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 AGLI INIZI DEL CALCESTRUZZO ARMATO IN ITALIA Emilio Chirone * Premessa L’edificio della centrale idroelettrica di Cedegolo ed il suo progettista Egidio Dabbeni sono elementi di primaria importanza nella storia delle costruzioni in cemento armato 1  in Italia. Lasciando ad altri l’illustrazione della figura e dell’opera del Dabbeni 2 , può essere interessante delineare qui brevemente il cammino percorso dalla tecnica costruttiva che ha consentito la realizzazione di questo edificio, agli inizi del XX secolo, e fornire un quadro del contesto nazionale ed internazionale in cui si colloca. La centrale di Cedegolo, datata 1906, si inserisce nell’intensa attività edificatoria che, a partire dalla seconda metà dell’800, si sviluppò anche grazie al nuovo materiale, il calcestruzzo armato, che presentava, accanto ad ottime caratteristiche strutturali, anche un costo sempre più conveniente.  Nel giro di qualche decennio strade, ferrovie, porti, gallerie, reti urbane di fognatura, condotte d’acqua, gas ed elettricità, impianti di riscaldamento e di illuminazione, ascensori 3 , servizi igienico-sanitari, passarono dalla fase di studio e di sperimentazione alla realizzazione su vasta scala. Il 4 nov. 1901, a conclusione del discorso inaugurale dell’Anno Accademico della Regia Università di Torino, Carlo Ceppi, professore ordinario di Disegno, poteva affermare: Quasi a facilitare una applicazione di nuovo genere di decorazione si svolge ora e trova favore un nuovo sistema di costruzione.  Dicono che un fabbricante di vasi in cemento per ottenere maggiore solidità ne’ suoi prodotti immaginasse disporre nell’interno delle loro parti un allacciamento di fili di ferro. Da questa associazione cooperativa di elementi diversi per natura e per indole di resistenza si ebbero buoni risultati.  Le prove delle esperienze successivamente fatte ed estese a grandi dimensioni colla scelta di materiali e colle disposizioni dettate dalla Scienza danno fiducia nelle costruzioni in cemento armato. Con queste, diminuite le difficoltà statiche, l’architetto avrà maggior libertà di esplicare l’arditezza de’ suoi concetti. Come già l’architettura greca era stata trasformata dai Romani per l’impiego dell’arco, così il nuovo modo di costruzione porterà con sè mutamenti di f orme e proporzioni. .................  In questa trasformazione si presteranno con disagio taluni elementi già in uso e converrà ricorrere a nuovi  partiti.  Non mancheranno robusti ingegni che rafforzati da studio costante troveranno la soluzione degli ardui  problemi.In realtà, il riconoscimento della nuova tecnica e del suo impatto sulla cultura architettonica avviene con un certo 1  Uso qui (e talora in seguito) il termine “cemento armato” in luogo di “calcestruzzo armato”, per la sua maggior semplicità espressiva, pur riconoscendone l’imprecisione, in quanto richiama solo il legante invece del conglomerato di cemento e materiale inerte: in realtà il termine usato nella normativa è es attamente “conglomerato cementizio armato”. 2  ad esempio “Egidio Dabbeni”, di M.Zane, in “Bresciani per l’unità d’Italia”, Brescia, 2010 3  senza gli ascensori non sarebbero stati possibili i grattacieli, ma neppure edifici con più di 5 o 6 p iani I vasi di Monier (1849)

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AGLI INIZI DEL CALCESTRUZZO ARMATO IN ITALIA

Emilio Chirone *

Premessa

L’edificio della centrale idroelettrica di Cedegolo ed il suo progettista Egidio Dabbeni sonoelementi di primaria importanza nella storia delle costruzioni in cemento armato1 in Italia.Lasciando ad altri l’illustrazione della figura e dell’opera del Dabbeni2, può essere interessantedelineare qui brevemente il cammino percorso dalla tecnica costruttiva che ha consentito larealizzazione di questo edificio, agli inizi del XX secolo, e fornire un quadro del contestonazionale ed internazionale in cui si colloca.La centrale di Cedegolo, datata 1906, si inserisce nell’intensa attività edificatoria che, a partiredalla seconda metà dell’800, si sviluppò anche grazie al nuovo materiale, il calcestruzzo armato,che presentava, accanto ad ottime caratteristiche strutturali, anche un costo sempre piùconveniente.Nel giro di qualche decennio strade, ferrovie, porti, gallerie, reti urbane di fognatura, condotted’acqua, gas ed elettricità, impianti di riscaldamento e di illuminazione, ascensori3, serviziigienico-sanitari, passarono dalla fase di studio e di sperimentazione alla realizzazione su vastascala.

Il 4 nov. 1901, a conclusione del discorso inaugurale dell’Anno Accademico della RegiaUniversità di Torino, Carlo Ceppi, professore ordinario di Disegno, poteva affermare:“Quasi a facilitare una applicazione di nuovo genere di decorazione si svolge ora e trova favore

un nuovo sistema di costruzione.

 Dicono che un fabbricante di vasi in cemento per ottenere maggiore solidità ne’ suoi prodotti

immaginasse disporre nell’interno delle loro parti un allacciamento di fili di ferro. Da questa

associazione cooperativa di elementi diversi per natura e per indole di resistenza si ebbero buoni

risultati.  Le prove delle esperienze successivamente fatte ed estese a grandi dimensioni colla scelta di

materiali e colle disposizioni dettate dalla Scienza danno fiducia nelle costruzioni in cemento

armato.

Con queste, diminuite le difficoltà statiche, l’architetto avrà maggior libertà di esplicare

l’arditezza de’ suoi concetti.

Come già l’architettura greca era stata trasformata dai Romani per l’impiego dell’arco, così il

nuovo modo di costruzione porterà con sè mutamenti di forme e proporzioni.

.................

  In questa trasformazione si presteranno con disagio

taluni elementi già in uso e converrà ricorrere a nuovi

 partiti.

  Non mancheranno robusti ingegni che rafforzati dastudio costante troveranno la soluzione degli ardui

 problemi.”

In realtà, il riconoscimento della nuova tecnica e del suoimpatto sulla cultura architettonica avviene con un certo

1 Uso qui (e talora in seguito) il termine “cemento armato” in luogo di “calcestruzzo armato”, per la suamaggior semplicità espressiva, pur riconoscendone l’imprecisione, in quanto richiama solo il legante invecedel conglomerato di cemento e materiale inerte: in realtà il termine usato nella normativa è esattamente“conglomerato cementizio armato”.2

ad esempio “Egidio Dabbeni”, di M.Zane, in “Bresciani per l’unità d’Italia”, Brescia, 20103 senza gli ascensori non sarebbero stati possibili i grattacieli, ma neppure edifici con più di 5 o 6 piani

I vasi di Monier (1849)

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ritardo rispetto ad un fenomeno in atto da anni in altri paesi europei.La citazione del fabbricante di vasi porta infatti agli anni 40 del XIX secolo, quando, a Parigi,Joseph Monier, giardiniere, costruisce mastelli per le sue piante di agrumi utilizzando un grigliatometallico ricoperto di calcestruzzo e ne intuisce le proprietà, riconoscendovi un legame intimo edorganico paragonabile a quello tra muscolatura e scheletro. Ciò avviene nel 1849, ma già inprecedenza Joseph Louis Lambot , nel 1845, con cemento idraulico ad armatura metallicarealizza cassoni e vasche per giardino, poi nel 1848 con la stessa tecnica, brevettata con il nomedi “ferciment” costruisce una barca, presentata all’Esposizione universale di Parigi nel 1855. 4 

Gli inizi

Il cammino che conduce alla costruzione in calcestruzzo armato sisviluppa infatti soprattutto in Francia e in Inghilterra, partendodall’invenzione del cemento varietà Portland.Fino agli inizi dell’Ottocento, le conoscenze sui leganti di tipoidraulico erano di tipo empirico e si limitavano a ciò che già iRomani avevano notato sull’impiego delle malte resistenti

all’acqua, formate mescolando calce comune e pozzolana (inproporzione 1 a 2 secondo Vitruvio, cemento idraulico). Vicat,ingegnere dei Ponts et Chaussées, nel 1812 dimostrò che ognicalcare contenente una certa proporzione di argilla nella massa,produceva, in seguito a cottura, una calce idraulica, grazie allacombinazione chimica della silice con la calce. Già Smeaton, a fine‘700, aveva osservato che un calcare con presenza di argillaopportunamente riscaldato dava una calce idraulica, usata per laricostruzione del faro di Eddystone, e Joseph Parker nel 1796 aveva

brevettato un cemento idraulico naturale, ottenuto dalla calcinazione di noduli di argilla calcarea,e lo aveva chiamato “Cemento Romano”.Il cemento naturale tenne il campo per decenni e continuò ad essere prodotto in presenza di

materiale adatto (in Italia ciò fu alla base dell’impianto dell’industria cementiera a CasaleMonferrato e nel Bergamasco).Lo sviluppo della produzione del cemento si dovette però al processo basato sulla cottura di unamiscela predefinita di argilla e calcare, ed alla macinatura dell’agglomerato risultante (clinker),ottenendo una polvere fine e di caratteristiche elevate e costanti: tale cemento venne chiamato“Portland” perché simile, dopo presa, alla pietra dell’isola di Portland. Il brevetto relativo venneattribuito nel 1824 a Joseph Aspdin, capomastro a Leeds.La produzione del nuovo materiale si sviluppò rapidamente ed il costo si ridusse, rendendo lecostruzioni nettamente più economiche di quelle in pietra.

Ed all’inizio il cemento venne considerato come una pietraartificiale e come tale usato (d’altra parte anche nel mondoantico il cemento era stato usato in tale veste), mostrando le

stesse caratteristiche di resistenza a compressione, con ilvantaggio di poter essere colato in forme prestabilite.La pietra artificiale, strettamente collegata alla diffusione delcemento Portland, si presenta, alla metà del XIX secolo, conl'intento di imitare la pietra naturale, ma a differenza deimateriali della tradizione (stucchi), imitando non solol’aspetto del materiale naturale, ma anche la durezza e laresistenza e comincia un uso intensivo dei cementi colati in

4 L’uso di calcestruzzo rinforzato da rete metallica per costruire imbarcazioni si è mantenuto nei decenni esono numerosi gli esempi in questo campo. Non va dimenticato che lo stesso Nervi utilizzando il

“ferrocemento”, da lui messo a punto utilizzando reti metalliche sovrapposte immerse nella matricecementizia ha costruito negli anni ‘50 diverse barche, anche per suo personale uso.

La barca in cementoarmato di Lambot

Elementi decorativi in pietraartificiale

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forme, realizzando canali, vasi, statue, balaustre, elementi decorativi di vario tipo.La ricchezza decorativa delle architetture eclettiche e dell'Art Nouveau furono rese possibiligrazie alla pietra artificiale, per la realizzazione degli elementi decorativi di facciata. 5 

Sempre alla fine degli anni 40 F. Coignet pensa di colare il cemento in casseforme per impiegarloa fini costruttivi e realizza nel 1853 a Saint Denis una casa a due piani, tuttora esistente.Wilkinson,in Inghilterra nel 1852 brevetta un solaio con casseforme in gesso intervallate da spaziriempiti di malta con è inserito un cavo metallico, il tutto ricoperto di calcestruzzo, anticipandocosì gli attuali solai a struttura mista in laterizio e cemento.

Comincia qui la stagione deibrevetti, in cui con varietecniche si cerca di rendere piùefficace il collegamento ferro-calcestruzzo e meglio sfruttarele funzioni proprie ecollaboranti di ognicomponente.

Coignet brevetta il getto dicalcestruzzo in casseforme subarre metalliche e Monierpassa da una serie di brevettifra il 1867 ed il 1878,

riguardanti cassoni, tubazioni pannelli ed altri elementiprefabbricati ad armaturametallica, al brevetto, sempre

del ’78, delle travature, in cui si fa esplicito riferimento al ruolodell’acciaio nella composizione del calcestruzzo di cementoarmato. Rispetto a Coignet, Monier aveva intuito le grandi

possibilità strutturali della nuova tecnica costruttiva e, pur nonavendo chiaro il suo funzionamento statico, propose il suobrevetto ad alcune imprese in Belgio, Olanda, Austria eGermania.

A questo punto occorre un’altraconsiderazione nel parlare degliinizi del cemento armato.Si può facilmente constatare chesi tratta di un’invenzione di fine

‘800 anche se già nell’antichitàsi era cercato di contrastare la

scarsa resistenza a trazione della pietra (nonché dei laterizi e delle malte) con rinforzi e tiranti inferro ed è quindi facilmente intuibile che ad analoghi rinforzi si pensasse per i manufatti incemento, con in più la possibilità da questi offerta dell’inserimento degli elementi metalliciall’interno del materiale ancora fluido.

5 Dalla lettura di alcuni brevetti si vede che per "pietra artificiale" si intendono sia gli impasti a base dicemento che un elevato numero di altri impasti. Il più diffuso tipo di pietra artificiale era però quellocostituito da una miscela a base di cemento o calce idraulica, di sabbia, ghiaia di differente granulometriae/o polvere di pietra impastata con acqua e lasciata indurire per effetto dell’idratazione dei materiali

idraulici, analogamente al calcestruzzo elaborato a fini strutturali, ed analogamente a questo prevede l’uso dirinforzi metallici all’interno per migliorarne la resistenza.

Casa Coignet (1853)

I solai armati di Wilkinson(1852)

La travatura nel brevetto Monier del 1878

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J.B. Rondelet nella costruzione della chiesa di Sainte Genevieve a Parigi nel 1781 impiega tirantie staffe che anticipano la disposizione che si avrà cent’anni dopo nel cemento armato, e le suenotazioni saranno ancora per decenni alla base di tecniche di rinforzo delle murature. Tuttavia dicalcestruzzo armato si può parlare soltanto quando le applicazioni sperimentali ed i brevettimostrano la comprensione del meccanismo fondamentale di calcestruzzo sollecitato acompressione e di ferro a trazione.Come in altri casi, non si può nascondere il fatto che l’invenzione ed i primi sviluppi della nuovatecnologia avvengono fuori dalla scienza ufficiale e dagli ambienti accademici.

Alcuni storici sostengono il ruolo primario della gentecomune, degli artigiani, degli illetterati nel progressoscientifico 6: se ciò appare piuttosto discutibile quando sitratti di scienze, nel campo della tecnica è facilmenteriscontrabile l’importanza delle innovazioni messe a puntoda chi personalmente opera nella pratica quotidiana.L’ingegnere ottocentesco, pur nel progressivoapprofondimento negli aspetti teorici che le scuoletecniche di vario livello vanno sviluppando, mantiene forti

le sue radici nella pratica sperimentale di base (molti fra inomi dei costruttori famosi iniziano la loro attività comemuratori).La polemica talora risorgente fra architetti ed ingegneri sialimenta anche per questo motivo.

Nella sua fondamentale opera Maurice Daumas7 individua nel XIX secolo tre tipi di architettura,quella degli architetti formati nelle accademie all’osservanza della tradizione classica erinascimentale, quella degli ingegneri tesi all’utilizzo di materiali nuovi ed anche quellaspontanea rispondente alle più semplici necessità di abitazione.Il secondo tipo di costruzione ha i suoi inizi a fine ‘700 con il ponte sul Severn che impiega laghisa, sia pure trattata come un materiale sostitutivo del legno e quindi senza studiarne a fondo lecaratteristiche intrinseche.

Come accadrà anche per il cemento armato, per le costruzioni metalliche solo lentamente leapplicazioni basate su conoscenze empiriche cederanno il posto a quelle ottenute attraversocalcoli sviluppati su teorie e procedure scientifiche che analizzano gli sforzi e le deformazioninelle strutture e la risposta dei materiali.Comunque sia le costruzioni in metallo si svilupparonoampliamente (basti ricordare il Crystal Palace di Londra del1851 e, ovviamente, la Torre di 300 metri di Gustave Eiffeldel 1889) e divennero la base delle costruzioni statunitensidei grattacieli, in particolare a Chicago, dove le nuovetecniche portarono anche a nuove forme.Verso la fine del secolo la supremazia delle costruzionimetalliche comincia ad essere insidiata dal cemento armato,

ma è’ indubbio che la rapida messa a punto e il progressodella nuova tecnica siano dovuti all’esperienza acquisitanelle grandi costruzioni metalliche.8 

Si può notare come gli inizi delle costruzioni in cemento armato si basassero su una progettazionesostanzialmente empirica e venissero proposte soluzioni costruttive basate su scelte legate alleidee personali del progettista.

6 C. Conner, “ A people’s history of Science”, 2005 (trad. it. Storia popolare della scienza, 2008)7 M. Daumas, « Histoire generale des techniques » , 19798 Lo sviluppo di nuove tecnologie fu dovuto anche alla produzione su vasta scala di profilati metallici

verificatasi dopo il 1856 in cui si affermò il processo Bessemer, ed alle scoperte in campo chimico relative almeccanismo di indurimento del conglomerato ed alla produzione di leganti.

Armature di Rondelet a Sainte-Genevieve (1781)

La Torre Eiffel in costruzione1888  

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Solo nella seconda metà dell’Ottocento la sperimentazione superò il momento intuitivo e,attraverso i primi tentativi di codificazione delle esperienze, si cominciò a parlare del c.a. come diun nuovo materiale strutturale.Ma la questione viene posta effettivamente con la cessione del brevetto di travi di Monier inGermania ed Austria nel 1880.L’ingegnere tedesco Wayss, in occasionedell’esposizione di Anversa del 1885, conobbe ilbrevetto del francese, nel 1887 fondò una società perl’utilizzazione dei calcestruzzi Monier, insieme a C.Freytag, e sviluppò un metodo di costruzione che portòalla realizzazione di strutture importanti, come ponti diluci superiori ai 35 metri, secondo quello che inGermania era definito Monierbau Il metodo proposto da Wayss e sviluppato da Koenen9 costituisce il primo tentativo di dimensionamento persezioni inflesse in calcestruzzo armato.10 Nel 1877 T. Hyatt, trasferitosi dall’Inghilterra negli

Stati Uniti, aveva pubblicato quello che è consideratoil primo autentico trattato sull’argomento, ottenne unbrevetto ma non lo utilizzò. Un altro inglese trasferito

in America, E.Ransome, dopo aver brevettato un miglioramentodell’aderenza dei ferri mediante torsione degli stessi, dal 1888 realizzòstrutture composte, con colonne in ghisa e travi in cemento armato, chesviluppò negli anni successivi,.In Francia, nel 1889, Paul Cottancin brevetta un sistema di armatura amaglie “spinate” ed anche uno di laterizio armato e nel 1892Hennebique (che aveva iniziato nel1879 ad impiegare getti in c.a.)brevetta la trave con staffe.

La grande innovazione diHennebique fu proprio l’invenzione della “staffa”, poichéproprio attraverso l’introduzione ditale elemento era possibileassorbire meglio gli sforzi di taglioed assicurare maggior coesione tracalcestruzzo e ferro.Nel 1898 elaborò un sistemacostituito da pilastri, travi e piastre

in modo da ottenere un sistema monolitico compattoattraverso la composizione dei singoli elementi, con una

maglia strutturale modulare. Oltre all’efficacia ed alla semplicità costruttiva, la larghissima dif-fusione di tale brevetto va ricercata nella imponente struttura organizzativa di vendita e diassistenza ideata da Hennebique, che poteva garantire uniformità di risultati, anche in situazioni eluoghi diversi.11 

9 “ Das System Monier ”, 188710 Le ipotesi di base adottate per l’analisi sezionale per flessione semplice sono: a) conservazione dellesezioni piane come per i solidi omogenei con asse neutro baricentrico; b) materiale calcestruzzo nonreagente a trazione; c) comportamento elastico lineare del calcestruzzo in zona compressa; d) nessunaaderenza fra armatura e calcestruzzo, trascurando, quindi, il coefficiente di omogeneizzazione. 11

Fra il 1892 ed il 1902, grazie all’organizzazione attraverso centinaia di concessionari, furono realizzatepiù di 20.000 costruzioni (fra cui 1300 ponti)

Il ponte in cemento armato realizzatoda Monier al castello di Chazelet ,

lungo 13,80 m e largo 4,25, tuttoraesistente: probabilmente il primo pontein cemento armato del mondo.

Brevetto Ransomeper ferri ad

aderenzamigliorata (1884) 

Il sistema Hennebique

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Il procedimento di calcolo proposto da Hennebique prevedeva due tipi di sezioni inflesse:rettangolare e a “T”. Si noti come le formule proposte da Hennebique costituiscono un sistema dicalcolo per la fase di progetto, non sono presenti formulazioni di verifica, e ciò costituisce unlimite, superato dall’elevato coefficiente di sicurezza adottato per i materiali, anche per ilcalcestruzzo e gli acciai dell’epoca; tuttavia va ricordato che questo appare uno dei primi efficacimetodi di “calcolo” per il calcestruzzo armato allora considerato “il materiale del futuro”.Le ricerche applicative di gran parte dei pionieri citati, i calcoli effettuati in Francia (Rabut, corsoall’Ecole des Ponts e Chaussees dal 1897, Coignet, Considere) e all’estero (Bauschinger, Wayss,Koenen, Moersh12) hanno consentito in passaggio in breve tempo dallo stadio empirico esperimentale a realizzazioni in cui il calcestruzzo armato è impiegato secondo le sue specifichecaratteristiche.I testi citati contribuirono a diffondere le conoscenze necessarie ad un impiego razionale del c.a.,superando il tentativo di molti costruttori-progettisti di mantenere segreti i loro procedimenti e diproteggersi con brevetti (che portavano a diatribe giudiziarie, come quella che vide Hennebique,accusato di plagio, soccombere di fronte a Monier, peraltro morto in miseria a fronte del grandesuccesso economico ed organizzativo del rivale belga)13.Saranno gli ingegneri più giovani che spingeranno verso la nuova tecnica e verso le modifiche

anche formali che questa consente o sottintende (un esempio è proprio Dabbeni a Brescia).Gli ingegneri erano considerati poco più che capomastri ed il nuovo tipo di costruzioni era vistocon scetticismo dai possibili committenti e dalle autorità. L’ aneddotica in proposito ricorda comela prima costruzione di Coignet fosse destinata a suo proprio uso e proprio per Dabbeni si ricordacome, per tranquillizzare i proprietari, dovette abitare per alcuni mesi nella casa da lui progettata.

Da parte loro le autorità eseguivano rilevazioni econtrolli ma non si elaborava una normativa diriferimento. Veniva apprezzata la possibileresistenza al fuoco (che costituiva un punto diforza nella pubblicità di Hennebique) conadeguata ricopertura dei ferri, caratteristicaimportante anche sotto l’aspetto della resistenza

all’umidità, fattore ben presente all’esperienzadei costruttori.E’ significativo trovare nelle riviste tecnichedell’epoca la traccia di questi problemi negliarticoli che in misura crescente citano lecostruzioni in calcestruzzo e le pagine di quesitidei lettori in cui compaiono richieste divalidazione di calcoli ad esse relativi. 14

Sotto altri aspetti la mancanza di una normativa, cui adeguarsiacriticamente, sollecitava la massima attenzione degli esecutori, tanto

che molte costruzioni d’allora risultano ancora oggi in perfette condizioni.I problemi comunque non mancavano.

Il 29 aprile 1900, una passerella, costruita con il sistema Matrai, per l'Esposizione universale,crolla causando 9 morti e numerosi feriti. L’incidente dimostra che occorre precisare le regole dicalcolo e d'impiego del c.a. ed il 19 dicembre 1900 viene formata per decreto ministeriale unaCommissione con lo scopo di « étudier les questions relatives à l'emploi du ciment armé, deprocéder aux recherches nécessaires pour déterminer, dans la mesure du possible, les règlessusceptibles d'être admises pour l'emploi de ce mode de construction dans les travaux publics ».Armand Considère é il relatore e ad essa partecipano ingegneri dei lavori pubblici, ufficiali del

12 “ Der Eisenbeton”, 190213 Fra il 1880 ed il 1906 vennero depositati solo in Francia 262 brevetti relativi al c.a.14 In “ La Construction Moderne” del 1898, le risposte vengono date da A. Considère, professore all’EPC,

che studierà la cerchiatura delle colonne in c.a. e sarà relatore della Commissione per la regolamentazionedel c.a. del 1900

Una scheda di calcolo, adx., e un richiamo suidisegni alla necessità di

piegare all'estremità lebarre d'armatura e diancorare gli estremi

(sopra), a testimonianzadella cura con cui

Hennebique seguiva laprogettazione

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genio, architetti e gli ingegneri Coignet, Hennebique e Candlot (Direttore di azienda cementiera).Nella prima riunione si ribadisce che la commissione deve definire una base regolamentare per lamessa in opera e il dimensionamento delle opere in calcestruzzo armato e si ricorda ilregolamento del 1891 per le costruzioni metalliche. Il caso del c.a. è molto differente perché sipone il problema di due materiali di differente comportamento e del modo con cui sono collegati.Si precisa che non verranno trattati i diversi sistemi esistenti (Hennebique, Cottancin, Matrai,Bonna, ...) ma il materiale “calcestruzzo armato” in generale.Nel 1906 saranno pubblicati i risultati, in un volume di 480 pagine, contenente le istruzioni per laprogettazione, una circolare esplicativa ed il resoconto dei lavori.

Teoria e pratica

In realtà la scienza delle costruzioni aveva già elaborato gli strumenti teorici ed i metodi dicalcolo che richiedevano solo di essere applicati al nuovo tipo di strutture.La teoria su sforzi e deformazioni delle travi, messa a punto da Navier ad inizio ‘800 risultavasoddisfacente e negli anni successivi vennero sviluppate sia formule generali sia tabelle dicalcolo. Si possono citare gli ingegneri inglesi (Barlow, Stephenson, Brunel fra gli altri) con studi

su archi e travi reticolari, Rankine15

, i docenti del Politecnico di Zurigo Culmann e Ritter chesvilupparono la statica grafica (cui portò un contributo notevole anche Cremona16), il metodo deilavori virtuali di Castigliano (1879).Naturalmente lo studio effettuato per le strutture semplici richiedeva sempre ulterioriapprofondimenti con l’aumento della complessità delle strutture stesse e questo eraparticolarmente richiesto nel caso del calcestruzzo armato in cui l’eterogeneità dei componentiaggiungeva elementi di incertezza.La normativa francese oltre a costituire uno dei primi esempi in materia, stabiliva le tensioni

ammissibili dei materiali riferite alla tipologia della struttura ed al tipodi sollecitazione17. È interessante notare come nel 1891 non fosseancora in uso il controllo dell’instabilità elastica e che si considerasseanche il contributo a compressione dell’acciaio. In Italia dopo la prima

normativa sull’impiego del calcestruzzo armato del 1907, perprecauzione si continuerà, per più di un decennio, a calcolare i ponti adarco in calcestruzzo armato come se si trattasse di ponti in muratura aconci solo compressi.In tale scenario, ricco di cambiamenti, la diffusione di nuovetecnologie edilizie fu sostenuta, in Italia come in tutta Europa, dallapubblicazione di specifici manuali, destinati agli allievi delle neonatescuole tecniche ed ai professionisti che ne uscivano. Analogamente,alcune riviste specializzate contribuirono ad informare i tecnici delsettore sulle innovazioni e sulle nuove tecniche costruttive .Nel 1887 sulla “  Rivista di Artiglieria e del Genio” fu presentato ilsistema Monier, rappresentato in Italia dall’ingegner E. Bennati;l’anno successivo su  L’industria, fu pubblicato un altro articolodedicato al medesimo brevetto. Nell’estate del 1897, Il  Monitore

Tecnico18 pubblicò una relazione, intitolata “Sulle applicazioni delle

costruzioni in calcestruzzo armato”, elaborata da una Commissione speciale della Società degli

15 “ Applied Mechanics” del 185816 Il testo “Statica grafica” del Cremona è del 187217 La Circolare del Ministro dei Lavori pubblici francese del 29 agosto 1891, stabiliva che il calcestruzzodovesse essere impiegato solo a compressione con una tensione ammissibile di 25 kg/cm², mentre l’acciaiopoteva essere impiegato sia a trazione che a compressione che a a taglio rispettivamente con tensioniammissibili di 1200 kg/cm², 2500 kg/cm² e 900 kg/cm².18

nel 1904 compare, quale filiazione de « Il Monitore Tecnico», la rivista « Il Cemento, Rivista tecnica deimateriali da costruzione». 

La rivista con cui, dal1898, Hennebique

contribuiva a far

conoscere esviluppare il suo

sistema

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Ingegneri e Architetti di Roma , presieduta dall’ing. Vacchelli, che due anni dopo pubblicò un vo-lume dal titolo“ Le costruzioni in calcestruzzo ed in cemento armato”.

Il crescente interesse intorno alle realizzazioni in cemento armato portò anche in Italia, come s’édetto, nel gennaio 1907 , all’emanazione del primo strumento legislativo per regolamentare talistrutture19. Questo sanciva l’avvenuta affermazione di tale tecnica e la necessità di sottrarla ascelte arbitrarie, affermando l’esigenza di un attento controllo in cantiere, oltre che di una correttaprogettazione, ribadendo il ruolo dell’ingegnere nell’ambito del progetto esecutivo e del calcolostrutturale.Da questo momento in poi anche in Italia le costruzioni in calcestruzzo armato ebbero unosviluppo vertiginoso. Dapprima fabbricati industriali, poi edifici pubblici di servizi ed abitazioni:la versatilità del cemento fu subito apprezzata da chi vedeva nell’utilizzo del nuovo materiale enella industrializzazione dei componenti e dei processi edilizi, una maggiore economicità erazionalità costruttiva, anche se nelle prime fasi il costo dei nuovi processi appariva ancorasuperiore a quelli tradizionali in laterizi.Fra le fine dell’800 e l’inizio del nuovo secolo i nuovi materiali (ghisa e acciaio per primi e poipesantemente il cemento armato) esercitano un’influenza crescente anche sugli aspetti esteticidell’architettura, dove le risposte alle esigenze funzionali condizionano le forme, via via liberate

da sovrastrutture decorative, dove pure il cemento, più o meno armato, aveva consentito in largamisura espressioni in altri tempi realizzabili solo con l’intervento di artisti dello scalpello.Il campo dell’estetica architettonica e della storia dell’architettura in quanto tale esula da questointervento, ma va comunque sottolineato come il cemento armato (anche nella sua evoluzione nelXX secolo) abbia consentito forme architettoniche altrimenti impensabili.Non mancano anche aspetti curiosi che anticipano talora soluzioni che si affermeranno dopodecenni, altri che riprendono formule precedenti, spesso con insuccessi clamorosi.Valga un esempio, quello di Edison, che, nel 1902, rifacendosi a sporadici tentativi di svilupponegli Stati Uniti della tecnica di Coignet, della colata di pareti in cemento, propose laprefabbricazione, con questa tecnica, di intere abitazioni, che avrebbero dovuto essere di rapidarealizzazione e basso costo. Tuttavia la proposta, realizzata sperimentalmente non ebbe successoed Edison, dopo aver tentato anche la costruzione, con un calcestruzzo alleggerito, di suppellettili

per la casa, abbandonò ilprogetto

Le costruzioni in ItaliaLo sviluppo della tecnica del cemento armato si differenziò, in Italia, in maniera notevole daregione a regione ed ebbe un maggiore e più veloce sviluppo nelle regioni del nord. Così come

19

  Norme e condizioni per le prove e l’accettazione degli agglomerati idraulici e prescrizioni normali per l’esecuzione delle opere in cemento armato 

Il progetto di Edison per

case totalmente

prefabbricate con colata dicemento: a sin. il disegno del

brevetto; sopra,unarealizzazione sperimentale;

a dx. l'inventore con ilmodello della casa.

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nel resto di Europa, la sua diffusione fu condizionata dalla agguerrita concorrenza tra i diversisistemi costruttivi brevettati.La situazione regolamentare ed i riferimenti per le costruzioni in calcestruzzo in Europa nellaprima decade del ‘900, secondo una relazione pubblicata negli Stati Uniti20, vede presenti 144sistemi, di cui 22 inglesi, 21 francesi, 54 tedeschi, 10 austriaci, 6 italiani. Questi ultimi sono isistemi Lanzoni, Bianchi, Baroni, Odorico, Gabellini e Maciachini: solo il primo (brevettato nel1883 e relativo al rinforzo di porte e finestre con tondini) e l’ultimo (estensione alle travi delsistema Considere per le colonne)sono descritti, mentre gli altri fanno solo riferimento allerelative imprese costruttrici. Il rapporto comunque sottolinea che vengono per lo più usati sistemigià diffusi in altri paesi ed osserva a titolo generale che non risultano brevettati ne brevettabili iprincipi fondamentali e che sono scaduti i brevetti iniziali, come il Monier. Si osserva anche cheesistono così tanti metodi di inserzione dell’acciaio nel calcestruzzo che in ciascun paese unarchitetto è libero di usare a volontà elementi speciali nel suo lavoro.

Le principali imprese operanti in Italia per progettazione e costruzione in cs, armato( da Colby, 1909) 

La situazione relativamente di secondo piano dell’Italia risulta anche dal numero di rivistetecniche censite, che sono “ Il Cemento”, pubblicato a Torino e diretto da G.Morbelli, gli Annalidella Società degli Ingegneri e Architetti ed il Giornale del Genio Civile.Anche per i laboratori di prova, a fronte del gran numero di istituzioni degli altri grandi paesieuropei, figura solo il Laboratorio per esperienze sui materiali da costruzione, diretto dalprof.C.Guidi, al Castello del Valentino di Torino.In città come Torino e Genova, l’impiego della nuova tecnica si ebbe quasi esclusivamente

attraverso l’uso dei brevetti Hennebique, grazie all’attività dell’ing. Porcheddu21

, mentre in altrerealtà urbane come Milano, dopo alcuni iniziali successi, tale brevetto fu contrastato dallapresenza di numerosi operatori locali. Le nuove tecniche costruttive erano viste con diffidenza in Italia, dove pochi ingegneri ecostruttori vollero prenderli in considerazione, anche se in altri paesi europei erano stati accolticon maggior favore, e Hennebique attraverso una Società Generale portante il suo nome, con sedia Parigi e Bruxelles, come s’è detto, aveva creato una fitta rete di agenti e di concessionari delbrevetto. Nel 1896, Porcheddu, che aveva aperto a Torino un modesto studio tecnico-

 20 A.Colby, “ Reinforced concrete in Europe”, 190921 Giovanni Antonio Porcheddu, aveva frequentato i corsi di ingegneria , prima all’Università di Pisa e poi

alla Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino, laureandosi prima in Ingegneria Civile, poi inElettrotecnica ed in Ingegneria Industriale.

SEDE Societa’ Sistema C.A.

Milano Ing. H. Bollinger Baroni-LulingMilano Domenighetti & Bianchi BianchiMilano Odorico & C. OdoricoMilano Italiana ChiniTorino Ing. G.A.Porcheddu Hennebique

SiegwartTorino Gianassi & PollinoBrescia Bresciana Cementi e Costruzioni

Roma Cemento Armato Gabellini GabelliniRoma Romana di CostruzioniMilano Italiana Costruzioni e Cementi Armati

Ing. Leonardi & C.

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professionale, ne prese la rappresentanza esclusiva per l’Alta Italia in collaborazione con unconsocio, che, poco convinto della validità della nuova tecnologia del cemento armato, dopobreve tempo abbandonò l’impresa. Questa risultò vincente, e nel giro di pochi anni l’ing.Porcheddu divenne l’incontrastato dominatore del settore.Il successo in opere variamente diversificate (edilizia abitativa pubblica e privata, ediliziaindustriale, edilizia di servizio e viaria: ponti e viadotti), gli valsero numerosi riconoscimenti, fra iquali il titolo di Cavaliere al Merito del Lavoro nel 1914. In tale occasione il sindaco di Torinosenatore Teofilo Rossi pronunciò un discorso di cui si riportano alcuni punti che ne sintetizzanol’importanza che ebbe nello sviluppo del c.a. in Italia.“  formò personalmente la sua maestranza, facendo assegnamento sulla sua vecchia pratica di

operaio, cominciando a lavorare con le sue proprie mani; poco per volta i suoi lavori, cominciati

da poche migliaia di lire l’anno, ascesero a centinaia di migliaia e poi a milioni e milioni di lire

annue. Porcheddu seppe imporsi poco alla volta, riuscì a combattere e diminuire l’uso delle travi

di ferro di alto profilo che si fabbricavano all’estero, e le sostituì con barre di ferro accessibili

alla fabbricazione di qualsiasi, anche piccola, ferriera. Ma la sua industria egli seppe ancora

trasformarla, migliorare il brevetto e la costruzione, emancipando poco alla volta il nostro Paese

dagli stranieri per la produzione di materie prime: il cemento e il ferro. .............

 E’ impossibile citare la pleiade di lavori che sorsero in Italia per opera sua. Ricorderò solo aGenova i monumentali silos granari, i grandiosi Mulini Alta Italia, le principali case di via XX 

Settembre, il mercato orientale, i docks vinicoli, il palazzo della Nuova Borsa, le Scuole di Arti e

  Mestieri, l’Albergo Popolare; a Millesimo il meraviglioso ponte sulla Bormida; a Padova il

cavalcavia della Stazione; a Milano i serbatoi sul Castello Sforzesco; a Rovigo il Teatro

municipale; a Torino i principali nuovi edifici della città e dintorni: tre ponti sulla Dora, il

serbatoio per l’Acquedotto municipale, i Magazzini Generali Piemontesi, le Scuole di Arti e

 Mestieri, la Scuola Vittorio Alfieri, la grandiosa Rimessa per locomotive, l’arginatura del Po, il

 palazzo stabile del Giornale, lo Stadium, che è il più grande del mondo; a Roma il Teatro Apollo,

l’Istituto sperimentale per esplosivi, il ponte sul Tevere con un arco a cento metri, opera che

riscosse l’ammirazione di tutti i tecnici italiani e stranieri; in tutte le province egli costruì case di

comune abitazione, ville, palazzi, edifici pubblici, teatri, chiese, scuole, caserme, ospedali, opere

stradali e idrauliche…”.La Società diretta dall’imprenditoresardo anche negli anni seguenti rimaseuna fra le più prestigiose e meglioorganizzate imprese edilizie del nostroPaese, fino al 1935. Essa contava, oltrealla sede principale, numerose filiali,con decine di ingegneri e tecnici e unafitta rete di agenti e rappresentantisparsi per tutta la penisola.Comprendeva due settori distinti mastrettamente collegati: quello della progettazione e quello della messa in opera. In un primo

momento, secondo i termini della concessione, la Sociètè Hennebique collaborò allaformulazione dei progetti e al calcolo delle strutture in ferro; ma successivamente, col progrediree l’affermarsi dell’impresa torinese, questa assorbì tutte le competenze progettuali ed esecutive. 22 Vengono di seguito illustrate sinteticamente alcune realizzazioni del periodo compreso fra la finedell‘800 e la prima Guerra Mondiale, ritenute esemplificative ed indicative del tipo direalizzazioni tecniche e dell’evoluzione formale. Va sottolineato che i Silos granari di Genovaerano la più grande costruzione in c.a. nel mondo e che la campata di 100 metri del ponteRisorgimento rimase un record mondiale per oltre 10 anni dalla costruzione.

22 Lo studio dell’attività dell’impresa è facilitato perché documentato da un vastissimo “Archivio Porcheddu”,conservato presso il DISET del Politecnico di Torino, che contiene le pratiche relative a circa 2.600 grandi

opere seguite col sistema Hennebique.

Nella carta intestata dell'impresa Porchedducom are a sin. il lo o dalla Societé Hennebi ue 

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Silos Granari a Genova (1898)

Palazzo della Borsa a Genova (D. Carbone, 1907)

Ponte Risorgimento, a Roma (prog. Hennebique, 1911) Ponte sulla Dora a Torino (prog. Porcheddu, 1902)

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Casa Marangoni, a Torino

progettata da Donghi (1903)

Cotonificio Remmert a Ciriè (TO), 1900

Palazzo Gonzaga a Milano(C.Arpesani,1898)

Palazzo Assicurazioni Generali aMilano L.Beltrami 1898

Palazzo Ansaldia Milano (D.Donghi, 1903)

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 Cuspide del campanile di S. Marco

Don hi/Danusso 1910

Il ponte sulla Bormida a Millesimo (SV), 1902

Un disegno del 1896 dell'Ufficio Tecnico Hennebique di

Bruxelles per un edificio in Torino

Disegno del 1915 dell'ufficio tecnico Porcheddu per un ponte

sulla Dora a Torino

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Lo "Stadium" di Torino

(Ballatore/Gonella, 1911)

Lo stadio di Bordeaux del 1935

(Egidio Dabbeni)

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Inserzione pubblicitaria sulla rivista Il 

Cemento 1912

Scheda tecnica di progettazione

case di via XX settembre a Genova 1900

Ferro ad aderenza migliorata

brevetto Porcheddu

L'impresa gestisce direttamente unlaboratorio di prova

Un avveniristico progetto di autostrada in c.a.

a due livelli (1906) Un'immagine pubblicitaria dello Stadium del 1911

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Casa Migliorati a Brescia (Egidio Dabbeni, 1898)

Teatro Sociale a Brescia: progetto di A.Trebeschi,c.a. di E. Dabbeni (1903)

Elementi decorativi in cemento a Villa Simonini(ora Hotel Laurin) a Salò (1905)

 

A Brescia l’impresa Pisa realizza numerosi edifici in città e provincia: dalle centrali idroelettriche diBarghe, Sabbio Chiese (ancora nell’Ottocento), a quella di Caffaro nel 1904. Grazie allacollaborazione con l’ing. Egidio Dabbeni, in quegli anni la ditta è all’avanguardia nell’utilizzo delcemento armato ed agli inizi del ‘900 costruisce il palazzo nel quale trova sede la Società ElettricaBresciana (1905) e i palazzi di corso Magenta, via Ferramola e via Trento (1907-1911). Costruiràanche il “grattacielo” di piazza Vittoria (inaugurato nel 1932, coi suoi 57 metri una delle più altecostruzioni dell’epoca in Europa). 

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 Sia in Italia, sia, come si è visto, a livello mondiale, i discorsi sull’evoluzione della tecnica e sulleinvenzioni che ne segnano tappe significative innescano discussioni su priorità e progeniture.Restando fissi due punti, il primo che, sia pure in periodi diversi, l’intelligenza e l’inventiva nonsono esclusive di nessun paese ed il secondo che, come da molti già detto, ogni nuova soluzionesi basa su esperienze precedenti e spesso si trova, come si dice, “nell’aria”, in quanto logicosviluppo di queste.Il cercare di stabilire se la prima costruzione in calcestruzzo armato in Italia sia la casa Miglioratidi Dabbeni a Brescia nel 1898 o l’edificio multipiano di Bellia a Torino nel 1903, oppure lapalazzina che il commerciante Lange a Torino23 si fece costruire nel 1868 (strutture miste ecomposizione dei conglomerati, strutture portanti in c.a. o solo solai, cemento colato o traviprefabbricate ?, ecc.), o se il primo ponte in c.a. sia dovuto a Monier o a Hennebique (si puòdiscutere sull’importanza del numero di campate o sull’ampiezza della luce....) resta sempre unesercizio interessante, ma sostanzialmente inutile.Rimane comunque l’interesse per un periodo in cui l’innovazione dovuta al nuovo materiale haintrodotto un nuovo modo non solo di costruire ma di pensare l’architettura.Oggi il termine “cementificazione” ha un significato negativo, ma non è certo il materiale il

colpevole del suo uso sconsiderato e talora improprio.......Un ringraziamento ai proff. Giulio Lupo, dell’Università di Brescia, e Riccardo Nelva, del Politecnico di

Torino, per il materiale messo a disposizione.

23

Il cemento artificiale tipo Portland arrivò a Torino intorno al 1830 e i laterizi forati per solai erano statipresentati per la prima volta in Italia all’Esposizione Nazionale del 1858 .

L'immagine di Casa Priotti a Torino è riportata comeriassuntiva del periodo: realizzata fra il 1900 ed il 1906, su

progetto del Ceppi, è realizzata, nella parte iniziale, consolai in c.a. su muri portanti in laterizi e, poi, con struttura a

telaio completamente in c.a.. Come quasi di regolanell’epoca, l’aspetto, con la ridondante decorazione, non

rivela la struttura sottostante