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HI-END MAGAZINE · toscritto, ovvero il mio papà. È arrivato il triste giorno in cui il suo glorioso impianto, basato sullo storico in-tegrato Sansui AU-101 (che mi ha accompagnato

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59THE GrypHoN DIABLO 300▼ FDS 250

Per anni il Diablo, predecessore di questo nuovis-simo amplificatore integrato, è stato consideratosia dagli appassionati sia dalla stampa di settore

il migliore al mondo nella sua categoria, vendendo, no-nostante il prezzo non certo economico, migliaia di esem-plari in tutto il globo terracqueo. È stato il mio regalo peril responsabile unico della mia insana passione per l’hifi, colui che ha scatenato il morbo dell’audiofilia nel sot-toscritto, ovvero il mio papà. È arrivato il triste giornoin cui il suo glorioso impianto, basato sullo storico in-tegrato Sansui AU-101 (che mi ha accompagnato per mi-lioni di ascolti durante la gioventù, abituandomi irri-mediabilmente al bel suono), non è più riuscito a ri-prendersi dagli acciacchi della vecchiaia, nonostante idisperati tentativi del “Supremo Guru della Valvola”Maurizio Bianchini (che ripetutamente in passato, gra-zie a veri e propri miracoli, era riuscito a rimetterlo inpista, resuscitandolo letteralmente). Intravedendo la tra-gedia imminente di una casa oramai silenziosa, ho pre-so la palla al balzo e, imbattutomi in una di quelle ra-rissime occasioni in cui si metteva in vendita un esem-plare ex demo, l’ho acquistato senza colpo ferire. L’hodotato di un’ottima scheda fono e da quasi cinque annia questa parte fa compagnia al mio papà, in coppia conun giradischi Thorens TD160, durante i suoi ascolti mo-nopolizzati dal compianto direttore Herbert Von Kara-jan, alle prese con le sinfonie di Ludwig Van Beethoven. Fleming Rasmussen, geniale patron di casa Gryphon, siè dimostrato un vero temerario e ha sfidato il destino ri-mettendosi in discussione nel tentativo “quasi” im-

possibile di migliorare quello che già aveva, un campionepurosangue, eletto il migliore di sempre. Nella maggiorparte dei casi, ed è la storia che lo dimostra con molte-plici esempi a volte eclatanti, alzare l’asticella per su-perarsi dopo aver raggiunto l’apice, sfocia in un falli-mento, ma altre volte ci si riesce e il Danese ce l’ha fat-ta alla grande, evolvendo in meglio ogni singolo aspet-to di questo che già gioiello fu.

DESCRIZIONEIl progetto di questo integrato ci offre prestazioni di tut-to rispetto a cominciare dalla potenza che su 8 Ohm diimpedenza sale da 250 a ben 300 Watt per canale, per di-ventare il doppio esatto sui 4 Ohm e quasi il triplo sudue (950 W nello specifico). L’architettura è impostata,come di consueto, in dual mono reale con percorsi per-fettamente simmetrici e separati. Il gigantesco trasfor-matore toroidale Holmgren (anch’esso con geometriadual mono) ha un nucleo trattato sottovuoto così comegli avvolgimenti, per cercare di attenuare al massimoogni tipologia di rumore meccanico proveniente da esso.Il funzionamento è in classe A pura per i pochissimi Wattiniziali, per passare immediatamente alla AB con re-troazione negativa nulla. Si è lavorato sul percorso delsegnale, diminuendo al massimo la lunghezza del ca-blaggio interno, addirittura i “socket” sono stati salda-ti direttamente sulla scheda, per ottimizzare ulterior-mente quest’aspetto. Le schede, su specifiche militari,sono realizzate con circuiti stampati a doppio e qua-druplo strato con tracce in rame puro da 105 micron di

Questa non è stata la mia prima esperienza con gli ultimi prodotti nati di casa Gryphon, ecome ben sa chi legge la nostra rivista, mi è capitato di imbattermi proprio nella “Diabolica”(mi scuserete il luogo comune istantaneo, ma non vedevo l’ora di scriverlo!) reincarnazionedel principe del male di Gryphon durante il periodo natalizio, quando mi è stato accordatoil privilegio di presentare la dimostrazione della ditta Danese presso l’Auditorium del Parcodella Musica a Roma.

di Alberto Guerrini

IL pArADISIACo SUoNo DEL DIAVoLo

(ovvero la missione impossibile di migliorare il migliore)

AMPLIFICATORE INTEGRATOTHE GrypHoN DIABLO 300

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spessore. L’attenzione al percorso e al trattamento delsegnale non finisce qui: per il controllo volume, infat-ti, abbiamo un attenuatore totalmente bilanciato che fun-ziona su ben 43 step a relè, controllato da un micro-processore, utilizzando resistenza di altissima precisione.In ingresso abbiamo un buffer “single ended” discretoad altissima velocità che lavora in classe A. Il parco in-gressi non è male: troviamo tre ingressi sempre “singleended” RCA sbilanciati (placcati oro con isolamento inteflon), un “pass-through” audio video con livello fis-so, due ingressi bilanciati XLR (Swiss Neutrik placcatioro). Ci sono anche due uscite che possono essere uti-lizzate per dare la possibilità di pilotare dei finali al-ternativi con la sezione pre, bypassando quelli già pre-senti a bordo, oppure realizzando un biamping. Utiliz-za dei transistor di pre-pilotaggio a bassa capacità e unamaggiore corrente negli stadi di amplificazione per mi-gliorare lo slew rate e, di conseguenza, anche la bandapassante. La sezione di alimentazione presenta deicondensatori di accoppiamento in polipropilene, af-fiancati in parallelo da condensatori elettrolitici di altaqualità. Una batteria di condensatori da 68000 µFaradè la riserva di alimentazione per il Diablo, asservita da

regolatori attivi a shunt: tutto ciò garantisce una silen-ziosità eccezionale e rappresenta uno step notevole ri-spetto al precedente modello, che usava dei regolatoria diodi Zener a basso voltaggio. Abbiamo di fronte unoggetto costruito come un blindato da combattimento:al peso ragguardevole contribuisce, oltre l’utilizzo di pan-nelli in alluminio anodizzato rigorosamente neri di gran-de spessore, anche una superficie di alette di dissipazioneraddoppiata rispetto al suo predecessore. Il display frontale multilinea sottovuoto, essendo “touchsensitive”, ha anche funzioni di controllo e sostituisceall’occorrenza le funzioni attivate dal bellissimo tele-comando in alluminio, scavato dal pieno, pressoché iden-tico a quello del precedente Diablo. È inoltre possibileaggiungere il modulo opzionale di conversione digita-le-analogica, basato sull’ultima incarnazione del chip ESSSabre, compatibile anche con i formati DSD, e la sche-da fono di livello che permette di renderlo compatibi-le sia con testine MM che con quelle Mc.

L’IMPIANTO D’ASCOLTO UTILIZZATO L’ascolto è stato eseguito inserendo l’ampli integrato Dia-blo 300 nella mia catena d’ascolto così composta: Sor-

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Il look è in linea con il predecessore, non c’è stata una grande rivoluzione sotto questo punto di vista, eccezion fatta per il rad-doppio della superficie delle alette di raffreddamento laterali. Lo chassis è in alluminio nero satinato, con pannellature di grossospessore; il pannello anteriore, al centro non ospita alcun tipo di tasto o manopola. Tutte le funzioni si comandano sfiorando ildisplay sotto vuoto “Touch Sensitive” che lo attraversa in orizzontale, costituito da caratteri alfanumerici multi linea in un bel-l’azzurro. Sotto al display, posto sul pannello inferiore c’è l’interruttore generale.

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gente Digitale per Musica Liquida: Mac Mini, iTunescon Engine Pure Music2, Audirvana Plus, convertitoreD/A USB 24/192, EMM LABS DAC2X Cablaggio USBKimber Kable Select KS2436Ag, USB Audioquest Cof-fee Dbs 7, RCA Audioquest Horizon Dbs 7. Diffusori:Martin Logan SL3, Lumen White Silver Flame. Sorgentidigitali: CD Teac VRDS-10 modificato a valvole Emmebi,Lettore Ibrido DVD-DVDA-SACD-Blu Ray LabtekOppo 105EU Tubes. Sorgente Analogica: Giradischi Mi-chell Gyrodec, Braccio SME 309, Testina Clearaudio Ti-tanium MC, con Cablaggio Audioquest Wel Signature.Preamplificatore: Convergent Audio Tecnology Le-gend, con Stadio Phono MM, MC. Due AmplificatoriFinali a Valvole: McIntosh MC275 in configurazionemono. Super Condizionatore di Rete: Emmebi CustomMade A.G. Signature 110/220 V. Cavi di Potenza: Nor-dost SPM Reference. Cavi di Segnale tra Pre e FinaliMono: Audioquest Horizon Dbs 72V. Cavo di segnaletra CD VRDS-10 e Pre: Nordost Spm Reference. Cavidi segnale tra Labtek Oppo 105EU Tubes e Pre: RCANordost Valhalla. Cavo di Alimentazione Pre:NordostValhalla. Cavo di alimentazione DAC Emm Labs:Nordost Brahma con terminazioni Furutech. Cavo di ali-mentazione Oppo 105EU Tubes: Van Den Hul TheMains Stream. Cavi di alimentazione Finali: NordostValhalla. Cavo di alimentazione CD Vrds-10: NordostShiva.

PROVA DI ASCOLTOIl rodaggio cui è stato sottoposto questo fantastico com-ponente è stato di due settimane, utilizzando dischi ap-positamente realizzati per questo scopo ma anche inci-sioni di musica di vario genere, in loop per tutto il pe-

riodo.“The Ultimate Demonstration Disc Vol. 2” Chesky Re-cords (Chesky Records, SACD) è il secondo disco da par-te di Chesky, sicuramente meno conosciuto rispetto alprecedente, ma altrettanto interessante per le informa-zioni in grado di rivelare riguardo alla performance diun impianto sotto esame. Il brano di apertura è “In aMellow Tone” del grande Duke Ellington, suonato dauna formazione che comprende Paul Gill al basso, Da-vid Hazeltine al pianoforte, Javon Jackson al sax teno-re e Tony Reedus alla batteria. Un pianoforte piuttostosmorzato introduce rapidamente il tema dominante, ledimensioni si intuiscono già alla perfezione, le essenzelignee sono eccitate al meglio e si coglie con facilità estre-ma la rampa di smorzamento dovuta alla ricca laccaturadello strumento. Le risonanze subite dall’ambiente cir-costante sono evidentissime, così come i riverberi che re-stituisce, conseguenti al dipanarsi della melodia. Durante l’assolo le note sono decise e marcate da unadinamica notevole, nonostante il massiccio utilizzodella sordina, di cui si percepisce il meccanismo dal pri-mo centesimo di secondo in cui viene azionato il pedalecorrispondente. Ogni aspetto della catena meccanica èdelineato da una messe di microinformazioni così bena fuoco che risulta quasi impossibile seguire tuttol’evento. Esaminando il contrabbasso, le corde non han-no solo la perfetta costituzione metallica ma se ne per-cepisce addirittura la rugosità, mentre vengono sa-pientemente pizzicate dal musicista o sfregate per pas-sare da una nota all’altra con l’altra mano. Stesso discorsovale per il resto dello strumento, così minuziosamentedescritto in ogni suo più recondito aspetto, da sentirsiquasi totalmente risucchiati all’interno dello studio di

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registrazione.Lo strumento a fiato principale per un brano di Duke El-lington non può non essere un sassofono e seppur al-l’interno di un’impostazione complessiva improntata allamoderazione, la sua azione è estremamente incisiva. Ilsuono è tondo e ricchissimo, l’intonazione è assoluta-mente perfetta e l’approccio dinamico sorprendente-mente concreto. Le rampe di attacco sono incredibilmenterealistiche e così coerenti con il funzionamento efficacee affilato, che offre ogni singola variazione di contrastoe chiaroscuro senza fronzoli e filtro alcuno, con una pre-senza eccellente. La focalizzazione veramente precisa ela tridimensionalità che assume di fronte ad una batte-ria morbida, ma perfettamente localizzata, sono da even-to che approccia il reale… i piatti e le spazzole che li ac-carezzano sembrano presenti all’interno della salad’ascolto.Con “Speak Like a Child” di Herbie Hancock suona-ta da Jon Faddis assieme a una grande band essenzial-mente di ottoni e fiati, siamo letteralmente travolti dal-l’abbondanza di dettagli finissimi che provengono da tut-t’intorno agli strumenti e persino dal movimento deglistessi: cigolii, scricchiolii, sospiri, riverberi contribuisconoistantaneamente a ricreare una sensazione di evento live.Il leggero massaggio sui campanelli, sebbene in secon-do piano, quasi mai è emerso così dall’evento musica-le, se non con prove di elettroniche sopraffine. Latromba, che spicca su tutto il complesso, assieme al sas-sofono si appropria di un ruolo di primo piano, con ungrado di contrasto dinamico ad ogni livello, senza so-luzione di continuità per tutto il brano. Ogni suo sali-scendi, ogni gioco di virtuosismo da parte del musici-sta è colto con un’assurda moltitudine di fini dettagli e

con varietà di sfumature notevolissima. Il pianoforte eil contrabbasso, pur giocando un ruolo di mero sotto-fondo, sono presenti ed estremamente ben a fuoco. L’al-tezza e la profondità, oltre all’ampiezza della band, sonogranitiche, scolpite alla perfezione nello spazio, rico-struito a puntino dai diffusori all’interno dell’ambien-te di ascolto. I precisi colpi di batteria che si alternanoa delle setose spazzolate, sia sulle pelli che sui piatti, sonoun corollario perfetto per un brano che ci mostra ognisingolo strumento, non solo circondato da una granquantità di aria ma caratterizzato da rifiniture e minu-zie in abbondanza.La traccia successiva è una performance “a cappella” di“Angel of Harlem” di A. Clayton, cantata dai The Per-suasions, la sensazione di profondità della voce bassadi supporto ha un realismo ed un impatto impressio-nanti! Innanzitutto il gruppo pare materializzarsi in salad’ascolto come un ologramma, la morbidezza dell’ero-gazione da parte dei trasduttori è fantastica, sembra unacontraddizione in termini ma è così, non c’è assoluta-mente traccia di artefazioni percepibili da parte dei can-tanti. Ogni singolo elemento è in possesso della sua pro-pria caratteristica appartenenza di ottava. Il complessoè stupefacente ma la singola performance da parte di cia-scuno è preservata alla perfezione. Una messe di dettagli,dalla respirazione alle variazioni di diaframma, perva-de la sala d’ascolto, in ogni sezione della banda passantec’è un’articolazione eccezionale.Il quarto brano è “Club Descargar” di David Cheskysuonata dall’autore stesso al pianoforte, assieme algruppo The Body Acoustic. Si percepiscono fin dai pri-mi istanti, grazie alle conga effettivamente vicine al mi-crofono, una tridimensionalità eccezionale e una sen-

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Sopra: Rendering del modulo DAC dual mono in classe A pura.

Sotto: Particolare dell’architettura interna che è racchiusa totalmente all’interno dello chassis, da notare la batteria da dodicicondensatori di filtro dell’alimentazione (6 per bancata), il grande trasformatore toroidale dual mono Holmgren e l’architetturadual mono perfettamente simmetrica. Tutta la componentistica è di altissima qualità con tolleranze strettissime e schede “Mi-litary Grade”. I percorsi dei cablaggi sono ridotti ai minimi termini ed i socket sono saldati direttamente sulle schede a doppioe triplo strato con tracce di grande sezione.In questa foto si vede anche il modulo DAC opzionale montato nel Diablo 300.

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sazione di ambienza incredibile. Le percussioni sono ario-se e a dir poco realistiche, si coglie la differenza tra il ru-more della pelle umana e la reazione delle pelli dello stru-mento con cui viene improvvisamente a contatto, si per-cepisce lo sfregamento tra le due, ma anche la com-pressione dell’aria all’interno della cassa. La velocità èpazzesca, i transienti sia di attacco sia di rilascio hannouna rappresentazione grafica che rasenta la perfezione!Il clarinetto basso si alterna alla tromba e ha una dina-mica impeccabile! Vibra e suona con una presenza im-portante: il timbro, un’ottava più basso rispetto al cla-rinetto classico, è reso alla perfezione, la pasta di cui ècostituito per tutto il suo intervento è densa e palpabi-le. Il contrabbasso è di nuovo folgorante per le sfaccet-tature infinite che presenta in ogni suo singolo elementocostruttivo. Le proporzioni, la profondità e i contorni per-fetti assunti dal corpo risuonante, il movimento delle ditasulla tastiera, persino quello del pollice sul manico, tut-to si intuisce con accuratezza estrema. La tromba è squillante e imprevedibile, sorvola il restodegli strumenti come un insetto in perenne sbattimen-to di ali, un incessante saliscendi, rapidissimo, la cui di-namica e contrasto sono evidenziati ad ogni livello siamacroscopico che microscopico.Persino l’ambiente diventa strumento musicale, tale èla sinergia che lo lega alla performance, con una molti-tudine di riverberi ed eccitazioni che ritornano, differi-ti, al microfono dopo un breve ma preciso viaggio. Il pianoforte è molto arretrato rispetto al punto di re-gistrazione ma, ancora una volta, mantiene delle con-notazioni assolutamente in linea in quanto a naturalezzae dinamica, persino la prospettiva è perfettamente con-divisibile con il la disposizione relativa al resto degli stru-menti.

Di seguito abbiamo “Young Girl’s Heart”: composta daNed Washington e Victor Young , e interpretata da IChing, in un ambiente ricco e profondo come solo unachiesa può essere, dà idea delle virtualmente infinite ca-pacità di discesa, controllo e pilotaggio che questo me-raviglioso integrato possiede. Gli effetti, campionati dalvivo e riprodotti poi dall’artista live, saturano l’ambientee arrivano a ricostruire virtualmente le medesime sen-sazioni, sebbene in un ambiente così piccolo comequello della mia saletta di ascolto. L’ascoltatore viene let-teralmente trasportato all’interno di un melting pot uni-co di musica elettronica e percussioni reali, che equivalead un viaggio sensoriale vero e proprio. L’assenza as-soluta di code o sbrodolamenti e la facilità di discesa, af-fiancate ad una velocità eccezionale, stupiscono a dirpoco.Finalmente il pianoforte, suonato per l’occasione da Ron-nie Mathews, ritorna protagonista principe, assieme allatromba di Roy Hargrove che gli fa da spalla in “My Foo-lish Heart” (di Ned Washington e Victor Young), eseguitadal Jimmy Cobb Quartet. Lo strumento a tastiera è me-raviglioso per quanto interpretato in maniera minima-lista intimistica. Mantiene un’identità importante euna presenza fiera e perfettamente coerente con le di-mensioni reali. La tromba è un tutt’uno tra materiale me-tallico ed aria compressa al suo interno, una magia dimicro dettaglio infinitesimale che si riversa in quanti-tà industriale in saletta. Abbiamo un campionario in-credibile di variazioni dinamiche e di intensità, ci sonomomenti in cui sembra di essere sfiorati dall’estremitàanteriore dello strumento tale è la tridimensionalità cheacquisisce.Il contrabbasso vibra con una ricchezza impressionan-te, interagisce con le dita che ne eccitano le corde e se

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Il bellissimo telecomando identico al precedente da cui differisce per i lunghi piedini anteriori simili a quelli del preamplifica-tore Mirage.

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ne percepisce ogni singola sfumatura per tutta la duratadel brano, con una capacità di discesa verso l’estremograve importantissima e soprattutto fulminea, ma sen-za un eccesso verso cui molti dei diretti concorrenti diquesto Gryphon indulgono.La batteria è lieve ma anch’essa presente e arricchita dinuance e componenti materiche a gogò, i piatti in par-ticolare mantengono un’olograficità eccezionale e si con-trappongono alla tromba in quanto a ricchezza di con-trasti e sfumature.La voce femminile ricca intensa e profonda di Valerie Joy-

ce in “Little Wing”, vero e proprio omaggio a Jimi Hen-drix, è arricchita da tantissimi dettagli come i piccolischiocchi involontari prodotti con lingua e labbra, i so-spiri, le piccole compressioni create sul cardioide del mi-crofono dovute alla vicinanza della bocca stessa. La pre-senza è importante e la Joyce pare avanzare concreta-mente oltre la barriera fisica costituita dal piano conte-nente i baffle dei diffusori, il focus è a dir poco perfet-to. I piccoli cimbali del tamburello percorrono un veroe proprio viaggio mentre Valery li fa roteare, mantenendouna coerenza impressionante ed una dinamica a dir poco

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Sopra: Rendering del modulo DAC dual mono in classe A pura.

Sotto: Particolare dell’architettura interna che è racchiusa totalmente all’interno dello chassis, da notare la batteria da dodici con-densatori di filtro dell’alimentazione (6 per bancata), il grande trasformatore toroidale dual mono Holmgren e l’architettura dualmono perfettamente simmetrica. Tutta la componentistica è di altissima qualità con tolleranze strettissime e schede “MilitaryGrade”. I percorsi dei cablaggi sono ridotti ai minimi termini ed i socket sono saldati direttamente sulle schede a doppio e triplostrato con tracce di grande sezione.In questa foto si vede anche il modulo DAC opzionale montato nel Diablo 300.

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perfetta. Persino degli inusuali sonagli che utilizza si di-stingue lo scorrere dei grani l’uno sull’altro, l’ambien-te riverbera ad ogni loro piccolo contatto.Cogliere perfettamente gli scricchiolii provenienti dal-lo strumento e le corde tendersi mentre vengono ecci-tate dalle dita del contrabbassista, è una vera goduriaaudiofila. Il pianoforte irrompe con dei passaggi che stu-piscono per incisività ed impatto dinamico a frequen-ze medioalte che di solito non sono così cariche di effettofisico sul corpo. La scena sonora è tridimensionale e ve-rifica, molto riverberante, contribuisce a evidenziare lefrequenze medie di cui è ricca l’escursione della voce del-la Joyce.Nell’ottavo brano “Misterioso” di Thelonious Monk(suonato da Bailey, Coryell e White), la batteria ha unattacco caratterizzato da un’energia pazzesca, la velo-cità è incredibile. Il basso rimane sempre asciutto, haun’azione fulminea per quanto profonda, lo spostamentod’aria che provoca impatta fin nelle viscere. La cassa è

veloce e secca, i coni hanno un’escursione decisa e si ve-dono sicuri nelle oscillazioni seppur ampie. Nei passaggipiù lievi in cui sono i piatti ad essere eccitati con colpisoft di spazzola, il risultato è dettagliato e molto ben reso.La quantità enorme di microinformazione presentecontribuisce a rappresentare una sensazione “live” im-portantissima.La chitarra distorta ha una gran quantità di reverb, ec-cita a sua volta l’ambiente, saturandolo e avvolgendo ilresto degli strumenti.Il “roll” del basso elettrico è profondo ma al contempoasciutto, senza gli sbrodolamenti e le enfatizzazioni ti-pici delle elettroniche di livello inferiore. Anche quan-do suonato in “slap”, la velocità e il controllo dimostratisono stupefacenti, le componenti in gamma alta cisono tutte e si percepisce perfettamente l’azione del conodell’ampli usato dall’artista che lo suona.A seguire abbiamo un timbro di voce nettamente dif-ferente dal precedente, quello di Rachel Z, alle prese con

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Il pannello posteriore ospita ,da sinistra verso destra, rispettivamente: la coppia di post di potenza di destra; il connettore RCA sbi-lanciato dell’uscita Sub 1 di destra; i due connettori XLR bilanciati di destra (input 1 e 2) e i tre RCA sbilanciati di ingresso di de-stra (input 3, 4 tape in, 5 RIIA In se presente la scheda fono); l’uscita RCA di destra (Tape Out), l’ingresso per il controllo IR esternoed il link in e out di connessione proprietaria; l’uscita RCA di sinistra (Tape Out); i tre RCA sbilanciati di ingresso di sinistra (input5 RIIA In se presente la scheda fono, 4 tape in, e input 3); i due connettori XLR bilanciati di sinistra (input 2 e 1); il connettore RCAsbilanciato dell’uscita Sub 1 di sinistra; la coppia di post di potenza di sinistra; la vaschetta di alimentazione IEC si trova al centro,sotto agli ingressi precedenti, alla sua sinistra troviamo il fusibile di protezione e alla sua destra il morsetto di terra.In alto c’è la zona che ospita il modulo opzionale, celata da un pannello rimovibile all’occorrenza.

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“Imagine” di John Lennon, leggermente più brillante emeno profonda, ma non meno espressiva e ricca di va-riazioni di diaframma. A farla da padrone rimangono,nemmeno a dirlo, delle conga di tutto rispetto: sia quel-le di timbro più basso sia quelle leggere a cui siamo abi-tuati di solito, presentano tutte le stesse caratteristichedi velocità estrema e al contempo ricchezza di compo-nente materica.Ad un certo punto, durante il pezzo irrompe con pre-potenza la batteria che mostra tutta la capacità di ero-gazione di questo integrato, con dei picchi importantiaffrontati senza alcun tentennamento.Anche i piatti, stavolta percossi con le bacchette, sonoincisivi e contraddistinti da un impatto dinamico note-vole. Intervengono moltissimi tipi diversi di percussionimetalliche, tutte perfettamente focalizzate e altrettantointense in quanto a rappresentazione e riproduzione.Il pianoforte è molto dinamico e suonato in maniera ve-

ramente energica: la reazione del reparto corde e del cor-po stesso è notevole, la naturalezza eccezionale come giàevidenziato. Il terzo movimento del concerto per fagotto e orchestradi David Chesky (Concert for bassoon and orchestra –Movement 3), suonato e diretto da lui stesso, è la trac-cia successiva: il battere incessante delle mani è natu-ralissimo (unico strumento confrontabile con la realtà intempo reale) e percorre il brano assieme al resto deglistrumenti. Le percussioni scendono nel profondo del-la banda passante con imbarazzante facilità, i fagotti sonoricchissimi di componenti vibrazionali e sbuffano congrande intensità. I pieni orchestrali hanno un impatto eccezionale e qua-si selvaggio, ma vengono introdotti in sala con un con-trollo incredibile.La tridimensionalità che si percepisce è notevolissima,i piani sonori sono perfettamente spaziati e si susseguonocon precisione millimetrica, così come precisa è la di-sposizione di ogni singolo strumento, in altezza comein profondità e in ampiezza. Il brano rockabilly finale “Tear It Up” (di Paul Burlison,Dorsey Burnette, Johnny Burnette), cantato da Billy Bur-nette, satura la sala d’ascolto tradendo una capacità ditrasparenza eccezionale: ogni singolo strumento ingioco, persino il più lontano, è messo a fuoco alla per-fezione e mai viene offuscato. La batteria è autorevole ed intensa, la chitarra ha una tim-brica azzeccatissima e se ne segue ogni singola nota, no-nostante l’effettistica prevalentemente da amplificazionee non da pedale.Il livello di pressione sonora elevato non fa perdere nul-la di ciò che succede sullo stage e non si notano nemmenoirrigidimenti evidenti da parte dei trasduttori, che ri-

70 FDS 250▼ THE GrypHoN DIABLO 300

CaratteristiChe teCniChe DiChiarate

aMPLiFiCatOre inteGratO the GrYPhOn DiaBLO 300

tipologia di progetto: amplificatore integrato stereo a sta-to solido classe A pura per i primi Watt e AB, configurazioneTrue Dual Mono e Zero negative feedback;Potenza: 2 x 300 W (8 Ohm), 2 x 600 W (4 Ohm), 2 x 950W (2 Ohm);rapporto segnale rumore (Ponderato a): < -88;rapporto segnale rumore 20-200000 hz: < -85;Distorsione thD+n: ≤0,1%;sensibilità di ingresso: 0,617 V;Guadagno: +38 dB;Banda passante (-3 dB): 0 – 350 KHz;separazione dei canali: >120 dB;impedenza di ingresso bilanciata XLr: 40 kOhm;impedenza di ingresso single ended rCa: 20 kOhm;impedenza di uscita: 0,019 Ohm;Livello di uscita single ended (Massimo, sub Out): +12 dB;Consumo in stand by: <0,5 Watt;Consumo medio: 200 Watt;Consumo massimo: 1900 Watt;Capacità sezione di alimentazione: 2 x 68000 uF;input: 2x coppie XLR bilanciati; 3x coppie RCA sbilanciati;Output: 2x coppie sbilanciati RCA (Tape Out, Sub); Bindingpost di potenza; terminali: connettori con serraggio a vite placcati oro Neu-trik;Finiture disponibili: alluminio nero satinato;Dimensioni: 23,5 x 48 x 46 (AxLxP in cm)Peso: 38,1 kg;

Prezzo di listino: € 15.620

schede opzionali disponibili:modulo di conversione D/A USB/AEB/Toslink/Digital Coaxial DSD - € 5.850 IVA inclusa; PS2 RIAA MM/MC - € 2.200 IVA inclusa;

Distributore per l’italia: AUDIO REFERENCETel. 02 29404989Web: www.audioreference.it

Page 15: HI-END MAGAZINE · toscritto, ovvero il mio papà. È arrivato il triste giorno in cui il suo glorioso impianto, basato sullo storico in-tegrato Sansui AU-101 (che mi ha accompagnato

mangono agili e perfettamente capaci di percorrere escur-sioni di notevole entità.

CONCLUSIONISono così orgoglioso di poter recensire oggetti di così ele-vato livello qualitativo! La spaventosa neutralità timbricae le quantità industriali di dettaglio declinate a tutte legradazioni di livello, dal macroscopico al microscopico,sfoggiate dal Diablo sono state l’impronta più caratte-rizzante. Un altro fattore che contraddistingue un’elet-tronica di altissimo livello rispetto alle altre è il tratta-mento della gamma bassa, caratterizzato da un’artico-lazione, un controllo e un’asciuttezza senza preceden-ti per un integrato. Assenza di code o di sbrodolamen-ti durante le discese più impervie. La velocità e la ca-pacità di erogazione e di pilotaggio sfoggiate non solosul basso, ma su ogni sezione della banda passante, du-rante i passaggi più impegnativi non hanno mai fatto tre-mare nemmeno le Martin Logan, notoriamente un assodurissimo persino per i pesi massimi. Non a caso un Dia-blo, sebbene il modello precedente, faceva già coppia fis-sa con loro. La bellezza delle voci, la naturalezza e la loroarticolazione in gamma media pura è un altro punto for-te: una trama finissima in gamma alta, mai tale da ren-dere faticoso l’ascolto, fa da ciliegina su una torta di li-vello assoluto. Sono uno dei pochi a poter offrire unacomparazione in tempo reale tra le due generazioni diDiablo e vi posso dire, senza tema di smentita, che quan-to tanto sbandierato dalla casa del grifone riguardo aimiglioramenti centrati è tutto vero! Non so risponder-vi se effettivamente sia il miglior integrato sulla facciadella terra, sicuramente il più raffinato e meglio suonanteintegrato che sia mai apparso nella mia sala d’ascolto finoa questo momento, punto e basta!

71THE GrypHoN DIABLO 300▼ FDS 250

DisChi UtiLiZZati neLLa PrOVa