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T utti siamo chiamati alla santità; la meta è unica, ma le strade sono tante: ognuno deve essere santo secondo la propria vocazione. In questo mese vi proponiamo la “santità passionista”, secondo l’insegnamento e l’esempio di san Paolo della Croce e di una grande santa laica passionista: santa Gem- ma Galgani. In che consiste la san- tità passionista? Se l a santità è amore, la santità passionista ci porta alla sorgente dell’amore, ai piedi del Crocifisso. “Non c’è amore più grande di chi dona la vita per i propri amici”; e perciò “non c’è santità più grande di chi ama fino a dare la vita per amore”. La via maestra della santità Il merito maggiore di san Paolo del- la Croce sta nell’avere additato nel mistero della croce la via maestra della santità. Molti santi hanno ama- to e fatto amare il Crocifisso, ma nessuno prima del nostro santo ave- va sottolineato tanto come il cammi- no di santità implica la conforma- zione al Crocifisso. Leggendo le sue lettere ai laici scopriamo che il nu- cleo originale del suo pensiero è la Croce. Bisogna partire sempre da questo punto centrale per comprendere gli altri aspetti della spiritualità passioni- sta. Questo ci aiuta a capire anche perché essa è stata defi- nita la “spiritualità del cuore”, cioè la spiritualità dell’a- more. Ai piedi del Crocifisso non si può imparare che l’a- more. Allora anche la croce diventa un atto di amore e quando si ama, tutto è più facile e più leggero. Il carisma della Passione Dalle “lettere ai laici” noi possiamo capire come sia stato possibile far maturare il carisma della Passione in persone di ogni strato sociale, giovani e anziani, sposati e non spo- sati, nobili e popolani. Tutto nasce dalla contemplazione assidua e amorosa del Crocifisso, che porta poi ad avvi- cinarci ai fratelli “crocifissi”. L’esercizio pratico del cari- sma della Passione è diverso nel laico e nel religioso; non c’è invece quasi differenza nell’aspetto contemplativo. Fa- re perpetua memoria della Passione vale sia per il religioso che per il laico. Si tratta per tutti di portare sull’altare del cuore la sofferenza di Cristo e dei fratelli. San Paolo della Croce raccomanda di «essere vestiti delle pene del Signore», di avere le pene infuse”, di “immergersi nella Passione, di averla scolpita nel cuore”. Questo porta a “vestir- ci” anche delle pene del prossimo. Il carisma si coltiva in tanti modi, ma soprattutto con la meditazione assidua della Passione di Cristo e della passione che continua nei fra- telli. La memoria della Passione non ha niente di passivo e di pessimisti- co, anzi fa assumere un atteggia- mento dinamico, diventa pratica co- raggiosa di sequela di Cristo, impe- gno di lieto annuncio di salvezza agli uomini, fa sperimentare che ve- ramente la parola della croce è po- tenza di Dio e salvezza e felicità del mondo. (Confr. Max Anselmi, Lettere ai Laici, I, Introduzione). Se si vuole coltivare il carisma, si deve rinnovare conti- nuamente l’incontro con Cristo Crocifisso, presente nei fratelli crocifissi. Per trasformare la spiritualità in un vero cammino di santità, occorre viverla concretamente. Que- sto ha insegnato e soprattutto vissuto san Paolo della Cro- ce. Questo ha vissuto la piccola grande Gemma Galgani, che durante un’estasi esclama: “O Gesù, mi cerchi amo- re; non ne ho più: mi hai rubato il cuore. Gesù, mi fai bere la Passione fino all'ultima goccia. Gesù, questi po- veri peccatori non li abbandonare. Sono pronta a fare qualunque cosa per loro”. P. Alberto Pierangioli Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” A Marzo 2003 – Anno IV n. 3 Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 – 62019 Recanati Mc T. 071.7574283 - C. 349.8057073 - Fax 071.7574405 E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici A mici di Gesù Crocifisso “Santità Passionista”: alla sorgente dell’amore

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Tutti siamo chiamati alla santità; la meta è unica,ma le strade sono tante: ognuno deve esseresanto secondo la propria vocazione. In questo

mese vi proponiamo la “santità passionista”, secondol’insegnamento e l’esempio di sanPaolo della Croce e di una grandesanta laica passionista: santa Gem-ma Galgani. In che consiste la san-tità passionista? Se la santità èamore, la santità passionista ci portaalla sorgente dell’amore, ai piedi delCrocifisso. “Non c’è amore piùgrande di chi dona la vita per ipropri amici”; e perciò “non c’èsantità più grande di chi ama finoa dare la vita per amore”.

La via maestra della santitàIl merito maggiore di san Paolo del-la Croce sta nell’avere additato nelmistero della croce la via maestradella santità. Molti santi hanno ama-to e fatto amare il Crocifisso, manessuno prima del nostro santo ave-va sottolineato tanto come il cammi-no di santità implica la conforma-zione al Crocifisso. Leggendo le suelettere ai laici scopriamo che il nu-cleo originale del suo pensiero è laCroce. Bisogna partire sempre da questo punto centraleper comprendere gli altri aspetti della spiritualità passioni-sta. Questo ci aiuta a capire anche perché essa è stata defi-nita la “spiritualità del cuore”, cioè la spiritualità dell’a-more. Ai piedi del Crocifisso non si può imparare che l’a-more. Allora anche la croce diventa un atto di amore equando si ama, tutto è più facile e più leggero.

Il carisma della Passione Dalle “lettere ai laici” noi possiamo capire come sia statopossibile far maturare il carisma della Passione in personedi ogni strato sociale, giovani e anziani, sposati e non spo-sati, nobili e popolani. Tutto nasce dalla contemplazione

assidua e amorosa del Crocifisso, che porta poi ad avvi-cinarci ai fratelli “crocifissi”. L’esercizio pratico del cari-sma della Passione è diverso nel laico e nel religioso; nonc’è invece quasi differenza nell’aspetto contemplativo. Fa-

re perpetua memoria della Passionevale sia per il religioso che per illaico. Si tratta per tutti di portaresull’altare del cuore la sofferenza diCristo e dei fratelli. San Paolo dellaCroce raccomanda di «essere vestitidelle pene del Signore», di avere“le pene infuse”, di “immergersinella Passione, di averla scolpitanel cuore”. Questo porta a “vestir-ci” anche delle pene del prossimo.Il carisma si coltiva in tanti modi,ma soprattutto con la meditazioneassidua della Passione di Cristo edella passione che continua nei fra-telli. La memoria della Passione nonha niente di passivo e di pessimisti-co, anzi fa assumere un atteggia-mento dinamico, diventa pratica co-raggiosa di sequela di Cristo, impe-gno di lieto annuncio di salvezzaagli uomini, fa sperimentare che ve-ramente la parola della croce è po-tenza di Dio e salvezza e felicità del

mondo. (Confr. Max Anselmi, Lettereai Laici, I, Introduzione).Se si vuole coltivare il carisma, si deve rinnovare conti-nuamente l’incontro con Cristo Crocifisso, presente neifratelli crocifissi. Per trasformare la spiritualità in un verocammino di santità, occorre viverla concretamente. Que-sto ha insegnato e soprattutto vissuto san Paolo della Cro-ce. Questo ha vissuto la piccola grande Gemma Galgani,che durante un’estasi esclama: “O Gesù, mi cerchi amo-re; non ne ho più: mi hai rubato il cuore. Gesù, mi faibere la Passione fino all'ultima goccia. Gesù, questi po-veri peccatori non li abbandonare. Sono pronta a farequalunque cosa per loro”.

P. Alberto Pierangioli

Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”A

Marzo 2003 – Anno IV n. 3Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. PierangioliViale Passionisti 54 – 62019 Recanati McT. 071.7574283 - C. 349.8057073 - Fax 071.7574405 E-mail [email protected]://www.passionisti.org/mlp/amici

Amici di Gesù Crocifisso“Santità Passionista”: alla sorgente dell’amore

Anche se siamo tutti con-vinti che la santità siauno stato normale di

grazia e che non necessariamente i santidevono essere persone eccezionali, è purvero che nella vita di alcuni di essi risultalampante che il Signore li ha colmati digrazie speciali, che se li è scelti per essereimmacolati al suo cospetto. Questa è l’im-pressione che si ha leggendo la vita di S.Gemma Galgani. Non manca nulla! Gesùl’attrae fin dalla tenera età con un amoreappassionato; a lui si oppone l’antico ne-mico dell’uomo, il demonio, e anche l’ot-tusità degli uomini, perfino di quelli inca-ricati della sua guida spirituale. Nasce a Borgonuovo di Capannori (LU) il12 marzo 1878 da Enrico, farmacista e daAurelia Landi. A quattro anni già sa legge-re. A cinque se la cava bene con il brevia-rio per l’ufficio della Madonna e dei de-funti in latino. Più tardi dirà, sempre in la-tino, le lodi insieme a “confratel Gabriele”, che le apparespesso, le dona il suo”segno” e la chiama: ”sorella mia”. Frequenta le scuole presso le Zitine di Lucca dove la fa-miglia si è trasferita. Chiede spesso a mamma Aurelia diparlarle di Gesù, soprattutto della sua passione. Il raccon-to della passione lo ascolta dalla mamma ormai minatadalla tubercolosi polmonare, ma Gesù pian piano la fa di-ventare passione vivente. A sette anni, il giorno della Cresima, il Signore le chiedeun gran sacrificio. Scrive: “Feci la Cresima piangendoperché chi mi accompagnava volle ascoltare la SantaMessa e io temevo sempre che la mamma andasse viasenza portare anche me. Tutto ad un tratto una voceal cuore mi disse: La vuoi dare a me la mamma? Sì,risposi, ma se prendete anche me. No, mi ripeté la so-lita voce; tu ora devi rimanere col babbo; la condurròin cielo sai! Fui costretta a rispondere di sì”. A distan-za di un anno la signora Aurelia muore. A nove anni riceve la prima comunione dopo averla insi-stentemente chiesta a Mons. Giovanni Volpi, sua guidaspirituale insieme al venerabile p. Germano Ruoppolopassionista.Nel 1897 muore il padre Enrico. A quei tempi non c’era lacassa mutua e per i farmacisti, specie per quelli di cuore

buono, non andava come adesso. Lascia debiti, i creditorisi fanno avanti e la povera Gemma conosce la miseria el’umiliazione. Accolta a Camaiore da una zia materna,

l’aiuta nel negozio di mercerie. Sarà poiospite della famiglia Giannini di Lucca finoalla sua morte. Lei ha deciso di “essere sposa di un recrocifisso, tutta e solo di Gesù”. Bussa atanti monasteri, specialmente a quello del-le Passioniste. Ma non viene accolta, perla sua malferma salute e per i fenomenimistici che avvenivano nella sua vita. Diràalle passioniste: “Non mi volete da viva,mi avrete da morta”. La sua vita è segnata dalla sofferenza fisi-ca e morale, da lutti familiari, da ristret-tezze economiche. I segni della predile-zione di Gesù sono molti: estasi, locuzioniinteriori, apparizioni. Lei non ha soldi peraffrancare le lettere, ma penserà l’angelocustode a recapitarle al p. Germano. I me-dici incapaci di vedere più in là del loro

naso, giudicano inautentiche le sue manifestazioni misti-che; persino Mons. Volpi, a motivo di certi suoi atteggia-menti un po’ infantili, la giudica un po’ “scemetta”. A tut-to ciò risponde il demonio con altrettante attenzioni: leappare sotto le spoglie del fattore di casa Giannini, la pic-chia, la ostacola, le sottrae il diario che però dovrà ricon-segnare, anche se bruciacchiato. E’ una vera innamorata di Gesù Crocifisso, che nel 1899le fa il dono delle stimmate e ogni settimana, dal giovedìpomeriggio al venerdì sera rinnova nel suo corpo vergi-nale tutti i misteri e le sofferenze della sua passione. Leiesclama: "O Gesù, io sono il frutto della tua passione,sono un germoglio delle tue piaghe. Non basta aver lacroce sotto gli occhi, o averla addosso; bisogna averlanel mezzo del cuore. O Gesù, mi fai bere la Passionefino all'ultima goccia; dammela un poco per volta".Dall’amore per il suo sposo crocefisso trae la forza peroffrire le sue sofferenze per la salvezza dei peccatori.Prega: "O Gesù, voglio salvare tutti i peccatori. Sfoga-ti con me. Di peccatori ne hai tanti, ma di vittime nehai poche".Nel 1896 subisce una dolorosissima operazione al piedeper carie ossea. A quell’epoca non c’era l’anestesia comeabbiamo oggi. Nel 1899 viene operata per ascesso al renee le sono applicate una dozzina di bottoni di fuoco lungola spina dorsale! Compare poi un ascesso alla testa. Dacui guarisce miracolosamente. Gemma muore a 24 anni l'undici aprile 1903, dopo unaSettimana Santa trascorsa sulla croce, mentre le campanedel sabato santo suonavano la gloria del Cristo Risorto.Viene canonizzata da Pio XII nel 1940. In questo anno ricorre il primo centenario della morte di S.Gemma. La sua vita e la sua missione eroica la rendonopiù che mai attuale e vicina a noi. È un modello di santitàper tutti, specialmente per tanti fedeli laici, chiamati a san-tificarsi nel quotidiano, portando con amore la croce d'ognigiorno. E' un fulgido esempio di laica passionista e giusta-mente viene considerata la patrona del MLP.

Francesco Valori

Amici di Gesù Crocifisso

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Monastero - Santuario “Santa Gemma”

La prima laica passionista santa

S. GEMMA GALGANI

3. L’influsso della Passione di Gesù in Sr Faustina

La peculiare missione affi-data da Gesù stesso a SuorFaustina era quella di ricor-dare nuovamente al mondol'essenza più profonda diDio: la misericordia . Diquesto era cosciente, come è

chiaro da queste parole delsuo Diario: “Il Signore si ser-

ve di me come di un poverostrumento, per mezzo del quale

deve realizzare il Suo eterno dise-gno di Misericordia”. Ed anche Gesù

a tale proposito le parlava sempre con som-ma chiarezza: "Tu dispensatrice della Mia Miseri-cordia parla a tutto il mondo della Mia bontà e co-sì conforterai il Mio Cuore"."Segretaria del Mio mistero piùprofondo, sappi che sei in confi-denza esclusiva con Me. Il tuocompito è quello di scrivere tuttociò che ti faccio conoscere sullaMia Misericordia, per i1 benedelle anime che leggendo questiscritti proveranno un conforto in-teriore e saranno incoraggiate adavvicinarsi a Me” .Ma per essere strumento della di-vina misericordia era necessariofarne viva esperienza ed attingerladirettamente dalla suprema mani-festazione che l'ha resa visibile etangibile all'uomo: la Passione diGesù. Ci addentriamo ora negliscritti di Suor Faustina per eviden-ziare la centralità di questo grandemistero da lei narrato con tantasemplicità.

Medita la Mia dolorosa Passione

Anzitutto ciò che emerge più volte è l'invito che Gesùstesso le rivolge a fare della sua Passione l'oggetto pri-vilegiato della sua meditazione.“Figlia Mia, oggi medita la Mia dolorosa Passionein tutta la sua enormità; meditala come se essa fos-se stata intrapresa esclusivamente per te”.Ed ancora: "Oggi durante la santa Messa ho visto Gesùsofferente, come se agonizzasse in croce, il quale mi hadetto: “Figlia Mia, medita spesso sulle Mie sofferenzeche ho subito per te, e quello che tu soffri per Me

non ti sembrerà eccessivo. Mi fai moltopiacere quando mediti sulla Mia dolorosa Passione.Unisci le tue piccole sofferenze alla Mia dolorosaPassione, affinché acquistino un valore infinito da-vanti alla Mia Maestà"."Un'ora di meditazione sulla Mia dolorosa Passio-ne ha un merito maggiore di un anno intero di fla-gellazione a sangue. La meditazione sulle Mie Pia-ghe dolorose è di grande profitto per te ed a Meprocura una grande gioia”.

Fa’ che la Tua Passione diventi mia

Riflettere e meditare sulla Passione del suo caro Spo-so, non era affatto per Suor Faustina un semplice ricor-do, ma comportò subito un lasciarsi coinvolgere perprendere parte con la delicatezza della sua anima e conil suo corpo alle sofferenze di Colui che tanto amava."0 Cristo sofferente, vengo incontro a Te; come Tuasposa debbo essere simile a Te. Il manto dell'ignominia

che ha coperto Te, deve coprire an-che me. 0 Cristo, Tu sai quanto ar-dentemente desidero assomigliarea Te. Fa' che tutta la Tua Passionediventi mia, che tutto il Tuo doloresi riversi nel mio cuore. Ho fiduciache adempirai questo in me nelmodo che Tu riterrai opportuno”.Spesso, nel parlare con Gesù, ellalo chiamava Maestro, ed Egli unavolta, con tono confidenziale, cosìle rispose:"Mi chiami spesso Maestro. Ciòè gradito al Mio cuore, ma nondimenticare, alunna Mia, che seialunna di un Maestro Crocifis-so. Questa sola parola ti basti.Tu sai ciò che è racchiuso nellacroce”. E sí, la piccola e corag-giosa amante sapeva quale tesorodi salvezza era nascosto in quel-l'albero di vita e, da alunna som-mamente diligente, tra i libri del-l'amore, sceglieva il più eccellen-te per penetrare sempre più a fon-do i segreti infiniti della divina

misericordia. "0 mio Gesù, unica mia speranza, Tiringrazio per questo gran libro, che hai aperto davantiagli occhi della mia anima. Il grande libro è la TuaPassione affrontata per amor mio. Da questo libroho imparato come amare Dio e le anime, in esso sonoracchiusi per noi inesauribili tesori. 0 Gesù, quantosono poche le anime che Ti comprendono nel Tuomartirio d'amore!”. (continua)

Sr. Francesca D. Ligurgo CP

Amici di Gesù Crocifisso

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III - La passione di Gesù nell'esperienza misticadi santa Maria Faustina Kowalska

Nasce la Famiglia Passionista

Lo Spirito di Dio che dà fecondità alcarisma passionista spinge ad unimpegno sempre maggiore dei lai-ci e laiche nella spiritualità eredi-tata da S. Paolo della Croce, pre-sa a fondamento della loro vitae del loro apostolato. Stiamofacendo i primi passi di quellache è stata chiamata la “Fami-glia Passionista”: laici, lai-che, religiosi, religiose di vitaattiva e contemplativa edistituti secolari. Ognuno diquesti gruppi, conservando lapropria vocazione e caratteristi-che specifiche, contribuisce conla sua vita ed il suo apostolatoper far nascere una identità che liunifica tutti in uno stesso obiettivocomune: vivere ed annunziare la Pas-sione di Gesù come risposta al proble-ma della sofferenza umana.I laici desiderano vivere la spiritualità pas-sionista perché trovano in essa il fondamento,la luce e le motivazioni per la loro testimonianzacristiana nelle realtà proprie, segnate dalla croce e dallamancanza di senso nella vita. Essi hanno una esperienzadella passione diversa da quella che abbiamo noi religio-si. Sentono, tuttavia, il bisogno di illuminare questa espe-rienza con:1. Una formazione specifica. 2. Un apostolato condivi-so. 3. Un’assistenza da parte nostra. 4. Uno stimolo daparte nostra per annunciare Cristo Crocifisso. Questa è stata la richiesta fatta dai laici passionisti pre-senti al 44° Capitolo Generale della Congregazione tenu-to in Brasile nel 2000.Presentiamo una sintesi dei passi e delle sfide fatte dalgoverno centrale della Congregazione in questi due anni,per rendere concrete le raccomandazioni del CapitoloGenerale sui laici.

I - Formazione specifica dei laici

A. Passi.Nelle diverse aree della Congregazione vi sono diverseiniziative per la formazione dei laici passionisti, con pro-grammi organizzati per approfondire la spiritualità pas-sionista, la spiritualità della croce, la storia e scritti di S.Paolo della Croce e dei Santi e Sante passionisti. Mancauna unità nei programmi. Gli stessi laici sentono il biso-gno di una guida base comune, per orientare ed armo-nizzare la loro formazione. Riferiamo la proposta della Commissione del Centro Fo-rum, che suggerisce, come “elementi essenziali”:

a. La formazione passionista, data in un contesto co-mune di orazione, studio, riflessione e missione.

b. La scelta di testi chiave, offerti con corsi sulla Pas-sione, la spiritualità passionista, S. Paolo della Croce.

c. La Memoria Passionis sviluppata inquattro tappe:

I. Uno sguardo contemplativo sullarealtà, nel silenzio e nella solitudi-

ne.II. Lettura contemplativa dellaParola di Dio (lectio divina) suitesti chiave del V. e N. Testa-mento.III. L’incontro con Dio, inGesù Crocifisso, nelle variedimensioni: etica, politica, ec-clesiale, antropologica, spiri-tuale.IV. Il carisma passionistavissuto nelle varie forme, sa-cerdoti, religiosi, laici, ma con

una sola missione: mantenereviva la memoria di Gesù Croci-

fisso.

B. Sfide.1. Come offrire un programma di for-

mazione che spinga alla crescita del lai-co passionista, tenendo conto delle diverse

culture e sensibilità e delle sue particolariesperienze di vita?

2. Come conoscere le esperienze di vita che si stanno rea-lizzando nel mondo passionista ed ecclesiale, per farleconoscere a tutti, come aiuto per la loro formazione?3. Come fare perché la formazione dei laici non abbia glischemi della formazione clericale o della vita religiosa?Evitare il rischio che la formazione non tenga conto dellaidentità e del ruolo del laico passionista.

II - Apostolato condiviso A- Passi. Vi sono molte esperienze di collaborazione con i laicinelle attività apostoliche della Congregazione: esercizi,missioni, corsi di formazione per gruppi specifici (gio-vani, coppie, gruppi specializzati), apostolato di frontie-ra (malati, abbandonati, drogati, esclusi) movimentiecumenici, organizzazioni di solidarietà. Queste oppor-tunità sviluppano l’entusiasmo e l’impegno della “Me-

Amici di Gesù Crocifisso

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I LAICI NELLA FAMIGLIA PASSIONISTA(Sintesi della relazione del consultore generale al Sinodo G. 2002 in Corea)

Piccoli Amici di G.C. di Civitanova Marche.

Chiara, Piccola Amica di Gesù Crocifiss

o.

d. Accettare l’ac-compagnamentospirituale di unrappresentantedella FamigliaPassionista.

e. Essere am-messi ufficialmente nellaFamiglia Passionista, dopo l’ap-provazione dei responsabili laicidel gruppo e dell’assistente spiri-tuale passionista.

f. Esprimere formalmente, conuna formula, un rito, un gesto,l’impegno di vivere la spiritualitàdella Passione nell’ambito dellaFamiglia Passionista.

B. Sfide1. Data la diversità di esperienze,rispettando l’autonomia dei laicipassionisti, quali altri criteri sipotrebbero cercare per illuminarela relazione mutua tra i membri

della Famiglia Passionista?

2. I criteri, presentati sopra, sono sufficienti per determi-nare l’approvazione delle comunità laicali passioniste edei loro rispettivi statuti?

3. Crediamo che sia possibile e necessario avere una di-rettiva generale che armonizzi tutti i laici passionistipresenti nelle diverse regioni? Al riguardo, cosa ne pen-sano loro?

IV - Stimolo per la proclamazione di Cristo Crocifisso Sono molti i laici che si sentono motivati dal MisteroPasquale e dalla “Memoria Passionis”, illuminati dallatestimonianza di tanti nostri religiosi che vivono, congioia e impegno grande, la propria consacrazione in si-tuazioni limite. Da questa testimonianza molti laici sco-prono l’attualità del nostro carisma e lo vedono comevia di “Vita” che porta al superamento delle “croci” ge-neratrici di morte. Quanti altri, di tutte le età e classi so-ciali, possono essere attirati “all’amore di Dio rivelatoin Cristo Crocifisso” e all’apostolato! Ci impegniamo,personalmente e comunitariamente, a far sì che questosucceda nella gratuità dello Spirito?Confidiamo che il Signore continui a donarci il suo Spi-rito che ci rende capaci di essere fedeli in modo creativoe dinamico, ci conceda il dono del discernimento per farfronte alle nuove realtà e ci ispiri ad essere fedeli ed ef-ficaci nella risposta alle sfide che ci si presentano. Rin-noviamo il nostro impegno per far sì che la realtà della“Famiglia Passionista” si sviluppi sempre di più per lacostruzione del Regno di Dio.Ci mettiamo sotto la protezione di Maria, Madre della S.Speranza e di S. Paolo della Croce, nostro Padre e Fonda-tore, chiedendo loro grazie abbondanti perché tutti quelliche formiamo la Famiglia Passionista continuiamo amanifestare con le parole e con le opere che “La Passio-ne di Gesù, l’opera più grande dell’amore di Dio” è ilfondamento della nostra “passione per la vita”.

P. Augusto Josè Canali

moria Passionis”. Da questeesperienze possiamo prendere de-gli elementi per chiarire i criteridi compartecipazione e di corre-sponsabilità.

B. Sfide.1.Come distinguere con chiarez-za i ruoli di ognuno? Come rico-noscere e tenere conto che i laicisono in condizione di esercitareuna attività apostolica con noi? 2. Come superare il rischio diconsiderare il laico passionistacome semplice cooperatore, o no-stro impiegato, magari per porta-re avanti impegni considerati diminore importanza o che a noinon piace fare? C’è il rischio ditogliere al laico il diritto di paro-la, la capacità di fare un annunziovero della Buona Novella e la le-gittimità della sua testimonianzadel Regno.

III. Criteri di organizzazione: la nostra assistenzaA. Passi. Il Capitolo Generale ha raccomandato “di non dover de-cidere su forme e strutture relative alla vita e alla missio-ne dei laici. Invita, invece, a collaborare con loro ed esse-re aperti ai suggerimenti dello spirito di Dio che infondein tutti la fedeltà creativa al carisma passionista”. Vi sono in tutte le aree della Congregazione numerosigruppi di laici ben organizzati, con strutture secondo lecaratteristiche proprie delle rispettive regioni o secondoil tipo di apostolato che esercitano, oppure, secondo il fi-ne che si propongono. Sono gruppi, con identità e fina-lità differente, che danno vita a strutture chiamate “Mo-vimento Laicale Passionista”, “Comunità di LaiciPassionisti”, “Fraternità Passionista”. “MissionariLaici Passionisti”, “Comunità di Passionisti Associa-ti”, o “Laici della Famiglia Passionista”, con uno sta-tuto o un ideale unico e proprio. Questa entità laicale, as-sociata ai religiosi e religiose passionisti, forma la “Fa-miglia Passionista”. La diversità di nomi sta ad indicarela creatività e la dinamicità, suscitata dallo Spirito, di unamilitanza impegnata nella Passione di Cristo oggi.Da questa esperienza è possibile ricavare alcuni criteriche determinano la costituzione di questi gruppi o co-munità di laici passionisti. Per stabilire l’appartenenzaad uno di questi gruppi, ogni aderente è chiamato a:

a. Dimostrare una affinità ed un impegno con la spiri-tualità passionista.

b. Manifestare la volontà di assumere la Passione di Ge-sù come fondamento della vita e della missione.

c. Accettare un approfondimento dottrinale passiologi-co ed un periodo di prova di almeno un anno per con-fermare la decisione e la scelta della spiritualità dellaPassione. Essere un laico passionista è una vocazionee un dono di Dio che suppone un discernimento cherichiede tempo e preparazione per rispondere. Questosignifica che non tutti i cristiani sono chiamati ad es-sere dei passionisti.

Amici di Gesù Crocifisso

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Benedetta,Piccola Amica

di GesùCrocifisso.

Per completare la Passione di Gesù

Carissimi Amici, dopo aver riflettuto sull’Amoreche Gesù Crocifisso ci ha manifestato attirando-ci a sé dalla Croce, sentiamo che è bello avere

intrapreso il cammino per “lasciarci amare da Lui” e sia-mo preparati ad ascoltare la sua lezione sul dolore.La fede, la buona volontà e l’umiltà ci faranno scopriregradatamente che la sofferenza è un prezioso tesoro. C’èin noi una presenza che vede il nostro pianto e raccogliele nostre lacrime: non sciupiamole, non versiamole inva-no a terra, perché diventino fango, ma rivolgiamole alcielo e brilleranno come stelle.Il dolore è stato e sarà il fedele compagno di ogni perso-na sulla terra. Gesù, medico divino, è il vero e insostitui-bile amico di ogni sofferente, colui che cura ogni malat-tia, ha compassione di tutti e si mette a servizio di chiun-que chiede il suo aiuto. “Egli si è caricato delle nostresofferenze, si è addossato i nostri dolori” (Is, 53,4).Gesù guarisce per purificare, liberare, sanare, ma ancheper consolare, fortificare e far comprendere il grande va-lore della sofferenza.Ha scritto Bonnhefer: “Gesù Cristo ha procurato piùgrazia agli uomini con le mani inchiodate alla croce,che con le mani libere che sedavano la tempesta”. IlCrocifisso invita tutti a prendere la propria croce e se-guirlo e garantisce il suo aiuto per poterla portare. Dio èinfinitamente buono e vuole la felicità di coloro che hacreato per amore. Se Dio volesse il nostro male non sa-

rebbe più Dio. Può solo permetterlo. Dio ci ha creati conun dono sublime e rischioso: “la libertà” di poter volereil bene o preferire il male; ma Egli ci ha offerto il suoamore e ha accettato la nostra disponibilità a lasciarciamare da Lui; dobbiamo credere che dietro ogni nostrasituazione c’è Lui che vuole fare di noi la sua immaginevivente. Accettiamoci come siamo! Non intralciamo ilsuo disegno. Accettiamo le sofferenze quotidiane senzalamentarci, facciamo buon viso alle persone poco piace-voli, vinciamo i moti di avversione. Sono piccole vittorieche ci preparano alle più grandi.Ci ricorda Giovanni Paolo II: “Il dolore rimane un miste-ro e solo un giorno comprenderemo che il nostro soffrirenon è stato assurdo o una crudeltà di Dio, ma un grandedono per noi e per tutti”.E il card. Biffi: “Il cristianesi-mo non esalta per se stesso il dolore, né l’infermità, né lamorte, quasi fossero beni in assoluto; essi sono via nontraguardo, mezzo non fine”. Se il dolore è un mistero, noi siamo invitati a credere eaccettare il mistero in attesa di comprenderlo quando civerrà rivelato in pieno. Il dolore unito a un grande amorefu il prezzo del nostro riscatto. Gesù dalla Croce ci chia-ma a collaborare con Lui alla Redenzione. Quando è Ge-sù che soffre in noi e con noi, nessun dolore è vano, nes-suna sofferenza è inutile, perché le sofferenze di Cristo siidentificano con le nostre e così unite accrescono il mira-bile tesoro dal quale scaturisce la salvezza del mondo. Queste profonde realtà possiamo intravederle visitando inostri fratelli “crocifissi”, se nel loro sguardo scopriamo

il volto sofferente diCristo. Spesso andiamoda loro per dare e poisentiamo di avere rice-vuto molto di più. Essistanno vivendo quantodice San Paolo: “Com-pleto nella mia carnequello che manca aipatimenti di Cristo, afavore del suo corpoche è la Chiesa” (Col1,24). Cerchiamo di fa-re tesoro di tanta luce egrazia che ci viene dallabontà divina. Auguran-do a tutti ogni bene, visaluta la vostra

Amica di Gesù Crocifisso

Amici di Gesù Crocifisso

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Nuova Fraternità “S. Tommaso” - Lido di Fermo: 20-1-2003.

Lettera agli Amici

Nuova Fraternità a S. Tommaso di Fermo

D a qualche tempo nella zona del Lido di Fermo, nella Parrocchia dedicata a San Tommaso di Canterbury,diversi fedeli si incontravano in varie famiglie per pregare insieme, aiutate spesso dai coniugi Fragola Nel-

lo e Maria. Piano piano diversi fedeli si sono iscritti agli Amici di Gesù Crocifisso. Il 28 ottobre il P. Alberto cele-brava una messa nella Chiesa di S. Tommaso, con la partecipazione di numerosi fedeli, alla presenza del parrocodon Pietro Orazi, che ci ha accolti benevolmente. Dopo alcune catechesi tenute al gruppo, nell’incontro in parroc-chia del 20 gennaio 2003 si decideva di iniziare una nuova Fraternità, dedicata a S. Tommaso. Si riunisce il I e IIIlunedì del mese alle ore 21,00 e ne è coordinatore Fragola Nello.

mia vita possono accadere solo se mi do-no e mi abbandono totalmente a Lui con tutti imiei limiti, con piena fiducia nel suo amore e nella suafedeltà, che dura per sempre.Parlando con varie sorelle che hanno fatto la Consacra-zione ho potuto costatare che spesso hanno trovato inquesta “unione con il Signore Crocifisso” un grandeaiuto nella loro vita, soprattutto perché (grazie anche allameditazione della Passione) riescono non solo a trovareconforto nelle varie croci quotidiane, ma anche a risco-prire il valore della sofferenza accolta e offerta in unionea Gesù Crocifisso.Ci è stato consegnato un crocifisso: teniamolo caro! IlSignore ci chiede di donarci totalmente a Lui, ma siaspetta da noi che, presi sempre più dal suo amore, dive-niamo instancabili testimoni della sua Croce nel mondoin cui viviamo, dove si cerca di fare sparire, o comunquedi nascondere, la Croce di Cristo e la sofferenza umana,con il loro messaggio di sacrificio d’amore che santifical’uomo e il mondo intero.Che cosa dobbiamo fare per prepararci e vivere poi lanostra Consacrazione? Penso niente di speciale. Dob-biamo vivere santamente la nostra vocazione nel quoti-diano, come stiamo meditando in questo anno. Dobbiamointensificare la nostra unione con il Signore durante ilgiorno; fare delle 24 ore una continua offerta di amore aLui. Come ci ha ricordato il Superiore Generale, P. Otta-viano D’Egidio, nella lettera di Natale “lasciamoci for-mare da Dio. A noi è richiesta disponibilità per elimina-re quanto può ostacolare la sua opera”. Quello che poipotremo realizzare nella nostra vita di cristiani, consape-volmente in cammino nella via della santità, sarà tuttaopera del Signore e della sua Grazia.

Maria Grazia

Amici di Gesù Crocifisso

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I l 18 maggioe l’8 giugno

avremo le nuoveconsacrazioni. Dob-biamo prepararci avivere intensamentequesti giorni di gra-zia, sia chi ha giàfatto la consacrazio-ne, sia chi dovrà far-la.Ho qui davanti a meil Crocifisso chel’anno scorso mi èstato consegnato ilgiorno della miaC o n s a c r a z i o n ePerpetua e riflettosul significato cheessa ha avuto ed haper me e che do-vrebbe avere perogni Amico di GesùCrocifisso che si ac-cinge a compierequesto passo. Dueparole mi risuonanodentro:

“Mi ha amato e ha dato se stesso per me”: il senso dellaconsacrazione a Gesù Crocifisso sta tutto nel far propriaquesta semplice e sconvolgente verità. Dio si è fatto uo-mo per donarsi fino alla fine per me, per la mia salvezza,perché mi ama e vuole vivere con me ora e per sempre.Piano piano mi ha fatto capire che la gioia e la pace nella

Si avvicinano le Consacrazioni

Flavia di Macerata si consacra a Gesù Crocifisso, Morrovalle, 12/1/2003

Il primo febbraio si è svolto a Recanati il C. E. degliAmici, che tra l’altro ha trattato i seguenti argomenti.

1) Adozioni Spirituali e Gruppi di Intercessione.La presidente Piera Iucci e l’assistente P. Alberto avevanoproposto di studiare come valorizzare meglio tanti Amicie Amiche anziani, o malati, che non possono più lavorareattivamente per i nostri gruppi, ma che con la loro pre-ghiera e sofferenza offerta a Dio sono una grande ric-chezza spirituale; hanno suggerito di studiare la possibi-lità di fare una specie di “adozione spirituale”, per cuiquesti Amici/e pregano e offrono le loro sofferenze peruna o più persone impegnate nelle attività esterne. L’ini-ziativa viene riconosciuta valida. Bisogna far capire al“crocifisso”, che non è una persona inutile ma quasi pri-vilegiata nella Chiesa. Il progetto, già presente al n. 36del nostro Statuto, può servire per valorizzare il ruolo de-gli Amici che non possono più avere una presenza attivanella vita del gruppo, ma possono essere di sostegno acoloro che svolgono le varie attività dei nostri gruppi eottenere dal Signore che altri Amici validi si impegninomaggiormente nella vita del Gruppo. In collegamentocon questa iniziativa, si cercherà di organizzare meglioalcuni “Gruppi di intercessione”, affidandone la missio-ne in particolare ai Gruppi Famiglia disponibili a questo.

2) Formazione.Si riflette sulla necessità di avere dei corsi formativi per iresponsabili dei gruppi a tutti i livelli. Si sente la neces-sità che gli Amici trovino il modo e il tempo per ap-profondire la fede cristiana e la spiritualità passionista.Si propone per il prossimo anno sociale 2003/2004 di fa-re alcuni brevi ma intensi corsi residenziali a San Gabrie-le, dal venerdì sera alla domenica pomeriggio, con rela-tori e argomenti scelti accuratamente.

3) La Solennità della Passione si svolgerà nella Parroc-chia di San Gabriele a Civitanova Marche, il 28 febbraio:la messa solenne sarà presieduta da Mons. Armando Tra-sarti, vicario generale di Fermo. Saranno benedetti i variCrocifissi che faranno la Peregrinatio Crucis durante laquaresima nelle varie zone delle Marche.

4) Le consacrazioni si faranno il 18 maggio nella Par-rocchia di San Gabriele a Civitanova Marche e l’8 giu-gno presso il Convento di Morrovalle.

5) Il 9 marzo a Loreto presso le Suore Passioniste giun-gerà la mantellina di santa Gemma Galgani. Alle ore18,30 il P. Alberto celebrerà una Santa Messa. Chi può èinvitato a partecipare.

Coltorti Maria Grazia

C O N S I G L I O E S E C U T I V O

La nostra famiglia si allarga

Èsorta una nuova Fraternità degli Amicia Giulianova Lido ( Te ) nella parroc-

chia dell’Annunziata, presso la chiesa di San Gabriele, accoltabenevolmente dal parroco, don Ennio di Bonaventura. La par-rocchia, fondata dal servo di Dio Mons. Stanislao Battistelli,passionista, vescovo di Teramo, conserva l’antica chiesa del-l’Annunziata, già annessa a un convento passionista, che ac-colse anche San Gabriele, quando dalle Marche venne inAbruzzo nel 1859. Il 26 gennaio, in tutte le messe e in un in-contro pomeridiano, il P. Alberto aveva presentato ai fedeli gliAmici di Gesù Crocifisso. Si decise di iniziare una nuova Fra-ternità, dedicata a San Gabriele dell’Addolorata e che si riunisce il I e il III giovedì del mese, alle ore 21,00. Il 06-2-2003 mi sono recato con P. Alberto all’incontro della Fraternità. Siamo arrivati alle 21,00 e già c’erano un bel po’ dinuove sorelle e fratelli, provenienti anche da paesi della zona, ad attenderci ansiosi di iniziare questo nuovo cammino; aloro si è unito anche il giovane passionista Giannelia, proveniente dal Santuario di San Gabriele. Essendo il primo in-contro, dopo una preghiera iniziale, il P. Alberto ha spiegato il significato del nostro cammino: “Amici: un nome comeun programma”, per far comprendere che non si tratta di una nuova devozione, ma di un cammino di santità, secondola spiritualità passionista. Dopo alcuni interventi che chiedevano spiegazioni sulla preghiera, P. Alberto si è ripromessodi parlarne nel prossimo incontro, intanto ha consigliato ai nuovi la lettura delle prime pagine del nostro libro “Voi sie-te miei Amici”, dove vi sono ottimi insegnamenti sulla preghiera. È stata una piacevole esperienza che mi ha fatto tor-nare indietro nel tempo, al mio primo incontro, avvenuto tre anni or sono, grazie all’ insistenza di mia moglie, che ha se-gnato una svolta davvero decisiva nella mia vita e di questo non finirò mai di ringraziare il Signore.

Gianni Gelao

Amici di Gesù Crocifisso

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Adozioni spirituali e Gruppi di Intercessione

L a proposta delle “Adozioni Spirituali” e dei “Gruppi di In-tercessione” non può che trovarmi favorevole, anche se que-

sta iniziativa richiede persone che abbiano una fede forte e consape-vole da entrambe le parti, e di persone che riescano a capire lo scopoe l'importanza di queste iniziative. Lo stesso vale per il discorso deidisponibili ad assumere impegni concreti nel movimento; purtroppoil disimpegno, al di là dei problemi personali, è un male che dilaga intutta la società e non solo nei nostri gruppi. Questa iniziativa deve es-sere discussa negli incontri dei gruppi. Ho sempre pensato che unodegli scopi del nostro movimento è quello dell'assistenza spirituale emorale ai crocifissi, per portarli ad essere uniti nell'offerta con Cristoper la salvezza delle anime, per far comprendere loro che non sono aimargini della società ma che ne sono il sostegno e che non sono solima che Cristo porta la croce con loro. È fondamentale aderire con

convinzione a queste verità, farle nostre nella vita di ogni giorno, per evitare che, quando sarà il nostro turno, non cedia-mo alla tentazione di chiuderci in noi stessi e metterci "in pensione" dalla vita e dal mondo.

Amica di G. C.

AMICI NEWS- 29-30 marzo: Pellegrinaggio al M. Argentario e al Santuario di S. Gemma a Lucca.

Programma e prenotazione presso Iucci Piera: Tel. 0733.814071 – Cel. 339.162.6796.- Ritiri Mensili 2003: 09 mar. – 06 apr. – 18 mag. – 08 giu.- Ricordiamo al Signore i nostri defunti:

Don Marino Gismondi di Fano, già parroco a S. Tommaso di Fermo,Del Vecchio Silvano di Pietransieri AQ: 21-02-2003.Don Marino Gismondi di Fano: 07-02-03.

- Un grazie sincero a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa.

Il parroco Don Ennio di Boccaventurasaluta la nuova Fraternità

di Giulianova Lido

Nuova Fraternità di Giulianova Lido: 6/2/2003.

Notizie e Testimonianze

IL GIORNALINO: UNA MINIERA INESAURIBILE

A ccludo l’offerta per il giornalino, che mi arriva puntuale e leggo volentieri . Gli argomenti trattati sonouna miniera inesauribile di arricchimento spirituale, le testimonianze edificanti. Devo confessare che

quando le leggo mi sento piccola e vuota. Quanto amore per il Signore leggo tra quelle righe! Gesù vi ripaghi pertutto il bene che fate”. Italia Bordenga