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Conferenza tenuta il
9 ottobre 2015
Presso il Grand Hotel President
di Siderno
Ciclo di Conferenze
dell’Anno Rotariano 2015-16
GIULIO DI BERNARDO
La scienza grafologica e le sue applicazioni, con
particolare riguardo alla Grafologia Forense
2 Rotary Club di Locri – Conferenza Giulio Di Bernardo – 9 ottobre 2015
Il Direttivo del Rotary Club di Locri dell’Anno Rotariano 2015-16, che vede la
mia esperienza di servizio quale Presidente, ha deliberato di rendere disponibile ai
Soci il testo in formato digitale delle conferenze tenute su vari temi, scientifici, storici,
giuridici, di varia attualità, tenute in occasione dei “caminetti” mensili dai Relatori
di volta in volta invitati e che abbiano, ovviamente, accordato il proprio consenso.
L’iniziativa, in verità, non costituisce una novità assoluta: già in passato, a memoria
di Soci di anzianità rotariana ben superiore alla mia, il Club aveva in qualche
occasione dato seguito con pubblicazioni a stampa di “comunicazioni” ed “iniziative”
meritevoli.
La “novità”, se così vogliamo definirla, è quella di aver deciso di introdurre, almeno
per l’anno sociale in corso, una certa sistematicità e continuità nel divulgare e lasciare
traccia, a beneficio dei Soci, delle “conversazioni” di maggior interesse organizzate
dal nostro Club. Ciò consentirà, a quanti ne abbiano desiderio ed esigenza di
riflessione di rivisitare, in un momento successivo e con più calma ed attenzione, i
contenuti magistralmente esposti dai Relatori che hanno onorato il Club con la loro
presenza.
Sergio Hyeraci
Presidente del Rotary Club di Locri Per l’A.R. 2015-16
3 Rotary Club di Locri – Conferenza Giulio Di Bernardo – 9 ottobre 2015
Il Dr. GIULIO DI BERNARDO ha conseguito la Laurea in giurisprudenza (vecchio ordinamento)
presso l’Università Statale-Bicocca di Milano, nell’ anno accademico 2006-2007, discutendo una
Tesi in Filosofia del diritto dal titolo "Le lacune del diritto: la polemica tra Donato Donati e Giovanni
Brunetti sulla completezza degli ordinamenti giuridici".
Nell’anno 2009 ha conseguito la specializzazione presso la Libera Università Maria Santissima
Assunta (LUMSA) di Roma con il Master Universitario in Consulenza Grafologica, Peritale,
Giudiziaria, Età evolutiva e Lavoro.
E’ Consulente tecnico d'ufficio iscritto nella categoria dei grafologi presso il Tribunale di Locri e
collabora con Tribunali e Procure di tutta Italia.
E’ inoltre mediatore civile e perito fonico forense.
Fa parte dell'équipe di ricerca coordinata dal prof. Francesco Rosa dell'Università Pegaso di
Napoli.
E’ apprezzato autore di pubblicazioni nel settore grafologico.
E’ stato relatore in numerosi convegni in ambito nazionale nonché relatore di alcune tesi di laurea
presso l'UNICAL Università della Calabria.
Fa parte di numerose Associazioni di Grafologia, nell’ambito delle quali ricopre numerosi incarichi.
In particolare:
E’ iscritto alla "Associazione Consulenti Grafologi" (ACG),
socio aderente dell'AGI (Associazione Grafologica Italiana),
socio AGIF (Associazione italo-francese di Grafologia) Associazione riconosciuta dall’AGP e dalla
Société Francaise de Graphologie
E’ segretario-tesoriere, nonché membro del comitato direttivo e socio fondatore dell’associazione
“GrafologiA - Grafologi Associati”.
E’ inoltre socio dell'AMCI (Associazione Mediatori e Conciliatori Italiani).
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La scienza grafologica e le sue applicazioni,
con particolare riguardo alla Grafologia Forense
La Grafologia, dal greco graphè (scrittura) e lògos (studio), è una scienza umana che studia l'uomo
attraverso la sua scrittura, decodificando gli aspetti intellettivi e comportamentali del soggetto scrivente.
L’azione stessa dello scrivere è una conseguenza diretta di meccanismi in gran parte inconsci ed è frutto
di un’interazione tra sistema nervoso centrale e apparato muscolare. La scrittura è quindi il prodotto
finale di una complessa attività. In natura non esistono due grafie identiche, così come, la personalità di
ciascun essere umano è unica ed irripetibile. Spesso ci capita di notare come, anche nell’arco della
stessa giornata, la nostra grafia sia soggetta a mutamenti. Tali differenze costituiscono variabili normali.
In realtà, gli elementi basilari della grafia di ognuno di noi restano immutati e, anche a distanza di anni,
rendono identificabile l’autore di uno scritto. Parimenti tali caratteri basilari restano immutati sia che si
scriva con la mano sinistra sia che si utilizzi quella destra. Dal punto di vista grafologico la bella
scrittura non esiste. Al contrario, a volte le scritture che sembrano meno leggibili, ma sono variabili e
più personalizzate rivelano personalità ricche e creative rispetto a scritture che si uniformano
maggiormente a quello che è il modello calligrafico.
La grafologia, non va pertanto confusa con la “calligrafia”, letteralmente “bella scrittura”. Essa inoltre,
in quanto vera e propria scienza, va nettamente distinta da discipline esoteriche come l’astrologia o la
chiromanzia. Non interpreta gli eventi né tantomeno predice il futuro. D’altro canto, la Grafologia non
può essere nemmeno assimilata alla psicologia, della quale mutua il linguaggio, ma da cui si differenzia
per oggetto d’indagine, predicati di base, protocolli seguiti.
L’interesse per lo studio della scrittura ha origini antichissime. Nell’antichità già Confucio, Aristotele e
Svetonio parlavano di un rapporto tra carattere e scrittura. Tuttavia si deve attendere il secolo XVII per
avere il primo trattato specifico in materia ad opera di Camillo Baldi. Numerosi furono in seguito gli
scienziati, i filosofi, i letterati che si occuparono di tale affascinante disciplina: da Leibnitz a Lombroso,
sino a giungere a Crepieux-Jamin e Klages. Fondamentali furono poi gli apporti di Max Pulver con la
sua “Teoria dello spazio grafico”, formulata sulla falsariga degli archetipi junghiani e di Robert Saudek
che definì il concetto di velocità nella scrittura. Tuttavia è con Girolamo Moretti, nel XX secolo, che la
grafologia assume rigore scientifico. I motivi per i quali occorre attendere tanto sono individuabili
anzitutto nella scarsa alfabetizzazione della maggior parte della popolazione europea. In secondo luogo
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nella constatazione che sino a buona parte del secolo XX nelle scuole veniva ancora insegnata la
“calligrafia”: tutte le scritture, pertanto, tendevano a ricalcare un prototipo ben definito e non vi era una
“personalizzazione della grafia”.
I principi cardine della grafologia morettiana sono sostanzialmente tre:
1- Qualificazione del segno grafologico: ogni singolo segno grafologico ha un suo preciso significato.
Tuttavia esso assumerà un peso differente nel merito di una analisi di personalità a seconda che rientri in
una delle tre categorie dei segni sostanziali, modificanti o accidentali.
2- Quantificazione del segno grafologico: ogni singolo segno ha una precisa intensità quindi deve essere
oggetto di una misurazione su base decimale.
3- La teoria dei “Gesti fuggitivi”: ossia la presenza, nella scrittura di ognuno di noi, di elementi grafici
particolari e personalissimi (i c.d. Ricci) che identificano indelebilmente il soggetto scrivente.
La Grafologia, scienza interdisciplinare per eccellenza, vanta molteplici applicazioni.
a) Può costituire un valido supporto nella diagnosi e nella correzione di eventuali disfunzioni del
percorso di crescita del bambino e dell’adolescente, contribuendo così a prevenire e risolvere le
situazioni di disagio.
b) In ambito professionale, la Grafologia si sta rivelando un utile strumento di selezione del personale da
parte delle aziende, anche al fine di utilizzare le risorse umane a disposizione nei compiti più congeniali,
così da massimizzarne l’efficienza sul lavoro.
c) Essa ha trovato applicazione anche nel campo clinico grazie alla possibilità di valutare i mutamenti
della scrittura che sono indice di particolari patologie in atto. Si pensi, ad esempio, al morbo di
Alzheimer o alla sindrome di Gilles de la Turette e ai relativi tremori che ne caratterizzano il decorso, e
che possono costituire uno dei primi campanelli d’allarme dell’insorgenza della malattia.
d) Ulteriore applicazione della grafologia riguarda il settore economico e del marketing. Un’equipé di
studiosi, di cui faccio parte, ha infatti constatato il legame esistente tra alcuni segni grafici presenti in
determinate parole denominate “emozionali” e le emozioni medesime suscitate dall’ acquisto di
determinati prodotti. Sono evidenti le ricadute positive che ciò comporta in termini di possibile
orientamento delle scelte commerciali e pubblicitarie dell’impresa.
e) Infine, l’applicazione della Grafologia che è radicata da maggior tempo, è senza dubbio quella legata
alla perizia su base grafologica per appurare la paternità di uno scritto.
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L’oggetto delle indagini è il piu’ vario: può riguardare firme, testamenti, cambiali e, in genere,
qualsivoglia documento su supporto cartaceo. Tuttavia può anche riguardare: dattiloscritti,
anonimografie o scritti murari.
La grafologia non è sufficiente alla redazione di una buona perizia se non è accompagnata dalla
conoscenza dei principi di fisica e fisiologia scritturale. Parimenti una perizia risulta insufficiente se non
viene preceduta da un’approfondita indagine tecnico-strumentale. Il falso può infatti non sussistere a
livello grafologico ma essere un falso materiale, visibile solo con l’utilizzo di idonea strumentazione.
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La Grafologia: nascita ed evoluzione
Introduzione
Cos’è realmente la grafologia?
La Grafologia, dal greco graphè (scrittura) e lògos (studio), è una scienza umana che studia l'uomo
attraverso la sua scrittura, decodificando gli aspetti intellettivi e comportamentali del soggetto scrivente.
L’azione stessa dello scrivere è una conseguenza diretta di meccanismi in gran parte inconsci ed è frutto
di un’interazione tra sistema nervoso centrale e apparato muscolare. La scrittura è quindi il prodotto
finale di una complessa attività: dopo la fase dell’apprendimento, il gesto grafico diventa spontaneo,
automatizzato, inconscio (grafismo). Quando si scrive si pensa a cosa scrivere, a dare un senso compiuto
al pensiero, a fornire chiarezza al discorso; non ci si cura della costruzione formale di una singola
lettera, di un collegamento o di un segno d’interpunzione. Sarà specifico compito del grafologo rilevare
i singoli segni, decodificarli al fine di ricavarne un significato che rappresenti la sintesi delle indicazioni
di ciascun segno e di tutti i segni assieme nella loro armonia.
In natura non esistono due grafie identiche, così come, la personalità di ciascun essere umano è unica ed
irripetibile. Al pari dei filamenti del DNA, i tratti caratteristici di ogni scrittura e la loro combinazione
sono unici. La scrittura rappresenta pertanto lo specchio di chi scrive: “l’uomo, scrivendo, descrive se
stesso” (M.Pulver).
Spesso ci capita di notare come, anche nell’arco della stessa giornata, la nostra grafia sia soggetta a
mutamenti. Tali differenze costituiscono variabili normali, conseguenza di fattori intrinseci quali stati
d’animo differenti, stanchezza, condizioni di salute, alterazioni dell’umore, ma anche di elementi
estrinseci, come la superficie sulla quale si scrive, la tipologia di penna, le condizioni climatiche. Tutti
questi sono elementi che direttamente influiscono sulla nostra scrittura producendone una variazione.
Ciononostante, gli elementi basilari della grafia di ognuno di noi restano immutati e, anche a distanza di
anni, rendono identificabile l’autore di uno scritto. Contributo fondamentale in questo senso è stato
fornito da W. Pryer il quale, analizzando la grafia di alcuni reduci da amputazioni degli arti superiori,
notò che i caratteri fondamentali della loro scrittura venivano conservati anche impugnando la penna
con il piede o addirittura trattenendola con la bocca, esercizio cui si abituarono per poter scrivere,
nonostante la mutilazione subita. Parimenti tali caratteri basilari restano immutati sia che si scriva con la
mano sinistra sia che si utilizzi quella destra.
Cosa non è la Grafologia
Dal punto di vista grafologico la bella scrittura non esiste. Al contrario, a volte le scritture che sembrano
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meno leggibili, ma sono variabili e più personalizzate rivelano personalità ricche e creative rispetto a
scritture che si uniformano maggiormente a quello che è il modello calligrafico.
La grafologia, non va pertanto confusa con la “calligrafia”, letteralmente “bella scrittura”. Essa, in
quanto vera e propria scienza, va nettamente distinta da discipline esoteriche come l’astrologia o la
chiromanzia. Non interpreta gli eventi né tantomeno predice il futuro. Il grafologo non è né un sensitivo,
né un veggente; grafologi si diventa solo dopo aver frequentato appositi corsi di formazione post-
universitaria (Master di II livello) e l’analisi di una scrittura o la redazione di una consulenza tecnica su
base grafologica è frutto di una attività che, giova ripeterlo, è basata su un metodo scientifico. D’altro
canto, la Grafologia non può essere nemmeno assimilata alla psicologia, della quale mutua il linguaggio,
ma da cui si differenzia per oggetto d’indagine, predicati di base, protocolli seguiti.
Storia della Grafologia. Dai primordi all’avvento delle varie Scuole
L’interesse per lo studio della scrittura ha origini antichissime.
Il filosofo cinese Confucio affermava che “la scrittura può mostrare in modo infallibile se proviene da
una persona nobile di spirito o da una persona volgare”.
Nel mondo greco antico, è Aristotele ad interessarsi del significato attribuibile al segno grafico; egli
affermava che, “così come nel parlare gli uomini hanno voci diverse, anche nello scrivere non sono
tutti uguali”.
In epoca romana, un’importante testimonianza ci viene fornita poi dallo storico e biografo Svetonio,
autore di "Vite dei dodici Cesari". Egli, analizzando la grafia dell’Imperatore Ottaviano Augusto, così
scrive: “Non separa le parole, né le spezza per riportarle a capo. Questa è la scrittura di un uomo la
cui mente è governata dal cuore”.
In epoca medievale tutta la cultura è appannaggio dei monaci. La stessa sorte segue quindi lo studio
della personalità effettuato attraverso la scrittura.
Bisogna comunque attendere il XVII secolo perché veda la luce il primo manuale che tratti in modo
specifico l’argomento. Il suo autore fu Camillo Baldi (1547-1634), docente di Logica e Metafisica
all’Università di Bologna e autore, nel 1622, di un Trattato dal titolo “Come da una lettera missiva si
conoscano la natura e la qualità dello scrittore. Egli è convinto della relazione tra modo di scrivere di
un individuo e i suoi particolari psicofisici.
Scrive il Baldi che per “divinare bene l’indole d’una persona dalla calligrafia bisogna avere nelle mani
la sua scrittura vera (non l’artificiale), specie quella delle lettere intime, e accertarsi che sia stata
scritta in condizioni normali”.
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Alla medesima conclusione giunge il filosofo tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) secondo
cui: “la scrittura esprime quasi sempre in uno o in altro modo l’indole nostra, ammeno che non sia
opera di un calligrafo”.
E’ con l’avvento del XIX secolo che si registra il fiorire di varie correnti grafologiche che danno vita a
Scuole di pensiero operanti nei vari paesi d’Europa. I motivi per i quali occorre attendere tanto sono
individuabili anzitutto nella scarsa alfabetizzazione della maggior parte della popolazione europea. In
secondo luogo nella constatazione che sino a buona parte del secolo XX nelle scuole veniva ancora
insegnata la “calligrafia”: tutte le scritture, pertanto, tendevano a ricalcare un prototipo ben definito e
non vi era una “personalizzazione della grafia”.
Le varie Scuole Grafologiche
L’abate Jean-Hyppolite Michon (1806-1881), è uno dei principali esponenti della Società francese di
Grafologia e della relativa scuola. E’ proprio a Michon che si deve il conio del termine “Grafologia”.
Merito fondamentale del Michon è quello di aver fatto della grafologia una “scienza ragionata”. Nella
sua opera maggiore, Méthode pratique de graphologie del 1878, l’abate illustra il suo metodo, basato
sulla teoria dei segni fissi, per cui ad ogni singolo segno grafico corrisponde un particolare e ben
definito aspetto del carattere. A sviluppare le tesi del Michon, ci penserà il suo discepolo J. Crépieux-
Jamin.
Con J. Crépieux-Jamin (1859-1940) la grafologia diviene una scienza razionale, basata
sull’osservazione empirica, regolata da leggi precise e suscettibile di verifica sperimentale.
Contrariamente al suo predecessore, Crépieux-Jamin collega le qualità psichiche non a un singolo
segno, ma ad un complesso di segni, cercando di risalire dal gesto grafico alle cause psicofisiche che lo
determinano.
W. Preyer, membro della Scuola tedesca, nella sua opera Zur Psychologie des Schreibens (La
Psicologia della scrittura), è il primo a dimostrare che le variazioni della scrittura non dipendono dal
semplice movimento della mano, ma sono il frutto di un’attività cerebrale. Grazie agli esperimenti
condotti sui mutilati afferma che “handwriting is brainwriting”. Tuttavia, il vero caposcuola della
corrente tedesca fu il filosofo Ludwig Klages (1872-1956). Potendosi pervenire alla conoscenza delle
potenzialità psichiche del singolo soggetto mediante l’analisi grafologica, secondo Klages, è possibile
scoprire attitudini particolari ed indagare sulle peculiarità individuali dei soggetti sia in ambito
dell’analisi del carattere e della personalità sia in tema di compatibilità matrimoniali e di scelte
professionali, oltre che in campo criminologico come studio della personalità del soggetto criminale.
Esponente illustre della scuola svizzera è lo psicologo Max Pulver (1899-1952).
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Basilare è la sua “Teoria dello spazio grafico” secondo la quale la mano, nell’atto di scrivere, risponde
ad impulsi che partono dalla corteccia cerebrale e li fissa in un campo grafico rappresentato dal foglio;
questo rappresenta l’ambiente in cui l’Io si muove, esprimendo il suo carattere personale. Una grafia
protesa a sinistra indica attaccamento alle radici, al passato; se viceversa la grafia pende a destra, ciò
denota una propensione al prossimo, al futuro. In alto vi sono lo spirito, la fantasia, gli ideali, mentre gli
allunghi protesi verso il basso sono indice di un maggiore attaccamento alla materialità, agli istinti
primordiali.
Robert Saudek (1880-1935), cecoslovacco di nascita, ma inglese di adozione scientifica, è uno degli
esponenti di spicco della Scuola inglese.
A lui va principalmente riconosciuto il merito di aver definito il concetto di velocità nella scrittura.
Grande valenza scientifica hanno gli esperimenti condotti sulle scritture dei gemelli monozigoti.
La scuola italiana di Girolamo Moretti e la nascita del “metodo”
In Italia, di Grafologia si occupa lo psichiatra Cesare Lombroso, autore dell’opera “Grafologia” in cui
vengono tracciati elementi per individuare, in una scrittura, le caratteristiche psichiche dei criminali e
degli alienati.
Afferma Lombroso che “l’uomo, quando scrive, è tutto intero nella sua penna, e quindi nella mano che
n’è strumento intermediario; così che, se la parola è la manifestazione istantanea del pensiero, la
scrittura ne è una traduzione altrettanto immediata se non più rapida.
Fondatore di una vera e propria scuola è lo psicologo Marco Marchesan (1899-1991), secondo il quale
la scrittura, nata dall’esigenza di focalizzare in modo durevole il pensiero, sarebbe l’unica espressione
umana che manifesti l’Io nei suoi aspetti: il conscio, l’inconscio e il subconscio.
Tuttavia è con Girolamo Moretti (1879-1963), monaco francescano conventuale nonché fondatore
della nuova Scuola grafologica italiana, che la Grafologia assume un carattere realmente scientifico,
ponendosi sul piano delle teorie dei maggiori maestri europei.
Numerose sono le pubblicazioni del Moretti nel settore grafologico, prima tra tutte il Manuale di
grafologia.
Secondo Moretti la grafologia va considerata come una scienza sperimentale che consente di risalire alla
predisposizioni psichiche di una persona attraverso l’analisi di un suo scritto.
I meriti principali del Metodo grafologico morettiano si sostanziano in almeno tre punti:
1) Qualificazione del segno grafologico: ogni singolo segno grafologico ha un suo preciso significato.
Tuttavia esso assumerà un peso differente nel merito di una analisi di personalità a seconda che rientri in
una delle tre categorie dei segni sostanziali, modificanti o accidentali.
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Sono Sostanziali i segni che identificano i caratteri essenziali della personalità, rivelandone il
temperamento, il carattere e l'intelligenza.
Sono Modificanti quei segni che potremmo definire di supporto ai precedenti, in grado di corroborare,
attenuare o rafforzare le acquisizioni ottenute tramite la loro decodificazione.
Sono Accidentali quei segni che, ancorché non rivelino elementi strutturali della personalità,
individuano le modalità attraverso cui la stessa si esprime e prende forma.
2) Quantificazione del segno grafologico: ogni singolo segno ha una precisa intensità quindi deve essere
oggetto di una misurazione su base decimale.
L’adozione di tale misurazione matematica, unita alla tripartizione dei segni in sostanziali, modificanti e
accidentali, consente alla grafologia di raggiungere finalmente un’impostazione scientifica,
accrescendone notevolmente la credibilità anche agli occhi degli studiosi di altre discipline.
3) La teoria dei “Gesti fuggitivi”: ossia la presenza, nella scrittura di ognuno di noi, di elementi grafici
particolari e personalissimi (i c.d. Ricci) che identificano indelebilmente il soggetto scrivente.
Le molteplici applicazioni della Grafologia
La Grafologia, scienza interdisciplinare per eccellenza, vanta molteplici applicazioni.
a)Può costituire un valido supporto nella diagnosi e nella correzione di eventuali disfunzioni del
percorso di crescita del bambino e dell’adolescente, contribuendo così a prevenire e risolvere le
situazioni di disagio.
L’esame accurato della grafia può inoltre essere di grande aiuto nell’orientamento agli studi superiori o
universitari. Dalla scrittura emergono infatti attitudini e potenzialità su cui fondare i consigli allo
studente in ordine al percorso formativo più idoneo da intraprendere. Nell’ambito della Grafologia
applicata all’età evolutiva, un ruolo di primo piano riveste la rieducazione della scrittura da quelli che
sono i disturbi specifici dell’apprendimento, noti con il termine di “disgrafie”.
b) In ambito professionale, la Grafologia si sta rivelando un utile strumento di selezione del personale da
parte delle aziende, anche al fine di utilizzare le risorse umane a disposizione nei compiti più congeniali,
così da massimizzarne l’efficienza sul lavoro.
c) Essa ha trovato applicazione anche nel campo clinico grazie alla possibilità di valutare i mutamenti
della scrittura che sono indice di particolari patologie in atto. Si pensi, ad esempio, al morbo di
Alzheimer o alla sindrome di Gilles de la Turette e ai relativi tremori che ne caratterizzano il decorso, e
che possono costituire uno primi campanelli d’allarme dell’insorgenza della malattia.
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d) Ulteriore applicazione della grafologia riguarda il settore economico e del marketing. Un’equipé di
studiosi, di cui faccio parte, ha infatti constatato il legame esistente tra alcuni segni grafici presenti in
determinate parole denominate “emozionali” e le emozioni medesime suscitate dall’ acquisto di
determinati prodotti. Sono evidenti le ricadute positive che ciò comporta in termini di possibile
orientamento delle scelte commerciali e pubblicitarie dell’impresa.
e) Infine, l’applicazione della Grafologia che è radicata da maggior tempo, è senza dubbio quella legata
alla perizia su base grafologica per appurare la paternità di uno scritto. La perizia tecnico-grafologica
prende in considerazione il gesto grafico nel suo aspetto dinamico e complesso e, a seguito di una fase
di confronto con la documentazione comparativa propria del soggetto scrivente, consente di formulare
un giudizio di attribuzione (autografia) o non attribuzione (eterografia) al soggetto di cui è stata
esaminata la scrittura comparativa.
Con riferimento in particolare alla Grafologia forense, i metodi di indagine utilizzati sono quattro:
calligrafico, grafometrico, grafonomico (o segnaletico-descrittivo) e grafologico. I primi due, basati
rispettivamente sul confronto tra singoli caratteri e su principi di rigore ed oggettività osservativa e
descrittiva, sono da ritenersi superati, anche a seguito di numerose sentenze della Corte di Cassazione
che hanno sancito la superiorità del metodo grafologico rispetto ai precedenti. Il metodo grafonomico,
quello utilizzato maggiormente dalla polizia scientifica, è fondato su una ricerca di tipo concentrico: dal
generale (connotati) alle peculiarità (connotati salienti), alle peculiarità individuali (contrassegni). In
ogni caso, è sempre il metodo grafologico quello che gode di maggior applicazione e, al contempo, dà
maggiori garanzie di affidabilità. L’oggetto delle indagini è il più vario: può riguardare firme,
testamenti, cambiali e, in genere, qualsivoglia documento su supporto cartaceo. Tuttavia può anche
riguardare: dattiloscritti, anonimografie o scritti murari.
La grafologia non è sufficiente alla redazione di una buona perizia se non è accompagnata dalla
conoscenza dei principi di fisica e fisiologia scritturale. Parimenti una perizia risulta insufficiente se non
viene preceduta da un’approfondita indagine tecnico-strumentale. Il falso può infatti non sussistere a
livello grafologico ma essere un falso materiale, visibile solo con l’utilizzo di idonea strumentazione.
Nello specifico,ogni grafologo che si rispetti deve possedere la strumentazione di classe a) di seguito
elencata:
- Lente d’ingrandimento con decimillimetro;
- Microscopio stereoscopico e microscopio digitale;
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- Illuminazione all’ultravioletto (a mezzo lampada UV o di Wood) che consente di verificare, per effetto
della fluorescenza, la presenza di macchie dovute al danneggiamento della carta per sfregamento,
conseguente a cancellature o per l’uso di acidi, scolorina o altri composti chimici.;
- Illuminazione all’infrarosso che permette di rilevare la brillantezza o l’opacità degli inchiostri
ponendone in risalto, su uno stesso documento, l'eventuale utilizzo di tipi diversi;
- Illuminazione in trasparenza che serve per far emergere eventuali anomalie nel rapporto carta-
inchiostro o nella carta in sé;
- Illuminazione a luce ricadente che può mettere in risalto eventuali raschiature, abrasioni o
imperfezioni della superficie cartacea;
In casi particolarmente complessi, può risultare fondamentale l’utilizzo del profilometro laser 3D
(facente parte della strumentazione di classe b), strumento che può far luce sulla cronologia di
apposizione dei tratti di penna in relazione ai caratteri dattiloscritti nel caso sussistano incroci con questi
ultimi.
“ La Grafologia è una scienza sperimentale che, dalla espressione grafica naturale dello scrivente, ne
rileva la personalità psicofisica, con le componenti intellettive, tendenze temperamentali, attitudini
professionali, costituzione somatica, predisposizioni morbose, congenite e in atto”.
Lamberto Torbidoni