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Commissione Interministeriale sui contenuti digitali nell’era di Internet Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Ministero per i Beni e le Attività Culturali Ministero delle Comunicazioni Altri Ministeri partecipanti: Ministero degli Affari Esteri - Ministero delle Attività Produttive - Ministero della Giustizia Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Ministro per le Politiche Comunitarie PRC srl - Roma [ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET ] [ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET ] I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET

I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET · Commissione Interministeriale sui contenuti digitali nell’era di Internet (DM 23.7.2004 del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie

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Commissione Interministerialesui contenuti digitalinell’era di Internet

Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie

Ministero per i Benie le Attività Culturali

Ministerodelle Comunicazioni

Altri Ministeri partecipanti:

Ministero degli Affari Esteri - Ministero delle Attività Produttive - Ministero della GiustiziaMinistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Ministro per le Politiche Comunitarie

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Commissione Interministeriale sui contenuti digitali nell’era di Internet (DM 23.7.2004 del Minis tro per l ’ Innovazione e le Tecnologie

di concerto con i Ministr i per i Beni e le Att iv i tà Cultural i e del le Comunicazioni)

Presidente della Commissione :

Ing. Paolo Vigevano Capo della Segreter ia Tecnica del Ministro per l ’ Innovazione e le tecnologie

Composizione della Commissione:

Ing. Mario Pelosi Capo del Dipart imento per l ’ Innovazione e le Tecnologie

Avv. Enrico De Giovanni Capo del l ’Uff ic io Legis la t ivo del Ministro per l ’ Innovazione e le Tecnologie

Dr.ssa Giuseppina Veccia Funzionaria del l ’Uff icio Legisla t ivo del Ministro per i Beni e le Att iv i tà Cultural i

Dr. Roberto Lo Surdo Funzionario del l ’Uff icio Legis la t ivo del Ministro per i Beni e le Att iv i tà Cultural i

Dr. Antonio Parente Funzionario del Segretar ia to Generale del Ministero per i Beni e le Att iv i tà Cultural i

Avv. Francesca Quadri Capo del l ’Uff ic io Legis la t ivo del Ministero del le Comunicazioni

Ing. Roberto De Carlo Designato dal Minis tro del le Comunicazioni

Cons. Federico Bona Galvagno Capo del Set tore Legis la t ivo del Ministro per Poli t iche Comunitar ie

Dr. Paolo Di Marzio Magistra to addetto al l ’Uff ic io Legis la t ivo del Ministro del la Giust iz ia

Dr.ssa Maria Ludovica Agrò Diret tore del l ’Uff ic io i ta l iano Brevet t i e Marchi del Ministero del le Att iv i tà Produtt ive

Dr. Vittorio Ragonesi Magistra to consulente del Ministro degl i Af far i Ester i

Dr.ssa Letizia Melina Dirigente del Minis tero del l ’ Is truzione, del l ’Universi tà e del la Ricerca

Segreteria Tecnica della Commissione:

Dr.ssa Daniela Batt ist i Coordinatore del Centro Studi del Minis tro per l ’ Innovazione e le Tecnologie

Dr.ssa Luisa Cal indro Funzionaria del l ’Uff icio Legisla t ivo del Ministro per l ’ Innovazione e le Tecnologie

Ing. Marco Marrazza Funzionario del Centro Studi del Minis tro per l ’ Innovazione e le Tecnologie

----------------------------------------------------------------- Documento realizzato dal Centro Studi del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie sulle risultanze della Commissione Interministeriale sui contenuti digitali nell’era di Internet. In collaborazione con Innovazione Italia e con il supporto tecnico di Roland Berger Strategy Consultants e ISIMM

Commissione Interministeriale sui contenuti digitali nell’era di Internet

Marzo 2005

I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]Documento realizzato dal Centro Studidel Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie sulle risultanze della Commissione Interministeriale sui contenuti digitali nell’era di Internet.In collaborazione con Innovazione Italia

e con il supporto tecnico di Roland Berger Strategy Consultants e ISIMM

Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie

Ministero per i Benie le Attività Culturali

Ministerodelle Comunicazioni

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

[ INDICE]

Executive Summary . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7

IntroduzioneIl dilemma digitale: come trovare il giusto equilibriotra diffusione dei contenuti e tutela della proprietà intellettuale nell’era di Internet . . . . . . . . pag. 10

Capitolo 1.Il ruolo della Rete e del Peer-to-Peer . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 121.1 La Rete: dalla collaborazione al business . . . . . . . . pag. 121.2 Il Peer-to-Peer: “Opportunità” e “Rischi” . . . . . . . . . pag. 13

Capitolo 2.Il diritto d’autore, i diritti connessi e la sfidadell’innovazione tecnologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 172.1 Le principali problematiche relative alla tutela

del diritto d’autore e dei diritti connessi . . . . . . . . . pag. 172.2 Soluzioni tecnologiche per tutelare

i titolari dei diritti d’autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 192.3 Diffusione dei contenuti digitali

senza sfruttamento economico . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 22

Capitolo 3.Temi di riferimento del mercato dei contenutidigitali emersi nel corso delle audizioni . . . . . . . . . . . . . pag. 253.1 Mercato dei contenuti digitali . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 253.2 Posizioni sulla normativa e possibili sviluppi . . . . . . pag. 303.3 Procedure di intervento sul traffico in rete . . . . . . . . pag. 36

Capitolo 4.Aspetti rilevanti per lo sviluppo del mercatoemersi nel corso delle audizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 404.1 Le finestre temporali: elemento critico per gli attori

di settore nuovi e tradizionali . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 404.2 Il must offer (obbligo di offerta): un elemento critico . . pag. 414.3 Prezzi competitivi e sistemi di pagamento . . . . . . . . pag. 424.4 Modelli di redistribuzione

dei ricavi (revenue sharing) . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 444.5 Il ruolo delle società di gestione

dei diritti (collecting society) . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 45

Capitolo 5.Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 46

Allegato 1

Elenco degli auditi e dei soggetti che hanno inviato contributi scritti . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 49

Allegato 2Normativa comunitaria e nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 50

Allegato 3Tavole sinottiche delle evidenze emerse dalle audizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 51

Allegato 4Linee guida per l’adozione di codici di condottaed azioni per la diffusione dei contenuti digitali nell’era di Internet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 62

Appendice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 65Indagine di mercato sulla relazione di musicisti ed autori con Internet: Pew Internet & American Life Project . . . . . . . . . . . pag. 65

Orientamenti emergenti nella gestione del diritto d’autore: Copyright Issues in Digital Media (Congress of the United States Congressional Budget Office, agosto 2004) . . . . . . . pag. 65

Perseus: esempio di biblioteca digitale . . . . . . . . . . pag. 68

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 69

PARTE PRIMA

PARTE SECONDA

ALLEGATI

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[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

spettativa generalizzata che anche i contenuti protettida diritti potessero essere disponibili gratuitamente edin modo incontrollato.

La principale sfida è da un lato l’affermazione di unmodello legale di fruizione a pagamento dei conte-nuti e dall’altro la conseguente modifica della perce-zione da parte degli utenti della gratuità, legalità e le-gittimità di consumo di tutto ciò che risulta in rete.La rivoluzione tecnologica ha inoltre profondamentemodificato le modalità di protezione dei diritti d’au-tore. Se in origine l’opera dell’autore coincideva conil supporto/oggetto e, quindi, il diritto d’autore e i di-ritti connessi erano garantiti dalla vendita o dalla ces-sione volontaria dell’oggetto stesso, oggi, ciò che sitende a commercializzare non è più la copia dell’o-pera, bensì il diritto d’accesso all’opera stessa ed even-tualmente di riproduzione e diffusione.In questo contesto il mercato ha elaborato dei model-li di business di successo, i quali hanno unito alla de-finizione di un’offerta legale a pagamento sistemi diprotezione dei contenuti (i cosiddetti Digital RightsManagement). Tuttavia va sottolineato che l’applica-zione dei sistemi di protezione tecnologica dei conte-nuti deve continuare a garantire i diritti dei consuma-tori sanciti dalla stessa legge sul diritto d’autore, nel ri-spetto del principio della trasparenza dell’informazio-ne, comunicando con evidenza al consumatore le li-mitazioni alle quali il prodotto è soggetto.Soluzioni di questo genere sono la risposta propositi-va del mercato alla diffusione illegale di contenuti di-gitali attraverso reti telematiche e, al contempo, han-no la potenzialità di divenire uno strumento fonda-mentale per lo sviluppo del mercato stesso.

Internet è divenuto un mezzo di comunicazione disuccesso, in quanto si basa sul principio di collabora-zione. Dallo stesso principio derivano le tecnologiePeer-to-Peer: strutture decentralizzate, non gerarchi-che, che consentono di trasferire file direttamente trautenti. La ricerca scientifica è l’ambito in cui attual-mente il Peer-to-Peer sviluppa i maggiori effetti: basticitare a proposito la reazione della comunità scientifi-ca all’improvvisa e veloce diffusione dell’epidemiadella SARS, combattuta dagli scienziati attraverso l’u-tilizzo di database aperti e modelli di sviluppo colla-borativi che hanno consentito di trovare in breve tem-po il vaccino.Per contro, l’anonimato e l’impossibilità di controllodei contenuti scambiati in Peer-to-Peer con architet-tura decentralizzata hanno portato, in alcuni casi, acomportamenti illeciti, tra i quali anche la diffusionenon autorizzata di contenuti protetti, in violazionedel diritto d’autore. Tuttavia, è opinione condivisa cheil Peer-to-Peer non può essere criminalizzato di per

sé, ma deve essere opportunamente gestito, poichénon bisogna trasformare lo strumento nella causa delcomportamento illecito.D’altra parte, la rete non può essere un “territorio sen-za legge”, ma piuttosto tutte le iniziative e anche lemisure legislative devono essere “a prova della rete”,tenendo conto delle peculiari caratteristiche tecnolo-giche e della necessità di far crescere la competitivitàdel mercato.

I lavori della Commissione hanno cercato di affronta-re il problema nella sua piena complessità, tenendoconto anche della molteplicità di interessi in gioco,spesso contrastanti. Tale complessità rappresenta unasfida per i tradizionali sistemi di formulazione e appli-cazione delle regole. In tal senso, la Commissione si èposta l’obiettivo di dare adeguate risposte a questenuove esigenze attraverso un sistema unitario e arti-colato in più interventi di carattere non solo normati-vo, ma che riesca a contemperare e garantire i valorie gli interessi di tutti gli attori coinvolti. Si tratta di definire ed attuare una strategia di interven-to tale da intersecare in maniera trasversale molteplicisettori, coinvolgere i soggetti pubblici e privati interes-sati e le competenze istituzionali. Per la realizzazionedi tale strategia di intervento sono auspicabili forme diregolamentazione flessibili, già di successo in altriPaesi.Un contributo alla soluzione al problema della diffu-sione illegale di contenuti digitali può essere offertoanche dal mercato, attraverso un impegno proattivo ditutti gli attori coinvolti. È, inoltre, chiaro che le tema-tiche affrontate necessitano di ulteriori approfondi-menti e riflessioni e che le azioni da sviluppare devo-no essere adeguate al continuo evolvere della tecno-logia e del mercato.In tal senso è opportuno creare le condizioni per lanascita di iniziative e di soluzioni che traggano origi-ne e siano promosse dagli attori del settore.

In base a questi principi la Commissione ha indivi-duato quattro ambiti di intervento.

Un’efficace strategia da perseguire, largamente condi-visa, è quella di incentivare ed incoraggiare il rag-giungimento di specifici accordi tra le parti interessa-te, che favoriscano la collaborazione tra gli operatoridel settore e gli utenti e nei quali le Istituzioni svolga-no un ruolo di garante. Inoltre complemento essen-ziale dei suddetti accordi è la costituzione di tavoli dilavoro, che devono rappresentare un’opportunità si-stematica di supporto all’attività del legislatore anchenella definizione di un nuovo scenario normativo.Una possibile soluzione, individuata dalla Commis-sione e segnalata ai Ministri competenti, è la defini-

■ L’affermazione mondiale del protocollo di trasmis-sione Internet, la possibilità di un’integrale trasforma-zione in forma digitale di ogni tipologia di contenuti,la rapida diffusione delle reti di comunicazione elet-tronica e della larga banda rappresentano le innova-zioni tecnologiche alla base del cosiddetto “dilemmadigitale”.Un’espressione apparentemente complessa che puòessere così semplificata: un libro può essere consulta-to nello stesso momento da una o forse due persone,che però devono essere nello stesso luogo in cui il li-bro si trova. Se lo stesso testo è reso disponibile in for-ma digitale, non esiste più nessun limite al numero dipersone che possono consultarlo simultaneamente daqualsiasi parte del pianeta, dovunque sia disponibileuna connessione ad Internet. Questo è vero per un li-bro, ma può valere anche per un brano musicale, unfilm e qualsiasi altro contenuto che può essere trasfor-mato in formato digitale.Dunque per i produttori di contenuti e per gli autori,che in prospettiva potranno accedere a mercati moltopiù ampi di quelli odierni, oggi si aprono scenari nondel tutto rassicuranti. Quante copie ancora potrebbe-ro essere vendute se la rete rendesse possibile un ac-cesso incondizionato ai contenuti protetti da dirittod’autore? Potenzialmente una sola! E allora quanti li-bri, brani musicali, ecc. potrebbero essere ancora pro-dotti e pubblicati se l’intero mercato può esaurirsi conla prima copia elettronica?La rivoluzione digitale rappresenta, tuttavia, per i con-sumatori e per la società tutta, una straordinaria op-portunità di informazione, condivisione della cono-scenza, crescita culturale, intrattenimento. Versionielettroniche di qualsiasi tipo di contenuto possono es-sere disponibili in tutto il mondo, per tutto l’anno, 24ore al giorno, con un semplice click. Questa poten-zialità della rete di essere motore per la diffusione del-la conoscenza va preservata, in quanto alla base del-la crescita culturale di ogni paese.Il dilemma digitale consiste dunque nella necessità diricercare il giusto equilibrio tra diffusione dei contenutie tutela della proprietà intellettuale nell’era della digi-talizzazione*.

In considerazione della complessità e dell’intrinsecainterdipendenza dei singoli elementi che compongo-no il “dilemma digitale”, si è ritenuto opportuno isti-tuire la Commissione Interministeriale sui contenutidigitali nell’era di Internet, con decreto del Ministroper l’Innovazione e le Tecnologie, di concerto con ilMinistro per i Beni e le Attività Culturali e il Ministrodelle Comunicazioni, in data 23 luglio 2004.Le audizioni di alcuni dei principali attori del settore(più di 50, per circa 100 ore di colloqui), che hannoconsentito una panoramica completa delle problema-tiche relative al tema in oggetto, sono state il principa-le strumento di indagine della Commissione. Il Rap-porto conclusivo riassume i principali temi emersi du-rante le audizioni ed i lavori della Commissione stessa.

■ L’innovazione tecnologica ha prodotto dei radicali mutamenti nella capacità di riprodurre, distribuire, controllare e pubblicare le informazioni.

Il processo di digitalizzazione ha permesso di ridurre itesti, le immagini ed il suono in un codice binario di“0” e di “1” raggruppati in bits e bytes che possonoviaggiare sulla rete. I contenuti in forma digitale hannoradicalmente cambiato la modalità di riproduzione edi costi relativi, molto più bassi sia per i titolari dei dirit-ti d’autore sia per coloro che ne fanno un uso illecito. La rapida ed ampia diffusione della rete ha poi offertouna straordinaria opportunità di distribuzione, per-mettendo di raggiungere – con costi di distribuzionetrascurabili o nulli – un numero elevatissimo di perso-ne, e, in questo caso come nel precedente, tale op-portunità può essere sfruttata sia dai legittimi titolaridei diritti, sia da chi se ne appropri indebitamente.La rete ha anche radicalmente cambiato l’economia edil carattere della pubblicazione. La riproduzione e ladistribuzione mettono le informazioni a disposizione diquanti vogliano accedervi sapendo dove tali informa-zioni risiedono. Il www funziona come un vero e pro-prio strumento di pubblicazione fornendo all’utente imeccanismi di riproduzione e di distribuzione con unimpatto potenzialmente significativo sul diritto d’autore.

L’entusiasmo suscitato dalla disponibilità di un cosìampio numero di informazioni facilmente accessibiliattraverso la navigazione, ha in parte alimentato l’a-

[EXECUTIVE SUMMARY]

* cfr The Digital Dilemma: Intellectual Property and the Information Age,

National Research Council, USA 2003, pagg 1-21.

■ La rapida diffusione delle reti di comunicazio-ne elettronica e la loro accresciuta capacità di tra-sporto (larga banda), l’affermazione mondiale delprotocollo di trasmissione Internet e la possibilitàdi un’integrale trasformazione in forma digitale diogni tipologia di contenuti in forma scritta, audioe video: sono questi i principali fattori tecnologi-ci alla base dei profondi cambiamenti in atto, a li-vello sociale, nei comportamenti individuali ecollettivi, così come, a livello economico, nellemodalità di business e dello stesso perimetro dimercato della tradizionale industria editoriale edell’audiovisivo.Si tratta di un’evoluzione inarrestabile, destinataa premiare - in termini di diffusa familiarizzazio-ne nell’uso delle nuove tecnologie, di accresciu-ta possibilità di condividere il sapere e di incre-mento della ricchezza economica - quei Paesi equelle comunità che, con maggiore tempestività,sapranno adeguare i loro processi formativi e svi-luppare nuovi modelli di business.Nell’ambito di questa evoluzione un punto di par-ticolare criticità è rappresentato dalla tutela dellaproprietà intellettuale. La tutela della proprietà in-tellettuale dipende da un sistema di norme creatoed applicato a lungo in un contesto tecnico e dimercato diverso da quello attuale nel quale lenuove tecnologie rendono facile e non onerosa lareplicabilità all’infinito di opere dell’ingegno, manon agevole l’individuazione dei soggetti coin-volti nelle diverse forme di scambio.In questo quadro, con decreto del Ministro perl’innovazione e le tecnologie, di concerto con iMinistri per i beni e le attività culturali e delle co-municazioni, in data 23 luglio 2004, nasce laCommissione Interministeriale sui contenuti digi-tali nell’era di Internet (di seguito Commissione).Tale Commissione, istituita presso il Gabinetto delMinistro per l’innovazione e le tecnologie e pre-sieduta dall’Ing. Paolo Vigevano, Capo della Se-greteria Tecnica del Ministro per l’innovazione ele tecnologie, è così composta: Ing. Mario Pelosi,capo del Dipartimento per l’innovazione e le tec-nologie, Avv. Enrico De Giovanni, Capo dell’Uffi-cio legislativo del Ministro per l’innovazione e letecnologie; dr.ssa Giuseppina Veccia, funzionaria

dell’Ufficio legislativo del Ministro per i beni e leattività culturali, dr. Roberto Lo Surdo, funziona-rio dell’Ufficio legislativo del Ministro per i benie le attività culturali, dr. Antonio Parente, funzio-nario del Segretariato Generale del Ministero peri beni e le attività culturali; Avv. Francesca Qua-dri, Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero del-le comunicazioni e dall’Ing. Roberto De Carlo de-signato dal Ministro delle comunicazioni; Cons.Federico Bona Galvagno, Capo del Settore legis-lativo del Ministro per le politiche comunitarie;dr. Paolo Di Marzio, Magistrato addetto all’Uffi-cio legislativo del Ministro della giustizia; dr.ssaMaria Ludovica Agrò, Direttore dell’Ufficio italia-no Brevetti e Marchi del Ministero delle attivitàproduttive; dr. Vittorio Ragonesi, Magistrato con-sulente del Ministro degli affari esteri, dr.ssa Leti-zia Melina, Dirigente del Ministero dell’istruzio-ne, dell’università e della ricerca.I lavori della Commissione sono stati seguiti esupportati dalla Segreteria Tecnica, istituita pres-so il Gabinetto del Ministro per l’innovazione e letecnologie. Sono stati assegnati a tali compiti ladr.ssa Daniela Battisti, Coordinatore del CentroStudi del Ministro per l’innovazione e le tecnolo-gie, la dr.ssa Luisa Calindro, funzionaria dell’Uf-ficio legislativo del Ministro per l’innovazione ele tecnologie e l’Ing. Marco Marrazza, funziona-rio del Centro Studi del Ministro per l’innovazio-ne e le tecnologie.La Commissione si è posta come principali obiet-tivi quelli di:• condurre un’approfondita analisi del mercato

dei contenuti digitali tenendo conto, in partico-lare, delle evoluzioni tecnologiche e del conte-sto internazionale;

• elaborare proposte, anche di natura normativae in considerazione degli orientamenti comuni-tari, finalizzate ad incentivare le forme di offer-ta e consumo di contenuti digitali, garantendoallo stesso tempo l’efficacia della tutela dellaproprietà intellettuale.

Per svolgere tali compiti, prorogati con decretodel Ministro per l’innovazione e le tecnologie diconcerto con i Ministri per i beni e le attività cul-turali e delle comunicazioni, in data 23 novem-

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[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]zione di linee guida per l’avvio di pratiche di autore-golamentazione. Tali linee guida sono volte a promuovere la diffusionein rete delle opere d’ingegno, anche attraverso la libe-ra disponibilità di quelle già di pubblico dominio, asviluppare campagne di comunicazione per coltivarela coscienza etico sociale dei consumatori ed infor-marli su un uso della rete rispettoso della normativa suldiritto d’autore e sui rischi derivanti dalla sua viola-zione, a dare trasparenza ai nuovi modelli di fruizio-ne della cultura, a favorire la nascita di modelli di bu-siness sostenibili, a incoraggiare l’adozione di sistemidi protezione aperti ed interoperabili.

La Commissione ha ipotizzato inoltre la messa a pun-to di possibili interventi normativi con l’obiettivo di“non criminalizzare” il Peer-to-Peer e la diffusione le-gale dei contenuti, in virtù di due principi. Il primo peril quale Internet non può essere una zona “franca”(ciò che è proibito nel mondo reale deve esserlo an-che in quello virtuale); il secondo per cui la norma de-ve essere sufficientemente flessibile da non rappre-sentare un freno allo sviluppo della tecnologia e delmercato. L’indirizzo seguito nelle soluzioni prospettate è risul-tato simile a proposte di modifiche legislative in di-scussione al Parlamento. In tali soluzioni, oltre a man-tenere la sanzione penale grave (reclusione e multa)solo per chi immette in rete “a fine di lucro” contenu-ti digitali senza essere titolare dei diritti, si prevede an-che la possibilità di estinguere il reato attraverso il pa-gamento di una somma di denaro (oblazione) nei ca-si in cui chi pone in essere la medesima condotta, os-sia l’immissione in rete di contenuti protetti dal dirittod’autore, agisca in assenza del dolo specifico, rappre-sentato dal fine di lucro. Pertanto gli utenti della reteche, sfruttando la condivisione dei file, scambianocontenuti digitali, possono estinguere il reato median-te il pagamento di sanzioni pecuniarie.

È stato inoltre riconosciuto che la comunicazione e lasensibilizzazione rappresentano una leva fondamen-tale per lo sviluppo della coscienza etico-sociale e perla diffusione dell’informazione sulla normativa vigen-te, elementi essenziali per contrastare i comporta-menti illeciti. L’attività di comunicazione è da artico-larsi su tre livelli al fine di focalizzare il messaggio sutre target: comunicazione istituzionale per i cittadini,azioni mirate per le imprese o la Pubblica Ammini-strazione ed azioni educative per i giovani.Oltre alle suddette iniziative dovrebbero essere svi-luppate delle attività informative ed educative realiz-zate dagli operatori di settore.

Infine, la Commissione ha raggiunto il convincimentoche le Istituzioni debbano farsi promotrici di iniziati-

ve di ampia portata per lo sviluppo del mercato deicontenuti digitali, in modo che l’Italia possa ridurre ladistanza rispetto agli altri paesi. Il settore delle CMT(Communication, Media e Technology) è strategicoper le nazioni: da un punto di vista economico essoincide sul PIL per percentuali che vanno dall’8% al5%, con valori differenti a seconda dei diversi paesi.In Italia è molto sviluppato il segmento dei servizi ditelecomunicazione, con un’incidenza seconda solo alRegno Unito, mentre sono evidenti i ritardi nella pro-duzione di contenuti digitali veri e propri.

Da questi dati emerge che in Italia vi è uno sbilancia-mento sui “mezzi” – reti di distribuzione e tecnologiedi accesso – mentre permane una fragilità sul lato dei“contenuti”.L’obiettivo dunque è quello di “popolare la rete” epromuovere lo sviluppo del mercato dei contenuti di-gitali. Affinché questa non rimanga solo una dichiara-zione d’intenti, è necessario l’impegno di tutti gli atto-ri coinvolti: in primo luogo occorre l’impegno del set-tore pubblico ad immettere in rete contenuti digitaliper la diffusione del sapere e della cultura in modali-tà di pubblico dominio, contenuti quindi liberamentefruibili; in secondo luogo è necessario l’impegno de-gli operatori privati ad immettere in rete, in tempi bre-vi, una rilevante quantità di contenuti ed a favorire lanascita di ambienti telematici per l’offerta legale dicontenuti.

■ La Commissione Interministerialesui contenuti digitali nell’era di Internet ritienepertanto che gli interventi sopra descrittipotranno essere il primo passo per sciogliere il “dilemma digitale” alla ricerca del giustoequilibrio fra la diffusione di contenuti e tecnologia e la tutela della proprietàintellettuale.

6 [ EXECUTIVE SUMMARY ]

Incidenza mercato CMT sul PIL - 2002

8,5%7,9%

6,3%

5,3% 5,1%

UK USA GERMANIA FRANCIA ITALIA

Contenuti

Reti di distribuzione

Tecnologie di accesso

Incidenza sul PIL%

Fonte: Analisi BAH su fonti Idate, PWC, FMI

2,3% 1,7%

3,2%

3,0%3,8%

2,4%1,7%

2,3%

2,3%

1,5%

1,9%

1,9%1,1%

3,0%

1,0%

[PREMESSA]

Una parte del dibattito si è concentrata sul tema dellaproprietà intellettuale. Per migliorare la comprensionedei termini della discussione, si fornisce qui di seguitouna sintesi del quadro giuridico di riferimento.

■ Definizioni della proprietà intellettualeIl sistema di proprietà intellettuale è costituito da un in-sieme di norme che attribuiscono specifici diritti e tutelaalle opere dell’ingegno umano generalmente individuatedall’espressione “beni immateriali”, concetto che racchiu-de una realtà molto eterogenea che va da un’opera lettera-ria, uno spettacolo teatrale, una trasmissione televisiva,alle invenzioni, ai modelli industriali, al design, alle nuo-ve varietà vegetali, le topografie di prodotti a semicondut-tori, ai marchi, alle denominazioni d’origine, le indicazionigeografiche. Diritti e tutela hanno limiti territoriali e tem-porali e vengono riconosciuti all’ideatore dei beni immate-riali in cambio dell’accesso contestuale a tali beni per lacollettività anche se non sfruttabili senza il consenso delproprietario. L’acquisizione ed il relativo sfruttamento del-l’opera o dell’invenzione diventano liberi allo scadere deidiritti. Storicamente, infatti, la protezione della proprietàintellettuale nasce come un equo scambio tra diritti diesclusiva riconosciuti al titolare dell’innovazione e maggio-re conoscenza per la collettività. È quindi l’accesso allanuova conoscenza, considerato bene comune, la finalitàprimaria del sistema di proprietà intellettuale. Ed è la solapossibilità di remunerazione dell’attività creativo-innovativasenza la quale si determinerebbe un fallimento del mercato sechi crea e innova non può appropriarsi del suo lavoro, dei suoiinvestimenti.I diritti di proprietà intellettuale hanno sia natura persona-le (diritto di essere riconosciuto autore o ideatore del bene edha le caratteristiche dei diritti della personalità, come il no-me, l’immagine, la riservatezza; esso è pertanto inalienabile,intrasmissibile, imprescrittibile, irrinunciabile, di durata illi-mitata) sia natura patrimoniale (diritto di sfruttare economi-camente il risultato della propria attività di creazione o di in-venzione: i diritti patrimoniali sono limitati nel tempo, tra-smissibili, cedibili, possono essere soggetti a decadenza e so-no rinunciabili).In genere ciò che appartiene alla letteratura, alle arti plasti-che e visive costituisce oggetto di proprietà intellettuale ed ilrelativo complesso di norme regolatrici va sotto il nome di di-ritto d’autore o copyright.Le invenzioni ed i modelli industriali, le nuove varietà vegeta-li, le topografie di prodotti a semiconduttori, i marchi, le de-nominazioni d’origine, le indicazioni geografiche, costituisco-no oggetti di proprietà industriale ed il relativo complesso dinorme regolatrici viene indicato come diritto brevettuale.Esiste una profonda differenza tra le due categorie di diritti.Mentre per il diritto d’autore la nascita è direttamente con-nessa all’atto della creazione e non ha bisogno di particolari

formalità per essere riconosciuta, nel caso del diritto brevet-tuale essa si riconnette in ogni caso ad una manifestazione divolontà dello Stato, che concede, su domanda, una privativa (unbrevetto) su un trovato, e quindi, il complesso dei diritti nasce,su istanza di parte, con una concessione del potere pubblico,previa verifica di alcune condizioni (brevetto, registrazioni) 1.La proprietà intellettuale deve difendere un bene dinamico ilcui scopo primario è generare valore competitivo (diretto o indi-retto), e la cui forza risiede non nello stare immobile ma nellacapacità di circolare nel mercato e nelle strategie di scam-bio commerciale internazionale.Per completezza di informazione si ritiene utile illustrare le prin-cipali caratteristiche dei due diversi rami della proprietà intel-lettuale.La proprietà industriale si occupa di disciplinare gli aspetti pa-trimoniali dei risultati di investimenti innovativi (R&S), investi-menti di comunicazione e di marketing, di risorse caratterizzan-ti prodotti e/o luoghi di produzione. La finalità generalmente èquella di attribuire una forma di protezione ai contenuti di de-terminate caratteristiche del tipo di bene immateriale invocato(protezione assoluta). L’effetto è quello di conferire protezionenon solo a ipotesi di identiche riproduzioni non autorizzate,ma anche a tutto ciò che ne rappresenti un equivalente tec-nico o un elemento confondibile.Il diritto d’autore si occupa invece di proteggere la personalitàdell’autore, espressa nel suo contributo creativo. Il profilo mora-le quindi assume un significato molto rilevante e il profilo pa-trimoniale ne rappresenta una conseguenza diretta. La finalitàè quella di riconoscere la paternità e il diritto esclusivo del crea-tore su una espressione indipendente di creatività anche se af-ferente a idee e contenuti comuni ad altri soggetti (protezionerelativa). L’effetto è quello di conferire protezione solo controriproduzioni identiche che non siano frutto di espressioneautonoma e indipendente. In tal caso, quindi, la protezione nonsi estende a ipotesi di equivalenza sostanziale2.

I diritti connessi sono diritti che, pur avendo ciascuno una di-versa natura giuridica ed un diverso contenuto, presentanouna connessione diretta o indiretta con l’esercizio o l’oggettodel diritto d’autore, sia perché legati ad attività funzionali econnesse alla creazione, alla riproduzione e alla divulgazionedell’opera d’ingegno; sia perché sorgono da un’attività che nonpuò dirsi giuridicamente creativa ma che contiene comunqueun grado di espressione e di interpretazione personale che le-gittima la nascita di un diritto di esclusiva sui frutti dell’atti-vità medesima. Essi pertanto possono sorgere tanto in capo alcreatore di opere “minori”, tanto in capo a chi presta il propriocontributo, che può essere anche finanziario e non creativo,nell’ambito di opere tutelate dal diritto d’autore.

9

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

1 Elaborazioni UIBM su proprie pubblicazioni2 Cfr. Politiche e strumenti per la promozione della cultura e del-

l’utilizzo della proprietà industriale tra le PMI, a cura della Dire-

zione politiche e progetti di intervento del Dipartimento per la

Net-Economy dell’IPI, pagg. 8-9, Collana Studi, luglio 2004.

bre 2004, la Commissione ha effettuato 56 audi-zioni, di cui 3 realizzate in forma scritta – per uncorrispondente numero di ore pari a circa 100 -dei soggetti più rappresentativi del settore, tra iquali: esperti, operatori di software e di apparec-chi, operatori di telecomunicazioni, editori, pro-duttori di contenuti e autori, operatoricinema/TV/Format, Federazioni e Associazionidei imprese operanti nei settori citati, Associazio-ni di Consumatori, Guardia di Finanza e Forze diPolizia, Autorità amministrative indipendenti edaltre Istituzioni (Figura 1).Il dibattito della Commissione, data una tematicacosì in divenire, è stato ampio ed articolato ed hatoccato i seguenti temi principali:

• lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali rap-presenta un fattore rilevante per la crescita quan-titativa e qualitativa dell’economia del Paese;

• l’ampia disponibilità in Rete di contenuti digitali sol-lecita la diffusione della digitalizzazione nel Paese;

• gli indirizzi politici e normativi espressi a livel-lo nazionale devono essere coerenti con le li-nee guida europee: infatti per i contenuti digi-tali, fruibili in ogni luogo ed in ogni momento,l’Unione europea rappresenta l’area minima ne-cessaria per costruire una politica rilevante a li-vello mondiale;

• la valorizzazione dei contenuti digitali e dellenuove forme di fruizione cui questi si prestanodipende strettamente dalla capacità di realizza-re, anche a livello tecnico, nuove modalità di

tutela delle opere dell’ingegno, inquadrate inuna normativa sufficientemente flessibile cosìda rimanere attuale anche di fronte alla rapidaevoluzione tecnologica in corso;

• i comportamenti individuali e collettivi e, primaancora, la coscienza etica su cui essi si fonda-no devono adeguarsi ad un contesto in rapidaevoluzione, che tuttavia non annulla il valoreeconomico dello scambio e l’esigenza di remu-nerare le diverse fasi della produzione e dellosfruttamento delle opere dell’ingegno.

Il rapporto della Commissione si articola in dueparti distinte.Nella prima parte (introduzione, capitolo 1 e ca-pitolo 2) vengono illustrate le fasi della rivoluzio-ne digitale avviata dalle Information and Com-munication Technology e le implicazioni che que-ste hanno generato rispetto alla problematica inesame. La trattazione si basa prevalentemente sul-la principale letteratura scientifica di riferimento(vedi bibliografia).La seconda parte (capitolo 3, capitolo 4 e capito-lo 5) affronta i temi emersi durante le audizioni ele principali conclusioni raggiunte.Inoltre, per assicurare la maggiore correttezzapossibile nel riportare le posizioni di quanti han-no offerto un loro contributo durante le audizionie per agevolare la lettura, il rapporto è corredatoda una tavola sinottica che evidenzia puntual-mente le differenti posizioni di ciascun intervenu-to rispetto ai temi rilevanti emersi.

8 [PREMESSA]

9

Figura 1: Dettaglio delle audizioni

77

44

22

22

22

22

22

11

11

55

1111

33

66

55Operatori: software e device

Operatori: Telco/Wifi

Associazionisoftware

Istituzioni, Forze dell’Ordine,Autorità

Esperti

Associazioni di autori/interpreti

Editori

Operatoricinema e tv

Federazione Radio,Tv, Musica, Cinema

Associazioni di consumatori

Associazioni di Internet provider

Operatori:TV Format

Autori

Federazionigenerali

Soggetti auditiTarget da audire Soggetti non ancora auditi

loro qualità era comunque inferiore rispetto all’originale.Inoltre la diffusione delle copie era limitata dal fatto che fos-sero fisicamente localizzate nello stesso luogo del duplica-tore. Con Internet, invece, è possibile realizzare un nume-ro illimitato di copie, in un tempo molto ridotto, con la stes-sa qualità dell’originale, e queste copie possono essere tra-smesse in tutto il mondo con un semplice click. In rispostaa questo rischio, i settori maggiormente danneggiati hannocercato di reagire, con l’obiettivo di assicurare la tutela deidiritti d’autore e dei diritti connessi anche sui contenutidigitali. La principale sfida in questo senso è, da un lato,l’affermazione di un modello legale di consumo dei conte-nuti e, dall’altro, la conseguente modifica delle aspettativedegli utenti, ancora troppo abituati all’idea che tutto ciòche transita sulla rete deve essere gratuito. È dunque fon-damentale adoperarsi per creare una coscienza collettiva,una sorta di codice di comportamento che, anche attraver-so il valore deterrente della norma, contribuisca ad orien-tare i comportamenti sociali in rete.

Per vincere la sfida sarà, inoltre, necessario usare model-li competitivi di business legati alle nuove tecnologie cherappresentano un’opportunità di sviluppo per il mercato.Internet e le nuove tecnologie, grazie alla capacità di met-tere a disposizione una quantità illimitata di contenuti adun numero illimitato di fruitori, hanno consentito e con-sentiranno lo sviluppo di modelli di business del tuttonuovi, sia per contenuto che per modalità di distribuzio-ne. Solo oggi l’industria incomincia a trovare forme remu-nerative per la distribuzione in rete di prodotti musicali evideo. Di recente, ed esclusivamente in alcuni settori, siincomincia a sfruttare a pieno il vero fattore chiave delsuccesso: la differenziazione della propria offerta sfrut-tando le potenzialità del nuovo canale. L’imperativo del-l’era digitale è, quindi, quello di promuovere l’innova-zione ma, al contempo, proteggere i diritti d’autore uti-lizzando in modo flessibile gli strumenti che il mercato ela tecnologia mettono a disposizione.

I diritti legati alla proprietà intellettuale assolvono anchealla funzione di incoraggiare l’innovazione e promuove-re la crescita economica, culturale e sociale del paese.L’era digitale ha messo in difficoltà l’equilibrio che si eragenerato in riferimento alla tutela della proprietà intellet-tuale, in quanto l’innovazione tecnologica ed i nuovicanali distributivi hanno fortemente ridotto i costi diduplicazione e di distribuzione dei contenuti digitali.Attraverso strumenti facilmente disponibili, chiunque puòcopiare e trasferire materiale altrui protetto dal dirittod’autore, diventando un “pubblicatore” di informazionisenza esserne l’autore e senza averne diritto. Ma, d’altrocanto, non bisogna dimenticare che Internet offre enormipossibilità anche ai privati di diffondere a costi moltoaccessibili i propri contenuti, trasformandosi in altrettantieditori e pubblicatori di informazioni.

L’uso diffuso dei network e il successo mondiale delwww hanno infatti determinato una straordinaria abbon-danza di contenuti in forma digitale offrendo una facilitàdi accesso fino ad ora sconosciuta. Creare, pubblicare,distribuire, usare e riusare informazioni, è divenuto nel-l’ultimo decennio, sempre più facile e sempre più veloce.L’aspetto positivo di questo fenomeno è l’arricchimentoche questa crescita esplosiva di conoscenza e informa-zione porta alla società nella sua interezza. L’aspettonegativo è dato dal fatto che questo arricchimento puòessere realizzato a scapito dei legittimi titolari dei diritti. La rete è una risorsa di informazione di grandezza e pro-fondità mai viste prima, ma è, al contempo, strumento diriproduzione e di diffusione di informazioni di straordi-naria capacità e capillarità. In questa duplicità sta l’op-portunità e il rischio che la rete rappresenta, ben sintetiz-zata dal National Research Council USA: “il www è unadelle più grandi biblioteche al mondo ma anche la piùgrande fotocopiatrice mai esistita“3.

Sicuramente il diritto d’autore, nato nell’Ottocento,sopravviverà, seppur opportunamente trasformato, anchealle sfide della rivoluzione digitale. I principi fondamen-tali espressi dalle norme sul diritto d’autore devono con-tinuare ad essere pienamente riconosciuti anche all’inter-no del mondo digitale. L’infrastruttura di rete ha in sé la promessa di rendere l’ac-cesso alle informazioni sempre più ampio e diffuso.Tuttavia la società tutta deve condividere la responsabili-tà di arrivare a quelle soluzioni che permettano al Paesedi beneficiare delle opportunità offerte dalla rete.Ed è per questo un mezzo che consentirà la creazione ela crescita di nuovi mercati solo se parallelamente potràessere garantita la tutela dei diritti di proprietà intellettua-le. In realtà non esiste una necessità di rifondare il siste-ma di tutela previsto attualmente dal nostro ordinamento,dato che risulta essere delineato in modo sufficientemen-te astratto per poter essere applicato anche in presenzadelle nuove tecnologie dell’informazione e della comu-nicazione. Ciò che veramente manca è una prassi con-solidata dell’applicazione delle norme al nuovo contestodi mercato. Occorrerebbe coinvolgere maggiormente neldibattito pubblico le amministrazioni della giustizia che,ad esempio, con riferimento alla proprietà industriale(brevetti, marchi, disegni e modelli), già sono d’accordonell’intraprendere azioni comuni di formazione deimagistrati sia in materia civile che in materia penale e chesentono l’esigenza di sostenere l’affermazione di una pre-valenza interpretativa che valuti come una priorità la tute-la dei diritti di proprietà industriale4.

Il processo di digitalizzazione ha permesso di ridurre itesti, le immagini ed il suono in un codice binario di “0”e di “1” raggruppati in bits e bytes che possono viaggiaresulle rete. Ovviamente questa trasformazione non svin-cola il contenuto dal diritto d’autore ad esso correlato,che deve essere gestito anche in questo nuovo contesto.La natura del diritto d’autore sui contenuti digitali scam-biati in rete non cambia; cambia, invece, la modalità digestione dei diritti che è costantemente condizionatadagli sviluppi della tecnologia. Questa necessità di adattamento non è nuova, ma si pre-senta ogni volta che si impone alla storia un’innovazionetecnologica. Ad esempio l’invenzione della stampa, deifonogrammi, della radio e della televisione, della trasmis-sione via cavo e via satellite, le VHS, i registratori, i CD, iDVD e non solo la rete, hanno, di fatto, influenzato laforma e la sostanza dei diritti di proprietà intellettuale. Lagestione della proprietà intellettuale sulla rete è solo l’ul-timo passaggio di questo lungo processo.

Il dibattito sulla proprietà intellettuale in Internet ha acqui-sito sempre maggiore importanza in quanto la rapida digi-talizzazione dei contenuti in corso e l’ampia diffusionedella rete stanno cambiando il mercato dei contenuti poi-ché, da una lato, offrono una straordinaria opportunitàpermettendo di raggiungere – con costi di distribuzionetrascurabili o nulli – un numero elevatissimo di clienti ma,dall’altro, hanno un impatto potenzialmente negativo peri titolari dei diritti d’autore. Infatti, sebbene una parte del-l’informazione sul www sia in effetti liberamente disponi-bile per l’uso, la copia e la trasmissione/condivisione, si staassistendo ad una sempre maggiore diffusione di conte-nuti digitali protetti da diritto d’autore senza che però que-sti diritti vengano riconosciuti.

L’entusiasmo suscitato dalla disponibilità di un così ampionumero di informazioni facilmente accessibili attraverso lanavigazione, ha in parte alimentato l’aspettativa generaliz-zata che anche i contenuti protetti da diritti potessero esse-re disponibili gratuitamente e in modo incontrollato. Datele capacità e le caratteristiche della rete, è essenziale che lanormativa sia definita e applicata in modo da assicurareche l’uso improprio delle tecnologie non vada a minare iprincipi base del diritto d’autore e i diritti connessi. Anchele tecnologie antecedenti alla rete, come ad esempio i regi-stratori, permettevano la copia da parte dei consumatori,tuttavia le copie erano disponibili in quantità limitate e la

Introduzione.Il dilemma digitale: cometrovare il giusto equilibrio tra diffusione dei contenuti e tutela della proprietàintellettuale nell’era di internet

■ Quando, negli anni ’90, il world wide web (www) si èdiffuso come fenomeno di rilevanza mondiale, si è assi-stito ad una profonda trasformazione di Internet da com-plessa infrastruttura tecnologica di accesso a network dif-fuso, che ha consentito alle comunità di tutto il mondo diconnettersi e scambiare informazioni. Mentre Internet, in-fatti, consentiva lo scambio di informazioni all’interno diuna comunità chiusa con diretta ed esclusiva conoscen-za delle fonti, il www ha rappresentato l’architettura logi-ca che in modo semplice ha reso accessibile l’informa-zione ad una vasta ed aperta comunità costituita da tuttigli utenti della rete. Internet e il www sono diventati glistrumenti attraverso cui milioni di persone in tutto il mon-do condividono e si scambiano idee, informazioni, benie servizi; quello che era nato come uno strumento di ri-cerca e un’infrastruttura militare è divenuto in breve tem-po il motore della cosiddetta “era digitale”, in cui lo scam-bio e la creazione di informazioni in tempi rapidi è ele-mento centrale.

L’informazione digitale ha cambiato radicalmente l’eco-nomia e il carattere della riproduzione dei contenuti. Lereti di PC hanno radicalmente cambiato l’economia e ilcarattere della distribuzione. E infine il www ha radical-mente cambiato l’economia e il carattere della pubblica-zione. La riproduzione e la distribuzione mettono leinformazioni a disposizione di quanti vogliono accedervisapendo dove tali informazioni risiedono. Tuttavia è lapubblicazione che rende disponibile la conoscenza, age-volandone la ricerca e la fruizione. Il www in quantorisorsa accessibile a tutti, funziona proprio come un veroe proprio strumento di pubblicazione fornendo all’utenteanche meccanismi di riproduzione e di distribuzione nonsenza un impatto significativo sulla tutela dei diritti d’au-tore.

11

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

[PRIMA PARTE]

3 cfr The Digital Dilemma: Intellectual Property and the Information Age,

National Research Council, USA 2003, pagg 22-81.4 Questa posizione è emersa nel corso della riunione dell’8 novembre

2004 del Comitato italo-francese anticontraffazione.

7 Il Peer-to-Peer è un modello di comunicazione nel quale ciascu-

na delle parti ha le stesse funzionalità e ognuna delle parti può ini-

ziare la sessione di comunicazione. Nel linguaggio corrente il ter-

mine Peer-to-Peer viene usato per descrivere le applicazioni con

le quali gli utenti possono, attraverso Internet, scambiarsi diretta-

mente file con gli altri utenti. In particolare, per quanto riguarda

Internet, Peer-to-Peer è un network che permette, ad un gruppo di

persone con lo stesso programma, di connettersi e accedere diret-

tamente alle risorse condivise. Napster, Gnutella, Kazaa sono

esempi di tali software.8 In realtà Internet è nato come un Peer-to-Peer. I singoli individui

si connettevano reciprocamente per condividere informazioni e

qualsiasi coppia di nodi poteva scambiarsi pacchetti di dati. Man

mano che la popolarità di Internet cresceva, si avvertiva la man-

canza di indirizzi IP e aumentavano le esigenze di sicurezza. Con-

seguentemente emergevano applicazioni e servizi basati su Internet

che mediavano la comunicazione e le transazioni sulla rete, ovve-

ro gli individui dovevano “recarsi” su un sito web per localizzare e

scaricare i file piuttosto che utilizzare tecniche Peer-to-Peer. Cfr In-

formation Technology Outlook, OECD 2002, pgg. 232-234.

Capitolo 1.Il ruolo della Rete e del Peer-to-Peer

1.1 La Rete: dalla collaborazione al business

■ La rivoluzione digitale in atto, rendendodisponibili i contenuti sempre e ovunqueindipendentemente da dove essi risiedano,consente di superare i limiti di luogo, tempoe spazio, che ne vincolano la distribuzione e la successiva fruizione

Ogni tecnologia di comunicazione ha avuto sino adora delle limitazioni legate alle modalità fisiche di tra-smissione nonché a valutazioni di redditività econo-mica. La rete consente di superare i vincoli di spazio,di tempo e di luogo derivanti dalla fisicità dei conte-nuti, rendendone possibile la fruizione ovunque.Il mondo fisico è, infatti, un limite sia ai canali didistribuzione sia alla quantità di contenuti. Lo spet-tro radio può trasportare solo una certa quantità distazioni ed il cavo solo una certa quantità di cana-li TV, e naturalmente ci sono solo 24 ore di pro-grammazione. Inoltre, nei negozi c’è spazio limita-to sugli scaffali per i CD, VHS, DVD, giochi; non cisono abbastanza sale cinematografiche per proiet-tare tutti i film disponibili, non abbastanza onde ra-dio per riprodurre tutta la musica. Dal punto di vista della redditività economica, ilvincolo alla diffusione dei contenuti deriva dallanecessità di trovare un bacino, fino ad ora fisico, diutenza interessata a quei contenuti. Si pensi al casodei film: perché un film venga proiettato nelle sale,il numero degli spettatori deve essere di almeno1.500 persone in due settimane; tale indicatore por-ta alla scelta di non proiettare i film in lingua origi-nale in paesi di lingua diversa. Ogni anno, ad esem-pio, l’industria cinematografica indiana producepiù di 800 film. In USA ci sono più di 1 milione e700 mila indiani ma distribuiti nel territorio e diconseguenza non esiste un bacino d’utenza fisico elocalizzato in grado di giustificare la distribuzionenelle sale; infatti, secondo i dati di Amazon il film“best seller” in lingua originale indiana “Lagaan:once upon a time in India” è stato proiettato in duesole sale cinematografiche in America ed è statouno dei pochissimi film indiani che sono entratinella distribuzione americana. Ad oggi e sempre di più nel futuro, dunque, graziead Internet, non sono più necessarie valutazioni re-

lative al bacino di utenza fisico perché un contenu-to sia realizzato e distribuito in modo economica-mente redditizio.

■ Grazie alla distribuzione dei contenuti inqualunque luogo, tempo e spazio, Internet èdivenuto un mezzo di comunicazione disuccesso, fondando le sue radici sulprincipio di collaborazione

La collaborazione è stata il principio ispiratore diInternet. L’obiettivo primario del progetto ARPA5,quello da cui Internet si è originato, era di facilita-re l’accesso ai computer da parte di diversi centri diricerca, ed era dettato principalmente dalla neces-sità di razionalizzare le scarse risorse disponibili;alla fine degli anni ’60, i computer erano ancoraenormi e costosissimi mainframe che, tra l’altro, uti-lizzavano sistemi operativi tra loro incompatibili.L’interesse nacque da una necessità di condivisionedelle risorse: si volevano collegare i computer dicirca trenta università in tutto il Paese dove si stu-diava informatica.Tutti i ricercatori coinvolti costituirono un gruppocomune che fu battezzato Network Working Group(NWG). Le riunioni del NWG assunsero subito untono assai informale e cooperativo; ogni idea, risor-sa e strumento che veniva elaborato da questi pri-mi utenti-creatori diventava immediatamente unarisorsa comune. Fu proprio per restare fedele a que-sto spirito comunitario che il gruppo decise di indi-care i documenti ufficiali con la locuzione Requestfor Comment, quasi a ribadire la possibilità perchiunque di proporre revisioni o modifiche.Internet, già dagli albori, si presentava come un si-stema non gerarchico, distribuito, e che mal si pre-stava ad essere controllato. Veniva utilizzato dai ri-cercatori universitari per condividere risorse, colla-borare e discutere. Era e sarebbe poi diventato unmezzo di comunicazione molto potente.Sebbene il successo di Arpanet nella comunitàscientifica avesse ampiamente dimostrato i vantag-gi apportati all’attività di ricerca dalle reti di co-municazione telematica, alla fine degli anni ’70soltanto 15 dipartimenti di informatica possedeva-no un nodo sulla rete. Così, nel 1979, tre studentidella Duke University e dell’università della NorthCarolina, entrambe escluse dal gruppo che avevaaccesso ad Arpanet, decisero di realizzare, al difuori del circuito ufficiale, un sistema con le stessefunzionalità che presto divenne lo strumento per laconversazione e lo scambio di idee. Ma l’elemen-

12 [PRIMA PARTE ]to differenziante rispetto all’esperienza di Arpanetfu che questa prassi si affermò anche per merito diun accordo con l’AT&T, operatore telefonico altempo monopolista. Secondo questo accordo,l’AT&T, nei cui laboratori era stato scritto il sistemaoperativo UNIX, concedeva UNIX gratuitamentealle università a patto che ogni arricchimento ap-portato al nucleo originale fosse reso disponibile atutti gli altri utenti.

■ Data la costante interazione tra l’introduzione di nuove tecnologie e la possibilità di sfruttarneeconomicamente l’uso, le nuovetecnologie hanno contribuito a generare nuovi modelli di business e di distribuzione

Internet e le nuove tecnologie, nate in un contestodi ricerca, in realtà hanno dato e daranno sempre dipiù un contributo sostanziale alla nascita di nuovimodelli di business, poiché si caratterizzano anchecome un nuovo canale distributivo e produttivo cheha già consentito lo sviluppo di nuovi mercati e lacrescita di nuovi servizi.L’industria, in alcuni settori, data la portata epocaledella rivoluzione in atto, non è ancora riuscita asfruttare a pieno e proficuamente le potenzialità delnuovo canale e delle nuove forme di distribuzione,riuscendo, solo di recente, a sviluppare modelli dibusiness basati sulla differenziazione della propriaofferta.Nell’offerta di musica si è compreso come il giustomix fra prezzo e differenziazione del prodotto pos-sono rendere un servizio attrattivo per il cliente fi-nale, come ha dimostrato un recente caso commer-ciale di successo. I fattori distintivi di questo nuovomodello di business sono stati: ampiezza della gam-ma di prodotti offerti (500.000 canzoni), interfacciasemplice, menu a la carte senza tariffe di sottoscri-zione (paghi quello che compri) e costo del singo-lo brano pari a 0,99 €; le canzoni possono esserescaricate e messe su un CD per farne un uso perso-nale e possono essere trasferite su un limitato nu-mero di personal computer. Nel primo anno sonostate vendute 70 milioni di canzoni in USA (equi-valenti per numero di brani musicali a circa 6 mi-lioni di CD), un risultato strabiliante se confrontatocon i sistemi di download a pagamento di musicalegale preesistenti che nello stesso periodo, hannovenduto 1 milione di canzoni. Il mercato potenziale a disposizione per questo eanaloghi sistemi di vendita legali è quindi ancoraenorme e tutto da esplorare6.

1.2 Il Peer-to-Peer: “Opportunità” e “Rischi”Il Peer-to-Peer come “opportunità di sviluppo”

■ Il Peer-to-Peer: una strutturadecentralizzata, non gerarchica, che consente di trasferire file direttamentetra utenti e dunque di aumentare la capacità di servizio delle reti, ma con un impatto sulla tutela del diritto d’autore

Sebbene il Peer-to-Peer file sharing7 sia un feno-meno relativamente nuovo, sta diventando uno deifattori più importanti nella distribuzione dei conte-nuti digitali. Insieme alle nuove tecnologie di com-pressione, e al sempre più diffuso accesso a bandalarga, questa tecnologia ha profonde implicazionitecniche sulle reti di comunicazione attuali e suquelle di nuova generazione. Essa sta influenzan-do profondamente anche il modo in cui le indu-strie tradizionali dell’intrattenimento operano.Il Peer-to-Peer è una struttura di comunicazione incui gli utenti interagiscono tra di loro senza passa-re attraverso un sistema centralizzato o gerarchico,trasferendo i file direttamente e senza la necessitàche un server centrale gestisca il traffico delle in-formazioni scambiate. Attraverso il Peer-to-Peer si possono scambiare infor-mazioni, contribuire a progetti condivisi o trasferire fi-le; esempi di Peer-to-Peer includono il trasferimentodei file, caching di dati, creazione di database, mes-sa a disposizione di capacità di elaborazione, ecc.8

Grazie al Peer-to-Peer i contenuti risiedono diretta-

13

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

5ARPA = Advanced Research Projects Agency, nata con un chiaro

obiettivo di ricerca come reazione USA al lancio di Sputnik dal-

l’Unione Sovietica nel 1957, rivolta non solo al mondo militare. 6 È il caso di iTunes Music Store (iTMS) di Apple.

12 “In Praise of P2P”, The Economist Technology Quarterly, 4 di-

cembre 2004.

13 Digital Broadband Content: the Online Computer and Videoga-

me Industry, DSTI/ICCP/IE(2004)13, OECD.

9 Information Technology Outlook, OECD 2004, pgg. 187-195.10 In base al Digital Millenium Copyright Act, nel 1999 la RIAA (Re-

cord Industry Association of America) ha avviato negli Stati Uniti

una causa contro Napster per violazione del copyright. Nel 2001

a Napster è stato ordinato dal tribunale di bloccare i file protetti

da copyright abusivamente scambiati attraverso i suoi server; dal

momento che Napster non poteva aderire a questa richiesta, il ser-

vizio è stato sospeso.11 Digital Broadband Content: Scientific Publishing, DSTI/ICCP/IE

(2004)11, OECD.

Un altro esempio in cui il Peer-to-Peer trova un’ap-plicazione commerciale di successo è quella del-l’industria dei giochi13.

■ Trymedia, una società che sviluppa software anti-pira-teria, offre circa 300 giochi legali sui sistemi Peer-to-Peercon un successo considerevole: 20 milioni di download in18 mesi.

Fonte: “P2P Gaming: Guerrilla Gameplay”, New Media Age, 23 Set-tembre 2003.

■ Kontiki: il Peer-to-Peer perrisolvere il problema delle risorsescarse

Kontiki deposita frammenti di file molto pesanti sui PCche fanno parte del network con l’obiettivo di incremen-tare le performance complessive della rete in termini distorage e di scambio di file, senza la necessità di un po-tente server centrale. Le efficienze che si stima possanoessere conseguite con questa tipologia di software consi-stono nella riduzione dei costi relativi a server e networkdal 70% al 90%.Di recente questo tipo di tecnologia è stata utilizzataanche da BBC. A fine settembre 2004 sono stati avviatii test di “Flexible TV” grazie al quale gli utenti potrannoaccedere alla programmazione dell’emittente britannicain differita. Il sistema si basa su una tecnica tipica delPeer-to-Peer; BBC utilizza i propri telespettatori – dota-ti di BBC Internet Media Player e del Dirac (un program-ma di codifica e decodifica open source sviluppato daBBC) – come veicolo di trasmissione via Internet. Ogniprogramma distribuito attraverso “Flexible TV” vienesegmentato in tanti spezzoni e ogni computer, su cui gi-ra BBC Internet Media Player insieme al Dirac, è in gra-do di condividere gli spezzoni con altri telespettatori. Inquesto modo non vi è alcun bisogno di appoggiarsi aiserver di BBC (con eventuali problemi di sovraccarico)visto che i programmi saranno disponibili direttamenteattraverso il network di “pari” (peers). L’obiettivo è diinstaurare, quindi, un circolo virtuoso che tende a cre-scere con il crescere del network: più spettatori sarannoattivi nel network attraverso i loro Internet media pla-yers, più rapida sarà la risposta del sistema nel suocomplesso, sia nella ricerca che nel recupero dei pro-grammi richiesti.

Alla luce di quanto sopra esposto, preme evidenziareche sebbene il punto di forza del Peer to Peer sia lacondivisione di sapere e risorse, non si può dimentica-re che la conoscenza esiste solo se coloro che ne sonoautori hanno la possibilità di tutelare la loro creazione.

■ Il Peer-to-Peer come fattore di “rischio”per i detentori dei diritti: la fruizioneillegale di contenuti protetti da diritto e lepossibili minacce alla privacy

Il Peer-to-Peer si basa su un sistema in grado di farcomunicare direttamente tutti gli utilizzatori con unminimo coordinamento centrale e in maniera sem-plice. Gli utenti all’interno di una comunità posso-no condividere i dati con libertà e flessibilità.

■ Anche il mondo della musica ha introdotto di recente al-cune interessanti sperimentazioni di software Peer-to-Peer:Tre tra le più importanti major a livello mondiale – UniversalMusic, Sony BMG e Warner Music Group – hanno deciso di lan-ciare un proprio servizio di file sharing, che offrirà il downloadlegale di brani dalla rete attraverso uno spazio sicuro in cuivendere e condividere musica, video e altri contenuti digitali,assicurando agli artisti e ai detentori del copyright un ade-guato compenso per ogni singolo file scambiato in rete.Shawn Fanning, fondatore di Napster nel 1999 ha lanciato unnuovo servizio che mira a trasformare in opportunità, per ca-se discografiche e artisti, il Peer-to-Peer introducendo un si-stema di riconoscimento e di gestione dei diritti digitali (Di-gital Rights Management*) che permette di diffondere deibrani a pagamento sulle stesse reti Peer-to-Peer. La societàdi Fanning propone alle case discografiche e ai produttori deisoftware Peer-to-Peer una tecnologia di identificazione deibrani di musica che, associata ad un sistema di gestione di-gitale dei diritti, permette di riconoscere e di filtrare i conte-nuti coperti da copyright che circolano sulle reti. Le case dis-cografiche e gli artisti possono gestire la distribuzione onlineattraverso il sistema del sito, che consente di stabilire regoledi fruizione per ogni traccia sonora.*In entrambi i casi l’intenzione non è quella di ignorare il fenome-no di scambio di file in Peer-to-Peer, troppo popolare e diffuso peressere semplicemente criminalizzato, ma di studiare soluzioniche ne valorizzino le potenzialità rendendolo un’attività legale.

Fonte: http://www.repubblica.it/online/lf_new_economy/927/927/ 927.html,http://www.pcself.com/primopiano/flash/news_item.asp?NewsID=285.

* Software lato server con strumenti lato client sviluppato per assi-curare una distribuzione sicura – e per disincentivare le distribuzio-ni illegali – di lavori protetti da diritti d’autore. La tecnologia DRMviene sviluppata come mezzo di protezione contro la pirateria infor-matica e lo scambio di materiale illegale. Per la discussione di det-taglio si veda la trattazione al capitolo 2.2 che segue.

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[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]mente sui PC degli utenti, consentendo dunque unacrescente capacità di archiviazione (storage) dei da-ti e di elaborazione; se dunque prima la memoria adisposizione era data da quella di “n” server, attra-verso questa modalità la capacità di elaborazione edistribuzione aumenta in maniera esponenziale9. Tuttavia, per le specifiche caratteristiche evidenzia-te soprattutto a causa della struttura decentralizza-ta che non prevede dei server centrali, e per il so-stanziale anonimato degli utenti, tale tecnologia haun profondo impatto sui diritti di proprietà intellet-tuale, sulla sicurezza, ecc. La riproduzione e con-divisione di file musicali protetti da diritto d’autoresu Napster10, per esempio, ha creato una serie diproblemi dal punto di vista dell’applicazione dellalegge, dovuti alla difficoltà di misurare e controlla-re i flussi di prodotti con valore commerciale.

■ Le “opportunità” del Peer-to-Peer:favorire la collaborazione attraverso la messa a disposizione di contenuti per consentire la condivisione della conoscenza

La ricerca scientifica è l’ambito in cui attualmen-te il file sharing sviluppa maggiori effetti. All’in-terno del mercato dei contenuti, il settore scienti-fico, tecnico e medico ha dimensioni molto rile-vanti (nel 2002 ammontava a 7 miliardi di dolla-ri) con un’incidenza pari al 56% (quasi 4 miliardidi USD), di cui 2/3 relativi a pubblicazioni tecni-che e scientifiche e 1/3 mediche. Di questo ma-teriale il 54% è disponibile in forma elettronica11

non solo a fini di conservazione ma anche e so-prattutto a fini di condivisione necessaria per ilcontinuo e progressivo miglioramento degli svi-luppi della scienza e della ricerca. Per citare soloun caso esemplare di cooperazione, basta ricor-dare gli esiti positivi della improvvisa e velocediffusione dell’epidemia della SARS, quando gliscienziati usarono database aperti e modelli disviluppo collaborativi per trovare in breve tempoil vaccino. La facilità di accesso e di condivisionein tempo reale del sapere garantisce non solo ul-teriori sviluppi nella conoscenza ma anche solu-

zioni in tempi brevissimi e inimmaginabili anco-ra fino a qualche decennio fa. Di seguito si cita un esempio di eccellenza, in cuila condivisione è il fattore critico di successo per losviluppo della conoscenza: l’Internet Archive12.

Inoltre, attraverso la rete ed il Peer-to-Peer è possi-bile sfruttare le risorse disponibili per svilupparestudi, analisi ed elaborazioni.Una prima applicazione all’interno del mondo del-la ricerca è il programma SETI@home.

■ Programma SETI@home per l’analisidei dati raccolti dal radio telescopioArecibo di Porto Rico

Questo programma, sviluppato dall’università di Berkeley, è unoscreen saver che si attiva quando il computer è inutilizzato epermette a SETI di sfruttare la capacità di processori privati; fi-no ad oggi ha attratto oltre 2,6 milioni di utenti, che hanno fi-nora “donato” oltre cinquecentomila anni di tempo di elabora-zione per la caccia all’intelligenza extraterrestre. Pur nella suaparticolarità, rappresenta un buon esempio di come, grazie al-l’adozione di software per il Peer-to-Peer, la potenza combinatadi capacità di elaborazione, non utilizzate, possa sorpassarequella normalmente disponibile con un sistema aziendale.

Sulla base del principio di condivisione di risorse stanno na-scendo delle applicazioni commerciali di software Peer-to-Peertese a sfruttare la dislocazione dell’archiviazione dei contenuti sudiversi PC-server all’interno della rete. Una volta a regime tale si-stema genererà un circolo virtuoso per cui al crescere del networkcrescerà anche la potenza del sistema nel suo complesso.

■ Internet Archive: il Peer-to-Peerperché la conoscenza non scompaia

Nata, senza fini di lucro, nel 1996 negli Stati Uniti e co-fondatada un imprenditore di San Francisco, Brewster Kahle, Internet Ar-chive è una biblioteca di contenuti digitali basata su un sistemadi distribuzione di contenuti in modalità Peer-to-Peer. L’obiettivoè di offrire un accesso permanente ai contenuti digitali di natu-ra pedagogico didattica, universitaria, culturale. L’accesso allabiblioteca digitale, che ad oggi conta più di 76.000 utilizzatori, èlibero; gli utenti non sono solo ricercatori ma anche studenti.Alla base dell’archivio ci sono 5 diversi sistemi di Peer-to-Peerche permettono la distribuzione di file audio e video senza in-correre in problemi legati alla capacità di banda, una capa-cità che solo una grande azienda potrebbe garantire.

14 [PRIMA PARTE ]

Capitolo 2.Il diritto d’autore, i diritticonnessi e la sfidadell’innovazione tecnologica

2.1 Le principali problematicherelative alla tutela del diritto d’autore e dei diritti connessi

■ La rivoluzione tecnologica in atto rendesempre più complesso l’equilibrio fra la tutela del diritto d’autore e dei diritticonnessi, e quella del diritto alla conoscenza

Le ragioni della tutela della proprietà intellettuale so-no ben sintetizzate nel primo paragrafo dell’art. 27dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uo-mo, dove si afferma che “ogni individuo ha diritto diprendere parte liberamente alla vita culturale dellacomunità, di godere delle arti e di partecipare al pro-gresso scientifico e ai suoi benefici”, e che “ogni in-dividuo ha diritto alla protezione degli interessi mo-rali e materiali derivanti da ogni produzione scienti-fica, letteraria e artistica di cui egli è l’autore.” Ad ar-monizzare la tutela di questi due interessi devonooperare il diritto d’autore e diritti connessi.Il diritto d’autore riconosce, dunque, al creatoredell’opera un diritto esclusivo. Alla scadenza di ta-le diritto, il lavoro diviene di dominio pubblico epuò essere liberamente utilizzato. La legge sul dirit-to d’autore è dunque tesa al bilanciamento degli in-teressi del singolo autore con quelli generali dellacollettività. Se infatti deve essere salvaguardato ildiritto allo sfruttamento economico dell’opera del-l’ingegno, deve essere altresì tutelato il beneficioche viene, alla società nella sua interezza, dallafruizione dei contenuti creati.L’effettivo esercizio di tale diritto, che si realizza at-traverso la regolazione ed il controllo delle copieche vengono tratte da un originale, è stato messo incrisi dalla digitalizzazione dei contenuti e dalla pro-duzione di contenuti originali in forma digitale. Nelprimo caso, da un originale possono essere tratte in-finite copie perfettamente identiche tra di loro e dif-ficilmente distinguibili, nel secondo caso addirittu-ra cade la possibilità di distinguere l’originale dallacopia. Il diritto d’autore dovrà perciò trovare nuovistrumenti di attuazione. Si tratta di un obiettivo dif-ficile da raggiungere per molteplici ragioni, tra lequali si evidenziano le seguenti:

• il rapido diffondersi delle tecnologie digitali con-sente modalità nuove di utilizzo dei contenuti ela conseguente nascita di conflitti tra detentori deldiritto d’autore e consumatori;

• la difficoltà di adattare i sistemi di protezione etutela del diritto d’autore tradizionali ai contenu-ti digitali immateriali, scambiati tra soggetti “chenon hanno contatti fisici” e spesso restano, anchetra di loro, anonimi;

• il progresso tecnologico amplia il raggio di diffu-sione dei contenuti digitali in modo esponenzia-le rendendo evidenti le possibili differenze fra latutela dei diritti d’autore e dei diritti connessi a li-vello nazionale ed internazionale;

• il progresso tecnologico ha inoltre interessato unasempre più ampia varietà di contenuti, nuovi ofruibili in modalità differenti;

• le nuove tecnologie hanno introdotto nuovi ele-menti nella catena del valore; di conseguenza gliinteressi in gioco, in riferimento alla tutela dei dirit-ti d’autore e dei diritti connessi, si sono sempre dipiù ampliati; non riguardano solo autori, editori,distributori tradizionali e consumatori ma anche, adesempio, fornitori di hardware e software, fornitoridi connettività, integratori tecnologici, ecc.

■ Le tecnologie digitali hanno cambiato il modo di fruizione della copia privata da parte dei consumatori

La legislazione sul diritto d’autore disciplina l’usoche viene fatto della copia privata, cioè della copiadi cui dispone chi fruisce legittimamente dei conte-nuti.Le tecnologie digitali, riducendo drasticamente icosti di produzione e di distribuzione, hanno postole condizioni per la diffusione e la proliferazione dicopie derivate da quelle originali perfettamenteidentiche ed in numero illimitato.La normativa vigente, condivisa peraltro a livellocomunitario e internazionale, è basata sul principioche la riproduzione delle copie è, di fatto, limitataad un certo numero e consentita per il solo uso per-sonale, non potendo tali copie essere messe in cir-colazione su larga scala, né raggiungere il pubbliconel suo insieme in alcun modo.Certamente la normativa non poteva prevedere chelo sviluppo delle tecnologie digitali avrebbe per-messo la diffusione e la proliferazione delle copiederivate dagli originali, garantendo allo stesso tem-po la qualità e l’assoluta similarità della copia conl’originale. La diffusione delle nuove tecnologie ha sbilanciatoil rapporto fra il consumatore, al quale la tecnolo-gia oggi offre una straordinaria possibilità di utiliz-zo e di legittima copia privata del prodotto acqui-

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[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]Tuttavia, l’architettura decentralizzata e l’impossibi-lità di controllo sui contenuti scambiati hanno fa-vorito la diffusione di comportamenti che implica-no la violazione del diritto d’autore e dei diritticonnessi.Uno dei problemi legati all’uso dei diversi sistemidi file-sharing è che spesso lo scambio e la diffu-sione dei contenuti avviene senza la necessaria au-torizzazione dei titolari dei diritti d’autore. Inoltre,le particolari caratteristiche dell’architettura di si-stema – di cui si è già detto sopra – rendono diffici-le l’individuazione dei responsabili di condotte il-lecite sanzionabili con provvedimenti giudiziari. Alriguardo, infatti, si evidenzia che l’immissione in re-te e la condivisione di materiale protetto da dirittod’autore ledono il diritto esclusivo di “comunica-zione al pubblico” riconosciuto all’autore dell’ope-ra dell’ingegno dall’art. 16 della legge n. 633/41,come previsto dal Dlgs. n. 68/2003.

■ Effetti “perversi” del file sharing di opere tutelate

Non esistono ancora stime attendibili sulla dimensione effet-tiva della pirateria on line attraverso il file sharing (così co-me confermato in tutte le audizioni).Esistono, invece, dati quantitativi complessivi sulla pirateriaaudiovisiva off line dai quali viene estrapolata anche una sti-ma indiretta di quanto avviene per i contenuti in rete. Secon-do la FAPAV (Federazione Anti Pirateria Audio Video), il dannocomplessivamente stimato per la pirateria di contenuti au-diovisivi, esclusa la musica, i videogiochi ed i programmi perelaboratore, ammonta a 800 milioni di euro all’anno. Il down-loading abusivo costituisce una percentuale non facilmentedeterminabile di questa cifra. Altrettanto difficile è distin-guere fra chi scarica dalla rete per uso personale e chi inve-ce lo fa per duplicare e distribuire illegalmente su CD o sullarete stessa i contenuti scaricati. In taluni casi, i film vengono scaricati per essere poi riprodottie moltiplicati in copie e distribuiti al pubblico attraverso cana-li fisici (legati alla criminalità organizzata) e telematici, dopoessere stati doppiati con la colonna sonora in lingua italiana.Di recente sono stati individuati siti Internet da cui è possibi-le ottenere, senza costi, i sottotitoli in lingua italiana dei filmdi maggiore successo del momento. Questo consente di porrein commercio i lungometraggi riprodotti su supporti pirata inlingua originale, rendendoli intelligibili al grande pubblicocon sottotitoli nella nostra lingua.Sulla base di stime effettuate secondo i criteri sopra indi-cati, comunicati dalla FAPAV, i film scaricati giornalmenteda Internet ammontano a circa 400.000-600.000. Di questi,secondo i dati elaborati sulla base della ricerca OTX_MPAA14,

16 [PRIMA PARTE ]

■ La tutela della privacy

Le applicazioni Peer-to-Peer sono utilizzate da uten-ti spesso non consapevoli che le funzioni di condi-visione insite dei programmi Peer-to-Peer possonoconsentire anche l’accesso da parte di terzi alle in-formazioni personali presenti su un PC. Anche se mancano dati affidabili su questo feno-meno, appare evidente che il produttore di softwa-re garantisca la sicurezza e avverta chiaramente gliutenti sui rischi connessi allo sharing mentre attual-mente non vengono adeguatamente informati. D’al-tro canto, i produttori di software Peer-to-Peer15 so-no poco motivati ad introdurre dei sistemi di prote-zione che potrebbero allarmare e disincentivare l’u-tente; l’attrattività del network, infatti, è strettamen-te legata alla quantità e disponibilità dei contenutistessi16.

il 32,4% dei files scaricati giornalmente è dato da opere ci-nematografiche, mentre il numero delle persone che effettua-no il download di file illegali in Italia è di 3,7 milioni. Di que-ste il 48% è consapevole che questa sia un’azione illegale.Alla luce di quanto detto è evidente che lo scaricamento difilm da Internet incide pesantemente sull’intera filiera. Unfilm scaricato da Internet e visto, ad esempio, da una fami-glia di 4 persone, ammesso che ciò sostituisca altrettanti at-ti di acquisto di biglietti cinematografici, di noleggio o di ac-quisto di abbonamenti pay-tv, sottrae ricavi alla vendita dibiglietti nei cinema e alla vendita o noleggio nell’home video,alla pay-tv e, indirettamente, al mercato televisivo in chiaro,in quanto ne riduce l’audience e abbassa il valore degli spa-zi pubblicitari.

Fonte: audizione FAPAV.

14 Motion Picture Association of America

15 Centre for Democracy & Technology, CDT Comments: FTC De-

cember 2004 Peer-to-Peer File-Sharing Workshop,15 Novembre

2004.16 Oltre alla possibile violazione della privacy, chi utilizza i servi-

zi di file sharing è anche soggetto agli attacchi di sistemi di spywa-

re che, installati sui PC ad insaputa dell’utente, ad esempio na-

scosti in alcuni programmi shareware come Kazaa o Morpheus,

raccolgono informazioni su una persona senza che questa ne sia

a conoscenza. Un altro caso sono gli adware, software gratuiti in

cui sono inserite delle pubblicità, di solito banner che rallentano

la navigazione. Infatti uno dei modelli di sfruttamento economico

più diffuso è l’inserimento di pubblicità nei computer degli utenti

attraverso accordi tra il produttore del software e le agenzie pub-

blicitarie.

20 Questa suddivisione trae origine da Stephen Siwek, Copyright In-

dustries in the U.S. Economy: The 2002 Report, http://www.ii-

pa.com/copyright_us_economy.html).

21 The Economics of Peer to Peer, A. de Fontenay - L. Pupillo, mi-

meo, Columbia Institute for Tele-Information, ottobre 2004.22 High Level Group on Digital Rights Managements, Final Report,

marzo-giugno 2004; confronta anche Commission Staff Working

Paper, Digital Rights, SEC (2002 197).

17 Acronimo per MPEG-1 Audio Layer III: tecnologia per la com-

pressione/decompressione dei file audio che consente di mante-

nere un’accettabile qualità, sviluppato dal Motion Picture Experts

Group nel 1998.18 Apparecchio che permette di registrare su un hard disk integra-

to trasmissioni televisive e via cavo.19 Confronta a questo proposito: Coming Soon: The Smut-Free DVD,

BBC News, April 8, 2004, disponibile su http://news.bbc.co.uk/

1/hi/business/3611969.stm, e Katie Dean, Much Ado About Smut-

Free DVD’s, Wired News 3 Giugno 2003.

radio, televisione e televisione via cavo. Più recen-temente vi rientra anche la produzione di software.La corretta introduzione di decisioni riguardanti ildiritto d’autore non può prescindere, tuttavia, dalleinsite diversità anche all’interno del mercato di ri-ferimento. Per esempio, la produzione e la distribu-zione di lavori di giornalismo differisce nei metodiutilizzati per musica o film, ma anche tra tv e cine-ma possono coesistere esigenze contrapposte – unofra tutti il tema delle finestre temporali (di seguitoapprofondito all’interno del capitolo 4.1).I settori “copyright related” producono beni o ser-vizi utilizzati congiuntamente ai contenuti protettida diritto d’autore ovvero i produttori di hardwaree software, gli ISP, i gestori di piattaforme di comu-nicazione mobile, ecc., un settore che dà all’eco-nomia un apporto rilevante non solo in termini dioccupazione e di produttività ma anche di innova-zione. Questi operatori, ciascuno con la peculiari-tà del proprio business, beneficiano dell’immissio-ne di contenuti all’interno delle loro reti e della pos-sibilità di trasferirli sui loro riproduttori (device); neconsegue che le loro posizioni sul tema del dirittod’autore siano a volte in contrasto con quelle dei ti-tolari dei diritti d’autore. In questo contesto, il legislatore deve individuare iconfini del diritto, alla luce della necessità di esplo-rare le relazioni e gli impatti indiretti della legisla-zione anche nei mercati correlati, complementario comunque vicini. D’altra parte, il beneficio eco-nomico non può prescindere dalla legittimità; gliinteressi economici non possono infatti calpestareil diritto di altri soggetti al riconoscimento dei com-pensi ad essi spettanti per le loro creazioni intel-lettuali.

■Una normativa solo repressiva non èidonea di per sé ad arrestare il fenomenodella pirateria, in ragione anche della impossibilità di perseguire tutte le violazioni, specie se non facilital’emergere di un mercato legale nell’ambito delle nuove tecnologie

A tale proposito va ricordato che il continuo svi-luppo delle tecnologie se, da un lato, rende semprepiù sicuri i sistemi di protezione, dall’altro determi-na lo sviluppo sempre più aggiornato dei sistemiper eludere dette misure. Per meglio comprendere gli effetti che una norma-tiva restrittiva può indurre sul mercato dei contenu-ti digitali, lato domanda e lato offerta, è necessarioun excursus sul già citato caso Napster.Napster è un esempio emblematico di come il mer-cato abbia dimostrato la capacità di reagire in tem-pi brevissimi ad ogni restrizione imposta.

La sentenza che dichiarò l’illegalità di Napster, eche di fatto sancì il passaggio dall’offerta di conte-nuti gratuiti all’offerta di contenuti a pagamento, sibasava sulla considerazione che il “sistema” Nap-ster prevedeva l’erogazione dei contenuti digitali daparte di un server centrale che fungeva da bancadati. Questo server è stato identificato legalmentecome soggetto dedito alla diffusione di contenuti il-legali e per questo bloccato.Dopo l’esperienza Napster e, in realtà, già prima del-la sentenza, sono andati diffondendosi altri networkdi file sharing basati su tecnologie più avanzate che,pur non comportando il passaggio da un server cen-trale e non gestendo il flusso di dati, prevedono lacondivisione ed il trasferimento di dati tra utenti sen-za conoscere il contenuto delle informazioni trasfe-rite né, in molti casi, l’identità degli utenti stessi.In questo modo si sono generati due effetti: il feno-meno del trasferimento illegale di contenuti digita-li non si è arginato, anzi è aumentato; si sono inol-tre venute a creare condizioni che riducono ulte-riormente lo spazio di repressione del fenomenocriminoso, poiché le nuove tecnologie Peer-to-Peernon consentono l’identificazione degli utenti21.L’obiettivo primario di una eventuale rivisitazionedella normativa sul diritto d’autore non potrà co-munque essere la sola repressione della violazionema dovrà soprattutto essere l’individuazione di mi-sure che favoriscano l’affermazione di condizioni“legali” di mercato.

2.2 Soluzioni tecnologiche per tutelare i titolari dei diritti d’autore

■ I DRM sono fondamentali per lo sviluppolegale del mercato dei contenuti digitali.Tuttavia la condizione necessaria perchél’effetto dei DRM sia positivo è che essi si basino su standard aperti, interoperabiliche consentano la facilità di fruizione al consumatore e livelli tecnici di sicurezzache li rendano concretamente efficaci22

Nato intorno alla metà degli anni Novanta, il DRMè una tecnologia che consente e garantisce il con-trollo della distribuzione di contenuti. L’obiettivo di

19

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]stato legalmente, ed il titolare dei diritti connessi,che sempre meno, ha la possibilità di gestire la dis-tribuzione del contenuto attraverso il controllo delsupporto fisico. I detentori dei diritti connessi, proprio attraverso ilcontrollo del supporto fisico, hanno sempre avutoun modo diretto, anche se non infallibile, di osta-colare la distribuzione illegale del contenuto. Inol-tre, prima della rivoluzione digitale, le copie leciteo illecite erano di qualità inferiore rispetto a quelleacquistate legalmente, rendendo quindi la copia il-lecita meno attrattiva. Alla luce sia della facilità di riproduzione che dellaqualità e della quantità delle riproduzioni possibili,la tutela dei diritti esclusivi degli autori e dei diritticonnessi di produttori e distributori e la contempo-ranea necessità di tutelare il diritto alla copia priva-ta in ambito digitale costituiscono uno degli aspettipiù complessi ed economicamente rilevanti dell’in-dustria dei contenuti. Le possibilità che ad oggi sihanno nell’utilizzo delle tecnologie sono conside-revoli ed in continua evoluzione. La sempre cre-scente capacità dei computer di processare dati, ar-chiviare informazioni, il rapido diffondersi del filesharing e la condivisione di contenuti, attraversonetwork basati su tecnologie Peer-to-Peer, facilitasia il commercio legale sia l’utilizzo, non autoriz-zato, di contenuti protetti da copyright e da diritticonnessi. Supporti digitali come lettori di MP317 of-frono al consumatore nuove alternative per archi-viare e ascoltare copie degli album acquistati. Ti-Vo18 e i relativi supporti di registrazione permettononegli USA di personalizzare il modo di vedere la te-levisione, scegliendo quando e cosa vedere, libe-rando gli utenti dalle costrizioni del palinsesto tele-visivo e dalle pubblicità. Altre funzionalità si stan-no diffondendo sul mercato dei DVD, permettendoediting e registrazione di film ed altro ancora19.Mentre, dunque, la digitalizzazione delle opere haallargato enormemente le opzioni di consumo, gliautori, i produttori, i distributori e gli altri titolari deidiritti connessi hanno cominciato a sperimentaresoluzioni tecnologiche per sviluppare un controllosu tali opzioni (sistemi di Digital Rights Manage-ment di cui si parlerà in seguito nel paragrafo 2.2 di

questo capitolo). Da ciò deriva che attività ormaiacquisite da parte del consumatore come, ad esem-pio, la duplicazione di musica/film/contenuti tele-visivi ad uso privato, potrebbero, nel futuro, doveressere autorizzate dal titolare dei diritti attraverso ilpagamento di un compenso addizionale (con lacontemporanea scomparsa del prelievo dei relatividiritti SIAE) o attraverso modelli di acquisto dei di-ritti limitati a precisi utilizzi che salvaguardino inogni caso il diritto alla copia privata.

■ I titolari del diritto d’autore e dei diritticonnessi e i legislatori si devono misurarecon un rilevante ostacolo alla tutela dei diritti: la transnazionalità di Internet

La facilità di replica e ridistribuzione dei contenutidigitali, agevolando l’istantaneità della distribuzio-ne a livello internazionale o globale dei contenutistessi, rende difficili le attività di controllo e di re-pressione di possibili violazioni del diritto d’autoree dei diritti connessi, attività che, se valide all’in-terno del limite territoriale di una nazione, perdonodi efficacia nello spazio transnazionale di Internet,caratterizzato dalla frammentazione e disomoge-neità delle leggi e dalla mancanza di un coordina-mento a livello mondiale.Ne consegue la necessità di uno sforzo coordinatoa livello internazionale per l’armonizzazione delleleggi sulla tutela del diritto d’autore nei vari paesi.

■ La normativa sul diritto d’autore ha impatto diretto sui produttori dicontenuti (“core copyright”) e indirettosull’indotto (“copyright related”).

Oggi, più che nel passato, revisioni delle leggi suldiritto d’autore possono creare effetti velocementetrasferibili in industrie e settori non direttamente co-involti nella tutela del diritto d’autore. Il dibattitosulla normativa relativa al diritto d’autore e sui di-ritti connessi deve necessariamente vedere la parte-cipazione e il coinvolgimento di tutte le parti inte-ressate.In particolare due sono le tipologie di settori suiquali le norme sul diritto d’autore hanno impatto:“core copyright” e “copyright related”20. I “core copyright” basano i loro ricavi direttamentesulla produzione o diffusione di contenuti protettida diritto d’autore. Tradizionalmente si tratta deisettori dei media e dell’intrattenimento (entertain-ment): giornalismo, letteratura, discografia, cinema,

18 [PRIMA PARTE ]

Il DRM porterà ad una innovazione dei rapporti traproduttori/distributori di contenuti e consumatori iquali avranno la possibilità di assumere un ruolopiù attivo ed una maggiore forza negoziale. Gliaspetti critici nel definire la nuova relazione pro-duttore-consumatore di contenuti riguarderanno:1) le modalità di accesso e la fruibilità del conte-

nuto: i DRM devono garantire i diritti attribuiti alconsumatore dalla legge sul diritto d’autore: il di-ritto alla copia privata (ad esempio di fare dellecopie per back up), la trasferibilità del contenu-to su apparecchi differenti, il prestito, la citazio-ne o l’estrazione di alcune parti e la rivendita delcontenuto stesso;

2) la tutela della privacy: i DRM hanno la poten-zialità di individuare, trasmettere e conservareampie quantità di dati riguardanti l’utilizzo per-sonale del contenuto; rappresentano in questomodo un sistema di monitoraggio dell’uso e con-

■ I diversi modelli di fruizione consentitidal DRM

• Pay per download: viene previsto un pagamento per ognidownload di file musicali o film; al file vengono associatialcuni diritti, ad esempio il diritto di riproduzione per unnumero limitato di volte o su un numero limitato di supporti

• Pay per use: il pagamento avviene per ogni utilizzo, non sifa più riferimento al download ma al semplice streaming

• Sottoscrizione: il pagamento avviene per una licenza d’usoper un periodo di tempo definito, se la sottoscrizione non èrinnovata la licenza scade automaticamente;

• Noleggio: il contenuto è noleggiato e può essere utilizzatoper un determinato periodo di tempo dopo il primo utilizzo,tale modalità corrisponde alla cosiddetta fruizione “on de-mand” utilizzata in particolare nella TV on line e nei mo-delli di business legati ai giochi (game on demand)

• Bundling o bouquet: il pagamento è riferito all’acquisto diuna serie di contenuti

• Superdistribution: è un modello che consente al consuma-tore di trasferire il contenuto anche ad altri utenti, attra-verso una gestione separata del contenuto e dei diritti deititolari.

• Preview: il contenuto può essere utilizzato per promuovernel’acquisto anche in rete (ad esempio il consumatore puòascoltare un brano una volta o più e poi decidere di com-prarlo)

Esiste infine un altro modello di applicazione di DRM per ilquale il contenuto viene tracciato quando viaggia in rete at-traverso un sistema di watermark.

INDICARE (Informed Dialogue about Consumer Acceptability of DRMSolutions in Europe), Digital Rights Management and Consumer Ac-ceptability, Rapporto della Commissione Europea, dicembre 2004.

sentono anche l’individuazione dell’utilizzatore; 3) la trasparenza: l’utilizzo dei DRM dovrebbe es-

sere comunicato con evidenza al consumatoreed in particolare dovrebbero essere comunicatechiaramente le limitazioni alle quali il prodottoè soggetto (ad esempio nel caso dei CD: l’im-possibilità di farne una copia privata o di essereletto da più apparecchi). Su questo punto la po-sizione dell’High Level Group è molto chiara inquanto viene fortemente auspicata l’introduzio-ne di sistemi “facili da usare” per i consumatori;

4) l’interoperabilità: è un requisito fondamentale. Isistemi DRM devono consentire l’utilizzo su di-verse piattaforme e apparecchi; inoltre va sem-pre salvaguardata la concorrenza evitando lapossibile dipendenza da un unico fornitore. An-che l’High Level Group (2004) si esprime chia-ramente a supporto di soluzioni interoperabili;

5) la flessibilità nei modelli di fruizione: i DRM con-sentono diversi modelli di utilizzo dei contenutia prezzi diversi, ad esempio l’offerta “a la carte”,la sottoscrizione, il prestito, la preview, la possi-bilità di cederlo a terzi.

Inoltre, sulla base del principio di diffusione e uti-lizzo a condizioni non discriminanti delle tecnolo-gie, non possono essere trascurate le speciali esi-genze dei consumatori diversamente abili. Né puòessere tralasciato il ruolo delle biblioteche, che nelloro compito di conservazione e diffusione dellaconoscenza, devono consentire il più ampio acces-so possibile dei cittadini al sapere. Da ultimo, deb-bono essere valutate con attenzione le esigenzedella scuola e delle comunità scientifiche, per lequali la diffusione e la condivisione della cono-scenza sono elementi fondamentali.

I DRM sono sistemi che hanno già trovato applica-zione nel mercato. Un esempio di eccellenza, giàprecedentemente citato, è il sistema di gestione deidiritti digitali sviluppato da Apple iTMS che con-sente una serie di azioni subordinate a delle limita-zioni come dalla figura che segue (Figura 2).

Le posizioni emerse nel corso delle audizioni dellaCommissione e confermate anche dagli studi inter-nazionali di settore, riconoscono che il DRM è unfattore di stimolo del mercato in quanto tutela i di-ritti della proprietà intellettuale, abilita a diversimodelli di pagamento, consente di stabilire diversilivelli di prezzo per differenti tipologie di consu-mo.In particolare i DRM devono soddisfare dei requisi-ti di base:• devono essere aperti ed interoperabili così da non

costituire una barriera per la circolazione dellemerci su diverse reti e devices

21

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]tali sistemi è quello di rispondere alla necessità didover affrontare il problema e l’opportunità delladistribuzione digitale in termini radicalmente diffe-renti rispetto al passato: non più e non solo sistemiantiduplicazione, ma sistemi che inibiscono l’usoillegittimo del contenuto lungo tutta la catena dis-tributiva, dalla produzione dei contenuti al clientefinale.Ad oggi, la maggior parte degli studi su questo ar-gomento è stata svolta considerando le prospettivespecifiche dei singoli soggetti (ad esempio policymaker, produttori di contenuti, operatori ICT, orga-ni che si occupano della definizione degli standardo enti di ricerca), anche se è mancata in parte unavisione a 360° della problematica e delle possibilisoluzioni.

■ Le iniziative europee sul tema DRM Negli ultimi dieci anni, la Commissione europea ha lanciatonumerose iniziative rivolte allo sviluppo di sistemi DRM perconsentire la gestione dei diritti d’autore relativi ai contenutidigitali.Il 19 luglio 1995 viene pubblicato il Libro Verde sul Dirittod’autore ed i diritti connessi nella Società dell’Informazione incui si sottolinea la necessità di adattare le norme che disci-plinano la diffusione dei nuovi prodotti e servizi digitali.In seguito alle consultazioni successive con i soggetti inte-ressati, il 20 novembre 1996, la Commissione Europea pre-senta un documento integrativo al Libro Verde dove, pur riba-dendo il tradizionale ruolo dell’Europa nella difesa del dirittod’autore, si sostiene che la digitalizzazione non genera solo ri-schi per i titolari dei diritti, ma, allo stesso tempo, offre mo-dalità di controllo delle violazioni attraverso gli strumenti diaccesso controllati, l’identificazione degli utilizzatori e degliapparecchi contro la copia e altri sistemi di protezione.Il 28 gennaio 1998 viene presentata una proposta al Parlamen-to Europeo e al Consiglio Direttivo sull’armonizzazione di certiaspetti legati al diritto d’autore nella Società dell’Informazione.Il 20 maggio 2001 il Parlamento Europeo ed il Consiglio adot-tano la direttiva sul Copyright, che definisce il quadro nor-mativo in cui il DRM deve essere regolamentato e sviluppato.La Direttiva invita gli Stati Membri a promuovere l’uso di mi-sure di protezione volontarie dei diritti d’autore, incoraggian-do l’interoperabilità e la compatibilità di tutti i sistemi.Sulla base della Direttiva sul Copyright sono stati organizza-ti una serie di workshop, con l’obiettivo di riunire intorno adun tavolo i rappresentanti di tutti gli attori coinvolti: le indu-strie che sviluppano nuove tecnologie, i titolari dei dirittid’autore, i consumatori e le altre parti interessate (ad esem-pio le collecting society).

INDICARE (Informed Dialogue about Consumer Acceptability of DRMSolutions in Europe), Digital Rights Management and Consumer Ac-ceptability, Rapporto della Commissione Europea, dicembre 2004.

In Europa si fa riferimento alla Direttiva sul Copy-right (2001/29. artt. 6 e 7) ed in particolare all’art.6 comma 3 dove vengono definite le “misure tec-nologiche”:“Ai fini della presente direttiva, per “misure tec-nologiche” si intendono tutte le tecnologie, i dis-positivi o componenti che, nel normale corso delloro funzionamento, sono destinati a impedire olimitare atti, su opere o altri materiali protetti, nonautorizzati dal titolare del diritto d’autore o deldiritto connesso al diritto d’autore, così come pre-visto dalla legge o dal diritto sui generis previstoal capitolo III della direttiva 96/9/CE. Le misuretecnologiche sono considerate “efficaci” nel casoin cui l’uso dell’opera o di altro materiale protet-to sia controllato dai titolari tramite l’applicazio-ne di un controllo di accesso o di un procedi-mento di protezione, quale la cifratura, la distor-sione o qualsiasi altra trasformazione dell’opera odi altro materiale protetto, o di un meccanismo dicontrollo delle copie, che realizza l’obiettivo diprotezione”.La rivoluzione tecnologica ha profondamente mo-dificato le modalità di protezione dei diritti d’au-tore e dei diritti connessi: se in origine infatti l’o-pera coincideva con il supporto/oggetto e, quindi,il diritto d’autore e i diritti connessi erano garanti-ti dalla vendita o dalla cessione volontaria del-l’oggetto, oggi invece ciò che si tende a commer-cializzare non è più la copia dell’opera, bensì ildiritto d’accesso e le modalità di utilizzo dell’ope-ra stessa. Con le tecnologie digitali, il paradigma è cambiatoradicalmente: dalla necessità di vietare la duplica-zione del contenuto si è passati a regolarne tecno-logicamente l’accesso, indipendentemente dallemodalità di riproduzione.In questo contesto, il DRM ha tre principali fun-zioni:• abilita alla fruizione dei contenuti digitali indi-

cando quali sono i diritti dei titolari;• protegge tecnicamente contro un utilizzo non

consentito dei contenuti, impedendo le attivitànon previste;

• abilita al pagamento prevedendo diversi modellidi fruizione.

Tra le funzionalità dei sistemi DRM sono compresela cifratura dei contenuti e la distribuzione, a paga-mento, delle chiavi di apertura e la tracciatura deicontenuti che viaggiano in rete attraverso un siste-ma di marcatura (watermark) che identifica le co-pie.

20 [PRIMA PARTE ]

24 Lawrence Lessig, Free Culture, New York, 2004.

23 La normativa sulla copia privata, già presente da molti anni nel-

le legislazioni di diversi paesi, è stata introdotta in Italia dalla L.

5/2/1992, n. 93 e modificata con adattamento agli standard medi

vigenti in Europa, con il D.lgs n.68/2003, di trasposizione della Di-

rettiva UE 2001/29/CE.

dividere e utilizzare contenuti alle stesse con-dizioni già accordate (combinazione di unadelle tre precedenti opzioni – attribution, noncommercial, no derivative works e share like).

Lessig ha, fra i primi, utilizzato questo tipo diprotezione per la tutela del suo testo “Free cul-ture” realizzato nel 2004 ed ha inoltre fondatoun sito Internet al quale qualsiasi autore puòmandare un libro, che sarà poi distribuito gra-tuitamente sotto queste forme di tutela.

■ Una modalità di fruizione in “pubblicodominio”: uno strumento per favorire la diffusione della cultura e la digitalizzazione, ma anche una possibileleva per il successivo sviluppo di contenuti a pagamento

La digitalizzazione e l’accesso a contenuti, i cui di-ritti si siano estinti o siano resi disponibili libera-mente per precisa volontà del titolare, potrebbe rap-presentare una leva del tutto nuova per la crescitaculturale del Paese. L’immissione in rete di conte-nuti culturalmente rilevanti e in pubblico dominiopotrebbe contribuire ulteriormente al processo didigitalizzazione in atto nel nostro Paese nonché at-tivare indirettamente il mercato dei contenuti digi-tali attraverso l’utilizzo della domanda pubblica.

■ Il progetto del CNR per l’applicazionedei Creative Commons

Il progetto sviluppato dal Dipartimento di Scienze giuridi-che di Torino e dall’Istituto di Elettronica e di Ingegneria del-l’Informazione del CNR (Ieiit) garantisce all’utente che na-viga in rete di essere informato sul corretto utilizzo di un fi-le musicale, un’immagine, un video o una pagina web, sen-za il rischio di incorrere nella violazione dei diritti d’autore.Le nuove licenze previste sono di sei tipologie diverse:• la prima prevede l’obbligatorietà di citare sempre il nome

dell’autore dell’opera;• la seconda sancisce il divieto di fare un uso a fini di lucro

del lavoro;• la terza aggiunge il divieto di modificare l’originale;• la quarta consente la commercializzazione dell’opera pre-

sa da internet e la produzione di opere derivate;• la quinta e la sesta garantiscono la possibilità di apporta-

te eventuali modifiche ma stabiliscono che la circolazionedell’opera avvenga con la stessa tipologia di licenza del-l’originale; la sesta prevede anche il divieto di utilizzare ilprodotto a fini commerciali.

Fonte: http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/scienza_e_tecnolo-gia/creative/creative/creative.html.

■ La gestione dei diritti digitali all’internodelle Università americane: un compromesso fra la diffusione della cultura e la liceità di utilizzo

La normativa statunitense ha affrontato le proble-matiche connesse all’educazione a distanza e alla

■ BBC Creative Archive: archivio perl’accesso ai contenuti di BBC in otticadi apprendimento, intrattenimento ecultura

L’attuale archivio di programmi BBC è di proprietà pubblicama è rimasto a lungo inaccessibile al pubblico in assenza diun canale distributivo a basso costo. Tramite tecnologia digi-tale, BBC potrà rendere disponibili i suoi programmi anche inpartnership con musei, librerie o produttori commerciali. La messa a disposizione dei file dovrà in ogni modo garanti-re la protezione dei diritti d’autore. Al momento del passaggiodi contenuti in archivio su supporti digitali, dovranno essereassociati una serie di dati relativi ai diritti di proprietà cheandranno poi a determinare le modalità di accesso e non sa-ranno consentiti gli usi commerciali. Sarà tuttavia possibilel’archiviazione sul proprio PC, l’elaborazione e la condivisio-ne, in modo da rendere i contenuti accessibili ad un gran nu-mero di utenti. L’Archivio sarà basato sul modello dei Creati-ve Commons già sviluppato in negli Stati Uniti. Attraversouna tale gestione di diritti si avvia un circolo virtuoso i cui ri-sultati mirano all’ampliamento del mercato

Fonte: BBC, http://www.bbc.co.uk/pressoffice/pressreleases/stories/2004/05_may/26/creative_archive.shtml

■ Google mette in rete milioni di libri

Google, il più famoso motore di ricerca mondiale, ha stipula-to un accordo con cinque delle principali biblioteche ameri-cane per digitalizzare e mettere a disposizione on line milionidi volumi, alcuni dei quali definiti di particolare pregio e ra-rità. Il progetto coinvolge le biblioteche universitarie di Har-vard (metterà a disposizione 40.000 volumi), Oxford e Stan-ford (metterà a disposizione 2 milioni di testi), quella dell’u-niversità del Michigan (fornirà 7 milioni di testi) e la New YorkPublic Library. Per la trasformazione dei testi dall’originaleformato cartaceo a quello digitale Google utilizzerà tecnologiadi sua proprietà. Dei contenuti protetti da copyright, il moto-re di ricerca fornirà soltanto l’indice, la bibliografia e alcuniestratti. Il processo potrebbe richiedere anni, ma è chiaro lostraordinario contributo che l’accesso ad una tale quantità dimateriale avrà per la comunità accademica.

Fonte: http://punto-informatico.it/p.asp?i=50840.

23

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

• devono rispondere al principio di neutralità tec-nologica, intesa come non discriminazione fraparticolari tecnologie

• non devono costituire restrizioni del mercato aprotezione di particolari interessi

• devono consentire la fruibilità del contenuto inmodo semplice, considerando le esigenze delconsumatore

• per essere efficaci, devono essere studiati e defi-niti spontaneamente dagli attori economici (i.e.nascere dal mercato) e non imposti per legge.

È inoltre stato evidenziato che un serio incentivo al-l’introduzione diffusa del DRM può essere rappre-sentato dalla progressiva riduzione dell’equo com-penso23 per copia privata conseguente alla progres-siva applicazione di DRM ai contenuti. Da ultimo,sarà opportuno prevedere azioni di stimolo e pro-mozione per favorire la nascita di DRM e la defini-zione di standard di identificazione e catalogazio-ne, anche in funzione del costo di sviluppo di talisistemi, che ad oggi non è compensato da un ritor-no sugli investimenti realizzati.

2.3 Diffusione dei contenuti digitalisenza sfruttamento economico

■ Lawrence Lessig ed i “Creative Commons”

I titolari dei diritti possono anche decidere di nonavvalersi, in tutto o in parte, del loro diritto di sfrut-

tamento dell’opera, consentendo che la stessa cir-coli più o meno liberamente.L’approccio dello studioso americano LawrenceLessig24 si propone l’obiettivo di cogliere al mas-simo grado le potenzialità di crescita della co-noscenza offerta dalla diffusione dei contenutidigitali. Le nuove modalità e regole nella frui-zione dei contenuti sono pertanto finalizzate aquesto obiettivo primario. In tale prospettiva Les-sig introduce “la protezione del diritto di trasfor-mazione”, ampliando, come conseguenza dellarivoluzione digitale, il concetto di proprietà in-tellettuale da diritto individuale a diritto “delI’in-dustria culturale”.In tale contesto è nata l’organizzazione “CreativeCommons”, il cui primo progetto risale a dicem-bre 2002 e il cui obiettivo è riutilizzare i diritti deiprivati per creare dei contenuti pubblici, fruibilidal maggior numero di soggetti possibile. Una li-cenza tipo “Creative Commons” di fatto non si-gnifica rinunciare al diritto d’autore, ma vuol di-re invece offrire alcuni dei propri diritti a chiun-que li richieda sotto determinate condizioni.L’iniziativa “Creative Commons” si basa sulladefinizione di quattro diverse possibilità di uti-lizzo di contenuti esistenti:• “attribution”: viene consentita la copia, la dis-

tribuzione e la diffusione dei propri contenuticon il solo vincolo di citarne la fonte (credits);

• “non commercial”: viene consentita la copia,la distribuzione e la diffusione dei propri con-tenuti per tutti gli usi che non siano commer-ciali;

• “no derivative works”: viene autorizzato l’uti-lizzo di contenuti derivati rispetto all’origina-le dietro il rilascio di un permesso specifico;

• “share like”: viene offerta la possibilità di con-

22

È possibile, ma solo su un massimo di 5 computer per volta. Ogni computer deve essere autorizzato tramite un codice identificativo dell’acquirente.

Impossibile.iTunes non consente la conversione dei brani acquistati su iTMS in un formato che consenta l’elusione deimeccanismi di controllo (DRM).

Figura 2: - ITMS e la gestione dei diritti digitali (DRM) – fonte Apple

È fisicamente possibile, ma i brani non possono essere ascoltati. Il solo modo di ascoltare i brani, codificati in formato AAC protetto, è quello di autorizzare il computer a riprodurre i brani acquistati da quel determinato utente. Un utente può autorizzare alla riproduzione dei propri brani un massimo di 5 computer.

Conversione dei braniin un diverso formatodigitale

Condivisione dell’ascolto dei brani su computercollegati in rete locale

Masterizzare su un CD i brani per ascoltarli su un qualunque lettore CD

Copiare/spedire i brani su un altrocomputer

È possibile, ma solo per un massimo di 7 volte. iTunes non permette di masterizzare una playlist di brani per più di 7 volte, se tale lista include anche unsolo brano acquistato su iTMS.

[PRIMA PARTE ]

Capitolo 3.Temi di riferimento del mercato dei contenutidigitali emersi nel corso delle audizioni

3.1 Mercato dei contenuti digitali

■ Il mercato dei contenuti digitali è un mercato in continua trasformazione,ma tutti concordano sulla grandepotenzialità del settore

La principale difficoltà che si incontra nel delinearel’evoluzione del mercato dei contenuti digitali e nelvalutarne le dimensioni consiste nel definire con pre-

cisione il perimetro di riferimento e gli attori principa-li, soprattutto a causa della continua innovazione siadi prodotti e servizi offerti, che dei modelli di businesssviluppati. Inoltre, la struttura stessa del mercato non èdi semplice definizione: essa si articola in molteplicifiliere, differenziate per tipologia di contenuto e perpiattaforma tecnologica/strumento di accesso.Emerge quindi la necessità di un’approssimazione, perla quale il mercato dei contenuti digitali è inteso, insenso lato, come l’intera catena del valore che partedai contenuti fino all’individuazione delle tecnologiedi accesso (Comunicazione, Media e Technology).All’interno di questo mercato i due attori principali sono:• i produttori di contenuti, le cui attività si suddivi-

dono in produzione vera e propria e confeziona-mento degli stessi;

• i fornitori di mezzi, che si suddividono in reti didistribuzione e tecnologie di accesso.

Il valore del mercato nel 2002 a livello mondiale èstato di 2.500 mld di € (Figura 3).

25

distribuzione in rete di materiale protetto da dirittod’autore con il “Technology, Education and Copy-right Harmonization Act” (il TEACH Act) approvatonel novembre 2002.

■ A lungo anticipato da insegnanti e dal mondo dell’edito-ria, il TEACH Act ridefinisce termini e condizioni secondo iquali alcuni istituti universitari, o comunque enti di forma-zione, possono utilizzare materiale protetto da diritto d’auto-re per la formazione a distanza attraverso siti web o altri stru-menti di diffusione digitale, senza il permesso del titolare deidiritti e senza dover pagare i diritti. Gli obiettivi che la riforma del TEACH ACT si propone sono du-plici:• chiarire le norme inerenti all’utilizzo di materiale protetto

da copyright nell’insegnamento a distanza e consentire aidocenti di utilizzare i materiali protetti;

• trovare un equilibrio tra la tutela degli interessi dei titola-ri dei diritti e quelli dei docenti ad utilizzare materiali pro-tetti nell’insegnamento a distanza.

Rispetto alla normativa precedente, la normativa del 2002prevede alcuni sviluppi:• permesso di “Display and Perform” (visualizzazione e ri-

produzione) che viene esteso ad una maggiore selezione diopere

• maggior numero di “postazioni riceventi” (receiving loca-tions) – la norma precedente infatti limitava l’uso dei ma-teriali all’aula scolastica o ad ambienti simili mentre lanuova legge non pone restrizioni di alcun tipo

• conservazione (storage) del contenuto trasmesso: possibi-lità di salvare copie dei materiali – inclusi quelli protetti -utilizzati per l’insegnamento a distanza. In particolare lalegge prevede la possibilità di conservare il materiale e direnderlo accessibile e consultabile dagli studenti per breviperiodi; a tal fine permette la copiatura o la conservazionedel materiale protetto

• digitalizzazione di opere analogiche: per agevolare le tra-smissioni digitali, ma solo nel caso in cui non esista già unformato digitale della stessa opera.

La forza e l’innovazione del TEACH Act non è stata soloquella di definire dei nuovi modelli e limiti all’utilizzo, maanche quella di individuare dei compiti precisi per chi de-ve conservare e consentire l’utilizzo dei materiali, inte-grando quindi la normativa all’interno della vita reale del-l’istituto. Di seguito, a titolo di esempio, riportiamo il dettaglio dei com-piti dei funzionari addetti all’informazione: • limitare l’accesso ai materiali protetti, esclusivamente agli

studenti iscritti nei limiti della tecnologia a disposizione,ad es. attraverso la creazione di un sistema che attui con-trolli tecnologici di accesso legati alle iscrizioni;

• effettuare controlli tecnologici sulla conservazione e sulladiffusione dei materiali protetti, attraverso l’adozione dimisure tecnologiche che impediscano sia di salvare i ma-

teriali per una durata temporale superiore alla sessione, siadi diffondere quelli protetti. A tal fine l’istituto deve monitorare i metodi di consegna, l’ac-cessibilità e l’effettiva possibilità per gli studenti di scarica-re e condividere i materiali;• evitare interferenze con le misure tecnologiche dei titolari

di copyright, in modo da garantire la fruibilità dei conte-nuti;

• definire un limite temporale per la conservazione a lungotermine. A riguardo la Sezione 112(f) permette agli istitutidi conservare copie delle trasmissioni digitali, purché nonvengano fatte altre copie all’infuori di quelle ammesse dal-la Sezione 110(2) e che tali copie vengano utilizzate esclu-sivamente per trasmissioni conformi alla stessa Sezione.

Analisi Centro Studi MIT,http://www.innovazione.gov.it/ita/news/centro_studi/cultura_digita-le/formazione/allegati/USA_Teach.ppt.

24 [PRIMA PARTE ]

[SECONDA PARTE]

Figura 3: Analisi del mercato Comunicazione, Media e Technology (CMT) per dimensione e player

Player

Valore MercatoAnno 2002 - Mld €

CONTENUTI MEZZI

Produzione Packaging Rete di Distribuzione Tecnologie di Accesso

970 38% 875 35% 695 27%

Fonte: Analisi BAH su fonti Idate, PWC, FMI

Il contributo allo sviluppo del mercato è differente aseconda dell’area di business analizzata, in particolare:• l’area contenuti pesa per il 38% sul totale, tutta-

via ha avuto un tasso di crescita costante fra il‘96 ed il ‘02 in linea con la crescita del PIL(3,9%);

• l’area delle reti di distribuzione ha contribuitoper il 35% al valore complessivo del mercato,con il tasso di crescita più importante fra le trearee individuate, pari a quasi il 16%;

• l’area delle tecnologie di accesso è quella che hail peso minore (27%) con, tuttavia, un tasso dicrescita importante, pari al 10,2% (Figura 4).

Il settore delle CMT (Comunicazione, Media eTechnology) è strategico per le nazioni, dato che,da un punto di vista economico, incide sul PIL perpercentuali che vanno dall’8% al 5%, con dei valo-ri differenti a seconda dei diversi paesi. In Italia èmolto sviluppato il segmento dei servizi di teleco-municazione, con un’incidenza seconda solo aquella del Regno Unito, mentre sono evidenti iritardi nel segmento della produzione di contenutidigitali veri e propri (Figura 5).Da questi dati è evidente che in Italia vi è uno sbi-lanciamento sui “mezzi” – reti di distribuzione etecnologie di accesso - mentre permane una fragili-tà sul lato dei “contenuti”, con un possibile conse-guente indebolimento della posizione dei puri edi-tori, il cui modello di business potrebbe esseresempre più imposto dai grandi provider.Anche a livello europeo è stata posta molta enfasi sullosviluppo del mercato dell’e-Content, tanto da rappre-sentare una delle 10 azioni suggerite dal nuovo pianodi rilancio dell’ICT a livello europeo espresso nel docu-mento Rethinking European ICT Agenda, per favorirel’aumento della competitività dei paesi europei. La strategia e-content europea può riassumersi nelloslogan “any content, anytime, anywhere, any plat-form” e ha l’obiettivo di rendere disponibile qualsiasi

tipo di contenuto su qualsiasi piattaforma, eliminandoqualsiasi barriera sia geografica sia temporale ed enfa-tizzando il concetto di convergenza fra le piattaforme.Tuttavia nel contesto internazionale, tutti i princi-pali attori di settore concordano nel definire il mer-cato dei contenuti digitali come un mercato daitassi di crescita importanti e dalle grandi potenzia-lità di sviluppo. Le linee evolutive possibili sonomolteplici e le previsioni di crescita sono moltoottimistiche: il Global Entertainment and MediaOutlook: 2004-2008, ad esempio, stima una cre-scita annua del 6,3% per i prossimi anni.

■ Esistono diverse modalità per la diffusionedei contenuti digitali e l’evoluzione è continua

Esistono diverse modalità di trasferimento e diffu-sione dei contenuti digitali in via telematica, fraqueste citiamo: il narrowband/broadband PC, latelevisione digitale ed il telefono cellulare.In particolare, considerando il narrowband/broad-band PC, esistono diversi strumenti per la diffusio-ne ed il trasferimento di contenuti:• i siti web, che possono essere definiti come portali

generalisti o siti tematici. In questo caso il ruolo deiprovider è, dal lato servizio, di fornire ospitalità alsito (hosting o housing) e di garantire l’accesso al sitodall’esterno; dal lato client, di fornire accesso allarete, sviluppando quindi un tipo di comunicazionepunto-multipunto (client-server). Il consumatoredeve solo avere accesso ad una connessioneInternet. I siti si prestano per loro natura allo svilup-po di attività e-commerce e allo scambio di idee,pensieri e opinioni attraverso strumenti che facilitinola comunicazione come le chat, i forum o i blog25;

26 [SECONDA PARTE ]

26 Peter Lyman and Hal R. Varian, How much information, 2003.

www.sims.berkeley.edu/research/projects/how-much-info-2003

• i sistemi Peer-to-Peer in cui i contenuti vengonoimmessi in rete, scambiati, generati, sviluppati efruiti indipendentemente dalla loro localizza-zione. Il ruolo del provider è di fornitore diaccesso. Nel Peer-to-Peer l’utente deve esseremunito di un software di file sharing.L’opportunità di un sistema Peer-to-Peer è lo svi-luppo di network collaborativi e la diffusione dicontenuti non protetti da diritto d’autore anchein modalità di dominio pubblico, in particolarea fini di ricerca scientifica. Come precedente-mente descritto il tentativo dell’industria oggi èdi sviluppare l’attività e-commerce anche sfrut-tando tali sistemi;

• la posta elettronica che consente una comunica-zione diretta fra il mittente ed il ricevente;

• i sistemi di Instant Messanger, per dialogare inmodo rapido on line e scambiare anche docu-menti.

Inoltre, nel nostro Paese, si stanno sviluppando, consuccesso, altre applicazioni per lo scambio di con-tenuti attraverso gli operatori di telecomunicazioni:gli MMS, gli SMS per trasferire suonerie e loghi. Ilmercato dei servizi a valore aggiunto (VAS) su mobi-le sta crescendo; secondo l’ultima ricercadell’Osservatorio Permanente sul Mobile promossodall’Osservatorio del Politecnico di Milano, il mer-cato dei servizi/contenuti veicolati tramite mobileammontava, in Italia, a circa 400 milioni di Euro nel2003, con una crescita del 61% rispetto al 2002. Peraltro è da sottolineare lo sviluppo della televi-sione digitale come un altro importante canale perla distribuzione di contenuti digitali, ad oggi inforte crescita, in cui l’Italia sta sperimentando nuovimodelli di fruizione e di business. L’evoluzione del Peer-to-Peer è stata fortementecondizionata dagli interventi normativi e giudiziari,attraverso i quali di volta in volta si è tentato di argi-nare la fruizione gratuita di contenuti protetti daldiritto d’autore. L’esempio per antonomasia è il giàcitato caso Napster.

■ Peer-to-Peer di prima generazione

Napster è nato come sito per la distribuzione gra-tuita di brani musicali, caratterizzato da una strut-tura client-server, con il server che mantiene la listadei file disponibili sui singoli nodi. Ogni volta cheun utente si connette o disconnette la lista è aggior-nata. Ogni utente è registrato. L’utente fa unarichiesta sul server centrale per trovare un file, rice-ve una lista di file disponibili e la loro localizzazio-ne nel network Peer-to-Peer e fa il download diret-tamente dal computer di un altro utente.Il server centrale consente di mettere in comunica-zione diretta tutti gli utilizzatori connessi alla rete;

indicizzare l’integralità delle risorse condivise; uti-lizzare un’unica porta d’accesso; definire un “pro-filo” per ciascun utente in base alla tipologia del-l’utilizzo che esso ne faceva.L’architettura basata su di un server centrale è, dun-que, efficiente per le ricerche; tuttavia la chiusuradel server implica la chiusura della rete, il percorsodei dati è tracciabile e l’utente è identificabile.Nell’anno 2000, la sentenza Napster ha posto fuorilegge, negli Stati Uniti, i sistemi “centralizzati” tra-mite i quali gli utilizzatori delle rete Internet poteva-no scaricare dal proprio computer i file di operetutelate da diritto d’autore. Una volta che Napster èstato chiuso, sono state studiate altre soluzioni perconsentire lo scambio di contenuti digitali senza lanecessità di passare da un server centrale (Figura 6).

■ Peer-to-Peer di seconda generazione

L’evoluzione successiva al modello Napster è stataquella di: Gnutella (Morpheus, Audiogalaxy),KaZaA, BitTorrent, eDonkey. In questi sistemi si pre-vede la connessione diretta: le ricerche si propaga-no tra gli utenti senza passare per nessun server opunto nodale. In questo caso vengono usate rela-zioni tra più utenti contemporaneamente e che ven-gono stabilite dai singoli nodi attraverso particolariprotocolli. Le risorse disponibili su ciascun nodovengono condivise in modo automatico verso glialtri nodi. La ricerca avviene in modo sequenzialesu ogni computer connesso in Peer-to-Peer. Le rispo-ste alle richieste vengono inviate da ciascun com-puter al richiedente, che localizza e scarica i file.L’architettura, non esistendo un sistema centrale, èintrinsecamente più robusta, la rete sopravviveanche se si elimina un nodo e se questo si compor-ta in modo anomalo. Il percorso dei dati rimaneancora tracciabile, gli utenti sono identificabili conoperazioni civetta ed intercettazioni.Il sistema ha avuto un successo considerevole, adesempio sulla rete Peer-to-Peer KaZaA sono condi-visi 5.000 terabyte di informazione, per un totale di600 milioni di file, con un valore medio di utenticollegati simultaneamente pari a circa 3 milioni dipersone26 (Figura 6).

■ Peer-to-Peer di terza generazione

Per evitare le intercettazioni attraverso utenti“civetta” si sono sviluppati software Peer-to-Peer diterza generazione come Mute, che vedono il loropunto di forza nella progressiva impossibilità diidentificare gli utenti.

27

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

Fonte: Analisi BAH su fonti Idate, PWC, FMI

Figura 4: Crescita del settore Comunicazione,Media e Technology (CMT)

3.000

2.500

2.000

1.500

1.000

500

0

Mld €

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002PIL mondo

10,2%

15,9%

3,9%

3,0%

Contenuti

Rete di distribuzione

Tecnologiedi accesso

Tasso di crescitamedio annuo

(CAGR) ’96-’92

Figura 5: Incidenza mercato CMT sul PIL – 2002

8,5%7,9%

6,3%

5,3% 5,1%

UK USA GERMANIA FRANCIA ITALIA

Contenuti

Reti di distribuzione

Tecnologie di accesso

Incidenza sul PIL%

Fonte: Analisi BAH su fonti Idate, PWC, FMI

2,3% 1,7%

3,2%

3,0%3,8%

2,4%1,7%

2,3%

2,3%

1,5%

1,9%

1,9%1,1%

3,0%

1,0%

25 Contrazione per web log; per blog si intende un sito o una se-

zione di esso dove gli utenti possono pubblicare i loro pensieri e

le loro riflessioni e tenerle aggiornate.

In questa architettura, le ricerche si propagano tragli utenti collegati senza passare per nessun servercentrale o nodo preferenziale, le comunicazionivengono cifrate con algoritmi crittografici militari;la comunicazione non è diretta (richiedente/forni-tore) ma i dati transitano su più nodi scelti casual-mente. Inoltre, l’identificazione dell’utente è difatto resa molto più complessa in quanto l’IP realeè sostituito da un indirizzo virtuale generatocasualmente.I punti di forza del nuovo sistema sono evidenti:comunicazioni cifrate, utenti anonimi, percorsicasuali su più nodi. Un utente “civetta” può vei-colare i dati che transitano sul suo PC ma non puòidentificare le parti coinvolte nello scambio.Insomma è chiara la garanzia di anonimato(Figura 6).I dati sul Peer-to-Peer ad oggi disponibili eviden-ziano come gli Stati Uniti siano il traino del feno-meno, che si sta propagando con le stesse modali-tà di Internet. L’incidenza di utenti Peer-to-Peersimultanei americani sul totale degli utenti deipaesi OCSE è, infatti, oggi pari al 55,4%, l’Italia siposiziona al sesto posto con un tasso di incidenzapari all’1,7%. Per contro l’incidenza degli utilizza-tori simultanei di Peer-to-Peer sul totale della popo-lazione è in Italia pari a 0,1%, al 17° posto nellagraduatoria OCSE27 (Tabella 1).

28 [SECONDA PARTE ]■ Come in tutti i mercati in fase di sviluppoe profondamente innovativi, si è originatauna evidente criticità: la pirateria, ovvero sia il commercio abusivo di copiecontraffatte di materiali protetti sia la diffusione telematica non autorizzatadi copie illegalmente realizzate

Il mercato dei contenuti digitali si trova, oggi, inuna fase di forte sviluppo non ancora completa-mente regolamentato, e come tutte le iniziative infase iniziale rischia di crescere in modo non orga-nico, privilegiando gli interessi di alcuni fra gli atto-ri e non quelli dei consumatori o delle imprese nelloro complesso. Gli operatori richiedono supportonella promozione dello sviluppo del mercato con lacreazione di un quadro regolamentare adeguato.Una criticità che potrebbe impedirne la crescita èla pirateria, che tutti gli operatori concordano nelcombattere, senza tuttavia penalizzare la diffusionedella rete e con l’obiettivo di raggiungere un giustobilanciamento fra il controllo e la libera diffusione.

■ Prima di elencare le diverse tipologie di pirateria è bene evidenziare una sostanziale differenza tra la pirateriarealizzata attraverso la rete (telematica) e quella off line.La pirateria attraverso la rete, infatti, non sempre viene sviluppata a fine di lucroin senso stretto, non vengono generatidirettamente ricavi monetari derivanti dai contenuti scambiati. La motivazioneeconomica alla sua origine è limitataall’intento di accedere gratuitamente ai contenuti, anche se talvolta (in molti casi)a scapito della qualità.

Di seguito vengono analizzate le principali formenelle quali si manifesta la pirateria, prendendocome esempio il caso dell’audiovisivo e conside-rando la fase di post produzione e di distribuzione,sia di natura non telematica sia telematica.Fase di post produzione:• copie realizzate attraverso la complicità di perso-

ne compiacenti, che operano nelle sale di dop-piaggio, negli stabilimenti di post-produzione,nelle sale cinematografiche, tramite l’uso diapparati di riproduzione. Tali copie vengono poivendute, distribuite, messe a disposizione.

Fase di distribuzione - pirateria non telematica:• pirateria back to back: duplicazione abusiva di

supporti da destinare al noleggio;• pirateria su scala commerciale: riproduzione e

smercio di supporti copiati posti in commercioattraverso un canale distributivo illegale costitui-

to, ad esempio, dai venditori ambulanti extra-comunitari. La contraffazione di videocassette edi DVD avviene spesso in centri specializzati chesono forniti di tecnologie costose e apparati inserie;

• pirateria televisiva: trasmissione illecita di operecinematografiche senza acquisirne i diritti;

• pirateria satellitare: ricezione parassitaria di emit-tenti televisive a pagamento attraverso la ricezio-ne abusiva e la ritrasmissione dei segnali o rea-lizzando smart card;

• public performance illecita: ritrasmissione di filmda parte di soggetti non autorizzati.

Distribuzione – diffusione telematica non autoriz-zata di copie abusivamente realizzate; • messa a disposizione illecita di contenuti protetti

da diritto d’autore senza previa acquisizione deidiritti o senza diritto alla distribuzione/diffusioneattraverso la pubblicazione su siti web o la messaa disposizione all’interno di reti Peer-to-Peer.

Secondo operatori e organizzazioni di categoria deititolari dei diritti, i dati sulla pirateria posizionanol’Italia al di sopra della media europea.Uno studio recente promosso dall’AmericanChamber of Commerce in Italy e realizzato daKPMG in collaborazione con associazioni di cate-goria dei settori dell’audiovideo, della musica, delsoftware, della moda e di altri prodotti di largo con-sumo, ha quantificato il danno economico patitodall’industria ed il mancato introito fiscale per loStato causati dalla pirateria e dalla contraffazione invalori estremamente significativi. Nel solo 2001 ilvalore complessivo del mercato del falso ammonta-va a 4,2 mld € mentre l’evasione dell’IVA era paria 1,5 Mld €.Di seguito vengono riportati alcuni dati specifici disettore:• in Italia il 25% del mercato della musica è nelle

mani della distribuzione che fa capo ad organiz-zazioni criminali; in questo senso l’Italia è, insie-me a Grecia e Spagna, tra gli Stati con un livellodi contraffazione superiore alla media europea(sotto il 10%);

• in Europa la contraffazione del software è eleva-tissima; l’Italia viene subito dopo la Grecia per illivello di pirateria (49%, ossia un software su 2),mentre la media europea è del 36% e negli USAil valore è pari al 22% - inoltre il tasso di pirate-ria sul software è in aumento (dal 47% oggi è al49%);

• la pirateria danneggia profondamente anche ilmondo del cinema: in Italia il giro di affari legatoalla produzione e vendita di DVD pirata ammon-ta a 20 milioni di pezzi l’anno.

A fronte di questi dati, in ogni caso, l’attività delleforze di polizia è particolarmente significativa: nel

29

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

Tabella 1: Distribuzione degli utenti Peer-to-Peersimultanei nei paesi OCSE, 2003

Percentuale sugli utilizzatori

Utenti P2P sul totale popolazione Sett.-Ott. 2003

1. Stati Uniti 55.42. Germania 10.23. Canada 8.04. Francia 7.85. Regno Unito 5.46. Italia 1.77. Spagna 1.18. Olanda 19. Australia 0.91

10. Belgio 0.811. Svezia 0.712. Giappone 0.713. Svizzera 0.614. Austria 0.515. Messico 0.316. Norvegia 0.317. Korea 0.218. Portogallo 0.219. Polonia 0.220. Finlandia 0.221. Danimarca 0.222. Nuova Zelanda 0.123. Irlanda 0.124. Ungheria 0.125. Grecia 0.126. Lussemburgo 0.0427. Repubblica Ceca 0.0428. Turchia 0.0329. Rep. Slovacca 0.0130. Islanda 0.01

Paesi OCSE 96.9

27 Cfr. OECD Information Technology Outlook, 2004. I dati sono

basati sulla rilevazione BigChampagne e considera gli utilizzatori

che sono collegati in un preciso istante (da questo l’aggettivo “si-

multanei”).

Figura 6: Esempi di architettura centrale e architettura distribuita

Architettura basata su un server centrale (es.Napster) Architettura distribuita (es. eDonkey)

P2P Node-1 P2P Node-2 P2P Node-3

Central Server

Centralizzato Decentralizzato

Fonte: Analisi BAH su fonti Idate, PWC, FMI

P2P Node-4 P2P Node-5 P2P Node-6

P2P Node-1 P2P Node-2 P2P Node-3

P2P Node-4 P2P Node-5 P2P Node-6

Search

Filetransfer

Search&

Transfer

1. Canada 1.22. Stati Uniti 0.93. Francia 0.64. Germania 0.65. Lussemburgo 0.46. Regno Unito 0.47. Svezia 0.48. Belgio 0.49. Svizzera 0.4

10. Austria 0.311. Olanda 0.312. Norvegia 0.313. Australia 0.214. Finlandia 0.215. Danimarca 0.216. Nuova Zelanda 0.217. Italia 0.118. Spagnia 0.119. Islanda 0.120. Portogallo 0.121. Irlanda 0.122. Giappone 0.123. Ungheria 0.0224. Polonia 0.0225. Grecia 0.0226. Korea 0.0227. Repubblica Ceca 0.0128. Messico 0.0129 Rep. Slovacca 0.0130. Turchia 0.00

Media OCSE 0.24

28 Vedi figura 5, capitolo 3.

2003 sono stati sequestrati complessivamente1.579 masterizzatori ad alta velocità (+69% rispet-to al 2002), oltre 1 milione e 200 mila cd musicalifalsi ed arrestate oltre 900 persone. Nei primi seimesi del 2004 sono stati già sequestrati oltre 750impianti e più di 900 mila CD falsi.

Come precedentemente evidenziato28, l’incidenzadel settore delle CMT sul PIL ha un impatto rile-vante sulle economie nazionali: in Italia essa è parial 5,1%, in UK all’8,5% mentre in USA pesa per il7,9%. La crescita del file sharing, che già oggi rap-presenta oltre il 70% del traffico totale delle rete,oltre ad avere un effetto trainante alla diffusionedelle nuove tecnologie, potrebbe influenzare signi-ficativamente l’intero settore delle CMT. La digitalizzazione consentirà sempre di più aiproduttori di contenuti di affiancare a ricavi pro-venienti da canali tradizionali quelli provenientidal mondo digitale; la possibilità di fruire di con-tenuti digitali in modo gratuito, infatti, aumenta ildesiderio di poter disporre di alcuni prodotti (adesempio quelli del cinema). Ciò che oggi rappre-senta un rischio potrebbe diventare domaniun’opportunità.Tuttavia per cogliere a pieno gli effetti benefici delfile sharing è necessario che questo sia in qualchemisura gestito con l’obiettivo di definire correttimodelli competitivi di fruizione, anche attraverso ilPeer-to-Peer, che consentano la corretta gestionedei diritti.

3.2 Posizioni sulla normativa e possibili sviluppi

L’insieme di norme che regolano il diritto d’autoreè relativamente recente.Una prima forma di tutela viene a svilupparsi inseguito all’invenzione della stampa nella tarda metàdel quindicesimo secolo a Venezia, sotto la forma di

■ Quanti hanno partecipato alle audizioni concordanonel definire l’opportunità del P2P in quanto stimolo al-la diffusione dell’alfabetizzazione digitale e dei conte-nuti digitali, pur con differenti accentuazioni: maggior-mente liberista quella degli operatori di telecomunicazio-ni, più garantista quella degli editori/produttori di conte-nuti, anche se entrambi sottolineano la necessità di unaopportuna regolamentazione e gestione dei diritti d’auto-re. (Per le posizioni di dettaglio si veda la tavola sinot-tica in allegato).

privilegio di stampa, concesso in una prima fase sooad editori e stampatori, e successivamente ancheall’autore, riconoscendo in questo modo l’importan-za del lavoro creativo e dello studio che portano allarealizzazione di un’opera. Il diritto sopracitato con-sisteva nella facoltà di prestare il proprio consensoalla pubblicazione della propria opera.Il sistema dei privilegi, in seguito debitamenteampliato, durò fino al diciottesimo secolo, periodoin cui si giunse all’emanazione di leggi più organi-che. La più antica è lo Statuto della Regina Anna(1709) che introdusse in Inghilterra il diritto allacopia, seguita dalla legge federale degli Stati Uniti(1790) e dalle leggi francesi rivoluzionarie del 1791e del 1793, in cui si riconobbe l’esistenza di unaproprietà artistica e letteraria.In Italia un primo decreto in materia fu emanato dalgoverno rivoluzionario piemontese nel 1799,seguito da una legge più completa, promulgata nel1801 nella repubblica Cisalpina.Successivamente il fervore legislativo sull’argomen-to continuò all’interno dei singoli stati della peniso-la; tuttavia fu proprio tale frammentazione a ren-dere le leggi quasi inutili per il loro limitato ambitodi applicazione.Per ovviare, almeno in parte, a tale inconveniente,la Toscana, lo Stato Sardo e l’Austria nel 1840 sti-pularono una convenzione per la protezione comu-ne del diritto d’autore.La prima legge italiana risale al 1865, subito dopol’unificazione della penisola, e poi, tradotta neltesto unico 19 settembre 1881 n. 1012, rimase invigore fino al 1925 quando venne sostituita da unanuova normativa.Attualmente il corpus normativo di riferimento èrappresentato dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 esuccessive modifiche ed integrazioni (da ultimo ildecreto legge 22 marzo 2004, n. 72, convertito inlegge 21 maggio 2004, n. 128), recante Protezionedel diritto d’autore e di altri diritti connessi al suoesercizio. Tale Legge, con il relativo regolamentodel 18 giugno 1942 n.1369, garantisce protezionesia agli autori dell’opera che ai legittimi “utilizzato-ri” di essa.La Legge tutela le opere dell’ingegno di caratterecreativo che appartengono alla letteratura, allamusica, alle arti figurative, all’architettura, al teatroed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo ola forma di espressione. Inoltre, sono protetti i pro-grammi per elaboratore in virtù della Convenzionedi Berna, nonché le banche di dati che – per la scel-ta o la disposizione del materiale – costituisconouna creazione intellettuale dell’autore. La normati-va italiana in tema di proprietà intellettuale ricono-sce all’autore i diritti patrimoniali ed i diritti moralisull’opera realizzata.

30 [SECONDA PARTE ]

Inoltre, disposizioni sul diritto d’autore si trovanonel nostro Codice Civile del 1942 agli articoli2575-2583.La normativa sopracitata ha subìto nel tempo suc-cessive integrazioni e modifiche, di cui alcuneancora in corso, a seguito della trasposizione dinumerose direttive UE. È infatti operante, presso ilMinistero per i beni e le attività culturali, ai sensidegli articoli 190 e 193 della legge n. 633 del1941, il Comitato Consultivo permanente per ildiritto d’autore, al cui interno è stata istituita indata 5 marzo 2004 una Commissione speciale perelaborare proposte ai fini della revisione e l’ag-giornamento della legge sul diritto d’autore.La Commissione Interministeriale sui contenutidigitali nell’era di Internet e il suddetto ComitatoConsultivo Permanente hanno congiuntamenteespresso il desiderio di condividere le evidenze diinteresse comune e di coordinarsi nello svolgimen-to dei lavori.

Attualmente il quadro normativo sul diritto d’auto-re risulta essere particolarmente complesso; leopere dell’ingegno di qualunque categoria, infatti,hanno la naturale tendenza alla diffusione chespesso supera i confini nazionali; si intrecciano per-tanto scenari internazionali con normative nazio-nali differenti. Nello schema riportato alla figura 7vengono indicati i principali provvedimenti adotta-ti in materia di diritto d’autore sia a livello interna-zionale che nazionale (Figura 7).

Come è noto, infatti, la protezione della proprietàintellettuale è assicurata da numerose convenzioniinternazionali. L’Organizzazione mondiale dellaproprietà intellettuale (OMPI) e più recentementel’Organizzazione mondiale del commercio (OMC)sono responsabili dell’attuazione di numerosi trat-tati e convenzioni a livello internazionale. La primaconvenzione, la Convenzione di Parigi per la pro-tezione della proprietà industriale, risale al 1883 eda allora sono stati firmati svariati trattati ed atticonvenzionali che coprono parecchi aspetti dellaprotezione della proprietà intellettuale quali la pro-tezione delle opere letterarie ed artistiche(Convenzione di Berna) e la protezione degli artistiinterpreti o esecutori, dei produttori di fonogrammie degli organismi di radiodiffusione (Convenzionedi Roma). La stipula dell’accordo sugli aspetti dellaproprietà intellettuale che riguarda il commercio(l’accordo ADPIC) da parte dei membri dell’OMCnel 1996 in occasione della conclusione del cicloUruguay, sottolinea l’importanza della protezionedella proprietà intellettuale nel commercio. In materia di diritti d’autore e di diritti connessi, laprima direttiva adottata (dicembre 1986) riguardavala tutela giuridica delle topografie dei prodotti asemiconduttori. Successivamente la Commissioneha esaminato, in un Libro verde del 1988 avente pertema il diritto di autore e le sfide tecnologiche, i pro-blemi più urgenti che richiedevano un’azioneimmediata sul piano comunitario per affrontare l’e-mergenza delle nuove tecnologie. Nel dicembre

31

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

Convenzione di Parigi per la protezione della proprietà industriale

Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed artistiche

Direttiva 2001/29/CE sul diritto d’autore

e i diritti connessi nellasocietà

dell’informazione

D.lgs 68/2003 D.lgs518/1992

Legge 633/41 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti concessi al suo esercizio e suo aggiornamento

L’iter parlamentare di revisione del decreto Urbani non è ancora stato completato

D.lgs373/2000 D.lgs70/2003 “Decreto Urbani”, Legge 128/2004

Direttiva 91/250/CE relativa alla tutela

giuridica dei programmi perelaboratore

Direttiva 98/84/CE relativa alla tutela

dei servizi ad accesso condizionato

Direttiva 2000/31/CE relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi

della società dell’informazione nel mercato interno, con particolareriferimento al commercio elettronico

Direttiva IPREnforcement 2004/48/CE1

Figura 7: Quadro normativo sul diritto d’autore

Mondo

Italia

Unione europea

1 Non ancora recepita nell’ordinamento italiano

Fonte: Relazione Informativa, DIT

WTO – Accordi TRIPSAccordo sugli aspetti dei diritti di proprietà

intellettuale attinenti al commercio(ADPIC, TRIPS in inglese)

Sistema di Trattati WIPOTrattato sul diritto d’autore

Trattato sulle interpretazoni ed esecuzionie sui fonogrammi

PROVVEDIMENTO COMUNITARIODecisione del Consiglio, del 16 marzo 2000, relativa all’approvazione, in nome

della Comunità europea, del trattato WIPO sul diritto d’autore e del trattatoWIPO sulle interpretazioni ed esecuzioni e sui fonogrammi.

1990, la Commissione Europea adottava una comu-nicazione sul seguito da dare al Libro verde del1988 nella quale figurava anche il suo programmadi lavoro in materia. Negli anni successivi laComunità Europea ha adottato una normativa armo-nizzata che ha privilegiato i casi in cui la disomo-geneità normativa tra gli Stati membri nella prote-zione dei diritti d’autore o l’incertezza normativadissuadevano dall’utilizzazione economica di que-sti diritti in alcuni territori. Lo sforzo legislativo dellaCommissione si è concentrato in particolare sullatutela giuridica dei programmi per elaboratore edelle banche dati, sulla radiodiffusione via satellitee la ritrasmissione via cavo, sui diritti di noleggio edi prestito, su alcuni diritti connessi e sulla duratadella protezione d’autore. Quest’opera d’armoniz-zazione, che ha garantito un livello rilevato e com-parabile di tutela del diritto d’autore in tutti gli Statimembri, ha creato un contesto favorevole per leinnovazioni e la creatività, pur facilitando l’utilizza-zione commerciale di questi diritti in tutto il territo-rio comunitario. Nel 1996, la Commissione ha pre-sentato una proposta di direttiva tesa ad armonizza-re i sistemi nazionali in materia di diritto di seguitodi un’opera d’arte originale; la proposta è statamodificata nel marzo 1998. Nel novembre 1996, laCommissione ha approvato una comunicazione sulseguito di un secondo Libro verde sui diritti d’auto-re e i diritti connessi nella società dell’informazione.La comunicazione presenta i risultati della consulta-zione svolta presso gli ambienti interessati e propo-ne, in particolare, una serie di iniziative legislativenecessarie per instaurare regole del gioco eque chedisciplinino la protezione del diritto d’autore nelmercato unico. Una prima iniziativa è stata l’ado-zione, ad opera della Commissione, di una direttivasui diritti d’autore e i diritti connessi nella societàdell’informazione la quale mira ad adeguare lalegislazione sui diritti d’autore e i diritti connessiall’evoluzione tecnologica e, più particolarmentealla società dell’informazione; una seconda iniziati-va è stata il recepimento a livello comunitario deinuovi Trattati internazionali adottati in materia(“Trattato sul diritto d’autore”, “Trattato sulle inter-pretazioni di esecuzioni e sui fonogrammi”) neldicembre 1996 dall’Organizzazione mondiale dellaproprietà intellettuale (OMPI/WIPO). Nel frattempo la contraffazione e la pirateria sonodivenute un fenomeno internazionale con conside-revoli conseguenze sul piano economico e sociale.Al fine di affrontare tale fenomeno, la Commissioneha presentato nell’ottobre del 1998 un Libro verdesulla lotta alla contraffazione e la pirateria nel mer-cato interno, al fine di avviare un dibattito su taletema con gli ambienti interessati. Tale consultazio-ne ha consentito di confermare le disparità esisten-

ti fra i regimi nazionali sui diritti di proprietà intel-lettuale, aventi effetti pregiudizievoli sul buon fun-zionamento del mercato interno. In esito a tale con-sultazione la Commissione ha presentato, nelnovembre del 2000, una comunicazione sugli svi-luppi del Libro verde, proponendo un piano d’a-zione volto a migliorare e a potenziare la lotta con-tro la contraffazione e la pirateria È in tale quadroche si colloca la direttiva relativa alle misure e alleprocedure miranti a garantire il rispetto dei dirittidella proprietà intellettuale, adottata nell’aprile del2004, con la quale si intendono determinare con-dizioni di parità per l’applicazione dei diritti di pro-prietà intellettuale nei vari Stati membri, proponen-do misure di esecuzione in tutta l’Unione (permaggiore dettaglio si veda l’allegato 2).Il nostro Paese si è fatto osservatore sempre piùattento delle problematiche legate al mondo dellaproprietà intellettuale. Si registra, infatti, una cre-scente sensibilità al fenomeno della contraffazionee di altre forme di pirateria da parte degli addetti ailavori, sia per la necessità di adeguarsi alle diretti-ve comunitarie che regolamentano in manieracompleta e globale il settore della comunicazione edei media, sia perché gli interessi economici legatia questi ultimi hanno ormai acquistato un pesosempre più importante all’interno di ciascuno statodell’UE. Dal punto di vista legislativo sono stati compiutinumerosi sforzi, a partire dalla Legge 18 agosto2000, n. 248 (che prevede apposite misure di con-trasto alla violazione del diritto d’autore e dei dirit-ti connessi) fino all’approvazione, in data 9 aprile2003, di due decreti legislativi di recepimento dialtrettante Direttive Europee.In particolare, il decreto legislativo n. 68/2003 harecepito la Direttiva Copyright (29/2001); in essoviene riconosciuto espressamente agli autori undiritto esclusivo ad autorizzare o vietare qualsiasicomunicazione al pubblico delle opere originali odelle copie; inoltre, vengono armonizzate le normein tema di distribuzione delle opere ed inserito ilprincipio del riconoscimento di un equo indenniz-zo all’autore in caso di copia dell’opera, nonchéviene rafforzata la tutela dei diritti di riproduzione,del diritto di comunicazione al pubblico e quello didistribuzione. Il decreto legislativo n. 70/2003,invece, ha recepito la Direttiva sul commercio elet-tronico n. 31/2000, dando attuazione alle disposi-zioni comunitarie per l’adozione di regole uniformiper il commercio elettronico nel mercato interno,per sua natura senza frontiere, al fine di assicurarela libera prestazione dei servizi on line. In talmodo, si fornisce una base comune di regole a tuttele transazioni in cui la negoziazione degli accordiavviene senza la presenza fisica dei contraenti, pre-

32 [SECONDA PARTE ]vedendo procedure trasparenti che consentonoanche costi di produzione minori e accrescono lafiducia dei consumatori nei contratti telematici. Non è stata invece ancora recepita (la delega è con-tenuta nel disegno di legge comunitaria 2004,attualmente all’esame del Senato della Repubblica)la Direttiva sull’applicazione del diritto di proprie-tà intellettuale e industriale (cd. Direttiva “enforce-ment”) secondo la quale gli Stati europei dovrannoindividuare un insieme di misure e procedure per“dissuadere” dall’attuazione di tali illecite condot-te, nonché altri rimedi proporzionati (ai danni subitidalla controparte), chi compie operazioni di con-traffazione o di violazione dei diritti di proprietàintellettuale.Nel contesto italiano, il decreto legge 22 marzo2004, n. 72, convertito dall’art. 1 della legge 21maggio 2004, n. 128 (c.d. legge Urbani), ha avuto ilmerito di sottoporre all’attualità politica il temadella necessità di contrastare la diffusione telemati-ca abusiva di materiale audiovisivo e ha ribadito ilprincipio secondo il quale Internet non può essereuna zona franca aperta alle violazioni del dirittod’autore.In sintesi, il decreto legge 22 marzo 2004, n. 72prevede all’articolo 1, come sostituito dalla relativalegge di conversione, quanto segue:• l’obbligo, da parte di coloro che mettono a dis-

posizione sul web (la norma parla di “immissio-ne in un sistema di reti telematiche”) opere del-l’ingegno (di qualsiasi natura), di comunicare al-l’utente, con idoneo avviso di adeguata visibilitàdi aver assolto gli obblighi di legge in materia diprotezione di diritto d’autore, unitamente all’in-dicazione delle violazioni specifiche e delle rela-tive sanzioni previste dalla normativa. Il legisla-tore si è così adeguato ai principi di ispirazionecomunitaria che favoriscono una diffusione lega-le, controllata e consapevole delle opere dell’in-gegno tramite rete;

• una modifica dell’art. 171 ter della legge sul di-ritto d’autore, mediante la sostituzione della lo-cuzione “a scopo di lucro” con quella per “trarneprofitto”. Siffatta modifica terminologica avevagià interessato la formulazione dell’art. 171 bisinerente la fattispecie della duplicazione illegaledi software. L’espressione “per trarne profitto”dota la norma incriminatrice di una più ampia de-finizione della condotta penalmente rilevante,che non gravita più attorno al concetto mera-mente lucrativo (arricchimento del reo), ma orapuò ben attestarsi sotto una qualsiasi forma divantaggio, anche non patrimoniale;

• l’inserimento nell’articolo 171 ter della legge suldiritto d’autore di una fattispecie penalmente ri-levante, costituita dalla lettere a bis) che prevede

la punibilità di coloro che, per trarne profitto, co-munichino al pubblico l’immissione di un’operadell’ingegno o parte di essa in un sistema di retitelematiche (si rischiano fino a 3 anni di reclu-sione e una multa fino a 15.493 euro).

Rispetto alla suddetta normativa nel corso delleaudizioni sono emerse posizioni che riflettono gliinteressi dei diversi soggetti auditi.

Esiste una sostanziale convergenza dei soggetti chehanno partecipato alle audizioni sulla necessità diabrogare il cosiddetto “bollino virtuale” pur riba-dendo la necessità di introdurre una qualche formadi avviso che distingua transazioni lecite da quelleillecite (vedi tavola sinottica in allegato).Al “bollino virtuale” è stata comunque riconosciu-ta la validità dell’intento di assicurare una funzioneinformativa, in quanto esso può, in qualche modo,garantire l’utente finale sulla liceità dei contenutipubblicati su un sito.

■ Si sono detti favorevoli all’attualenormativa sul diritto d’autore:

• Editori, produttori di contenuti e associazioni relative, chehanno definito l’impianto complessivo della normativa sod-disfacente, sottolineando come l’Italia possieda una dellemigliori legislazioni in materia di tutela di diritto d’autore.

• Operatori di cinema e TV, che hanno espresso un giudiziotendenzialmente positivo.

• Istituzioni (Polizia Postale e Guardia di Finanza), che han-no ribadito come l’Italia possa contare su leggi contro la pi-rateria più avanzate d’Europa.

• Federazioni radio, TV, musica, che hanno evidenziato co-me dall’approvazione della normativa si è riscontrata unadrastica riduzione del P2P illegale.

■ Si sono invece espressi contrariall’attuale normativa:

• Esperti di settore, per i quali la legislazione italiana è for-temente restrittiva e favorisce i produttori di contenuti,nonostante lo scarso peso dei contenuti digitali da tutela-re, la penetrazione della larga banda ancora poco diffusaed il livello di digital divide del nostro Paese rispetto aglialtri Paesi UE ed USA.

• Operatori di telecomunicazioni, che hanno evidenziato lanecessità di una rivisitazione della normativa sulla tuteladel diritto d’autore anche in ottica europea.

• Operatori e associazioni software, per i quali le modalitàcon cui la normativa a tutela del diritto d’autore è stata adot-tata sono poco favorevoli allo sviluppo del mercato digitale.

33

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

Per contro si è, tuttavia, evidenziato come il “bollinovirtuale” potrebbe rappresentare una “barriera” alladiffusione dei contenuti digitali in quanto risulta esse-re un fattore discriminante dei produttori italiani versoquelli esteri che non sarebbero soggetti a tale obbligo.Inoltre, data l’architettura della rete e dei siti web il“bollino” è di difficile gestione e in quanto sempliceavviso, non è un fattore di freno alla pirateria.Dall’analisi della normativa nel contesto interna-zionale appare evidente come, ad oggi, USA, Italiae Germania siano le nazioni con le norme contro lapirateria più rigide, mentre Francia e UK siano alli-neate con le direttive UE meno stringenti (Figura 8).

A siffatti dettami normativi, sono poi conseguitepuntuali azioni contro gli utenti Peer-to-Peer, inparticolare negli Stati Uniti le case discografichehanno aperto la “caccia” ai grossi uploader di fileMP3 sui sistemi Peer-to-Peer. Di seguito vengonoriportati alcuni risultati conseguiti (Figura 9).Inoltre di recente sono stati resi noti alcuni “casi”attraverso i quali si è voluto sottolineare la perse-guibilità degli utenti che diffondono illegalmentemateriali audiovisivi protetti in rete, anche attraver-so collegamenti di tipo Peer-to-Peer, con l’obiettivodi costituire un deterrente all’utilizzo illecito dellarete.

34 [SECONDA PARTE ]

Tuttavia le azioni attuate contro gli utenti del web possonodeterminare delle violazioni della privacy degli utenti stes-si nella fase di acquisizione delle prove. Su questo tema lagiurisprudenza ha assunto delle posizioni contrapposte.

■ Esempi di diverse posizioni assunte in riferimento alla tutela della privacy dell’utente Internet

Altrettanto controversa è la posizione in riferimento alla tutela della pri-vacy dell’utente Internet. In particolare in Inghilterra l’Alta Corte ingle-se ha deciso che gli ISP sono obbligati a collaborare con la giustizia,senza addurre motivi di privacy o altre motivazioni facenti riferimento aclausole contrattuali, e dovranno consegnare alla parte ricorrente (nelcaso specifico la British Phonographic Industry) le generalità dei loroclienti dei quali è stata accertata la consuetudine a condividere on linemigliaia di file musicali in violazione del diritto d’autore. Con l’ordinan-za sulla “collaborazione dovuta”, il sistema giudiziario britannico tra-sforma istantaneamente in azioni legali intentabili contro singoli uten-ti quelle che, finora, erano solo una lunga sequenza di denunce controignoti. L’obiettivo è, senza dubbio, quello di generare un deterrente psi-cologico sulla comunità degli eredi di Napster. Inoltre, è parere comuneche solo una minima parte delle cause potenziali approderà realmentealle aule di giustizia, la maggioranza dei contenziosi sarà risolta con ac-cordi extragiudiziali. Anche in questo caso l’approccio non è però uni-voco. A Monaco la Corte ha deciso di non obbligare i provider a diffon-dere i dati relativi agli utenti sospettati di P2P illegale. In giugno BMG,un’etichetta musicale, aveva richiesto di poter disporre dei dati relativiagli utenti che utilizzavano il P2P in modo illegale, tuttavia, in proce-dura d’appello, tale richiesta non è stata accolta. A Vienna, l’industriadella musica ha intentato un’azione analoga nei confronti di un provi-der, richiedendo i dati personali di utenti che utilizzavano un indirizzo IPdinamico. Secondo l’industria musicale, la legge austriaca sul dirittod’autore obbliga i provider a fornire informazioni in riferimento all’iden-tità di utenti che infrangano le disposizioni previste all’interno dellastessa legge all’articolo 87b, sub 3. La Corte di Vienna non ha suppor-tato tale tesi, anzi ha affermato che tali informazioni possono essere re-se pubbliche sono in caso di un reato grave da punirsi con la prigioneper un periodo superiore a 6 mesi (e la pena prevista dall’ordinamen-to austriaco per chi fa upload di file senza fine di lucro è di 6 mesi).

Diritto e Giustizia, 19 ottobre 2004; EDRI-gram, 30 dicembre 2004.

■ Esempio di azioni contro gli utentiPeer-to-Peer

È, ad esempio, il caso della Francia, ove una sentenza del tri-bunale di Grande Istanza di Pontoise del 5 febbraio 2005 hacondannato a tremila euro di multa oltre al risarcimento deidanni un utente che era stato trovato in possesso di un rag-guardevole numero di brani musicali in formato MP3 scarica-ti dalla rete (circa 30 gigabyte di file musicali).

Attualmente è in corso in Parlamento la discussione diuna possibile modifica normativa. Al termine di tale itersi potrà valutare il regime effettivamente introdotto edeventualmente elaborare le conseguenti proposte dimodifica. La Commissione, infine, nel corso dei sui lavo-ri ha ipotizzato i possibili seguenti interventi normativi:• sostituzione della dizione “per trarne profitto”

con “fine di lucro”;• abrogazione del “idoneo avviso circa l’avvenuto

assolvimento degli obblighi derivanti dalla nor-mativa sul diritto d’autore e sui diritti connessi”;

Inoltre, sulla base delle indicazioni emerse nel corsodelle numerose audizioni svolte e sulla base dell’espe-rienza maturata in altri paesi, come la Francia (vedi det-taglio che segue sull’accordo francese sulla musica), edin armonia con gli orientamenti comunitari laCommissione concorda sulla necessità di promuovereforme di regolamentazione flessibili, adatte a rispon-dere alle esigenze del mercato; in particolare si ritieneche dalla stipula di accordi di collaborazione possanoderivare effetti benefici per lo sviluppo del mercato deicontenuti digitali e per la diminuzione della diffusioneillegale di materiali audiovisivi protetti in rete.

■ Accordo francese sulla musicaUn simile accordo è stato raggiunto in Francia nel 2004, conla stesura e la sottoscrizione di un manifesto da parte di sog-getti pubblici e privati: Istituzioni (Min. Economia, Finanze,Industria; Min. della cultura e delle comunicazioni; Min. del-l’industria); Associazione dei fonografi; Soc. per la gestionecollettiva dei diritti (SACEM), Associazione di Editori di musi-ca, Federazione di autori e compositori, Associazione autori ecompositori, Associazione di commercianti specializzati in di-schi, Federazioni di imprese per la vendita a distanza; ISP(Associazione degli internet service provider, Wanadoo, Tisca-li, SFR-Cegetel, Noos, Free,Telecom programmi, AOL, Numeri-calbe, UPC); Associazione per la protezione dei programmi.Tra i punti fondamentali ricordiamo:• gli impegni dei fornitori di connettività: avviare una campa-

gna informativa sulla natura illegale dello scambio non au-torizzato on line di materiale protetto da diritto d’autore; av-visare i nuovi abbonati dei pericoli connessi all’utilizzo ille-gale delle reti; non lanciare campagne pubblicitarie che, di-rettamente o indirettamente, facciano riferimento alla con-divisione illegale di brani musicali; attivare, in collaborazio-ne con gli aventi diritto una procedura automatica che pre-veda l’invio di un messaggio personalizzato a tutti gli abbo-nati che offrono illegalmente in rete materiale non autoriz-zato; annoverare tra le clausole di scioglimento e/o sospen-sione del contratto la violazione del diritto d’autore; dare se-guito immediatamente alle richieste della magistratura inparticolare in materia di identificazione degli abbonati e/o di scio-glimento o di sospensione del contratto;

35

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

Figura 9: Alcuni esempi di iniziative intraprese contro gli utenti Peer-to-Peer

• 2.947 utenti sono stati denunciati dall’industria discografica a Settembre 2003 (504 utenti hanno già raggiuntoun accordo economico per il risarcimento danni)

• Ad Agosto 2004, la RIAA (Record Industry Association of America) ha fatto causa ad altri 744 utenti di soft-ware peer to peer (es. eDonkey)

• Nella maggior parte dei casi gli ISP collaborano e forniscono gli estremi dei maggiori utenti P2P*

USA

• 2003: Azioni legali contro 75 peer-to-peer uploaders e operatori di server• 2004: 30 individui penalmente perseguiti per violazione della legge sul diritto d’autore a seguito delle nuove

norme contro la pirateriaItalia

Germania

• L’Alpa (Association de Lutte contre la Piraterie Audiovisuelle) ha imposto la chiusura del sito eDonkey con l’ac-cusa di uploading • Il gestore del sito ha subito una multa di € 150.000 più 2 anni di reclusione

• Attualmente sono in corso 95 cause giudiziarie contro i gestori dei siti di file sharingFrancia

Paese Specifiche

* In base alla decisione della Corte Suprema degli USA del Dic 2003, gli ISP americani non possono essere obbligati a fornire i dati di pirati sospetti ai copyright owners

Fonte: analisi Booz Allen & Hamilton

• Un utente di 23 anni ha accettato di pagare un indennizzo di 8.000 €• Nella sua cartella sono stati trovati 6.000 file mp3 illegali• Un utente di 57 anni denunciato per violazione della legge sul diritto d’autore è costretto ad un risarcimento• Altri casi segnalati sono sotto osservazione del Pubblico Ministero

Figura 8: Legislazioni antipirateria nei diversi paesi

• La Legge punisce chiunque “intenzionalmente aiuta, incoraggia, induce o procura” una violazione dei dirit-ti di proprietà intellettuale

• Sanzioni amministrative ($150,000 per brano scaricato) e penali (ad es. sono previste pene fino a 3 anni direclusione per il primo reato)

USA(“Anti Piracy Bill”)

• Vieta la diffusione di materiale protetto da copyright “per trarne profitto”• Sulla base di questa legge sono previste multe per chi scarica file protetti (da 154 € a 1.032 €) e sanzio-

ni penali per chi mette a disposizione di altri tali file (es. attraverso sistemi di Peer to Peer)Italia(L.128/2004)

• A differenza delle Direttive Europee, la Germania considera come reato il download di file anche se non hafinalità di lucro (sanzioni amministrative)

• Sono previste sanzioni penali fino a 3 anni per chi mette a disposizione file a terzi – nel caso questo avven-ga con finalità di lucro si prevedono sanzioni penali fino a 5 anni di reclusione

Germania(Revisione legge su diritto d’autore)

• Atti commessi “in buona fede” dai consumatori – come scaricare musica da Internet per uso personale – nonsaranno perseguibili

• Misure severe invece contro i pirati di professione (es. attraverso congelamento c/c)UE(“Enforcement of IP”)

• A Luglio 2004 è stato firmato un accordo tra gli ISP e il Governo: gli ISP identificano i file scaricati illegalmen-te e provvedono alla segnalazione del pirata presso gli organi competenti

• Contro gli “scaricatori” si procede con una lettera di avvertimento nella fase iniziale, seguito da blocco dell’ac-cesso web, fino ad arrivare in un processo penale con pene dai 15 mila € di multa a 2 anni di carcere

Francia

• Legislazione allineata con le Direttive Europee• Sono previsti risarcimenti amministrativi e procedure penali in caso di violazione dei diritti di proprietà (sono

in corso 45 cause contro pirati on line con finalità di lucro, ma nessuna di queste si è ancora conclusa)UK

Paese Specifiche

Fonte: analisi Booz Allen & Hamilton

3.3 Procedure di intervento sul traffico in rete

Nel corso delle audizioni e sulla base di normative eprassi nazionali ed internazionali, è stata portataall’attenzione della Commissione la necessità diindividuare regole, procedure o in alcuni casi normeche garantiscano il contrasto alle violazioni dei dirit-ti d’autore e dei diritti connessi commesse in rete.La più citata e commentata è stata la procedura di“Notice & Take Down” in vigore negli Stati Uniti.

■ La procedura di Notice & Take Down è stata introdotta dal Digital MillenniumCopyright Act (di seguito DMCA) nella normativa americana

Il Notice & Take Down è una procedura che permette aititolari dei diritti d’autore di far valere i loro diritti attraver-so la notifica all’ISPdi condotte contrarie alla legge, richie-dendo la rimozione del contenuto al service provider. Il contesto di riferimento è il Digital MilllennuimCopyright Act (DMCA) americano, di cui di seguitosi dà una descrizione.

■ Il DMCA sul Notice & Take Down inizia la sua gestazione nel 1996e diventa definitivo nel 1998; è quindi una normativa che ancora nonaveva visto nascere e svilupparsi le nuove forme di trasferimento deicontenuti digitali all’interno della rete. Il processo di applicazione delNotice & Take Down segue, nel modello americano, alcune fasi speci-fiche:• il presunto titolare dei diritti d’autore notifica all’ISP la presunta

violazione indicando: i suoi riferimenti (indirizzo, n° di telefono, e-mail); identificando le informazioni su cui vengono rivendicati i di-ritti; dichiarando che il materiale è utilizzato illegalmente; dichia-rando di essere a conoscenza delle responsabilità penali derivantida falsa testimonianza; apponendo firma tradizionale o digitale al-la dichiarazione (notifica);

• l’ISP rimuove il contenuto o ne rende impossibile l’accesso e avvi-sa della presunta violazione il responsabile della presunta azioneillegale (notifica e take down);

• il responsabile della presunta azione illegale può, qualora lo riten-ga opportuno, effettuare una contronotifica comprensiva di: firmatradizionale/digitale; identificazione del materiale e sua preceden-te collocazione; dichiarazione di conoscenza delle responsabilitàpenali derivanti da falsa dichiarazione; nome, cognome, indirizzo eforo competente (contro notifica);

• in questo caso l’ISP manda un avviso al presunto titolare dei dirit-ti, indicando che sarà ripristinato l’accesso al materiale incrimina-to entro 14 giorni lavorativi, ma non prima di 10 giorni lavorativi,periodo in cui chi ha fatto richiesta può rivolgersi al tribunale.

Il DMCA indica le azioni che devono essere intraprese dagli ISPqualora vi sia una segnalazione di presunta violazione del di-

■ Accordo francese anche sul cinemaIl downloading legale dei film diventa l’arma contro la pirateria. Glioperatori francesi, nell’ambito della riunione del Centro Nazionaledella Cinematografia (CNC), hanno firmato un importante docu-mento che raccoglie cinque proposte per l’offerta legale di film inrete. Il corpo del programma è basato su alcune idee fondamenta-li: sviluppo di video on demand solamente su reti sicure; pagamentoall’atto invece che forfettario; remunerazione agli aventi diritto perogni download. Il video on demand sarà disponibile in ogni caso no-ve mesi dopo l’uscita nelle sale per i film che hanno fatto meno di1 milione di ingressi e 12 mesi per quelli che ne hanno fatto più diun milione. Fra i sottoscrittori si annoverano: il Ministro della Cul-tura, l’ARP (Autori, realizzatori e produttori), la SACD (Società degliautori e compositori drammatici), la FNCF (Federazione nazionaledel cinema francese), il SEV (Sindacato degli editori video), gli ope-ratori del mercato cinematografico e televisivo, tra gli ISP Free.

Fonte: Centro Studi MIT, http://www.innovazione.gov.it/ita/news/centro_studi/copy-right_digitale/econtent/allegati/Accordo%20_musica%20e%20cinema_Francia.pdf.

• gli impegni degli aventi diritto: intentare cause civili contro i pi-rati dando a queste azioni ampia visibilità; incrementare l’offer-ta di musica on line per le piattaforme di distribuzione, in parti-colare per quelle create dai fornitori di connettività, in manieratrasparente e non discriminatoria, nel rispetto delle regole com-merciali della concorrenza e della sicurezza informatica;

• gli impegni dei produttori e per le piattaforme di distribuzionerappresentati dai firmatari dell’accordo: contribuire all’incre-mento dei cataloghi di brani musicali disponibili legalmente suInternet, precisando che l’obiettivo per tutte le parti coinvolte èquello di passare dagli attuali 300.000 brani a disposizione online a 600.000; proporre prezzi chiari e competitivi nel rispettodella concorrenza; menzionare in maniera evidente nelle cam-pagne pubblicitarie per la promozione degli artisti, l’eventualedisponibilità su Internet dei brani musicali che si stanno pro-muovendo;

• tutte le parti in causa insieme alle Istituzioni si impegnano a:creare strumenti di misurazione contro la contraffazione; conti-nuare le azioni per chiedere l’abbassamento dell’IVA sui dischi esulle tariffe d’accesso ad Internet; studiare con le piattaforme didistribuzione di musica on line, le modalità di distribuzione delservizio agli abbonati, in particolare in materia di fatturazione epagamento; adottare sistemi di DRM; studiare e promuovereazioni di prevenzione e sensibilizzazione per le imprese in mate-ria di lotta alla pirateria.

In questo contesto le Istituzioni pubbliche si faranno garanti dellacorretta applicazione dell’accordo e inviteranno gli altri soggetti co-involti a parteciparvi.

Analisi Centro Studi MIT, http://www.innovazione.gov.it/ita/news/centro_stu-di/copyright_digitale/econtent/allegati/Accordo%20_musica%20e%20ci-nema_Francia.pdf.

36 [SECONDA PARTE ]

Una procedura di tale genere ha determinato negliStati Uniti un gran numero di oscuramenti dei sitiInternet, a cui tuttavia non sono seguite altrettante con-tronotifiche. Questo risultato può avere due ordini diinterpretazioni di natura opposta: secondo chi sostienela validità della procedura, l’effetto sarebbe assoluta-mente positivo; per contro, chi vi si oppone tende adarne una lettura differente che sottolinea le assimme-trie di potere fra gli utenti colpiti (ad esempio i pro-prietari dei siti) ed i produttori di contenuti (ad esempiogrossi colossi dell’editoria e del software), i secondi inuna chiara posizione di forza rispetto ai primi.Il Notice & Take Down secondo il DMCA lasciaaperti dei pro e dei contro.

I vantaggi del Notice & Take down americano sono:• la rapidità ed efficacia dell’intervento e la conseguente riduzione

del danno subito dal titolare dei diritti;• lo sgravio di attività per l’autorità giudiziaria.Gli svantaggi invece sono:• l’esclusione dell’autorità giudiziaria, che viene tenuta fuori dalla

decisione di procedere contro una asserita violazione dei diritti• le segnalazioni possono essere basate su informazioni ottenute

con mezzi illeciti e invadendo le prerogative dell’organo di polizia.• la “responsabilità dell’ISP” etica e sociale quale guardiano del

diritto ad un equo trattamento e ad un giusto processo;• le possibili quantità elevate di segnalazioni false, che quindi pos-

sono recare ingiusto danno al service provider in caso di oscura-mento dei contenuti;

• la differenza sostanziale fra conoscenza di reato e conoscenza dipresunzione di reato: l’ISP è costretto dalla legge americana adagire anche in questo secondo caso.

ritto d’autore; all’interno della norma vengono infatti descrittedettagliatamente le procedure di notifica e rimozione e vienealtresì esclusa la responsabilità degli ISP per la violazione del-le norme sul copyright, introducendo di fatto una “safe har-bour provision” – zona franca per l’ISP - nei casi in cui:• gli ISP non hanno effettiva conoscenza dell’illegalità del

materiale o di un suo uso illecito;• in mancanza di tale conoscenza, se gli ISP non sono al cor-

rente di fatti o circostanze dalle quali risulta apparente laviolazione del diritto d’autore;

• gli ISP rimuovono le informazioni oggetto di reclamo nonappena al corrente del presunto illecito.

In seguito alla rimozione gli ISP non sono, dunque, in alcun modoresponsabili per l’oscuramento del materiale, anche nel caso in cuiil materiale incriminato non violava alcun diritto d’autore.

Analisi Centro Studi MIT, www.innovazione.gov.it,http://www.innovazione.gov.it/ita/news/centro_studi/copyright_digi-tale/copyright/allegati/copy_050209.pdf

L’ultimo tema non risolto è il problema del tratta-mento dei dati in possesso dell’ISP, che potrebberodare adito a violazioni della privacy: negli StatiUniti, la sentenza della Corte Suprema su Verizonlascia aperto il problema della riservatezza dei datiin possesso dell’ISP, in quanto la Corte ha bloccatoil “fast track process”” che obbligava l’ISP a forniredelle informazioni sui violatori presunti dei dirittid’autore.

■ Il contesto europeo lascia spazio alla regolamentazione specifica dei singoli paesi

Le direttive Europee non prevedono alcuna regola-mentazione specifica per le procedure di notifica erimozione: esse sono lasciate alla discrezionalitàdei singoli stati membri, aprendo così la strada aforme di cooperazione fra le parti.Sono presenti solo alcune indicazioni nellaDirettiva 2001/29/CE sul Copyright (art. 8 par 3) enella Direttiva 2000/31/CE sul commercio elettro-nico (artt. 12,13,14): i detentori dei diritti sulleopere possono richiedere all’autorità giudiziaria unprovvedimento cautelativo (in particolare l’oscura-mento del sito stesso) sulla base di una presunzio-ne di lesione del diritto d’autore o dei diritti con-nessi.Gli ISP sono tenuti a comunicare all’autorità giudi-ziaria le notizie anche presuntive di reato di cuivengano effettivamente a conoscenza.Nonostante la normativa europea non sembri tutela-re maggiormente, rispetto alla normativa statuniten-se, i diritti delle parti e degli operatori, un esperi-mento condotto dall’Oxford Centre for Socio-LegalStudies sui siti europei (in particolare quelli delRegno Unito) ha dimostrato che far rimuovere delmateriale dai siti statunitensi è molto più difficile chein Europa (esperimento “Liberty”, novembre 2003).D’altro canto anche in Europa l’applicazione di pro-cedure di rimozione di contenuti illegali non è senzaproblemi, come si evince dall’esempio che segue.

■ Uno studio sull’applicazione del Notice & Take Down in Europa

La EDRI (European Digital Rights – associazione civica per laprotezione dei diritti civili nella Società dell’Informazione) hapubblicato sui siti internet di 10 ISP Access Provider un testodel 1871 del famoso autore olandese Multatuli - pseudonimodell’autore olandese Eduard Douwes Dekker -, i cui diritti diautore erano scaduti nel 1957 (70 anni dalla morte dell’auto-re). Il testo stesso dichiarava esplicitamente di essere di pub-blico dominio.

37

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

■ Il decreto legislativo 70/2003: l’Italia, ad oggi, ha recepito la normativa europeaprevedendo che l’ISP possa agire solo su comunicazione dell’autorità giudiziaria e debba comunicare all’autorità la violazione,una volta venutone a conoscenza

Ad oggi il quadro normativo italiano prevede, all’interno deldecreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70 “attuazione delladirettiva 2000/31/CE relativa a taluni aspetti giuridici dei ser-vizi della società dell’informazione nel mercato interno, conparticolare riferimento al commercio elettronico” che:• l’ISP non appena a conoscenza dei fatti, su comunica-

zione delle autorità competenti, agisca immediata-mente per rimuovere le informazioni o disabilitarnel’accesso (art. 16 co 1 lettera b);

• l’ISP non è soggetto ad alcun obbligo di sorveglianza,tuttavia deve:

a) “informare senza indugio l’autorità giudiziaria o quel-

La EDRI ha dapprima creato un cliente fittizio, ‘Johan de Ruyter’,e quindi una società immaginaria detentrice dei diritti di copy-right, la E.D. Dekkers, con un rappresentante legale: Johan Droo-gleever. A qualche settimana dalla pubblicazione del testo onli-ne, Droogleever ha inviato dei reclami ai Provider dal suo indiriz-zo Hotmail di posta elettronica, in cui dichiarava che la societàE.D. Dekkers deteneva i diritti d’autore di tutti i materiali pubbli-cati dalla stessa e che - ora che il Provider era stato notificato -pretendeva che il testo fosse rimosso tempestivamente.I risultati: 5 Provider su 10 hanno rimosso il testo dopo la pri-ma/seconda email e un ISP addirittura entro 3 ore dalla pri-ma email. 3 Provider hanno risposto tramite un questionariocartaceo, in cui il ricorrente era invitato a specificare la na-tura esatta del reclamo. Avendo Droogleever semplicementeriesposto lo stesso argomento, in 2 casi i Provider hanno ri-mosso la pagina web senza neanche controllarla o aver veri-ficato l’esistenza della società E.D. Dekkers.2 Provider non hanno rimosso il testo: un Provider ha risposto conuna breve email a Droogleever spiegando che, in qualità di rap-presentate legale, avrebbe dovuto sapere che i diritti di copyrighterano da tempo scaduti. In un altro caso, il Provider ha dichiaratoche un indirizzo di posta elettronica presso Hotmail non era credi-bile. Inoltre, lo stesso Provider specificava che il reclamo sarebbestato accettato solo se fossero state addotte prove scritte sull’esi-stenza della società e la sua capacità di rappresentanza. Infine,un terzo Provider che non ha rimosso il testo, lo ha fatto in quantonon ha risposto a nessuna delle 4 email inviate da Droogleever.

Analisi Centro Studi MIT,http://www.innovazione.gov.it/ita/news/centro_studi/copyright_digi-tale/copyright/allegati/The_Multatuli_Project.pdf.Fonte: European Digital Rights, www.edri.org, riferimentohttp://bof.nl/docs/researchpaperSANE.pdf

la amministrativa avente funzioni di vigilanza, qualorasia a conoscenza di presunte attività o informazioni ille-cite riguardanti un suo destinatario del servizio dellasocietà dell’informazione”;b) “fornire senza indugio, su richiesta delle autorità com-petenti, le informazioni in suo possesso che consentanol’identificazione del destinatario dei suoi servizi con cuiha accordi di memorizzazione dei dati, al fine di indivi-duare e prevenire attività illecite” (art 17 commi 1 e 2);• l’ISP è inoltre civilmente responsabile del contenuto di

tali servizi nel caso in cui, richiesto dall’autorità giudi-ziaria o amministrativa avente funzioni di vigilanza, nonha agito prontamente per impedire l’accesso a dettocontenuto, ovvero se, avendo avuto conoscenza del ca-rattere illecito o pregiudizievole, per un terzo, del con-tenuto di un servizio al quale assicura l’accesso, non haprovveduto ad informarne l’autorità competente.

Una siffatta applicazione della normativa evidenzia deipunti di forza e di debolezza. Punti di forza sono: la avvenuta non responsabilità degliISP per quanto a loro insaputa avviene sulla rete; l’azionedell’ISP attuata in risposta ad una violazione reale deldiritto d’autore, in quanto così accertata dall’autorità giu-diziaria; la tutela dell’ISP da azioni a tappeto sui propriclienti, che potrebbero essere in parte non motivate, dete-riorando i rapporti ISP-cliente.Gli argomenti contrari sono: i tempi d’azione e reazionemolto lunghi, i possibili danni economici ingenti per ititolari dei diritti ed il sovraccarico di lavoro per le autori-tà giudiziarie. Inoltre, la procedura di Notice & TakeDown è facilmente applicabile ai contenuti presenti suisiti web ospitati dall’ISP, tale procedura nel concretoimplica la rimozione del contenuto (se l’ISP fa anche daASP, quindi ospita i contenuti sui suoi server) o l’oscura-mento del sito. Più difficile risulta essere la applicazione del Take Downa sistemi Peer-to-Peer: tale procedura richiederebbe tem-pestività dell’intervento, in quanto il Peer-to-Peer è unfenomeno temporaneo; inoltre, il Take Down significhe-rebbe la sospensione del collegamento Internet, rischian-do di isolare l’utente e la sua famiglia, creando disagi par-ticolari per alcuni tipi di connessioni, ad esempio quellein triple play come Fastweb (telefono, Internet e TV).

■Le posizioni degli attori del mercato, emerse nel corso delle audizio-ni (vedi allegato tavole sinottiche) sono evidentemente contrapposte:• gli operatori Telco si oppongono al Notice & Take Down ame-

ricano dicendo che nel quadro della normativa vigente gliISP non possono farsi carico della “guardia della rete” e ri-badendo i principi di tutela degli operatori iscritti nel Dlgs.70/2003 e quelli derivanti dalla normativa sulla privacy;

• i titolari dei diritti d’autore e dei diritti connessi e le associazio-ni ribadiscono la necessità di introdurre tale procedura nellamodalità USA per ottenere una tutela immediata dei loro diritti.

38 [SECONDA PARTE ]■ Allo stato, una inversione di tendenzarispetto alla normativa vigente, nel senso di fare dell’ISP un esecutore delle notifiche e contronotifiche, in maniera automatica,richiederebbe ulteriori approfondimenti e studi per valutare adeguatamente le conseguenze che una simile disciplinacomporterebbe, in considerazione delle peculiarità del nostro ordinamento

Un processo di questo genere garantirebbe la velo-cità d’azione, ma priverebbe il procedimento digaranzie contro false segnalazioni con il rischio digenerare un notevole contenzioso in relazione allaconcreta applicazione della procedura.

■ Potrebbe, peraltro, verificarsi la possibilitàanche normativa, a legislazione vigente, di un accordo fra le parti in cui l’ISP girauna notifica a colui che avrebbe violato i diritti, accompagnata da un’informativa sulla normativa vigente (notice & notice)

Il titolare dei diritti notifica all’ISP la presunta viola-zione, l’ISP notifica a sua volta al presunto violatoredei diritti la presunta violazione, chiedendo dirimuovere il contenuto, se effettivamente abusivo, eallegando una informazione circa il quadro legisla-tivo vigente; il presunto violatore dei diritti rimuoveil contenuto, qualora esso sia stato illegittimamentedistribuito.Una definizione di tale genere di fatto dovrebbe esse-re il frutto di un accordo fra le parti. Inoltre, in questaipotesi, non ci dovrebbe essere alcuna responsabilitàdell’ISP né alcun obbligo di rimozione.Lo sviluppo di tale procedura prevedrebbe la defi-nizione di un tavolo di lavoro ad hoc.

■ Come ulteriore ipotesi, mantenendo in capo alla sola autorità competente il potere di chiedere la rimozione, secondoquanto previsto dal decreto legislativo n. 70, si potrebbe prevedere l’istituzione di un’unità dedicata presso un’autorità (ad esempio presso la Polizia Postaleoppure l’AGCOM) che abbia il compito di verifica delle segnalazioni

Il processo potrebbe essere il seguente: l’autoritàcompetente riceve la segnalazione, effettua delleverifiche sulla sua natura e sul soggetto segnalante,rigira la segnalazione all’ISP. In questo modo l’ISPagisce solo su indicazione dell’autorità competen-te, tuttavia tale autorità deve essere dotata di unastruttura dedicata, richiedendo degli stanziamentiad hoc.

In questo modo i vantaggi sono molteplici: l’ISPagisce in caso di avvenuta verifica, da parte del-l’autorità amministrativa competente, sulla naturadella segnalazione, non diventa né arbitro né giu-dice; non vengono rimossi contenuti legali creandodisagi (mancati ricavi) ai legittimi titolari; la privacydei clienti dell’ISP è protetta in quanto l’ISP agiscesolo su segnalazione dell’autorità amministrativacompetente; una struttura dedicata dell’autoritàdesignata garantisce rapidità d’azione. Per controdovrebbero essere stanziate delle risorse per farfronte ai costi di set up e mantenimento dell’unitàorganizzativa ad hoc.

■ Sul tema del Notice & Take Down sopra descritto le posi-zioni dei soggetti auditi sono diverse (per il dettaglio si veda-no le tavole sinottiche in allegato).I titolari dei diritti ritengono opportuna l’introduzione dellasuddetta procedura, sottolineando gli effetti positivi che essapuò portare, ed in particolare auspicando la segnalazione diassociazioni di aventi diritto ed esprimendo, in alcuni casi, ladisponibilità alla partecipazione ai costi sostenuti dall’ISPstesso.Per contro gli operatori di telecomunicazioni, gli ISP e le as-sociazioni relative si oppongono alla procedura adducendo al-cuni principali ordini di motivi: non possono assolvere a fun-zioni di vigilanza sulla rete, espressamente vietate loro dallanormativa, e non possono essere tenuti responsabili per ciòche transita sulla rete; ritengono che la procedura del takedown possa danneggiare i loro rapporti, in particolare in ca-so di una segnalazione non accertata; temono di essere espo-sti ad azioni di danni derivanti dall’attuazione della procedu-ra di Notice & take down; inoltre, ritengono che tali attivitàcomporterebbero costi, non rimborsabili, di risorse umane e distrumenti hardware e software.

■ Negli Stati Uniti è stato presentato un progetto di leggeche prevede la costituzione di un’unità ad hoc presso il Mini-stero di Giustizia per la verifica delle segnalazioni: art 203della legge 2931 degli Stati Uniti denominata Cooperative Re-search and Technology Enhancement.In particolare il Ministro della Giustizia verrebbe ad essereautorizzato ad istituire un programma in base al quale il Mi-nistero, nei casi in cui gli abbonati degli ISP siano ritenuti vio-latori della normativa sul copyright durante l’uso di servizi In-ternet, potrebbe inviare agli utenti lettere di avvertimento in-dicanti le sanzioni previste per tali violazioni. Gli ISP potreb-bero a loro volta inoltrare le lettere di avviso agli abbonati.

Analisi Centro Studi del MIT, www.innovazione.gov.it.http://www.innovazione.gov.it/ita/news/centro_studi/copyright_digi-tale/copyright/allegati/copy_050209.pdf

39

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]

In riferimento al tema delle finestre temporali sono diseguito riportate le posizioni dei soggetti auditi nel cor-so dei lavori della Commissione (per il dettaglio delleposizioni si vedano le tavole sinottiche in allegato).

4.2 Il must offer (obbligo di offerta):un elemento critico

Alcuni operatori di telecomunicazioni, in particolaremobili, hanno evidenziato che, in base agli artt. 78ter e79 della legge sul diritto d’autore, le emittenti tv, anchein qualità di produttori dello spettacolo, utilizzano in viaesclusiva del tutto discrezionale le fissazioni delle pro-prie emissioni; esse, infatti, ritengono di avere pieno di-ritto alla ritrasmissione del segnale contenente le fissa-zioni delle proprie emissioni su qualsiasi piattaformadistributiva, influendo sulla possibilità di sviluppo deglialtri mercati: gli stessi contenuti potrebbero essere offer-ti su diversi canali (telefonia mobile e Internet). Tuttavia va a tale proposito osservato che gli articoli ci-tati costituiscono attuazione di un obbligo internazio-nale derivante dall’art 13 della Convenzione di Roma.

■Basandosi su questo presupposto, le problematiche evidenzia-te dagli operatori di telecomunicazioni sono di seguito di tre tipi:• al momento i gestori mobili hanno grande difficoltà ad accede-

re al mercato dei contenuti;• la disponibilità di clienti mobili a larga banda è un grande ric-

chezza che il Paese deve valorizzare, ma la consapevolezza del-la potenzialità attuale e futura dell’UMTS non è ancora diffusa;

• gli operatori mobili si trovano spesso di fronte a diritti non ac-quisibili.

■ A favore della riduzione delle finestre temporali, in quan-to possibile motore per lo sviluppo del mercato, si sono espres-si: tutti gli ISP, che sono anche distributori di contenuti digi-tali attraverso i loro portali; gli operatori di telecomunicazio-ne, che hanno iniziato ad attivare un servizio legato alla dif-fusione di contenuti video; gli operatori del settore radio-tele-visivo (broadcaster). Questi ultimi sono preoccupati però delfatto che l’ingresso in campo delle società di telecomunica-zioni nella distribuzione rischi di moltiplicare le finestre e al-lungare i tempi di proiezione da parte del broadcaster.

■ Per contro, le preoccupazioni che giungono dal cinema so-no quelle di vedersi ridotta l’attrattività del proprio canaledistributivo. Una possibile soluzione a tale problema è l’indi-viduazione di un tavolo di lavoro specifico di settore con tuttii soggetti coinvolti.

Una delle possibili soluzioni, che tenga contodella fase di start up nella quale il mercato deicontenuti digitali ad oggi si trova, potrebbe esse-re la definizione di incentivi o supporti alla pro-duzione di contenuti digitali che, però, siano sub-ordinati al rispetto di alcune caratteristiche dis-criminanti del contenuto stesso; in particolare, icontenuti potrebbero essere studiati per esserefruiti su larga banda, dovrebbero rispettare deter-minati standard e raggiungere un certo livello diinterattività; inoltre, ci potrebbero essere degliincentivi subordinati alla fruizione di un conte-nuto su specifiche piattaforme, per esempio quel-le UMTS.

Inoltre le possibili indicazioni al mercato potrebbe-ro essere di raccomandare la più ampia diffusionedei contenuti su tutte le tipologie di piattaforme chesono disposte a diffonderli e nel contempo racco-mandare il divieto di pratiche anticoncorrenziali ri-ferite per esempio al divieto di hold back rights. Èchiaro che tale raccomandazione non potrà allostato della normativa, essere tradotta in un obbligo,tenuto conto di quanto a riguardo stabilito dallaLegge 3 maggio 2004, n.112, art. 5, comma 1, let-tera f):

i fornitori di contenuti, in caso di cessione dei dirit-ti di sfruttamento degli stessi, sono tenuti a farlosenza pratiche discriminatorie tra le diverse piatta-forme distributive, alle condizioni di mercato, fermirestando il rispetto dei diritti di esclusiva, le normein tema di diritto d’autore e la libera negoziazionetra le parti.

■ Per contro, è evidente la posizione degli operatori ra-diotelevisivi (broadcaster), i quali sono assolutamentecontrari alla pratica dell’obbligo di offerta (must offer),sulla base di due ordini di motivazioni:• la prima, applicare l’obbligo di offerta (must offer) ai

contenuti sarebbe “come costringere Ferrari a vendere ipropri motori” a chiunque ne facesse richiesta, quindiprivare il produttore di un suo diritto;

• la seconda, il dare “tutto a tutti” di fatto porterebbe auna progressiva erosione dei modelli di business suiquali si basano oggi le emittenti televisive; gli introitipubblicitari sono infatti parametrati ai dati di ascoltoAuditel ed una frammentazione della distribuzione deicontenuti significherebbe una possibile erosione del-l’audience.

41

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]Capitolo 4.Aspetti rilevanti per lo sviluppo del mercatoemersi nel corso delle audizioni

■ Nel capitolo che segue vengono indicate le possibi-li politiche per lo sviluppo del mercato, che prendonospunto dalle evidenze emerse nel corso dei lavori del-la Commissione e dall’analisi della letteratura di riferi-mento.Perché il mercato dei contenuti digitali possa svilup-parsi in modo organico e per contrastare la diffusionedella pirateria, oltre agli aspetti già citati, sono stati por-tati all’attenzione della Commissione i seguenti temi :• la revisione delle finestre temporali che considerino

anche il nuovo canale on line e le diverse modalitàdi fruizione dei contenuti;

• delle riflessioni sull’obbligo di offerta (must offer) co-me potenziale leva per dare ampio accesso ai conte-nuti sulle diverse piattaforme;

• la leva prezzo e lo sviluppo di sistemi di pagamentoche consentano la crescita dell’offerta legale;

• l’analisi di possibili modelli di ripartizione dei ricavi(revenue sharing) che garantisca lo sviluppo di tuttigli anelli della catena del valore;

• le riflessioni sul ruolo delle Collecting Society nelnuovo contesto digitale.

4.1 Le finestre temporali: elementocritico per gli attori di settore nuovi e tradizionali

Il processo, il canale ed i tempi attraverso i quali unfilm può essere distribuito, precedentemente regola-mentati dalla legge, sono oggi oggetto di accordi frale parti.Le modalità attraverso le quali un film viene distribuitosono diverse ed in continua evoluzione grazie all’in-troduzione di nuovi canali collegati allo sviluppo dellatecnologia: dalla prima proiezione in sala, alla distri-

buzione in home video (noleggio VHS, CD e DVD), alVideo on Demand/Pay per view (es. Fastweb), alla payTV (es. Sky), alle TV commerciali (es Rai) (Figura 10).I tempi di messa a disposizione di un film variano a se-conda degli accordi, tuttavia alcuni dati forniti daglioperatori di settore (Fastweb, Mediaset, AGIS/ANEC)consentono di individuare delle finestre: ad oggi l’ho-me video segue in linea di massima di sei mesi laproiezione in sala, il video on demand segue di 3-6mesi l’home video, le Tv commerciali seguono di 15mesi la sala.L’evoluzione dei canali distributivi in atto ha di fatto da-to l’avvio ad alcuni trend che stanno iniziando a con-solidarsi anche a livello internazionale:• i film sono lanciati contemporaneamente in tutto il

mondo per fare maggiore leva su attività di marketinge ridurre il rischio di pirateria;

• si sta progressivamente eliminando la finestra tem-porale tra noleggio e vendita;

• la distribuzione dei film su nuovi media sta sempredi più seguendo le stesse tempistiche di quella in ho-me video.

Una possibile riduzione delle finestre temporali por-terebbe con sé alcuni vantaggi: verrebbe garantita larapida disponibilità e diffusione legale dei prodotti diqualità su ampio raggio di media, sfruttando i van-taggi della convergenza e sviluppando un effetto de-terrente sulle pratiche di diffusione illegale; si favori-rebbe la diffusione dei contenuti; si fornirebbe unostimolo alla digitalizzazione, offrendo contenuti dadistribuire sulla rete Internet. Inoltre, la diffusione diuno stesso oggetto attraverso media differenti con-sente di sviluppare delle politiche di cross promo-tion, intese come lo sfruttamento delle sinergie framedia differenti e diversi canali sui quali viene pro-posto un contenuto29.

40 [SECONDA PARTE ]

Figura 10: Finestre temporali

Media

Cinema Home video Video on DemandPay per view

Pay TV Tv commerciali

Fonte: analisi BAH

29 Un esempio di dinamiche di promozione integrata (cross promotion)

è il caso di Harry Potter. Alla produzione del film si è aggiunta la produ-

zione dei libri (nelle diverse edizioni), i movie trailers, l’instant messan-

ger, i siti; sulla TV tradizionale e via cavo è nato il mito del personaggio

cui si sono associate i 90 secondi di preview; nel mondo dell’editoria ol-

tre alle successive versioni del libro sono nate le edizioni settimanali; nel

mondo della musica sono nate le colonne sonore. Economist.com, 12

ottobre 2001; MSNBC.com, 14 novembre 2001; Business Wire, 18 mar-

zo 2003; Montreal Gazzette, 16 novembre 2002; analisi IBM S&C.

venendo più convenienti, anche con modalità “a lacarte” senza necessità di sottoscrizione; si sono dif-fusi diversi mezzi di pagamento.I risultati non sono tardati, si pensi ad esempio alcaso di successo di iTunes, con più di 70 milioni dicanzoni vendute nel 2004, al numero crescente diutenti che scaricano file legali dalla rete e all’effet-to traino anche sul mercato dei video (ad esempiocon Movielink o Cinema Now).La strada da seguire è dunque chiara.

È prevedibile che il mercato dovrà tendere versouna soluzione che preveda la riduzione dei prezziattraverso la promozione di nuovi modelli evolutidi fruizione, ad esempio a consumo o a canone. Il prezzo basso e competitivo, a detta degli opera-tori di settore, può essere un deterrente alla pirate-ria, in quanto favorisce il consumo e la diffusionedei contenuti ma deve essere legato a contenuti diqualità. A fronte di una definizione competitiva dell’offertanegli ultimi tempi si è notato un aumento della pro-pensione a pagare degli utenti Internet: il 3,6% del-la popolazione italiana è disposta ad usare dei sitia pagamento, percentuale che sale al 17% se siconsiderano gli utenti che scaricano musica dallarete. Inoltre, in funzione della riduzione dei prezzi,si è notato come siano evidenti dei margini di ma-novra per la riduzione dell’IVA, che, ad esempio,sui CD nelle edicole è del 4%.

■ Durante le audizioni, gli stessi operatori di telecomunica-zioni, insieme alle associazioni di categoria e agli operatori disoftware e di device hanno sottolineato come lo sviluppo diun’offerta legale (nuovi portali con gamma ampia) sia il mez-zo più efficace per combattere la pirateria. (Per le posizioni didettaglio si veda negli allegati la tavola sinottica)

Le politiche di prezzo devono essere contenute ediversificate, identificando modelli di transazioniche permettano di remunerare nuove forme di down-load e fruizione, ad esempio a consumo, quali ilpay per click, pay per view, pay per stream, pay perbyte o a canone, con una semplificazione del pa-gamento. Nel settore della musica, ed in particolare in riferi-mento al mondo dei giovani, i modelli di fruizionea “noleggio” potrebbero avere particolare successo,soprattutto se riferiti a brani che esauriscono il lorociclo di vita in tempi molto brevi.

■ Da ultimo, l’altro fattore critico di successo individuato per lo sviluppo del mercato è la promozione di sistemi di pagamento ad ampia diffusione

Ad oggi i pagamenti sulla rete sono consentiti attra-verso alcuni strumenti di base: carta di credito, bo-nifico C/C, bolletta telefonica, carta prepagata (Fi-gura 13).Oltre a tali sistemi tradizionali stanno emergendodelle soluzioni alternative dettate del desiderio disoddisfare le esigenze dei consumatori ed in parti-colare la sicurezza.

■ Le associazioni dei consumatori hanno rilevato inoltre ladifficoltà che, oggi, ha il consumatore a comprendere e com-parare le offerte relative ai canoni di connessione. È emersala necessità di maggior chiarezza soprattutto in riferimento ailimiti di servizio minimi garantiti e alla banda necessaria perfruire di determinati servizi e contenuti così da consentire alcliente finale la rescissione del contratto per mancato assol-vimento alle prestazioni nonché di rendere le offerte dei di-versi ISP maggiormente comparabili.

43

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]4.3 Prezzi competitivi e sistemi di pagamento

■ Per favorire la crescita del mercato le politiche di prezzi competitivi e lo sviluppodi sistemi di pagamento diffusi sonostrumenti essenziali

Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo e all’e-voluzione dell’offerta legale di musica sulla rete. I primi modelli di offerta legale hanno avuto diffi-coltà a decollare, si pensi ad esempio a Pressplay,la joint venture Sony e Universal, basato sulla sot-toscrizione e su un rigido sistema di DRM che con-sentiva una sola copia personale. Questo modello era caratterizzato dalla scarsità deititoli a disposizione, anche per la difficoltà di ac-quisire i diritti digitali sui contenuti, da prezzi an-cora molto elevati e da un’offerta poco flessibile,

basata sull’acquisto di un abbonamento e non di unsingolo brano. A corollario di queste limitazioni, imezzi di pagamento in Rete erano ancora poco dif-fusi. Dopo 3 anni di attività il sito contava appena50.000 sottoscrittori.Tale scenario ha contribuito a favorire la nascita disistemi di scaricamento illegale di file attraverso si-stemi tipo Peer-to-Peer (es. KazaA). Ad oggi il panorama competitivo si è largamenteampliato, sono nati molti portali e siti a pagamentopromossi dalle major, ma anche da produttori dielettronica, retailer, ISP (Figura 11; Figura 12).

I modelli di business sono diventati maggiormenteflessibili, consentendo l’acquisto di singoli titoli, al-bum, sottoscrizione, streaming; i DRM si stannoadattando sempre di più ai bisogni dei consumato-ri, sono ammesse diverse copie per uso personalesu diversi device; l’offerta è diventata molto più am-pia, anche fino a 900.000 titoli; i prezzi stanno di-

42 [SECONDA PARTE ]

Figura 11: Esempi di servizi commerciali di musica online nel mondo

Mayor

Produttori di Elettronica

Retailer

Portali/ISP

Settore Servizio e operatore Offerta, modalità d’acquisto Modalità di pagamento

Sony Connect (Sony)Lanciato nel 2003

iTunes (Apple)Lanciato nel 2003

MusicNow (Circuit City)Fondato nel 1999

DotMusic (BT/Yahoo)Lanciato nel 2004

• Più di 500.000 canzoni• Costo canzone $ 0.99 o album

a partire da $ 9.99

• Ca. 700.000 canzoni disponibi-li, con più di 450 case discogra-fiche

• Costo canzone è di $ 0.99

• Ca. 400.000 canzoni • Costo canzone è di $ 0.99• Costo album da $ 6.93

• Costo canzone è di £ 0.99-1.49• Sottoscrizione mensile £ 4.99

per 500 di credito• CD da 10.99 £ a 12.99 £

• Pagamento attraverso carta dicredito

• Carte di credito speciali (es.: Mileage Plus)

• Pagamento tramite appositaPrepaid card (credito illimitato)

• Pagamento tramite appositaPrepaid card “Music DownloadCard” da $ 10 e $ 20

• Pagamento tramite appositaPrepaid Card (credito limitato)

Figura 12: Esempi di servizi commerciali di musica online in Italia

Servizio e operatore Offerta, modalità d’acquisto Modalità di pagamento

Operatore: TiscaliLanciato nel 2003

Operatore: Buongiorno VitaminicLanciato nel 1999

Operatore: TIMLanciato nel 2003

• Canzoni disponibili 350.000• Costo Canzone € 0.83• Costo Album da € 12.49 a € 15.49

• Canzoni disponibili oltre 400.000• Costo Canzone € 0.46• Abbonamento annuale o pagamento per

brano

• Canzoni disponibili: n.d.• Costo Canzone da € 0.75 a € 1.39• Costo Album da € 8.9949 a € 12.49• Abbonamento o pagamento per brano

• Acquisto tramite carta di credito dipacchetti Tiscali da € 2, 10, 20 fino a€ 50 per scaricare i brani offerti

• Pagamento attraverso carta di credito e apposita “prepaid card” virtuale

• Addebito del costo sulla bolletta tele-fonica per gli abbonamenti Telecom

• Pagamento attraverso carta di credito

Fonte: portali, analisi BAH

Figura 13: Sistemi di pagamento

• Utilizzata per tutte le tipologie di contenuti erogati tramite Internet• Utilizzata sia per l’acquisto singolo in modalità spot (ad esempio l’acquisto di un brano musicale), sia per

l’acquisizione di un credito che viene scalato ogni volta che l’utente usufruisce del servizio (ad esempio uncredito che dà diritto di acquistare on line un certo numero di brani musicali)

Carta di credito

Bonifico C/C

Bolletta telefonica

Carta pre-pagata a scalare

• Utilizzato in alcuni casi come alternativa tradizionale alla carta di credito

• Utilizzato per i contenuti erogati tramite telefono cellulare o tramite Internet (ad esempio video on demanderogato sia da Fastweb che da RossoAlice di Telecom)

• È necessaria l’esistenza di rapporti commerciali con l’operatore

• Usata da alcuni portali e dagli operatori di telefonia mobile per l’acquisto on line di loghi e suonerie percellulare, o da operatori Tv Digitale Terrestre per il video on demand

• Modalità ancora poco diffusa ma su cui gli operatori sembra si orienteranno in futuro

in qualche modo consenta lo sviluppo del mercatonella direzione di garantire l’offerta di prodotti diqualità a prezzi competitivi, rispettando gli interes-si di tutti gli attori, non ultimi i consumatori.

4.5 Il ruolo delle società di gestionedei diritti (collecting society)

In ambito europeo è in corso una riflessione poli-tica sui modelli di società di gestione dei diritti (diseguito collecting society) e molte sono le solu-zioni che si contendono il campo. Un tema sulquale riflettere per favorire lo sviluppo del mer-cato è quello di garantire un accesso non restrit-tivo ai contenuti, salvaguardando il diritto d’auto-re ed i diritti connessi, in uno scenario nel qualela protezione dei diritti d’autore deve contempe-rarsi con lo sviluppo delle nuove tecnologie. Inquest’ottica assume particolare importanza la pro-tezione territoriale ed il rilascio di licenze per losfruttamento dei diritti. La Commissione Europea ha aperto una consulta-zione relativa alle collecting society che gestisco-no i diritti relativi alla musica venduta in rete manon è a ancora pervenuta ad univoche conclusio-ni ed il dibattito è aperto (IP/04/586).Il diritto d’autore come tutti i diritti di proprietàintellettuale ha una tutela limitata al territorio na-zionale. Tuttavia questa dimensione territorialecondurrebbe ad esiti negativi nella misura in cuiconcorresse alla compartimentazione dei mercati

all’interno dell’Unione Europea, soprattutto nel-l’era digitale, poiché si contrasterebbe lo spirito egli obiettivi della normativa, volta ad eliminare icomportamenti destinati a distorcere le dinami-che concorrenziali da parte degli operatori. Nella Decisione IFPI (International Federation ofthe Phonographic Industry) dell’8 ottobre 2002sono stati evidenziati i nuovi requisiti e le possi-bilità offerte da Internet. Il documento ridisegnale modalità di gestione collettiva dei diritti daparte della Federazione stessa per l’attività di tra-smissione in simultanea (simulcasting) attraversoInternet, indicando anche la costituzione di unmeccanismo di tipo “sportello unico” (di seguito“one stop shopping”) di dimensione europea, ba-sato su uno schema di accordi reciproci tra le so-cietà di raccolta che amministrano i diritti. LaDecisione delinea le principali soluzioni per su-perare le restrizioni implicite in un sistema di ge-stione dei diritti collettivi tradizionalmente basa-to su un ambito territoriale nazionale, tenendoconto del fatto che con le nuove tecnologie talirestrizioni sono da considerarsi in generale nonpiù accettabili e dovrebbero essere quindi riesa-minate. La Decisione individua chiaramente le efficienzerelative al one stop shopping attraverso accordireciproci tra società di gestione dei diritti colletti-vi. Per la vendita di musica via Internet l’orienta-mento comunitario è favorevole ad accordi del ti-po “sportello unico”, purché si tratti di accordiche comportino l’emissione di licenze di dimen-sione europea in concorrenza fra loro, in modo

45

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]Apple, ad esempio, ha brevettato un sistema per cuiil numero della carta di credito è richiesto una vol-ta soltanto; viene poi conservato ed associato aduna “domanda” e alla relativa “risposta” che, indica-te dal titolare, vengono richieste ad ogni transazioneal posto della carta di credito. ABI ha studiato un sistema innovativo, Bankpassweb, che di fatto opera come un borsellino elettro-nico, ma che consente di depositare il conto corren-te, il numero di carta di credito o bancomat una solavolta e poi utilizzare il borsellino ad ogni transazionecon una user ID ed una password.

In conclusione, lavorare sulle tre leve sopra descritte– sviluppo di offerta legale, prezzi competitivi, siste-mi di pagamento – sono condizioni necessarie per losviluppo del mercato. Per realizzare delle soluzionivantaggiose per tutti gli attori, sono necessari tavoli dilavoro, cui partecipino operatori pubblici e privati,che fissino non solo gli indirizzi guida ma anche leapplicazioni e le soluzioni pratiche di realizzazione.

4.4 Modelli di redistribuzione deiricavi (revenue sharing)

■ Per favorire lo sviluppo del mercato dallato operatori e la riduzione dei prezzipotrebbero essere studiati dei modelli diredistribuzione dei ricavi fra gli attori, nellatutela di tutti gli attori

Ad oggi il mercato dei contenuti digitali vede di fat-to la presenza di tre tipologie di player:

• i “content originator” ovvero quanti creano e di-segnano il contenuto. Necessitano di capacità disviluppo e produzione di contenuti e di altre for-me di creatività (film, giochi, musica, foto,…); lecompetenze richieste sono prevalentemente dinatura creativa e tecnologica e vi sono dei fortiinvestimenti in capitale intellettuale;

• gli integratori ovvero quanti svolgono le attività diconversione del contenuto e packaging in fun-zione delle piattaforme di distribuzione. Debbo-no avere la capacità di integrare asset distinti e di-versi fra loro, tale da richiedere un mix di com-petenze articolato (gestione tecnologica, databa-se management, program management, investi-menti in beni materiali ed immateriali);

• i distributori ovvero quanti svolgono attività dimarketing dei contenuti (detenendo le informa-zioni sui clienti) e di distribuzione dei contenutistessi. Debbono avere capacità di distribuzione diservizi voce e dati e di gestione della clientela(Customer Relationship Management). Le compe-tenze richieste in questo caso sono di gestionedelle reti dati e tecnologiche, di sistemi di paga-mento e di assistenza cliente (Figura 14).

Una catena del valore molto integrata a valle ri-schia di generare uno sbilanciamento della forzacontrattuale per cui content originator ed integrato-ri hanno difficoltà a definire dei modelli di businesssostenibili, che nello stesso tempo riescano a ga-rantire la qualità dei contenuti realizzati.Da questa osservazione la nascita della necessità diistituire un tavolo di lavoro, che coinvolga tutti glioperatori sopra identificati per definire un modellodi redistribuzione dei ricavi (revenue sharing), che

44 [SECONDA PARTE ]

Figura 14: Modello di redistribuzione dei ricavi (revenue sharing) nel mercato dei contenuti digitali

• Capacità di sviluppo e produzionedi contenuti e altre forme di crea-tività (film, giochi, musica,foto…)

Mestiere

Competenze

Marginalità

Integratori DistributoriContent originator

Digital contentcreation Content design

Contentconversion& packaging

ContentManagem.(inc. R&D)

Contentstorage/Publishing

Content marketing

Content distribution

* In base alla decisione della Corte Suprema degli USA del Dic 2003, gli ISP americani non possono essere obbligati a fornire i dati di pirati sospetti ai copyright owners

Fonte: analisi Booz Allen & Hamilton

• Competenze prevalentemente dinatura creativa e tecnologica

• Forti investimenti in capitaleintellettuale

• Competenze differenziate digestione tecnologica (inclusoR&D)

• Competenze di Database Mana-gement

• Competenze di Program Mana-gement

• Significativi investimenti in benimateriali e immateriali

• Capacità di “integrare” assetsdistinti e diversi tra loro tale darichiede un mix di competenzearticolato

• Competenze di marketing digestione di reti dati e tecnologi-che e di sistemi di billing ecustomer care

• Investimenti molto significativirealizzati dalle Telco

• Capacità di gestire network perla distribuzione di servizi voce edati e di gestione di customerbase (CRM)

Titolari dei diritti Distributori

Titolaridei diritti

DistributoreInternet A

DistributoreInternet A

DistributoreInternet B

SIAE o altre collecting societynaz. o internaz.

SIAE o altre collecting

society naz. o internaz.

Transazioni regolate dal DRM

ONE STOPSHOPPING ONE STOP

SHOPPINGLicenza disfruttamento

Correspon-sione diritti

Transazioni regolate dal DRM

Diritti di sfruttamento Comprano

i diritti

Regola-zione delpagamento

Diritti di sfruttamento

Diritti in tutti i Paesi europei

I titolari dei diritti avrebbero la possibilitàdi scegliere il soggetto al quale

affidarne la tutela, dovrebbero sceglierela Società di raccolta alla quale dare in licenza lo sfruttamento dei diritti

Gli utilizzatori dovrebbero poter scegliere la piattaforma relativa al “One Stop Shopping”

quando acquistano la licenza relativa ad operazioni transnazionali

Figura 15: Modello one stop shopping

EUROPA

Analisi Roland Berger su audizione AGCM

conto delle sue peculiari caratteristiche tecnologi-che e della necessità di far crescere la competitivitàdel mercato. In quest’ottica, anche a seguito delleaudizioni, si è registrata a tutti i livelli una conver-genza di vedute in ordine alla necessità di introdur-re sistemi di autoregolamentazione, per la realizza-zione dei quali è indispensabile una fattiva collabo-razione da parte degli operatori del settore e deglistessi utenti e consumatori, attraverso i propri orga-nismi rappresentativi, finalizzata anche alla defini-zione di codici di condotta, all’interno dei quali leIstituzioni abbiano un ruolo di garante.

Alla conclusione delle numerose audizioni, chehanno consentito una panoramica completa degliaspetti rilevanti per gli scopi della Commissionestessa, la Commissione ha raggiunto il convinci-mento che un’efficace strategia da perseguire siaquella di incentivare ed incoraggiare il raggiungi-mento di specifici accordi tra le parti interessate al-le problematiche emerse, seguendo il modello giàsperimentato con successo altrove. Complementoessenziale ai suddetti accordi è la costituzione ditavoli di lavoro che devono rappresentare un’op-portunità sistematica di supporto all’attività del le-gislatore anche nella definizione di un nuovo sce-nario normativo.La Commissione ha ipotizzato come soluzione pos-sibile la definizione di linee guida per l’avvio dipratiche di autoregolamentazione, con l’obiettivodi creare un contesto in cui tutti gli attori coinvol-ti vedano in qualche modo garantiti i propri inte-ressi attraverso non delle semplici iniziative spora-diche ma un sistema di interventi organico, me-diante il quale promuovere il mercato dei conte-nuti digitali. A tale scopo occorre appunto definire linee guidaper l’adozione di codici di condotta ed azioni perla diffusione dei contenuti digitali nell’era di Inter-net, volte a promuovere la diffusione in rete delleopere d’ingegno, anche attraverso la libera dispo-nibilità di quelle già di pubblico dominio, a svi-luppare campagne di comunicazione per coltivarela coscienza etico sociale dei consumatori ed in-formarli su un uso della rete rispettoso della nor-mativa sul diritto d’autore e sui rischi derivanti dal-la sua violazione. Sarà inoltre necessario dare tra-sparenza ai nuovi modelli di fruizione della cultu-ra, favorire le iniziative volte alla produzione dinuovi contenuti digitali che consentano il pienosfruttamento delle diverse piattaforme, promuove-re la nascita di modelli di business sostenibili, in-coraggiare l’adozione di sistemi di protezione aper-ti ed interoperabili e creare un osservatorio perma-nente per il monitoraggio dell’andamento del mer-cato, della diffusione di contenuti digitali e del fe-

nomeno della diffusione abusiva di materiale au-diovisivo.La Commissione ha inoltre ipotizzato un’ulterioreserie di possibili interventi normativi mediante iquali procedere alla revisione di alcuni aspetti del-le disposizioni contenute nelle leggi n. 633/41 e n.128/2004, in adesione ad espresse richieste emer-se dalle audizioni stesse e condivise dai Compo-nenti della Commissione. Tali soluzioni si ispirano all’applicazione di dueprincipi: il primo, per il quale Internet non può es-sere una zona franca (ciò che è proibito nel mon-do reale deve essere vietato anche nel mondo vir-tuale); il secondo, per cui la norma deve essere suf-ficientemente flessibile in modo da non costituireun freno per lo sviluppo delle nuove tecnologie. L’indirizzo seguito nelle soluzioni è risultato di te-nore analogo a proposte di modifiche legislative indiscussione al Parlamento. In tali soluzioni, oltre amantenere la sanzione penale grave (reclusione emulta) solo per chi immette in rete a “fine di lucro”contenuti digitali senza averne i diritti, si prevedeanche la possibilità di estinguere il reato attraversoil pagamento di una somma di denaro (oblazione)nei casi in cui chi pone in essere la medesima con-dotta, ossia l’immissione in rete di contenuti pro-tetti dal diritto d’autore, agisca in assenza del dolospecifico, rappresentato dal fine di lucro. Per tantogli utenti della rete che, sfruttando la condivisionedei file, utilizzano contenuti digitali possono estin-guere il reato mediante il pagamento di sanzionipecuniarie.Sarà inoltre auspicabile una collaborazione reci-proca, secondo le rispettive competenze e secon-do gli accordi già avviati, tra la Commissione In-terministeriale sui contenuti digitali nell’era di In-ternet e la Commissione speciale per la revisionee l’aggiornamento della legge 633/1941 sul dirit-to d’autore con l’obiettivo di fornire un quadronormativo aggiornato e adeguato anche in fun-zione della continua innovazione ed in vista delrecepimento della Direttiva 2004/48/CE del 29aprile 2004 sul rispetto dei diritti di proprietà in-tellettuale.

La comunicazione e la sensibilizzazione rappre-sentano, inoltre, la leva fondamentale per lo svi-luppo di una coscienza etico-sociale diffusa, es-senziale per contrastare i comportamenti illeciti.La coscienza etico sociale degli italiani sul tema pi-rateria è negli ultimi tre anni aumentata: in parti-colare oggi il 37,4% degli italiani ritiene che nonci sia nulla di male ad acquistare un CD piratato,mentre nel 2002 tale percentuale ammontava al51,2%. Il dato è confortante se considerato cometrend di sviluppo della coscienza sociale del Pae-

47

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]da evitare l’emergere di super monopoli, invecedei 25 già esistenti a livello territoriale nazionale. Per assicurare che si inneschino processi di svi-luppo della concorrenza, occorrerebbe che i tito-lari di diritti avessero la possibilità di scegliere ilsoggetto al quale affidare la tutela, in altre parolesarebbe opportuno poter scegliere la società diraccolta dei diritti alla quale dare in licenza losfruttamento. Dall’altro lato gli utilizzatori do-vrebbero avere la possibilità di scegliere le piatta-forme distributive al one stop shopping quandoacquisiscono le licenze riguardanti operazionitransnazionali (Figura 15).Il tutto tenendo presente le particolari caratteristi-che che assume la concorrenza in detto settore.La società, infatti, in una accezione pura dellaconcorrenza, dovrebbero allo stesso tempo, ga-rantire ai titolari dei diritti la massima remunera-zione possibile delle loro opere, dall’altro, offrireil repertorio agli utilizzatori al costo minore pos-sibile.

Le collecting society, che già oggi, in forza di ac-cordi transnazionali di reciproca rappresentanza,svolgono ruolo di sportello unico e di semplifica-zione contrattuale in grado di offrire ad autori, ar-tisti interpreti, editori e produttori uno strumentoadatto ad identificare la paternità delle diverseopere ed a raggruppare l’insieme delle attività ne-cessarie per la gestione dei diritti, devono ancorpiù accentuare e perfezionare queste caratteristi-che. Inoltre, con attenzione particolare alla diffu-sione di Internet, è inequivocabile l’esigenza didefinire delle licenze collettive sulle opere checomprendano i diritti, alle volte di diversa natura,di tutte le parti componenti l’opera (testi, musi-che, filmati, immagini). In questo contesto tariffeforfetarie e modalità tipo abbonamento per l’uti-lizzo di contenuti potrebbero rappresentare unavalida alternativa a farraginosi meccanismi di con-teggio che, appesantendo l’organizzazione azien-dale, penalizzano gli operatori del settore multi-mediale (per un maggior dettaglio delle posizioneemerse nel corso delle audizioni si vedano le ta-vole sinottiche in allegato).

Capitolo 5.Conclusioni

■ È chiaro, come emerge dall’analisi esposta nelleprecedenti pagine, che le tematiche affrontate ne-cessitano di ulteriori approfondimenti e riflessioni eche le azioni da sviluppare devono essere adeguateal continuo evolvere della tecnologia e del mercato.

In tal senso è opportuno creare le condizioni per la na-scita di iniziative e di soluzioni che traggano origine esiano promosse dagli attori del settore. D’altra parte, ilcontributo che lo sviluppo del mercato dei contenutidigitali può dare non solo alla crescita economica maanche a quella culturale del nostro Paese richiede deiprecisi impegni anche da parte delle Istituzioni.

Sarà opportuno, a questo proposito, ricordare l’art 27della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uo-mo, all’interno del quale si affermano due principi:• il diritto di ciascuno di prendere parte liberamente

alla vita culturale della comunità, di godere dellearti e di partecipare al progresso scientifico ed aisuoi benefici;

• il diritto in capo all’autore alla protezione degli in-teressi morali e materiali derivanti da ogni produ-zione scientifica, letteraria e artistica.

In sintesi il livello di sofisticazione raggiunto dalletecnologie e l’accesso a vaste risorse di informazio-ne, punti di forza della rete, non possono indurre agiustificare comportamenti illeciti che si sono purediffusi. Non si può, dunque, considerare Internet“una zona franca” in cui le norme vigenti non deb-bano o possano essere applicate e rispettate. La na-tura globale della rete e la difficoltà di controllo, siaa livello nazionale che soprattutto a livello interna-zionale, non possono spingere gli Stati ad abdicaread una precisa responsabilità, che è quella di pro-teggere dall’uso illegale e dannoso dei nuovi media. È ormai chiara e diffusa la consapevolezza che il per-durare dell’attuale situazione di incertezza giuridicanon solo facilita la commistione di illeciti e abusi sul-la rete e attraverso le reti, ma opera anche come dis-incentivo economico, ostacolando e ritardando losviluppo del settore delle tecnologie e dei servizi,che è di assoluta rilevanza per la crescita del Paese. In altri termini, tentare di regolamentare la rete conl’introduzione di specifiche misure legislative può, avolte, rivelarsi non solo impossibile ma anche con-troproducente. Questo tuttavia non significa che larete debba essere un “territorio senza legge”, mapiuttosto che tutte le iniziative e anche le misure le-gislative siano “a prova della rete”, tengano cioè

46 [SECONDA PARTE ]

49

[ALLEGATI]

30 Fonte audizione FIMI, su analisi AC Nielsen.31 Fonte audizione FIMI, su analisi AC Nielsen.32 Fonte audizione FIMI, su analisi AC Nielsen. 33 Cfr. caso Perseus in appendice.

se. In altri Stati d’Europa la sensibilità dei singoli sog-getti è significativamente superiore30.In Italia sta crescendo la percezione dell’illegalità de-gli scambi di contenuti non leciti attraverso il Peer-to-Peer: ad aprile 2004, il 55,4% di coloro che scaricanoillegalmente file dalla rete si dicono consapevoli dicompiere una pratica illegale, dato in crescita se rife-rito al 2003 in cui tale valore ammontava al 48%31.Inoltre, sta diminuendo la propensione al downloadillegale di file: il 56% di coloro che abitualmente sca-ricano file dalla rete in futuro continueranno a farlo,nel 2003 i “recidivi” ammontavano al 67,5%. Con ladiminuzione del download illegale di file, si sta dif-fondendo la conoscenza di azioni legali in corso con-tro chi scarica illegalmente file dalla rete, ad oggi pa-ri – secondo la Federazione dell’Industria MusicaleItaliana - al 24,2% degli italiani (circa 12 milioni)32.Pertanto è necessario avviare un’azione coordinata edi impatto mediatico significativo per sensibilizzareil nostro Paese.Il fattore critico di successo per combattere la pirateriaè lo sviluppo di campagne di comunicazione e di sen-sibilizzazione all’interno delle quali si rafforzi la co-scienza etico sociale dei consumatori e si diffonda l’in-formazione sulla normativa vigente, sui danni che la pi-rateria può portare al sistema produttivo e sui beneficieffetti che un sistema basato sullo scambio legale puògenerare sia per i consumatori che per le imprese.Queste attività di comunicazione dovrebbero muo-versi secondo le seguenti modalità di attuazione:• comunicazione istituzionale (che persegua obietti-

vi di ampia diffusione), rafforzata da azioni mirate(ad esempio mediante l’istituzione della giornatacontro la pirateria on line con l’intento di svilup-pare coscienza sociale utilizzando dei mezzi dicomunicazione molto vicini al one to one);

• campagne focalizzate su target specifici per raffor-zare lo spirito etico in riferimento alle tematiche re-lative alla pirateria, ad esempio, imprese e/o PA;

• campagne di comunicazione e azioni di sensibiliz-zazione per lo sviluppo della coscienza etico-so-ciale a partire dalle scuole, introducendo ad esem-pio dei punti specifici nei programmi di educazio-ne civica e/o organizzando degli eventi mirati, adesempio con testimonial all’interno delle scuole.

Così strutturata la comunicazione porterebbe dei be-nefici su target differenti: i cittadini, le imprese e lepubbliche amministrazioni, i giovani.Inoltre, dovrebbe esserci l’impegno, anche degli ope-ratori di settore, a fornire una chiara comunicazioneal fianco di quella sopra descritta di tipo istituziona-le. I fornitori di connettività potrebbero sviluppare

una campagna di comunicazione preventiva, infor-mativa ed educativa rivolta alla sensibilizzazione de-gli attuali abbonati e dei nuovi clienti; i titolari dei di-ritti potrebbero sviluppare azioni per la promozionedel mercato legale on line attraverso l’applicazionedi due principi: la trasparenza della comunicazionee l’orientamento al cliente, per soddisfarne le relati-ve esigenze e lo studio, e la realizzazione di campa-gne pubblicitarie informative ed educative.

La Commissione, infine, ha raggiunto il convinci-mento che le Istituzioni debbano farsi promotrici diiniziative di ampia portata per lo sviluppo dei mer-cati dei contenuti digitali, che come precedente-mente dimostrato (vedi figura 5, capitolo 3.1), ponel’Italia in una posizione più arretrata rispetto ad altripaesi nel contesto europeo e mondiale.Una strada per “popolare la rete” e promuovere losviluppo del mercato dei contenuti digitali potrebbeessere quella della messa a disposizione di contenu-ti di pubblico dominio secondo due indirizzi: • lo studio di modelli di partnership con università,

enti di ricerca, operatori privati per la digitalizza-zione di contenuti esistenti;

• la realizzazione di contenuti digitali ad elevata in-terattività individuati all’interno di una specificabranca del sapere, resi disponibili attraverso porta-li tematici33, anche tenendo conto della possibilitàdi sfruttamento delle molteplicità di piattaformeesistenti.

Perché quindi la rete si “popoli” di contenuti è fon-damentale: • l’impegno degli operatori privati a immettere in re-

te, entro la fine dell’anno 2005, una rilevante quan-tità di contenuti e a favorire la nascita di ambientitelematici per l’offerta legale dei contenuti;

• l’impegno del settore pubblico ad immettere in re-te contenuti digitali per la diffusione del sapere, incollaborazione con Università, enti di ricerca, scuo-le, biblioteche pubbliche e private, attraverso la di-gitalizzazione di opere già esistenti – di pubblicodominio o fruibili con licenza – oppure lo svilup-po di nuovi contenuti di interesse pubblico gene-rale, anche identificando una possibile modalità dimessa a disposizione a pagamento.

La Commissione ritiene, pertanto, che gli interventisopra descritti potranno essere il punto di partenzaper sciogliere il dilemma digitale incentrato sulla ri-cerca di un giusto equilibrio tra diffusione dei conte-nuti e tutela della proprietà intellettuale. L’obiettivo èquello di valorizzare gli effetti positivi della rivolu-zione digitale in atto e, allo stesso tempo, di com-battere gli abusi commessi in rete.

48 [SECONDA PARTE ]

Soggetti auditi:■ Adiconsum■ AerantiCorallo■ AFI (Associazione Fonografici Italiani)■ AGISANEC (Associazione Generale Italiana

Spettacolo Associazione Nazionale EsercenteCinema)

■ AIE (Associazione Italiani Editori)■ AIIP (Associazione Italiana Internet Providers)■ Altroconsumo■ ANEE (Commissione Servizi e Contenuti

Multimediali)■ ANICA■ Apple■ APT (Associazione Produttori Televisivi)■ ASMI (Associazione di categoria dei produttori di

supporti magnetici)■ Associazione Software Libero■ Assoprovider■ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni■ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato■ Autorità Garante per la Protezione dei Dati

Personali■ Booz Allen Hamilton■ BSA (Business Software Alliance)■ BuongiornoVitaminic■ Cinecittà Holding■ Dipartimento Informazione Editoria PCM■ Einstein Multimedia Group■ EITO■ FAPAV (Federazione AntiPirateria Audiovisiva)■ Fastweb■ Federcomin■ FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali)■ FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana)■ FRT (Federazione Radio Televisioni)■ Guardia di Finanza■ H3G (Mobile Video Company)■ IBM■ IMAIE (Istituto per i diritti degli artisti interpreti

esecutori)

■ IWA (International Webmaster Association)■ Mediaset■ Megabeam■ Microsoft Italia■ Moving Picture Experts Group■ Philips Italia■ Polizia Postale e delle Comunicazioni■ RAI■ SIAE (Società Italiana degli Autori e degli Editori)■ SKY Italia■ SONY/AESVI (Associazione Editori Software

Videoludico)■ SUGAR■ Telecom Italia■ Time Warner – AOL■ Tiscali■ UNC (Unione Nazionale Consumatori)■ UNIVIDEO■ Vodafone Italia■ Wind

Soggetti che hanno inviato contributi scritti■ SCF (Società Consortile Fonografici)■ COTEC (Fondazione per l’Innovazione Tecnologica)■ HIPATIA

Allegato 1.Elenco degli auditi e dei soggetti che hanno inviato dei contributi scritti

51

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]50 [ALLEGATI]

Allegato 2.Normativa comunitaria e nazionale

Direttiva 91/250/CEE, relativa alla tutela giuridica dei programmi perelaboratore

Direttiva 92/100/CEE, concernente il diritto di noleggio, il diritto di prestito etaluni diritti connessi al diritto di autore in materia di proprietà intellettuale

Direttiva 93/83/CEE per il coordinamento di alcune norme in materia didiritto d’autore e diritti connessi applicabili alla radiodiffusione via satellitee alla ritrasmissione via cavo

Direttiva 93/98/CEE, concernente l’armonizzazione della durata di protezionedel diritto d’autore e di alcuni diritti connessi

Direttiva 96/9, relativa alla tutela giuridica delle banche dati

Direttiva 98/84/CEE sulla tutela dei servizi ad accesso condizionato e deiservizi di accesso condizionato

Direttiva 2000/31, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della societàdell’informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno

D. Lgs. 29 Dicembre 1992, n. 518

D. Lgs. 16 Novembre 1994, n. 685

D. Lgs. 23 Ottobre 1996, n. 581

Legge 6 Febbraio 1996, n. 52 (art. 17)D. Lgs. 26 Maggio 1997, n. 154

Legge 24 Aprile 1998, n. 128D. Lgs. 6 Maggio 1999, n. 169

D. Lgs. 15 Novembre 2000, n. 373, integrato con Legge 7 Febbraio 2003, n. 22

Legge 1 Marzo 2002, n. 39 (art. 31)D. Lgs. 9 Aprile 2003, n. 70

Provvedimento Comunitario Provvedimento Nazionale

Direttiva 2001/29 sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore edei diritti connessi nella società dell’informazione

Direttiva 2001/84/CEE, relativa al diritto d’autore di un’opera d’arte sullesuccessive vendite dell’originale

Regolamento CEE n. 1383 del 2003, relativo all’intervento dell’autoritàdoganale nei confronti di merci sospettate di violare taluni diritti di proprietàintellettuale e alle misure da adottare nei confronti di merci che violano talidiritti

Direttiva 2002/38/CE che modifica temporaneamente la direttiva 77/388/CEEper quanto riguarda il regime di imposta sul valore aggiunto applicabile aiservizi radiodiffusione di televisione e a determinati servizi prestati tramitemezzi elettronici

Direttiva 2002/58/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tuteladella vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche (Direttivarelativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche)

Direttiva 2004/48/CE sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale(IPR Enforcement)

D. Lgs. 9 Aprile 2003, n. 68

D. Lgs 1 Agosto 2003, n. 273

D. Lgs. 30 Giugno 2003, n. 196

Provvedimento Comunitario Provvedimento Nazionale

Allegato 3.Tavole sinottiche delle evidenze emerse dalle audizioni

• Il trasferimentodei contenutidigitali in viatelematica è un’opportunitàin quanto stimoloalla digitalizzazione

• Il trasferimentodei contenutidigitali in viatelematica è un’opportunitàma varegolamentata

• Le innumerevolipossibilità di accesso alle reti sono la maggioreopportunitàper lo sfruttamentodelle opered’ingegno

• Il trasferimentodei contenutidigitali in viatelematica èun’opportunitàper la crescita del mercato

• Vanno evitatepesanti sanzionisugli utenti che rischiano di allontanare i cittadini dal mondodigitale

• Non bisognacriminalizzare la condivisione in rete di file, in quanto è un’attività che partecipa allo sviluppo della cultura del paese

• Il trasferimentodei contenutidigitali è un’opportunitàin funzione della correttagestione dei diritti

• Il trasferimentodi contenutidigitali in viatelematica è un’opportunità,ma è necessariauna correttagestione dei diritti

• Il P2P rappresentauna opportunitàper la definizionedi nuovi modellidi businessnon però nella sua versioneillegale

• Il P2Pè un’opportunitàma “non devediventarel’autostrada della pirateria”,che deve esserepunita

• La possibilità di fruire in modogratuito o similgratuito(flat fee)aumenta il desiderio di cinema: oggiun rischio,domaniun’opportunità

• Il trasferimentodei contenutidigitali in via telematicaè un’opportunitàma varegolamentata

• P2P danneggia la criminalitàorganizzatariducendone le entrate

Cluster di Auditi

• Chiariglione • Philips • IBM • Apple • BSA • Ass. SW Lib. • Wind • H3G • Tiscali • AIE • Sugar • IMAIE • AoL • Mediaset • Polizia delle Comunic.• Pugliese • Microsoft • Vitaminic • AESVI • IWA • Vodafone • Telecom • FIEG • SIAE • RAI • SKY • Cinecittà • Guardia di Finanza

Esperti Operatori Asociaz. Operatori Editori Associazione Operatori Istituzionidi settore di SW e device SW Telco Produttori di autori cinema e TV

di contenuti interpreti

tav. 1

Tema rilevante: Trasferimento di contenuti digitali in via telematica: opportunità o rischio

53

52 [ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET][ALLEGATI]

• Nella messa a disposizione on-line di opere audiovisive restaassolutamente indispensabile che ogni passaggio vengafatto legalmente, rispettando non solo il diritto d’autore ma anche le norme più generali sull’audiovisivo tra le quali la tutela dei minori, gli standard qualitativi, la segmentazione temporale degli sfruttamenti consentiti:opportunità da regolamentare.

• Il P2P è stata la molla che ha fatto crescere Internet

• Non va impedito illibero scambiosulla rete,altrimenti ne viene meno il presupposto per lo sviluppodella rete stessa

• Il file sharing è un’opportunitàper lo sviluppodelle nuovetecnologie

• Il file sharing in sè e per sènon va limitatoin quanto la maggior partedelle attività è lecita

• Si deve evitare di “criminalizzare”l’attività di filesharing e latecnologia peerto peer, in quantofattori di sviluppodella larga banda

Cluster di Auditi

• Aeranti Corallo • ANEC • Univideo • Adiconsumo • AIIP • Fastweb • Einstain multimedia • Federcomin• FIMI • FAPAV • EITO e UNC • Assoprovider Group • ANEE

Fed Radio, TV, Musica Ass. di Ass. Internet Operatori Operatori: Federazioniconsumatori Provider Telco TV Format

tav. 2

Tema rilevante: Trasferimento di contenuti digitali in via telematica: opportunità o rischio

• Incrementare il controllo,valutando gli obiettivi di sviluppo del paese

• L’intensità del controlloinversamenteproporzionalealla robustezzadei sistemi di DRM

• È necessariotrovare il giustomix fra controlloe allargamento

• Maggiore attivitàdi controlloattuata attraversole forze dell’ordinee dellamagistratura

• Opportunità di introduzione di ulterioricollecting societyper la gestionedei diritti in regime di concorrenza

• Il controllodovrebbeescluderele opere che per loro naturanon voglionoessere protette(software opensource)

• Auspicabile un regime di concorrenzafra collectingsociety(come in USA)

• La responsabilitànel mondo dellecomunicazionielettroniche è del fornitore di contenutiche deveassicurarel’utilizzabilitàdegli stessi

• L’ISPnon può avere la responsabilitàdi controllodei reati che transitanosulla rete

• L’utente non vacriminalizzatoper eventisporadicidi scarsa entità,va punitoseriamente solochi utilizza la reteper fini commercialiilleciti

• Necessità di tutela del dirittod’autoree di una lottaattiva alla pirateria on line

• Controlloè di complessaattuazione su siti localizzatiall’estero

• Necessità di strettocontrolloper le opered’ingegno

• Necessità di stretto controlloper le opered’ingegno

• La proprietàintellettuale va tutelataattraverso un testo unicoche sia unasistematizzazionedelle normeesistenti

• Bisogna porreattenzione al fattoche ogni tentativodi limitenormativo rischiadi essereparadossalmenteimpopolare,inoltre ogninormativa perdein velocità controla tecnologia

• Controllo attraverso laconservazione dei filedi log (diautenticazione)presso l’ISP almenoper 6 mesi1)

• Controllo reso moltocomplesso dallasovranazionalità diInternet (difficoltà diraggiungere iresponsabili) e dallenorme sulla privacy

Cluster di Auditi

• Chiariglione • Philips • IBM • Apple • BSA • Ass. SW Lib. • Wind • H3G • Tiscali • AIE • Sugar • IMAIE • AoL • Mediaset • Polizia delle Comunicazione• Pugliese • Microsoft • Vitaminic • AESVI • IWA • Vodafone • Telecom • FIEG • SIAE • RAI • SKY • Cinecittà • Guardia di Finanza

Esperti Operatori Asociaz. Operatori Editori Associazione Operatori Istituzionidi settore di SW e device SW Telco Produttori di autori cinema e TV

di contenuti interpreti

tav. 3

Tema rilevante: Controllo del trasferimento di contenuti digitali in via telematica e relativo enforcement

Garante Privacy• Il controllo non deve

avvenire sull’utentemedio ma sugli heavy user

• Operazioni di sniffingsulla rete sono illegalia meno di un’autorizzazionedell’autorità giudiziaria

AGCM• Nonostante interventi

del legislatorecomunitario non esiste un codicecomunitario sulla proprietàintellettuale

DPCM• Una politica

eccessivamenterepressiva rischia di favorireun’espansioneincontrollata, quindil’obiettivo dellanormativa è statoprevenire1Tempo analogo a quello previsto per esigenze di fatturazione dal Codice di protezione dei dati personali

• È necessaria una posizione legalerestrittiva al fine di tutelare i titolaridei diritti

• Se non correttamente impostata e regolamentata, la diffusionetelematica del prodotto audiovisivo puòcostituire non solo un problema per la continuità e la competitivitàdelle Imprese dell’audiovisivo ma anche per interessi collettivi di più vasta portata quali la tenuta del sistema audiovisivo nel suo insieme e la tutela della produzione e distribuzione nazionale

• Necessità di un riassetto legislativoattraverso un testo unico in linea con la legislazione comunitariaed internazionale

• Bisognaconsiderareche una politicarestrittiva a tuteladel copyrightpenalizzerebbelo sviluppodella larga bandain Italiae di provider

• A favore dellaazione dell’ISPsu segnalazionedell’autoritàgiudiziaria

• Gli operatorinon possonoesseredei “poliziottidella rete”ma l’attivitàdell’ISP deveessere successivaalla richiestadi controllodell’autoritàgiudiziaria

• L’obbligodi cooperazionecon l’autoritàgiudiziaria deveessereragionevolee circostanziato

• Convinzione della necessitàdi contrastare ogni abuso e fattoillecito a danno della proprietàintellettuale e dei contenuti on lineed off line

• Il controllo dovrebbe portarealla costituzione di misure antiaccessoe anticopiaggio e sanzioninole condotte di aggiramento, dall’altrone consentano quegli utilizzi legittimiai fini educativi e di informazioneche vanno sotto il nome di “fair use”.

• Favorire lo sviluppo di societàe di agenzie di gestione collettivadei diritti (“collecting societies”)che si occupino specificamentedi svolgere funzioni di intermediazionenei confronti dei soggetti che devonoconcedere le autorizzazioni all’usomultimediale, attraverso una gestionecollettiva dei diritti per i diversirepertori (testi, musiche, immagini,filmati)

Cluster di Auditi

• Aeranti Corallo • ANEC • Univideo • AIIP • Fastweb • Einstain multimedia • Federcomin• FIMI • FAPAV • EITO • Assoprovider • Tiscali Group • ANEE

Fed Radio, TV, Musica Ass. di Ass. Internet Operatori Operatori: Federazioniconsumatori Provider Telco TV Format

tav. 4

Tema rilevante: Controllo del trasferimento di contenuti digitali in via telematica e relativo enforcement

• Il nuovo contestotecnico di produzione,distribuzione e fruizione richiedenon un sempliceadattamentodella normativaesistente ma un profondoripensamento, da sviluppare a livellointernazionale

• La legislazioneItaliana è moltoaggressivanonostante lo scarso peso del settore di contenuti da tutelare, laminor penetrazionedella larga bandaed un maggiordigital devide vs altri paesi UE e USA

• Inadeguatezzadella normativaesistente in particolare in riferimento al bollino virtuale

• Inadeguatezzadella normativasul tema di calcolo equocompenso(su dispositivimultifunzionali e vs sistemi DRM)

• L’attuale modalitàcon cui si quantifica il risarcimentodel danno è inadeguata(reasonableroyalty è il prezzodi mercato del bene)

• Le modalità con cui la normasulla tutela del dirittod’autore è stataemessa sonoincompatibili con l’obiettivo di sviluppo del mercatodigitale

• Necessità di revisionedella norma in particolare in riferimento al bollino virtuale

• La normativa sulla tutela del diritto d’autoredeve essererivista in otticapan europea, in modo da non esserepenalizzante vs l’Europa

• La normativadovrebbe colpirel’uso commercialema tutelare l’uso privato

• “Come operatori di telco che trasportanoinformazioni sulla rete la leggeUrbani ci lascia un po’ perplessiin quanto noi non sappiamocosa transita sulla nostra rete”

• L’impiantocomplessivo della normativaitaliana sul dirittod’autore è soddisfacente

• Il giudizio sulla normativaesistente è in generalepositivo

• Giudizio positivoespresso sullanormativaattualmentevigente (l. 128/2004)

• L’Italia possiedeuna delle migliorilegislazioniin materia di diritto d’autore

• Giudiziotendenzialmentepositivosulla lex128/2004,tuttavia emerge il problema del groviglionormativocreatosi a seguitodi una lungastratificazione

• Necessità di armonizzazionedelle normativeanche vs un contestointernazionale

• In Italia ad oggi si può contare su leggi contro la pirateria piùavanzate d’Europa,tuttavia emerge la necessità di una normativa di caratteresecondario che selezioni le informazioni e delinei i poteri di raccordo con il Dipartimentodella Pubblicasicurezza del MI

Cluster di Auditi

• Chiariglione • Philips • IBM • Apple • BSA • Ass. SW Lib. • Wind • H3G • Tiscali • AIE • Sugar • IMAIE • AoL • Mediaset • Polizia delle Comunic.• Pugliese • Microsoft • Vitaminic • AESVI • IWA • Vodafone • Telecom • FIEG • SIAE • RAI • SKY • Cinecittà • Guardia di Finanza

Esperti Operatori Asociaz. Operatori Editori Associazione Operatori Istituzionidi settore di SW e device SW Telco Produttori di autori cinema e TV

di contenuti interpreti

tav. 5

Tema rilevante: Verifica della normativa vigente a tutela del diritto d’autore

AGCOM• Non è necessaria

una normativaex ante, mentreè più rapida ed efficace la diid controversiesu input del mercato(operatori telco)

55

54 [ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET][ALLEGATI]

• Dall’approvazione del DL Urbani si è riscontrata una drastica riduzionedel file sharing illegale

• Necessità di una normativa che tuteli i produttori di format contro il poteredei broadcaster nella cessione dei diritti

• La legge vigentedi fatto oggipresenta solo 3criticità: bollinovirtuale,“imposte” sui sistemi dimasterizzazione,termine “trarneprofitto”

• La normativa che regola il diritto d’Autore vaarmonizzata a livello europeo

• La normativa sul diritto d’autore sul softwaredovrebbe essere armonizzata a quella delleprivative industriali (marchi e brevetti)

• Espressione “per trarne profitto” (L128/2004)desta preoccupazione in quanto le sanzionipenali potrebbero essere applicate ancheall’uso personale

• L’ISP non può essere civilmente responsabilequalora avendo ricevuto segnalazione di unpresunto reato non provveda ad informarel’autorità competente, ma l’ISP potrebbe,sponte sua, informare il cliente dellasegnalazione ricevuta

• Eliminazione del prelievo a favore della SIAE (Dl 68 - 9/4/03) di una parte del prezzo disupporti apparati e software di masterizzazione

• Eliminazione dell’obbligo, per l’immissione in unsistema di reti telematiche di un’opera dell’ingegno,di fornire un idoneo avviso sull’avvenuto assolvimentodegli obblighi derivanti dalla normativa sul dirittod’autore e sui diritti connessi (art. 1 - L. 128/04).

Cluster di Auditi

• Aeranti Corallo • ANEC • AIIP • Wind • H3G • Tiscali • Einstain multimedia • Federcomin• FIMI • APT • FAPAV • Assoprovider • Vodafone • Telecom Group • ANEE

Fed Radio, TV, Musica Ass. di Ass. Internet Operatori Operatori: Federazioniconsumatori Provider Telco TV Format

tav. 6

Tema rilevante: Verifica della normativa vigente a tutela del diritto d’autore

• Principio di interoperabilitàtecnologica moltorilevante

• Lo standard peressere efficacedeve aggregarespontaneamentegli attori economicie non deve essereimposto per legge

• Va salvaguardatala possibilità di sceltadella modalità di fruizione

• DRM aperti ed interoperabili,in modo da nonporre una barrieraalla circolazionedelle merci per evitarefrustrazioni al mercatonazionale

• La norma dovrebbepremiare gli investimentiin tecnologiaper la realizzazionedi DRM aperti ed interoperabili

• L’equo compensoper copia privatadeve essereresidualee tener contodelle tecnologieDRM applicate

• Ripensamentodella normativaitaliana in quantoesiste unamoltiplicazione del pagamentoper equocompenso

• Organismosovranazionaleper definire gli standard

• I sistemi di DRM ,aperti edinteroperabili,potrebbero portaread un ricalcolodell’equocompenso(che dovrebbeessere residuale)

• Ripensamento del bollino virtuale,in quanto fattorediscriminante i produttoriitaliani versoquelliinternazionali

• Norme piùrestrittive sul riconoscimentodel dannoche rafforzino la presunzionedella prova

• Sostituire il trarneprofitto con il finedi lucro

• DRMinteroperabili e semplici anchelato consumer

• La responsabilitàdella violazione di diritti di proprietà è in capo a chi viola i diritti

• Il principio di “esclusività”nella cessione dei diritti sui contenutidigitali dovrebbeessere eliminato

• Eliminare il prelievo di 0,36 €per gigabite su memoriedigitali

• L’ISP non puòfarsi carico della responsabilitàdel N&TD

• Dovrebbe esserel’autoritàche richiede di oscurare il sito

• Principio “mereconduit” dell’ISP

• Introduzione del notice & takedown per l’ISP, su segnalazionedi associazioniaventi diritto

• Necessità di uno standarddi metedatazionedei contenuti non sancito per legge ma su basevolontaria (ad es. il DOI)

• Rivedere l’art 65 l 633/41(in cui“liberamente”possono essereriprodotti o diffusigli articoli di giornale) in otticamaggiormenterestrittiva,riconoscendo al titolare dell’operacollettiva (l’editore)un adeguatocompenso

• Da “idoneoavviso” a“dichiarazioneresponsabile”da parte del titolaredel sitosull’homepage

• Notice &take downda partedell’ISP

• DRM aperti edinteroperabili

• Stimolo a standarddi identificazionee di catalogazione

• Notice & take downda parte dell’ISPcon disponibilitàalla partecipazioneai costi sostenutidall’operatore

• Notice & Takedown è essenzialeper garantire larapidità diintervento

• Rivisitazionedell’estensione ai masterizzatorie ai software di masterizzazioneil prelievo già fissato per i supporti di registrazione

• È necessario farevolvere il concettodi finestre temporaliin conseguenzadell’introduzionedell’on line.L’online puòessere un canale:- in fase di test

per prodottipoco noti

- fra theatrical e home video

- fra Video OnDemand, Payper view e payTV

- riutilizzo dei contenuticome library

• Le “finestretemporali”dovrebbero tutelareanche le emittentitradizionali non a pagamento

• Contromisuretecnologiche sonol’unica soluzione,anche se purtroppohanno durata limitata

• Il bollino elettronicopuò essere unostrumento efficace per la sua funzioneinformativa

Cluster di Auditi

• Chiariglione • Philips • IBM • Apple • BSA • Ass. SW Lib. • Wind • H3G • Tiscali • AIE • Sugar • IMAIE • AoL • Mediaset • Polizia delle Comunicazioni• Pugliese • Microsoft • Vitaminic • AESVI • IWA • Vodafone • Telecom • FIEG • SIAE • RAI • SKY • Cinecittà • Guardia di Finanza

Esperti Operatori Asociaz. Operatori Editori Associazione Operatori Istituzionidi settore di SW e device SW Telco Produttori di autori cinema e TV

di contenuti interpreti

tav. 7

Tema rilevante: Modalità di regolamentazione del mercato dei contenuti digitali

Garante Privacy• L’ISP non può

monitorare nulla, può solo agiresull’inputdell’autorità preposta

AGCOM• Garantire l’accesso

a reti e piattaforme a condizioni eque,trasparenti e non discriminatorie

57

56 [ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET][ALLEGATI]

• Il bollino virtuale è assolutamentedeleterio, non in grado di opporreefficace contrasto alla pirateria

• Mantenere il fine di profitto (il fine di lucro è difficilmente dimostrabile) e prevedere una multa per chi fa file sharing

• Mantenere la dizione fine di lucro• Sviluppare sistemi di DRM in base

a scelte autonome ( come da direttivacopyright 2001/129)

• Sviluppare sistemi di DRM che abbianocome requisiti: la facilità d’uso,l’interoperabilità, la trasparenza e che siano basati su standard aperti

• Si auspica il reperimento delle Direttiva2000/31 in cui il prestatore non è responsabile se agisceimmediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitare l’accesso(senza intervento dell’autorità giudiziaria)

• Art 65 LDA: azione immediata dell’ISPe non successiva al provvedimentodell’autorità giudiziaria

• Accordo fra content provider e ISP per controllo P2P

• Eliminazione dell’equo compenso sui supporti

• L’AFI è favorevole all’equo compenso sui supporti di memorizzaizone digitalee sui masterizzatori (mercatodrasticamente in calo fra 2003 e 2004)

• In EU a 25 paesi più di 10 non applicanoLEVI, inoltre la tendenza è di introdurreLEVI in % (FIMI)

• Il N&TD deve essere il frutto di una autoregolamentazione del mercatocon azione immediata dell’ISP senza notifica dell’autorità

• Finestre temporali: debbono essereregolamentate a tutela del ruolodeterminante del cinema (ANEC)

• Il bollino virtualedovrebbe esseresostituitoda sistemi di DRMinteroperabili

• Il “trarneprofitto” ampliaenormementelo scope di applicazionedella norma

• Il software di masterizzazionedi fatto è utilizzatoper molteplici fini,di conseguenza la LEVI è impropria

• Notice & Takedown in cui i titolari dei dirittinotificano all’ISP,l’ISP avvisa il cliente con una notainformativa sulla legislazione(principio sancitoda un accordo fra le parti)

• Eliminare la dizionedi” trarne profitto”,il “bollinovirtuale”,l’equocompenso suimasterizzatori, le sanzioni penali

• Promuovere DRMaperti, interoperabili,non obbligatoriche sostituiscanol’equo compenso

• Definizione dellecaratteristichedella connessioneperché siadefinibile comeLARGA BANDA

• Prelevare una quotadel canone per la connessioneda destinare al diritto d’autore

• Va sottolineata l’opportunità di tornarealla fomulazione “fine di lucro”

• Va tutelato il diritto di copia privata e l’uso personale dei contenuti protetti

• La piattaforma DRM è un sistemamolto costoso che rischierebbe di “inchiodare la rete”, il suo impattosui profitti del business sarebbeelevatissimo soprattutto per operatoricon poco massa critica

• Art 79 LDA da ripensare in quanto le emittenti ritengono di avere pienodiritto alla ritrasmissione del segnalecontenente le proprie fissazioni/emissioni su qualsiasi piattaforma

• Responsabilità del gestore in viapreventiva di proteggere i dirittidetenuti, con strumenti HD e SW

• Rispetto di servizio universale dei soggetti pubblici, anche con messa a disposizione gratuita dei contenuti –must offer

• Divieto di hold back rights1) • Concessione anche agli operatori

mobili del diritto di trasmissione in real time

• Rimodulazione delle finestretemporali di distribuzione dei film in digitale

• Occorre assicurare la disponibilità di contenuti audiovisivi attraenti sulle piattaforme emergenti nel rispettodel principio della neutralitàtecnologica

• Il bollino virtuale è un notevole frenoallo sviluppo di Internet

• I compensi per copia privata sono in contrasto con norme comunitarie1)

• Il DRM è un fattore di stimolo del mercato perché tutela i dirittiintellettuali, abilita diversi modelli di pagamento,consente di stabilirediversi livelli di prezzo per tipo di consumo e va regolamentato

• Gli standard devono essere apertied interoperabili

• Contrarietà al notice & take down• Definizione di requisiti di portabilità

dei contenuti: rinunciando al supportofisico, il prodotto digitale diventaappetibile quando lo si può utilizzare in qualsiasi momento ed in qualsiasiluogo. Deve essere quindi accessibile e fruibile attraverso i diversi devicesdisponibili sul mercato.

Cluster di Auditi

• Aeranti Corallo • ANEC • ASMI • EITO • Adiconsumo e UNC • AIIP • Wind • H3G • Tiscali • Fastweb • Federcomin• FIMI • APT • FAPAV • AFI • Altroconsumo • Assoprovider • Vodafone • Telecom • ANEE

Fed Radio, TV, Musica Ass. di Ass. Internet Operatori Telco Federazioniconsumatori Provider

tav. 8

Tema rilevante: Modalità di regolamentazione del mercato dei contenuti digitali

1La norma comunitaria citata in materia di copyright è 29/2001/CE

• Rafforzare la percezione/comunicazionedell’illegalitàdella pirateria

• Rafforzare laconsapevolezzaetico-socialedei consumatori

• Rafforzare laconsapevolezzanel pubblico

• Importanza di un’azione di sensibilizzazionesull’utente ancheda parte dell’ISP

• È molto difficilesviluppare la coscienza eticosociale che aiutia combattere la pirateria

• È necessariaun’attività di sensibilizzazionedegli utenti sui rischi che corrono nello scambioillegale di file,anche per spingeregli utenti a fruiredi contenuti sicurie garantiti

• Attenzione: ad oggi alcunecampagne di comunicazionedi alcuni operatoripotrebberoincoraggiare dei comportamentiilleciti (ad es.“Scarichi alla velocità della luce”)

• Importanza di informazioniobbligatorie nei contratti tra ISP e cliente,all’interno dellequali prevedere le azioni dell’ISP versocomportamentiilleciti

• Soloun’educazionecorretta è capacedi sostenere un impiantonormativo a tutela del dirittod’autore

• Il “must offer” è una “bestialitàgiuridica” in quanto :- non prevista

nella normativain cui si parla di must carry(focussull’umbandlingdelle reti)

- è un principioche rischia di scardinare i modelli di revenuestradizionali media(es. quello di Mediasetbasato sui datiAuditel)

• Attività repressivanon basta è necessarial’attivitàinformativa/educativa

Cluster di Auditi

• Chiariglione • Philips • IBM • Apple • BSA • Ass. SW Lib. • Wind • H3G • Tiscali • AIE • Sugar • IMAIE • AoL • Mediaset • Polizia delle Comunic.• Pugliese • Microsoft • Vitaminic • AESVI • IWA • Vodafone • Telecom • FIEG • SIAE • RAI • SKY • Cinecittà • Guardia di Finanza

Esperti Operatori Asociaz. Operatori Editori Associazione Operatori Istituzionidi settore di SW e device SW Telco Produttori di autori cinema e TV

di contenuti interpreti

tav. 9

Tema rilevante: Importanza della comunicazione sui consumatori

59

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]58 [ALLEGATI]

• Campagne di comunicazione/educationsull’uso consapevole delle nuovetecnologie (es. nelle imprese)

• Campagne di sensibilizzazionesulla tutela del prodotto creativo

• Necessità di rafforzare la coscienzadella legalità (ad es. partendo dalle scuole)

• La battaglia contro il dilagare dell’onlinemusic piracy non è una battaglia che si può pensare di vincere soltantosul piano legale ma è più che altrouna battaglia di tipo culturale

• Sono necessarie compagne di informazionesulla possibilità di fruire di contneutia pagamento in rete nonchè di informarechiaramente sulle sanzioni previste per chi abusivamente riproudce gli stessi a scopo di lucro sempresenza criminalizzare il peer to peer

• È necessario ricreare la coscienzadella legalità prima ancora di reprimerele violaizoni del diritto d’autore

• È necessaria una comunicazionepuntuale del provider vs i consumatoriche definisca.- contenuti realmente

(non potenzialmente) fruibilicon quella tipologia di connessione

- la connessione necessaria per fruire delle diverse tipologie di contenuti

- la velocità minima garantita- in modo da garantire al consumatore

la facoltà di recesso dal contratto per inadempimento del provider e la facoltà di confrontare le diverseofferte commerciali su basi omogenee

• Attività di informazione veicolatadall’ISP sulla normativa

Cluster di Auditi

• Aeranti Corallo • ANEC • AFI • Adiconsumo e UNC • AIIP • Einstain multimedia • Federcomin• FIMI • APT • FAPAV • IWA • Assoprovider Group • ANEE

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tav. 10

Tema rilevante: Importanza della comunicazione sui consumatori

• Il prezzo basso è un deterrentealla pirateria

• Il prezzo basso e competitivoe la facilità di accessoal contenuto è un deterrente

• È molto complessostimolare un aumento della propensionea pagare degliutenti della rete,strategia possibilesolo offrendoservizi a valoreaggiuntoeffettivamenteapprezzati

• L’offerta deveessere completa aprezzi accessibili

• Una delle ragionidella pirateriasono i prezzi

• Per sensibilizzaresempre di più gliutenti è necessarioun accordo fracontent provider e operatori telcoper fornirne a prezziaccessibili i contenuti

• Una modalità per gestire il P2Ppotrebbe esserequello di richiedereuna flat fee

annuadi pagamento per l’accesso al sistema da ridistribuirepoi agli aventidiritto

• In ogni caso il prezzo non è undeterrentema disponibilitàad introdurre un regime di prezzipiù concorrenziali

• Il prezzo competitivoè un potenzialedeterrente quandounito anche alla qualità del prodotto

• Il prezzo bassoè un deterrentealla pirateria

Cluster di Auditi

• Chiariglione • Philips • IBM • Apple • BSA • Ass. SW Lib. • Wind • H3G • Tiscali • AIE • Sugar • IMAIE • AoL • Mediaset • Polizia delle Comunic.• Pugliese • Microsoft • Vitaminic • AESVI • IWA • Vodafone • Telecom • FIEG • SIAE • RAI • SKY • Cinecittà • Guardia di Finanza

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di contenuti interpreti

tav. 11

Tema rilevante: Impatto del prezzo retail dei prodotti legali sulla pirateria

• Il prezzo dei DVD troppoelevato spinge al “cattivoconsumo”; sarebberoopportune delle promozionisui prezzi

• Resta tutto da dimostrare il postulato secondo il quale la disponibilità di contenuti a basso costo o addirittura a titolo gratuito in rete possaottenere un benefico impattosugli attori della catena del valore

• La riduzione dell’IVA è unapossibile leva per la riduzionedei prezzi da avvallare in sedecomunitaria

• Sul P2P c’è un problema di pirateria, che però si può risolvere attraverso lo sviluppo di offerta legale a prezzi bassi

• I prezzi per accederealle opere artistiche (cd musicali, DVD musicali e cinematografici, cinema,teatro, Pay tv e concerti dal vivo) sono elevatissimied in Italia fra i più altid’Europa, è questa una delle principali cause del diffondersi della pirateria. Se non si emanano normeidonee a favorire la diffusionedi materiale protetto dal diritto d’autore a prezzicalmierati, riducendo per esempio l’I.V.A., si ottieneesclusivamente di favorire gli interessi dei distributoriche possono continuare a pretendere prezzi elevati a scapito della collettività

• Il consumatore (in particolare i giovanissimi/giovani) sonodisposti a pagare per i contenuti (es. suonerie)qualora ci sia dietro un brandforte (es i sistemi di DRM sulle suonerie agevolano la profittabilità del mercato)

• Le politiche di prezzo devonoessere contenute e diversificate, tenendo contodella differenza tra transazioniche permettano di remunerarenuovi modelli di downloadquali il pay per click, pay per view, pay per stream,pay per byte, ecc..

• Contrarietà a nuove impostesui servizi di telecomunicazioni

Cluster di Auditi

• Aeranti Corallo • ANEC • Univideo • Adiconsum e UNC • AIIP • Einstain multimedia • Federcomin• EITO • FIMI • APT • FAPAV • AFI • Assoprovider Group • ANEE

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tav. 12

Tema rilevante: Impatto del prezzo retail dei prodotti legali sulla pirateria

61

60 [ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET][ALLEGATI]

• Adozione di standarddi riferimento per la PA, per aggregare la domanda

• Spinta alla condivisione di contenuti in multicanalità

• Nuove formecontrattuali:dall’acquisto al noleggio

• Lato domanda:sussidi per l’acquisto di terminali(telefoniafissa/mobile);sovvenzioni per selezionatetipologie di utenti(PMI) e di contenuti (es. pubblici);fiscalità agevolata

• Lato offerta:supporto all’R&D,alla formazione,all’imprenditorialità con capitale di ventura

• Programmi per supportarel’education

• Nuovi modelli di revenue sharingequi distribuiti fra gli attori della catena

• Estenderel’incentivo per la trasmissioneo ricezione in largabanda anche per i terminalimobili nella prossimafinanziaria

• Identificare dei modelli di revenue sharingfra i player della catena

• Gli operatoriincontrano grandedifficoltà ad accedere a contenuti di valore in tempibrevi: rivedere le finestretemporali di distribuzionedei film

• Riorganizzazionesistematica del settore1

• Pratiche diautoregolamentazione2

• Promuoverepiattaforme di acquistoalternative

• Incentivare lo sviluppo di hubdi contenuti

• Rivedere la gestione dei diritti sul patrimonioculturale italiano

• Ad oggi gli incentivisono stati erogatisolo per crearedomanda (incentivia decoder o set top box) per attivare il mercato è necessarioprevedere dei sostegni ai soggettiqualificati nella produzionedei contenuti (ad es. editori di giornali)

• Opzione di billingtelefonico

• Tavolo di lavoropermanentefra gli operatoriper monitorare lo sviluppo del mercato

• È necessaria la collaborazionefra chi offre i contenutied i settori hi-techdelle comunicazionie dell’informationtechnology

• Incentivi per la produzionedi contenutidigitali vincolatia requisitispecifici:interattività,fruizione su largabanda

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di contenuti interpreti

Tema rilevante: Politiche per l’attivazione del mercato dei contenuti digitaliAGCM• i titolari di diritti

dovrebbero avere la possibilità di scegliere a qualesoggetto affidarnela tutela, quindiscegliere la società di raccolta dei diritticui dare in licenza lo sfruttamento dei propri diritti

• gli utilizzatoridovrebbero avere la possibilità di scegliere la piattaformarelativa al one stopshopping quandoacquisiscono le licenze riguardantidiritti per operazionitransnazionali

DPCM• Prima della fine

dell’anno PalazzoChigi lancerà una campagnacontro la pirateria,per sviluppare una sensibilità nel pubblico che oggi si ritieneassente

tav. 13

1Attraverso il coordinamento del Codice di Comunicazioni Elettroniche, del TU della Televisione e del Codice del Diritto d’Autore2Per agevolare lo sviluppo dei servizi tutelando i consumatori es. Codice di condotta per l’offerta di servizi a sovrapprezzo

• Necessità di: contribuiti specifici destinati agli operatori di rete e contributi per la realizzazione di contenutiinformativi per le emittenti televisive locali

• Spostare il focus delle politiche di incentivazione dai contenitori ai contenuti (incentivi sulla digitalizzazionedel repertorio e focus sul repertorio italiano)

• Incentivi fiscali (riduzione dell’IVA : sulla musica è al 20%nei negozi, al 4% nelle edicole)

• Definizione di una quota fissa di produzione che deve essererealizzata sul digitale terrestre da parte di produttoriindipendenti (con stretta definizione di produttori indipendenti)

• A tal fine AFI sostiene la necessità di cooperare con le tecnologie purchè lo sviluppo di nuovi businessmodels sia conforme alle esigenze del settore musicaleed il rapporto con le tecnologie sia basato sul rispetto dei reciproci diritti e interessi

• È necessario sostenere l’istituzione di un “Bureau della musica italiana” con incarico di promuovere la musicaitaliana all’estero

• Incentivi di tipo fiscale per lo sviluppo del mercato• Sviluppare la possibilità di fruire di contenuti a pagamento

in rete• Definizione di un fondo una tantum (stanziati da MBAC

e MIT) per la idgitalizzazione delle sale cinematografiche(ANEC)

• Incentivi fiscali erogatisolo per chi opera in larga banda

• Sviluppo dell’offertalegale comealternativa al P2P

• Necessitàdi identificaredei modelli di revenuesharing equilibratifra gli attori della catena del valore

• Necessità di identificaredei sistemidi pagamento idoneie sicuri: diffusioni delle microtransazioni,sicurezzanei pagamenti e massimainteroperabilitàtra i diversi standardtecnologici

• Favorire l’accessolibero ad alcunicontenutiche faccianopoi da volanoall’abilitazioneall’accessoa pagamento

Cluster di Auditi

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tav. 14

Tema rilevante: Trasferimento di contenuti digitali in via telematica: opportunità o rischio

• Riconosciuto il diritto di ciascuno di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, digodere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici, nonché il diritto, in capoall’autore ed ai realizzatori, alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produ-zione scientifica, letteraria e artistica come sancito anche dall’art. 27 della Dichiarazione Universaledei Diritti dell’Uomo;

• Considerato che lo sviluppo delle reti di comunicazione e delle nuove tecnologie ad esse correlate èinteresse primario per il Paese anche come fattore critico di successo per la diffusione della creazioneartistica e culturale per i cittadini e le imprese;

• Rilevata la necessità di cogliere a pieno le opportunità, derivanti dalla rete Internet e dalle nuove tec-nologie dell’informazione e delle comunicazioni, per la diffusione dei contenuti digitali nel rispettodella legislazione di settore e degli interessi dei soggetti coinvolti;

• Considerata la necessità per l’industria culturale per i fornitori di connettività, per i fornitori di tecno-logie hardware e software e per i gestori dei canali distributivi, tradizionali ed innovativi, di adeguarsirapidamente ai cambiamenti tecnologici legati allo sviluppo di Internet e di essere, al contempo, par-te attiva nel processo di innovazione tecnologica in atto;

• Ritenuta la necessità di incoraggiare azioni di sensibilizzazione, prevenzione e dissuasione perché nonvengano poste in atto condotte contrarie alla legge;

• Ritenuta la necessità di favorire attraverso specifiche azioni la crescita di un mercato culturale compe-titivo ed efficiente;

Tutto ciò premesso, i firmatari del presente documento individuano le seguenti linee guida per l’adozio-ne di Codici di Condotta da parte dei titolari dei diritti, fornitori di connettività, società di produzioneaudiovisiva e gestori di piattaforme di distribuzione, nonché le azioni per la diffusione dei contenuti di-gitali nell’era di Internet:

A) Linee guida

1. Promuovere sul piano sociale ed economico la disponibilità di contenuti digitali che consentano didiffondere la cultura e la conoscenza del nostro Paese, incentivando la nascita di “ambienti sicuri” perla fruizione e lo scambio dei contenuti digitali;

2. Favorire la trasparenza dei prezzi, l’ampia diffusione e la competitività dell’offerta, nonché nuovi mo-delli di fruizione;

3. Favorire lo sviluppo e l’adozione di sistemi di Digital Rights Management, adoperandosi per la pro-mozione e lo sviluppo di tali sistemi anche a livello internazionale, nel rispetto dei principi di interope-rabilità, di neutralità tecnologica e di semplicità di fruizione dei contenuti da parte degli utenti finali;

4. Favorire la nascita e l’utilizzo di sistemi di pagamento ad ampia diffusione e di agevole fruizione daparte del cliente finale;

63

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]62 [ALLEGATI]

Allegato 4.Linee guida per l’adozione di codici di condottaed azioni per la diffusione dei contenuti digitali nell’era di Internet

5. Promuovere la disponibilità e l’utilizzo di contenuti digitali in pubblico dominio per incoraggiare ladiffusione e lo sviluppo della cultura italiana;

6. Favorire la nascita e lo sviluppo competitivo di modelli di business sostenibili e remunerativi per tut-ti gli attori lungo la catena del valore, per una crescita del mercato dei contenuti;

Per i Fornitori di connettività

7. In coerenza con le azioni previste al punto 3 della lettera B), attivare campagne di comunicazione in-formative ed educative rivolte alla sensibilizzazione degli attuali utilizzatori e nuovi clienti;

8. Adottare, in base a quanto previsto dal d. lgs. 70/2003, tutte le iniziative volte a contrastare la diffu-sione telematica abusiva di materiale illecito per la creazione di un ambiente digitale sicuro;

9. Definire con i clienti finali contratti trasparenti e tra loro comparabili fra tutti gli operatori di settore;

10. Definire clausole di risoluzione o sospensione del contratto la cui applicazione è subordinata all’ac-certata violazione del diritto d’autore;

Per i Titolari dei diritti

11. Incrementare in modo significativo la quantità e la qualità dei contenuti digitali immessi in rete alloscopo di sviluppare il mercato on line;

Per le Società di produzione audiovisiva e gestori di piattaforme di distribuzione

12. Definire precisi obiettivi di produzione e distribuzione di contenuti digitali immessi in rete;

13. Sviluppare, nell’ambito delle iniziative previste al punto 3 della lettera B):- azioni per la promozione della competizione in un mercato legale on line attraverso l’applicazio-

ne dei principi di trasparenza e orientamento al cliente, per soddisfarne le relative esigenze; - campagne pubblicitarie informative ed educative.

B) Azioni

1. Favorire le iniziative volte alla produzione di nuovi contenuti digitali che consentano il pieno sfrutta-mento delle diverse piattaforme, nonché la digitalizzazione di contenuti già esistenti, con particolare at-tenzione alle realtà di piccole e medie dimensioni;

2. Favorire lo sviluppo e la diffusione di contenuti digitali di pubblico interesse, anche attraverso siti pro-mossi a livello governativo, al fine di valorizzare la cultura nella Rete;

3. Sviluppare campagne di comunicazione e sensibilizzazione sui consumatori, che abbiano la duplicefinalità di rinforzare la coscienza etico sociale dei cittadini e di informare gli stessi sulla normativa vi-gente;

4. Organizzare campagne di sensibilizzazione rivolte al mondo dei giovani, in particolare attraversoun’attività coordinata con il mondo della scuola, con il duplice obiettivo di valorizzare la creatività digitaleed educare al rispetto dei diritti;

65

zione della propria arte, tale per-centuale sale significativamentequando si analizzano solo i musi-cisti, l’87% dei quali utilizzanola rete per promuovere, pubbli-cizzare e distribuire la propria mu-sica

• Internet non ha portato ad effettinegativi sulla protezione dei dirit-ti d’autore: il 3% degli artisti on li-ne afferma che Internet ha avutoun effetto negativo sulla possibili-tà di proteggere il loro lavoro

• Internet è fonte di guadagni addi-zionali: soprattutto per i musicisti(72%) Internet è stato uno stru-mento attraverso il quale genera-re guadagni addizionali e distri-buire gratuitamente degli spezzo-ni della loro musica (l’83% dicedi averlo fatto)

• Il P2P non è visto come la princi-pale minaccia per il business diartisti e musicisti visto che solo il28% degli artisti lo considera ilproblema principale

• La percezione dell’illegalità delfile sharing è abbastanza diffusa,i veri soggetti da perseguire sonoi produttori del software dei filesharing: il 52% degli artisti ritieneche dovrebbe essere illegale loscambio di copie non autorizzatedi musica e film in rete; inoltredue terzi degli artisti ritengonoche i soggetti da perseguire sianole società che producono e dif-fondono i software di file sharing

• L’opinione sulle opportunità o irischi che il P2P genera è contro-versa: - Il 47% degli artisti è d’accordo

con la seguente frase: “Il file sha-ring è un fenomeno negativo pergli artisti perché consente allagente di copiare o utilizzare uncontenuto protetto da dirittod’autore, senza ricevere il per-messo dall’artista né compen-sarlo”

- Per contro il 43% degli artisticoncorda con la seguente frase:

“il file sharing non è un feno-meno del tutto negativo per gliartisti, in quanto esso aiuta a pro-muovere e distribuire i prodottidell’ingegno raggiungendo unaaudience ampia”

Orientamenti emergentinella gestione del dirittod’autore: CopyrightIssues in Digital Media (Congress of the United States Con-gressional Budget Office, agosto 2004)

Nell’attuale dibattito legislativo ne-gli Stati Uniti vale la pena di men-zionare lo studio sopra citato redat-to dal Congressional Budget Officedel Congresso degli Stati Uniti incui vengono affrontati tutti i temirelativi ai diritti d’autore ed ai nuo-vi media. Nelle conclusioni di taledocumento emergono tre possibiliopzioni per affrontare il tema dellatutela dei diritti d’autore sui conte-nuti digitali: la tolleranza, il brevet-to obbligatorio del contenuto digi-tale, la revisione della legislazioneesistente a favore di uno degli atto-ri (produttori o consumatori)35.

Opzione A: Tolleranza basatasulla fiducia nelle forze di auto-regolamentazione e di auto-attivazione del mercato Secondo questa opzione, i miglio-ri effetti per il mercato si otterreb-bero lasciando agire le forze inter-ne al mercato stesso. Infatti, anchese la digitalizzazione dei contenu-ti ha generato forti conflitti tra i ti-tolari dei diritti d’autore ed i con-sumatori, si ritiene ci sia spazioper una soluzione “market based”.

Appendice.

34 “The Internet & American Life Project”

realizza studi e analisi che riguardano l’im-

patto di Internet sulle famiglie, le comunità,

il lavoro, l’educazione, la sanità, e altri aspet-

ti. Lo studio in oggetto è Musicians and the

Internet, Washington DC, 5 dicembre 2004

(disponibile su www.pewinternet.org). Il Pa-

nel è composto da: 809 americani adulti che

dichiarano di essere artisti contattati al tele-

fono; 2.755 musicisti contattati via web;

2.013 americani contattati sul tema specifi-

co del file sharing contattati via web.

35 Congress of the Unites States Congressio-

nal Budget Office, Copyright Issues in Digi-

tal Media, agosto 2004.

Indagine di mercato sullarelazione di musicisti ed autori con Internet: Pew Internet & AmericanLife Project34

Il pew internet & American LifePorject ha recentemente condottoun’indagine di mercato su quasi3.000 musicisti e autori negli USAcon l’obiettivo di verificare qualefosse il loro rapporto con Internete la loro valutazione sui possibiliimpatti sul loro business.In generale Internet è consideratodagli artisti un mezzo per sviluppa-re, diffondere e vendere i prodottidella creatività ed anche uno stru-mento per rinforzare l’ispirazione,costruire delle community con altriartisti o con i propri fan e sviluppa-re nuove attività commerciali.Di seguito si elencano le principa-li evidenze emerse dall’indagine:• Internet è fonte di ispirazione per

artisti ma soprattutto musicisti: il52% degli artisti on line ( coloroche utilizzano Internet) afferma diaver tratto ispirazione per il pro-prio lavoro dalla ricerca in rete;nel campione dei musicisti que-sta percentuale raggiunge la qua-si totalità (il 90%)

• Internet può essere un canale didistribuzione dei propri contenu-ti: il 30% degli artisti on line con-sidera Internet come un mezzoutile per lo sviluppo e la distribu-

5. Avviare attività di comunicazione specifiche rivolte all’informazione e alla sensibilizzazione dei dipenden-ti delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.

In coerenza con le predette linee guida, i titolari dei diritti, i fornitori di connettività e le società di produzio-ne audiovisiva e gestori di piattaforme di distribuzione, attraverso le loro Associazioni di categoria, si impe-gnano a definire e ad adottare i Codici di Condotta e a trasmetterne copia alla Presidenza del Consiglio deiMinistri unitamente ad ogni informazione utile alla loro applicazione. I Codici sono pubblicati sui siti dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, dei Ministeri delle Co-municazioni e per i Beni e le Attività Culturali, nonché su quelli dei soggetti sottoscrittori. Al fine di facilitare il raggiungimento degli obiettivi indicati, i soggetti firmatari del presente documento pro-muovono, anche attraverso l’istituzione di un apposito osservatorio, il monitoraggio dell’evoluzione dei mo-delli di business e delle soluzioni tecnologiche innovative, nonché l’analisi dell’andamento del mercato deicontenuti digitali e del fenomeno della diffusione abusiva di materiale audiovisivo.

Sottoscritto a Sanremo, il 2 Marzo 2005

64 [ALLEGATI]

contenuti all'interno della propriacomunità di affini, in riferimentoall’uso personale, di ricerca, edu-cazione, uso nelle biblioteche, di-ritto di cronaca, ecc.) oltre al raf-forzamento delle misure per il ri-spetto del diritto d'autore. In quest’ipotesi si potrebbe arriva-re alla creazione di un sistema diprezzi differenziato in base all’uti-lizzo e, dunque, all’aumento del-l'efficienza del sistema.D'altra parte il beneficio che netrarrebbe la società è limitato acausa del costo più elevato delleopere protette da copyright; talecosto potrebbe bloccare attivitàutili per lo sviluppo della culturadi una nazione, attività che il “fairuse” intende agevolare. Inoltre, ec-cessive misure di protezione po-trebbero impedire il progresso tec-nologico, che rappresenta una del-le pietre miliari per lo sviluppo diqualsivoglia sistema paese.Di fatto i benefici che i titolari didiritti d’autore potrebbero trarnesono limitati al breve periodo, inquanto il mercato stesso potrebberisentire pesantemente di una tute-la eccessiva dei produttori. Tutta-via, se i creatori di opere dell’in-gegno sfruttassero le maggior en-trate per intraprendere nuovi pro-getti, anche i consumatori trarreb-bero beneficio dalla maggiore dis-ponibilità di prodotti della creati-vità nel lungo periodo.Una revisione della normativa afavore dei consumatori potrebbegenerare nuovi modelli di busi-ness grazie a nuove tecnologie di-gitali e distributive. Inoltre, ren-derebbe possibile una riduzionedei costi delle singole operazionie di attuazione e di rispetto delleleggi.I consumatori otterrebbero nel bre-ve periodo benefici a scapito deititolari del copyright. Tale effettotuttavia sarebbe mitigato se i tito-lari del diritto d'autore non fosse-ro in grado di utilizzare tecnologiedigitali per incrementare la lorocapacità produttiva, di vendita edi distribuzione delle opere.

È evidente che non ci troviamo difronte a soluzioni tra di loro alter-native, ma davanti a tre orienta-menti dalla cui combinazione po-tranno scaturire possibili interven-ti normativi efficaci.

67

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]La validità di questa soluzione puòessere confermata dai recenti svi-luppi relativi alla gestione dei di-ritti d’autore legati a contenuti di-gitali attraverso la soluzione tec-nologica dei DRM36 (Digital RightsManagement) e dalla diffusione dimodelli di business su di essa ba-sati.La tecnologia DRM offre la possi-bilità ai detentori del copyright didifferenziare la propria offertacommerciale su diversi livelli, inbase agli utilizzi e alle modalitàd’uso. L’idea di base è che il con-sumatore paga in rapporto ai par-ticolari diritti che acquisisce sulcontenuto digitale. Ad esempio, la tecnologia DRMpuò essere utilizzata per evitareche il consumatore che abbia ac-quistato solo alcuni fra i diritti difruizione (ad es. ascolto semplicedel Cd o degli MP3), non possausufruire di altri diritti (utilizzomulti-device – MP3 e cd – copiead uso privato, ecc), che invecesono resi disponibili al consuma-tore che paga di più.La tecnologia DRM può, inoltre,essere usata per controllare, ovve-ro per impedire che il consumato-re distribuisca copie illegali.Il vantaggio del DRM, così inteso,è di consentire un’offerta differen-ziata sul prezzo in base all’utiliz-zo che ciascun consumatore vuo-le fare di ciascun contenuto, svi-luppando nuovi modelli di fruizio-ne ad hoc basati sui bisogni deiconsumatori e garantendo un’of-ferta attrattiva, che dovrebbe svol-gere la funzione di deterrente aicomportamenti illeciti. Quindi, attraverso un più articola-to schema di pagamento differen-ziato, i consumatori che attribui-

scono una bassa utilità ad un uti-lizzo particolare (ad esempio co-loro i quali vogliano semplice-mente ascoltare un cd senza ulte-riori funzionalità) pagano un prez-zo inferiore.Senza tale differenziazione deiprezzi, è probabile che questi con-sumatori resterebbero tagliati fuo-ri dal mercato o ricorrerebbero acontenuti duplicati illegalmente.

Opzione B: Licenzeobbligatorie come sistema di compensazione per i titolari dei dirittiLe licenze obbligatorie di fattostabiliscono delle tariffe fisse sulmodello di un equo compenso perla libera riproduzione di conte-nuti, indipendentemente dall’usoche ne viene fatto. In questa so-luzione, l’autorità preposta defi-nisce il prezzo del contenuto ed itermini nei quali esso può essereutilizzato. I sostenitori del Peer-to-Peer han-no proposto l’uso di licenze obbli-gatorie per compensare gli artistidegli ipotetici danni derivanti dalfile sharing e per legittimare di fat-to lo scambio di contenuti digitaliprotetti da diritti d’autore nelle re-ti Peer-to-Peer. La giustificazioneche viene addotta a difesa di taleopzione è che di fatto le reti Peer-to-Peer non saranno mai sufficien-temente protette e controllate,quindi le licenze obbligatorie po-trebbero essere l’unico modo percompensare l’autore del mancatoricavo, qualora di mancato ricavosi possa parlare.Tuttavia, diversi trattati vietano l'in-troduzione di licenze obbligatorieche impediscono al titolare dei di-ritti di controllare la diffusione del-le sue opere. Inoltre in alcuni or-dinamenti internazionali i ricavida licenze obbligatorie vengonoraccolti attraverso il cosiddettoequo compenso imposto su com-puter o altri apparecchi elettronicimultifunzione, discriminando chiacquista tali apparecchi senza uti-lizzarli per fruire dei contenuti di-

gitali protetti dalla licenza obbli-gatoria.L’altro elemento di dibattito ri-guarda la distribuzione dei pro-venti: c'è chi ha sostenuto che iproventi dovrebbero essere suddi-visi fra gli aventi diritto sulla basedella popolarità delle loro opere.Questo sistema, fondato su rileva-zioni campionarie porterebbe soloa ripartire maggiori introiti agli au-tori più commercialmente di suc-cesso, escludendo l'effettiva ripar-tizione ai titolari dei diritti di pro-dotti di nicchia o di piccoli pro-duttori.Inoltre l’applicazione di tale solu-zione rischierebbe di non ricono-scere ad Internet il già acquisitoruolo di veicolo culturale e com-merciale. I vantaggi delle licenze obbligato-rie sono: • riduzione dei costi delle singole

operazioni e delle misure di at-tuazione;

• il rispetto della legge e la mag-giore efficienza del processo: alcrescere degli usi permessi all'u-tente nello stesso brevetto, dimi-nuisce il tempo necessario per isingoli contratti.

Gli svantaggi sono:• un possibile impatto negativo

sulla domanda e sull’offerta; • possibili costi aggiuntivi, a se-

conda del sistema adottato perstabilire il prezzo fisso, e costidel tracciamento dei compensie di distribuzione.

Opzione C: Revisione della normativa esistente a favore di uno degli attori -titolari dei diritti o consumatoriTale scenario prevede, di fatto, diindividuare quale è la categoria diattori che si vuole tutelare con mag-gior forza fra i produttori ed i con-sumatori. Nel primo caso si potrebbe ipotiz-zare una interpretazione maggior-mente restrittiva degli usi permes-si dalla dottrina del "fair use" (de-finito come utilizzo/scambio di

66 [APPENDICE]

36 Software lato server con strumenti lato

client sviluppato per assicurare una distribu-

zione sicura - e per disincentivare le distri-

buzioni illegali - di lavori coperti dai diritti

d’autore. La tecnologia DRM viene svilup-

pata come mezzo di protezione contro la pi-

rateria informatica e lo scambio di materia-

le illegale.

Bibliografia

■ Centre for Democracy & Technology, “CDT” Comments: FTC De-cember 2004 Peer-to-Peer File-Sharing Workshop,15 novembre 2004

■ Centro Studi - Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Larga Ban-da Politiche per lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali e deiservizi, ottobre 2004

■ Commission Staff Working Paper, Digital Rights, SEC (2002 197)

■ Eric Garkand, “Big Champagne”, Cato Conference on P2P, Washing-ton DC, giugno 2004

■ High Level Group on Digital Rights Managements, Final report, mar-zo-giugno 2004

■ INDICARE (Informed Dialogue about Consumer Acceptability of DRMSolutions in Europe), Digital Rights Management and Consumer Ac-ceptability, dicembre 2004

■ National Research Council, The Digital Dilemma: Intellectual Pro-perty and the Information Age, USA 2003

■ OECD, Information Technology Outlook, 2004

■ OECD, “Digital Broadband Content: the on line computer and video-game industry”, DSTI/ICCP/IE(2004)13

■ OECD, “Digital Broadband content scientific publishing”,DSTI/ICCP/IE(2004)11

■ WIPO, “WIPO Copyright Treaty (WCT)”, adottato a Ginevra, 20 di-cembre 1996

■ WIPO, “WIPO Performances and Phonograms Treaty (WPPC)”, adot-tato a Ginevra, 20 dicembre 1996

69

[ I CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET]Perseus: esempio di bibliotecadigitale

Perseus, grazie all’ampiocoinvolgimento di sponsorpubblici e privati, è diventatoun canale per la diffusionedel sapere tematico (la cultura umanistica greco-romana) con contenutiinterattivi di qualitàPerseus, progetto avviato dal di-partimento di studi classici dellaTufts University nel 1986, è unabiblioteca digitale in rete che sipone come obiettivo di offrire adun pubblico il più ampio possibi-le, una vasta scelta di contenuti di

qualità e tematici, focalizzati sulsapere umanistico.I principali ambiti di sviluppo diPerseus sono: l’antichità classica(intesa sia come archeologia checome letteratura), la papirologia, laletteratura del rinascimento inglesee la storia americana moderna.Diversi attori a vario titolo sonocoinvolti nel progetto Perseus epartecipano attivamente alla crea-zione di contenuti.I fattori critici dell’iniziativa sono iseguenti:• ampiezza dell’offerta, il valore

aggiunto che Persus dà rispettoad altre soluzioni sviluppate dalmercato è quello di fornire agliutenti la possibilità di consulta-re testi antichi o moderni nellaloro interezza e corredati di tra-duzione moderna per i testi inLatino e Greco antico;

• qualità ed interattività dei conte-nuti: i contenuti sono elaboratiin modo da offrire caratteristi-che ottimali per agevolarne lostudio e l’analisi; i materiali dis-pongono di caratteristiche avan-zate e iperlink; il testo originaleè affiancato da traduzione criti-ca e prevede la possibilità di ac-cesso dai termini “linkati” ai Les-sici e alle Grammatiche per l’a-nalisi etimologica, morfologicao grammaticale dei termini non-ché a dati storici e geografici.

Coinvolgimento ampio degli spon-sor: la principale fonte di finanzia-mento del progetto è costituita daenti pubblici – ad esempio BostonUniversity, Harvard University, U.SDepartment for Education, AndrewMellon Foundation, Museum of Fi-ne Arts Boston – e donazioni pri-vate – Apple e Xerox .

68 [APPENDICE]

Finanziatori Definizione della strategia Supporter

Figura 16: Modello di funzionamento

Digital Libraries Initiative (2)

National Endowment for the Humanities

Institute of museum and Library Services

National Science Foundation

Private Donations

Tufts University

TUFTSUniversity

Department of the Classics

PerseusDigital Library

Apple

Berger family Tech Transfer E.

Fund for education

U.S. Department for education

Getty GrantProgram

Annenberg/CPB Andrew MellonFoundation

Modern languageAssociation

National artsEndowment

Packard Institutefor Humanities

Xerox corp.

Boston University

Harvard University

Rapporti diretti

www.innovazione.gov.it

Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie

a cura dell’Ufficio Relazioni Esterne

febbraio 2005

[CREDIT]

Realizzazione:PRC srl - Roma