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I musicanti di Brema, Crema, New York

I musicanti di Brema, Crema, New York - Nebula House · un palco, troppe rondelle di metallo, troppi chiodi, troppe strane forme di diversi materiali. «Forse è uno studio di registrazione!

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I musicanti di Brema, Crema,

New York

Copyright ©2019 Nebula House, Berlino www.nebulahousepublishing.com

Edizione a cura di Francesca Maculan e Giovanna Chilese. Tutti i diritti sono riservati.La riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, non è consentita

senza la preventiva autorizzazione scritta dell’editore.

a E.

che addormentandosi

a ogni lettura di questa storia,

mi dimostrò d’aver fatto un buon lavoro.

Preambolo

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ccoti qui, davanti all’ennesima rivi-sitazione di una storia classica che tu già conosci. Che valga la pena leggerla? Secondo me sì, ma forse sono di parte.

Non conosco l’esatto numero di storie classiche pubblicate e ri-pubblicate, (penso circa 500000000 – mi sono persa tra gli zeri e non credo sia di grande valore questo mio dato!) ma so per certo che questo libro ora è tuo.

In base a come lo leggerai, quasi magicamente, potrà assumere forme e scopi diversi. Potrà diventare una fiaba della buonanotte, di quelle noiose, da palpebra calante e da manine che non hanno più la forza di stropicciarsi gli occhi. Oppure, potrà trasformarsi in una grande avventura, per un po-meriggio in casa quando il divano, spossato per i troppi salti, ti chiede una tregua.

Che diventi una fiaba della buonanotte o una del calmati-e- siediti-qua, questa storia l’ho pensata anche per avvicinare te e la tua piccola miniatura, alla musica.

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Suoni, rumori, melodie nascoste: sono queste le musiche che sco-prirete con i quattro animali più vecchi, ehm intendo incredibili, del mondo. Non la musica classica e nemmeno quella della radio ma semplici suoni che ogni giorno sentiamo, senza ascoltare. Rimarrete stupiti di quanti di questi rumori possano diventare armoniche melodie.

Sì, hai capito bene, ti sto coinvolgendo e non me ne pento. Non ti preoccupare, so quanto è dura essere genitori, nonni, zii e per questo la storia l’ho modellata per noi, cosiddetti adulti che non hanno bisogno di altre responsabilità.

Lascio scoprire a te cosa sia esattamente questa fiaba, le cui note a piè pagina...1

1 ...sono state pensate esclusivamente per noi adulti che leggiamo e speriamo di non addormentarci prima dei nostri bambini.

L’asino dalle gambe stanche

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n contadino aveva un vecchio asino dal manto grigio che usava come aiu-to nei campi per trasportare pesantis-simi sacchi di fieno ed attrezzi.

In un caldissimo giorno di fine estate, da un furgoncino bianco, scesero due

uomini: uno vestito-di-tutto-punto e l’altro con una tuta-grigia, come quella del pelo dell’asino.

L’uomo vestito-di-tutto-punto cominciò ad agitare le mani in aria, come un direttore d’orchestra e l’uomo dalla tuta-grigia, su-dando non poco, iniziò a scaricare dal furgone pezzi di metallo ed altri strani aggeggi. “Forse è un palco” pensò l’asino che si chiamava J-azz e ovvia-mente, adorava il jazz.

L’emozione di avere finalmente un palco dove potersi esibire fu tale che il vecchio J-azz cominciò a cantare:

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«Oh Susanna2!non piangere perché

ora ho un grande palcoe posso cantare assieme a te.

Oh Susanna!ascoltami perché

sarò anche un po’ stonatoma mi piace star con te3!»

2 Mi raccomando l’intonazione. Sarebbe carino che sostituissi il nome di Susanna con quello del tuo pupo. Attenzione, non escludo che possa cominciare a cantare a squarciagola con te, allungando di altri venti minuti la buonanotte. Se non vuoi farlo addormentare, che divertimento, viva le corde vocali!

3 Va bene, l’intonazione c’era. Ma ora abbassa il volume che disturbi i vicini!

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«Ascoltate! Quell’asino lì, canta! Deve aver capito che con que-sta macchina non dovrà più fare fatica!» disse l’uomo con la tuta-grigia continuando ad assemblare pezzi di ferro.Più il tempo passava e meno quei pezzi sembravano adatti per un palco, troppe rondelle di metallo, troppi chiodi, troppe strane forme di diversi materiali.«Forse è uno studio di registrazione! – pensò l’asino sempre più incuriosito – meglio ancora, potrò suonare la batteria!»Nel suo cuore sperava di diventare un batterista famoso come Baby Dodds4 e il suo desiderio stava per avverarsi.Raramente però i sogni si realizzano a chi non li costruisce da sé e ben presto J-azz capì che la macchina non serviva per creare musica, al contrario produceva un terribile baccano:

4 Baby Dodds è stato il più influente batterista jazz della storia. Ascolta la sua musica, un’onda di pura energia.

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«Che orrore!» ragliò J-azz.«Ecco in funzione la macchina: aggeggio-tuttofare-edizione- 2.0-di-gran-lunga-migliore-della-prima! Ora te e il tuo asino potrete riposare, farà tutto lei» disse l’uomo vestito di-tutto-punto rivolto verso il contadino.

I giorni passarono e l’asino come al solito si stava esercitando con la sua batteria immaginaria, quando udì la moglie del contadino uscire di casa con la pentola in mano. «Ora che quell’asino non ci serve più, potremmo sbarazzarcene!»“Sbarazzarcene?!” l’asino sarà stato anche asino ma non era di cer-to un citrullo5! Vedendo i due contadini discutere del suo futuro attorno ad una pentola, decise che era arrivato il momento di inseguire il suo so-gno: fondare una band musicale e suonare la batteria!«Signori, ormai ho quasi 35 anni e ritengo sia giunto il tempo di lasciarvi6» ragliò J-azz rivolgendosi ai contadini.«Secondo me è matto» disse il contadino osservando J-azz che gli ragliava contro.

5 Per chi è familiare con il dialetto napoletano: non sto parlando di cetrioli.

6 L’asino in media vive 40 anni. Il povero J-azz si è svegliato un po’ tardi ma non è mai troppo tardi per cambiare il corso del proprio destino.

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«Avrà preso la mucca-pazza!» esclamò la moglie.J-azz non li ascoltava, aveva cominciato ad agitare gli zocco-li sul terreno, producendo un bel ritmo: stava suonando la sua batteria immaginaria. Persino i contadini rimasero sorpresi delle sue capacità. J-azz ter-minò la sua esibizione battendo con gli zoccoli posteriori la pen-tola che la moglie del contadino teneva in mano. La pentola volò in aria e quando toccò terra J-azz stava già cor-rendo verso la foresta.

Taratatààà!(Grazie per il rullo di tamburo J-azz)

Fine anteprima

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