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Newsletter n. 7 – Luglio 2016 Riflessioni Qual è la medicina? Ma qual è la medicina giusta per guarire da un disturbo del comportamento alimentare? E' forse un particolare farmaco da prendere quotidianamente? O forse è una medicina a cui ricorrere al bisogno? In realtà per i disturbi del comportamento alimentare non esiste una cura farmacologica, una medicina in senso stretto da poter prendere per guarire. No, non è così che funziona. Non è così perché parliamo di malattie che pur manifestandosi tramite un sintomo fisico (il rapporto con il cibo), sono qualcosa che fanno male dentro, nei sentimenti, nell'essenza di una persona. Viene colpita quella parte di noi che per guarire ha bisogno di qualcosa di diverso dalle medicine, di qualcosa che possa far tornare a desiderare, a credere, a sorridere. Parlo della parte di ognuno di noi dove crescono le speranze, i desideri, della parte dove si vivono emotivamente le esperienze e le cose che ci accadono. Quando questa parte di noi viene ferita, va curata in modo particolare, con qualcosa che sia in grado di andare al di là dei sintomi e di entrare nel dolore più profondo della nostra persona. Servono quindi cose diverse tra loro. Serve un percorso con l'aiuto di un professionista che permetta di prendere coscienza di quello che è accaduto e di superarlo. Serve, al bisogno, un sostegno farmacologico. Serve la vicinanza delle persone care e il sostegno di chi può, anche solo con un abbraccio, far sentire un po' meno solo chi sta soffrendo. Serve la comprensione, la pazienza, la tenacia e la volontà. Serve coraggio e determinazione. Servono tutte queste cose assieme. Sono tante, lo so, ma tanto è quello che va fatto, va rimarginata una ferita profonda, che per guarire ha bisogno di essere prima di tutto riconosciuta, capita, accettata e affrontata. “Gocce di colore” I disturbi del comportamento alimentare colorano di grigio le nostre giornate; sta anche a noi usare colori diversi per dipingere giorni nuovi

“Gocce di colore” · Dott.ssa Francesca Cicala, Marta Colli, Giuseppina Mondello - tel 0332920275 - fax 0332920290

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Newsletter n. 7 – Luglio 2016

Riflessioni

Qual è la medicina?

Ma qual è la medicina giusta per guarire da un disturbo del comportamento alimentare?E' forse un particolare farmaco da prendere quotidianamente? O forse è una medicina a cui ricorrere albisogno?In realtà per i disturbi del comportamento alimentare non esiste una cura farmacologica, una medicinain senso stretto da poter prendere per guarire. No, non è così che funziona.Non è così perché parliamo di malattie che pur manifestandosi tramite un sintomo fisico (il rapporto conil cibo), sono qualcosa che fanno male dentro, nei sentimenti, nell'essenza di una persona.Viene colpita quella parte di noi che per guarire ha bisogno di qualcosa di diverso dalle medicine, diqualcosa che possa far tornare a desiderare, a credere, a sorridere. Parlo della parte di ognuno di noidove crescono le speranze, i desideri, della parte dove si vivono emotivamente le esperienze e le coseche ci accadono.Quando questa parte di noi viene ferita, va curata in modo particolare, con qualcosa che sia in grado diandare al di là dei sintomi e di entrare nel dolore più profondo della nostra persona. Servono quindi cosediverse tra loro. Serve un percorso con l'aiuto di un professionista che permetta di prendere coscienza diquello che è accaduto e di superarlo. Serve, al bisogno, un sostegno farmacologico. Serve la vicinanzadelle persone care e il sostegno di chi può, anche solo con un abbraccio, far sentire un po' meno solo chista soffrendo. Serve la comprensione, la pazienza, la tenacia e la volontà. Serve coraggio edeterminazione. Servono tutte queste cose assieme. Sono tante, lo so, ma tanto è quello che va fatto, varimarginata una ferita profonda, che per guarire ha bisogno di essere prima di tutto riconosciuta, capita,accettata e affrontata.

“Gocce di colore”I disturbi del comportamento alimentare colorano di grigio le nostre giornate; sta

anche a noi usare colori diversi per dipingere giorni nuovi

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Nuova sezione del blog

Questo mese ho inaugurato (virtualmente) una nuova sezione del blog. Si tratta di una sezione che hopensato di chiamare Locandine dove pubblicherò delle immagini, che potrebbero essere anche deimanifesti, con cui vorrei parlare dei disturbi del comportamento alimentare utilizzando la grafica, conmessaggi brevi ma significativi.La prima locandina è relativa a cosa sono i disturbi del comportamento alimentare (… o, meglio, a cosanon sono).

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Ferite

Quanta sofferenza può sopportare una persona? Quanti ricordi dolorosi possono riempire quellozaino che ognuno di noi deve portare sulle spalle per camminare sulla strada della propria vita?Purtroppo a volte le sofferenze e i ricordi dolorosi sono davvero tanti, talmente tanti checontinuano a ferire e a lasciare cicatrici sulla nostra pelle, già provata dalle esperienze vissute.Sono ferite che a volte sanguinano ancora, a volte invece sono ferite che fortunatamente si sonorimarginate e si sono trasformate in segni, ricordi del passato. In ogni caso, qualunque sia il tipodi ferita che la nostra pelle ancora porta su di sé, sono spesso ferite dolorose, che bruciano, comese fossero cosparse di sale, il sale delle intemperie della vita, quelle che ognuno di noi è chiamatoa dover affrontare.Però, nonostante tutto questo, nonostante quei segni che non possono essere cancellati, credo cheognuno di noi abbia una possibilità, quella di cercare di curare quelle ferite, di dargli l'attenzioneche meritano, di farle chiudere. Come credo che ognuno di noi abbia la possibilità di trasformarequelle stesse ferite, quelle cicatrici, in qualcosa che ci può permettere di andare avanti con laconsapevolezza che quello che è stato è passato, è parte del nostro vissuto e che nonnecessariamente deve continuare a farsi sentire. Certo, lasciar andare il passato non è una cosache si fa così, di punto in bianco, solo perché lo si desidera, è un percorso da fare, un camminoche però, una volta fatto, può permetterci di vedere le cose in modo diverso, con maggiorechiarezza, forse anche con una pace diversa, quella che abbiamo la possibilità di costruire in noi,dentro la nostra parte più profonda, dove a volte sentimenti dolorosi come il risentimento, lapaura, lo sconforto, la rabbia, ci impediscono di star bene.

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Quel momento

E poi ti ritrovi li, faccia a faccia con quello che vorresti non dover affrontare mai, il momentodella sfida, del confronto, anche se più che un confronto è una vera e propria lotta. La lotta tra te ete, tra la parte di te che sa cosa dovrebbe fare e quella che invece vorrebbe fare tutt'altro.E' un momento che sembra lungo un'eternità, il momento del pasto.Cerchi di concentrarti e di convincerti a fare la cosa giusta. Ti sforzi. Ma dentro di te qualcosacerca di fermarti e di impedirti di farlo. Allora pensi a qualcosa che possa aiutarti ad andareavanti, a mangiare anche solo un boccone, in fondo una piccola porzione potresti ancheconcedertela.No, non è così, qualunque sia la misura di quel boccone è pur sempre qualcosa che non vorrestidover inghiottire, è qualcosa che senti ti farebbe male, un male che non vuoi più sentire.Allora fai forza su tutta te stessa e pensi a cosa potrebbe succedere.Se lo fai, se fai la cosa giusta, poi ti sentiresti in colpa per ore e ore, senza sapere come calmarequella sensazione che tante volte hai provato. Se invece non lo fai e segui la voce che in te cercadi fermarti, allora i sentimenti sarebbero diversi, da una parte una sensazione di vittoria, come sefossi riuscita a resistere, a controllarti, dall'altra una sensazione di tristezza, per non aver fattoquella che sai essere la cosa giusta per te e per la tua vita.Com'è difficile, com'è doloroso dover decidere cosa fare, anche perché in ogni caso, comunquevada a finire, quei sentimenti dolorosi che si affacceranno alla tua finestra sono sentimenti che haiprovato tante volte e che vorresti allontanare e non rivivere nuovamente. Purtroppo però unascelta la devi fare, una decisione la devi prendere. Ed è proprio per questo, perché alla fine sei tuche devi decidere, che vorrei dirti che qualunque sia la cosa che farai non sei sola, ci sono tante,tante persone che come te stanno cercando di trovare la forza in sé per affrontare quello stessomomento e per riprendere il controllo della propria vita. So che non è facile ma, forse, sapere dinon essere soli, come sapere di non essere sbagliati, può aiutare almeno un po' e può dare quellaforza in più per affrontare quel momento così difficile.

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Va tutto bene

“Non preoccuparti, va tutto bene!”Quante volte abbiamo detto queste parole mentre dentro, dove nessuno può vedere cosa c'è, tuttoandava a rotoli.Quante volte abbiamo cercato di nascondere agli occhi degli altri il grande dolore che bruciava in noicome un fuoco nel pieno della sua grandezza.Quante volte abbiamo cercato di disegnare sul nostro viso un sorriso dietro il quale le lacrimestentavano a trattenersi.Tante, troppe volte ...Sono tutte le volte in cui abbiamo cercato di proteggerci, di difenderci da quello che poteva tornarciindietro: giudizi, considerazioni superficiali, preconcetti, parole che fanno male, ancor più dellasolitudine. Se a questo poi aggiungiamo la vergogna e i sensi di colpa è facile capire come la scelta vadaverso il tacere, il nascondere i propri sentimenti e la propria verità dietro un doloroso silenzio.Sarebbe bello potersi aprire con gli altri senza paura di essere fraintesi o considerati come delle personesbagliate, inadeguate, magari strane per quello che è il comportamento dettato da una malattia ma che,purtroppo, non tutti ancora considerano come tale.Sarebbe bello poter non aver paura di essere giudicati, già tanti sono i giudizi che noi stessi diamo allanostra persona, giudizi duri, pesanti.Sarebbe bello sapere che al bisogno c'è chi può ascoltarci, senza necessità di usare parole ma anche solocon uno sguardo, sguardo che potrebbe arrivare a quegli stessi occhi che potrebbero finalmente fartrasparire quello che faticosamente cercano di nascondere, comprese le lacrime perché quelle lacrimepossono essere versate e poi asciugate come possono essere usate per allegerire un po' il grande pesoche abbiamo in noi.Sarebbe bello …. però, a pensarci bene, forse è possibile, forse c'è qualcuno con cui possiamo parlare,con cui possiamo confidarci, qualcuno di cui poterci fidare, qualcuno che vorrebbe ascoltarci, forsequello che ci blocca più di tutto è una nostra paura e non l'assenza di persone che ci vorrebberoascoltare … forse ...

Eventi

Il 21 e 22 ottobre 2016 si terrà, presso l'Ospedale Cà Granda Niguarda di Milano, il primoConvegno nazionale SIRIDAP (Società italiana di riabilitazione interdisciplinare dei disturbialimentari e del peso).Il Convegno, dal titolo "Sentieri interrotti – I DCA nel ciclo di vita: dall'esordio allapersistenza", è stato pensato per effettuare una lettura dei disturbi del comportamentoalimentare in tutto il ciclo di vita del paziente e vedrà il contributo di esperti nazionali edinternazionali, delle associazioni, delle istituzioni, nell'idea che solo costruendo alleanze solidetra tutti gli interlocutori si possa sconfiggere una patologia così grave e insidiosa.Il termine delle iscrizioni è previsto per il 10 ottobre 2016.

Sono previsti crediti ECM per: medici, psicologi, biologi nutrizionisti, educatori professionali,infermieri, assistenti sociali.

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Per informazioni e iscrizioni contattare la Segreteria Organizzativa: [email protected] Francesca Cicala, Marta Colli, Giuseppina Mondello - tel 0332920275 - fax0332920290

Se vuoi condividere la tua esperienza, esprimere il tuo pensiero o se hai il desiderio o il bisogno di parlare oconfrontarti con qualcuno oppure se sei un esperto del settore e vuoi contribuire con un tuo intervento puoi

scrivermi all'indirizzo: [email protected]