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IL CORRIERE VINICOLO N. 14 27 Aprile 2020 2 C O P E R T I N A In questa seconda serie di interviste abbiamo ascoltato le parole di Andrea Tacchella (Robino & Galandrino), Guglielmo Gai (GAI), Michela Della Toffola (Della Toffola), Renato Fiorin (Enoveneta), Anita Bertolaso (MBF), Emanuele Mazzini (Defranceschi-Sacmi), Andrea Fabiani (Siprem), Benedetto Amoroso (AEB Group), Albano Vason (Vason), Marco Tebaldi (Tebaldi), Filippo Peroni (Vinventions), Paolo Araldo (Diam Sugheri) di GIULIO SOMMA e FABIO CIARLA Le testimonianze degli imprenditori ROBINO & GALANDRINO Qui sotto gli esterni dell'azienda di Canelli (At), e, nell'immagine a destra, la capsulatrice Poker Evo “T ranquilli, ci pensiamo noi adesso. Ma prepariamoci tutti insieme per la ripresa”, potrebbe essere sintetizzato così, estremizzando un po’, il sentiment della maggior parte degli imprenditori intervistati, in questa seconda inchiesta dedicata alla filiera di fornitura dei macchinari e prodotti per il vino. Quasi tutte le aziende, in particolare chi produce attrezzature con tempi di elaborazione lunghi, hanno di che lavorare per i prossimi mesi e si stanno dando da fare per non perdere clienti in Italia o all’estero, pur avendo modificato in modo importante le proprie procedure operative, adeguandosi alle nuove normative di sicurezza. In evidenza però rimane il timore, concreto, che si possa interrompere la catena del valore. Serve liquidità, con accesso facile e veloce, per tutte le imprese della filiera, a cominciare sicuramente dai produttori di vino. La crisi economica, generata da un calo drammatico dei consumi, rischia di incidere in maniera profonda sul settore. E se le cantine piccole e medie piangono, guardando al futuro anche le grandi non ridono. Lo slancio positivo dell’industria manifatturiera e in parte metalmeccanica, dei prodotti per l’enologia e l’imbottigliamento, vuole essere anche supporto e incentivo a fare presto e bene per dare modo ai consumi di ripartire. Gli imprenditori intervistati sono preoccupati sul medio periodo: è necessario iniziare a intravedere nuove possibilità di mercato per il vino, affinché si possa guardare alla prossima vendemmia con qualche certezza in più. L’aumento delle vendite nel canale e-commerce e nella Gdo non riesce assolutamente a calmierare la perdita enorme dovuta al fermo del settore Horeca. Se i consumi non ripartiranno il rischio è che la crisi, che oggi ha colpito innanzitutto i produttori vitivinicoli e la ristorazione, sia solo rimandata per i settori collegati che ora ne stanno risentendo poco o nulla. Il mondo delle filiere di fornitura del vino italiano ha insomma una sorta di “cuscinetto temporale” da sfruttare bene a livello di sistema Paese, un ammortizzatore reso flessibile dalla propensione all’export dei produttori di tecnologie italiani, leader in vari comparti, e dalla versatilità di aziende impegnate anche nella sanificazione oltre che in altri campi della produzione alimentare. Se riusciremo a farlo, allora questo settore riuscirà a reggere meglio l’urto, facendo a sua volta sistema con la filiera vitivinicola, collaborando, spalmando in un certo senso le tempistiche degli effetti negativi di questa incredibile crisi economica su tanti attori diversi, che con uno sforzo comune riusciranno a tenere in piedi il made in Italy vitivinicolo nel suo complesso. La filiera di fornitura tiene, fino alla vendemmia. Ma serve liquidità T ra le aziende meno toccate, al momen- to, dalla crisi ci sono sicuramente i pro- duttori di macchinari, distribuiti tra Marche, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Tutte zone duramente colpite dall’e- mergenza sanitaria, senza tuttavia che la pro- duzione si sia fermata se non in casi specifici. Iniziando dal Piemonte, oggi (mentre stiamo scrivendo) tra le regioni più esposte in termini di progressione pandemica, incontriamo Ro- bino & Galandrino, che rappresenta da sola il 70% della quota del mercato mondiale di cap- sulatrici e gabbiettatrici, oltre alle macchine della gamma Omar R&G (macchine lavasciuga, tunnel di condizionamento e sleeveratrici), rientrata fin dall’inizio nelle cosiddet- te “attività essenziali”. Una eccellenza che si è fatta tro- vare pronta anche in termi- ni di precauzioni, come ci spiega il presidente Andrea Tacchella: “Abbiamo reagito rapidamente, non solo im- plementando i protocolli di sicurezza previsti dalle diret- tive ufficiali ma adottando misure pre- cauzionali ulteriori. In questo con- testo abbia- mo dato la possibilità ai singoli collaborato- ri di decide- re se stare a casa e, salvo pochissime eccezioni del tutto giustificate, la risposta è stata eccellen- te. Abbiamo messo a disposizione gli strumenti necessari all’attivazione dello smart working per le funzioni che lo permettono. Dal punto di vista organizzativo attenzione massima anche alla supply chain, supportata non solo dalle misure di sicurezza ma anche garantendo la continuità per mantenere viva la filiera, sia in un senso che nell’altro. Abbiamo verificato l’operatività dei fornitori e comunicato loro che eravamo opera- tivi e disponibili, se necessario, anche a supporti di tipo finanziario. Il nostro impegno è stato ed è quello di mantenere ai massimi livelli il servizio ai nostri clienti in termini di progetti in corso, di nuovi progetti che si sono nel frattempo aggiun- ti e in termini di assistenza tecnica e ricambi- stica. Per fortuna - continua Tacchella - i pro- grammi dei clienti in Italia e nel mondo stanno andando avanti, con il trionfo delle conference call. In considerazione delle tempistiche di rea- lizzazione delle nostre macchine - conclude - il nostro portafoglio ordini, aumentato in maniera decisa anche in questo periodo di crisi, ci con- sente di guardare al futuro con attenta serenità. Naturalmente auspichiamo soluzioni veloci alla crisi, restiamo convintamente impegnati a ga- rantire la continuità delle attività e a sostenere la catena del valore”. INCHIESTA TRA LE IMPRESE DI MACCHINARI E PRODOTTI PER L’ENOLOGIA (SECONDA PARTE)

GIULIO SOMMA FABIO CIARLA “T · il nostro portafoglio ordini era pieno, abbiamo almeno quattro mesi di lavoro ininterrotto da-vanti, ma siamo consapevoli che il momento di diYcoltà

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Page 1: GIULIO SOMMA FABIO CIARLA “T · il nostro portafoglio ordini era pieno, abbiamo almeno quattro mesi di lavoro ininterrotto da-vanti, ma siamo consapevoli che il momento di diYcoltà

IL CORRIERE VINICOLO N. 14

27 Aprile 20202 C O P E R T I N A

In questa seconda serie di interviste abbiamo ascoltato le parole di

Andrea Tacchella (Robino & Galandrino), Guglielmo Gai (GAI), Michela Della

To8ola (Della To8ola), Renato Fiorin (Enoveneta),

Anita Bertolaso (MBF), Emanuele Mazzini

(Defranceschi-Sacmi), Andrea Fabiani (Siprem), Benedetto Amoroso (AEB

Group), Albano Vason (Vason), Marco Tebaldi

(Tebaldi), Filippo Peroni (Vinventions), Paolo Araldo

(Diam Sugheri)

di GIULIO SOMMA e FABIO CIARLA

Le testimonianze degli imprenditori

ROBINO & GALANDRINO

Qui sotto gli esterni dell'azienda di Canelli (At),e, nell'immagine a destra, la capsulatrice Poker Evo

“Tranquilli, ci pensiamo noi adesso. Ma

prepariamoci tutti insieme per la

ripresa”, potrebbe essere sintetizzato così,

estremizzando un po’, il sentiment della

maggior parte degli imprenditori intervistati,

in questa seconda inchiesta dedicata alla filiera di fornitura dei macchinari

e prodotti per il vino. Quasi tutte le aziende, in particolare chi produce

attrezzature con tempi di elaborazione lunghi, hanno di che lavorare per i

prossimi mesi e si stanno dando da fare per non perdere clienti in Italia o

all’estero, pur avendo modificato in modo importante le proprie procedure

operative, adeguandosi alle nuove normative di sicurezza.

In evidenza però rimane il timore, concreto, che si possa interrompere la

catena del valore. Serve liquidità, con accesso facile e veloce, per tutte le

imprese della filiera, a cominciare sicuramente dai produttori di vino. La

crisi economica, generata da un calo drammatico dei consumi, rischia di

incidere in maniera profonda sul settore. E se le cantine piccole e medie

piangono, guardando al futuro anche le grandi non ridono.

Lo slancio positivo dell’industria manifatturiera e in parte

metalmeccanica, dei prodotti per l’enologia e l’imbottigliamento, vuole

essere anche supporto e incentivo a fare presto e bene per dare modo ai

consumi di ripartire. Gli imprenditori intervistati sono preoccupati sul

medio periodo: è necessario iniziare a intravedere nuove possibilità di

mercato per il vino, a@nché si possa guardare alla prossima vendemmia

con qualche certezza in più. L’aumento delle vendite nel canale

e-commerce e nella Gdo non riesce assolutamente a calmierare la perdita

enorme dovuta al fermo del settore Horeca. Se i consumi non ripartiranno

il rischio è che la crisi, che oggi ha colpito innanzitutto i produttori

vitivinicoli e la ristorazione, sia solo rimandata per i settori collegati che

ora ne stanno risentendo poco o nulla.

Il mondo delle filiere di fornitura del vino italiano ha insomma una sorta

di “cuscinetto temporale” da sfruttare bene a livello di sistema Paese, un

ammortizzatore reso flessibile dalla propensione all’export dei produttori

di tecnologie italiani, leader in vari comparti, e dalla versatilità di aziende

impegnate anche nella sanificazione oltre che in altri campi della

produzione alimentare. Se riusciremo a farlo, allora questo settore riuscirà a

reggere meglio l’urto, facendo a sua volta sistema con la filiera vitivinicola,

collaborando, spalmando in un certo senso le tempistiche degli eKetti

negativi di questa incredibile crisi economica su tanti attori diversi, che con

uno sforzo comune riusciranno a tenere in piedi il made in Italy vitivinicolo

nel suo complesso.

La filiera di fornitura tiene, fino alla vendemmia. Ma serve liquidità

Tra le aziende meno toccate, al momen-

to, dalla crisi ci sono sicuramente i pro-

duttori di macchinari, distribuiti tra

Marche, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e

Piemonte. Tutte zone duramente colpite dall’e-

mergenza sanitaria, senza tuttavia che la pro-

duzione si sia fermata se non in casi specifici.

Iniziando dal Piemonte, oggi (mentre stiamo

scrivendo) tra le regioni più esposte in termini

di progressione pandemica, incontriamo Ro-

bino & Galandrino, che rappresenta da sola il

70% della quota del mercato mondiale di cap-

sulatrici e gabbiettatrici, oltre alle macchine

della gamma Omar R&G (macchine lavasciuga,

tunnel di condizionamento

e sleeveratrici), rientrata fin

dall’inizio nelle cosiddet-

te “attività essenziali”. Una

eccellenza che si è fatta tro-

vare pronta anche in termi-

ni di precauzioni, come ci

spiega il presidente Andrea

Tacchella: “Abbiamo reagito

rapidamente, non solo im-

plementando i protocolli di

sicurezza previsti dalle diret-

tive u@ciali ma adottando

misure pre-

cauzionali

ulteriori. In

questo con-

testo abbia-

mo dato la

possibilità

ai singoli

collaborato-

ri di decide-

re se stare a

casa e, salvo

pochissime

e c c e z i o n i

del tutto giustificate, la risposta è stata eccellen-

te. Abbiamo messo a disposizione gli strumenti

necessari all’attivazione dello smart working per

le funzioni che lo permettono. Dal punto di vista

organizzativo attenzione massima anche alla

supply chain, supportata non solo dalle misure

di sicurezza ma anche garantendo la continuità

per mantenere viva la filiera, sia in un senso che

nell’altro. Abbiamo verificato l’operatività dei

fornitori e comunicato loro che eravamo opera-

tivi e disponibili, se necessario, anche a supporti

di tipo finanziario. Il nostro impegno è stato ed è

quello di mantenere ai massimi livelli il servizio

ai nostri clienti in termini di progetti in corso, di

nuovi progetti che si sono nel frattempo aggiun-

ti e in termini di assistenza tecnica e ricambi-

stica. Per fortuna - continua Tacchella - i pro-

grammi dei clienti in Italia e nel mondo stanno

andando avanti, con il trionfo delle conference

call. In considerazione delle tempistiche di rea-

lizzazione delle nostre macchine - conclude - il

nostro portafoglio ordini, aumentato in maniera

decisa anche in questo periodo di crisi, ci con-

sente di guardare al futuro con attenta serenità.

Naturalmente auspichiamo soluzioni veloci alla

crisi, restiamo convintamente impegnati a ga-

rantire la continuità delle attività e a sostenere

la catena del valore”.

INCHIESTA TRA LE IMPRESE

DI MACCHINARI E PRODOTTI PER L’ENOLOGIA

(SECONDA PARTE)

Page 2: GIULIO SOMMA FABIO CIARLA “T · il nostro portafoglio ordini era pieno, abbiamo almeno quattro mesi di lavoro ininterrotto da-vanti, ma siamo consapevoli che il momento di diYcoltà

IL CORRIERE VINICOLO N. 14

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Guarda ancora più in lungo la GAI, azienda pie-

montese specializzata nei macchinari per l’im-

bottigliamento: “Fino a fine ottobre lavoriamo

per completare gli ordini già ricevuti - ci dice

l’amministratore delegato Guglielmo Gai - non

ci sono stati blocchi delle commesse, al limite

qualcuno ci ha scritto dandoci più margini per

la consegna, che per noi va bene. Guardiamo il

bicchiere mezzo pieno insomma, ci siamo rior-

ganizzati a cominciare da un ‘ripescaggio’ all’ul-

timo minuto visto che inizialmente eravamo

fuori dalle attività essenziali. Certo abbiamo ri-

dotto dove era possibile, il 10% dei dipendenti è

in smart working, mentre in totale ora è opera-

tivo il 95% della forza lavoro, d’altronde abbiamo

la fortuna di avere spazi molto ampi, lavoriamo

in sicurezza in Italia e nelle filiali estere (Usa

e Francia soprattutto, ndr)”. Sul futuro quindi

ottimismo ma anche concretezza: “Ritengo di-

scutibile la formula con cui le autorità hanno

comunicato le decisioni prese, però riconosco

che siamo in una situazione eccezionale, non

mi sento di giudicare l’operato di nessuno. Noi

siamo coperti per sei mesi, ma in queste ultime

settimane non sono entrati ordini o in percen-

tuale molto ridotta. Se, diciamo, tra tre mesi ri-

cominciano ad entrare commesse, bene. Altri-

menti è un problema. Per fortuna, esportando

l’80% della produzione, abbiamo diversi canali e

soprattutto l’Asia ci sta pressando per le conse-

gne, il che ci fa ben sperare. Certo – conclude Gu-

glielmo Gai – avevamo un piano di investimenti

molto ambizioso per quest’anno, compreso un

nuovo stabilimento, e ora ci stiamo chiedendo

se fermarci o proseguire. Di sicuro per il futuro

sarà fondamentale per le aziende poter contare

su un accesso facile e consistente alla liquidità,

l’impressione è che non tutti i clienti saranno in

grado di onorare gli impegni e questo significa

che a cascata anche noi potremmo avere diYcol-

tà a pagare i fornitori, se avviene questo si blocca

tutto il sistema”.

A cavallo tra le regioni più colpite dal Covid-19

c’è Della To[ola con stabilimenti in Veneto,

Piemonte e Lombardia che, dopo una chiusura

iniziale delle attività per 7/8 giorni lavorativi, è

tornata al lavoro in sicurezza, in accordo con le

rappresentanze sindacali. L’azienda, impegnata

non solo nell’enologia ma anche nell’industria

alimentare e delle bevande in generale, è attiva

in tutto il mondo e conta un totale di circa 600

dipendenti. Nonostante questa diversificazione

è stata prima inserita nei codici Ateco delle at-

tività essenziali ma poi estromessa: opera ora

in deroga grazie alla comunicazione al Prefetto.

“Per il personale degli uYci abbiamo attivato da

subito lo smart working – ci dice Michela Della

To/ola, responsabile commerciale estero -, for-

nendo gli strumenti e invitando a continuare

la comunicazione con i colleghi anche da re-

moto. Fondamentale per noi continuare a dare

assistenza agli impianti operativi, fornendo ri-

cambi e assistenza con l’invio di operatori. C’è

stato qualche problema per far rientrare i tec-

nici dall’estero, avevamo due persone in Nuova

Zelanda che hanno dovuto fare le feste lontani

da casa, purtroppo, ma la loro professionalità e

disponibilità sono state molto apprezzate dai

clienti. In particolare dall’azienda che grazie a

loro ha potuto convertire una linea di imbot-

tigliamento dalle bottiglie di whisky a liquido

sanificante”. Per il futuro la situazione è simile

ad altri produttori di macchinari: “Il pacchetto

ordini ai primi di marzo era molto sostanzioso,

lavoreremo a pieno regime fino a giugno, nel

frattempo c’è stato un po’ di rallentamento del-

le commesse ma anche quelli che avevano stop-

pato ora richiamano per confermare, d’altronde

la vendemmia si farà. Vogliamo essere ottimi-

sti, - conferma Michela Della To[ola - pensiamo

ad un giro d’a[ari complessivo simile a quello

dello scorso anno. Per il futuro, sperando le au-

torità tutelino l’industria metalmeccanica, da

parte nostra continueremo a lavorare dando

continuità in particolare ai rapporti umani con

i nostri dipendenti. Anche loro hanno bisogno

di una parola di sostegno, in questo senso il fat-

to che la parte direzionale dell’azienda sia for-

mata da membri della famiglia Della To[ola è

un aspetto positivo”.

Spostandoci verso il Nord-est, incontriamo

Enoveneta, che ha deciso di stoppare la produ-

zione per tre settimane, mentre è proseguita

tutta l’attività commerciale e di progettazio-

ne in smart working. Una decisione presa già

prima delle imposizioni governative, che sono

poi state superate con una comunicazione al

Prefetto grazie alla quale il 14 marzo è ripresa

l’attività nel pieno rispetto di tutte le norme di

sicurezza, riavviando dunque la produzione dei

macchinari per tutte le fasi di lavorazione in

cantina, dal ricevimento dell’uva allo stoccag-

gio del vino. “Il nostro è stato senso di respon-

sabilità verso i dipendenti - ci ha detto Renato

Fiorin, titolare e responsabile vendite - oltre al

fatto che già a fine febbraio erano cominciate

alcune diYcoltà nella logistica e nell’approv-

vigionamento. Abbiamo riaperto in piena si-

curezza, non abbiamo problemi di spazio in

azienda e abbiamo fornito i dipendenti di tutti

i dispositivi di protezione necessari. D’altronde

il nostro portafoglio ordini era pieno, abbiamo

almeno quattro mesi di lavoro ininterrotto da-

vanti, ma siamo consapevoli che il momento di

diYcoltà è generale. Sono un’ottimista e quindi

vorrei direi che, a livello di obiettivi di fattura-

to, speriamo di rimanere sui livelli dello scorso

anno. Le perplessità però arriveranno, e a bre-

C O P E R T I N A

ve, con problemi economici che emergeranno a

cascata. Se il Governo darà liquidità alle attività

allora in molte si salveranno, altrimenti ci sa-

ranno problemi seri su tutta la filiera. Serve uno

sgravio della burocrazia e un aiuto concreto a

cominciare dalle aziende vinicole, che potranno

investire se avranno agevolazioni e vantaggi. Se

investono le cantine – conclude Fiorin – lavore-

remo tutti”.

Da Piazzola sul Brenta in provincia di Padova

andiamo, sempre rimanendo in Veneto, alla

MBF di Veronella, in provincia di Verona. l’a-

zienda specializzata in tecnologie per l’imbotti-

gliamento fondata nel 1997 dai fratelli Antonio e

Anita Bertolaso.

MBF era stata inizialmente esclusa dalle atti-

vità essenziali, poi tramite specifica domanda

alla Prefettura, supportata dalle richieste della

clientela per assistenza e ricambi, ha ripreso

a lavorare in deroga. Molti clienti hanno biso-

gno di continua assistenza, le richieste in pochi

giorni sono arrivate da diverse aziende vinicole

sia italiane che straniere: “Imprese di medie e

grandi dimensioni che hanno stabilimenti in

diverse parti del mondo con cicli di produzione

molto alti” spiega Anita Bertolaso. L’azienda

ha dato subito disponibilità per un’assistenza

telefonica e in remoto, d’altronde “non possia-

mo mandare il personale all’estero e in Italia

per il momento le trasferte sono limitate alle

urgenze inderogabili - continua Anita Bertola-

so -. Abbiamo dovuto selezionare una parte di

clienti importanti per cui lavorare in base alle

criticità segnalate e abbiamo ridotto il persona-

le”. Attualmente solo un terzo dei 160 dipendenti

lavora. Premesso che da subito ci siamo dati da

fare per adeguarci all’applicazione del protocol-

lo sanitario, fatto che ci permette di essere pron-

ti e ragionevolmente tranquilli sulla ripresa in

sicurezza, ora stiamo rivedendo e ottimizzando

i nostri piani produttivi al fine di ridurre al mi-

nimo le disfunzioni generate inevitabilmente

dall’emergenza con l’obiettivo di ripartire al

100% e al meglio. Il nostro personale, coinvolto

fin dall’inizio di questa emergenza, sta collabo-

rando e reagendo con serietà e responsabilità. Il

rapporto di partnership sviluppato negli anni

con clienti e fornitori ci ha sicuramente aiutato

nel rimodulare la pianificazione per ridurre al

minimo le disfunzioni inevitabilmente genera-

tesi. Abbiamo messo in atto tutto quanto possi-

bile per farci trovare pronti ai blocchi di parten-

za non appena sarà dato il via, con l’auspicio che

tutti i comparti riprendano”.

GUGLIELMO GAI

Amministratore delegato di GAISopra: veduta aerea dell'azienda

VITTORIO E MICHELA DELLA TOFFOLA

rispettivamente, presidente e responsabile commerciale esteroSotto: panoramica dell'azienda

RENATO FIORIN

Titolare e responsabile vendite di Enoveneta

ANITA BERTOLASO

Titolare della MBF di Veronellae un impianto dell'azienda

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LE TESTIMONIANZE DEGLI IMPRENDITORI

ga ancora Mazzini: “La produzione per noi tradi-

zionale di tecnologie per le cantine di alto livello,

dalla ricezione delle uve allo stoccaggio, non su-

birà e non so7rirà la crisi, anzi pensiamo di fare

meglio dello scorso anno avendo riscontrato già

degli incrementi. Quello che invece subirà un

forte ridimensionamento è il nuovo business del

design legato all’hospitality in cantina, abbiamo

ordini che ci impegnano fino a maggio, poi l’at-

tività crollerà. Parliamo per questo settore di un

-60/70%, che significherà una riduzione prevista

di circa il 25% a livello complessivo”. Problemi e

soluzioni per il futuro? “Abbiamo qualche pro-

blema con l’eccesso di allarmismo dei media - ri-

sponde Mazzini –, dall’estero spesso ci chiedono

foto dei prodotti in lavorazione perché non cre-

dono che stiamo davvero operando”.

Stesse diOcoltà all’inizio per la Siprem, azienda

marchigiana specializzata nelle attrezzature per

la vinificazione, come ci spiega il direttore gene-

rale Andrea Fabiani: “All’inizio rientravamo tra

le attività essenziali, poi siamo stati esclusi e ci

siamo fermati per una settimana, alla fine abbia-

mo fatto una richiesta in deroga alla Prefettura,

anche perché sarebbe stato impossibile bloccare

l'attività vista la stagionalità dell'azienda e con-

siderando che ad agosto inizierà la vendemmia.

Non siamo comunque a pieno regime, non tutti

i fornitori lavorano e i flussi delle materie prime

sono discontinui. Una situazione poco edifican-

te, troppa confusione, le nostre macchine hanno

bisogno anche di 1.000 ore di lavorazione, non si

fanno in un giorno insomma. Comunque abbia-

mo preso tutte le cautele, concordate tramite un

protocollo condiviso con i sindacati, istituendo

anche un comitato di sicurezza interna che si ri-

unisce una volta alla settimana. In e7etti, la pro-

vincia di Pesaro è una delle zone più colpite dopo

quelle della Lombardia”. Nonostante le diOcoltà

si lavora sugli ordini e si scommette sull’Italia:

“Per fortuna arrivano gli ordini dall’Estremo

Oriente, da noi invece la situazione è diOcile,

si respirano incertezza e paura. Alcuni clienti

non hanno annullato ma sospeso le commesse,

spero che con la ripresa ritorni la domanda ma

diciamo che in alcuni casi stiamo costruendo a

nostro rischio e pericolo”. Mentre la richiesta alle

autorità è per agevolare l’accesso al credito, an-

che cominciando dalle cantine. “Quello che serve

è la liquidità - ribadisce Fabiani - credito veloce

per le aziende e occorre tagliare la burocrazia in

tutte le direzioni. E poi c’è un altro problema: au-

menteranno le spese, tutti i nuovi interventi sul-

la sicurezza faranno lievitare i costi generali. In

pratica aumentano i costi e diminuiscono i fattu-

rati: inevitabile che i problemi ci saranno. Infine

bisogna trovare una via d’uscita per i consumi,

le cantine sono piene e tra quattro mesi arriva la

vendemmia”.

Ancora nel campo delle macchine rientra la De-

franceschi, produttrice di tecnologie per cantine

acquisita, a fine 2016 dal fallimento, dal Grup-

po Sacmi. Siamo in Emilia Romagna, anche qui

il Covid-19 ha fatto paura ma l’azienda “non ha

mai interrotto la produzione – come ci confer-

ma l’amministratore delegato Emanuele Maz-

zini - sebbene siamo andati a dormire sapendo

di essere nelle attività essenziali per scoprire il

mattino dopo di essere stati esclusi. Con una buo-

na dose di proattività abbiamo fatto subito una

comunicazione al Prefetto, seguendo le procedu-

re centralizzate della Sacmi. Anche per le misure

di sicurezza abbiamo agito introducendo, prima

che diventassero obbligatorie, su indicazione del-

la Sacmi, tutte le precauzioni in tema di sicurezza

nei luoghi di lavoro. Siamo stati anche facilitatori

per alcuni fornitori strategici, grazie ai nostri or-

dini hanno potuto dimostrare di dover rimanere

aperti. In pratica il vino ha salvato i produttori di

macchine ma anche i loro fornitori”. Due le diret-

trici di sviluppo comprese nei piani pluriennali

dell’azienda, con ricadute di7erenti, come ci spie-

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EMANUELE MAZZINI

Amministratore delegato di Defranceschi (azienda del Gruppo Sacmi),

e, sopra, l'interno dei reparti produttivi

ANDREA FABIANI

Direttore generale di Siprem

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C O P E R T I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 14

27 Aprile 2020 5

Ametà strada tra macchine e prodotti

di consumo, spesso occupandosi di en-

trambe le cose, ci sono aziende come AEB

Group, Vason e Tebaldi. Abbiamo raccolto anche le

loro storie, con qualche sorpresa relativa ad alcu-

ne nuove opportunità.

“Il nostro gruppo non ha mai chiuso – chiarisce

Benedetto Amoroso, responsabile dell’unità

dedicata all’Enologia di AEB Group -, d’altronde

forniamo anche il settore alimentare e quello far-

maceutico. Sul lato pratico ci siamo mossi subito

per la digitalizzazione dei processi e per fornire

supporto ai clienti, delocalizzando gli stock e im-

plementando il nostro sistema operativo nelle 15

filiali sparse nel mondo, diCondendo quanto sta-

vamo facendo già in Italia in pratica. Le nostre

conoscenze in tema di sanificazione sono state

subito al centro di numerose richieste, sia come

detergenti sia come consulenze su protocolli ope-

rativi da applicare alle imprese. Ancor prima di

stratore delegato - grazie alle commesse prese nei

mesi precedenti l’emergenza abbiamo impegni

per i prossimi tre mesi. Ci sono parecchie tratta-

tive in fase di definizione, ma vista la situazione

bisogna capire se verranno confermate o se ver-

ranno rimandate. Per i prodotti è andato bene il

primo trimestre, ma stimiamo una riduzione nel

mese di aprile. D’altronde la contrazione dei con-

sumi è importante visto il blocco dell’Horeca, solo

quando riapriranno i locali ripartirà il settore”.

Oltre a questo, rimane sul tavolo il tema dei flussi

economici: “Bisognerebbe sicuramente immette-

re liquidità nel sistema - continua Albano Vason

– anche a fondo perduto, per far fronte alle man-

cate vendite, e poi oCrire un sistema di garanzie

perché le forniture vengano pagate. Nel nostro

settore c’è la brutta abitudine, al primo sentore di

crisi, di farsi ‘finanziare’ dai fornitori. Il problema

DIRETTORE EDITORIALE

ERNESTO ABBONA

DIRETTORE RESPONSABILE

GIULIO SOMMA [email protected]

CAPOREDATTORE

CARLO FLAMINI c.;[email protected]

REDAZIONE

ANNA VOLONTERIO [email protected]

HANNO COLLABORATO:

Fabio Ciarla, Rossella Contato, Clementina Palese

GRAFICA

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SEGRETERIA DI REDAZIONE

tel. 02 7222 281 [email protected]

PROMOZIONE & SVILUPPO

LAURA LONGONI, tel. 02 72 22 28 41, [email protected]

GraLca pubblicitaria: [email protected]

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aderisce al progetto europeo

a produrre sistemi di sanificazione con ozono,

oggi il know-how di 12 anni di sviluppo torna

di grande utilità. È già nato un ampliamento di

gamma per impianti medio-piccoli, utili per am-

bienti e contesti non industriali come ristoranti,

agriturismi e wine shop”. Stimolato sulle neces-

sità delle aziende, Marco Tebaldi conferma il sen-

timent generale, quello che serve è liquidità ma

anche innovazione: “dico spesso che ho ‘più idee

che tempo per realizzarle’, una di queste vorrebbe

mettere in rete aziende piccole e medie per aiu-

tarle a migliorare le loro performance commer-

ciali, impattando però in modo minimo sui costi

pur investendo sulle giuste professionalità. Poi c’è

l’implementazione del ‘pacchetto sostenibilità’,

legato a Freewine, operativo su biologico, vitigni

resistenti e riduzione dei residui di fitosanitari”.

In una ideale catena di produzione, che rap-

presenta anche un collegamento temporale

per quanto riguarda gli eCetti di questa cri-

si, si arriva infine ai fornitori di consumabili per

le cantine legati in particolare all’atto finale, la

chiusura. Dovrebbero essere queste le aziende in

maggiore crisi in questo momento, ma le sorprese

non mancano per fortuna, come ci hanno raccon-

tato i rappresentanti italiani delle multinazionali

Vinventions e Diam.

“Probabilmente l’essere presenti anche in Cina ci

ha agevolato sui tempi, la Vinventions ha saputo

dare una risposta immediata all’emergenza con

l’applicazione di regole ferree uguali in tutti gli

stabilimenti del mondo”, queste le prime parole

di Filippo Peroni, direttore commerciale Italia

del gruppo. Sugli eCetti della crisi dei consumi

la risposta è inevitabilmente meno netta: “L’i-

nizio dell’anno ci aveva visti partire molto bene,

poi la situazione è cambiata ma non c’è stato un

vero crollo, più un cambiamento della tipologia

di cliente. Le perdite di chi lavora soprattutto con

l’Horeca, dal nostro punto di vista, sono

bilanciate dall’aumento di quanti

lavorano con la Gdo. Ci sono diCe-

renze anche a livello di tipologia

di chiusura, per il tappo a vite ad

esempio non registriamo flessione

ma anzi più richieste, anche grazie

alla ripartenza del mercato

cinese, e in generale

vanno bene le fasce

entry level mentre

sono penalizzati i

prodotti premium.

Chiaro è che tutti

auspichiamo una

ripartenza dell’Horeca il prima possibile, la

situazione sta creando grossa soCerenza

per gran parte dei nostri clienti ai qua-

li cerchiamo di essere vicini e dare

massimo supporto. La situazione in

eCetti spinge a lavorare in modo di-

verso, il contatto umano è diventato

molto importante. Ci siamo anche

messi a disposizione organizzan-

do dei Webinar di contenuto tecnico

che stanno avendo un grandissimo

successo, raggiungendo quasi i 1.000

iscritti”. Per quanto riguarda le attività

da mettere in campo per la ripresa, Pe-

roni manda un segnale allo Stato e uno

al settore: “Speriamo arrivi presto un se-

gnale di sblocco che faccia ripartire, anche

cautamente, i consumi. L’impatto della crisi

economica globale non mancherà. Da parte

nostra siamo anche strutturati per dare un

supporto alle aziende clienti a livello finan-

ziario, ma la situazione dovrà essere gestita in

maniera responsabile da tutti, non è pensabile

rovesciare tutti i problemi al livello sottostante”.

Paolo Araldo, amministratore delegato del grup-

po “Paolo Araldo – Belbo Sugheri - Diam Sugheri”

con sede nell'astigiano, si confronta quotidia-

namente con le cantine italiane e quindi con le

conseguenze immediate della crisi dei consumi.

“Certamente ci sono dei cali negli ordini – confer-

ma Araldo - in quanto il consumo di vino paga in

modo pesante la chiusura dei bar e dei ristoranti,

che sono i maggiori canali di vendita di una par-

te molto rilevante del settore. L’incremento delle

vendite di vino e spumanti destinato alla grande

distribuzione, riguarda infatti solo alcune canti-

ne”. Questo in un momento di ovvia fibrillazio-

ne per l’azienda piemontese: “Noi siamo rimasti

sempre aperti in quanto rientriamo nella filiera

alimentare, ma abbiamo dato ai nostri dipendenti

la possibilità di scegliere se continuare a lavorare,

ovviamente con tutte le norme di sicurezza pre-

viste. In questo tra l’altro eravamo avvantaggiati

dalle nostre certificazioni ISO22000 FSSC, che im-

pongono regole intransigenti di igiene. Procedure

implementate con l’uso di mascherine di prote-

zione, controllo della temperatura e distanzia-

mento degli operatori, reso possibile instaurando

turni di lavoro. Uno sforzo condiviso con il nostro

fornitore Diam Bouchage, che ha adottato le no-

stre stesse misure”. Problemi interni insomma

quasi nessuno, dall’esterno qualcosa invece è suc-

cesso: “Ci sono stati ritardi all’inizio nei trasporti

nazionali – ci conferma Paolo Araldo - che sono

rientrati adottando anche in questo caso delle

norme di comportamento adeguate”. Per le rispo-

ste attese dallo Stato, Paolo Araldo ne auspica una

in particolare: “Ci auguriamo che vengano soste-

nute tutte le attività di ristorazione e bar, con in-

terventi che consentano loro di superare questo

periodo e soprattutto di riaprire al più presto. Bi-

sogna dare nuovamente vita al comparto enoga-

stronomico che rappresenta una voce importan-

tissima per il nostro Bel

Paese”. Giulio Somma

e Fabio Ciarla

BENEDETTO AMOROSO

Responabile Unità Enologia AEB Group

ALBANO VASON

Amministratore delegato di Vason

finanziario si vedrà tra un po’ di tempo, ma ades-

so bisogna pensare a far ripartire i consumi, non

solo in Italia, incentivando il turismo e stabilendo

norme chiare che regolino il settore a livello di si-

curezza nei locali. Un altro mese di blocco – con-

clude Vason – sarebbe già troppo”.

La Tebaldi, azienda veneta dedicata allo svilup-

po di biotecnologie e produzione di attrezzature

per l’enologia, si è focalizzata subito sulle risorse

umane e poi sui nuovi business aperti dalla cri-

si. “Ci siamo preoccupati con anticipo dei nostri

dipendenti – ci dice Marco Tebaldi, il fondatore

dell’azienda -, quando è uscito il protocollo con-

diviso con i sindacati stavamo già facendo tutto, e

anche di più, da 10 giorni. Abbiamo poi aggiunto

una polizza assicurativa specifica per i nostri la-

voratori, per dare serenità. Inoltre abbiamo messo

a disposizione un coach per lavorare su un’idea

comune dell’azienda, come una famiglia. Mi-

sure che hanno generato resilienza, coesione

e spirito di squadra, incanalati in una reazio-

ne forte che ha già preso concretezza in un

nuovo piano di marketing rivisto e adeguato

al mondo che troveremo”. Il business della

Tebaldi è equamente diviso tra pro-

dotti consumabili e impiantistica,

come da previsioni i primi sono

crollati ad aprile, dopo un +25%

del primo trimestre, mentre

la seconda sta dando respiro

grazie agli ordini già inca-

merati. E poi c’è il business

della sanificazione: “Nel

progetto ‘Freewine’ partito

nel 2008 avevamo iniziato

parlare della fase 2 abbiamo lavorato a un inno-

vativo piano sull’igiene del lavoratore, spostando

l’attenzione dalla sicurezza alimentare del pro-

dotto alla sicurezza sanitaria dell’uomo. Un ope-

ratore informato è più utile di una serie di rego-

le operative, perché le situazioni sono e saranno

mille e tutte diverse”. Una branca già presente nel

business di AEB Group, che sicuramente aumen-

terà e sul quale si stanno investendo energie: ma

sul fronte enologia qual è la situazione? “Sull’onda

della paura delle chiusure – ci dice ancora Amoro-

so - a marzo abbiamo registrato ottimi ordinativi,

alcuni hanno fatto scorta. In eCetti le cantine che

lavorano con la Gdo non hanno problemi veri per

il momento, soCrirà molto chi vende solo nell’Ho-

reca, ma siamo ottimisti pensando alla vendem-

mia. La stress analisi che abbiamo fatto ci con-

sente di stare tranquilli per alcuni mesi, sperando

riparta comunque al più presto il flusso dei con-

sumi”. Sul piano dei provvedimenti da adottare

Amoroso si concentra su formazione e aiuti: “Ser-

vono incentivi diretti per la disinfezione persona-

le e degli ambienti, un modo per garantire chi la-

vora ed evitare altri blocchi. E diventa sempre più

importante la formazione degli operatori, fatta

con personale qualificato e preparato, che dovreb-

be essere a nostro avviso finanziata dall’Inps”.

Vason conta tre stabilimenti produttivi in Italia,

due dedicati ai prodotti enologici e uno metal-

meccanico, i primi sono rimasti sempre aperti

rientrando nella filiera del beverage e alimen-

tari, mentre l’impiantistica si è fermata per due

settimane. La situazione operativa è quella im-

maginabile: “Il lavoro per le attrezzature procede

normalmente - ci dice Albano Vason, ammini-

MARCO TEBALDI

Titolare dell'omonima azienda

FILIPPO PERONI

Direttore commercialeItalia Vinventions

PAOLO ARALDO

Amministratore delegato Paolo Araldo -Belbo Sugheri - Diam Sugheri

Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana

adriana.andreis
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