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Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni. Associata alla “International Federation of Kidney Foundations” Presidente: Prof. Vittorio E. Andreucci - Via Giacomo Puccini 18 - 80127 Napoli Tel. (081)5562922 - Fax (081)5466844 - e-mail: [email protected] www.fondazioneitalianadelrene.org

I nostri reni, questi sconosciuti

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Domus Medica: I nostri reni, questi sconosciuti

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Sostegno del volontariato, delle organizzazioni nonlucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni.

Associata alla “International Federation of Kidney Foundations”Presidente: Prof. Vittorio E. Andreucci - Via Giacomo Puccini 18 - 80127 Napoli

Tel. (081)5562922 - Fax (081)5466844 - e-mail: [email protected]

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Ogni rene contiene 1 milione di Nefroni. IlNefrone (nell’ovale in Fig. 2 - nello spicchioingrandito del rene se ne vedono due) èformato dal Glomerulo, che filtra il sangue,e dal tubulo; il liquido filtrato passa neltubulo che, dopo un lungo percorso, si uni-sce ai tubuli di altri nefroni in dotti che por-tano il liquido nell’uretere.

Fig. 2

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Come si forma l’urina?Nel glomerulo il sangue è filtrato, per cui partedel liquido passa nel tubulo attraverso la paretedei capillari del glomerulo assieme alle sostanzein esso disciolte, senza distinzione tra sostanzeda eliminare e quelle da conservare; la parete deicapillari trattiene, come un setaccio, solo globulirossi e bianchi, piastrine e le proteine del sangue.

Il 99% del liquido filtrato dal glomerulo (FiltratoGlomerulare) è riassorbito dal tubulo, che recu-pera così gran parte dell’acqua e delle sostanzeutili (disciolte nel liquido) che erano state filtratema non devono essere perdute. Il liquido riassor-bito passa nei capiIlari che circondano i tubuliritornando così nel sangue.L’urina è il risultato di queste attività del glomeru-lo e del tubulo.

A cosa servono i reni?I reni svolgono importanti e complesse funzioni:

• Eliminano le scorie del metabolismo (comequelle azotate), vari farmaci (come vari antibiotici)e sostanze introdotte nell’organismo.

• Mantengono in equilibrio il patrimonio corpo-reo di acqua, sali, acidi, bicarbonati ed altresostanze, eliminando acqua e sali quando sono ineccesso e riducendone l’eliminazione in condizio-ni di carenza.

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Ad esempio, quando beviamo(Fig. 3) non ci poniamo il proble-ma di calcolare di quanta acqua ilnostro organismo abbia bisogno;se beviamo molto, i nostri reniprovvedono ad eliminare l’ac-qua introdotta in eccesso, conemissione di urine diluite, tra-sparenti (come l’acqua) e inquantità abbondante;se beviamo poco, i reni eliminano pochissimaacqua, producendo urine concentrate, di colo-re giallo e in quantità scarsa.

Lo stesso avviene con il sale: se mangiamo sala-to, i reni eliminano il sale introdotto in eccessorispetto alle nostre esigenze. Se mangiamo insi-pido, il rene trattiene il sale eliminando urinecon poco sale.

• Producono alcuni ormoni come l’eritropoieti-na (che stimola la formazione di globuli rossi daparte del midollo osseo), la renina e le prosta-glandine (che regolano la Pressione Arteriosa).Producono la forma attiva della vitamina D, fon-damentale per l’assorbimento intestinale di calcioe per la calcificazione delle ossa.

Fig. 3

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• Consentono ad alcuniormoni di svolgere laloro funzione, come ilparatormone (PTH)prodotto dalle paratiroi-di (4 piccole ghiandolesituate nel collo vicinoalla tiroide) (Fig. 4). Il PTH svolge una importanteazione sulle ossa; inoltre fa eliminare con le urinel’eccesso alimentare difosforo.

• Regolano la PressioneArteriosa mantenendola suvalori normali (cosa che vacontrollata con lo sfigmomano-metro di tanto in tanto) (Fig. 5) con l’eliminazionedell’eccesso di sale e con la produzione di variormoni, come renina e prostaglandine.

Quando si urina molto o spessoSe si beve solo quando si ha sete, la quantità diurina emessa ogni giorno oscilla tra 1 litro ed 1litro e mezzo, con minzioni che avvengono disolito durante il giorno (di notte in genere non siurina).

Fig. 4

Fig. 5

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Se si beve molta acqua (di rubinetto o la cosid-detta “acqua minerale” non fa differenza), siurina molto; se si è bevuto molto di sera, di

notte ci si sveglia per uri-nare.Ma acqua si introduce anchecon gli alimenti, non solo conil brodo (Fig. 6), ma anche adesempio con la pasta, con learance, con i mandarini, conl’uva.

Se si beve alcool (Fig. 7),si urina di più. Se si bevepoco, si urina poco.

Alcune volte si urina spes-so, ma si elimina pocaurina ad ogni minzione.

Questo avviene in caso di infezioni alla vescica(si associa spesso a bruciore durante la minzio-ne); in questi casi conviene eseguire subito l’uri-nocultura con l’antibiogramma per poter curarel’infezione con i farmaci più adatti.

Ma minzioni scarse e frequenti si possono avereanche nell’uomo anziano per una ipertrofiaprostatica.

Fig. 6

Fig. 7

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La spiegazione è la seguente. L’urina prodotta incontinuazione dai reni viene versata dagli ureteriin quel “serbatoio” che è la vescica. Così la vesci-ca, che dopo la minzione è vuota (Fig. 8), pianpiano si riempie. Ma lo stimolo ad urinare noncompare sino a quando la vescica non si ècompletamente riempita (Fig. 9), quando cioè ladistensione della sua parete induce lo stimolo.

L’intervallo tra una minzione e l’altra è dato daltempo che la vescica impiega a riempirsi. Se sibeve molto, si forma più urina e la vescica si riem-pie prima: si urina più spesso e in quantità abbon-dante.

Nell’uomo c’è una ghiandola, la prostata, che cir-conda l’uretra, cioè il canalino che permette losvuotamento della vescica durante la minzione(Fig. 8).

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Se la prostata, con il passare degli anni, si ingros-sa, comprime l’uretra restringendone il lume, percui, durante la minzione, diventa più difficile losvuotamento della vescica.

In questa condizione quando, con la minzione, siriduce il contenuto della vescica, lo stimolo ad uri-nare sparisce, anche se la vescica non è svuotatadel tutto (Fig. 10).

L’assenza dello stimolo fa illudere che la vescicasia vuota; invece contiene ancora un residuo diurina che non è stata eliminata (Fig. 10).

Siccome la vescicaè già in parte riem-pita di urina, impie-gherà meno tempoa riempirsi comple-tamente, per cuil’intervallo tra unaminzione e quellasuccessiva saràridotto.

Questo spiegaperché il pazientecon ipertrofia prostatica urina poco (perchénon svuota totalmente la vescica) e spesso (lasua vescica si riempie prima).

Vescica non svuotata per ipertrofiadella prostata: non c’è più lo stimolo adurinare anche se la vescica è mezzapiena. La vescica si riempirà prima.

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L’ipertrofia prostatica potrebbe alterare la funzio-ne dei reni. Quando unanziano urina poco espesso, deve sottoporsiad Ecografia (Fig. 11)renale, prostatica evescicale prima e dopoavere urinato (per vederese c’è un grosso residuodi urina in vescica). Ci sono oggi farmaci che possono correggerel’ipertrofia prostatica.

Anche la donna anziana può avere problemiallo svuotamento della vescica: la difficoltà allosvuotamento è dovuto ad un prolasso che,abbassando la vescica, ne ostacola lo svuota-mento durante la minzione; il che porta a minzio-ni scarse ma frequenti per lo stesso motivodescritto per l’ipertrofia prostatica. Le minzioniscarse e frequenti nelle infezioni vescicali sonodovute a irritazione della parete della vescica chesi comporta come se fosse distesa dall’urina; ildisturbo sparisce con la guarigione dell’infezione.

Ecografo per vederel’apparato urinario con

tecnica indolore

Fig. 11

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Come si misura la funzione dei reni?La funzione dei reni è normale quando è conser-vata la loro capacità di filtrare il sangue per elimi-nare le scorie e gli eccessi di acqua e sale.

La quantità di urinaeliminata giornalmen-te non costituisce unindice della funzionerenale. Infatti i reni fil-trano ogni giorno dalsangue circa 170 litri diliquido; ma il 99% diquesta quota è subitoriassorbita dai tubuli eritorna nel sangue; solol’1% (1 litro - 1 litro e mezzo) è eliminato comeurina. Misurare la funzione dei reni significamisurare il Filtrato Glomerulare: nell’adulto è di100 - 120 millilitri al minuto (Fig. 12).

Il modo più semplice è la determinazione dellaClearance, che è misurata impiegando laCreatinina, una sostanza prodotta dai muscoli(quindi non occorre iniettarla per eseguire laClearance). La Creatinina non è tossica; è solouna “spia” della Filtrazione Glomerulare: essendoeliminata solo dai reni, se i reni filtrano di meno, lasua concentrazione nel sangue aumenta. I valori

Raccolta e misurazione della quantità di urine

Dosaggio dellaCreatinina incampione disangueDosaggio della

Creatinina nelle urine

Fig. 12

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normali nel sangue sono, nell’adulto, di 0,8 - 1,2mg/dL; aumentano in caso di grave danno rena-le. Il calcolo è fatto usando la concentrazionedella creatinina nel sangue (Creatininemia) enelle urine e la diuresi, cioè la quantità di urineemesse in un minuto (calcolata sulla raccolta delleurine per 24 ore).Una stima della Clearance della Creatinina(valore normale 100-120 millilitri al minuto) èottenuta con formule matematiche che si basanosul valore della Creatininemia e su dati anagraficie fisici del paziente.

Le Malattie Renali più comuniMolte sono le malattie che possono causare undanno renale e portare allaInsufficienza Renale Cronica:Ipertensione Arteriosa, Arte-riosclerosi, Obesità (Fig. 13),Ipercolesterolemia, Diabete.Seguono per frequenza: leGlomerulonefriti (dovute adinfiammazione dei glomeruli); leNefropatie Interstiziali (da infe-zioni, ostruzione delle vie urinarie o uso inappro-priato di alcuni farmaci); le Malattie RenaliEreditarie (tra le quali i Reni Policistici) e le lesio-ni renali secondarie a malattie delle vie urinarie,ereditarie o acquisite.

Fig. 13

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Le Malattie Renali possono comparire a qual-siasi età.Nei bambini predominano le Glomerulonefriti, leMalattie ereditarie e quelle congenite; neglianziani le lesioni su base vascolare o dismetabo-lica. La nefropatia più diffusa negli anziani è la cosid-detta Nefroangiosclerosi,malattia dei piccoli vasi arte-riosi del rene, in generesecondaria all’IpertensioneArteriosa.

Con l’aumento dei casi diDiabete dell’adulto diventa-no sempre più frequenti lelesioni renali secondarie aquesta malattia, se non si controlla la glicemia(Fig. 14) e non si segue una corretta terapia.

Quando, per malattia renale, si ha riduzione delnumero dei nefroni, si verifica un aumento dellaFiltrazione da parte dei glomeruli residui che com-pensa la perdita di nefroni: la Clearance dellaCreatinina si mantiene normale. Quindi i reni pos-sono essere malati, anche se la Creatininemiae la Clearance della Creatinina sono normali.

La iperfiltrazione compensatoria non è dannosa,ma utile se la riduzione della massa nefronica nonsupera il 50% dei nefroni. Per questo la perdita diun solo rene è rapidamente compensata dall’iperfunzione dell’altro rene sano, senza

Controllo della Glicemia

Fig. 14

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che si verifichino danni neanche col passaredel tempo. Questo consente una vita normalea chi ha perso un rene o ha donato un rene (perun trapianto da vivente) se l’altro rene è sano.

Che cosa è l’Insufficienza Renale?

L’Insufficienza Renale è una condizione in cui ireni non riescono ad assicurare la normale eli-minazione di scorie (aumenta l’Azotemia, cioèl’urea del sangue) e la normalità della composi-zione dei liquidi corporei. Può instaurarsi inpochi giorni (Insufficienza Renale Acuta) permalattie renali acute, shock, complicazioni dellagravidanza o dopo esposizione a farmaci nefro-tossici, etc. E’ nota come “blocco renale”, da cuisi può guarire.

L’Insufficienza Renale Cronica è invece secon-daria a Malattie Renali croniche che non guari-scono, si instaurano spesso in maniera silente(non di rado è scoperta al controllo dellaPressione Arteriosa) e danneggiano i reni progres-sivamente, in genere nel corso di anni.

Nel corso di Malattie Renali croniche per lungotempo il paziente si sente bene; solo alcuniesami di laboratorio possono mettere in evi-denza il danno renale. Quando oltre il 50% deltessuto renale è stato gravemente danneggiato, il

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Filtrato Glomerulare diminuisce: si hal’Insufficienza Renale. L’iperfiltrazione glomeru-lare nei nefroni che ancora funzionano è moltomarcata così da danneggiare i glomeruli e cau-sare la perdita di altri nefroni.

Con il progredire dell’Insufficienza Renale, laPressione Arteriosa tende ad aumentare peralterata produzione di sostanze che la regolano eper ritenzione di acqua e sale, che i reni non sonopiù in grado di eliminare normalmente;l’Ipertensione Arteriosa a sua volta aggrava ildanno renale e induce lesioni cardiocircolato-rie.

Quando la Clearance della Creatinina scendesotto i 30 millilitri al minuto possono comparire isintomi dell’Uremia: stanchezza, disturbi gastro-intestinali, disturbi dell’attenzione, sonnolenza,vertigini, mancanza di fiato, edemi, etc. Per lungotempo la dieta povera di proteine e di sale, e l’usodi farmaci permettono di prevenire i sintomi e l’ec-cessivo aumento dell’azotemia. Ma a valori moltobassi di Clearance l’uremia diventerebbe incom-patibile con la sopravvivenza, se non si potessefar ricorso alla dialisi con rene artificiale (Fig. 15)o alla dialisi peritoneale.

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La dialisiE’ il passaggio di sostanze attraverso una mem-brana alla quale lesostanze sono per-meabili. Il fenomeno èsfruttato per allonta-nare dal sangue lescorie del metaboli-smo quando i renimalati non sono più ingrado di farlo.

Nella Emodialisi extracorporea si punge con unago un vaso di un braccio (come quando si fa unprelievo di sangue per le analisi) e si connettel’ago con un tubicino che porta il sangue al “filtro”di un apparecchio, il rene artificiale (Fig. 15).

All’interno del “filtro” (Fig. 16) il sangue scorre

Fig. 15

Fig. 16

Sangue Passaggio delle scorie • dal sangue al

liquido di dialisi

Liquido di dialisi

Filtro

Membranapermeabilealle scorie

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separato dal “liquido di dialisi” da una membranasintetica, permeabile alle scorie; in tal modo que-ste ultime diffondono dal sangue al “liquido di dia-lisi” (preparato da noi, privo di scorie) assiemeall’eccesso di acqua filtrata dal sangue.Il sangue viene così depurato e ritorna, scorrendoall’interno di un altro tubicino, al paziente attraver-so un altro ago inserito in un vaso del braccio; il“liquido di dialisi” viene eliminato, allontanandocosì dal paziente l’eccesso di acqua e le scoriedel metabolismo.Esiste un altro tipo di dialisi: la “DialisiPeritoneale” (Fig. 17) in cui il passaggio dellescorie dal sangue al “liquido di dialisi” avvieneattraverso la membrana (detta “peritoneo”) cheriveste gli organi contenuti nella cavità addomina-le.

Fig. 17

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Il “liquido di dialisi” sterile (2 litri contenuti in unasacca di plastica messa in alto) viene immessonella cavità peritoneale per gravità attraverso uncatetere che collega la cavità peritoneale conl’esterno.Le scorie passano dal sangue dei capillari sangui-gni del peritoneo (dove sono in alta concentrazio-ne) al “liquido di dialisi” (dove non ci sono scorie).Il liquido viene poi drenato per gravità dalla cavitàperitoneale in una sacca vuota posta in basso,portando con sé le sco-rie. Si cambia la saccae altri 2 litri di “liquido”sterile sono immessinella cavità peritoneale.Esistono apparecchia-ture che consentono ilricambio automaticodel liquido nella cavitàaddominale, di notte,mentre il pazientedorme (Fig. 18).

Il trattamento con la dialisi si inizia in generequando la Clearance della Creatinina è scesa a6-7 millilitri al minuto. Al di sotto di questo valo-re iniziano infatti a comparire i sintomi dell’ ure-mia.

Compaiono anche gravi complicanze che posso-no mettere in pericolo la vita del paziente: accu-

Fig. 18Apparecchio per Dialisi

Peritoneale notturna

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mulo di acqua e sale con Edemi, ScompensoCardiaco, Edema Polmonare, aumento dellaPotassiemia, etc.

In presenza di malattie come Diabete,Cardiomiopatia dilatativa, etc., o di sintomi clini-ci come una grave Ipertensione Arteriosa, unaPotassiemia elevata, etc. diventa necessario anti-cipare l’inizio della dialisi (a valori di Clearancedella Creatinina di circa 10 millilitri al minuto).

La dialisi è praticata per tempi brevi (in attesadella guarigione) nei pazienti affetti daInsufficienza Renale Acuta (il “blocco renale”); pertempi anche lunghissimi nei pazienti conInsufficienza Renale Cronica.

Molti pazienti rimangono in dialisi per il resto dellaloro vita (anche diecine di anni) a meno che nonsia possibile praticare il trapianto di rene.

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Il Trapianto di Rene

Il trapianto renale (Fig. 19)è la migliore terapia per ilpaziente uremico. Ad ognipaziente si trapianta unsolo rene (sufficiente a svol-gere una normale funzionerenale). In genere non si tol-gono i reni malati per cui ilpaziente avrà 3 reni, ma soloquello trapiantato sarà funzionante. Il rene da tra-piantare può essere prelevato da un donatorevivente (che resta con un rene, sufficiente a con-servargli una buona funzione renale) o da undonatore cadavere (i 2 reni vanno a 2 pazienti). E’indispensabile la compatibilità dei gruppi sangui-gni ed una affinità immunologica.

Il trapianto da vivente è possibile tra consan-guinei (meglio fratelli o genitori). Il trapianto piùfrequente è da cadavere. Gli organi da trapianta-re sono prelevati dal donatore in “morte cerebra-le”, per perdita totale della funzione del cervello; ilcuore batte ancora solo perchè è mantenuta arti-ficialmente la funzione cardio-respiratoria. Il pre-lievo deve infatti avvenire mentre gli organi sonoperfusi con sangue ossigenato in modo da limita-re l’ischemia (cioè la mancanza di ossigeno).

La “morte cerebrale” si verifica di solito in chi hasubito un trauma cranico (es. per incidenti della

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strada) o accidenti vascolari cerebrali. UnaCommissione, estranea al Centro trapianti,controlla per 6 ore che il donatore sia realmen-te deceduto: questa è la massima garanzia dicertezza della morte. Il rene prelevato viene tra-piantato al paziente uremico più affine dal puntodi vista immunologico, scelto tra coloro che sonoinseriti nella lista di attesa.

Le Malattie Renali: un problema di Sanità Pubblica

Negli ultimi due decenni il numero dei pazientiche iniziano la dialisi è raddoppiato, e continuaad aumentare soprattutto per le persone conoltre 65 anni di età. Nel mondo 1 persona su 10ha problemi ai reni. E’ necessaria la diagnosiprecoce e la prevenzione.

Diagnosi precoce e Prevenzione

Molte malattie renali si comportano da “killersilenziosi”: operano senza sintomi anche peranni; quando i loro effetti si rivelano, può esseretardi. Ma se la diagnosi è precoce, le cure pos-sono essere efficaci, la guarigione frequente el’evoluzione della malattia più lenta.

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Come scoprire in tempo le lesioni renali? Segni che ne possono indicare la comparsa:

• Aumento notevole del volume urinario, spe-cie nelle ore notturne (il paziente si sveglia dinotte ad urinare, cosa che non avviene, per esem-pio, ai suoi familiari sani).

• Emissione di urinedi colore scuro (color“coca cola”) o rossosangue per ematuria(sangue nelle urine)(Fig. 20).

• Nell’uomo anzianouna difficoltà ad urinare (eseguire una Ecografiarenale e vescicale prima e dopo avere urinato).

• Bruciori ad urinare, minzioni frequenti, febbre(specie se con brividi) (eseguire esame delle urine ed urinocultura)

• Edema (gonfiore) agli arti inferiori o diffusi. Si evidenzia comprimen-do con un dito il dorsodella gamba contro latibia: resta un avvalla-mento (fovea) (Fig. 21).

Fig. 21 Edemi alle gambe

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• Difficoltà a respirare o mal di testa(misurare la Pressione Arteriosa).

• Aumento della Pressione Arteriosa. LaPressione va controllata di tanto in tantoanche in assenza di sintomi.

• Coliche renali (specie se l’urina diventa rossa).• Anemia, stanchezza, malessere inspiegabili.

Come si può scoprire una malattia renale? L’emissione di una buona quantità di urina nonè di per sé garanzia del buon funzionamentodei reni. Né può tranquillizzarci il fatto di nonavere “dolori”: le malattie renali non sono in gene-re dolorose. Spesso si accusano i reni di dolorilombari che sono invece neuromuscolari. Per que-sto solo alcuni esami permettono di valutare lostato di salute dei reni.Innanzitutto l’esame delle urine: va eseguito sucampione di urine appena emesse per evitare lealterazioni causate dalla fermentazione che si veri-fica con il passare del tempo dopo la minzione.

Alterazioni nelle malattie renali: presenza di:- sangue, per lo più non evidente ad occhio nudo,ma solo all’esame chimico (emoglobina) e micro-scopico (microematuria) (Fig. 20);

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- albumina (albuminuria) isolata o associata adaltre proteine del sangue (proteinuria);

- globuli bianchi, segno di infiammazione del reneo delle vie urinarie, spesso di origine infettiva;

- altri elementi, come i cilindri (riproduzioni a“stampo” del lume dei tubuli, formati da proteine,cellule o detriti cellulari, precipitati nel lume e tra-scinati in vescica dal flusso delle urine); la presen-za di cilindri indica l’interessamento dei reni.

Un esame semplice delle urine si fa con l’immer-sione nelle urine di una strisciareattiva (Fig. 22), metodo sicuro,rapido, adottato nello screeningdelle malattie renali. In caso dianormalità va integrato dall’esa-me completo delle urine e dal-l’esame microscopico del sedi-mento urinario presso un labora-torio.

La misurazione della Pres-sione Arteriosa (Fig. 23) è unaltro passo importante perscoprire per tempo unaMalattia Renale.Un danno renale può esserecausato da una Ipertensioneinizialmente non legata aMalattia Renale.

Fig. 22

Fig. 23

Misurare la pressione

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Prevenzione delle Malattie Renali Croniche

PRINCIPALI CONDIZIONI DI RISCHIO

• invecchiamento (oltre 60 anni)• ipertensione arteriosa• diabete• uso prolungato di farmaci senza controllo

medico, specie anti-infiammatori non steroidei

• ipercolesterolemia grave• obesità importante• vita sedentaria (Fig. 24)• calcoli renali• infezioni urinarie ricorrenti• ostruzione delle vie urina-

rie• precedenti malattie renali• malattie immunologiche in atto

(Lupus, Artrite reumatoide etc)• presenza di malattie renali nei familiari

Fig. 24La vita sedentaria facilita

Obesità e Calcolosi

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ALCUNE BUONE REGOLE PER DIFENDERE INOSTRI RENI

1. Curare le malattie che possono indurre undanno renale: Ipertensione Arteriosa,Arteriosclerosi e Diabete. Ancor prima, biso-gna correggere le condizioni che possonofavorirne la comparsa: Obesità, Iperco-lesterolemia, Sindrome Metabolica.

2. Evitare il fumo (Fig. 25).

3. Seguire una dieta corret-ta. Evitare diete ricche dicalorie, zucchero, dolci,grassi e sale.

4. Evitare eccessi di pesocorporeo (pesarsi spes-so) (Fig. 26).

5. Controllare regolarmente(a qualsiasi età) laPressione Arteriosa,sapendo che è ottimaleuna Pressione uguale o inferiore a 130/80mm di mercurio, e che valori superiori a140/90 sono definiti patologici, a qualunqueetà.

Fig. 25

Fig. 26

Il fumodanneggiai reni

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Nei pazienti con Diabete si suggerisce di man-tenere la Pressione Arteriosa a valori inferio-ri a 130/80.Sono molti i farmaci per curare l’Ipertensione.Meglio usare piccole dosi di farmaci diversi: sipotenzia il loro effetto anti-ipertensivo ma nongli effetti collaterali negativi. La terapia anti-ipertensiva va continuata sempre: se sisospende, infatti, la Pressione Arteriosaaumenta di nuovo.

6. Alcuni farmaci (ACE inibitori, Sartanici) uni-scono all’effetto anti-ipertensivo, una azionerenoprotettiva, che rallenta laprogressione del danno renale.

7. Svolgere attività fisica(Fig. 27)

8. Anche se ci si sente bene, esegui-re l’esame delle urine in occa-sione di altri controlli di labora-torio, o comunque con scaden-za biennale.

Non trascurare eventuali anomalie minori rive-late dall’esame delle urine, come presenza diproteine in quantità modesta e/o di sangueall’esame microscopico. A maggior ragioneeseguire l’esame delle urine in caso di emissio-ne di urine di colore differente dall’abituale.

Fig. 27

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9. Trattare le infezioni urinarie, la calcolosirenale o l’ostruzione cronica delle vie uri-narie, per esempio da ipertrofia prostatica.

10. Evitare l’uso prolungato di farmaci poten-zialmente nefrotossici, come gli analgesicio gli antinfiammatori.Chi ne ha bisogno deve ricordarsi di control-lare periodicamente la funzione dei reni.

11. Eseguire, in tutte le condizioni di rischio, ilcontrollo della funzione renale con ladeterminazione della Creatininemia, ripe-tendola ad intervalli regolari (annuali, o seme-strali se il rischio è elevato).

12. Nel caso del Diabete, mantenere i livelli diGlicemia ben controllati ed i valori diEmoglobina glicata il più vicino possibilealla norma, attraverso controlli frequenti (Fig.28); ovviamente i valori di Pressione Arteriosadevono essere ottimali e vanno corrette lecondizioni di sovrappeso con una dieta ipo-calorica.

Fig. 28