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concerto Variabile Big Band dell’Accademia dei Laghi diretta dal Maestro G. Canone con la partecipazione del coro Taipei Philharmonic Youth & Children’s Choir Coro Filarmonico Giovanile di Taipei - Corea diretta dal Maestro Xiang-yun Fu spettacolo di luci con il volo delle lanterne luminose Guida all’ascolto, a cura di Marino Mora Nel repertorio della Variabile Big Band di questa sera, che reca un esplicito, sentito tributo al jazz e alle sue meravigliose bellezze sonore, spicca subito lo scoppiettante Thunderbird di Ray Anthony (Bentleyville, 20 gennaio 1922). L’ascoltatore è sin dall’inizio colpito e catturato da quel suo caratteristico tema ricorrente, un ostinato ritmico esposto dal sax baritono, un po’ dinoccolato, rimbalzante, tutto spinte e plastiche riprese, reso celebre negli anni Quaranta e nel dopo guerra dai più grandi artisti americani. Segue il classico e fascinoso Caravan, di Juan Tizol (San Juan, 31 dicembre 1900; Inglewood, 23 aprile 1984), reso celebre da Duke Ellington (Washington, 29 aprile 1899; New York, 24 maggio 1974) e dalla sua famosa orchestra jazz. Di questa magnifico ensemble Tizol era una delle colonne portanti essendo uno stupefacente virtuoso del trombone a pistoni. Questo brano di rilucente bellezza, ricrea misteriose atmosfere da “mille e una notte” con la sua suggestiva musica tipicamente orientaleggiante, tutta tornita e sinuosa ed il bellissimo, onomatopeico sostegno ritmico, meccanico, ripetuto, reiterato che pare voler replicare il suono delle voci ed il tran tran di spostamento di una variopinta, chiassosa carovana in cammino in mezzo al deserto. Ci avviciniamo molto alle atmosfere rutilanti del rag time con American Patrol di Frank W. Meacham (Buffalo, 1850; New York, 1896): autore doc in tutti i sensi a “stelle e strisce”, avendo scritto sfavillanti brani di tributo, marce e vari pezzi d’occasione. Tra questi, la nostra Pattuglia Militare è una festosa e dardeggiante marcia militare ricca di verve ed energia. Scritta in origine per pianoforte, fu poi rielaborata per orchestra di fiati ottenendo in questa versione un clamoroso successo di critica e di pubblico. Dal celeberrimo Americano a Parigi di George Gershwin (New York, 26 settembre 1898, Beverly Hills, 17 agosto 1937) Blues è una perla preziosa di liricità. Il suo tema principale, così intenso e poetico, intonato dalla tromba, è un momento magico della composizione. Dentro questo magnifico quadro altre idee si presentano disegnando musiche ondivaghe dai colori screziati e dalle armonie iridescenti che ben rappresentano un’atmosfera da sogno. Gershwin ci conduce, così, per mano dentro la sua immaginifica storia musicale. Tanto che quando il nostro turista americano, protagonista della storia, si fa prendere di nuovo dal ricordo della patria lontana, d’improvviso si profila un vivace e scattante tema di charleston: una sorta di icona musicale della Carolina lontana. Alla fine, nel fantasmagorico Epilogo, è il tema blues a riprendersi grandiosamente la scena dominando il campo in tutta la sua composta bellezza. Penssylvania 6-5000 è un altro evergreen musicale. Glenn Miller lo dedicò alla moglie dopo aver soggiornato come ospite dell’omonimo Hotel, ancora oggi esistente, sito a New York in 401 7th. L’albergo, costruito nel 1919, era il punto di sosta ideale per le principali orchestre, compresa quella di Miller, soprattutto per la vicinanza alla Penn Station; inoltre era un punto strategico per gli spettacoli, dato che si trovava nella zona del Madison Square Garden e a soli tre isolati dall’Empire State Building. Penssylvania 6-5000 consisteva praticamente nel numero telefonico della stanza di Miller e Signora. Qui la musica, con i suoi suoni onomatopeici ed i numeri, spesso richiamati a viva voce dei musicisti durante l’esecuzione, riflette perfettamente il tran tran caotico di una hall affollata d’albergo, mentre qua e là squillano telefonate e si sentono pronunciare numeri di telefono. Satin Doll è un vero e proprio standard jazz scritto da Billy Strayhorn, Duke Ellington e Johnny Mercer nel 1953. Il pezzo, molto raffinato e di architettura sopraffina, divenne poi famoso nelle interpretazioni di grandi cantanti come Ella Fitzgerald e Frank Sinatra. In the Mood fu composto nel 1939 da Joe Garland (15 agosto 1903, Norfolk, Virginia; 21 aprile 1977, Teaneck, New Jersey), sassofonista di Louis Armstrong. Si suol dire che lo stile del brano, che rappresenta nel nostro immaginario collettivo la figura dell’americano liberatore nel dopoguerra, si avvicini ai moduli del boogie woogie, uno stile musicale risalente al 1900 che proveniva da pianisti di colore che avevano elaborato una forma più veloce e ritmata di Blues. In questo modo era possibile intrattenere per più tempo le persone nei locali, dove la sera ci si divertiva ballando. Sta di fatto che In the Mood, con quel suo così pronunciato e netto giro armonico ricorrente, così perfettamente sostenuto da un classico ritmo circolare e rimbalzante, fece da vero battistrada per l’affermazione del mitico rock’n roll americano. The Pink Panther di Henry Mancini conclude degnamente la parte orchestrale di questa nostra serata. Mancini (Cleveland, 16 aprile 1924; Beverly Hills, 14 giugno 1994), compositore di colonne sonore ed autore di brani celeberrimi come Moon River, fu anche pianista e arrangiatore nell’orchestra di Glenn Miller. Il suo brano, che con quel suo caratteristico movimento felpato da ladro incallito, indicava il nome di un preziosissimo diamante rubato ed era la colonna sonora dell’omonimo film La Pantera rosa (1963); su quelle musiche e con lo stesso titoli seguì una serie cinematografica di successo interpretata da Peters Seller nei panni dell’imbranatissimo ispettore di polizia Jacques Clouseau. Il motivo diverrà presto un vero e proprio cult tanto che nel 2004 gli Stati Uniti hanno emesso un francobollo celebrativo di Mancini in cui egli dirige di fronte ad una platea di spettatori. La Pantera Rosa lo indica da un angolo, mentre sullo sfondo corrono i titoli delle pellicole più famose di cui lui ha curato le bellissime musiche. Addentriamoci ora insieme nei giochi d’artificio sonori proposti dal Taipei Philarmonic Youth & Children’s Choir, il Coro Filarmonico dei ragazzi di Taipei. Il gruppo propone un carnet ricco ed avvincente di canti per ensemble di ragazzi, tra cui alcuni brani popolari cinesi e taiwanesi che, inanellandosi l’uno dopo l’altro, si presentano come un delicato florilegio patrimonio della propria terra. Ne scegliamo qualcuno per la particolare bellezza. Diu Diu Dang Ah è un brano spettacolare che narra in modo particolareggiato, fortemente onomatopeico e descrittivo, del viaggio di un treno lanciato a gran velocità nella campagna. Nei fischi, nello sferragliare, nel prendere poco a poco velocità, ne vediamo fisicamente descritta la partenza; nelle spinte ritmiche delle voci, nel correre a perdifiato dentro una forsennata danza che va, come una feccia, verso un’unica direzione ecco il suo cadenzato, ritmico percorso; negli improvvisi decelerando, ribollenti di caustici cluster dissonanti, ecco la lunghe frenate, prima dell’arrivo ad una nuova stazione. Davvero un magnifico quadro sonoro in grado di farci sognare, sulle ali della fantasia e sull’uso virtuosistico e molto plastico delle voci. Quando si attacca Mururaw ti Buvukin il canto diviene una serie di invocazioni accorate e partecipate, mentre siamo come immersi nei suoni della natura; così l’animo si predispone all’ascolto e alla meditazione in quella che consiste in una sorta di meravigliosa e misteriosa “Preghiera della Montagna”. Ci spostiamo nell’Est europeo ad ascoltare la dolce e rutilante Menyecske (“la Sposa”) dell’ungherese Bardos Lajos (Budapest, 1° ottobre 1899; 18 novembre 1986), uno dei più importanti compositori del Novecento considerato il degno successore di Zoltan Kodály, mentre dello stesso autore, quanta è bella e carica di entusiasmo Cantemus! , il cui titolo sottolinea la gioia del cantare: un sentimento davvero ben tradotto dal magico profluvio sonoro, dalla spinta entusiastica, dalla cascata di suoni che stillano dalla rilucente partitura. Kungala, del compositore australiano contemporaneo Stephen Leek (1959, Sidney, Australia), è un cadenzato e vivace drappeggio sonoro che riprende immagini e sonorità tipicamente africane. I colori vividi, il ritmo di danza, la melodia insistente e circolare presentano in modo assai verosimile, quasi autenticamente vissuto con effetti di straordinaria efficacia, una chiassosa festa di villaggio in cui la gioia dello stare insieme, il piacere della condivisione sono una realtà impressa nell’ascolto. Jasmine Flower è un canto popolare cinese di delicata raffinatezza in cui la musica sprigiona una melodia che autenticamente sboccia come un fiore delicato, così come è delizioso sentire Dance Song for Young, flessuosa danza popolare cinese. Goolay-Yali è un brano che ci riporta di nuovo allo stile di Stephen Leek. Nel pezzo, molto affascinante, l’ascoltatore rimane come ammaliato per lo spettacolare gioco di rimbalzi e di specchi sonori in cui le voci echeggiano, come continuamente rifratte. Giungiamo così al Gran Finale, in cui coro e orchestra si uniscono in un unico ensemble. Oltre al Venditore Ambulante di spuntini sentiremo ancora Mo Li Hua (Jasmine Flowers), ovvero Fiori di Gelsomino, ma in versione corale e orchestrale. Jasmine Flowersw vanta antichissimi natali, essendo risalente al periodo dell’Impero Qianlong, durante la Dinastia dei Qing. Esistono due versioni diverse della canzone, la più nota proveniente dalla provincia di Jiangsu, e l’altra dalla provincia di Zhejiang. Le due elaborazioni recano testi diversi e melodie appena differenti. Vi è da dire che il tema di questo delicatissimo canto era già stato stampato in Occidente nel 1806, ma divenne famosissimo al grande pubblico per essere stato incluso da Giacomo Puccini nella sua opera Turandot. Infine un omaggio alla musica italiana, con Va’ Pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi (Roncole di Bussetto, 10 ottobre 1813; Milano, 27 gennaio 1901) e Nel Blu dipinto di Blu resa celeberrima dalla voce indimenticabile di Domenico Modugno (Polignano a Mare, 9 gennaio 1928 – Lampedusa, 6 agosto 1994). Va’ Pensiero è il canto di un popolo in catene, il popolo ebreo, che anela con emozionante spinta ideale alla propria libertà: in esso la musica divina del grande “cigno di Busseto”, è un accorato inno di speranza in cui la partitura diviene pura, palpitante poesia. Nel Blu dipinto di Blu, ovvero l’universale Volare. Anche qui un anelito, un soffio fatato di speranza, questa volta legata al sentimento sempiterno di un amore appena sbocciato. Anche qui la musica si leva come senza peso, andando in aerea levitazione. Respiri musicali e palpiti del cuore, indotti da un testo emozionante, si uniscono in un tutt’uno. Trasportandoci nella fantastica dimensione del sogno. grafica magazzino27.it

Guida all’ascolto, a cura di Marino Mora N A Youth ... · Satin Doll è un vero e proprio standard jazz scritto da Billy Strayhorn, Duke Ellington e Johnny Mercer nel 1953. Il pezzo,

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Page 1: Guida all’ascolto, a cura di Marino Mora N A Youth ... · Satin Doll è un vero e proprio standard jazz scritto da Billy Strayhorn, Duke Ellington e Johnny Mercer nel 1953. Il pezzo,

concertoVariabile Big Band dell’Accademia dei Laghi

diretta dal Maestro G. Canone

con la partecipazione del coro Taipei Philharmonic Youth & Children’s Choir Coro Filarmonico Giovanile di Taipei - Corea

diretta dal Maestro Xiang-yun Fu

spettacolo di luci con il volo delle

lanterne luminose

Guida all’ascolto, a cura di Marino Mora

Nel repertorio della Variabile Big Band di questa sera, che reca un esplicito, sentito tributo al jazz e alle sue meravigliose bellezze sonore, spicca subito lo scoppiettante Thunderbird di Ray Anthony (Bentleyville, 20 gennaio 1922). L’ascoltatore è sin dall’inizio colpito e catturato da quel suo caratteristico tema ricorrente, un ostinato ritmico esposto dal sax baritono, un po’ dinoccolato, rimbalzante, tutto spinte e plastiche riprese, reso celebre negli anni Quaranta e nel dopo guerra dai più grandi artisti americani. Segue il classico e fascinoso Caravan, di Juan Tizol (San Juan, 31 dicembre 1900; Inglewood, 23 aprile 1984), reso celebre da Duke Ellington (Washington, 29 aprile 1899; New York, 24 maggio 1974) e dalla sua famosa orchestra jazz. Di questa magnifico ensemble Tizol era una delle colonne portanti essendo uno stupefacente virtuoso del trombone a pistoni. Questo brano di rilucente bellezza, ricrea misteriose atmosfere da “mille e una notte” con la sua suggestiva musica tipicamente orientaleggiante, tutta tornita e sinuosa ed il bellissimo, onomatopeico sostegno ritmico, meccanico, ripetuto, reiterato che pare voler replicare il suono delle voci ed il tran tran di spostamento di una variopinta, chiassosa carovana in cammino in mezzo al deserto. Ci avviciniamo molto alle atmosfere rutilanti del rag time con American Patrol di Frank W. Meacham (Buffalo, 1850; New York, 1896): autore doc in tutti i sensi a “stelle e strisce”, avendo scritto sfavillanti brani di tributo, marce e vari pezzi d’occasione. Tra questi, la nostra Pattuglia Militare è una festosa e dardeggiante marcia militare ricca di verve ed energia. Scritta in origine per pianoforte, fu poi rielaborata per orchestra di fiati ottenendo in questa versione un clamoroso successo di critica e di pubblico. Dal celeberrimo Americano a Parigi di George Gershwin (New York, 26 settembre 1898, Beverly Hills, 17 agosto 1937) Blues è una perla preziosa di liricità. Il suo tema principale, così intenso e poetico, intonato dalla tromba, è un momento magico della composizione. Dentro questo magnifico quadro altre idee si presentano disegnando musiche ondivaghe dai colori screziati e dalle armonie iridescenti che ben rappresentano un’atmosfera da sogno. Gershwin ci conduce, così, per mano dentro la sua immaginifica storia musicale. Tanto che quando il nostro turista americano, protagonista della storia, si fa prendere di nuovo dal ricordo della patria lontana, d’improvviso si profila un vivace e scattante tema di charleston: una sorta di icona musicale della Carolina lontana. Alla fine, nel fantasmagorico Epilogo, è il tema blues a riprendersi grandiosamente la scena dominando il campo in tutta la sua composta bellezza. Penssylvania 6-5000 è un altro evergreen musicale. Glenn Miller lo dedicò alla moglie dopo aver soggiornato come ospite dell’omonimo Hotel, ancora oggi esistente, sito a New York in 401 7th. L’albergo, costruito nel 1919, era il punto di sosta ideale per le principali orchestre, compresa quella di Miller, soprattutto per la vicinanza alla Penn Station; inoltre era un punto strategico per gli spettacoli, dato che si trovava nella zona del Madison Square Garden e a soli tre isolati dall’Empire State Building. Penssylvania 6-5000 consisteva praticamente nel numero telefonico della stanza di Miller e Signora. Qui la musica, con i suoi suoni onomatopeici ed i numeri, spesso richiamati a viva voce dei musicisti durante l’esecuzione, riflette perfettamente il tran tran caotico di una hall affollata d’albergo, mentre qua e là squillano telefonate e si sentono pronunciare numeri di telefono. Satin Doll è un vero e proprio standard jazz scritto da Billy Strayhorn, Duke Ellington e Johnny Mercer nel 1953. Il pezzo, molto raffinato e di architettura sopraffina, divenne poi famoso nelle interpretazioni di grandi cantanti come Ella Fitzgerald e Frank Sinatra. In the Mood fu composto nel 1939 da Joe Garland (15 agosto 1903, Norfolk, Virginia; 21 aprile 1977, Teaneck, New Jersey), sassofonista di Louis Armstrong. Si suol dire che lo stile del brano, che rappresenta nel nostro immaginario collettivo la figura dell’americano liberatore nel dopoguerra, si avvicini ai moduli del boogie woogie, uno stile musicale risalente al 1900 che proveniva da pianisti di colore che avevano elaborato una forma più veloce e ritmata di Blues. In questo modo era possibile intrattenere per più tempo le persone nei locali, dove la sera ci si divertiva ballando. Sta di fatto che In the Mood, con quel suo così pronunciato e netto giro armonico ricorrente, così perfettamente sostenuto da un classico ritmo circolare e rimbalzante, fece da vero battistrada per l’affermazione del mitico rock’n roll americano. The Pink Panther di Henry Mancini conclude degnamente la parte orchestrale di questa nostra serata. Mancini (Cleveland, 16 aprile 1924; Beverly Hills, 14 giugno 1994), compositore di colonne sonore ed autore di brani celeberrimi come Moon River, fu anche pianista e arrangiatore nell’orchestra di Glenn Miller. Il suo brano, che con quel suo caratteristico movimento felpato da ladro incallito, indicava il nome di un preziosissimo diamante rubato ed era la colonna sonora dell’omonimo film La Pantera rosa (1963); su quelle musiche e con lo stesso titoli seguì una serie cinematografica di successo interpretata da Peters Seller nei panni dell’imbranatissimo ispettore di polizia Jacques Clouseau.

Il motivo diverrà presto un vero e proprio cult tanto che nel 2004 gli Stati Uniti hanno emesso un francobollo celebrativo di Mancini in cui egli dirige di fronte ad una platea di spettatori. La Pantera Rosa lo indica da un angolo, mentre sullo sfondo corrono i titoli delle pellicole più famose di cui lui ha curato le bellissime musiche.

Addentriamoci ora insieme nei giochi d’artificio sonori proposti dal Taipei Philarmonic Youth & Children’s Choir, il Coro Filarmonico dei ragazzi di Taipei. Il gruppo propone un carnet ricco ed avvincente di canti per ensemble di ragazzi, tra cui alcuni brani popolari cinesi e taiwanesi che, inanellandosi l’uno dopo l’altro, si presentano come un delicato florilegio patrimonio della propria terra. Ne scegliamo qualcuno per la particolare bellezza. Diu Diu Dang Ah è un brano spettacolare che narra in modo particolareggiato, fortemente onomatopeico e descrittivo, del viaggio di un treno lanciato a gran velocità nella campagna. Nei fischi, nello sferragliare, nel prendere poco a poco velocità, ne vediamo fisicamente descritta la partenza; nelle spinte ritmiche delle voci, nel correre a perdifiato dentro una forsennata danza che va, come una feccia, verso un’unica direzione ecco il suo cadenzato, ritmico percorso; negli improvvisi decelerando, ribollenti di caustici cluster dissonanti, ecco la lunghe frenate, prima dell’arrivo ad una nuova stazione. Davvero un magnifico quadro sonoro in grado di farci sognare, sulle ali della fantasia e sull’uso virtuosistico e molto plastico delle voci.Quando si attacca Mururaw ti Buvukin il canto diviene una serie di invocazioni accorate e partecipate, mentre siamo come immersi nei suoni della natura; così l’animo si predispone all’ascolto e alla meditazione in quella che consiste in una sorta di meravigliosa e misteriosa “Preghiera della Montagna”. Ci spostiamo nell’Est europeo ad ascoltare la dolce e rutilante Menyecske (“la Sposa”) dell’ungherese Bardos Lajos (Budapest, 1° ottobre 1899; 18 novembre 1986), uno dei più importanti compositori del Novecento considerato il degno successore di Zoltan Kodály, mentre dello stesso autore, quanta è bella e carica di entusiasmo Cantemus! , il cui titolo sottolinea la gioia del cantare: un sentimento davvero ben tradotto dal magico profluvio sonoro, dalla spinta entusiastica, dalla cascata di suoni che stillano dalla rilucente partitura. Kungala, del compositore australiano contemporaneo Stephen Leek (1959, Sidney, Australia), è un cadenzato e vivace drappeggio sonoro che riprende immagini e sonorità tipicamente africane. I colori vividi, il ritmo di danza, la melodia insistente e circolare presentano in modo assai verosimile, quasi autenticamente vissuto con effetti di straordinaria efficacia, una chiassosa festa di villaggio in cui la gioia dello stare insieme, il piacere della condivisione sono una realtà impressa nell’ascolto. Jasmine Flower è un canto popolare cinese di delicata raffinatezza in cui la musica sprigiona una melodia che autenticamente sboccia come un fiore delicato, così come è delizioso sentire Dance Song for Young, flessuosa danza popolare cinese. Goolay-Yali è un brano che ci riporta di nuovo allo stile di Stephen Leek. Nel pezzo, molto affascinante, l’ascoltatore rimane come ammaliato per lo spettacolare gioco di rimbalzi e di specchi sonori in cui le voci echeggiano, come continuamente rifratte.Giungiamo così al Gran Finale, in cui coro e orchestra si uniscono in un unico ensemble. Oltre al Venditore Ambulante di spuntini sentiremo ancora Mo Li Hua (Jasmine Flowers), ovvero Fiori di Gelsomino, ma in versione corale e orchestrale. Jasmine Flowersw vanta antichissimi natali, essendo risalente al periodo dell’Impero Qianlong, durante la Dinastia dei Qing. Esistono due versioni diverse della canzone, la più nota proveniente dalla provincia di Jiangsu, e l’altra dalla provincia di Zhejiang. Le due elaborazioni recano testi diversi e melodie appena differenti. Vi è da dire che il tema di questo delicatissimo canto era già stato stampato in Occidente nel 1806, ma divenne famosissimo al grande pubblico per essere stato incluso da Giacomo Puccini nella sua opera Turandot. Infine un omaggio alla musica italiana, con Va’ Pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi (Roncole di Bussetto, 10 ottobre 1813; Milano, 27 gennaio 1901) e Nel Blu dipinto di Blu resa celeberrima dalla voce indimenticabile di Domenico Modugno (Polignano a Mare, 9 gennaio 1928 – Lampedusa, 6 agosto 1994). Va’ Pensiero è il canto di un popolo in catene, il popolo ebreo, che anela con emozionante spinta ideale alla propria libertà: in esso la musica divina del grande “cigno di Busseto”, è un accorato inno di speranza in cui la partitura diviene pura, palpitante poesia. Nel Blu dipinto di Blu, ovvero l’universale Volare. Anche qui un anelito, un soffio fatato di speranza, questa volta legata al sentimento sempiterno di un amore appena sbocciato. Anche qui la musica si leva come senza peso, andando in aerea levitazione. Respiri musicali e palpiti del cuore, indotti da un testo emozionante, si uniscono in un tutt’uno. Trasportandoci nella fantastica dimensione del sogno.

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Programma

Taipei Philarmonic Youth & Children’s Choir丟丟銅仔 台灣民謠 錢善華 編曲“Diu Diu Dang Ah” arr. Chian Shan-Hua(Taiwanese Folk Song)

安童哥買菜 台灣民謠 馬水龍 編曲“Brother An-tong is Going to the Market” arr. Shui-Long Ma (Taiwanese Folk Song)

群山歡唱 萬益嘉 詞曲“Mururaw ti Buvukin” Edgar L. Macapili

麒麟仔 游昌發 詞曲“The Little Kirin” Chang-Fa Yu

“Menyecske” Bárdosh Lajos

“Contemus” Bárdosh Lajos

“Kungala” Stephen Leek

Variabile Big Band

“Thunderbird” Ray Anthony

“Caravan” Duke Ellington

“American Patrol” Frank W. Meacham

“Blues” George Gershwinsolista Stefano Martinelli

“Pensilvanya 6-5000” Sigman – Gray

“Satin doll” Duke Ellington

“In the Mood” Joe Garland

“The Pink Panther” Henry Mancini

Variabile Big Band &

Taipei Philarmonic Youth & Children’s Choir點心担 蕭泰然 詞曲“Dessert Vendor” Xiao Tai-Rab

茉莉花 蘇州民歌 楊鴻年 編曲“Jasmine Flower” arr. Yang Hong-Nian(Chinese Su-Zhou Flok Song)

“Va Pensiero” Giuseppe Verdi

“Nel blu dipinto di blu” Migliacci/Modugno

Giuseppe Canone

Nasce a Vercelli, inizia nella stessa città lo studio della fisarmonica e successivamente del clarinetto presso il Liceo Musicale “G.B.Viotti”. Nel 1991 Conclude brillantemente gli studi musicali di Clarinetto presso il Conservatorio “G.Cantelli” di Novara sotto la guida del M° Carlo Dell’acqua e nel 2010 consegue il titolo per il Saxofono presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria. Successivamente si è perfezionato presso importanti istituzioni musicali sotto la guida di artisti di fama mondiale. Svolge una importante attività concertistica in tutto il mondo, come solista, in formazioni cameristiche, oltre che con numerose Orchestre Sinfoniche italiane ed estere fra cui quella della RAI, collaborando con musicisti di fama internazionale come K.Leister, M.Marzi, G.Coscia, Rudy Migliardi, Paolo Tomelleri e attori come Enrico Beruschi, Paola Gassman e Ugo Pagliai. A tutt’oggi tiene concerti anche come Fisarmonicista affrontando diversi generi musicali, con il quintetto “LIBERMUSIC” ha recentemente inciso un CD dedicato ad A.Piazzolla. Nell’ambito della musica pop ha collaborato alla incisione del Musical PINOCCHIO dei POOH e con la cantante Anna Vella da alcuni anni svolge una impegnativa attività direttoriale affrontando pagine del repertorio Lirico e Sinfonico. É fondatore e direttore dell’Orchestra di Fiati e della Banda “F.A.Vallotti”, della “Variabile Big Band” e del “Coro di voci Bianche dell’Arcidiocesi di Vercelli”. Nel 2005 ha realizzato la trascrizione della partitura e ha diretto il celebre brano di Rock Sinfonico “Atom Heart Mother” dei Pink Floyd realizzando un DVD per “Intercral DeAgostini”. É attivo come arrangiatore e compositore, alcune sue composizioni da camera sono state eseguite con successo di pubblico e critica fra cui alcuni quartetti per saxofoni e una “Suite Ebraica”. É titolare delle cattedre di Clarinetto e Saxofono presso la Scuola Civica di Musica “F.A.Vallotti” ed è docente di Clarinetto nella scuola Secondaria di Primo Grado ad indirizzo musicale “Giovanni XXIII” di Arona. É fondatore della “Accademia dei Laghi” della città di Arona e della Scuola Civica “Michele Leone” del comune di Saluggia di cui è Direttore dal 1995. Nominato “Cavaliere delle Tradizioni Piemontesi” nel 2006, è altresì impegnato nella promozione delle tradizioni Piemontesi nel mondo. Attualmente frequenta il corso di laurea di specializzazione in “Musica Jazz e Pop Music” presso L’Istituto di Alta Formazione Musicale Conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria.

Xiang-yun Fu

Si è laureata presso il Dipartimento di Musica, dell’Università di Cultura Cinese, con specializzazione in Pianoforte e Composizione sotto la guida del professor Wu Ji-Zha ed il professor Nan-Zhang Qian.Ha svolto perfezionamento di coro sotto la guida dei professori Hei Du, Xiu-ling Liang e Chen Yun-hong.Attualmente è docente e direttrice di coro presso la scuola Comunale Nanhu High (NHSC) ed il Coro Filarmonico della Gioventù di Taipei.Dal 1995 al 2003 è stata nominata insegnante a tempo pieno e direttore di coro presso la Donghu Junior High School (DJHS). Ha partecipato alla Shanghai-Taiwan Musica & Scambi Culturali e fatto esecuzioni presso lo Shanghai Pudong Arts CenterDal 2003-2009 è risultata vincitrice di molti premi nella categoria ragazze, ragazzi e coro misto nella Competizione di Musica Regionale di Taiwan.Nel luglio 2008 è stata il più giovane direttore del gruppo a partecipare all’Hong Kong International Youth & Festival per bambini e ha vinto una medaglia d’argento. Nel 2007-8 è stata direttrice del del Coro Kuang Ching ed ha partecipato al 21° secolo Internazionale Oriental & Music Competition di Singapore, dove ha conseguito un premio per come migliore direttore.Nel 2009, sempre come direttore della NHSC, ha vinto il 1° premio del Concorso Nazionale Coro Voce d’Oro al Dr. Sun Yat-sen Memorial Hall nella categoria “coro degli studenti”.Nel dicembre 2008 ha diretto il Coro Voce Grande Amore (VGLC), e ha partecipato al Concorso Nazionale Coro Voce d’Oro al Dr. Sun Yat-sen Memorial Hall, dove è risultata secondo premio nella categoria sociale.

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