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Recupero, restrutturazione e messa a valore dell’edilizia storica www.giuseppecacioppoarchitetto.it

Giuseppe Cacioppo Architetto

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Recupero, restrutturazione e messa a valore dell’edilizia storica

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Conoscere per progettare Lo studio - una sorta di “Laboratorio per l’Architettura Storica - nasce a Sambuca di Sicilia nel 2004 dopo un’esperienza lavorativa iniziata nel 2000 presso uno studio palermitano. Ha come obiettivo il recupero, il consolidamento e la messa a valore dell’edilizia storica e monumentale. L’obiettivo professionale è la produzione di progetti articolati, a partire dalla conoscenza del manufatto, tale da coniugare le esigenze del recupero e della rifunzionalizzazione dell’organismo architettonico, dalla conservazione all’adeguamento impiantistico e strutturale, fino allo sviluppo degli allestimenti interni e al disegno degli elementi di arredo ove necessario. L’utilizzo di materiali tradizionali come la pietra, il legno, il metallo e il vetro esaltano la metodologia di integrazione nel rispetto delle tradizioni costruttive. Nell’attività dello studio trovano sintesi idea, funzione, materia e bellezza.Al suo attivo il recupero di importanti edifici religiosi, palazzi aristocratici ed edilizia residenziale quest’ultima ubicata per lo più nel centro storico di Sambuca.

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Gianluca è il primo sambucese che guarda con attenzione al centro storico. E alla sua valorizzazione. Quarantenne, tecnico specializzato di apparecchi elettromedicali, con spiccate doti per tutto quello che è attività manuale, può essere considerato il pioniere del ripopolamento del Quartiere Saraceno. Dopo uno studio del quartiere e delle unità abitative che offre, il committente decide di acquistare casa. L’immobile, un piccolo quadrivani articolato su due livelli, era di proprietà comunale. Si tratta di architettura povera, abbandonata dal 1968, che porta i segni dei suoi anni. E della storia. Si inserisce all’interno di un contesto interessante. Una stretta via che si apre su un cortile dal quale si accede alla piccola abitazione. Un verde e rigoglioso gelsomino posto davanti casa da colore al prospetto. E il nome alla casa. Il testo architettonico è impegnativo. Il suo recupero è una sfida. Ad iniziare dai materiali che costituiscono l’organismo architettonico. Pietra arenaria, putrelle a doppio “T”, mattoni in cotto, piastrelle in ceramica. Pur lasciando inalterata la morfologia della casa - un tempo destinata alla convivenza di animali da soma e abitazione dei proprietari - è necessario riorganizzare gli ambienti dando loro nuove destinazioni d’uso. I lavori svelano archi in pietra, muri perimetrali e cornici in conci di tufo che vengono messi a valore. L’avanzare dei lavori fa rinvenire nel sottosuolo una cava di pietra utilizzata nel tempo per estrarre i conci per costruire le case. Viene svuotata e resa fruibile grazie al solaio in vetro calpestabile, un taglio nel pavimento che diventa uno squarcio con la storia. Del sito e di Sambuca. Poi il soppalco che raddoppia lo spazio utile del living ed un piccolo terrazzo dove trascorrere le calde serate estive.

Casa del Gelsomino / 2009

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La volontà di salvaguardare la storia di famiglia e la memo-ria di una cultura del vivere sono alla base di un restauro importante, sotto la vigilanza della Soprintendenza alle Bel-le Arti. La casa, appartenente a un funzionario dello Stato, si sviluppa su una superficie di circa 200 mq per ognuno dei due livelli. Sul lato inferiore, è stato poi ricavato un al-tro appartamento di servizio. Molto interessante la grande sala, ricavata da quelli che un tempo erano i magazzini del palazzetto. Utilizzati per conservare il grano, i magazzini non hanno pareti divisorie, e conservano le ampie volte a crociera e i pilastri con catene: il colore dominante è quello caldo della pietra arenaria, in tono con il pavimento di cotto di Racalmuto tirato a mano. Il livello superiore è ora il vero e proprio appartamento. Elegante e sobrio, l’appartamento ha condizionato le scelte degli spazi abitativi alla presenza di ampie volte affrescate di valore. Recuperati i pavimenti in cementine e graniglia di marmo, in linea con l’anima Decò della casa, mentre i colori scelti per le pareti sono stati neu-tri, proprio per valorizzare le volte. Nonostante la presenza di una storia architettonica importante, la casa non perde una sua riacquistata contemporaneità: il riscaldamento a pavimento, gli arredi moderni e minimalisti sono perfetta-mente in linea con la personalità del proprietario e con l’a-nima della casa.

Casa degli Affreschi / 2010

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La vista arriva sino al Cretto di Alberto Burri, la più grande opera di land art del maestro di Città di Castello. E tutto attorno, si susse-guono colline, pendii, orti: la campagna siciliana. La proprietaria - giornalista e scrittrice - ha scelto la sua casa come un rifugio, dopo molti anni trascorsi in Medio Oriente. Le ricordano Gerusalemme e Nablus, dice spesso. Le frequentazioni mediorientali, soprattut-to arabe, sono evidenti nelle scelte - tutte condivise – legate alla ristrutturazione. Conservativa nello spirito e nelle citazioni che percorrono tutta la casa, la ristrutturazione si è fondata, certo, sull’utilizzo delle materie prime siciliane. Anzitutto la pietra are-naria, e poi la pietra proveniente dalla cave attorno a Sambuca, il cotto dell’agrigentino, la ceramica prodotta tra Burgio, Sciacca, Calamonaci. Il legame strettissimo con il contesto è stato, comun-que, inserito nella storia tutta mediterranea della famiglia. Di qui l’arredamento proveniente tutto dal Medio Oriente, la scelta dei colori, i continui richiami a una cultura comune dell’abitare. Pro-tesa come una prora di nave, la Casa del Ciuciulìo si sviluppa su quattro livelli, compreso quello sotterraneo della cosiddetta ‘pur-rera’ o cava, per un totale di circa 200 mq. E’ il risultato dell’unione di tre unità abitative che sono state collegate tra di loro.

Casa del Ciuciulio / 2011

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La ristrutturazione riguarda un appartamento sito nel centro storico di Sambuca. I due proprietari, giornalisti di professione, arrivano nel 2011 per la prima volta a Sambuca. Una visita veloce. Affascinati dal centro storico, vi tornano nella primavera. I colori della pietra, il sole che riverbera sulle strette e silenziose vie, il calore della gente diventa ottima ragione per l’acquisto della casa, anzi delle due case confinanti. Il progetto in primis ha messo insieme le due unità edilizie. Riorganizzato gli spazi. Dato nuova vitalità agli ambienti, valorizzato i sottotetti che ora diventano spazi del vivere quotidiano. Soprattutto relazionato tra loro terrazzi e ambienti posti su tre livelli diversi. Immagino uno spazio abitativo che possa rappresentare un ponte tra passato e presente. Si è agito per sottrazioni e demolizioni, un modus operandi che ha messo a nudo le strutture originali, maioliche e volte a botte, che vestono di unicità gli spazi, pietra arenaria e mattoni in cotto. L’alcova con i relativi cabinet alla francese viene recuperata e messa a valore. Nuova vita ai servizi igienici diversi per quadratura ed utilizzo di materiali. L’apertura di un “giardino” coperto accanto il ballatoio di arrivo al primo piano ha conferito qualità all’ambiente. E poi il grande terrazzo al secondo livello che serve l’accogliente living e cucina con la sua finestra in lunghezza che la proietta verso la campagna sambucese. Verso indescrivibili tramonti.

Casa dell’Arricriu / 2012

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La Francia è arrivata nel cuore di Sambuca attraverso il gusto sin-golare per i colori e per le materie della proprietaria di questa casa nascosta nei Vicoli Saraceni. Studiosa e docente universita-ria, da molti anni a Parigi, la proprietaria ha inserito un respiro europeo nel recupero attento della casa su due livelli. Sono stati infatti recuperati gli spazi tradizionali, come la stalla, e i segni architettonici del tempo, come la scala esterna. La conservazione rispettosa dell’edificio si è unita, in un melange unico, all’utilizzo di colori decisi e contemporanei.Il filo che unisce i diversi spazi interni è il pavimento neutro in cemento resinato, che mette in risalto la struttura labirintica della casa, dove ogni angolo ha assunto una funzione precisa. La scala che porta al terrazzo di copertura corre lungo la scala preesisten-te, rimasta come memoria del passato e rivisitata nella sua fun-zione. Il terrazzo è un altro esempio interessante di valorizzazione dell’esistente attraverso l’azzurro, deciso e affascinante che fa da cornice al fonte incastonato in una delle pareti.

Casa del Limone / 2013

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Il prospetto ricorda quello di una casa toscana, perché la Casa del Sarto segue la curva leggera del vicolo. Anche in questo caso, vi è stato il rispetto profondo della cultura dell’abitare di Sambuca, con il recupero della pietra arenaria della facciata e la scelta degli infissi di un verde scuro e profondo. La casa si sviluppa su quattro livelli, con una purrera profonda. Elemento fondamentale del re-cupero è stata la verticalità: la casa si gioca infatti sulle scale che segnano una cesura tra il lato su cui si sviluppano le due stanze da letto (quasi due monolocali) e il lato che, di fronte, ospita lo studio del padrone di casa, giornalista ed esperto di Medio Oriente. Tra le due ali, il vuoto che si protende verticalmente per sei metri sino al soffitto e all’ampia vetrata. Le citazioni rimandano a una Sicilia che è allo stesso tempo luogo della tradizione e contenitore delle esperienze dell’emigrazione. L’antico forno con maioliche è stato dunque recuperato. Sono state usate pietra lavica e cementine rivisitate secondo lo stile esistente negli anni Trenta. E nel vuoto è stata collocata una scala in ferro che si poggia su un’alta parete a mattoncini in cotto di Gela: un rimando a quell’America deside-rata e digerita. I colori scelti sono profondi e scuri, per ricevere il sole siciliano.

Casa del Sarto / 2014

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Recupero, ristrutturazioni e messa a valore dell’edilizia storica

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