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MAURO MAORI BASTELLI

Heaven journey ebook

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An awesome trip in a stunning place

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I N T R O

Ho pensato a lungo, per amore verso questo progetto, di riscrivere in modo più curato possibile questo racconto fatto di parole dentro quello fatto di immagini.

Alla fine però ho pensato che fare cose con intensità e cercando la bellezza voglia dire prima di tutto essere veri.

Ho pensato che in un mondo sintetico sarebbe stato ridicolo ritoccare, rifare, truccare le emozioni raccolte durante questo viaggio.

Così ho deciso di riprendere, a parte qualche piccola correzione formale, i racconti che avevo pubblicato durante i giorni del viaggio scrivendo ogni sera

prima di addormentarmi.

Credo che alla fine, in ogni storia, la freschezza e l’immediatezza di ciò che si sente e si prova valga quanto e forse di più di tutti gli stili e gli artifici letterari

possibili, perché la sostanza delle cose sta nelle cose non nello spazio attorno ad esse, sta nelle persone , nei luoghi, non nelle intenzioni.

Tutto sta lì e basta: va solo osservato e descritto seguendo il proprio cuore ed il consiglio scritto in questa incisione che puoi vedere sul muro del Parlamento scozzese ad Edimburgo...

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È una voragine culturale quella che sta fagocitando l'Italia delle Note, del Teatro, del Balletto, della Pittura, della Fotografia... in una parola dell'Arte.D'altra parte è stato uno dei più importanti ministri della repubblica, quello dell'Economia, a dire che “...con l'Arte non si mangia…..” Andate a dirlo allo staff del Festival di Edimburgo. Per chi, come me, non conosceva questa realtà che meraviglia vedere che qui nella città scozzese (450.000 abitanti) registrano circa 2 milioni di turisti l'anno, battendo anche la concorrenza di un“paesino” chiamato "London town"... Questo miracolo a cosa è dovuto ? Ad un Festival di Musica Teatro ed Arte ...soldi direte voi, si, soldi, soldi che qui racimolano con una politica basata sulla cultura, crisi o non crisi, Export o Import, delocalizzazione o local , derivati o no...

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È vero. Arrivare ad Edimburgo anche solo la prima volta ti da la sensazione di essere a casa, in un “tuo”luogo, il luogo dei sogni.Arte, bellezza, cultura, calore, accoglienza, la casa dei sogni...dove vivo io tutto questo non c'è. Ammettiamo pure che il viaggio evochi emozioni stimolanti, che l'erba del vicino sia sempre più verde... però non basta per spiegare l'atmosfera che si percepisce qui. C'è una predisposizione magica ad accogliere tutti questi Artisti che sicuramente stanno assicurando la maggior concentrazione di vibrazioni creative del mondo in questo momento, qui, ora... ad Edimburgo. Tutta questa arte, in tutte le sue manifestazioni, alte, snob, popolari, alternative trova qui il terreno ideale, il substrato perfetto per attecchire e dare il meglio di sè. Guarda il programma del festival; ma soprattutto guarda( fidati dei miei occhi ) la quantità incredibile di artisti di tutti i livelli che si esibiscono per strada ! Ascoltandoli, guardandoli, gustando le loro performance, anche dei più giovani ed inesperti, senti un livello tale di energia creativa da farti pensare di essere nell'ombelico del mondo artistico, ora e qui ! Pensavo di arrivare e di parlare di paesaggi, natura, tradizione, invece parlo di gente splendida, gli scozzesi , che vivono nel futuro non nel passato, perché solo l'Arte ci salverà ! Parlo di Artisti incredibili. Ieri mi sono dedicato in particolare ai chitarristi ed oggi ho fatto il bis ; due sold-out emotivi, due grandi interpreti. Peter Pik di cui ho già scritto ed oggi pomeriggio Tom Ward ! fantastico, commovente rugiada di bellezza allo stato puro ! Da anni non sentivo suonare così la chitarra, mi ero disabituato alla meraviglia che può generare in noi questo strumento magico in mani magiche... Se siete da queste parti anziché comprare una sciarpa o un berretto, date retta a me, investite in musica, comprate i loro cd, ne resterete estasiati ! 

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Viaggiare in auto è un compromesso costoso: i pensieri si fanno brevi rispetto a come li si gestisce camminando; si osserva meno e ciò che pensi si allontana spesso da ciò che vedi. Pagherò il prezzo… Pensavo ai diversi modi di viaggiare uscendo da Edimburgo e guidando verso nord ma di colpo mi sono ritrovato avvolto dalla nebbia brumosa che fa tanto Brit…Doc J & Mr Hyde etc. L'atmosfera è qualcosa di magico, un misto perfetto ed imperscrutabile di sensazioni e realtà, l'incontro fra soggettivo ed oggettivo. L'atmosfera che respiri in un luogo è storia e cultura nebulizzate, vite, sensazioni e pensiero di milioni di individui racchiuse in particelle sublimate di essenza. Guido fra la nebbia fino a St Monans un piccolo borgo di pescatori. Il silenzio è rotto solo dal richiamo di gabbiani invisibili che volano su di un mare invisibile del quale sento solo lo sciabordio sommesso. Mi sfiora, mi tocca con le sue mani umide e salmastre, sembra accarezzarmi nella luce violenta, mentre infagottato cammino a piedi verso il mulino a vento che sta davanti alle saline; ne percepisco l'odore ma non le vedo... sbuca dalla nebbia una signora col suo cane...un sorriso e good morning . Ce lo diciamo insieme mentre mi accorgo che il mulino è poco più avanti a fissarmi immobile, sbucato improvvisamente dal nulla...

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St Andrews deborda e straripa di gioventù. Ci arrivò ad ora di pranzo quando gli studenti escono dai college della città più “.edu” di UK. La nebbia del mattino delle 5 perle del Fife si è dissolta, la silenziosa solitudine spazzata via dal chiacchiericcio dei ragazzi in divisa da piccoli manager. Li guardo e penso a questi piccoli Harry ed Ermione catapultati ancora giovanissimi in una vita da grandi, fuori di casa, fra impegni e scadenze da rispettare davvero e da soli. Giusto ? sbagliato ? E’così e basta , soprattutto tutto diverso per noi genitori latini che proteggiamo i nostri figli all'accesso in una catena infinita di rinnovata connivenza, di generazione in generazione, pronti a bollarli alla fine, proprio noi , come bamboccioni dopo averli depredati, per egoismo, anche del futuro…

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Sono arrivato a Dunnottar al tramonto; mi ero documentato a lungo ed era ritenuto da tutti il momento migliore e più emozionante per cercare di catturare il suo spirito attraverso la fotografia. Quando il vento gelido mi ha accolto percorrendo in silenzio il sentiero che porta al mare, si è materializzato improvvisamente davanti a me. Mi sono allora tornate in mente le parole della mia "locandiera" Michelle, mentre si parlava di dove sarei andato di lì a poco. Saputo che ero diretto a Dunnottar mi ha detto " ... rendi giustizia ed onore allo spirito di Wallace...!" Il vento ululava facendo a gara col rombo cupo del mare che si infrangeva contro gli scogli e le grida stridule dei gabbiani… Così l’ho “visto”, con i capelli scompigliati dal vento, fissarmi immobile. Non guardavo il castello ma Wallace; lo vedevo con gli occhi della fantasia che sin da bambino mi aveva fatto immaginare gli eroi dei poemi omerici , dei prodi di Roncisvalle , di Garibaldi, di Crazy Horse e di tutti quegli eroi tragici che hanno vissuto bruciando per un'ideale e lottando contro le grandi ingiustizie della vita e della storia. Quando quella visione del Lord Protettore di Scozia è svanita, sulle rovine degli spalti non sono rimasti che gabbiani petulanti e gli ultimi bagliori di un gelido tramonto di agosto... Questo è il formidabile baluardo di Scozia, il luogo dove per anni fu custodito l’onore di questo grande Paese.

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Da Aberdeen vado verso Inverness e mi accolgono le Highlands ! finalmente le incontro dopo tanta attesa... Una piccola sosta ad Alford per sentire l'aria, i rumori e soprattutto gli odori di questa terra. Gli odori sono il forziere nel quale la realtà rinchiude i veri segreti dell'anima di un luogo. Gli odori non fanno apparentemente la storia ma in realtà la raccontano e lo fanno assai bene.

Salendo il panorama si fa aspro ; la Highlands Tourist Route è una strada panoramica dove ogni curva può proporti un vallata diversa, uno scorcio differente, tanti cambiamenti di orizzonte in poche centinaia di metri. Anche il cielo ed il clima cambiano ad ogni curva. Sole tiepido e splendente, turn left ed arriva una spruzzata di pioggia ! turn right ed ecco la nebbia che sembra preannunciare addirittura una nevicata precoce... H T R non è solo una strada, è l’essenza stessa del viaggio.

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Mi sono trovato in una gola stretta; salgo e dopo la curva a sinistra ecco la strada farsi un muro fra i pini fittissimi; le vecchie frequentazioni da ciclico mi suggeriscono una pendenza proibitiva ! "... questa - penso - è una salita almeno del 20% ! " Il cielo si fa scuro curva dopo curva e la nebbia ci piove addosso sempre più fitta...Alla fine saranno in realtà poche le curve, 5 o 6 non ricordo, ma improvvisamente esco su di una cresta, fuori dal fitto del bosco... “...e infine uscimmo a riveder le stelle...”

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Dio ha fatto sicuramente certi paesaggi e certi attimi per ricordarci che noi umani siamo fortunati; godiamo del dono spesso sottovalutato dell'emozione. Quello che vedo è uno spettacolo che mi toglie il fiato, evoca forse in me fugaci ricordi di qualche vita passata, una delle tante, ormai dimenticata nel lento procedere della carne mischiata ad anime diverse. Un crinale semi avvolto da una bruma che corre veloce, squassato dal vento improvviso, impetuoso, gelido e la strada che fugge davanti a me perdendosi là, non so dove. Sono sceso in maglia,così come ero, frustato dal vento ed ho cominciato a scattare in estasi, in pace...

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La porta del Nord, la porta alle Highlands; la chiamano cosí Inverness. Non è facile essere sempre all'altezza delle aspettative, né da città né da esseri umani... Se poi prima c'è stata Edimburgo, Stonehaven e simili, tenere alto il ritmo delle emozioni è quasi impossibile ma Inverness, con semplicità, senza eccessi o psicodrammi ci è riuscita. È una bella cittadina linda, ordinata e verdissima per gli standard dei centri urbani, forse normale per la Scozia ma non per me...Basta allontanarsi dal Castello attraversando il Ness ( qui si respira già il Lochness biz-show ) e si ci si trova immersi, in due minuti, nel verde. Prati immensi, vie alberate ed il fiume che respira placido chiacchierando come una vecchia signora con le amiche all'ora del thè... I pescatori "alla mosca" ( grazie Andrea per la cultura in merito che mi passasti, Rip ) frustano il vento freddo quando ormai è sera; sono tanti, silenziosi, arrivano, salutano con un cenno un tipo seduto davanti ad un piccolo chiosco sulla riva, si immergono sino all'inguine e... flush...flush…flush… con quel gesto elegante che pare una danza. Mi torna in mente che i nostri "locandieri" John ed Elizabeth hanno, ad una finestra della breakfast   room, un manifesto che pubblicizza un evento della Royal Art Dance Academy; me ne ricordo osservando i pescatori”ballerini”. Ardconnel House sarà la nostra casa per stanotte; splendido old fashion B&B in un tranquillo e silenzioso quartiere fatto di soli B&B per ogni tasca!  Dopo la solita squisita cena al "24th" mi abbandono ad una placida e solitaria passeggiata fra le piccole stradine, silenziose, gelide ed affascinanti. Comignoli, pietre, minuscoli cortili ordinati, finestre sbarrate ed impolverate con ordine; nessuno, assolutamente nessuno ed il solo rumore dei miei passi a condividere con me un vento freddo e ruvido. Qualcuno in casa guarda la partita sdraiato sul divano; a nord pare che la privacy sia un diritto di cui fare tranquillamente a meno, forse curandone altri realmente più importanti…alle finestre non ci sono quasi mai persiane o tende quindi ti capita di osservare il fluire della vita dentro pur non essendo curioso. Un'associazione per non vedenti viene preannunciata dall'immancabile cartello stradale con la sagoma dell'omino col bastone...

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In Scozia c'è il culto della sicurezza stradale.Tutte le strade sembrano libri contabili di un solerte amministratore, sembrano navigatori viventi che ti invitano a rallentare "slow" in prossimità di una curva, ti ricordano il limite di velocità "40", ti spostano in a single track davanti ad un senso unico alternato ( qui la manutenzione si fa davvero, basta una leggera scrostatura al manto...).Quando lasci un paesino l'ultimo cartello è un saluto ed il ringraziamento per avere guidato "safety" o "carefully"...(Ndr ieri ho sentito un colpo di clacson dopo 5 giorni, lo ha dato una nervosa bionda italiana con i jeans firmati Gucci…) Pensavo a tutto questo ritornando a "casa" e John mi osservava mentre mi avvicinavo, con i suoi occhi azzurri, i capelli bianchi ed il grembiale da cucina "Masterchef". Chissà cosa avrà pensato di me, spilungone imbaccuccato e freddoloso… Lo stridulo richiamo dei gabbiani non si era placato neppure per un solo attimo accompagnando me ed un raggio di sole sbucato da sotto le nubi all'orizzonte forse solo per dirmi "good night,baby"...

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Il caso è come il destino ma porta scarpe diverse. Questa frase non so cosa significhi ma qui ci sta bene davvero. Un antico proverbio, credo orientale, dice che non puoi esprimere pareri su di un uomo se non hai camminato per almeno un mese nelle sue scarpe... L'ho già detto, puoi fare mille programmi ma viaggiando, spesso, le cose più straordinarie succedono quando i tuoi progetti si scombinano, implodono, evaporano per un caso od un improvviso colpo di scena. Oggi è davvero freddo, freddissimo... vivo in una strana dimensione, sto dimenticando in che stagione sono, dove sono , forse anche chi sono. Ci siamo fermati per il freddo al B&B che ci ospiterà per la notte accolti da Andy. In Scozia le famiglie gestiscono i B&B ma sono i maschi a fare tutto, dal breakfast alle camere, tutto…le donne ci sono ma spesso non le vedi,sai che ci sono e basta. Il vento piega e schiaffeggia il lago Linneh quando decidiamo di ripartire. È tardo pomeriggio ed il programma avrebbe previsto Isle of Sky ma è tardi per il nostro passo... Da Fort William dopo una sonnecchiosa giornata sul Lochness ( sorvolatelo veloci se potete...c'è di assai meglio qui) ci muoviamo verso Ovest con destinazione Morar, una scommessa improvvisa, un cambio di programma dettato dal clima, dalle papere e dalla nostra pigrizia che ogni tanto riaffiora,altro che viaggiatori ! Il tempo non è tanto ma la promessa è di un altro paradosso magico : una spiaggia tropicale nella brughiera ! Le strade notoriamente spettacolari di qui non ci deludono ! traffico   inesistente, montagne, nuvole, chilometri senza una casa, un umano...fai pace col mondo! Qui improvvisamente mi appare il triangolo fondo bianco con bordo rosso dei pericoli e dentro la figura della papera che attraversa la strada !!!!

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Dopo una serie di laghi fiabeschi il paesaggio si fa ostile, ruvido come il  vento gelido : spariscono improvvisamente gli alberi, la strada da dolce e pennellata con saliscendi e curve sinuose diventa "lunare", un dritto assoluto con pendenze matematicamente perfette fra dune immense come basse colline... Si sale e si scende fra questi giganti addormentati che spesso sono vulcani spenti foderati di felci e muschi. Lontanissime, microscopiche case bianche punteggiano l'orizzonte; sembrano miraggi nel nulla spazzato dal vento: a vista conto 4 abitazioni nei 360 gradi! Queste erano le Highlands che avevo sognato, che avevo immaginato ! un mondo non mondo, un'iperbole di solitudine selvaggia... Di colpo dopo avere cercato invano qua e la, trovo questi 10 chilometri che sbucano dal nulla e sembrano un gigantesco scherzo ... sabbia bianchissima, finissima, caraibica, pomice, talco gelido perfettamente congiunti alla brughiera spazzata dal vento ! Morar ! probabilmente 20 case bianche fanno la guardia, una pompa di benzina, un pub... scendiamo con 4 strati di lana indosso. Sulla spiaggia deserta un bambino biondo sui 6 anni corre veloce sbucato chissà da dove e vola verso il mare... non faccio in tempo a stupirmi e neppure a pensare che è in acqua, un tuffo e via... seguito dalla sorellina che però si ferma sul limitare della battigia nell'acqua gelida probabilmente perché ha un orsacchiotto in braccio... Vedo a poca distanza un uomo, il padre forse, sdraiato sulla sabbia, in giacca a vento...nascosto dietro l'unica roccia a vista. Mi sento sospeso in un sogno che galleggia nell'irreale ; il luogo è incredibile, di una potenza formidabile nella sua selvaggia naturalità, nella sua stranezza, dolce amaro, alto basso , freddo caldo, sublimazione di opposti!...Morar...

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Solo la Natura può raccontare con tanta semplicità le incongruenze della vita, farti sognare spaventandoti e facendoti nel contempo sentire un tutto ed un nulla... Tropico ed equatore del tuo cuore, sospeso fra poli rovesciati; ai confini del mondo trovi quello che avevi sotto il cuscino del tuo letto, dove si annidano i sogni ! Sogni di bellezza perfetta e solitaria... La brughiera è un posto che, come ogni ecosistema del mondo, non capisci se non vivi, dovrei portarti qui per raccontartela... Sto pensando seduto sulla sabbia... In questo mondo c'è ancora qualcosa da scoprire? Terzani in una delle ultime interviste a questa domanda rispondeva in modo semplice. Anche se il mondo diventa sempre più piccolo e noi sempre più  convinti di conoscerlo grazie ai media, ci sarà sempre bisogno di qualcuno che vada davvero ad annusarlo, vederlo, curiosando e raccontandolo. Questo perché la realtà che crediamo di conoscere attraverso i nostri moderni canali di informazione è falsa, parziale, direi meglio, artificiale come una banana di…plastica che, vista in Tv, sembra vera ma resta, in realtà, obbiettivamente solo l’idea del frutto. Ma non solo; ognuno di noi vivrà sempre in modo unico e soggettivo un luogo, una esperienza, restituendo una visione che sarà solo ed unicamente la sua versione di ciò che ha vissuto. Per questo ci sono miliardi di mondi ancora da scoprire, miliardi di interpretazioni, di variabili , di letture , di incroci che saranno esperienze che diventeranno, alla fine, storie. Per questo i viaggi ed i mondi da raccontare non finiranno mai.

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Ma il caso cammina in quelle scarpe...Ripartiti mentre ritorniamo pensando a quel luogo incredibile vediamo un meraviglioso cervo che bruca a lato della strada deserta... mi fermo e lui non si allontana, continua a brucare tranquillo. Sono io a bussare alla sua porta, alla porta del Suo Mondo, me lo sta dicendo con quegli splendidi occhi neri, profondi e selvaggi come gli spazi della brughiera. Non mi considera forse degno di essere "visto"; gli animali, soprattutto così selvaggi , portano in sè una grandezza ed un fascino atavici, primordiali, qualcosa che ti afferra e ti scruta dentro.

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Il tempo si fa scuro. Da domenica le previsioni indicano pioggia all'orizzonte ma ogni giorno una magia sembra allontanarla, quantomeno ritardarla ; eppure l'odore della pioggia dell'oceano si avverte, sempre più presente. Fa anche sempre più freddo. Molti specchi d'acqua che sembrano laghi sono in realtà mare; è qui che l'oceano preme, si insinua, strappa un metro dopo l'altro imponendo la sua voce, la sua legge, i suoi odori, le sue suggestioni. Oggi nuvole plumbee si rincorrono veloci surfando su cali di vento improvvisi, brevi bonacce che materializzano foschie psichedeliche. Poi arriva... La pioggia qui è una miriade di piccoli aghi microscopici, finissima, dapprima leggera. Inizia come una nuvola nebulizzata poi, repentinamente, ti inzuppa. Arriva mentre mi preparo ad entrare a Glen Coe, un altro dei "santuari " del mio viaggio, un "passaporta" per le Highlands che insegui come un miraggio. È una valle, a detta di tutti, unica per suggestione e bellezza. Teatro di un massacro avvenuto nel febbraio del 1692 è anche conosciuta appunto come valle delle lacrime.La suggestione è forte quando fra la nebbia comincia a scendere la pioggia sottile mentre continuo a scattare tutto intorno a me. L'impatto dei sensi con la valle è intenso quanto quello emotivo.I lunghi e ripidi pendii che la racchiudono danno una sensazione mista di armonica grandezza e claustrofobica piccolezza. Tu stai lì nel mezzo mentre bellezza, suggestione, selvaggia naturalità turbinano e ti ubriacano.Sino da bambino ho sempre avuto l'istinto di immaginare gli eventi tragici e misteriosi che la storia ha scritto un pò ovunque attorno a me; sentirli e riviverli come se stessero accadendo ora ed io ne fossi testimone diretto.

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Quando entri nella vallata di Glen Coe, sotto le misteriose Three Sisters, non vorresti più andartene, vorresti che il tempo si fermasse col suo misto di ansia interrogativa e dolce senso di mistero. Poi la strada sale e lo spettacolo naturale replica arrivando su di un altopiano che mi ricorda da vicino i dintorni di Morar visti ieri, stessa prepotente, ruvida, esondante Natura. La fantasia è libera di spaziare come l'occhio, ovunque ed illimitatamente.Così comincio ad immaginare il tempo scandito da riti ed usi così lontani, vite spese nello stretto del luogo e della condizione di nascita. Villaggi semplici al limite della sussistenza, regole Naturali per questo spesso dure e spietate. Uomini e donne rudi ma prepotentemente veri, necessariamente essenziali soprattutto qui dove la natura impone più che altrove i suoi ritmi. In realtà molto è cambiato ma ancora oggi la solitudine, l'asprezza di questa terra sembra modellare i rapporti fra chi vive qui, perché un luogo così "intenso" ti impone atteggiamenti dell'essere e del sentire che non puoi ignorare. Semplicità nella difficoltà; sembra questa la formula chimica di quei tempi lontani, quelli dei celti, dei clan, dei popoli del nord del Medioevo. L'esatto contrario del nostro presente, governato follemente dalla complicazione indotta nella semplicità, la futile ed artificiosa esasperazione del quotidiano per monetizzare, trasformando in difficile ciò che è nella realtà naturale semplice...

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Lascio Glen Coe con la solita sindrome da "separazione", un senso di disagio misto a felicità,perché il contatto con la Bellezza genera comunque felicità, come il distacco tristezza. Il prossimo incontro, scendendo a sud-ovest verso Oban, sarà con Castle Stalker, un'altra immagine icona delle Highlands con la quale confrontarmi come l'emozionante Dunnottar Castle a Stonehaven. Le indicazioni sono semplici ma durante l'avvicinamento non troviamo la proverbiale ricchezza di segnalazioni  tutta scozzese; insomma piove fra la nebbia ma del castello nessuna traccia.Le indicazioni generiche del navigatore sono direzione Port Appin ed a Port Appin arriviamo attraverso circa 4 miglia di una strada secondaria strettissima con le crossing places, piccole piazzole nelle quali incrociare i veicoli che viaggiano in direzione opposta. Port Appin è un pontile, un piccolo parcheggio per una decina di auto ( una dellequali del dottore visto che a terra c’è ben evidente la scritta”doctor”), un sea food restaurant e tre cottage. Da qui parte uno degli innumerevoli ferry per una delle tante isole che gravitano al largo alle coste.La Scozia è Highlands ma anche e soprattutto una miriade di isole che meriteranno, spero, un viaggio a parte perché sono di fatto un mondo a parte... Quella servita via Port Appin, Lismore, sta qui difronte a non più di un miglio. Quando stai dentro a sistemi diversi ti abitui presto ai nuovi parametri; le distanze non fanno eccezione, la guida inversa neppure; credo sia, anche, questione di "aprirsi" mentalmente alla diversità, di andare verso il mondo, immergersi completamente nel magma vitale che ribolle tutto attorno a noi, ovunque noi si vada...

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C A S T L E S TA L K E R

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Il freddo e la nebbia oltre che il castello fantasma ci consigliano una sosta per il lunch. Il pub annesso al sea food restaurant è splendido, intimo, una piccola sala con una grande vetrata che da sul pontile spazzato dalla pioggia ed una grande stufa accesa anche ora che siamo in agosto.Fish & chips è per la prima volta la nostra scelta; in realtà in Scozia il cibo è splendido, carne fantastica, vegetables ottimi, la mitica soup of the day che ci ha tenuto compagnia ad ogni pasto... ma fish & chips si rivela un piatto abbondante quanto squisito, il fish è davvero un fish intero! Il pub ed il ristorante come spesso accade qui hanno alcune camere per chi desideri pernottare in questo bozzolo sperduto nel mondo.La locandiera ci indica come sempre amabilmente l'ubicazione del castello.Spesso queste malinconiche e bellissime costruzioni sono nascoste in luoghi meravigliosi ma non così visibili, forse a custodire i loro segreti, chissà ...In questo caso è la nebbia che ci ha nascosto il castello. Appare così fragile, quasi vulnerabile, emergendo dal nulla dalle acque del lago e dalla nebbia. Piove ma stare sotto la pioggia a fermare attimi così intensi non pesa; mi sembra di vivere nella solita bolla priva di spazio tempo dove i click della mia macchina arrivano come un richiamo sciamanico. Il rumore della tendina sembra proiettarmi altrove.Un ragazzo spagnolo incontrato al pub è lì anche lui a scattare long exposures, silenziosa al suo fianco una ragazza che l'accompagna. Noi tre, fermi sotto la pioggia, muti, solo il rumore leggero delle gocce sulle foglie e degli scatti delle nostre macchine. E tutto si ripete questa volta portandomi nel mondo di quei pochi privilegiati, di quei nobili ricchi ai quali, a vario livello, nulla era precluso sia pure all'interno di una vita assolutamente frugale e spartana, ...gli abitanti di questi castelli...

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Quando penso alla nostra condizione attuale mi accorgo che baratterei tutta la pseudo-convinzione di libertà che tentano sempre di spacciarci pur di avere indietro anche solo una piccola porzione di quella smisurata poesia che si viveva allora, anche se riservata solo a pochi eletti. Lo farei anche a rischio di cadere nel versante sbagliato, quello della grande massa dei reietti, dei poveri in balia della morte e delle privazioni come di qualsiasi altro genere di sopruso.Penso ne sarebbe valsa la vena per vivere quel senso di semplicità e di armonia che forse si percepiva anche fra le diseguaglianze di quei tempi; natura, tradizioni, famiglia, stagioni. Tutto difficile, come ho ammesso, nella sua cruda dimensione di necessità, ma tutto racchiuso in una costellazione popolata di poche irremovibili certezze e non di vane promesse di libertà vuota.L'ultimo scatto mi precipita nel presente, freddo, bagnato... ci guardiamo negli occhi, una occhiata rapida fra me ed il fotografo spagnolo: un leggero sorriso prima di allontanarci mi rassicura nel confermarmi che ancora oggi e forse per sempre sarà possibile sognare insieme, persino in silenzio, senza parlarsi. Ha la mia stessa espressione malinconica: i sogni belli al risveglio lasciano segni evidenti ed inconfondibili, hola amigo!...

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Oban, mi avevano detto, vuole dire whiskey; come St Andrew vuole dire golf. La Scozia incarna e nutre questi miti di cui si sente assolutamente fiera e con cui, non mi stanco di dirlo, genera non solo suggestione ma anche ricchezza.Ciò che mi ha però colpito è trovare un paese fiero e tradizionalista anche così aperto, gioviale, cortese con chi viene da fuori, da lontano, in sacco a pelo o in auto di lusso. Certo noi turisti portiamo prima di tutto denaro ma noi italiani per decenni abbiamo schernito ed alleggerito i turisti che qui in Scozia sembrano sacri... Dovremmo, come sempre, imparare osservando, accantonando la spocchia irritante dei primi della classe di ieri. Il disporre per semplice fortuna del più grande patrimonio artistico e naturalistico del pianeta non ci salverà dal venire superati per cortesia, efficienza e qualità offerti ai turisti del domani sino da oggi… Oban però non lo sa e resta lì paziente ad attendere la fine delle mie elugubrazioni; splendida, vittoriana, un pò snob ma incantevole. Sotto il suo enigmatico Colosseo che la sovrasta oggi è un porto per le isole più che, come in passato, un luogo di villeggiatura. È un punto di frontiera da e per le Highlands e si sente tutta la sua aria da trading post, da mercato di scambio; marinai annoiati malati di mal di terra e viaggiatori appena sbarcati stralunati per il mare grosso... William ci accoglie per la notte sulla splendida terrazza del nostro B&B; da lì a mezza costa si dominano il porto, lo splendido golfo ed i tetti di arenaria. Alloggiare diventa un pretesto per una lunga ed amabile chiacchierata con lui, così inglese per il senso di humour ma così Edinburghese per nascita ed atteggiamento, cortese, gioviale, allegro. Persino il mio isi-inglis lo diverte e diventa pretesto per sonore risate, davvero poco Brit...

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Glasgow non è né meglio né peggio di qualsiasi metropoli moderna, porta in sè tutte le contraddizioni che conosciamo così dolorosamente. Alienazione, emarginazione, materialismo, mancanza di Armonia e di Bellezza.Tutte le città in realtà oggi, tutte le metropoli, si somigliano, sono allo stesso modo brutte, violente e spesso tristi. Fanno in parte eccezione solo se, come Edimburgo, ma anche come Roma o Parigi o Praga o Vienna, hanno dentro una storia formidabile di Bellezza ed Arte, una impronta che le ingentilisca e rimetta l'uomo, i suoi sentimenti e le sue emozioni al centro rispetto alle Cose. Glasgow è, come tante altre metropoli, piena di Cose. Mentre cammino nelle sue strade penso che proprio la grande mancanza della Natura crea questo disequilibrio che rende le città invivibili. Natura o Cultura. Nelle città d'Arte come Edimburgo è la Cultura che svolge la funzione che recita la Natura nelle Highlands.Ma dove non c'è nessuna di queste due Forze archetipiche, nella città normale, la città tira fuori dagli uomini il loro peggio ! L'uomo non è buono o cattivo, dipende da come viene declinato ...

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E’ questa la chiusura di un viaggio così intenso? No. Voglio salutare la Scozia e chi mi ha accompagnato in questo percorso con una immagine struggente e dolcissima, figlia come sempre del caso e della voglia di osservare, ingredienti ricchi e preziosi per un viaggiatore… Sabato mattina, aeroporto di Edimburgo.Sto bighellonando in attesa del mio volo.Girovagando senza meta mi trovo all'imbocco della zona dei controlli di sicurezza. Una famiglia sta in un angolo, un pò in disparte.Dapprima non li noto neppure poi lì fisso con discrezione spinto da una necessità immotivata.Madre, padre abbastanza giovani, un figlio piccolo ed uno mingherlino e magro, potrà avere 11 anni o 12,con un grande zaino sulle spalle. Abbraccia la madre, a lungo, poi il padre.Si discosta un pò mentre la madre gli parla a bassa voce; sta in silenzio, immobile. Poi il padre delicatamente, sia pure con malcelata riluttanza, gli mette la mano sulla spalla e lo accompagna per un paio di passi verso la linea gialla dipinta a terra. Di lì in avanti sarà solo.Il padre si ferma mentre il ragazzino fa ancora due passi, poi si ferma a sua volta. Immobile.Non vedo e non sento più altro tutto intorno ; sento solo il loro silenzio.Vorrei allontanarmi, mi vedo invadente e fuori luogo ma ormai sono dentro a questa storia e non posso, non voglio uscirne... Passano interminabili secondi, poi il bambino si gira e lentamente ritorna verso la famiglia.In silenzio si stringono tutti e quattro insieme, sono una cosa unica, un corpo unico.È una scena fatta di tenerezza e di commozione.

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Si stacca e riprende il passo verso la riga gialla.  Pochi secondi e scompare dietro l'angolo.Il giovane padre si gira e va verso le scale mobili seguito dalla moglie che porta in braccio il fratellino più piccolo.Allontanandosi non si nasconde e con un coraggio che gli invidio piange...Le lacrime scendono copiose, si pulisce gli occhi con le mani, un gesto istintivo, candido...vorrei raggiungerlo e nel mio incerto inglese, per una situazione simile, dirgli che conosco quello smarrimento, quel dolore sordo che si prova vedendo partire un giovane figlio e dire loro che proverò tutto di nuovo quando se ne andrà mia figlia che ora è lì da qualche parte a cercare cartoline...so che potrei anche tacere e lasciare parlare i miei occhi ai suoi, tanto ora sono entrambi velati di lacrime.Questa è la cartolina che ti mando dal paese a Nord ma così a Nord che il mondo diventa mancino, le estati freddi inverni, i metri yarde, dove guidi a destra ma dove Natura o no il cuore delle donne e degli uomini batte per le stesse identiche passioni, emozioni, dolori e gioie, come in ogni altra parte di questo dannato meraviglioso posto chiamato mondo... Il viaggio è anche forse presa di coscienza di ciò che ci unisce nella diversità, di ciò che siamo come esseri unici e solitari o come immenso oceano umano, distesa sterminata di cuori agitati da millenni dalle stesse identiche passioni…girate pure pagina adesso...e buon viaggio!

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H E A V E N J O U R N E Y

T H E T R I P

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I T I N E R A R I O

PARTENZA ARRIVO KM TEMPOEdimburgo St. Monans 72 1h 18m 0sSt. Monans Pittenweem 3 0h 4m 0sPittenweem Anstruther 3 0h 5m 0s

Anstruther Crail 7 0h 8m 0s

Crail St. Andrews 15 0h 19m 0sSt. Andrews Glamis Castle 50 1h 0m 0sGlamis Castle Dunnottar Castle / Stonehaven 71 0h 55m 0s PERNOTTAMENTO CHAPEL OF BARRAS FARMStonehaven Aberdeen 30 0h 31m 0s km tappa 251 tempo viaggio

Aberdeen Inverness via costa 228 3h 46m 0s

Aberdeen Inverness via interna 104 2h 38m 0s

Aberdeen Inverness via Grantown on Spy 114 2h 46m 0s PERNOTTAMENTO ARDCONNEL STREETkm tappa 114 tempo viaggio

Inverness Loch Ness 22 0h 24m 0sLoch Ness Fort William via Fort Augustus 79 1h 21m 0s PERNOTTAMENTO TORLINNHE GUEST HOUSE

km tappa 101 tempo viaggio

Fort William Morar rientro a Fort William 65 0h 57m 0s eventuale Fort William Glen Cloe 26 0h 26m 0s

Glen Cloe Castle Stalker 25 0h 23m 0s

Castle Stalker Oban 29 0h 30m 0s PERNOTTAMENTO DUNHEANISH GUEST HOUSEFort William Oban 73 1h 0m 0s

km tappa 80 tempo viaggio

Oban Loch Awe 57 0h 58m 0s

Loch Awe Inveraray 28 0h 30m 0s

Inveraray Loch Lomond 51 0h 44m 0s

Loch Lomond Stirling 63 0h 57m 0s

Stirling Glasgow 50 0h 50m 0s PERNOTTAMENTO

km tappa 249 tempo viaggio

Glasgow Edimburgo 74 1h 10m 0sTOTALE KM 869

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P L A C E SH E A V E N J O U R N E Y

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S T O R I E , P O S T I & PA R O L E

H E A V E N J O U R N E Y

Contact ; MICHELLE

CHAPEL OF BARRAS FARM STONEHAVEN AB39 2UE TEL: +44 (1569) 750437 +44 (75547) 51146 GPS N56° 53.599 / W002° 16.314 STONEHAVENwww.bedandbreakfaststonehaven.com

Contact: John and Elizabeth21 Ardconnel Street, Inverness IV2 3EU, Scotland

Tel/Fax: +44 (0)1463 240 455 Email: [email protected]

www.ardconnel-inverness.co.uk

Contact ; Andy & Sue Keen

Torlinnhe Guest House Achintore RoadFort WilliamPH33 6RW

Tel: 01397 702583

www.torlinnhe.com

Contact ; William Lockwood/Linda FlanniganDunheanish Guest House, Ardconnel Road,Oban, Argyll, Scotland PA34 5DWTel: +44(0) 1631 566556 | Email: [email protected] William DunheanishTel 01631 566556www.dunheanish.com