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GLI AUTORI DISPONIBILI
Una casa tra due mari, il luogo del ritorno. Dentro quelle stanze si è incagliata l'esistenza di una donna. Che solo riattraversando la propria storia potrà davvero liberarsene. Nadia Terranova racconta l'ossessione di una perdita, quel corpo a corpo con il passato che ci rende tutti dei sopravvissuti, ciascuno alla propria battaglia.
€ 17,00
Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha richiamata in vista della
ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo
dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare
i conti con il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre
è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è piú tornato. Sulla
mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un’identità
fondata sull’anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme.
Specchiandosi nell’assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel
sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi,
lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena. Fra il tramonto e la
cena, l’assenza di mio padre tornava a visitarmi. Aprivo il balcone sperando che il temporale
filtrasse dai soffitti e squarciasse le crepe sul muro, supplicavo la tramontana di trasformarsi in
uragano e rovesciare in terra l’orologio e le sedie, all’aria il letto, i cuscini, le lenzuola. Non vuoi
sapere che sono diventata grande, non ti interessa?, chiedevo, e nessuno rispondeva.
Nadia Terranova (Messina, 1978) vive a Roma. Per Einaudi Stile Libero ha scritto i romanzi Gli anni al contrario (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l'americano The Bridge Book Award) e Addio fantasmi (2018, finalista al Premio Strega). Ha scritto anche diversi libri per ragazzi, tra cui Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012), Casca il mondo (Mondadori
2016) e Omero è stato qui (Bompiani 2019). È tradotta in Europa e negli Stati Uniti. Collabora con «la
Repubblica» e altre testate.
€ 18,00
Niente è piú spericolato dell’amore. Soprattutto dell’amore per un bambino. Dopo aver fatto i conti con la sgangherata famiglia di I miei genitori non hanno fi gli, Marco Marsullo ci trascina nel mondo, pieno di stupore, di una famiglia improvvisata. Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Cosí quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo fi glio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto. Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fi ngersi d’improvviso morti e primi batticuori. In piú, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall’Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre «ragazzi» abbandonati imparano ad appoggiarsi l’uno all’altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.
MARCO MARSULLO è nato a Napoli nel 1985. Ha esordito per Einaudi Stile Libero nel 2013 con Atletico Minaccia Football Club. Nel 2014 è uscito L’audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache; nel 2015, I miei genitori non hanno figli e, nel 2018, Due come loro. Insegna scrittura creativa in una scuola elementare della sua città.
ANNO pubblicazione 2019 € 17,00
Nasce a Torre del Greco (in provincia di Napoli) nel 1974 ma cresce a Nocera Inferiore (in provincia di Salerno)[1], dove si diploma presso il locale Liceo Classico Giambattista Vico. Successivamente si laurea in Lettere Classiche all'Università di Napoli Federico II con una tesi in glottologia, diretta da Federico Albano Leoni. In seguito si specializza come interprete della Lingua Italiana dei Segni e ha lavorato all'E.N.S. di Napoli, dove vive.
IL LIBRO
Può una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di
Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in un armadietto chiuso a chiave insieme a
tutti i pensieri e inizia un tempo sospeso, un’isola nell’isola dove le colpe possono finalmente
sciogliersi e sparire. Almarina è un’allieva nuova, ce la mette tutta ma i conti non le tornano: in
quell’aula, se alzi gli occhi vedi l’orizzonte ma dalla porta non ti lasciano uscire. La libertà di due
solitudini raccontata da una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore.
Esiste un’isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un
vascello, Nisida è un carcere sull’acqua, ed è lí che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un
gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant’anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il
cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il
futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte.
Il labirinto inestricabile della burocrazia, i lutti inaspettati, le notti insonni, rivelano l’altra loro
possibilità: essere un punto di partenza. Nella speranza che un giorno, quando questi ragazzi
avranno scontato la loro pena, ci siano nuove pagine da riempire, bianche «come il bucato steso alle
terrazze». Questo romanzo limpido e intenso forse è una piccola storia d’amore, forse una grande
lezione sulla possibilità di non fermarsi. Di espiare, dimenticare, ricominciare. «Vederli andare via
è la cosa piú difficile, perché: dove andranno. Sono ancora cosí piccoli, e torneranno da dove sono
venuti, e dove sono venuti è il motivo per cui stanno qui».
€ 16,50
Il libro
Alba ha la sindrome di Down e appena nata è stata lasciata in ospedale. Trenta famiglie l’hanno
rifiutata prima che il tribunale decidesse di affidarla a Luca Trapanese. Gay, cattolico praticante,
impegnato nel sociale: con lui è stato inaugurato il registro degli affidi previsti dalla legge per i
single. Ma Luca non è spaventato. Di battaglie ne ha combattute tante, conosce il dolore e ha
imparato a trasformarlo, abbattendo muri e costruendo spazi di solidarietà. Il suo non è un gesto
caritatevole: vuole semplicemente una famiglia. E per difenderla consegna la sua storia a un altro
padre, che ha la sua età e il suo stesso nome, ma non potrebbe essere piú diverso. Luca Mercadante
è ateo e favorevole all’interruzione di gravidanza. Ed è convinto che la paternità passi per il sangue
prima che per l’accudimento. Cosa resta del padre quando è privato anche di qualcuno che possa
raccogliere la sua eredità intellettuale? Dal racconto della vicenda di Alba, tra difficoltà pratiche,
momenti di sconforto e molta gioia, affiorano inattese le ragioni di una scelta importante e
fortissima. «Qualche minuto prima che il sole sorga, Luca prende Alba e la porta alla finestra per
farle vedere l’inizio della vita. Spalanca le persiane, l’aria nuova ripulisce la stanza dalle paure della
notte. Il primo raggio di luce si arrampica sulla vetta della montagna e a Luca viene in mente la
storia di un gigante scalatore che vuole arrivare al cielo. Pensa che dovrebbe scriverla per
raccontarla al suo nuovo amore; per il momento si accontenta di bisbigliarle una canzone
all’orecchio mentre la culla».
Luca Trapanese è nato a Napoli il 14 gennaio 1977. È padre di una bambina down che ha adottato nel 2018.
Viaggia molto da quando aveva 14 anni prediligendo i paesi in via di sviluppo. Ama l’India e l’Africa dove ha
svolto da sempre attività di volontariato, coordinando progetti molto importanti collaborando con le suore
di Madre Teresa. E’ cresciuto spiritualmente a Lourdes, nel treno bianco dove ha instaurato intensi rapporti
con tanti ragazzi disabili e si è formato nella parrocchia nella SS. Trinità guidata da Don Gennaro Matino.
Fonda “A ruota libera Onlus” con Eduardo Savarese ed insieme realizzano una lunga serie di progetti legati
alla disabilità. Di recente ha fondato delle comunità per ragazzi disabili senza genitori ed una casa famiglia
per bambini con gravi malformazioni, unica in tutto il sud Italia. Coordina da dieci anni i progetti della
Fondazione del Cardinale di Napoli e collabora attivamente con enti benefici di rilievo come il Pio Monte
della Misericordia. Nel tempo libero dipinge acquerelli, soprattutto durante i suoi viaggi.
«Mi domando com'è possibile che una ragazza di diciotto anni senta di essere
cresciuta troppo in fretta. Se è accaduto, è anche colpa nostra. Ci rimproverano di
mostrarci arresi. Ci chiedono di insegnare loro a non rinunciare alla felicità. È
questo che dovrei fare? So farlo?»
€ 16,50
Giancarlo Visitilli, è un giovane professore che insegna Lettere a Bari. Giornalista, da anni firma
una rubrica su «la Repubblica», nella pagina di Bari, che si chiama In cattedra. Ha fondato la
cooperativa sociale «I bambini di Truffaut» ed è ideatore del festival di cinema e letteratura Del
Racconto, il Film, che ha luogo ogni anno nei castelli della Puglia. Nel 2012 ha pubblicato per
Einaudi Stile libero E la felicità, prof?
Il libro
Un giovane insegnante di Lettere racconta la scuola oggi. Il suo sguardo curioso verso gli studenti
ne restituisce la voce vera, di un candore e di un’esattezza che sorprendono, commuovono, fanno
sorridere.
Il libro di Giancarlo Visitilli rivela adolescenti disillusi ma non arresi, che chiedono agli adulti di
crederci ancora. Questo docente inconsueto, fissato con don Milani e De André, vuole soprattutto
capire «cosa passa nella testa dei ragazzi, a quale ritmo si muova il loro cuore», e perché troppo
spesso definiscano il mondo dei grandi «un invito al massacro». Attraverso un quotidiano, ostinato
confronto con una classe nell’anno della maturità, il prof ascolta e ci racconta storie che parlano di
amore, malattia, diversità, integrazione, violenza, anoressia, guerra: insomma, di vita. Perché, anche
in una scuola abbandonata a se stessa, e spesso intrappolata in vecchi schemi, Visitilli non rinuncia
a quella che considera la sfida piú importante del suo mestiere: spingere ogni ragazzo alla ricerca
della felicità.
Una terra di frontiera, la Basilicata. E una Calamity Jane armata di codice penale:
Immacolata Tataranni della Procura di Matera.
€ 17,50
Il quartiere di Serra Venerdí fu progettato per portarci gli abitanti dei Sassi, il cuore antico di
Matera, dopo l’esodo forzato degli anni ’50. Ma le utopie degli urbanisti si scontrano con la realtà, e
Serra Venerdí diventa Rione Apache: l’omicidio di una coetanea della Piemme Tataranni, seguito
da altri fatti sconcertanti, punta il dito su una Storia che sembra passare sempre sulla testa dei piú
deboli. Con l’immancabile tacco dodici, Imma percorre la Basilicata per ricostruire un episodio del
periodo postunitario, lasciandosi stregare dai paesaggi e ritrovandosi a fare i conti con i propri lati
oscuri. Il marito Pietro e la figlia Valentina le sono accanto come sempre. Ma stavolta la dottoressa
rischia di perdere quanto ha di piú caro. E forse c’è lo zampino del bel maresciallo Calogiuri… La
dottoressa Tataranni è alle prese con un omicidio che affonda le radici nel passato. E se lei stessa
avesse contribuito inconsapevolmente alla morte di Stella Gallicchio? L’indagine, oltre che negli
spettacolari scenari delle Dolomiti Lucane, e nei «vicinati» dei Sassi, si svolge negli angoli bui dei
suoi ricordi. «La memoria, spesso, è una dannazione. Tira fuori episodi imbarazzanti, dettagli inutili
quando cerchi qualcosa di essenziale, ti ripropone una frase o un viso che vorresti cancellare,
condanna all’oblio chi non se lo merita. La memoria, lei, l’avrebbe condannata senza sconti di
pena». In una Matera impaziente di concedersi a un turismo sempre piú invadente, un passato di
miseria torna come un fantasma. Fra rampolli di nobili famiglie, ragazzini che custodiscono
innominabili segreti, grotte preistoriche e villaggi abbandonati, Imma indaga fianco a fianco al
maresciallo Calogiuri, che non è piú il ragazzo soggiogato dal suo carisma, e se lei diventa troppo
autoritaria, arriva a ribellarsi. Improvvisamente, Imma vede in lui l’uomo, e sta per succedere
l’irreparabile. Cosa ne sarà dell’amorevole Pietro, e dell’adolescente Valentina, che si comporta col
fidanzato come se fossero una vecchia coppia? Cederà la dottoressa all’attrazione per il bel
maresciallo, mettendo in pericolo la sua famiglia? E poi… esiste un mostro che si aggira nelle strade
di Matera? Qualcuno, in ufficio, fa il furbo? Troppe domande per una donna sola! Fortuna che
Imma Tataranni non si dà per vinta, e se inciampa si rialza. Una nuova avventura della Piemme piú
chiacchierata del Centro Sud, dopo Come piante tra i sassi e Maltempo.
Mariolina Venezia è nata a Matera e vive a Roma, dove lavora come sceneggiatrice. Il suo romanzo Mille anni che sto qui (2006), ha vinto numerosi premi, fra cui il Campiello. Ha pubblicato inoltre i romanzi Come piante tra i sassi (2009), Da dove viene il vento (2011) e Maltempo (2013) tutti pubblicati da Einaudi.
MODALITA’ DI ADESIONE
COMPILARE LA SCHEDA IN ALLEGATO E INVIARE A [email protected]
PER EVENTUALI CHIARIMENTI E COMUNICAZIONI tel. 3475715353
N.B. Le schede vanno compilate per classe, per aderire al progetto c’è bisogno di
un numero minino di adesioni della scuola. Si fa presente inoltre qualora
interessati di affrettarsi a bloccare le date degli incontri onde evitare esaurimento
del calendario.