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58 L’ Autodromo di Monza è culla principe di eventi iridati con oltre centocinquanta manifestazioni, fra due e quattro ruote, organizzate nella sua lunga storia. Ma non solo appuntamenti mondiali in Brianza. Monza è anche, se non soprattutto, auto- mobilismo cosiddetto minore, fatto di ga- re per giovani debuttanti o esperti gen- tleman, corse a livello locale o sfide di campionati continentali. In questo capito- lo della storia del primo autodromo ita- liano cerchiamo di rivivere per sommi ca- pi le vicende di svariate centinaia di gior- nate all'insegna dello sport dei motori, vissute spesso senza i clamori della stam- pa, ma che a livello personale in no- vant'anni ha permesso a decine di migliaia di cimentarsi co- me provetti pilo- ti con una sfida piena di rischi e, allo stesso tem- po, a milioni di persone di sod- disfare la passione verso gli sport motori- stici sedendosi sugli spalti dell'autodromo. Le prime titolazioni Tutto inizia fin dal primo giorno, dalla gara d'apertura di novant'anni fa. Il Gran Premio Vetturette del 3 settembre 1922 in effetti era una corsa per automobili di prestazioni e ambizioni inferiori rispetto a quelle, propriamente da Grand Prix, che una settimana più tardi avrebbero anima- to la seconda edizione del Gran Premio d'Italia. Agli albori dell'automobilismo, sia italiano sia internazionale, non esistevano ancora categorie e campionati predefiniti, fase questa che ebbe il suo naturale avvio nel- l'immediato dopoguerra. Erano anni in cui si organizzavano eventi fini a se stessi, raduni agonistici in cui in palio c'era la co- rona di un giorno, che permetteva a pilo- ta e marca vincitori di vivere del proprio successo fino all'appuntamento successi- vo. Non c'erano ambizioni titolate e rela- tivi calcoli di punti. Tutto era in funzione di una sfida imme- diata. Ad esempio, le tre edizioni del Campionato del Mondo, istituito a metà degli anni Venti, non sortirono l'effetto sperato che invece, con panorami e pre- supposti diversi, si riuscì ad ottenere una trentina d'anni dopo, cioè un campione frutto del risultato di più gare, divenuto ad oggi il collante della stragrande mag- gioranza delle corse motoristiche. E allora ecco nascere, e spesso sparire dopo poche edi- zioni, il Gran Pre- mio d'Autunno, la Coppa Guin- dani, il GP Auto- mobilistico delle Fiere nel biennio In novant'anni di attività, l'Autodromo di Monza ha tenuto a battesimo numerosi campionati. Alcuni di breve vita, alcuni arrivati fino ai giorni nostri, ma quasi tutti trampolino di lancio per futuri campioni. I 90 anni di Monza La storia delle gare minori

I 90 anni di Monza - paddock.it - I suoi primi 90 anni 4 - Le g… · 59 LA NOSTRA STORIA '26/'27, la Coppa delle Dame nel 1927, il Gran Premio di Monza, prima con regola-mento ad

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L’Autodromo di Monza è cullaprincipe di eventi iridati con oltrecentocinquanta manifestazioni, fra

due e quattro ruote, organizzate nella sualunga storia. Ma non solo appuntamentimondiali in Brianza. Monza è anche, se non soprattutto, auto-mobilismo cosiddetto minore, fatto di ga-re per giovani debuttanti o esperti gen-tleman, corse a livello locale o sfide dicampionati continentali. In questo capito-lo della storia del primo autodromo ita-liano cerchiamo di rivivere per sommi ca-pi le vicende di svariate centinaia di gior-nate all'insegna dello sport dei motori,vissute spesso senza i clamori della stam-pa, ma che a livello personale in no-vant'anni ha permesso a decine di migliaiadi cimentarsi co-me provetti pilo-ti con una sfidapiena di rischi e,allo stesso tem-po, a milioni dipersone di sod-

disfare la passione verso gli sport motori-stici sedendosi sugli spalti dell'autodromo.

Le prime titolazioniTutto inizia fin dal primo giorno, dalla garad'apertura di novant'anni fa. Il GranPremio Vetturette del 3 settembre 1922in effetti era una corsa per automobili diprestazioni e ambizioni inferiori rispetto aquelle, propriamente da Grand Prix, cheuna settimana più tardi avrebbero anima-to la seconda edizione del Gran Premiod'Italia. Agli albori dell'automobilismo, sia italianosia internazionale, non esistevano ancoracategorie e campionati predefiniti, fasequesta che ebbe il suo naturale avvio nel-l'immediato dopoguerra. Erano anni in

cui si organizzavano eventi fini a se stessi,raduni agonistici in cui in palio c'era la co-rona di un giorno, che permetteva a pilo-ta e marca vincitori di vivere del propriosuccesso fino all'appuntamento successi-vo. Non c'erano ambizioni titolate e rela-tivi calcoli di punti. Tutto era in funzione di una sfida imme-diata. Ad esempio, le tre edizioni delCampionato del Mondo, istituito a metàdegli anni Venti, non sortirono l'effettosperato che invece, con panorami e pre-supposti diversi, si riuscì ad ottenere unatrentina d'anni dopo, cioè un campionefrutto del risultato di più gare, divenutoad oggi il collante della stragrande mag-gioranza delle corse motoristiche.E allora ecco nascere, e spesso sparire

dopo poche edi-zioni, il Gran Pre -mio d'Autunno,la Coppa Guin -dani, il GP Auto -mobilistico delleFiere nel biennio

In novant'anni di attività, l'Autodromo di Monzaha tenuto a battesimo numerosi campionati.

Alcuni di breve vita, alcuni arrivati fino ai giorni nostri,ma quasi tutti trampolino di lancio per futuri campioni.

I 90 anni di MonzaLa storia delle gare minori

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LA NOSTRA STORIA

'26/'27, la Coppa delle Dame nel 1927, ilGran Premio di Monza, prima con regola-mento ad handicap, poi con Formula libe-ra e infine, negli anni Sessanta, riservatoalle Gran Turismo. Oppure trovare, comenell'iniziale periodo d'attività agonisticaparallelo all'ascesa del regime fascista, ga-re dai nomi strani come Coppa PrimiPassi e Coppa del Fascio Primogenito. Lo stesso Gran Premio d'Italia, oltre allaclasse regina del momento, poteva dare ilproprio nome ad altri eventi come la ca-tegoria Vetturette, o disputarsi sulla di-stanza di ventiquattro ore per vetture GT. In quegli anni Venti anche il vicino capo-luogo milanese reclamava il diritto adavere il proprio nome legato ad una cor-sa automobilistica per cui ecco, già nel1923, due gare organizzate per autociclidenominate Gran Premio di Milano, acui seguiranno, nel 1927 e l'anno se-guente, altre due edizioni per auto a for-mula libera per poi passare direttamenteal 1938 con una gara riservata a vettureda un litro e mezzo.

Arriva la F. JuniorQuesto primo quadro fornisce un'im-pressione di un autodromo che di fattonon era, come lo è attualmente, un im-pianto carico d'impegni agonistici. Se siesclude il classico settembre dedicato aimotori, imperniato sui due principalieventi nazionali per auto e moto da cor-sa, effettivamente durante la stagione lealtre occasioni sportive si potevano con-tare sulle dita di una mano. Questo ri-specchiava anche il panorama motoristi-co, sia sportivo che turistico, dell'epoca eal tempo stesso il mondo dei motori ingenerale. Oggi, invece, sulle piste di tuttoil mondo vige la legge del "monomarca",invenzione che ebbe i suoi primi esempinel dopoguerra, ma che entrò a regimesolo negli anni Settanta.È stato quindi lo sviluppo del mondo deimotori a richiedere, è proprio il caso didirlo, la possibilità di dare sfogo parallela-mente alla crescente richiesta di corse. Inquesto uno dei massimi dirigenti dell'Au -tomobile Club Milano, e di casa in auto-

dromo, è stato un elemento cardine per losviluppo. Il Conte Giovanni Lurani Cernu -schi ha dato vita a vari progetti di cui il piùfamoso è la nascita della Formula Junior,categoria che ha permesso, pur in uno spa-zio ristretto di tempo, a molti costruttori epiloti di esprimere il proprio valore. Proprio Monza non poteva che essere ilteatro di un evento storico, la prima garadella neonata formula, di fatto la chiave divolta "economica" al ristretto mondo del-le monoposto relegato fino a quel mo-mento alle sole auto da Gran Premio. La data è il 25 aprile del 1958 quandosette F.Junior scattano per la corsa inau-gurale nella storia di questa categoria,mossa in quei primi passi da motori di unlitro tutti di marca Fiat. Quella storica cor-sa, un Trofeo, era intitolato ai fratelli Brunoe Fofi Vigorelli, due partigiani uccisi duran-te la Resistenza, figli di un noto avvocatomilanese, e fino agli inizi degli anni

In alto Enzo Ferrari e le Alfa Romeo del GP del 1922. Sopra, Bonetto, Villoresi e Farina al Gran Premio Autodromo del 1948.

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Settanta sulla pista brianzola in primaverasi teneva una gara in loro onore. Altre titolazioni erano utilizzate per le ga-re che Monza ospitava come la CoppaF.Junior, che nel 1958 utilizzò l'anello d'al-ta velocità rallentato da chicanes posticcein pieno rettilineo, oppure la CoppaSant'Ambroeus del 1959, sulla pista com-pleta di dieci chilometri mentre, pochesettimane più tardi sulla neonata pista ju-nior di poco più di due chilometri, un gio-vane Lorenzo Bandini vinse la CoppaMadunina, altro nome tipicamente legatoalla tradizione milanese.Svariate le soluzioni in quegli anni, com-presa la possibilità di disputare le batteriesulla pista junior per poi utilizzare il trac-ciato stradale attraverso una doppia fina-le per definire il vincitore assoluto.Oppure, nel 1960, la creazione di una se-rie di gare che si alternavano fra Monza eVallelunga, ognuna definita ProvaAddestrativa con relativa numerazioneprogressiva. Una sorta di anticipazione diquello che pochi anno dopo si chiameràTrofeo Cadetti e che, sempre in quell'an-no, vide protagonisti giovani nomi comeGiancarlo Baghetti, Lorenzo Bandini e"Geki" Russo. La categoria ideata dall'illuminato ConteLurani animò ancora per tre stagioni alcu-

ne domeniche in Autodromo attraversol'organizzazione di gare chiamate CoppaJunior, anche in questo caso con la nume-razione per distinguerle fra loro, che pro-seguì con l'arrivo della Formula Tre, ma acui venne sostituito il riferimento Juniorcon Autodromo di Monza.

1980, ultimo Gran Premio AutodromoUn passo indietro però è doveroso primad'intraprendere il lungo percorso che, an-cora oggi, è riservato alle gare di F3.Bisogna tornare proprio al 17 ottobre1948 quando, dopo mesi di febbrile lavo-ro, l'impianto era pronto a tornare all'at-tività agonistica. I motori mancavano a Monza da un de-cennio, segnato dalla guerra e dalla suc-cessiva ricostruzione dalle macerie, e perripartire si organizzò un evento interna-zionale denominato Gran Premio Auto -dromo. Il campione francese Jean PierreWimille precedette i compagni di squa-dra dell'Alfa Romeo Trossi e Sanesi, tutticon le famose 158, nella prima corsa aMonza della neonata Formula Uno. Peraltri cinque anni la gara fu organizzata conquella denominazione e fu un trionfo

In alto, Maurizio Montagnani vincitore nel ‘65del primo Trofeo Cadetti. Sopra, le F. Juniornel 1974, quando si correva anche in notturna.Sotto, Teo Fabi al GP Lotteria del 1978 edEmanuele Pirro nell’edizione del 1982. A destra,la partenza del quarto GP Lotteria del 1962.

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LA NOSTRA STORIA

Che lotteria quelle gare

A Monza quando si nomina Gran Premio giocoforza viene inmente la Formula Uno, settembre, il Mondiale e via dicendo.Ma chi conosce l'Autodromo Nazionale e lo frequenta dadecenni sa che a fine giugno c'era un altro Gran Premio, me-no importante, ma non per questo meno atteso: il Lotteria. La sua storia è ricca di fascino, di campioni, di gesta sportivee di....soldi. Partiamo da questi ultimi. Quelli, tanti, che andava-no al possessore del prezioso tagliando abbinato al vincitoredella gara monzese. Premi che nel 1959 davano al fortunato150 milioni dell'epoca, poco meno di due milioni di euro at-tuali, scesi nell'ultima edizione del 2004 a un milione di euro.Biglietti di una lotteria che per il Ministero delle Finanze eraimportante fin dai tempi del regime fascista, il primo ad abbi-nare questo gioco così popolare al risultato di una corsa au-tomobilistica. Anche la nuova Repubblica trovò azzeccata la formula e, al-l'interno del ristretto numero di concessioni a livello naziona-le che il ministero rilasciava, la corsa monzese ha sempre tro-vato un suo spazio al di là del valore sportivo della gara stes-sa. Poi, nel 2005, Monza non rientra più nel giro delle Lotterienazionali e al suo classico appuntamento agonistico d'inizioestate viene tolto l'importante abbinamento. Fin qui un breve accenno al perché di quel nome così impor-tante nella stagione monzese ma, logicamente, il Lotteria erasoprattutto un evento sportivo, di grande interesse sia fra gliaddetti ai lavori che per gli appassionati. La prima edizione così denominata è del 28 giugno 1959, conla Ferrari 250 GT dell'italoamericano Alfonso Thiele vincitricedi una gara riservata alle Gran Turismo. Quel giorno nasce lastoria del Lotteria, ma già da una decina d'anni Monza vedeuna sua gara abbinata ad un concorso a premi nazionale. Èstato il caso delle ultime edizioni del Gran Premiodell'Autodromo, dei successivi tre Gran PremioSupercortemaggiore da cui derivò, una decina d'anni più tar-di, l'epopea della 1000 Chilometri. Anche le due edizioni, nel '57 e '58, del Trofeo dei due Mondi

con le monoposto americane a sfidare le europee sulla pistad'Alta Velocità avevano la lotteria nazionale come incentivo.La rinuncia ad istituire la successiva terza edizione portò gliorganizzatori a mantenere comunque l'importante legamecon il ministero abbinando questa gara di GT all'estrazionedei preziosi tagliandi.Dall'anno seguente, il 1960, la gara viene abbinata alle nascen-ti Formula Junior, monoposto minori da cui sono usciti impor-tanti piloti che poi sono sbarcati nel Mondiale. Con l'avventoquattro anni più tardi della F3, il Lotteria cambia pagina re-stando però una competizione di livello internazionale. Garesempre tirate e risolte in volata con l'inglese Jonathan Williamsprimattore con due vittorie di fila a cui, nel 1968, fa seguito an-che quella nella prima delle edizioni riservate alle F2. Quell'anno uno spaventoso incidente all'uscita dellaParabolica, trasmesso in diretta televisiva, toglie di gara mol-te monoposto fra cui ben tre Ferrari ufficiali. Le F2 prose-guono fino al 1973 con la storica vittoria l'anno prima dell'ul-traquarantenne Graham Hill, fresco trionfatore, due settima-ne prima, a Le Mans. Nel 1970 si svolge un'edizione particolare riservata alle po-tenti F.5000 che, ripetuta nel 1974, vede vincitore quello stes-so Peter Gethin che tre anni prima proprio in Brianza avevafatto suo il Gran Premio di F1. Dal 1975 al 1984, escluso laF.Aurora del 1980, c'è il ritorno della F3, con la prova validaper l'Europeo, con nomi come Patrese, De Angelis e Bergernell'albo d'oro. In seguito il Lotteria, sempre legato alle F3 e alla fondamen-tale diretta Rai, scende a livello di campionato italiano, nono-stante in alcune occasioni nella stessa giornata sia in pro-gramma la ben più importante prova monzese dell'Europeodi F3000.Dal 2001 l'Euroseries riporta un valore internazionale alLotteria e quell'anno domina un grande Felipe Massa. Tre an-ni dopo si passa alla F.Renault 2000, sempre in ambito inter-nazionale, con la vittoria del giapponese Hirate, ma nessunosospetta che sia l'ultima volta che ci sia un abbinamento conla storica lotteria nazionale.

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sempre marcato Ferrari, che monopo-lizzò il podio sia con le F2 sia, nel 1953,con la prova riservata alle vetture Sport. In seguito il nome fu ripreso una tantumper la gara disputata nel settembre del1980, quando il GP d'Italia emigrò aImola, e per mantere una certa continuitàl'AC Milano mise in piedi sette giorni pri-ma dello "scippo imolese" questa garavinta dalla Toleman dell'inglese DerekWarwick. Quella del settembre 1980 ful'ultima, di poche per la verità, gare diFormula 2 organizzate a Monza. La sorella minore invece, la Formula 3, findai suoi inizi a metà degli anni sessanta èsempre stata protagonista sulla pistamonzese, sia nei vari campionati naziona-li sia in quelli di valore europeo, divenen-do nelle varie forme la corsa a cui legareil prestigio del Gran Premio Lotteria, conl'onere a questo punto di essere la cate-goria che assegnava i preziosi premi aipossessori dei biglietti fortunati. Nel corso degli anni anche le varieFormula 850, F.Fiat Abarth, F.Alfa Boxer,F.2000 e altre categorie di monopostominori hanno riempito programmi cheda sempre cercano di tenere impegnatala pista il maggior tempo possibile, so-prattutto nel tentativo di ammortizzare icrescenti costi gestionali.

Una stagione di nasciteIn quella storica primavera del 1965, oltrealla 1000 Chilometri ed il Trofeo Cadetti,

ecco arrivare dai dirigenti sportividell'Autodromo, con l'avvento delle sa-loon car come gli inglesi chiamano le vet-ture turismo, l'intuizione di una gara cheper decenni rappresenterà la classica d'a-pertura della stagione monzese. Già l'anno prima si era tenuta una mani-festazione sportiva, denominataCriterium d'Apertura, riservata a varieclassi di auto da turismo elaborate congare disputate sulla distanza di dieci giridel solo stradale. La data era stata fissatanel 19 marzo, giorno festivo in Italia, e nel-le intenzioni dell'ufficio sportivo c'era diorganizzare, con data fissa come l'immi-nente prima 1000 Chilometri, un eventointernazionale per questa tipologia di au-to. Ecco nascere la 4 Ore di Monza, permolti anni prova d'apertura di unChallenge Europeo Turismo che in segui-to ha cambiato vari nomi. Le prime edi-zioni, che dopo pochi anni furono sposta-te alla domenica più vicina al 19 marzoiniziale, hanno visto la gara utilizzare il cir-cuito completo dell'anello d'Alta Velocitàper poi correre solo sullo stradale. Nel 1973 andò in scena un'edizione sto-rica della gara, con decine di migliaia dispettatori attirati anche dalla presenza diun pilota del calibro di Jackie Stewart sul-la Ford Capri ufficiale. Purtroppo lo scoz-zese si ritirò nel corso della parte finale diuna gara che vide la vittoria di un nomedestinato a prendere il suo posto nell'o-limpo motoristico, il ventiquattrenne Niki

Lauda, mentre alle sue spalle giunse, incoppia con l'astro nascente tedescoJochen Mass, un giovane sudafricano chepochi anni dopo, sulla stessa pista, farà im-pazzire di gioia i tifosi Ferrari: JodyScheckter. Nel 1982 la gara fu modificata e portataalla distanza di 500 Chilometri che, mal-tempo a parte, venivano coperte attornoalle tre ore dai vari vincitori. Fra questi sisono distinti il britannico TomWalkinshaw, con tre primi e un secondoposto di fila, e il veneto Umberto Grano,vincitore tre volte nella gara sulla distanzaoraria e una nella prima edizione di quel-la chilometrica la cui storia si chiude conl'edizione del 27 marzo 1988. Abortito dopo un solo anno ilCampionato del Mondo Turismo e salta-to anche quello classico europeo, dall'an-no seguente le gare turismo vengonoconfinate nei vari campionati nazionali equello tricolore si riempie di piloti d'altovalore, fra cui alcuni ex di F1. Le gare so-no più corte, per cui ne vengono inseritedue nella stessa giornata e, al mantenutoappuntamento d'inizio primavera, Monzane affianca un'altro a fine stagione. Sonogli anni del SuperTurismo, un'esperienzafelice nata dalla volontà di un promoter, laSalerno Corse, sostituita anni dopo da al-tri personaggi che hanno portato alla ri-nascita di un campionato europeo pervetture turismo e, dal 2005 grazie all'or-ganizzazione di Marcello Lotti, all'attualemondiale Wtcc.

Dalle Federazioni agli imprenditori da corsaQuello dei promoter privati, tipologia diimprenditori con il pallino dell'organizza-re gare e campionati motoristici, è ormaiuna necessità nel panorama sia interna-zionale che locale. Bernie Ecclestone, inparte, insegna. Fra loro ci sono nomi più omeno famosi che negli ultimi decenni so-no venuti a Monza in pratica prendendoin affitto l'impianto per far correre auto ditutti i tipi. Dagli italiani, come l'ex costruttore di F1Enzo Coloni con la F.Nissan negli anni no-vanta, alle molteplici categorie del Grup -

A sinistra,Tino Brambilla e Bob Wollek alla 4 Ore del 1973 e, sotto, le 1000 Abarth in pistaalla 4 Ore del Jolly Club Monza nel 1966.

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po Peroni passando per i campionati alle-stiti da Maurizio Flammini, che in Brianzaporta fra l'altro il mondiale SuperBike. Ma anche dall'estero arrivano con il "mi-raggio" di Monza, come lo spagnolo ed expilota di Prototipi Jesus Pareja o il vulcani-co francese Stéphane Ratel. Il primo daalcune stagioni porta in giro per l'Europale gare dell'Open GT, mentre anche Ratelsi occupa da una ventennio di gare perauto di quella categoria. Recente provane è stata la 3 Ore Blancpain, una dellepiù belle gare di questi ultimi anni in ter-mini di valore in campo. Quello degli organizzatori stranieri chescelgono Monza è un ritornello che si ri-pete da decenni. Il nome e il prestigio chel'impianto offre a chi inserisce nel propriocalendario la pista brianzola è rilevante.All'inizio, negli anni sessanta, sono stati glisvizzeri, che non potendo per legge orga-nizzare corse sul proprio territorio, sce-glievano la vicina Monza per far crescere ipropri piloti. È in quel frangente che nascela stella di un pilota che in seguitò saràamatissimo in Brianza, Clay Regazzoni. In tempi recenti anche da altre nazioni sisono disputate gare di campionati nazio-nali come il prestigioso F3 inglese o ilTurismo francese. Così come ormai damolti anni il Porsche Club Nürburgring siriserva, a fine settembre, un week-end digare all'insegna della lingua teutonica intutti in sensi con tanto di speaker tedesco.

Fra Intereuropa e Rally di MonzaUn nome storico legato a Monza, che ri-sale addirittura al 1949, è la CoppaInterEuropa. Le prime tre edizioni hannoaperto le relative stagioni agonistichementre a partire dal 1952 le varie corse,sempre riservate a vetture turismo, fun-gevano da prologo nella mattinata delprestigioso Gran Premio d'Italia. Questaformula, con poche eccezioni, rimase in-variata fino agli inizi degli Settanta. In seguito la manifestazione ha vagato peril calendario monzese fino agli ottantaquando, dopo essere diventata un eventoriservato alle autostoriche, ha vissuto di

splendore autonomo attirando piloti datutto il mondo al volante di auto che han-no scritto la storia delle competizioni.All'interno di questo gran numero di gareha sempre spiccato il Gran Premio, sulladistanza di dodici giri, con le F1 degli anni'70/'80, fra l'altro prova valida per uncampionato riconosciuto dalla stessa Fia. Altro capitolo che è divenuto basilare nelcartellone monzese è il Rally MasterShow, che chiude la stagione. Nato nel1978 sotto un'abbondante nevicata di-cembrina come rally vero e proprio, contanto di prove speciali lungo i viali albera-ti nel territorio dell'Autodromo, dopo al-cune edizioni le imperanti opposizioni dicarattere ambientalistico hanno obbligatogli organizzatori ad utilizzare solo le parti

asfaltate dell'impianto, riducendo la spa-zio di manovra e di fatto obbligando i pi-loti a correre nei due sensi possibili i die-ci chilometri disponibili fra Stradale edAlta Velocità. Tuttavia questo non ha scoraggiato gli ap-passionati che si riversano in massa all'e-vento monzese attirati anche dai presti-giosi nomi che arrivano a dare lustro allagara e, al tempo stesso, divertirsi lontanoda pressioni di classifica. È il caso di cam-pioni assoluti come Valentino Rossi, di-ventato con gli anni vera icona della ma-nifestazione monzese, oltre a ex nomi fa-mosi di F1, fino all'ultima edizione che havisto vincitore il numero uno della storiamondiale dei rally Sebastian Loeb.

Enrico Mapelli

A destra, il Gran Premio Autodromo del 1980,anno in cui il GP d’Italia disertò il circuitobrianzolo e si corse a Imola. Sotto, la partenzadell’Intereuopa del 1949 e Valentino Rossi, presenza ormai abituale del Monza Rally Show.

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