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Gruppi. Appartenenza, pregiudizi e conflitti

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GRUPPI

Appartenenza, pregiudizi e conflitti

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Definizione

Il gruppo è un insieme di persone che interagiscono le une con le altre in modo ordinato sulla base di aspettative condivise riguardanti il rispettivo comportamento.

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Classificazioni

Gruppo primario: composto da almeno 3 persone che interagiscono per un periodo medio-lungo, sulla base di rapporti faccia a faccia (es. famiglia, piccole comunità, gruppi di pari, ecc.)

Gruppo secondario: composto da un numero di persone che interagiscono su basi temporanee, anonime e impersonali. I membri o non si conoscono o si conoscono solo sulla base dei ruoli.

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L’appartenenza

L’appartenenza ad un gruppo può essere determinata da almeno3 fattori

Vicinanza: di tipo fisico (coinquilini, abitanti di un quartiere, alunni, ecc)Somiglianza: condivisione di ideali, valori, scopi (associazioni, gruppi religiosi,partiti, ecc)Identificazione: l’appartenenza al gruppo dipende dall’acquisizione di uno status desiderabile. Non c’è condivisione di idee o bisogni.

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Attraverso un breve accenno alle più rilevanti teorie di psicologia sociale, analizzeremo:

La discriminazionetra gruppi

La formazionedegli stereotipi Il Pregiudizio sociale

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Partiamo dal concetto di identità e di appartenenza sociale

modo in cui ogni individuovede sé stesso come membrodi un gruppo sociale

modo in cui l’individuo si relazionacon gli altri membri del proprio gruppoe i membri del c.d outgroupsulla base di norme e codici diComportamento tipici delle dinamiche sociali di gruppo.

IDENTITA’

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IDENTITA’

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Il processo di creazione dell’identità si compone di due elementi:

Identificazione senso di appartenenza ad una collettività

Individuazioneriferimento a caratteristiche distintive del proprio gruppo di

appartenenza

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APPARTENENZA SOCIALE

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Comportamento intergruppi

insieme di azioni che gli individui appartenenti ad un gruppo, compiono nelle interazioni con un altro gruppo o i suoi membri in termini di appartenenza al proprio gruppo (Sherif, 1969).

Relazioni intergruppisono definite come “relazioni funzionali tra due o più gruppi ed i loro rispettivi membri” (Sherif, 1969) ovvero come “qualsiasi aspetto dell’interazione umana che riguardi individui che percepiscono se stessi come membri di una categoria sociale e che sono percepiti da altri come appartenenti ad una categoria sociale” (Taylor e Maghaddam, 1987).

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STEREOTIPI

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Immagini delle nostre menti che l’uomo utilizza per razionalizzare la realtà. Il processo di semplificazione mediante immagini mentali consente all’individuo di spiegare la realtà. (W. Lippman nel 1922)

Riduce le relazioni tra i fenomeni Decontestualizza i fenomeni Riduce a maschera le identità individuali

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STEREOTIPI

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Gli effetti provocati dall’uso di stereotipi nei processi cognitivi e relazionali degli individui produce una serie di effetti:

La de-individuazione per cui si valuta il comportamento di un individuo in quanto appartenente ad un gruppo e non come singolo, ignorandone le caratteristiche personali e peculiari. Egli diventa il tutto cui appartiene. (Allport)

La cristallizzazione della realtà e adozione di atteggiamenti di razzismo o sessismo per difendere la propria posizione sociale, rifiutando cambiamenti ed evoluzione (Adorno).

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PREGIUDIZI

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Col termine pregiudizio, in psicologia, si intende l’opinione preconcetta che si forma di una persona sulla base di un’opinione comune piuttosto che di informazioni certe e specifiche.

E’stato, inoltre, definito come una predisposizione a giudicare in maniera negativa gruppi diversi per etnia, lingua, religione, caratteristiche somatiche, sesso. Ogni definizione data trova, comunque, fondamento comune nella nozione di “giudizio parziale o prematuro”, che spesso è motivato dalla predilezione per un certo punto di vista, ideologia o valore.

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CATEGORIZZAZIONE

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Stereotipi e pregiudizi sono stati considerati il frutto della combinazione di un duplice processo:

categorizzazione sociale e generalizzazione.

La categorizzazione sociale è definita come un “sistema di orientamento che contribuisce a definire il posto specifico dell’individuo all’interno della società” (Tajfel, 1981) funzionante sulla base di due azioni:

- enfasi delle differenze tra entità appartenenti a categorie diverse e- accentuazione delle somiglianze tra membri della stessa categoria.

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CATEGORIZZAZIONE

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Perché è così importante per l’individuo l’appartenenza al gruppo sociale tanto da farlo entrare in conflitto con i membri dei c.d. outgroups?

Una prima risposta è stata fornita da Tajfel, il quale nella Teoria dell’identità sociale (TIS) ha spiegato i meccanismi sottesi alle relazioni intergruppi in fenomeni quali il razzismo, la marginalizzazione sociale, le tensioni e i conflitti tra gruppi. Gli individui, secondo lo psico-sociologo, vogliono mantenere un’ identità sociale positiva e lo fanno attraverso tre processi di costruzione e mantenimento dell’identità:- categorizzazione

- identificazione- confronto sociale

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CATEGORIZZAZIONE

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Mediante la categorizzazione, l’uomo costruisce categorie di appartenenza basate su fattori di vario tipo (sesso, etnia, posizione sociale, genere, ecc..). Le categorie tendono ad essere funzionalmente discriminanti ed il meccanismo che ne sta alla base è duplice:

massimizzazione delle somiglianze con i membri dell’ingroup massimizzazione delle differenze con gli outgroups.

Il processo di identificazione afferisce alla costruzione della propria identità tramite una gerarchia di appartenenze multiple: una persona è al contempo parte di una famiglia, cittadino di una nazione, tifoso sportivo, ecc..

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CATEGORIZZAZIONE

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La distinzione tra Noi e Loro, che scaturisce dalla definizione di categorie e confini, si presenta in definitiva come:

una necessità cognitiva la produzione di abitudini e schemi sedimentati l’origine di fenomeni di esclusione e di discriminazione. una necessità sociale per definire uno spazio di riconoscimento e di azione

che consenta la vita collettiva, lo sviluppo di norme condivise, di solidarietà, di partecipazione.(E. Colombo, 2008).

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CONFRONTO SOCIALEIl confronto sociale rappresenta la fase saliente dell’instaurarsi dei conflitti intergruppi.

L’individuo tenderà a favorire il proprio gruppo a scapito dell’outgroup, che verrà svalutato e criticato negativamente.

L’uomo ha la necessità di creare per sè un’identità stabile e positiva e mantenerla più a lungo possibile.

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CONFRONTO SOCIALE

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Quando dal confronto sociale emerge, effettivamente, la specificità positiva del proprio gruppo ne deriva la valorizzazione della propria identità e la conseguente soddisfazione del proprio ego.

Al contrario, se l’esito del confronto si determinerà negativo, con una percezione del proprio gruppo inadeguata, l’uomo tenderà ad attivare un meccanismo di cambiamento sociale.

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CONFRONTO SOCIALE

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Ricerca di “mobilità sociale”

migrazione dal gruppo d’origine ad un altro

è possibile in proporzione alla permeabilità dell’outgroups ealla flessibilità di valori dell’ingroup. (Tajfel)

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COMPETIZIONE

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Possiamo osservare come in effetti la competizione per raggiungere un obiettivo cui anche altri aspirano ci rende non solo confliggenti, anche pregiudicanti verso i valori, la cultura e l’identità dell’avversario

Classico esempio in tal senso sono le elezioni politiche: un susseguirsi di attacchi al sistema di idee e valori della fazione opposta, che spesso sfocia nell’esibizione trionfale di difetti, amoralità, corruzione dell’avversario politico e della parte di cittadini che rappresenta.

Non manca l’appropriazione, da parte dei leader politici e carismatici, dei valori condivisi e delle ideologie.

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COMPETIZIONE

Discorso di Saddam Hussein alla televisione irachena dopo il primo attacco dell’esercito Statunitense:

George W. Bush al Congresso, 20 settembre 2001.

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"Ognuno nella famiglia del fedele e paziente Iraq, oppresso dai suoi malefici nemici, deve ricordare e non dimenticare che questi giorni gli arrecheranno la gloria che merita di fronte a Dio. Che gli infedeli e i nemici di Dio e dell'umanità possano vergognarsene. (…)".

“Libertà e terrore, giustizia e crudeltà sono sempre stati in guerra tra loro, e noi sappiamo che Dio non è neutrale”“In questo conflitto l'America fronteggia un nemico che non ha riguardo per le convenzioni di guerra o per le regole morali.”

Prendiamo come esempio due statisti che hanno rappresentato contrapposti sistemi.

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COMPETIZIONE

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Osserviamo in questi estratti proprio quelle dinamiche intergruppi prima evidenziate:

delegittimazione dell’avversario; de-individualizzazione del nemico, categorizzazione; massimizzazione dei suoi difetti ed enfatizzazione delle virtù del proprio

gruppo.

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DISCRIMINAZIONE

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La discriminazione è un meccanismo di distorsione cognitiva, combinazione tra giudizi e stereotipi, che proietta su tutti gli individui appartenenti ad una classe sociale i comportamenti attesi da quella classe (Stefano Boni).

Giuridicamente può essere:a. diretta o volontaria: quando per religione, convinzioni personali, per handicap, per età o per orientamento sessuale, una persona è trattata meno favorevolmente di quanti sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga. b. indiretta o mascherata: quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri possono mettere le persone (..) in una situazione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone. (Dlgs 9 luglio 2003 n. 216)

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TEORIE PSICO-SOCIALI

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Tajfel

“paradigma sperimentale dei gruppi minimali” Nell'uomo è spontanea la tendenza a costituire gruppi, a sentirsene parte ed a distinguere il proprio gruppo di appartenenza (ingroup) da quelli di non-appartenenza (outgroup)

Robbie e Horowitz

la condizione necessaria per la discriminazione ed il favoritismo per il gruppo di appartenenza è l’esperienza di un destino comune – positivo o negativo.

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TEORIE PSICO-SOCIALI

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Sherif

il conflitto tra gruppi è determinato da conflitto di interessi e scopi competitivi

scopi sovraordinati conducono alla cooperazione tra gruppi.

Gurr e Runciman

teorizzarono la c.d deprivazione relativa: l’aggressività verso l’outgroup scelto come bersaglio si manifesta nel momento in cui l’individuo ha conoscenza o percezione della discrepanza esistente tra il suo status/condizione e un certo standard. Maggiore è la discrepanza maggiore è il disagio.

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TEORIE PSICO-SOCIALI

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Dollard

l’aggressività verso l’outgroup è prodotto da frustrazione (prese ad esempio le azioni razziste nei confronti degli ebrei, dovute, secondo la sua teoria alla frustrazione del popolo tedesco negli anni ’20).

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“L’umanità è tale perché è in grado di distinguere, di definire, di dare senso alla realtà ordinandola, nominandola classificandola” (E. Colombo, 2008).

“I nomi sono segni di segni, con i quali l'uomo tenta di dare un ordine al mondo. (…) Certe profezie apocalittiche di sventura sembrano prendere corpo per la sola tragica forza evocativa delle parole.” (Tina Borgogni Incoccia - 16 aprile 2001. Lunedì dell’Angelo. La Repubblica Letteraria Italiana. )

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“Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”. La rosa primigenia esiste in quanto nome, possediamo i semplici nomi.(Il nome della rosa, U. Eco, 1980).

Eco ci fa riflettere sul senso delle verità assolute, sulle certezze.

E in riferimento all’Altro di certezze ne abbiamo molte, tutte da decostruire. Anzitutto, la certezza che dell’estraneo dobbiamo aver paura e dobbiamo proteggere noi e il gruppo dalla sua invasività. L’Altro diventa, quindi, un nostro concorrente. Ulteriore assioma che rendiamo verità incontrovertibile.

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Doris Lessing, “Le prigioni che abbiamo dentro”:

“Se si fa parte di una comunità unita, sai di poterti permettere di non essere d’accordo con le idee di quella comunità solo a tuo rischio e pericolo, perché diventerai un poco di buono, un criminale, un malvivente. (…) Ma c’è sempre una minoranza che non lo fa (…). Dovremmo escogitare i modi per educare i nostri figli in modo che vadano a rafforzare quella minoranza e non, (…), a riverirne il branco”.

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Bibliografia

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Introduzione: una riflessione sulla costruzione dei confini sociali e sulla genesi dei processi di identificazione e di esclusione, Enzo Colombo, in Mondi Migranti, 2008.

Stereotipi e pregiudizi, B. M. Mazzara, Il Mulino, 1997.

Relazioni etniche, stereotipi e pregiudizi. Fenomeno immigratorio ed esclusione sociale, M. Delle Donne, Edup, 1998.

Gli atteggiamenti sociali, R. Trentin, Bollati-Boringhieri, 199