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Supplemento al numero odierno de “il Resto del Carlino” Editoriale: Azioni concrete per i cittadini Informatizzazione: Aree montane: la banda larga entra nelle scuole Erosione costiera: Parte da Grottammare la riqualificazione del litorale regionale Edilizia scolastica: Oltre 26 milioni di euro per l’adeguamento degli edifici scolastici Piano Casa: 434 buoni casa assegnati alle giovani coppie Difesa del Suolo: Prevenzione e corretta gestione del territorio Rilancio delle aree portuali: Partono le operazioni di dragaggio

Green Governance aprile 2009

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rivista informazione regione Marche

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Editoriale: Azioni concrete per i cittadiniInformatizzazione: Aree montane: la banda larga entra nelle scuoleErosione costiera: Parte da Grottammare la riqualificazione del litorale regionaleEdilizia scolastica: Oltre 26 milioni di euro per l’adeguamento degli edifici scolasticiPiano Casa: 434 buoni casa assegnati alle giovani coppieDifesa del Suolo: Prevenzione e corretta gestione del territorioRilancio delle aree portuali: Partono le operazioni di dragaggio

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Azioni concrete per i cittadinidi Gianluca Carrabs p. 3

Aree montane: la banda larga entra nelle scuoleAssessorato ai Lavori Pubblici, Sistemi Telematicied Informativi, Società dell’Informazione p. 5

Erosione costiera: parte da Grottammare la riqualificazione del litorale regionaleAssessorato ai Lavori Pubblici e Difesa della Costa p. 6

La Regione Marche in prima linea per l’adeguamento strutturale degli edifici scolasticiAssessorato ai Lavori Pubblici e Edilizia Pubblica p. 8

Casa ai giovani: un sogno che si avveraAssessorato ai Lavori Pubblici e Edilizia Pubblica p. 10

Prevenzione e corretta gestione per la riduzione dei rischiAssessorato ai Lavori Pubblici e Difesa del Suolo p. 12

Rilancio delle aree portuali: partono le operazioni di dragaggioAssessorato ai Lavori Pubblici e Difesa della Costa p. 14

INDICE

Assessorato Lavori Pubblici, Edilizia Pubblica, Difesa del Suolo e della Costa,Territori montani e Politiche per la Montagna, Sistemi Telematici e InformativiPalazzo Li Madou -Via Gentile da Fabriano, 2/4 - Tel 071.8064344 - Ancona

Green Governance è consultabile e scaricabile dal sito: www.gianlucacarrabs.it

In retro copertina: Panorama di Grottammare

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L’intento del Governo Regionale è quello di alleggerire i cittadi-ni che più soffrono il peso della crisi eco-nomico e finanziaria, coloro che non hanno una casa di proprietà e che vivono in affitto. Pertanto la Regione, su mia proposta, ha stan-ziato 6,2 milioni di euro per il sostegno all’accesso alle abita-zioni in locazione. A

seguito dei bandi comunali per l’anno 2008 sono già stati ripartiti i fondi tra i Comuni marchigiani per concedere tali contributi ai cittadini meno abbienti allo scopo di ridurre l’incidenza dei canoni locativi sul reddito fami-liare: ne hanno beneficiato ben 9.000 famiglie.Inoltre la Giunta Regionale, su proposta del Presidente Gian Mario Spacca, ha bloccato per due anni il canone d’affitto degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica con lo scopo di ridurre ogni aumento dell’affitto. A questa manovra si è aggiunto lo stanziamento di 3 mi-lioni di euro che serviranno per la riqualificazione e ristrutturazione degli alloggi ERAP. I tre milioni, infatti, saranno utilizzati per avviare i cantieri di manutenzione degli stessi alloggi e far ripartire tutta l’economia edile legata a questo settore.Proprio in questi giorni, per favorire le iniziative volte al rilancio dell’economia, rispondere anche ai bisogni abitativi delle famiglie e per introdurre misure di sem-plificazione procedurale dell’attività edilizia, è stato firmato un accordo tra Stato, Regioni ed Autonomie Locali. Il testo prevede:• un incremento del 20% della volumetria esistente

degli edifici residenziali mono e bi-familiari, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi;

• la regolamentazione degli interventi di abbattimento e ricostruzione con l’incremento del 35% della volu-metria esistente.

Questi aumenti di volumetria devono perseguire un miglioramento della qualità architettonica, dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e devono realizzarsi secondo criteri di sostenibilità am-bientale. Tali interventi non possono riferirsi ad edifici abusivi o nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta.

AZIONI CONCRETE PER I CITTADININuovo Piano Casa Regionale

Edilizia sostenibile per dare qualità, efficienza e occupazione locale

Inoltre la Regione sta elaborando le Linee Guida di at-tuazione per, da un lato promuovere ulteriori forme di incentivazione e dall’altro regolamentare la compatibilità ambientale degli interventi.Con questo accordo non cambierà nulla nelle regole di rispetto ambientale e tutela paesaggistica. Anzi dovrà esserci la massima attenzione al risparmio energetico degli edifici e alla riqualificazione urbana. Cambierà sicuramente qualcosa, ci auguriamo: la mentalità del costruire.In questo contesto sta prendendo forma il nuovo Piano Casa Regionale retto da una sinergia tra pubblico e privato, per consegnare in tempi rapidi un patrimonio immobiliare a canone sostenibile, destinato, questa volta, ad una fascia di popolazione che non è in grado di ri-volgersi al libero mercato immobiliare, ma nel contempo non ha i requisiti reddituali tali da poter accedere alle graduatorie dell’edilizia residenziale pubblica.A tal proposito è stato costituito un tavolo tecnico con esponenti dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), con Legacoop e Confcooperative, con l’Upi (Unione delle Province Italiane), l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e l’Uncem (Unione Nazio-nale Comunità Enti Montani), Banche, Fondazioni e Associazioni di Categoria che entro 45 giorni dovranno predisporre un progetto di “housing sociale” che avrà l’obiettivo di costituire un Fondo immobiliare etico che possa governare le operazioni finanziarie e quelle prettamente costruttive per realizzare alloggi a canone calmierato; in tale logica, rientra anche la possibilità di acquistare il patrimonio edile invenduto e quello pubblico non utilizzato per consentire immediatezza di risposte ai bisogni più urgenti di alloggio e liquidità finanziaria da poter reinvestire.In sintesi questo strumento consentirà di poter realizzare alloggi ad un canone mensile di affitto che varierà tra i 300 e i 400 euro, che dopo 25-30 anni darà all’inqui-lino la possibilità di riscattare l’immobile divenendone proprietario.Con il nuovo Piano Casa Regionale si potranno espri-mere tutte la potenzialità per trasformare questa difficile congiuntura economica in una opportunità di rilancio del settore edilizio e dell’occupazione locale, attraver-so la costruzione di alloggi sociali ad alta efficienza energetica.La riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici, rappresenta una grande sfida e sono ormai le direttri-ci comuni della Regione che si è dotata tra le prime in Italia di una Legge sull’Edilizia Sostenibile molto avanzata.

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Sono buone regole che dovrebbero uniformare tutti i Piani Casa, sapendo che non possiamo più permetterci di sprecare risorse energetiche: l’edilizia impegna i 2/3 del budget energetico nazionale sprecandolo in perdite energetiche degli edifici, realizzati con una scarsa effi-cienza energetica. È lo stesso quantitativo che il nostro paese importa come fonti fossili dall’estero. Incidendo sul risparmio energetico delle costruzioni si interviene sullo spreco, riducendo i consumi e di conseguenza la spesa economica delle famiglie marchigiane. Gli edifici tradizionali impegnano 20 litri di gasolio per mq, men-tre quelli realizzati con la Bioedilizia, nella fattispecie, quelle in classe C consumano 6 litri, quelle in classe B 3 litri e quelle in classe A 1,5 litri, addirittura quelle passive 0 litri e l’energia in eccesso possono anche

rivenderla. Questo è un esempio chiaro e concreto di come la prima ed assoluta fonte di energia è il rispar-mio energetico. È chiaro allora che il settore edilizio ha un ruolo chiave per l’attuazione del Protocollo di Kyoto e il raggiungimento degli obiettivi 20-20-20 previsti dall’Unione Europea.Queste misure approvate dal Governo Regionale sono una risposta concreta alle istanze della comunità mar-chigiana che da un lato ha l’esigenza di ripartire con il comparto edile e dell’altro necessita di un contributo in-dirizzato a quelle famiglie con difficoltà economiche.

Gianluca Carrabs

Il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca e l’Assessore Gianluca Carrabs

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AREE MONTANE: LA BANDALARGA ENTRA NELLE SCUOLESi sperimentano nuove tecnologie satellitari per superare il Digital Divide,per il quale la Regione Marche ha investito circa 45,5 milioni di Euro

“Realizzare la banda larga su tutto il terri-torio regionale e dare un computer ad ogni famiglia grazie ad un contributo regionale nella spesa pari al 50%”.Sono due degli obiettivi che si è prefissa-to nel corso del suo mandato l’Assessore all’Informatizzazione e alle Politiche per la Montagna, Gianluca Carrabs. Ebbene, la Regione Marche ha sviluppato ed approvato da circa un anno il Piano Te-lematico Regionale per lo sviluppo della Banda Larga ed il superamento del Di-gital Divide (approvato con Deliberazione dell’Assemblea Legislativa delle Marche n. 95 del 15/07/2008) per assicurare le connettività a larga banda a tutti i cittadini e imprese della Regione; ciò con il supporto di auto-revoli soggetti che assumeranno il ruolo di autentici partner, appartenenti sia al mondo pubblico/istituzionale che privato. Giunti nella fase di piena attuazione del Piano e nella prospettiva di obiettivi di co-pertura di connettività a larga banda sempre più performanti anche in termini temporali, si stanno valutando anche soluzioni basate sulle tecnologie di comunicazione satelli-tare (che consentono la riduzione del digital divide infrastrutturale).All’uopo sono stati effettuati e sono previsti incontri di approfondimento con i principali provider/operatori di tali soluzioni.La connettività a larga banda basata su tec-nologie di comunicazioni satellitari ha, per sua natura, la rapidità di implementazione e la peculiarità di poter raggiungere, con un costo relativamente basso, zone disagiate poste in vallate strette o siti allocati in zo-ne collinari/montagnose/remote. Tali zone possono essere sicuramente a fallimento di mercato, ma in aggiunta, poste in aree lo-gisticamente assai lontane rispetto anche a dove sarà realizzata l’infrastruttura di acces-so (backhauling) con il supporto dei fondi strutturali di natura pubblica. In alcune aree si potrebbero presentare tempi di realizza-zione lunghi anche con una connettività basata sul sistema di accesso standard Wi-max (wireless); ciò indipendentemente dai tempi di attuazione del Piano Telematico, ma solo in relazione alla natura singolare del territorio, della orografia e della stesse caratteristiche delle tecnologie di accesso classiche (wired e wireless).Per tali aree, i servizi di connettività a lar-ga banda possono essere realizzati tramite

“service provider” di servizi di comunicazio-ni satellitari, in particolare verso i soggetti gravitanti in tali aree che potrebbero benefi-ciare particolarmente di tali servizi. Soggetti appartenenti sia al mondo pubblico che privato come istituzioni didattiche o azien-de agricole innovative. L’attività satellitare dà continuità alle azioni già intraprese dall’Amministrazione regionale che nel 2008 ha avviato un’azione di contrasto al digital divide culturale - sociale con una iniziativa promossa dall’Assessorato ai Sistemi Informativi e Telematici che prevede l’asse-gnazione, a favore di 16 Istituti scolastici localizzati nelle zone montane e di altret-tante mini aule didattiche-informatiche, ciascuna dotata di:• 3 PC desktop multimediali completi di

monitor LCD 19”, tastiera, mouse e lettore smart card;

• 1 Stampante laser a colori A4;• Switch Ethernet 10/100BaseT RJ45 5

porte;• garanzia e assistenza per 3 anni su pc,

switch e stampante;• 3 Confezioni da 20 dischi DVD±R;• installazione, collegamento in rete, con-

figurazione collaudo e produzione dischi di ripristino dei mini-laboratori in loco;

• pacchetto software “Open Source” - S.O. Linux e software didattico.

In attesa del completamento del piano te-lematico, le stesse scuole beneficiarie della fornitura possono valorizzarla al meglio be-neficiando di una sperimentazione (Test Bed) del servizio da parte di operatori di telecomunicazioni, in quanto assicurano così il pieno utilizzo della banda a loro disposizione tramite i contenuti generati dai sistemi informativi in loro dotazione.Dopo una fase di sperimentazione la Regio-ne Marche potrà ben decidere di allocare fondi specifici per l’attuazione di tali servizi di comunicazione nell’interesse pubblico ed in una logica complementare rispetto al Piano Telematico Regionale.“L’intervento - spiega l’Assessore Regionale all’Informatizzazione e alle Politiche per la montagna, Gianluca Carrabs - contribuirà, oltre che alla riduzione del divario tecnolo-gico, a beneficio dei docenti, degli studenti e delle famiglie, a favorire lo sviluppo delle competenze e conoscenze utili al rilancio ed alla crescita economica del territorio montano. Ridurre lo scarto tra aree svan-

taggiate ed aree più sviluppate è un obiettivo fondamentale di questa legislatura che mira a creare un sistema integrato di sviluppo tra la costa e l’entroterra”.

ISTITUTI MARCHIGIANI BENEFICIARI

Provincia di Pesaro-Urbino

Plesso Istituto

PennabilliCasteldelciSant’Agata Feltria

ISC - Pennabilli

Sassocorvaro ISC “A. Battelli” - Sassocorvaro

ApecchioPiobbico

ISC “Scipione Lapi” - Apecchio

Serra S. AbbondioFrontone ISC “G. Bigotti” - Pergola

OrcianoModavioSan GiorgioBarchi

ISC “Giò Pomodoro” - Orciano

Provincia di Ancona

Plesso IstitutoSerra S. QuiricoRosoraMergo

ISC “Don M. Costantini” - Serra S. Quirico

Provincia di Macerata

Plesso Istituto

Apiro ISC Coldigioco - ApiroCastelraimondoPioraco

ISC “N. Strimpelli” - Castelraimondo

MucciaFiastra ISC “G.Boccati” - Fiastra

PieveboviglianaVissoUssita

ISC “Mons. Paoletti” - Pievebovigliana

CaldarolaSerrapetronaCessapalomboBelforte del Chienti

ISC - Caldarola

SarnanoGualdoPenna S. GiovanniMonte S. Martino

ISC “G. Leopardi” - Sarnano

Provincia di Ascoli Piceno

Comune IstitutoMontemonaco ISC - AmandolaForceRotellaMontedinove

ISC “L. Da Vinci” - Force

Appignano del Tronto ISC - Castel di Lama

Roccafl uvioneVenarottaMontegallo

ISC - Roccafl uvione

Assessorato ai Lavori Pubblici, Sistemi Telematici ed Informativi, Società dell’Informazione

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Ministero dell’Ambiente, Regione Marche ed ex ICRAM insieme per la salvaguardia della costa marchigiana

L’investimento per l’attuazione del 1° intervento è pari a 11.750.000 Euro

EROSIONE COSTIERA: PARTE DAGROTTAMMARE LA RIQUALIFICAZIONEDEL LITORALE REGIONALE

Contrastare l’erosione costiera e con-tribuire allo stesso tempo al rilancio turistico della spiaggia e alla valoriz-zazione socio economica della città. È questo l’obiettivo del progetto di ri-qualificazione della spiaggia a sud del fiume Tesino elaborato dalla Regione Marche che prevede il ripascimento del litorale nel tratto di costa tra Civi-tanova e Grottammare. L’intervento, il primo di una serie di 5 progetti previsti dal Protocollo d’inte-sa sottoscritto il 28 dicembre 2007 tra il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Marche e l’ex ICRAM, l’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (attuale ISPRA, Isti-tuto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), e che rientra nel

più ampio complesso di azioni volte a riqualificare il litorale sud marchigiano, coinvolgendo un totale di 7 Comuni (da Civitanova Marche a Grottammare), punta infatti alla salvaguardia costiera e contemporaneamente al ripristino del-le condizioni di fruibilità del territorio marittimo e della sua economia turistica e ricreativa. “L’intervento nel Comune di Grottam-mare - sottolinea l’Assessore regionale alla Difesa della Costa, Gianluca Car-rabs - permetterà di fruire una spiaggia più ampia dell’attuale, di migliorare i servizi e le infrastrutture necessarie alla fruizione turistico-balneare e quindi contribuirà alla valorizzazione socio economica della città”.Della stessa opinione è il Sindaco di Grottammare, Luigi Merli: “Con

quest’opera si completa la difesa dell’in-tero tratto di costa comunale, lungo sei chilometri e mezzo, dove insistono nu-merosi stabilimenti balneari e importanti attività economiche: un percorso inizia-to negli anni 90 con la realizzazione di interventi tipologicamente diversi, anche per far fronte all’erosione marina. La riqualificazione della spiaggia è im-portante per la valorizzazione turistica della città che nel biennio 2007-2008, ha registrato un aumento del 13% degli arrivi del 4% delle presenze”. L’intervento, che nel tratto di costa an-tistante Grottamare, interesserà circa 650 metri di litorale (dalla foce sud del fiume Tesino alla concessione balneare “Aquarius”), consiste tecnicamente nel prelievo di sabbia sottomarina a 20-30 miglia dalla costa, nel suo riporto

Assessorato ai Lavori Pubblici e Difesa della Costabb

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lungo il tratto in questione e nella re-alizzazione di barriere protettive sotto il livello del mare. L’opera di ripasci-mento sostituisce così il progetto di sbarramento artificiale, proposto in passato dal Comune di Grottammare che prevedeva invece la realizzazione di scogliere emerse. 75.000 m3 di sabbia distribuita su 650 metri di litorale con un costo complessi-vo di circa 1.500.000 euro. Sono questi, in sintesi, i numeri dell’opera di ripasci-mento che entro l’estate renderà l’intero litorale cittadino (con la sola esclusione del tratto di 200 metri in prossimità della foce del Tesino) completamente fruibile da turisti e cittadini.Il ripascimento, che punta a risolvere in maniera definitiva il problema dell’ero-sione della costa di Grottammare, mira così anche al rilancio turistico della lo-calità balneare.Oltre alla salvaguardia della costa, il ri-pristino delle condizioni di fruibilità del territorio marittimo è infatti una delle fi-nalità del Protocollo d’intesa siglato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dalla Regione

Marche e dall’ICRAM. Il Protocollo pun-ta infatti ad una giusta ed equilibrata sinergia economico-ambientale cercan-do, si legge nel testo, di “garantire la conservazione del patrimonio territo-riale dove è incentrata un’economia turistica e ricreativa” e “di preservare il paesaggio naturale e con esso garantire lo sviluppo sostenibile”.Seppur fortemente orientato a sostenere l’economia turistica locale, il progetto di riqualificazione elaborato dalla Re-gione Marche non esclude l’attenzione per le problematiche ambientali.“Attualmente l’erosione rappresenta la maggior minaccia per le risorse natu-rali ed economiche delle aree costiere”, sottolinea l’ assessore regionale alla Di-fesa della Costa, Gianluca Carrabs. Di qui la necessità di attuare efficaci misure di protezione della costa, con attente analisi ambientali da parte di organismi nazionali e regionali accre-ditati, quali l’ex ICRAM (attuale ISPRA) e l’ARPAM, “istituti - precisa il Con-sigliere comunale dei Verdi Daniele Mariani - dai quali abbiamo ricevuto tutte le rassicurazioni del caso e le ne-

cessarie garanzie per il buon esito del ripascimento”.Lo stesso Protocollo d’intesa siglato nel dicembre 2007 prevede verifiche pre e post operam, oltre alla costituzione di un apposito Comitato tecnico di coordi-namento con il compito di monitorare le fasi di progettazione e realizzazione dell’intervento.Ma il progetto di ripristino della spiag-gia di Grottammare si inserisce in realtà all’interno di un progetto ben più ampio e molto più ambizioso di riqualificazione del litorale regionale.Il suo costo? 33,5 milioni di euro volti a finanziare il pacchetto di interventi a salvaguardia della costa marchigiana previsti dal Protocollo. La riqualificazione dunque non riguar-derà solo il tratto di litorale compreso tra Civitanova Marche e Grottammare (per cui si renderanno necessari 11,75 milioni di euro), ma anche quello di pertinenza dei Comuni di Sirolo e Numana, Porto Recanati, Ancona, Falconara, Senigallia e Pesaro. Il tutto in un’ottica integrata di riquali-ficazione del litorale regionale.

Da sinistra: Gianluca Carrabs , Daniele Mariani e Luigi Merli

Area interessata dall’intervento

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La Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore ai Lavori Pubblici ed Edilizia Pubblica Gianluca Carrabs, recependo l’Intesa tra Governo e Regioni del 28 gennaio 2009 per la sicurezza delle scuole, ha deliberato, il 2 marzo, che tutti gli edifici scolastici delle Marche verranno monitorati sul posto da esperti messi a disposizione del Provveditorato alle Opere Pubbliche (ex Genio Civile) di Emilia Romagna e Marche, nonché da quelli degli Enti Locali proprietari degli edifici (Province e Comuni) coadiuvati dai Responsabili della Sicurezza delle singole scuole.“L’indagine - ha spiegato l’As-sessore Carrabs - riguarderà gli elementi non strutturali degli edifici, in modo da prevenire in-cidenti come quello accaduto il 22 novembre 2008 al Liceo “C. Dar-win” di Rivoli, in Piemonte, dove il cedimento di un controsoffitto ha purtroppo fatto perdere la gio-vane vita di uno studente”.Le Marche partono avvantaggia-te anche perché sono una delle poche regioni ad aver ultimato l’Anagrafe degli edifici scola-stici: un censimento di tutte le scuole, per accertare consisten-za, situazione e funzionalità degli immobili. La precedenza nei sopralluoghi va agli edifici per i quali l’Anagrafe dell’edilizia scolastica ha evi-denziato situazioni di potenziale pericolo e di carenza di manu-tenzione. La sicurezza delle scuole è una priorità della Regione e un problema che si pone all’attenzione della pubblica ammini-strazione con forza. L’avvio dei sopralluoghi è imminente. Confidiamo nella sensibilità e nella massima collaborazio-ne da parte delle amministrazioni locali e del personale tecnico.La Regione Marche, comunque, si era già mossa nel corso di questa legislatura per affrontare il tema della sicurezza scolastica che è una vera e propria emergenza nazionale ma che viene alla ribalta solo in occasione della emotività provocata dalle tragedie che, purtroppo, si ripetono con frequenza.Fin dal suo insediamento, il Governo Regionale ha inten-sificato le attività e gli interventi nel settore dell’Edilizia Scolastica, trovando impulso normativo e sostegno finan-ziario in due Accordi di Programma con lo Stato:- Piano straordinario per la messa in sicurezza degli edi-fici scolastici dal rischio sismico (Legge n. 289/2000).

- il Piano triennale di Edilizia Scolastica (Legge n. 23/1996).Sulla base di questi presupposti, nel corso della presente legi-slatura, sono stati predisposti e sono in corso di attuazione:- il II Programma Stralcio del Piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, approvato con Delibera CIPE n. 143/2006;- il Piano triennale 2007-2009, formalizzato con la sotto-scrizione del “Patto per la Sicurezza”, siglato il 20 dicembre 2006 tra il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe

Fioroni e l’Assessore ai Lavori Pubblici Gianluca Carrabs.La Legge n. 23/1996, con le successive proroghe concesse, prevedeva che l’adeguamento a norma degli edifici scolastici fosse portato a termine entro il 2006. Con la sottoscrizione del patto per la sicurezza tale termine è stato prorogato al 31/12/2009, sollevando così anche gli enti proprietari degli edifici dalle gravi responsabilità a cui sarebbero an-dati incontro in caso di eventuali incidenti causati da carenze nelle condizioni di sicurezza.“Si è concluso un complesso iter operativo, che ha coinvolto Re-gioni, Province e Comuni - ha dichiarato l’Assessore Carrabs - che darà impulso al completamento del processo di adeguamento a norma e messa in sicurezza delle nostre scuole che, nonostan-

te il costante impegno di Comuni e Province e i rilevanti interventi attivati negli anni da Regione e Ministero, è ancora lontano dall’essere ultimato”.

Edilizia Scolastica

Oltre 26.000.000 di Euro per 104 interventi in altrettanti edifici del territorio

LA REGIONE MARCHE IN PRIMALINEA PER L’ADEGUAMENTOSTRUTTURALE DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Importi in euro n° interventi

Province 2007 2007/09 2007 2007/09

Ancona 1.825.752,66 10.048.091,84 5 21

Ascoli Piceno 698.895,73 3.954.821,48 4 19

Fermo 505.840,40 2.493.480,40 2 14

Macerata 841.602,99 4.692.723,26 6 17

Pesaro Urbino 1.078.683,57 5.261.978,52 7 33

Totali 4.950.775,35 26.451.095,50 24 104

Assessorato ai Lavori Pubblici e Edilizia Pubblicabb

L’immagine di una ristrutturazione

INTERVENTI AVVIATI E/O PROGRAMMATI DIEDILIZIA SCOLASTICA NELLA CORRENTE LEGISLATURA

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“Ancora un volta - ha proseguito l’Assessore - la sinergia tra Governo nazionale e regionale premiano le Marche, evi-denziando l’attivismo della Giunta Regionale a farsi carico della sicurezza dei cittadini”.Il Decreto Ministeriale che recepiva il Patto, assegnava tutto il finanziamento previsto nella Legge Finanziaria 2007, al definitivo compimento delle attività della messa in sicurezza degli edifici scolastici, con una compartecipazione in parti eguali tra Stato, Regioni ed Enti locali.Con decreto del 16 luglio 2007 il Ministero assegnava alla Regione Marche per il triennio 2007-2009 risorse per un to-tale di 6.803.820 euro, che la Regione Marche inseriva nel Piano triennale con un eguale somma di fondi propri.Si ricorda che alla Regione è attribuita la responsabilità della programmazione delle politiche e degli interventi nel settore dell’edilizia scolastica, provvedendo alla ripartizione su base territoriale dei finanziamenti, stabilendo indirizzi e criteri territoriali per la formazione dei Piani e curando il monitoraggio degli interventi. Sono altresì le Province che hanno il compito di individuare i fabbisogni e localizzare gli interventi.Ai 104 interventi complessivi del Piano triennale devono essere aggiunti i 34 predisposti nel II Programma stralcio per la messa in sicurezza degli edifici scolastici dal rischio sismico, per un importo complessivo di 13.222.000 euro.

Le operazioni di rilevamento hanno interessato 1.346 edifici scolastici su 1.355, per ognuno dei quali le informazioni rilevate forniscono:- notizie generali sull’edificio (ubicazione, epoca di costruzione, consistenza e caratteristiche del manufatto, dotazioni, utilizzazione e dimensione degli spazi);- notizie sullo stato di conservazione del corpo di fabbri-ca principale e degli impianti (strutture portanti verticali ed

orizzontali, finiture, impianto elettrico, termico, impianto idrico, igienico sanitario etc); - notizie sulle condizioni di sicurezza dell’edificio e della sua area di pertinenza (documentazione relativa alla sicu-rezza antincendio, documento valutazione rischi e piano di emergenza ex D. Lgs. n. 626/1974, ora T. U. approvato con D. Lgs. n. 81/2208, presenza barriere architettoniche).

Sulla base dell’Anagrafe curata dalla Regione, il 46% degli edifici scolastici marchigiani dispone del certificato di agi-bilità. 1.062 non sono stati progettati in base alla normativa antisismica, perché costruiti antecedentemente all’entrata in vigore della legge (n. 64 del 1974, operativa dal 1983); tuttavia, una parte di questi immobili è comunque oggetto di interventi di miglioramento sismico, a seguito della ricostruzione post-terremoto.La testimonianza del fatto che l’attività svolta in questi anni dall’Assessorato ai Lavori Pubblici sta dando dei risultati, viene indirettamente dal IX° Rapporto “Ecosistema Scuola 2009” che Legambiente ha presentato il 12 marzo 2009 e che ogni anno segnala la condizione dell’edilizia scolastica.Pur in una situazione di complessiva difficoltà (si tenga conto che il 100% delle scuole marchigiane vengono considerate a rischio sismico dichiarato), si legge che nelle Marche le scuole che negli ultimi 5 anni hanno goduto di interventi di manutenzione sono il 70,67% contro il 62,82% delle scuole italiane; che è salito al 62,4% il tasso di scuole che sono in possesso del certificato di agibilità statica contro il 41,86% dell’anno precedente e che tutte le nostre scuole sono dotate di impianti elettrici a norma, contro l’89,57% del dato nazionale.“È fondamentale - conclude l’Assessore Carrabs - investire sulla prevenzione, non solo quando ci si trova di fronte alle catastrofi post-calamità”.

Un momento della riunione operativa del 27 novembre 2008

Istituto “G. e M. Montani” di Fermo prima e dopo la ristrutturazione

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È noto come in Italia il valore sociale assegnato alla casa di proprietà sia molto alto e viene percepito dalla maggioranza dei cittadini come un traguardo imprescindibile nella corsa verso la sicurezza e la stabilità economica.Se da un lato questa dinamica ci differenzia notevolmente dalla percezione comune nei diversi Paesi d’Europa, do-ve la “stanzialità” è sinonimo di scarso dinamismo e poca propensione a mettersi in gioco, dall’altro garantisce un rapporto continuativo e “familiare” col territorio, che, nel tempo, diventa legame quasi indissolubile, al punto da la-sciare segni indelebili ed evidenti nell’urbanistica e nelle singole comunità civili.E questo non vale solo per le tante ferite inferte all’ambien-te e al territorio, bensì anche per la positiva gestione del territorio stesso che, nei secoli, i residenti hanno apportato per conseguire lo sviluppo dell’intera comunità.Peccato che, con la deregulation del mercato del lavoro e la crisi economica derivante dalla caduta dei mutui sub prime d’oltreoceano (guarda caso legati proprio alla concessione di mutui per acquisti immobiliari), per molte famiglie ita-liane (e le Marche non fanno eccezione da questo punto di vista), quello della casa di proprietà è sempre più un vago traguardo, ostacolato da pesanti canoni di affitto o da rate di mutuo difficili da onorare con l’aumento dei prezzi.E la crisi economica, come si accennava poc’anzi, non ha fatto che peggiorare le cose, trasformando un’esigenza dif-fusa in una emergenza sociale dai caratteri nazionali.Come sempre, in questi casi, le fasce più colpite sono quelle già più deboli in partenza, soprattutto: lavoratori precari, in mobilità o con contratti atipici, giovani coppie, famiglie monoparentali o monoreddito, anziani al minimo del livello pensionistico ed immigrati.Per rispondere adeguatamente a questa problematica, la Regione Marche, con una certa lungimiranza, già a partire dal 2005, ha focalizzato una serie di risorse economiche

a sostegno di ben 2 Piani Casa (Piano Casa Regionale per il biennio 2004/2005 e Piano Casa Regionale per il Triennio 2006/2008), per un totale impegnato pari a 200 milioni di Euro.I focal point del primo intervento pianificatorio del settore “Casa” erano:• incrementare l’offerta di alloggi pubblici (ERP) da asse-

gnare alle categorie sociali più deboli;• incrementare l’offerta di alloggi a canone moderato;• favorire l’accesso alla proprietà della prima casa, in par-

ticolare per le giovani coppie;• riqualificare le aree più degradate dei comuni marchigia-

ni, mediante interventi che migliorino la qualità edilizia ed ambientale, l’integrazione sociale dei quartieri e va-lorizzino il patrimonio storico-architettonico;

• finanziare interventi di edilizia sperimentale che miglio-rino la qualità dell’abitare, mediante la bioarchitettura, l’abbattimento delle barriere architettoniche e lo studio di nuove tipologie residenziali.

Raccolti i frutti della prima pianificazione, sintetizzati nelle seguenti cifre: • 2.080 alloggi programmati, di cui il 55% già iniziati

ed il 21% ultimati, per un investimento complessivo pari a 82 milioni di euro;

• 6.900 famiglie beneficiarie dei contributi per il sostegno alla locazione, per un importo globale di 7,7 milioni di euro;

• 5 i Comuni della Regione (uno per ogni Provincia) che hanno ottenuto finanziamenti per riqualificare zone urbane degradate, per un investimento globale di 36,5 milioni di euro;

• 3 progetti di edilizia sperimentale, per la realizzazione di alloggi ad elevata sostenibilità ambientale e a facile accessibilità architettonico-funzionale e per residenze miste studenti/anziani.

CASA AI GIOVANI:UN SOGNO CHE SI AVVERA

Piano Casa

434 “buoni” a titolo di contributo, assegnati ad altrettante giovani coppie marchigiane per un totale di circa 17.000.000 di Euro investiti

Assessorato ai Lavori Pubblici e Edilizia Pubblicabb

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Nel giugno 2007 la Regione Marche ha deliberato il secondo provvedimento che, di fatto, costituisce il primo “Piano casa”, approvato dopo l’entrata in vigore della Legge Regionale 16 dicembre 2005, n. 36.Obiettivi dell’intervento: • incremento dell’offerta di alloggi pubblici (ERP), da asse-

gnare alle categorie sociali più deboli;• sostegno alla locazione, mediante incremento dell’offerta

di abitazioni a canone moderato e mediante contributi alle famiglie per le quali il rapporto canone/reddito risulti particolarmente gravoso;

• agevolazioni per l’accesso alla proprietà della prima casa, mediante contributi (buoni casa) per giovani coppie;

• istituzione di un fondo di garanzia per mutui accesi da giovani coppie con contratti di lavoro precario o atipico;

• riqualificazione del patrimonio abitativo pubblico, tramite interventi di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici abitati da famiglie con persone aventi disa-bilità motorie permanenti;

• elevata qualità del prodotto edilizio (nuovi alloggi ERP accessibili al 100%, parametri obbligatori di bioedilizia, sperimentazione di soluzioni di edifici autosufficienti energeticamente e forme organizzative nuove di autoco-struzione in cooperative miste italiani - immigrati).

Un primo, entusiastico bilancio, ancorché parziale in quanto ar-riva ad appena un anno dall’attuazione del Piano, evidenzia:• circa 1.450 gli alloggi programmati o interessati da in-

terventi di riqualificazione, di cui il 12% già iniziati ed il 3% ultimati, per un investimento complessivo di 110 milioni di euro;

• 434 i buoni casa consegnati a giovani coppie, da un minimo di 10.000 ad un massimo di 30.000 euro;

• 9.200 le famiglie che hanno beneficiato dei contributi per il sostegno alla locazione per un importo globale, messo a disposizione dalla Regione, di 10,7 milioni di euro, oltre all’annualità 2008, pari a 6,7 milioni di euro ancora da ripartire;

• 2 gli interventi di edilizia sperimentale programmati per la realizzazione di alloggi energeticamente autosuffi-cienti e in autocostruzione ad opera di cooperative miste italiani-immigrati;

• finanziamento di un fondo di garanzia per mutui prima casa, accesi da giovani coppie di lavoratori precari che hanno difficoltà di accesso al credito.

Buoni casa per giovani coppie e fondo di garanzia per mutui prima casa a favore di lavoratori atipiciIl problema della casa per diverse famiglie marchigiane è una questione fondamentale e soprattutto per i giovani. Oltre a questo disagio, i giovani sono sempre più alle prese con il problema del precariato nel mondo del lavoro, che determina tipologie contrattuali sempre più flessibili e senza

alcuna garanzia, non dando la possibilità di progettare il proprio futuro e tantomeno l’acquisto della prima casa.Il Governo Regionale, su proposta dell’Assessore Gianluca Carrabs, consapevole di questa difficoltà, ha avviato una strategia in grado di sviluppare un fondo che garantisca i giovani lavoratori precari nei confronti degli Istituti di Credito che così possono erogare il mutuo per l’acquisto della prima casa a tutte quelle giovani coppie con un contratto di lavoro atipico, ovvero: una collaborazione coordinata continuativa o di progetto, un contratto d’inserimento, formazione e lavoro, intermittente, oppure di tipo apprendistato, un contratto a tempo determinato o una borsa lavoro. La garanzia del fondo ammette tutte quelle operazioni che abbiano l’importo del mutuo non superiore a 150.000,00 euro e della durata di massimo 25 anni ed è concessa agli istituti finanziatori convenzionati nella misura non superiore al 50% dell’im-porto del mutuo erogato e per un periodo massimo di 5 anni dall’inizio dell’ammortamento per un mutuo di durata da 1 a 10 anni, di 8 anni per un mutuo di durata da 11 a 20 anni e di 10 anni per uno da 21 a 25 anni.Se andiamo ad approfondire, i dati soffermandoci sulle cifre relative alla categoria delle “giovani coppie”, quel-le più interessate - come abbiamo sopra indicato - dalla problematica dell’acquisto prima casa, possiamo verificare che nella sola Provincia di Pesaro-Urbino, sono state ben 149 le giovani coppie che hanno beneficiato dei “buoni casa”, ovvero contributi all’acquisto quantificati nelle cifre di 10.000, 20.000, fino a 30.000 euro, a seconda del reddito calcolato sul modello ISEE. 156 sono le coppie beneficiarie nel territorio della Provin-cia di Ancona; 86 quelle abitanti nella Provincia di Ascoli Piceno; 57 quelle della Provincia di Fermo e 128 quelle della Provincia di Macerata.

Non è nascosta, inoltre, in questa, programmazione edilizia, la volontà di promuovere una nuova cultura della casa, intesa come “organismo attivo” nei processi di risparmio, efficienza energetica, cooperazione sociale ed interculturale, allorquando si intendono incrementare dinamiche virtuose e cooperative di costruzione miste tra italiani e stranieri.Il tutto nell’ambito di un orizzonte culturale che vede la Regione Marche attiva nella promozione sociale, nella tutela dell’ambiente e del territorio e nelle buone pratiche per lo sviluppo sostenibile.“Il Piano di edilizia residenziale 2006-2008 - ha sottolineato l’Assessore Carrabs - in maniera innovativa promuove sempre più formule che favoriscono i giovani rispecchiando in pieno le istanze della collettività marchigiana. Infatti, in primo luogo sono le giovani coppie a godere dei benefici anche in presenza di contratti di lavoro precario. Difatti, il piano tocca con mano le esigenze dei cittadini che hanno diritto a poter vivere in una propria abitazione”.

Un momento della consegna dei buoni casa alla presenza dell’Assessore Gianluca Carrabs e del Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, Sen. Palmiro Ucchielli

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“La manutenzione del Territorio è una priorità infrastrutturale, con pari dignità delle altre opere pubbliche, quali scuole, strade, aeroporti ecc…”.È questo l’assunto che l’Assessore alla Difesa del Suolo, Gianluca Carrabs, pro-nuncia in più occasioni per sottolineare quanto sia più importante prevenire che intervenire per riparare i danni provocati dagli eventi calamitosi.Frane, alluvioni e smottamenti da sempre costituiscono, per il nostro Paese, un pro-blema di notevole rilievo sia per i danni prodotti che per le vittime che provoca.Dal dopoguerra ad oggi sul nostro ter-ritorio si sono moltiplicate le catastrofi idrogeologiche e, nella maggior parte dei casi, esse sono conseguenza di in-terventi umani che hanno privilegiato lo sfruttamento di aree naturali e attuato uno sviluppo mal coordinato.Questo fenomeno, che coinvolge anche la nostra Regione, è causato dalla sua conformazione geologica e geomorfologi-ca e aggravato dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale che non ha tenuto conto dei fattori fisici del territorio.Non a caso, dall’Inventario dei fenomeni franosi in Italia, è emerso che il rapporto tra la superficie complessiva in frana e la superficie delle aree collinari e montane, pone le Marche al 3° posto nella gradua-

toria dei territori a più elevata instabilità, dopo Lombardia ed Emilia Romagna.Il dato conferma le valutazioni contenu-te nel Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Marche, lo stru-mento di pianificazione vigente, che ha individuato per ciascun fenomeno franoso, sulla base della pericolosità, vulnerabilità e esposizione, una classe di rischio: da basso a molto elevato. Tale piano è il riferimento dell’azione tecnica e amministrativa della Regione che sulla base della classe di rischio, individua gli interventi prioritari su cui fare converge-re i finanziamenti statali disponibili per mitigare il rischio idrogeologico.“Se fino a non molto tempo fa, si operava a posteriori, in termine di soccorso e di ripristino dopo i danni subiti - sottolinea l’Assessore Carrabs - oggi si tende ad intervenire prima, prevedendo e preve-nendo scenari che potrebbero mettere a rischio la vita dei cittadini e il nostro patrimonio naturale e culturale”.Con questo obiettivo l’Assessorato Regionale alla Difesa del Suolo, ha lavorato in questi anni sviluppando una serie di iniziative, sia con gli Enti locali che con il Ministero dell’Ambiente, per condividere un percorso finalizzato all’individuazione di criteri e me-todologie progettuali in grado di mitigare i rischi da frana e da esondazione.

Tale metodo di lavoro ha premiato le Mar-che. Infatti, con i Decreti di ripartizione delle annualità 2005-2006-2007-2008 del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stato assegnato alla Regione un finanziamento comples-sivo di 63.512.517,11 euro.È importante evidenziare che i finanziamenti derivanti dalla ripartizione annuale sono tre volte superiori a quelli precedentemente assegnati alla Regione Marche, sulla base dei criteri di ripartizio-ne stabiliti dallo Stato e dalle Regioni.Questo risultato è stato conseguito grazie alla capacità e qualità progettuale delle pro-poste di intervento concordate con gli enti territoriali coinvolti (Province e Comuni).Gli interventi finanziati sono ubicati in aree geomorfologiche e geografiche dif-ferenti: aree montane, collinari, fluviali, costiere e zone urbanizzate soggette a rischi naturali.“Complessivamente - ha ricordato l’As-sessore Carrabs - sono stati avviati oltre 200 cantieri per la bonifica di frane, di corsi d’acqua, della sistemazione di tratti di sponda fluviale o per la realiz-zazione di casse di espansione, nonché opere di difesa costiera”.

PREVENZIONE E CORRETTA GESTIONE PER LA RIDUZIONE DEI RISCHI

Difesa del suolo

Investimenti per 63.512.517,11 euro per 200 interventi mirati

MANUTENZIONE DEL TERRITORIO:I PRINCÌPI DELLA REGIONE MARCHE

L’impegno della Regione in questo settore deriva dalla convinzione che:- la questione del dissesto idrogeologico,

non è solo priorità regionale, ma anche nazionale, come dimostrano le recenti frane attivatesi in Calabria, l’esondazione del fiume Tevere e le mareggiate che hanno eroso le spiagge del centro-sud; conseguentemente, la Difesa del Suolo deve essere considerata una infrastruttura pubblica, al pari di altre, a cui destinare maggiori risorse econo-miche;

- per risolvere questi problemi è necessa-rio focalizzare l’attenzione sul corretto utilizzo e sulla costante manutenzione del territorio;

- investire risorse nella prevenzione vuol dire risparmiare somme circa 10 volte superiori a quelle necessarie per inter-venti post-calamità.

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La sicurezza dei porti è un tema delicato e di grande im-portanza per le Marche dal momento che interessa, non solo la tutela dell’ambiente, ma anche molte importanti attività economiche: pesca, cantieristica, turismo.Per rendere praticabile e sicuro l’approdo è necessario che il fondale sia continuamente dragato. Un tempo, tale attività era di competenza dello Stato che, attraverso la struttura operativa del Servizio Escavazione Porti (SEP) del Ministero dei Lavori Pubblici, provvedeva alla mautenzione e all’esca-vo delle aree portuali. Con il decentramento delle funzioni dello Stato, tali compiti sono stati assunti dalla Regione che, di fatto, ha dovuto riorganizzare tutta l’attività.Il Governo delle Marche ha assegnato le funzioni di ma-nutenzione e dragaggio portuale ai Comuni, trasferendo anche le relative risorse finanziarie. L’escavo dei porti è, comunque, un’attività estremamente complessa, poiché le normative di carattere ambientale finalizzate alla salvaguar-dia della qualità delle acque costiere hanno imposto una diversa modalità di smaltimento dei sedimenti.Infatti, fino a metà degli anni ’90 era consentito lo sver-samento dei materiali di dragaggio direttamente in mare aperto con gravi ripercussioni sull’equilibrio dell’ecosistema marino. In particolare, gli inquinanti contenuti nei fanghi dragati sono stati rinvenuti addirittura nei prodotti ittici destinati all’alimentazione umana. Successivamente, con la modifica della normativa in materia ambientale, tale procedura non è più permessa e soprattutto è necessario

che venga svolta, prima dell’escavazione, una campagna di campionamento dei sedimenti per caratterizzare i materiali da un punto di vista chimico-fisico e granulometrico.La definizione della natura dei depositi e l’eventuale presenza di sostanze inquinanti è indispensabile per in-dividuare le modalità di smaltimento (discarica o cassa di colmata) o per pianificarne l’utilizzo per il ripascimento artificiale delle spiagge, nel caso in cui il materiale risulti non inquinato.I Comuni della Regione, sedi di porto, si sono trovati, quindi, ad affrontare una tematica estremamente complessa sia dal punto di vista amministrativo che tecnico e, nel caso in cui i sedimenti sono risultati inquinati, a dover far fronte a costi elevati per il loro trasporto e smaltimento in discariche a terra.Tali difficoltà hanno di fatto bloccato la sicurezza della navigabilità interna dei nostri porti con gravi ripercussioni sulle attività economiche.Le problematiche emerse hanno sollecitato una riflessione tra i diversi soggetti istituzionali per individuare soluzioni programmatorie e sinergiche a livello regionale in grado di assicurare, a breve e medio termine, il dragaggio delle aree portuali e, perciò, la loro funzionalità, il riutilizzo per il ripascimento delle spiagge dei materiali idonei per granulometria e qualità, nonché per avere una economia di sistema in un quadro di sostenibilità ambientale.A tal fine, l’Assessore alla Difesa del Suolo e della Costa,

RILANCIO DELLE AREE PORTUALI:PARTONO LE OPERAZIONI DI DRAGAGGIO18.000.000 di Euro da destinare alla riqualificazionedi porti e al ripristino della sicurezza della navigazione

Porto di Ancona

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Gianluca Carrabs, ha promosso la stipula di un Accor-do di Programma Quadro tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Marche, Comuni di Civitanova Marche, Fano, Numana, Senigallia, Autorità Portuale di Ancona e Istituto Centrale per la Ricer-ca Scientifica e Applicata al Mare (ICRAM, oggi assorbita dall’ISPRA), che prevede il dragaggio dei porti regionali e conferimento dei sedimenti di escavo inquinati nella cassa di colmata prevista all’interno del Porto di Ancona.L’Accordo, sottoscritto dal Governatore Gian Mario Spacca e dal Ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ha stanziato ben 18 milioni di euro da destinare alla riqualificazione dei porti e al ripristino della sicurezza della naviga-zione.La capacità della cassa di colmata in costruzione nell’area portuale di Ancona, pari a circa 200.000 m3, potrà ricevere tutti i fanghi dragati dai porti regionali che ad oggi sono in difficoltà; inoltre, considerando che la tecnica della cassa di colmata è la soluzione ai problemi dello smaltimento dei fanghi, sono in corso delle verifiche per valutare la possibilità di realizzare ulteriori casse in vicinanza di altri porti, al fine di anticipare le loro future esigenze.Sono in corso, inoltre, le attività di caratterizzazione chimico-fi-sico dei materiali di escavo, da parte dell’ISPRA e dell’ARPAM, che selezioneranno i sedimenti da destinare in cassa di col-mata da quelli che, per granulometria e qualità, potranno essere utilizzate per il ripascimento delle spiagge.

L’Accordo rappresenta quindi un passaggio molto impor-tante per lo sviluppo delle aree portuali marchigiane, dal momento che coniuga parte di questo settore dell’economia regionale (pesca, cantieristica e turismo) con la sicurezza degli operatori e con la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali.Nel frattempo, dall’ottobre del 2008 sono state segnalate da Comune e operatori economici che operano nel porto di Senigallia, le difficoltà di manovra e di navigazione dei natanti in considerazione della diminuzione del battente d’acqua in tale specchio.“Per individuare una soluzione immediata all’emergenza del porto di Senigallia - afferma l’Assessore Carrabs - ho promosso la stipula di un Protocollo d’Intesa tra la Regione Marche, il Provveditorato alle Opere Pubbliche Interregiona-le Emilia-Romagna-Marche e il Comune di Senigallia per la progettazione dei lavori urgenti di escavo e il conferimento degli stessi a S. Benedetto del Tronto. Una procedura questa che intendiamo estendere anche al comune di Fano, così da completare definitivamente la cassa di colmata di S. Benedetto del Tronto per realizzarvi un piazzale per carico e scarico merci”.“La risoluzione ad un problema così complesso - conclude l’Assessore Carrabs - è frutto della sinergia tra gli Enti pub-blici preposti, senza la quale le istituzioni non sarebbero in grado di dare quelle risposte che i cittadini si attendono in tempi brevi”.

Alfonso Pecoraro Scanio, Gian Mario Spacca, Gianluca Carrabs

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