavorata e lì, Lui, è stato presente.Lo scalpellino può lavorare grazie alla richiesta di un intenditore, qualcuno che desideri qualcosa di originale e Noi, la Contrada di Sant’Erasmo, lo volevamo: incidere la nostra 13° Vittoria !Basta entrare nella nostra Chiesetta di Contrada e fare una panoramica su tutto il perimetro per poter ammirare le incisioni nel marmo di tutte le nostre Vittorie, dalla prima del 1937 alla più recente del 2014, la tredicesima!Mi soffermo a guardarle nel silenzio più totale e penso che da 25 anni sono un contradaiolo e di vittorie ne ho vissute ben 4!Comunque sia tutti gli anni in cui non siamo riusciti a portare a casa la Vittoria sono stati lo stesso per me dei bellissimi palii, dei meravigliosi ricordi, perché la Contrada va vissuta con il Cuore e lei ti ricambierà con dei vissuti indimenticabili!Continuo ad osservare le vittorie e cosi cerco di immaginare quelle che non mi è stato possibile vedere, ma sono certo che sono tutte accumunate dallo stesso amore e dalla stesse emozioni!Spero di rivederti presto caro scalpellino ma soprattutto di sentire il tuo martello battere sullo scalpello all’interno della nostra Chiesetta e allora vorrà dire che la campanina avrà suonato e un’altra Vittoria sarà arrivata.Sempre con la stessa forza e sempre con le stesse emozioni portiamo in alto il nostro amato Corvo!!

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Volentieri accetto di scrivere su questa rivista, sia perchè è la rivista di una Contrada con cui la Fondazione Sant’Erasmo ha un rapporto di amicizia ormai consolidato, sia perchè rappresenta un’opportunità per la Fondazione di far conoscere le sue iniziative.Ma prima di questo, desidero ringraziare la Contrada per la vicinanza che, anche recentemente, ha mostrato nei riguardi della Fondazione; mi riferisco in modo particolare al fatto che la Contrada ha scelto la Fondazione per il lancio dell’annuale iniziativa del “calendario” e per la finalizzazione dei fondi raccolti a conclusione della stessa. Non si può poi non ricordare che la Contrada si sta interessando per una grande opera: il restauro degli affreschi della Fondazione.Venendo ora a parlare delle attività della Fondazione, interesserà sapere che è in pieno svolgimento l’iniziativa “RSA aperta” che consiste nell’assistenza domiciliare agli anziani affetti da Alzheimer e, recentemente, a tutti gli over 75 parzialmente o totalmente non autosufficienti .E’ un’opera importante, che ha lo scopo della “deistituzionalizzazione” dell’anziano , che gode dei voucher regionali, per cui l’assistenza è gratuita per l’utente e che al momento interessa circa 60 anziani, con un altissimo indice di gradimento da parte delle famiglie interessate. Ora la Fondazione non intende fermarsi qui: ha dato il via all’Associazione “Amici del Sant’Erasmo”, di cui fa parte la Contrada, che ha lo scopo d’integrare gli ospiti della RSA con la Città ed è impegnata attorno al progetto “centro diurno” per i malati di Alzheimer, progetto che, se verrà attuato, chiuderebbe il cerchio dell’assistenza qualificata ad un tipo di malattia che, purtroppo, è in avanzato sviluppo. E a questo proposito mi auguro che Comune, Regione e anche la Contrada ci aiutino. Un caro saluto a tutti, Reggenza e Contradioli.

Franco CrespiPresidente della Fondazione

Fondazione e ContradaSempre piu’ Amici

Franco Crespi

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Che tu sia un contradaiolo o un “semplice” cittadino Legnanese – appartenente o meno a una qualsiasi fede paliesca – potrai certamente osservare ed inebriarti di questo sentimento che è stato intrappolato nel Libro della Contrada Sant’Erasmo. Partiamo dal principio: “Cos’è un Numero Unico di Contrada?”Il Numero Unico è, “volgarmente” un Libro che viene fatto per celebrare la Vittoria al Palio; esso consiste in una raccolta di foto e articoli, che seguono un tema ben preciso, ovvero il giorno della Vittoria – fatta eccezione per la Propiziatoria che quest’anno, più di ogni altro anno, ha “propiziato” bene. Abbiamo inoltre deciso di arricchire il Libro con 13 articoli – numero non scelto a caso – scritti dai contradaioli. Questa è la spiegazione per chi non mastica Palio tutti i giorni, ovvero per tutti coloro che, guardando il Libro, potranno vedere una splendida raccolta di foto e leggeranno degli articoli sentimentali ben scritti.Che venga “volgarmente” definito bello o brutto per un Contradaiolo esso rappresenta molto di più! Sfogli le pagine, ne assapori il profumo di carta stampata, e non puoi far altro che pensare al messaggio che ogni scatto porta con sé…Rivivi ogni attimo, ogni istante di quella lunga interminabile giornata, e mentre sotto i tuoi occhi e fra le tue mani si susseguono foto e articoli, inevitabilmente ti ritrovi a sorridere, a godere, ad emozionarti.Insomma, il Numero Unico è il ricordo cartaceo di un momento importante: LA VITTORIA della propria Contrada.Molto spesso ci dimentichiamo che non è l’apparire che ci rende Contradaioli, bensì quel che facciamo. Ogni singolo gesto, eclatante o silenzioso che sia, serve per portare sempre più in alto i colori della propria Contrada.Quindi GRAZIE, perché è grazie ad ognuno di VOI che la redazione è riuscita a realizzare quel che è stato definito UN NUMERO UNICO DA BRIVIDO! Alla prossima

Anna CallegariNumero Unico - EMOZIONE alla tredicesimaNU - E

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Popolo biancoazzurro… è nato il nuovo progetto di sport che ha come proposta quella di portare una nuova società sportiva nel rione Canazza, da sempre il cuore della nostra contrada. Fondata da UMBERTO PAPA, che spinto dall’amore per il proprio quartiere, la propria contrada e per il senso di appartenenza a questa cittadina, ha deciso di far rivivere e riportare lo sport nel nostro centro parrocchiale San Pietro dove con alcuni Amici realizzeranno il progetto“A.S.D.Canazza – Sant’Erasmo”.Una società coinvolta in prima linea nell’educazione alle varie attività sportive e con l’intento di educare i nostri atleti sia nello sport che nella vita di tutti i giorni.Si praticherà lo sport del calcio e altre discipline (seguito da persone qualificate e certificate ISEF) dove tutti potranno trovare il loro spazio e la possibilità di esprimersi. Gli istruttori e gli educatori saranno formati e seguiti da persone di sport qualificate come il Direttore Sportivo Mario Vignola ed il Mr. Martinetti Renato. La passione che ci spinge da sempre per la nostra città, per il nostro rione e per la nostra Contrada, ci porterà nello specifico a sostenere, partecipare e tifare tutti i ragazzi che prenderanno parte a questo progetto cercando di trasmettere loro l’amore e l’attaccamento al Corvo e ai nostri colori….perchè Legnano, come si dice : “ è città del Corvo e biancoazzurra per sempre sarà!“

Lo sport in CanazzaFinalmente in Biancoazzurro

Pres. Daniele Papa - Vice Pres. Rita Papa e Marco Banfi

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w w w . c o m e l i t g r o u p . c o m

Passion.Technology.Design.

Icona di stile e tecnologia.Domotica semplice dal design esclusivo.

Il supervisore domotico che lascerà il segno.Ispirato dai maestri del minimalismo, Icona Manager toglie il superfluo e aggiunge innovative capacità

di controllo. Design pulito e rigoroso, superficie lucida in vetro, bordi con finitura in metallo opaco

spazzolato. Monitor wide-screen 4.3" con tecnologia capacitiva (come un moderno smartphone).

Tecnologia Sensitive Touch con tasti retroilluminati di colore bianco che si abilitano con un semplice

scorrimento delle dita sulla plancia (funzione swipe). Disponibile nelle versioni da incasso, parete e tavolo.

Tavolo Le Corbusier, 1929.

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MAGGIO 2015 27w w w . c o m e l i t g r o u p . c o m

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Tavolo Le Corbusier, 1929.

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Siamo gia’ all’Investitura?!Siamo gia’ all’Investitura?!Fabio Meneghin

Come sempre, quando ti diverti, il tempo trascorre molto velocemente… E l’anno scorso ci siamo divertiti veramente tanto!Sono certo che il fatidico 1 giugno 2014 ricorre ogni giorno nella mente di tutti i contradaioli bianco-azzurri: quelle lunghe e interminabili ore di attesa, quegli attimi con un urlo stretto in gola e gli occhi incollati su quella diade fantino-cavallo nella quale, per anni, ognuno di noi ha riposto fede, speranze, delusioni, gioie e dolori.Con la mente che fatica ad abbandonare quei meravigliosi ricordi, ti volti e come per magia ti ritrovi nuovamente immerso nel nostro fantastico mondo medievale: ci sono vestiti, gonfaloni, mantelli, chiarine e tamburi… ci siamo, eccoci finalmente arrivati alla più solenne delle celebrazioni, la cerimonia della promessa, l’investitura ufficiale della nuova reggenza della contrada Sant’Erasmo.

La calda luce di questa mite giornata primaverile ci accompagna nella nostra Chiesetta mentre sfiliamo ordinati davanti al maniero e lungo la scalinata… ma appena si entra in Chiesa, un altro calore investe ogni contradaiolo: è l’emozione e l’orgoglio nel vedere stagliarsi a fianco dell’altare la Croce che con grande merito ci siamo conquistati ben 11 mesi fa. Come, sono già passati 11 mesi? Non ce ne siamo accorti? Ah già dimenticavo… ci siamo divertiti parecchio nel frattempo… Chissà cosa sarà successo da allora. Sicuramente sarà cambiata la reggenza. Già perché, come da antica e consacrata tradizione bianco-azzurra, capita spesso che i nostri reggenti vittoriosi lascino ogni onore sul campo l’ultima domenica di maggio e consegnino ai nuovi reggenti mantelli, croce pettorale e, ovviamente, tutti gli oneri e i doveri del nuovo anno paliesco… così

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accadde dopo l’undicesima vittoria del 1998, dopo la dodicesima vittoria del 2002 e così avviene anche oggi dopo la tanto attesa tredicesima vittoria.L’unica eccezione di quest’anno è la conferma della castellana Barbara Merlo, che manterrà il suo incarico per l’anno del Signore 2015 creando un ponte d’unione tra i precedenti reggenti, il capitano Francesco “Cico” Taiana e il gran priore Mario Almici, e le nuove nomine Francesco Rimoldi e Gian Piero Edilio “Jody” Testa. Di nuova nomina anche lo scudiero, Mattia Mazza, mentre confermati nei loro ruoli di gonfaloniere Antonio “Skizzo” Civilini e di Jack, Riccardo Lenzi. Inossidabile infine la nostra Gran Dama Silvana Cattaneo De Risi. Ma il giorno dell’investitura è un nuovo inizio non solo per la reggenza, ma anche per le giovanissime leve

che scriveranno il futuro di questa contrada. Per molti bambini, infatti, si tratta di un giorno particolarmente importante: la prima sfilata, le prime emozioni, i primi vestiti, il primo vero contatto con l’incredibile ambiente della contrada e del Palio. E dunque, dopo aver visto il Crocione a lato dell’altare e aver osservato la tredicesima incisione dorata recante l’anno 2014 sui muri della Chiesetta, ammirare anche la propria bambina sfilare per la prima volta con un bellissimo vestito bianco-azzurro e una corona di fiori in testa è una gioia immensa e indescrivibile che voglio augurare ad ogni papà e contradaiolo di questa stupenda grande famiglia che è la Contrada Sant’Erasmo. Buon Palio a tutti.

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People are strange...when you’re a stranger

Chiara Gazzola

“People are strange ... When you’re a stranger” cantava un mio idolo di gioventù.Ed è così che mi sento a volte: straniera.Quando il mese di maggio passeggio per la cittá col foulard e la maggior parte della gente mi fissa come se al collo avessi un pitone. Ma come? Sono io la “straniera” (bergamasca) o sei tu, legnanese, che snobbi il Palio? Strabuzzi gli occhi se mi vedi al supermercato col mio accessorio biancoazzurro, ghigni quando entriamo in piazza cantando, ci dai dei pazzi quando piangiamo per una “corsa di cavalli”.Ma ti sei mai chiesto come sarebbe venire in maniero? Provaci, amico legnanese! I contradaioli non mordono. Nemmeno i nemici in fondo. Io vado spesso a bermi un aperitivo con la famiglia da un caro amico della nostra contrada nemica. Circondata da gente della mia contrada nemica, con cui si discute spesso, a volte ci si innervosisce e gli animi si scaldano un po’ troppo e allora pensi che per un attimo sia meglio cambiare discorso.Ma i miei bambini stanno imparando che un nemico paliesco può essere anche un amico nella vita.Imparano che è dura sopportare i loro sfottò quando ti purgano ma può succedere che, l’anno dopo, li purghi tu e la soddisfazione di rendergli gli insulti presi è doppia!Vieni in maniero, amico legnanese. Io sono una straniera, ma sono stata rapita da questo mondo.La Contrada può dare tanto e non ti chiede nulla in cambio, se non la passione!Ci sono molte persone che frequento solo in ambito paliesco ma il legame che si crea tra tutti, per quella unica causa, è magico! Diffida da chi ti dice che è un ambiente malsano perché le mele marce ci sono ovunque, ma quelli che si battono per puro amore dei propri colori, senza aspettarsi in cambio titoli o medaglie, ti faranno salire su una giostra da cui non vorrai più scendere!Onora il Carroccio amico legnanese. Io, da fanatica tifosa di calcio quale ero e sono ti dico: “Non esiste solo la passione per il pallone, prova anche il Palio”

Scegli la squadra che pensi sia quella giusta per te perchè anche nel Palio ci sono “tifosi” (uso il termine “tifoso” solo per farti capire, Dio e mio marito mi perdonino) che soffrono come un bergamasco la cui unica speranza può essere solo quella di salvarsi e che non torni in A la nemica.O che come le milanesi fanno scorpacciate di vittorie per qualche anno e poi sprofondano nel digiuno per lustri. O che come le romane tutti gli anni credono di essere la vera antagonista e poi tornano mestamente a casa senza titoli, come l’anno precedente!Se ti piace vincere, scegli il Corvo! Che paragonerei a quella squadra di Torino, ma solo per il numero di palii vinti perchè non siamo nè ladri, nè antipatici !Insomma, scegli la Contrada che vuoi, ma fallo!! Paliizzati!!! Diventa un contradaiolo! Sappi, ad ogni modo, che una enorme sostanziale differenza c’è col mondo calcistico:i “tifosi del Palio” li tocchi con mano, li vivi tutti uno per uno ! Ti parlano, ti offrono una birra, ti sorridono, ti abbracciano, ti consolano, ti fotografano, ti fanno ridere, ti emozionano, sono felici di vederti e se non ci sei, lo notano perchè in mezzo a centinaia di persone, in maniero, anche TU conti!E anche se, inevitabilmente, con qualcuno andrai più d’accordo e con altri meno, quella ultima domenica di maggio qualcosa di magico accade e si diventa una cosa sola !Dai! Maggio è alle porte, non perdertelo di nuovo!Legnanese che snobbi il Palio spero di averti, se non convinto, almeno un po’ incuriosito!Ma qualora non fossi riuscita nel mio intento bhè, peggio per te ! Continua pure a trovarmi strana! Io continuo a fare la spesa col foulard!

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Professione: moglie dell’ACCarola Pisani

Suona il suo cellulare. Lo schermo dice “Gingillo2”. Quella è l’unica telefonata che lui prende anche se in bagno, l’unica che prenderebbe anche se fosse nel letto con 40 di febbre.“Pronto, ciao Giuseppe come va?” “Bene dai, c’è Matteo?” “Sì, te lo passo, ciao.”Questo è il dialogo tipo. Ormai conoscete il nostro fantino e la sua loquacità.Rispondere a Gingillo è solo uno dei compiti della moglie dell’ AC. Sicuramente la meno impegnativa. Questa professione infatti ti espone anche ad alcuni pericoli. Ricordo, per esempio, una bronchite acuta presa a causa di una serata passata in Toscana ad aspettare che Canu finisse di correre, per poterlo bloccare e cercare di farsi dare Ran Van per il Palio, in gran segreto. Eravamo sotto lo zero, ma non ci si poteva muovere a rischio di farselo sfuggire! Ricordo poi un cavallo bianco, immenso, con la criniera svolazzante che mi galoppava incontro, evitandomi solo all’ultimo secondo, mentre io stavo seduta, immobilizzata dalla paura, in un piazzale di una scuderia intorno ad Asti. Ricordo infine una scarpa lanciata da uno spettatore del Palio di Piancastagnaio in direzione del mossiere che, per un centimetro, non ha invece centrato il mio occhio.La moglie dell’AC deve sempre essere informata su tutto e tutti, perché non puoi mica non sapere la nemica della Torre e fare una figuraccia quando ti porta a salutare il mangino. Le informazioni le acquisisci per osmosi. Si perché di solito, quando Matteo finisce la lunga telefonata con Giuseppe che, a quanto pare, con Matteo non è cosi ermetico, esce dal bagno ed inizia ad aggiornare uno ad uno tutti i componenti della stalla. Nessuno si offenderà se dico che, per tanto tempo, il primo numero è sempre stato quello del Tajo. E poi ci sono le interrogazioni a pranzo ed a cena. “Aurora questa è per te…. Qual è l’ultimo palio vinto da Gingillo a Siena?”“Papà basta, non rispondo più”.Ma la professione ti regala anche momenti bellissimi che mai dimenticherò. I pomeriggi trascorsi nelle scuderie di mezza Italia tra cavalli stupendi, con persone semplici e genuine, guardando la gioia negli occhi di mia figlia. E poi le visite ai musei delle contrade di Siena, l’accoglienza delle persone a Ferrara, Fucecchio, Siena ed Asti che vivono la tua stessa passione e hanno rispetto di chi ci dedica l’anima. Ma anche le serate trascorse da “infiltrata senza diritto di parola” nelle riunioni della stalla. A giugno iniziano a parlare

di quale sarà il cavallo giusto per il Palio dell’anno dopo. E sono davvero convinti, alla fine, di aver preso la giusta decisione, sapendo bene che la cambieranno venti, trenta volte. Quando ho conosciuto Matteo mi ha confidato una cosa importante: “Mai affezionarsi ad un fantino”. Qualche volta mi è riuscito , altre meno. In almeno un caso è stato impossibile.La moglie dell’AC conosce i genitori del fantino, vede i loro occhi orgogliosi e anche un po’ arresi all’idea che il loro figlio faccia un lavoro così pericoloso. E vive in prima persona sia i momenti più bui che quelli più felici e non può fare a meno di essere felice se quel ragazzo, dopo una caduta rovinosa si è rialzato, si è rimesso in sella e ci ha portato pure alla Vittoria.Quindi ora potete tutti capire perché la moglie dell’AC il giorno del Palio non la può proprio vedere la corsa e se ne sta seduta sul gradino con la testa tra le ginocchia. C’è tutto questo e tanto di più perché anche se non sono una contradaiola dalla nascita come mio marito, per me Sant’Erasmo è ormai la mia seconda casa e voi tutti la mia seconda famiglia.Vi confido un segreto: Il Cala, il Grimi, Giacomino, il Cape, il Ceru, Raoul, Simo, il Tonno, Rabbo, il Cle e Soffio, Alternativa ed il Beppe, Germa ed il Manfredda tutti insieme confabulano strategie per 11 mesi l’anno, ma il cavallo alla fine lo sceglie Giuseppe e non lo dice a nessuno fino alla mattina della domenica :)

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Siete tutti un BarbarescoGiacomo “Gigula” Re Sarto

Entrai in contrada attratto dal medioevo e dai cavalli... mi ricordo ancora lo stupore di Garegnani e Capettini nel trovarsi un Giacomino “punk” a sorpresa a Piancastagnaio nel 2004, se non erro. Credo che sia qualcosa che hai dentro e ti detta la strada, ti chiama. Il fascino delle corse, quei bellissimi cavalli e quelle fantastiche capacità che avevano gli uomini che li accudivano. Tutte immagini che mi passavano davanti agli occhi come per una bimba fosse magia vedere la castellana a cavallo.. ecco, per me è stata la stessa sensazione, credo. Cominciai a montare e fare i box dei cavalli, anche gratis, solo per stare a contatto con questi. Poi arrivò una sera nell’inverno 2008, una di quelle tante sere passate con “anziani” di contrada (all’epoca per me), dove chiacchierando col buon Tajo di cavalli, palio e di quanto mi appassionasse, fu lui a spingermi a scrivere a Garegnani di ciò. E cosi feci. Ci volle un anno prima che il grande capo mi chiamasse dicendomi:”Giacomino alle corse all’Etrea tieniti pronto che abbiamo bisogno di una mano”. Immaginate cosa provocò in me quella breve telefonata… ero dentro.. facevo quello che per me era emozione pura e che mi aveva affascinato solo vedere da altri per anni. E da lì, tutto è trascorso in un sequel di esperienze che hanno portato la mia vita ad implementare il discorso cavalli dentro e fuori dalla contrada, nel lavoro e nell’amore, nel tempo libero ed in quasi tutte le decisioni che ho preso. Il mio ingresso in stalla è stato accompagnato dall’arrivo, di lì a poco, del piccolo “LeccaLecca”, che ai tempi aveva circa 4 anni. E’ stato il cavallo che ho vissuto di più, forse non il più forte, ma sicuramente quello con cui ho più legato, mi è capitato sempre tra le mani in un modo o nell’altro, anche il giorno del Palio.. di lui ho imparato una cosa: non si può sempre vincere ed essere i migliori, ma bisogna sempre avere i suoi occhi, quelli di chi ci mette l’anima, gli occhi della lince, gli occhi di chi ha la cattiveria “giusta” dentro per lottare e prima o poi, chissà, per raggiungere quei centimetri che servono per guadagnarsi il traguardo. Lui è cosi, fidatevi di me, lui è un cavallo speciale, e non solo perché ha vinto il Palio…fatevi raccontare la corsa a Piancastagnaio nell’agosto scorso. Cinque anni con il fido compagno Rabbo ovunque. Credo che l’emozione di rappresentare la propria contrada, la propria famiglia ed essere riferimento negli occhi delle persone,

ti carichi di sentimenti fortissimi e di una responsabilità immensa verso tutti quelli che credono in te ed hanno riposto fiducia nella tua persona. Il Barbaresco a mio parere non è un capo, non ha bisogno di visibilità, non è una persona che comanda, il Barbaresco è colui che deve dare esempio e sporcarsi le mani in prima persona, deve essere colui che passa agli altri il significato di “amore” per questi animali, colui che insegna i tempi, modi e trucchi di tutte le dinamiche che sono all’interno di una stalla, di un palio e nella gestione di un cavallo. Il Barbaresco deve essere colui che ha come obiettivo fare di tutto per instaurare un intimo rapporto con il barbero che correrà, conoscerlo e anticiparlo nelle sue “allegrie” e “vizi”, colui che trasmette garanzia e fiducia alle persone che gli stanno attorno. Il Barbaresco non è un capo, il barbaresco è un uomo che ha deciso di vivere con, per e di cavalli, e mette tutto ciò nelle mani di una contrada. Posso solo ringraziare tutti Voi. Oggi i cavalli sono diventati un lavoro, faccio il maniscalco e, ormai, di secondo lavoro anche il fisioterapista equino. Se tutto ciò è stato possibile, lo devo alle persone di Sant’Erasmo, a tutte quelle persone che mi hanno fatto credere in un ideale, in una comunità, che mi hanno fatto nascere uno spirito di protezione verso essa, di grande responsabilità, fino a diventare un lavoro, quella fiducia e responsabilità che ho verso i clienti, ma soprattutto verso questi animali che chiedono solo di stare bene e vivere serenamente. Lo devo a tutte le serate magiche a chiacchierare di Palio, alle trasferte, ai volti degli uomini di cavalli che mi hanno fatto sognare con ogni loro ruga sul viso, alle leggende, a chi non c’é più, a chi ci sarà sempre. La mia vita è stata profondamente influenzata dalla Contrada, profondamente cambiata, ma soprattutto profondamente migliorata. Oggi sono Maniscalco, oggi sono Barbaresco.. ma prima di tutto sono un Corvo, sono un contradaiolo, sono un biancoazzurro, sono uno di Voi, sono uno di Noi, sono quello che mi avete trasmesso. Sono solo un Barbaresco e non posso garantire vittorie, posso solo restituire quello che mi è stato dato in tutti questi anni e che mi ha cambiato la vita... la fiducia. E allora fidatevi di me, farò sempre il meglio che posso per Noi, ringhierò sempre davanti al nemico per Noi … perché devo tutto … a tutti Noi.

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The Goose Bumps

Rock ‘n’ Roll CircusSti ragazzotti della via Milano

Rock ‘n’ Roll Circus‘Sti ragazzotti della via Milano

I THE GOOSE BUMPS nascono nel 2013 da un’idea di Elias (chitarra) che, con gli amici d’infanzia Fede (batteria) e Danny (voce), iniziano a spiccare il volo sui primi palchi, portando per i locali un mix di Rock ‘n’ Roll tradizionale e sound moderno e facendo da filo conduttore tra i vecchi nostalgici ed i giovani rockettari.Dopo quasi due anni di live shows la formazione si ufficializza definitivamente con l’arrivo di Carlo (contrabbasso), diventando finalmente il quartetto che tutti conosciamo e che riesce ad incidere in studio il loro primo album di debutto intitolato “TREMENDOUS ROCK ‘N’ ROLL”, che uscirà proprio a Maggio 2015 in concomitanza con il mese “caldo” legnanese.Perché i THE GOOSE BUMPS sono originari di Legnano e nello specifico nel loro sound scorre tutta l’adrenalina che si respira nella loro Contrada vincente di Sant’Erasmo.Contradaioli di nascita sono Elias e Federico che hanno cominciato a frequentare i colori del Corvo fin da giovanissimi; Davide e Carlo sono diventati, per osmosi, anch’essi simpatizzanti dei biancazzurri sia per la passione trasmessa dai colleghi, sia grazie al calore ed al coinvolgimento che hanno provato sulla loro pelle in occasione dei live sostenuti nel Maniero di Via Milano. “L’ambiente della contrada è un ambiente particolarmente caloroso che deriva sicuramente dall’entusiasmo che queste persone hanno nello stare insieme per tutto l’anno, ma in particolar modo siamo stati colpiti dagli sforzi e dalla passione che unisce questi ragazzi quando si fa Maggio” dichiarano Carlo

e Davide.Il parere di Elias e Fede è un pò più sentito grazie al loro coinvolgimento: “Noi siamo sostanzialmente contradaioli, amiamo la nostra contrada e amiamo tutto ciò che concerne il nostro Palio; grazie alla contrada abbiamo conosciuto persone magnifiche ed ogni anno abbiamo la gioia di vedere sempre più persone nuove che come noi, diversi anni fa, si innamorarono di questa grande famiglia”. Continuano: “Per noi è diventato molto difficile partecipare attivamente alla vita di contrada a causa degli impegni musicali che ci portano spesso lontano da casa, ma il cuore è sempre qui e canta insieme a tutti i nostri amici contradaioli; ovviamente, la tensione comincia a salire indicativamente intorno allo scoccare dei 100 giorni al Palio e qui mancare diventa impossibile!Auguriamo a tutti un meraviglioso Maggio almeno tanto quanto il Maggio 2014 che ha portato la nostra Contrada a conquistare il suo tredicesimo e storico Palio!!!“Insomma questi giovani musicisti non si fanno mancare proprio nulla e sono sempre aperti e disponibili a nuove ed entusiasmanti sfide, come quella che attende la nostra Contrada per il prossimo Palio, che è ormai alle porte.Speriamo di vederli nuovamente qui a Sant’Erasmo a deliziarci con la loro musica ed invitiamo tutti a seguirli, sia dal vivo, sia sulla loro pagina Facebook “THE GOOSE BUMPS”.

Rock ’n’ Roll!!!

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Nadimo S.r.l.Sede legale: Via Bernardino Telesio, 12 - 20145 Milano - C.f.- P.Iva 04747000968

Sede operativa temporanea: P.le Giulio Cesare 14 - 20145 - MilanoTel. 02-48013722 - Fax. 02-48023198 - mail: [email protected]

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Cronaca di un Palio non vistoMarco Scremin

Ti svegli alle 5 del mattino col frastuono del cinguettio degli uccelli che ti avvisano che è arrivata la primavera. Se pur infastidito da una sveglia forzata ad un orario insolito, ti rendi conto che quel rumore, da lì in poi, ti accompagnerà spesso nel rincasare duranti lenotti/mattine di Maggio. Cominci a fantasticare su come sarà, ma soprattutto, quest’anno, a ricordare come è stato… In un attimo i ricordi ti riportano alla mattina del Palio, un salto in Contrada per un saluto agli sfilanti , un ultimo profondo respiro dentro il cortile, ti guardi intorno e speri solo di poterci tornare la sera con le spalle appesantite. A mezzogiorno sei dentro, con gli altri Steward, prepari le due o tre cose che devi e poi aspetti... Si aprono i cancelli, arriva la gente e velocemente la tribuna si riempie . Quest’anno è diverso, quest’anno non riesco a stare in transenna, cambio tutto, vado giù … si sa mai.. Estrazione batterie, siamo nella seconda, coi Malvagi. L’occhio mi cade sull’Aurora, seduta in un angolo in lacrime …”Che succede Auri”, domando, “non voglio correre … non voglio guardare“. Recito la parte di quello tranquillo e cerco di rassicurarla “Auri , tranquilla … andrà tutto bene “. Nella realtà non voglio guardare neanche io e, così è, seduto sul muretto, spalle al campo accanto al polpaccio del Lelone. La prima batteria scorre via nel mio totale disinteresse … arriva il momento… guardo i ragazzi in transenna e capisco che è entrato Giuseppe. Tutti dentro al canapo, Giuse ritarda giusto un attimo la mossa, partirà quando vorrà lui ed è giusto così …finalmente partiamo… Non vedo niente, ma ho la telecronaca del Lelone e credo che, a parte Sant’Agostino da Norcia, li abbia citati tutti… Tiro su la testa, ormai dovrebbe essere finita penso… vedo Giuse davanti... vedo Loro fuori. Cazzo c’ho preso è andata bene per davvero…

Ma prima di festeggiare per davvero, c’è ancora una finale da vincere … il secondo è il primo degli ultimi e, memore degli ultimi anni con la sfiga che ha bussato alla nostra porta puntuale come i postumi della domenica mattina, l’adrenalina lascia il posto alla tensione . . Estrazione finale, Flora…Sant’Erasmo… (ma si Renato poi ci si sistema non star li a guardar tutto)…ritrovo il mio posto sul muretto, ormai ho fatto amicizia col polpaccio del Lelone… Si parte… cerco di capire cosa succede guardando i volti dei ragazzi in transenna, ma non ne riconosco neanche uno… mi rendo conto che sono praticamente a S. Martino… Sbircio per vedere che succede, vedo Giuse passare sotto di Noi, dietro il vuoto, è l’ultima curva…è l’ultimo giro… stavolta è Nostro per davvero!Penso a scavalcare, ma mi rendo conto che anche cambiare tre canali in un minuto è diventato uno sport estremo per me, e allora mi avvio con calma verso il cancello… Poz è in campo da trequarti d’ora, ma non è più il tempo di correre… ora non serve più… Entro in campo mi guardo attorno… cerco Skizzo e, d’altronde, è anche il più facile da trovare, basta cercare il Gonfalone … attraverso il campo di corsa come Tardelli nell’82 “fratello … è nostra!“ (le parole probabilmente non erano esattamente queste e sicuramente non si potevano scrivere).Si torna a casa con le spalle appesantite come avevo sperato la mattina… Via Milano straripa di gente, la festa può cominciare. La notte passa veloce… è alba…. la più bella degli ultimi anni… Mi avvio verso casa con gli uccelli che, col loro cinguettio, sembra intonino la Campanina (non è vero… ma era per dare una pennellata romantica) Finalmente a letto, è ora di dormire che domani inizia un altro Palio. . .

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Antonio “Skizzo” Civilini

Marco Clementi

E’ iniziato tutto per scherzo...io che me ne vado a zonzo per il mondo con l’inseparabile foulard di contrada,tronfio di portarlo dove forse nessun corvo è mai giunto prima (che neanche il capitano Kirk) e di scattarequalche foto dal facile impatto e, al mio ritorno, lancio la provocazione di invadere le bacheche di foto di corvacci in vacanza.Lascia riposare il tutto per un annetto, aggiungi una spruzzata di entusiasmo per una vittoria epocale, shakera con un’abbondante dose di predisposizione alla gogliardia del contradaiolo bianco azzurro...et voilà!Il tormentone è servito.Un fiorire di foulard in ogni situazione su tutte le bachece...montagna, mare, paesaggi nordici, spiagge esotiche, piscine cittadine, fiumi e parchi.Uno tzunami inarrestabile, tanto da far aggiungere un sottotitolo al nome del gruppo di contrada:

Corvo Nero (falla una foto ogni tanto).

Non si riusciva a metterci un freno. Una follia collettiva quasi esasperante, fino a quando...la foto definitiva del terzo fratello Clementi (quello magro)...perchè dopo questa, dove cazzo vuoi andare, zio?!

Dall’Alpe a Sicilia dovunque e’ Legnanoda Machu Pichu a Gaza dovunque e’ Sant’Erasmo

Ho scattato questa foto al valico di Erez, l’unico confine, tra la striscia di Gaza e Israele, rimasto aperto l’estate scorsa. Agosto 2014, uscivo dalla striscia dopo una decina di giorni a raccontare i bombardamenti, inviato dal TG1 della RAI a coprire l’ennesimo conflitto a Gaza.L’8 luglio il governo israeliano aveva lanciato l’operazione “Protective Edge”, “margine protettivo”, dopo il rapimento e l’uccisione di tre studenti e il protrarsi del lancio di razzi da parte di Hamas sui territori israeliani. Dopo sette settimane di raid aerei, bombardamenti e combattimenti terrestri, la guerra di Gaza ha lasciato sul terreno più di 2.200 vittime, quasi tutte palestinesi.E’ una guerra già dimenticata, nel “tritacarne” dell’informazione. Per me, è stata una nuova esperienza umana e professionale: un carico di ricordi da riportare in valigia, come alla fine di ogni viaggio di questo tipo.In quello stesso borsone, da un po’ di tempo, c’è con me il foulard del Corvo: me lo hanno affidato i miei fratelli, con l’incarico di portare un pezzo della mia contrada in giro per il mondo. E’ un compito che ho preso sul serio e svolgo con orgoglio: il mio modo per condividere le iniziative di Sant’Erasmo, anche se non riesco a venire spesso in maniero (ma lì ci sono Paolo e Andrea a tenere alto l’onore della famiglia e a compensare le assenze).Insomma: contribuisco in qualche modo a “CORVO NERO” (falla una foto ogni tanto).A proposito: lo scorso anno, il 1 giugno, il giorno della grande vittoria (e sono 13!!!) ero in Amazzonia, per descrivere il Brasile che aspettava i mondiali di calcio. Perché, come inviato di esteri, per fortuna non ci sono solo le guerre da raccontare…13 volte grazie!!

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parola agli storici di Contrada Come da tradizione di questi ultimi anni, io e Bruno siamo rimasti a casa a vedere ed a trepidare di emozioni davanti alla tv per quel meraviglioso spettacolo che solo il nostro palio e la nostra contrada in particolare sanno offrire.L’emozione che abbiamo provato, quando abbiamo visto la nostra giubba in testa alla corsa, e’ stata una commozione indescrivibile, esplosa poi con la vittoria: siamo subito corsi incontro al crocione che, nel frattempo, usciva dal campo portato in trionfo dai nostri ragazzi.Piangevano tutti per la felicita’, abbracci e baci ed anche noi che ormai siamo i veterani della contrada eravamo molto emozionati. Vedere i bambini e soprattutto le nostre nipotine piangere di gioia ci ha commosso e ci ha fatto capire il senso di appartenenza che coinvolge tutti dai piu’ piccoli ai veterani come noi.La tredicesima vittoria e’ stata sorprendente, sia per la corsa, sia per la tanta gente che ci ha accompagnato in questa grande giornata indimenticabile.E’ stato bello rivedere tante persone che hanno fatto la storia della contrada ed un pensiero va anche a quelle persone che non ci sono piu’ e che sicuramente avranno gioito con tutti noi quando il nostro fantino ha alzato il nerbo in segno di vittoria.La contrada sara’ sempre nel nostro cuore, gli auguriamo tanta fortuna e che per anni rimanga la contrada numero uno di legnano.Un abbraccio simbolico alla reggenza vincente, in particolare a “Cico” che abbiamo avuto la fortuna di seguire nella sua crescita di contradaiolo e di uomo. Un ringraziamento particolare a Giuseppe Zedde per le emozioni che ci ha fatto provare.

Graziella e Bruno Castoldi.

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Giuliana

Bianchetti

Faccio parte della contrada dagli anni ’50, gli anni in cui le foto erano ancora in bianco e nero.Ricordo che la prima vittoria di S. Erasmo a cui ho assistito fu conquistata nel 1958 con il fantino senese Donato Tamburelli; riaffiorano alla mente le emozioni uniche di quel giorno, in cui la gioia accomunò tutti i contradaioli e durante il quale si protrassero grandi festeggiamenti.Ho sempre tenuto una fotografia a me molto cara, in cui i tifosi bianco azzurri portano in trionfo il fantino vincitore.Da quel giorno sono trascorsi ormai molti anni, ma sono riuscita quasi magicamente a rivivere quei sentimenti ogni volta che la croce veniva portata nella nostra chiesa, anche la dodicesima volta, nel 2002, con il fantino Giuseppe Pes.Per 11 anni non provai più quella gioia e quella esaltazione, anzi quasi mi ero rassegnata all’idea di non assaporare più la dolcezza di un’altra vittoria di S. Erasmo, ma nel 2014 una nuova onda di felicità ha travolto la contrada, segno che la speranza deve sempre rimanere accesa nei cuori di ciascuno.La vita a S. Erasmo è mutata dal tempo delle mie foto in bianco e nero: il numero dei ragazzi che partecipano attivamente alla vita della contrada è cresciuto, si organizzano eventi tutto l’anno, mentre un tempo tutto si svolgeva tra Aprile e Maggio, perché i manieri, centri organizzativi e di aggregazione, non esistevano ancora. Ciò che però non è cambiato sono le emozioni che ogni volta ci pervadono, quando si vince e quando si perde.In conclusione, voglio solo aggiungere che in questo periodo storico abbiamo più che mai bisogno di questi momenti vissuti insieme, con entusiasmo ed emozione. La dama in bianco e nero

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parola agli storici di Contrada Descrivere quello che ho provato al Palio 2014 è facile e difficile. Io ci provo…Prima che inizi la competizione arriva la Laura e mi consegna la spada del Cico da custodire.Inizia l’avventura.La nostra batteria è stata una palpitazione e una soddisfazione, già da vittoria.Parte la finale e io stranamente (e non è nel mio carattere) ero come impietrito.“VITTORIA”. Il gruppetto di S. Erasmo vicino a me era sparito, io seduto in tribuna con la punta della spada appoggiata a terra, le mani sull’impugnatura ed il mento appoggiato sulle mani (sempre impietrito) a guardare il planare sul campo di Corvi e Corvetti tutti colorati di bianco azzurro.Rimango così, per quasi mezz’ora in silenzio, ma con un uragano nel cuore, prima di unirmi ai Corvi, con l’orgoglio di appartenere alla “Contrada di S. Erasmo”.

Angelo Bressanelli

Emozioni dalla tribuna partenza vissute dal g.p. Italo Monaci durante la batteria finale: eccoci… ancora una volta in finale!abbiamo vinto alla grande la seconda batteria e siamo in finale con Legnarello, Flora e S. Magno, sento che il momento si avvicina e faccio i conti. Cavalli riposati S. Magno e Legnarello (finalisti 1°batteria), cavalli meno freschi S. Erasmo (noi) e la Flora (finalisti 2° batteria). Mentre aspetto l’estrazione per la finale, i miei nipoti mi passano gli appunti che hanno scritto durante l’intervallo:1° appunto di Giulia: “possiamo vincere! le colombe hanno volato verso la nostra contrada e abbiamo vinto la provaccia! possiamo farcela!!”2° appunto di Paolo: “vincere non è tutto: è l’unica cosa.”Silenzio in campo, l’estrazione. Allo steccato la Flora e noi in seconda posizione, gli altri non li calcoloaumentano le pulsazioni, stesso fantino (Gingillo) stesso cavallo dell’anno passato: avra’ nelle gambe il quinto giro? avra’ recuperato lo svantaggio di aver appena corso? pronti via. Ottimo mossiere il Bircolotti e siamo subito in testa, mi alzo in piedi e comincio a sperare ed ad incitare gingillo assieme a tutta la nostra tribuna.siamo rimasti in pochi concilieri in tribuna, sono circondato dalla mia famiglia: figli, nuora, genero e nipoti, siamo in nove, incrocio le dita e ricordo tutti i concilieri che, con me sulla stessa tribuna, hanno condiviso l’ansia, la speranza, la delusione e la gioia e che se anche oggi non ci sono più, li sento vicini. Intanto i giri corrono veloci e siamo sempre in testa, ma dodici anni di digiuno e di almeno tre quasi vittorie mi tengono inchiodato in tribuna e, con me, tutti gli altri. Quarto giro sempre in testa...inizia il quinto… siamo tutti in piedi ad urlare, saltare abbracciandoci di gioia e qualcuno piange… ormai è fatta: il 13° palio è nostro.La vittoria è per i contradaioli scomparsi, per i miei nipoti e per i giovani che non l’hanno ancora goduta.Io sono un veterano, ne ho viste quattro, ma corro in campo con l’entusiasmo di sempre. Alla prossima!

G.P. Italo Monaci

Angelo

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Italo

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Trent’anni in un momentoSono le prime ore di un assolato pomeriggio di tarda primavera. Non è un giorno qualsiasi, è il primo giugno del 2014, vigilia di Sant’Erasmo. Ed è giorno di Palio, giorno che nasce da una notte di forti speranze e dolci sogni, cresce negli immutabili riti mattutini, con i tamburi e le colombe ad accendere la miccia delle emozioni intense, tra aria di festa, gesti antichi e volti tesi, e infine sboccia potente nell’amata Via Milano, con la giostra medioevale che prende il via, meravigliosa e inimitabile come sempre, a ridare orgoglio e bellezza alla nostra Legnano.Caldo pomeriggio preludio della “battaglia”, superata l’ultima curva, verso il vecchio “Pisacane”, cominci a sentirne l’odore. Come accade pressoché ininterrottamente da trent’anni esatti, sto sfilando per la mia Contrada, con gli amici di una vita e le giovani forze. Le sensazioni turbinose sono quelle di sempre, la mente viene progressivamente monopolizzata dalla corsa imminente “…speriamo stia bene il cavallo, come andrà il sorteggio, certo correranno solo contro di noi, non siamo stati molto fortunati negli ultimi anni, pure la purga, chi vince la provaccia non…ma non si sa mai, dai non può andare sempre male, caspita 12 anni che non vinciamo…”. I pensieri, sempre più densi e aggrovigliati, vengono interrotti dalle grida inconfondibili della Rossella “…si parteeee…”, o dalle semplici curiose domande di un giovane virgulto biancoazzurro. “Ma ti andrebbe di vincere?”- domanda scanzonata e retorica per stemperare l’atmosfera colma di aspettative. Ma poi, più serio, “tu c’eri nel 2002?”. Sta scherzando, mi dico, ovvio, che domande. Ma non scherza, “e nel ’98? …anche nel ’94??”. E allora realizzo che riti ed emozioni sono sempre le stesse ma gli anni passano: non ce ne siamo accorti ma ecco cosa è successo, io e la mia generazione di contradaioli siamo diventati come quelli dalle cui labbra pendevamo da piccoli, nelle serate profumate di maggio, quando sognavamo con i racconti su Aceto, gli scherzi tra contrade, le quattro vittorie di fila (sì, proprio quattro e non tre, come ci raccontavano con orgoglio e rabbia mai sopita). Tra le mille faccende di contrada - attaccare le bandiere per le vie della Contrada, pulire le selle, mettere gli scudi alle finestre dell’ospizio, appaiare le scarpe in vista della sfilata…- Italo Martignoni, Maurizio Oldrini e gli altri protagonisti di allora ci insegnavano a fare il palio e ad amare la nostra Contrada, la più vincente della città, addirittura 6 vittorie tra il 1969 e il 1977. E noi a imparare la lezione, gonfi di orgoglio per un passato così glorioso. Ma gli anno passavano. E la vittoria non arrivava più, non arrivava mai. Indelebile la mestizia di tante, troppe domeniche, la serata passata seduti sul marciapiede in via Milano, a rimuginare sull’ennesima batteria andata male, cercando di rifiutare l’idea che un altro palio era passato, bisognava aspettare un altro anno. Il giorno dopo sarebbe giunto, inesorabile, il tremebondo e insopportabile lunedì post palio. I contradaioli più grandi tentavano di spronarci e consolarci, “siamo la contrada più vincente!” ci dicevano. Però noi, il loro splendido e recente passato non l’avevamo vissuto, eravamo troppo piccoli per ricordare. Noi avevamo sì nove vittorie (dieci, pardon) in sala d’armi, ma una vittoria vera non l’avevamo mai vista! Seguirono anni di speranze, delusioni e fantasie. Come sarebbe stata la prima vittoria? Cosa avremmo provato? Avremmo retto l’emozione? Scavalcare, correre in campo, sentire l’odore dell’erba da vicino, suonare la Martinella! Ormai sembrava quasi una chimera, un sogno proibito, un viaggio lisergico. Ma tutte le cose umane sono destinate a finire e anche quel lungo digiuno finì, era il 29/05/1994. Un giovane capitano vigoroso, un istrionico fantino argentino e una meravigliosa cavalla grigio-bionda sovvertirono le leggi del palio. Una finale fuori dagli schemi, partiti dietro, la progressione irresistibile di Slavi, io nell’angolo inferiore del nostro spicchio, lato mossa, il respiro e il battito cardiaco sempre più affannosi, resto immobile fino all’ultimo secondo - ne ho viste troppe in questi anni, non voglio sorprese! - e poi … l’esplosione! Corsa folle in campo, un lungo grido strozzato e giramenti di testa, lacrime salate e abbracci stritolanti con gli amici più cari, Luca tra tutti, l’incantesimo era finalmente spezzato! Sì, vincere era fantastico come ci aspettavamo. La mia prudenza al quinto giro era stata fortunatamente inutile ma ahimè profetica visto che, l’anno seguente, uno sventurato inciampo ci portò via un clamoroso cappotto a mezzo giro dall’arrivo. Questa volta però la dea bendata non si fece pregare a lungo e, soltanto tre anni dopo, la premiata ditta Germano-Martin ci regalò il bis, ancora una volta con un palio pazzesco e fuori dalle regole. “E’ dura se non parti davanti…praticamente impossibile sorpassare all’esterno…”. Forse, ma non per “pallottola” Noble Nord, cavallino con il turbo, cinque giri all’esterno per regalarci la più esaltante della vittorie! Il palio della conferma. E visto che il trauma dell’attesa e il tabù della prima vittoria erano ormai superati, questa volta volevo proprio gustarmi il rito sognato da sempre: scavalcare! Il tempo di un faticosa e goffa arrampicata, gomito a gomito con il mio amico Cape, col quale ai tempi, oltre a quella per il Corvo,

Fabio Rotundo

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dividevo una forte passione per cibi corposi e abbondanti libagioni, il che non ci rendeva esattamente agili come felini, e finalmente il salto liberatorio in campo, sognato da una vita: che sballo! Per la prima volta, decidevamo di portare il Crocione sulle spalle fino alla nostra Chiesina, attraverso la gente festante in via Milano, e poi in Basilica, un’emozione indescrivibile.Il momento d’oro non era ancora finito. 9/03/2002, cena del fantino, ricordo ancora con un brivido gli occhi della tigre. La vicenda della contrada giovane che cresceva insieme a un semi sconosciuto fantino di provincia, non toscana, era terminata. Questa volta avevamo ingaggiato il re della piazza, Giuseppe Pes. E il re della piazza non deluse le attese, correndo un palio da dominatore. Questa volta era il palio della maturità. Una gioia più ragionata ma sempre incontenibile, seguita da almeno una settimana di sbandierate in giro per la città, con tappa fissa in via Bixio. Impagabile l’immagine dei tre o quattro irriducibili acerrimi rivali nascosti al buio del parcheggio di fronte al maniero, con la coda tra le gambe!Che dire, tre vittorie in nove anni e nel frattempo quasi sempre in finale, sempre temuti e in corsa per vincere. Al contrario delle nostre rivali - eh sì, ne avevamo ben due perché a noi corvacci le cose normali non piacciono granché - con una sola vittoria e tante figuracce. Avevamo sofferto tanti anni ma eravamo stati ripagati alla grande.Seguirono alterne vicende paliesche, sostanzialmente vissute con la serenità di chi ha la pancia piena. La fortuna però aveva ricominciato a ignorare Sant’Erasmo, in campo e soprattutto fuori. E così, quasi senza accorgercene, gli anni passavano, la Contrada cresceva e cambiava, tra gioie e dolori, come una famiglia. Piano piano, schiere di nuovi contradaioli cominciavano a frequentare il maniero, a conoscerne le regole, a lavorare e divertirsi, ad ascoltare aneddoti di vita paliesca e racconti di vittoria dai contradaioli più grandi. Vittoria che non arrivava più, anno dopo anno siamo arrivati a dodici. In quel caldo pomeriggio del primo giugno del 2014, guardando negli occhi il ragazzo che mi chiedeva se nel 2002 c’ero, ho ardentemente desiderato che anche i nostri giovani vivessero la felicità della vittoria. Era il momento giusto. Un fantino fortemente motivato, al culmine di un lungo e leale rapporto con Via Milano, e un cavallo velocissimo e ben allenato, tanta sfortuna alle spalle e la voglia prepotente di scacciarla, per i corvi in terra e quelli in cielo. Sarebbe stata la volta buona?Il finale lo conoscete, Giuseppe Zedde, un meraviglioso The Killacy Kid - Lecca Lecca e una Contrada forte alle spalle hanno confezionato il palio perfetto, con la rivale ridicolizzata e nove giri di dominio assoluto. Una gioia più sobria e contenuta per via della maturità in corso di acquisizione? Macché! Una felicità fortissima, intensa, profonda. Come sempre, più di sempre. Certo, quel batuffolo che tenevo in braccio da piccolo è diventato altissimo e quest’anno fa lo scudiero ma in fondo, da trent’anni a questa parte non è cambiato poi molto, il Corvo vola sempre più in alto di tutti!

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VOLANTINO PROPIZIA

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