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AnnoVI, numero 2 CRESCERE INSIEME giugno 2008 Scuola Primaria di Venzone GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA “A.BIDERNUCCIO” DI VENZONE E’ vero che siamo praticamente in vacanza, ma i ragazzi di quinta che il prossimo anno inizieranno la loro avventura scolastica alla scuola media vogliono, in questo numero, salutare il pubblico dei lettori del giornalino con alcuni consigli e alcune raccomandazioni per ritrovarci in piena forma a settembre. Cominciamo con una ricetta che, se seguita con scrupolo, vi potrà garantire il successo scolastico. Parola di Sofia. SFORMATO DEL BRAVO STUDENTE Preparare un impasto per l’impegno con: 50 g di ascolto 30 g di studio 20 g di curiosità 50 g di voglia di fare un pizzico di buonumore capacità di affrontare le difficoltà q.b. Amalgamare il tutto fino ad ottenere l’impasto di impegno morbido. Aggiungere 30 cl di autostima. Per favorire la lievitazione aggiungere la collaborazione dei compagni. Infine infornare il dolce a 30°C per cinque anni. Una volta sfornato, ricoprirlo di educazione e conservarne una fetta per tutta la carriera scolastica.

GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA “A.BIDERNUCCIO” …lnx.bravoscuole.it/mater/prvenz/venz_giugno2008.pdf · Auguro a tutti dei buoni anni scolastici, by Cristian ... CINQUE ANNI

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AnnoVI, numero 2

CRESCERE INSIEME giugno 2008

Scuola Primaria di Venzone

GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA “A.BIDERNUCCIO” DI VENZONE

E’ vero che siamo praticamente in vacanza, ma i ragazzi di quinta che il prossimo anno

inizieranno la loro avventura scolastica alla scuola media vogliono, in questo numero,

salutare il pubblico dei lettori del giornalino con alcuni consigli e alcune raccomandazioni

per ritrovarci in piena forma a settembre.

Cominciamo con una ricetta che, se seguita con scrupolo, vi potrà garantire il successo

scolastico.

Parola di Sofia.

SFORMATO DEL BRAVO STUDENTE

Preparare un impasto per l’impegno con:

• 50 g di ascolto • 30 g di studio • 20 g di curiosità • 50 g di voglia di fare • un pizzico di buonumore • capacità di affrontare le difficoltà q.b.

Amalgamare il tutto fino ad ottenere l’impasto di impegno morbido.

Aggiungere 30 cl di autostima.

Per favorire la lievitazione aggiungere la collaborazione dei compagni.

Infine infornare il dolce a 30°C per cinque anni.

Una volta sfornato, ricoprirlo di educazione e conservarne una fetta per tutta la

carriera scolastica.

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ADDIO SCUOLA ELEMENTARE!!☺sigh!sigh!! ☺

Siamo qui, è l’ultimo anno di elementare e mi rammarico un po’ al solo pensiero delle belle esperienze che ho passato con le maestre e i compagni in questi 5 anni di scuola. Insieme abbiamo provato tristezze ed euforie, gioie e dolori proprio come una grande famiglia. La cosa più importante è che grazie al nostro impegno e alla pazienza delle maestre abbiamo imparato molto. Qui ho appreso la base utile per la vita e, secondo me, non è cosa da poco, anzi ha un immenso valore. Questi, per ora, sono stati gli anni più significativi della mia vita e penso che farò fatica a dimenticarli. (Ludovico)

Cari bambini, sono un bambino di quinta e sto per finire la scuola elementare. Voi siete ancora piccoli e potete, in un certo senso, considerarvi fortunati, ma con il passare del tempo vi accorgerete che non fa male andare a scuola, anzi, io direi il contrario, anche se man mano che crescerete diventerà un po’ più difficile. Se volete vi do il consiglio per me più importante, anche se non lo seguo tante volte: ascoltare SEMPRE le maestre e i compagni. Nelle classi più impegnative, cioè quarta e quinta, le cose cambiano: maestre più toste, lavori più difficili, …., ma non prendete mai le difficoltà dal lato oscuro, le maestre vi aiuteranno, scherzeranno e condivideranno con voi i momenti peggiori. Comunque fate o farete bene a prendere la scuola con serietà. (THOMAS)

Cari bambini, fra un po’ inizierete la scuola e vi dovrete impegnare. -Siete pronti? -Siiii?!?!!! -Allora zaino in spalla e via!!! Bambini, la scuola elementare è importante per tutti e se ascoltate i consigli di un ragazzo di quinta state sicuri che andrete tutti bene a scuola. Non considerate di andare a scuola solo perché è obbligatoria, anzi andateci e non sprecate questa opportunità. Quando la maestra parla, dovete sempre ascoltarla, perché non si sa mai che inganni quelli distratti e li interroghi. Per non essere puniti, non dovete correre in classe, non dovete fare le scivolate, non dovete picchiarvi. Auguro a tutti dei buoni anni scolastici, by Cristian

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CINQUE ANNI DI SCUOLA ELEMENTARE SONO STATI

UN’ OCCASIONE PER CONOSCERE E PER CONOSCERSI

Una mattina di settembre 2003, è iniziato un viaggio lungo cinque anni fatto di avventure, gioie,

tristezze e divertimenti per circa 9 mesi all’anno.

Questo viaggio si chiama “SCUOLA”.

Con le maestre non abbiamo solo parlato di verbi o operazioni, è stato un percorso di nuove scoperte e

amicizie, e soprattutto per questo solo a pensare che siamo alla fine della scuola mi vengono le lacrime

agli occhi a lasciare le mie maestre.

Venerdì 6 giugno dell’ultimo anno di scuola alcuni bambini come me, vorrebbero che scattata la

mezzanotte la macchina del tempo ci riportasse al primo giorno della scuola e non riuscisse mai ad

arrivare fino all’ultimo giorno dell’ultimo anno di elementari.

Questo però è surreale, ma niente è impossibile nella nostra testa; infatti, almeno a me, i ricordi delle

giornate più belle sono i primi a giungere, e quindi vorrei dire, sia ai compagni, ma soprattutto alle

maestre, poche parole ma con grande e unico significato:

GRAZIE

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La delusione può presentarsi in molte

forme e in diversi contesti, ognuna ha un

sapore; generalmente è amara ma può

avere diverse tonalità, un po’ come i

colori.

L’ultima delusione che noi di quinta

abbiamo “assaggiato” è quella di aver

saltato la gita di due giorni al rifugio

“Fratelli Grego” con le maestre. Giorni di

preparazione con telefonate, fax,

sopralluoghi, domande al

Preside,autorizzazioni ecc…

Anche a casa ci siamo preparati molto:

zaini da preparare, soldi da portare,

firme… così tanto lavoro per niente,

invano.

Dopo una lunga attesa la vigilia del giorno

della partenza è arrivata, ma a tutti è

arrivata una tragica telefonata: la gita era

saltata a causa del maltempo! La notizia è

arrivata verso le nove di sera, giusto

mentre mettevamo le ultime cose nello

zaino e andavamo a dormire pronti per il

giorno dopo. Qui la delusione è entrata in

gioco.

E’ vero, era pericoloso salire in montagna

con quelle condizioni atmosferiche, ma

come potevamo non essere delusi ?

Quella sera ho sperato che fosse tutto un

sogno e di svegliarmi al più presto ma

forse era meglio che rimanessi

addormentata, perché purtroppo era

realtà e anche la mattina ho sperato la

stessa cosa, ma entrata in cucina tutto è

svanito nel nulla.

Io credo che insieme a me tutti i miei

compagni e le maestre non siano stati

felici di saltare la gita, era una nuova

occasione mai provata.

(Alice)

E’ vero, dispiace molto anche a noi maestre aver dovuto rinunciare a questa uscita,che

avevamo programmato con tanta cura per concludere in modo speciale i nostri cinque anni

con bambini davvero speciali.

Una classe con mille diversità, con tante personalità particolari, ingredienti necessari per

ottenere un bel gruppo, a riprova che la diversità è ricchezza.

A tutti un abbraccio dalle vostre maestre!!

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Scuola Primaria di Venzone

Un giorno la maestra Elena è arrivata a scuola e ci ha detto che potevamo partecipare ad un concorso che come argomento

principale aveva la frutta.

Infatti si chiamava “Macedonia Day”.

All’inizio ci siamo organizzati nel creare quattro gruppi formati da quattro bambini ciascuno.

Alla fine, dopo molti spostamenti e cambiamenti di idee, sono usciti quattro bei cartelloni.

• Frutta di giornale; che consisteva nello strappare dalle riviste, pezzi colorati del colore del

frutto e liberamente incollarli, formando un collage.

• Macedonia 3D; che consisteva nel fare la frutta tridimensionale usando il cartone e la carta igienica. (non è un lavoro da niente incollare, far asciugare la carta,disporre le veline e incollarle)

• Macedonia di sorrisi; che consisteva nel ritagliare la

faccia a tanti bambini di diverse nazionalità e razze, abbinando a ognuno un frutto

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• Macedonia in gioco; era composto da due cartelloni uguali ritagliati a puzzle; rispondendo ad alcune domande sulle qualità della frutta le due squadre in gioco dovevano completare i puzzle.

Tutti i bambini, alla fine, erano entusiasti dei loro lavori.

Siamo convinti di non aver lavorato per nulla: speriamo che i nostri cartelloni il prossimo

anno possano abbellire la scuola e, guardandoli, le maestre si ricordino di noi.

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“Uscita didattica ad Aquileia”

Noi bambini di classe quinta, il 13 maggio, siamo andati a fare una gita ad Aquileia; è stata molto interessante,

anche perché noi stiamo studiando i Romani e Roma.

Abbiamo preso lo scuolabus e siamo partiti.

Arrivati alle 10.00 circa, siamo scesi dove c’erano altre scuole e abbiamo fatto merenda, lì abbiamo conosciuto la

guida, che si chiama Roberta.

Quando siamo risaliti sull’autobus la guida ci ha spiegato cosa andavamo a vedere, e che non si poteva fotografare,

perché andavamo in un museo.

Quando siamo entrati nel cancello abbiamo aspettato un po’ perché c’erano altre classi, e bisognava timbrare il

biglietti mentre eravamo fuori la guida ci ha detto che quella quercia che era lì accanto, aveva 300 anni. Quando

siamo entrati siamo andati subito al piano superiore e abbiamo visto che dentro le teche c’erano dei resti molto

belli, come: gioielli anelli di ambra, delle piccole sculture di ambra e regali di nozze di una ragazza, e ci ha parlato

un po’ della storia, una storia sui Romani.

Quando siamo scesi al piano di sotto ci siamo dedicati alle teste scolpite dei cittadini Romani che erano fatte di

pietra e di marmo.

Passati alle stanze successive abbiamo viste delle sculture, un’imperatrice un imperatore, e Augusto con la veste di

pontefice massimo.

Poi abbiamo ripreso lo scuolabus per andare a vedere il sepolcreto dove c’erano i resti di tombe.

Siamo poi andati a vedere la cosa più bella il porto dei Romani e abbiamo visto nella poltiglia anche due

ranocchiette piccole; abbiamo percorso tutte le stradine fino ad arrivare ai restauri di case in un grande territorio

dove c’erano anche due mosaici un po’ distrutti.

Dopo ci siamo ritrovati in un parco dove c’erano altri bambini di altre scuole e abbiamo mangiato e preso anche il

gelato.

Infine siamo ritornati a scuola, e devo dire che è stato molto interessante e vi inviterei ad andarci perchè è molto

bello e si imparano molte cose.

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Lasciamo spazio all’esultanza di Bruno e di tutti i tifosi interisti

Già da Inter-Siena dell’11 maggio aspettavo lo scudetto. Il goal di Vieira però è solo un’ illusione sullo scudetto, perché, a riaprire la partita, ci pensa l’attaccante del Siena:1-1. Ballottelli fa gol e l’Inter è di nuovo in vantaggio ed ha ancora 4 punti sulla Roma. Maccarone segna il 2-2 che si stabilizzerà per tutta la partita. Un fallo in area ai danni dell’Inter. E’ rigore. Materazzi calcia dal dischetto ma la palla viene afferrata dal portiere. Finisce così la partita con Materazzi che esce dallo stadio tra insulti e urli. Ero sconvolto, non sapevo come reagire; tra Roma e Inter ora c’era solamente un piccolo e minuscolo puntino. Tutto doveva giocarsi negli ultimi 90’ di campionato. Lo dicevano tutti, diversamente dagli altri giorni in cui all’ordine del giorno di ogni TG c’erano immondizie epolitica, sembrava che la questione INTER ROMA fosse la notizia della settimana. Domenica 18 maggio c’era Parma-Inter e Catania-Roma. Io ero a casa di mia nonna, a mettere un po’ a posto, e seguivo “Quelli che il calcio…” per vedere i risultati parziali delle partite. All’ 8° minuto segna la Roma, Vucinic. La Roma per 54 minuti potè vivere l’illusione di essere campione d’Italia; ma…al 16° del 2° tempo Ibraihmovic prende palla, procede avanti fino al limite dell’area, colpisce palla con un destro pazzesco e a rasoterra sfiora il palo dentro lo specchio della porta. GOAL!!! Il raddoppio di Ibra arriva al 79°, quando il cross di Maicon dà la possibilità al capocannoniere interista di realizzare la sua doppietta: prende palla di prima ed entra sul secondo palo. E’ due a zero per l’Inter.

Contento com’ero, non pensavo neppure a un’eventuale rimonta del Parma, io ormai mi sentivo campione d’Italia. All’ottantesimo circa il Catania segna. Tre punti di distacco tra Inter e Roma. Ero seduto sul tavolo e cantavo l’inno dell’Inter con una gioia pazzesca dentro di me. Andando a prendere il gelato, dei signori interisti festeggiavano e al cameriere avevano attaccato la figurina di IBRAIHMOVIC dicendo: -Questo è l’uomo del giorno!!!- Finalmente il campionato era finito e L’INTER AVEVA VINTO IL SUO 16° CAMPIONATO, 3° CONSECUTIVO!!!

Ecco Bruno con la splendida e squisita torta che

ci ha portato per festeggiare

l’INTER CAMPIONE d’Italia

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UN TUFFO NELL’......INDIA! Oggi 26 febbraio in classe terza è venuta la mediatrice culturale dell’India: KAVITA, che significa poesia. Le maestre ci hanno fatto una sorpresa!! Visto che nella nostra classe c’è un bambino di origine indiana. Lei ci ha subito spiegato che l’India è grande come dieci volte l’Italia, ha ventinove stati, si parlano ventiquattro lingue e seicento dialetti. Ci ha anche spiegato che i colori della bandiera dell’India hanno un significato: color zafferano (sacrificio), bianco (pace) e verde (prosperità). Queste parole mi hanno rallegrata, erano bellissime!! Poi ci ha mostrato un cartellone nel quale vengono rappresentate le varie religioni praticate nel suo paese, ci ha anche spiegato che il SIC (simbolo che rappresenta la protezione per i paesi indiani) dell’India ha quattro leoni e ognuno di loro guarda verso i quattro punti cardinali; per finire su un’altro cartellone venivano mostrate alcune spezie come: semi di papavero, peperoncino, chiodi di garofano che spesso accompagnano i loro cibi, tra cui il riso di cui ne fanno molto uso. Ha parlato anche un po’ della scuola indiana, che comincia alle 8:00 del mattino e termina alle 15:30. I bambini iniziano con due anni di scuola dell’infanzia, sette anni di scuola elementare e tre di scuola media, il materiale che hanno a disposizione per lavorare consiste in quaderni di trecento o quattrocento pagine che devono bastare per tutto l’anno, così come matite e gomme. Ci

ha anche detto che gli scolari portano delle divise che devono essere ben curate e pulite altrimenti non vengono fatti entrare in classe. Ma le sorprese non sono finite, in seguito ci ha mostrato dei bellissimi vestiti indiani facendoli indossare a me a Sofia e ad Emma. Il vestito indossato da Sofia rappresentava una ragazza vestita a festa, io Valentina una giovane ragazza, Emma invece indossava un abito da mamma. Eravamo proprio entusiaste, così abbiamo voluto condividere la nostra gioia con il resto della scuola, ma Kavitha per completare il nostro abbigliamento ci ha aggiunto il BINDI sulla fronte (segno che le donne avevano sulla fronte come simbolo di attesa del compagno che era partito). Così siamo andate a fare un giro per le altre classi, che vergogna!! Per finire ha anche spiegato che le persone ancora oggi disegnano fuori casa dei simboli con farina e sale che significano “in attesa di DIO”. E’ stato come fare un tuffo nell’India!! (Gruppo di lavoro classe terza: Valentina, Emma, Sofia)

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VIAGGIO NELLA PREISTORIA Il giorno 8 maggio noi alunni di classe terza, abbiamo fatto una bellissima gita, anzi più che gita una bellissima avventura, per completare l’argomento di studio sul neolitico. Raccontiamo subito dicendo che siamo partiti da Venzone verso le 8:45, abbiamo attraversato diversi paesi come Rivoli Bianchi, Gemona, Osoppo, Buia, Pagnacco, Udine, Pozzuolo de Friuli e finalmente eccocci a Sammardenchia che è appunto una frazione di Pozzuolo, dove alcuni anni fa sono stati scoperti alcuni resti di un antico villaggio Neolitico. Appena giunti ci ha accolti una guida di nome Emanuela che subito ci ha fatto accomodare in una stanza dove ci ha un po’ spiegato il lavoro svolto dagli archeologi, mostrandoci piccoli pezzi di reperti che poi dopo avremmo dovuto riconoscere. Essi prima scavano poi, se trovano dei reperti li studiano. Così più tardi abbiamo simulato questa attività di

scavo in apposite vasche di terra. Lo scavo consisteva nel trovare più oggetti possibili per poter ricevere il diploma di piccoli archeologi. E’ stato fantastico, tutti noi abbiamo trovato dei reperti!!! Finita la nostra simulazione ci siamo fermati un po’ a rifocillarci, ne avevamo proprio bisogno, così siamo usciti all’aperto un apposito spazio verde a fare ricreazione. In seguito siamo rientrati all’interno del museo per continuare il nostro percorso, precisamente abbiamo svolto due laboratori; il primo consisteva nel cucire la faretra (una specie di sacca costruita dal neolitico, per metterci dentro degli attrezzi)di pelle, che ridere!!! Alcuni di noi hanno dovuto chiedere aiuto perché faticava a cucire il borsello, a proposito non abbiamo usato aghi!! Ma solo le nostre mani. Certo doveva essere piuttosto faticoso per gli uomini preistorici fare questi lavori. Ma non è finita qui!! In seguito ci siamo divertiti a creare con l’argilla dei vasetti

di varie forme con decorazioni inventate da noi. Per concludere la giornata, che è proprio trascorsa in fretta, la guida Emanuela ci ha parlato del signor Alfeo il quale non conosceva molto della preistoria, ma che all’età di 53 anni facendo delle lunghe passeggiate qua e là per la campagna, si trasformò in un “ archeologo”, in quanto è stato lui a scoprire l’esistenza di questo villaggio. Dopo di che abbiamo visitato il prezioso museo dove vengono conservati i preziosi reperti ritrovati grazie al signor Alfeo, erano proprio tanti e Emanuela ci ha fatto vedere che alcune pietre venivano da diversi luoghi dell’Italia. Finito il nostro viaggio nel mondo del neolitico ci siamo diretti verso la scuola, ma le sorprese non erano finite perche le maestre ci hanno portati a prendere il gelato. E’ stata davvero una giornata ricca di emozioni!!

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Valentina, una bambina di classe terza, che fa spesso visita alla sua bisnonna che si

trova in una casa di riposo, immagina di poter vivere un’esperienza speciale:

creare una scuola di di di di , per , conper , conper , conper , con gli anziani

C’erano una volta in una vecchia stanza un bel po’ di anziani, che erano sempre tristi e

io vi sto raccontando tutto ciò perché questa stanza aveva un grande giardino, in cui

io andavo a giocare molto spesso.

Questi anziani un giorno mi videro e diventarono un po’ più felici del solito.

Così un giorno provai ad entrare e questi anziani cominciarono a farmi domande e io

rispondevo, perciò decisi di andarvi ogni giorno, in modo da trasmettere loro un po’ di

felicità.

E ciò mi piacque molto.

Quando li vedevo mi sembrava di andare avanti nel tempo.

Man mano che andavo lì, li conoscevo sempre più a fondo e loro mi raccontavano dei

fatti che avevano vissuto ai tempi del terremoto o ai tempi di alcune guerre.

Mi piaceva tanto incontrarli, perciò misi un cartello fuori dalla stanza con scritto:

“La scuola per anziani”-, visto che serviva per renderli contenti e per noi per imparare

storie di saggezza.

Questa stanza piaceva a così tanta gente che agli anziani venne anche da piangere per

l’emozione e a questi vecchietti capitò di salutare figli, parenti e amici che non

vedevano da tantissimo tempo.

Inseriamo sotto questo testo di Valentina un’immagine degli ultimi giorni di scuolInseriamo sotto questo testo di Valentina un’immagine degli ultimi giorni di scuolInseriamo sotto questo testo di Valentina un’immagine degli ultimi giorni di scuolInseriamo sotto questo testo di Valentina un’immagine degli ultimi giorni di scuola; a; a; a; forse in fotocopia la resa non è buona, ma guardate al significato: sono i bambini più forse in fotocopia la resa non è buona, ma guardate al significato: sono i bambini più forse in fotocopia la resa non è buona, ma guardate al significato: sono i bambini più forse in fotocopia la resa non è buona, ma guardate al significato: sono i bambini più piccoli della nostra scuola che corrono felici e impegnati verso un traguardopiccoli della nostra scuola che corrono felici e impegnati verso un traguardopiccoli della nostra scuola che corrono felici e impegnati verso un traguardopiccoli della nostra scuola che corrono felici e impegnati verso un traguardo

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CAMMINA…..CAMMINA…..ovvero una esperienza nel Parco delle Prealpi

Giulie

Mercoledì 7 maggio,noi alunni

di classe quarta siamo, stati

invitati dagli amici del Parco

delle Prealpi Giulie a fare una

escursione nel bosco vicino a

Resiutta e precisamente in

“Borgo Cros”.

Insieme a noi c’erano anche

alcuni bambini della scuola di

Resia e alcuni che arrivavano

addirittura dall’Austria e dalla

Slovenia.

Dopo esserci presentati, tutti

insieme siamo partiti verso la

montagna. Durante la

camminata,la nostra guida che si

chiamava Marco, ci ha spiegato

come distinguere: il pino nero, il

faggio, il nocciolo, il frassino e

il carpino.Arrivati a destinazione

ci siamo divisi in gruppi misti

cioè formati da italiani,austriaci

e sloveni e siamo andati a

raccogliere materiale riguardante

gli alberi (foglie , gemme, pigne,

corteccia….). Ogni gruppo ha

realizzato, con il materiale

raccolto,un cartellone

riguardante un albero e abbiamo

scritto le informazioni nelle tre

lingue.

Nel pomeriggio ,ci siamo

incamminati per tornare verso il

paese. Abbiamo anche visto una

rana che ci è passata davanti ai

piedi , noi volevamo toccarla ma

Marco ci ha detto che non

potevamo farlo perché il nostro

corpo era troppo caldo per lei:

abbiamo imparato così una

nuova cosa.

Arrivati in paese siamo ripartiti

per Venzone.

Questa è stata una giornata di

scuola diversa dalle altre e molto

divertente. Speriamo di ripetere

questa esperienza di nuovo.

MULIN dal FLEC

Quest’anno in classe abbiamo parlato dell’acqua e

dell’importanza che ha per l’uomo. Per questo siamo

andati a Illegio a visitare un mulino che funziona

ancora ad acqua.

Appena arrivati in paese abbiamo subiti visto una

strada con tre mulini,uno di quelli e proprio l’ultimo

era “Mulin Flec”.Ad aspettarci c’era il proprietario

del mulino il signor Scarsini che ci ha spiegato come

funziona un mulino ad acqua. Noi siamo stati

sorpresi nel vedere che non serve l’elettricità ma è

l’acqua che passa fuori dal mulino che fa girare la

ruota e fa muovere le due pietre che macinano il

grano per farlo diventare farina Il mugnaio ci ha detto

anche che se le pietre (dette mole)sono vicine la

farina e fine se invece sono più lontane la farina è più

grossa. Finito di macinare per fermare la ruota ( e

quindi gli ingranaggi) si muove un bastone che fa

deviare il corso dell’acqua e dopo qualche momento

tutto si ferma.

Il signor Scarsini ci ha anche letto in un libro che nel

1800, nel Comune di Venzone,c’erano sei mulini.

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ECCO COME SI COSTRUISCE UN ABACO

Io ed il mio papà abbiamo tagliato un pezzo di legno e gli abbiamo fatto 3 fori.

Poi abbiamo preso tre bastoncini di spiedini (per fare le aste), li abbiamo lavati con il

sapone e messi ad asciugare.

La mamma mi ha comprato il das e io e il mio papà abbiamo costruito 30 palline.

In ogni pallina abbiamo fatto un foro, poi le abbiamo messe ad sciugare.

Infine le abbiamo colorate con le tempere:

10 rosse

10 verdi

10 azzurre

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Scuola Primaria di Venzone

ADDIO SCUOLA ELEMENTARE!!☺sigh!sigh!! ☺ Siamo qui, è l’ultimo anno di elementare e mi rammarico un po’ al solo pensiero delle belle esperienze che ho passato con le maestre e i compagni in questi 5 anni di scuola. Insieme abbiamo provato tristezze ed euforie, gioie e dolori proprio come una grande famiglia. La cosa più importante è che grazie al nostro impegno e alla pazienza delle maestre abbiamo imparato molto. Qui ho appreso la base utile per la vita e, secondo me, non è cosa da poco, anzi ha un immenso valore. Questi, per ora, sono stati gli anni più significativi della mia vita e penso che farò fatica a dimenticarli. (Ludovico)

Cari bambini, io sono arrivato al

penultimo giorno della quinta elementare,

fra poco dovrò lasciare la scuola primaria

per andare alle medie.

Vi darò qualche dritta per essere bravi a

scuola e non avere risultati bassi.

Il suggerimento più importante secondo

me è quello di leggere molto.

In base alla mia esperienza vi dico di non

distrarvi, di non giocherellare e di pensare

sempre al lato positivo, di non arrendervi

subito al primo errore.

Voi non credetevi una nullità, perché tutti

hanno delle potenzialità, quindi non

scoreggiatevi e vedete che andati avanti

con serenità..

Un ultimo avvertimento: non state

scomposti dondolandovi sulle sedie

perché potete cadere e farvi male.

Parola di esperto.

Auguri da Luca

Cari bambini, sono un bambino di quinta e sto per finire la scuola elementare. Voi siete ancora piccoli e potete, in un certo senso, considerarvi fortunati, ma con il passare del tempo vi accorgerete che non fa male andare a scuola, anzi, io direi il contrario, anche se man mano che crescerete diventerà un po’ più difficile. Se volete vi do il consiglio per me più importante, anche se non lo seguo tante volte: ascoltare SEMPRE le maestre e i compagni. Nelle classi più impegnative, cioè quarta e quinta, le cose cambiano: maestre più toste, lavori più difficili, …., ma non prendete mai le difficoltà dal lato oscuro, le maestre vi aiuteranno, scherzeranno e condivideranno con voi i momenti peggiori. Comunque fate o farete bene a prendere la scuola con serietà. (THOMAS)

Cari bambini, fra un po’ inizierete la scuola e vi dovrete impegnare. -Siete pronti? -Siiii?!?!!! -Allora zaino in spalla e via!!! Bambini, la scuola elementare è importante per tutti e se ascoltate i consigli di un ragazzo di quinta state sicuri che andrete tutti bene a scuola. Non considerate di andare a scuola solo perché è obbligatoria, anzi andateci e non sprecate questa opportunità. Quando la maestra parla, dovete sempre ascoltarla, perché non si sa mai che inganni quelli distratti e li interroghi. Per non essere puniti, non dovete correre in classe, non dovete fare le scivolate, non dovete picchiarvi. Auguro a tutti dei buoni anni scolastici, by Cristian

AnnoVI, numero 2

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Scuola Primaria di Venzone

CINQUE ANNI DI SCUOLA ELEMENTARE SONO STATI

UN’ OCCASIONE PER CONOSCERE E PER CONOSCERSI

Una mattina di settembre 2003, è iniziato un viaggio lungo cinque anni fatto di avventure, gioie, tristezze e divertimenti per circa 9 mesi all’anno. Questo viaggio si chiama “SCUOLA”. Con le maestre non abbiamo solo parlato di verbi o operazioni, è stato un percorso di nuove scoperte e amicizie, e soprattutto per questo solo a pensare che siamo alla fine della scuola mi vengono le lacrime agli occhi a lasciare le mie maestre. Venerdì 6 giugno dell’ultimo anno di scuola alcuni bambini come me, vorrebbero che scattata la mezzanotte la macchina del tempo ci riportasse al primo giorno della scuola e non riuscisse mai ad arrivare fino all’ultimo giorno dell’ultimo anno di elementari. Questo però è surreale, ma niente è impossibile nella nostra testa; infatti, almeno a me, i ricordi delle giornate più belle sono i primi a giungere, e quindi vorrei dire, sia ai compagni, ma soprattutto alle maestre, poche parole ma con grande e unico significato:

GRAZIE (Erica)

Cari bambini, questa lettera è per voi, per voi che arriverete a scuola quando io la

lascerò. Voglio lasciarvi qualche messaggio per iniziare questo cammino lungo

cinque anni e che vi servirà da base per le scuole successive. So che sarete entusiasti

di cambiare scuola, di iniziare a lavorare, ma state attenti, non prendete la scuola

troppo alla leggera, perché è molto importante: se non iniziate bene, o non cambiate

presto, non ne sarete soddisfatti in futuro.

Per essere contenti di sè, serve molto impegno, tanta capacità di ascolto (che vi si

svilupperà andando avanti) e tantissima voglia di conoscere, arrivare a scuola

pensando che è la cosa più importante. Regolatevi sul giocare con

Play station; vi farà male e vi estranierà alla realtà.

Questa è secondo me la ricetta perfetta di un buon alunno, e, se fate come me, non ve

ne pentirete perché io dico che la scuola è molto importante: si può sfruttarla o no, questo dipende da te e nessuno ti può trascinare dalla parte sbagliata.

. Adesso, dopo cinque anni di impegno, devo dire che sono contento di essere stato

attento e di aver partecipato ai ragionamenti insieme, alle attività e a tutte le

opportunità che mi sono state offerte dalla scuola e dalle maestre.

FATE COME ME,

ME NE SARETE GRATI!!!

Bruno

AnnoVI, numero 2

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Scuola Primaria di Venzone

Il mio miglior pregio è quello di essere OTTIMISTA. Essere ottimisti influenza molto la scuola, ad esempio, io riesco a non

abbattermi quando sbaglio, ma a pensare sempre che la prossima volta non

commetterò più lo stesso errore, infatti sbagliando si impara.

Quando la maestra ritira le verifiche io non sto in ansia, non mi viene mal

di pancia per il voto, perché penso: “Andrà bene!”

Quando qualcuno che sto aspettando non arriva, vuol dire che

arriverà in ritardo. Se qualcosa va per il verso sbagliato, la

prossima volta andrà meglio.Quando guardo un film so che finirà

bene.

E’ bello pensare così! Essere ottimisti vuol dire pensare sempre in modo positivo e vedere il

mondo da un’altra finestra.

Un bel giorno metterò un po’ di ottimismo in tutte le persone, le farò

mettere in fila e verserò: ad alcune un pizzico di O, ad altre un mestolo di TT, ad altre ancora quanto basta di I, ad altre una zolletta M, ai bambini un altro po’ di I, ai vecchi un cesto di S, agli uomini una noce di M e alle donne un cucchiaino di O. Spero almeno che così facendo, tutti possano aprire la finestra del mondo

bello senza ansie e senza mal di pancia, che possano anche loro riflettere

sugli errori e non abbattersi.

Sono proprio sicura che un giorno o l’altro tutti riusciranno ad inforcare

questi occhiali speciali con le lenti dell’ottimismo.

(Alice)

AnnoVI, numero 2

CRESCERE INSIEME giugno 2008

Scuola Primaria di Venzone

VENZONE- Quest’ oggetto è un buon acquisto per i ragazzini delle classi 4^ e 5^ della scuola primaria di Venzone (UD). Si parla di un originale sbucciamele, oltretutto molto pratico. I bambini delle due classi lo usano spesso e molto volentieri. Basta posizionare la mela nel punto giusto in modo da non eliminare anche la polpa, girare la manovella e gustarsi la merenda. Una trovata davvero geniale da parte dell’ inventore. Abbiamo raccolto l’opinione di alcuni alunni che hanno avuto modo di sperimentarlo:

• Ora la mela ha un altro sapore • Divertente mettersi in fila e aspettare il turno per sbucciare una mela

• La mela a fisarmonica è molto più buona

• Sembra facile da usare, ma in fondo è un po’ complicato. • È molto utile e, grazie a questo, persone a cui non piaceva la mela ora la mangiano.

In effetti è vero che da quando il maestro Matteo ha portato a scuola il famoso Apfelschäler il consumo di mele nel nostro corridoio è vertiginosamente salito; a volte basta poco per rendere una merenda sana, ma non molto invitante, qualcosa di attraente, tanto da rinunciare a qualche minuto di ricreazione pur di usare la prodigiosa macchinetta sbucciamele.

AnnoVI, numero 2

CRESCERE INSIEME giugno 2008

Scuola Primaria di Venzone

Venerdì 30 maggio 2008, noi della scuola primaria di Venzone, 4ª e 5ª di Bordano e la 1ª media di Venzone abbiamo dedicato una giornata allo sport, concludendo il con un momento di agonismo e di festa insieme, il progetto EVVIVA LO SPORT. Le classi erano divise in due gruppi: i più giovani di 1ª, 2ª e 3ª e i più grandi di 4ª, 5ª e 1ª media, mentre le premiazioni, avvenute alle 15.00 in palestra, sono state effettuate classe per classe. Le discipline erano il lancio del vortex, una specie di missile in polistirolo e gomma che, se lanciato bene, fischia; il percorso che consisteva in “corsa saltellata“, “sotto passaggio“, salto, slalom e capriola; la corsa veloce (60m 4ª, 5ª e 1ª media e un po’ meno per i più piccoli) ed infine la campestre da 700m. Nelle ultime 2 settimane ci siamo allenati per bene e infatti gli sforzi di tutti sono stati premiati: sia con la personale soddisfazione di aver partecipato con impegno e di aver migliorato i propri risultati, sia con una medaglia espressamente coniata per questo evento. La maestra Nunzia di Bordano e la maestra Teresa di Venzone sono state le bravissime organizzatrici della giornata.

Forse ripeteremo l’esperienza anche i prossimi anni e.. chissà.?..?? forse vedremo gareggiare anche le maestre.

AnnoVI, numero 2

CRESCERE INSIEME giugno 2008

Scuola Primaria di Venzone

Maschi e femmine sono sicuramente diversi, ovviamente non mi riferisco all’aspetto fisico, ma a tutto il resto. Da piccoli il mondo delle femmine erano le bambole, mentre quello dei maschi macchinine e bionicle ( personaggi di metallo di piccole dimensioni tratti dai cartoni animati; degli eroi che, una volta montati, si possono usare per inventare delle storie fantastiche).

Questi erano i mondi di quando eravamo piccoli, ora però molti giochi si possono fare assieme ad esempio col pallone: palla prigioniera, palla asino, palla volo.

Le femmine amano stare in gruppo scambiandosi dei segreti e mettendo alla prova la fiducia propria e altrui, amano fare dei pigiama party: una serata in compagnia di un’amica dove raccontarsi delle storie, pettegolare e stare su fino a tardi.

I maschi con i loro amici stanno bene anche nei litigi, loro sono semplici e risolvono subito tutto senza ingigantire il problema; il contrario è per le femmine che sommergono il litigio, in modo da non farlo vedere agli altri e per questo ci stanno male. Questo litigio dura a lungo, le bambine si evitano e non si parlano.

E’ vero che il comportamento è condizionato anche dal carattere e non solo dal genere: ci può essere il maschio timido e la femmina aperta e più spericolata.

Un tempo esisteva una differenza esterna, stabilita dalle leggi (le donne in Italia hanno votato per la prima volta nel 1946) o tramandata per abitudini culturali: i maschi andavano a scuola, mentre le femmine erano obbligate a starsene a casa, a lavorare nei campi e ad aiutare la famiglia. In quel tempo i diritti erano favorevoli al maschio, ora invece da noi i diritti sono gli stessi sia per i maschi che per le femmine.

In conclusione femmine e maschi ridono, scherzano e parlano insieme, anche se vi sono alcune differenze tra loro; le differenze sono sempre una ricchezza per questo è bello giocare insieme e scoprire di ognuno gli aspetti più positivi che possono servire anche a migliorarci.