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I TRIBUNALI PENALI E LE COMMISSIONI DELLA MEMORIA E PER LA RICONCILIAZIONE TRIBUNALI PENALI Con la dicitura “diritto internazionale penale” ci riferiamo a quel ramo del diritto internazionale che attiene alla materia penale ovvero quell’insieme di norme giuridiche (che spesso sono di origine consuetudinaria) alle quali lo Stato deve adeguarsi come membro della comunità internazionale (CI) e che si trovano al di fuori dell’ordinamento interno, e devono occuparsi di erogare sanzioni nei confronti di soggetti che commettono illeciti penali internazionali. Norimberga e Tokyo sono le due città in cui sorgono i primi due tribunali penali internazionali istituiti per punire i crimini di guerra della seconda Guerra mondiale, in un momento storico in cui è forte l’esigenza di colpire i responsabili degli efferati crimini contro la popolazione ebraica e giapponese. Questi organi però, si presentano essenzialmente come dei tribunali militari, e sono dotati di un potere coercitivo piuttosto limitato. Con l’istituzione dei tribunali ad hoc per la ex-Jugoslavia e per il Ruanda, negli anni ‘90, il passo verso la condanna degli individui che commettono crimini contro l’umanità e il riconoscimento internazionale di tali violazioni sarà invece definitivo, più precisamente nel 1993 (con risoluzione n. 827) il Consiglio di Sicurezza istituisce quello per la ex Iugoslavia e nell’anno successivo (con risoluzione n. 955) quello per il Ruanda. In entrambi i casi di conflitto armato il Consiglio di Sicurezza si è trovato ad individuare una violazione o una minaccia per la sicurezza internazionale tale per cui fosse necessaria l’istituzione di un tribunale speciale (cosiddetto “ad hoc”) . Tali tribunali adottano il principio della giurisdizione concorrente, per il quale sia gli stati che i tribunali ad hoc possono far partire i processi; Inoltre godono della cosiddetta primazia rispetto ai giudici interni degli Stati, vale a dire che possono chiedere di sostituirsi nei processi in dei tribunali nazionali, pure se i procedimenti siano già partiti. I tribunali internazionali nascono o per volontà degli Stati tramite un accordo negoziale, oppure in base a risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Vediamo quindi come venga ad essere che un organo politico istituisce un organo istituzionale. Il passaggio ad un sistema internazionale è il frutto di una serie di fattori; In primis la fine del bipolarismo nell’ambito delle relazioni internazionali, legato allo stretto rapporto Usa-Urss. Venendo meno il nucleo di potere creatosi nella comunità internazionale, le acque si sono improvvisamente agitate. Conseguentemente sono cresciuti nazionalismi e fondamentalismi, che a loro volta hanno generato disordini e conflitti interni. In secondo luogo è cresciuto il valore attribuito ai diritti umani, che hanno assunto un ruolo di peso all’interno dell’opinione pubblica internazionale.

I tribunali penali e le commissioni della memoria e per la riconciliazione

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Page 1: I tribunali penali e le commissioni  della memoria e per la riconciliazione

I TRIBUNALI PENALI E LE COMMISSIONI DELLA MEMORIA E PER LA

RICONCILIAZIONE

TRIBUNALI PENALI

Con la dicitura “diritto internazionale penale” ci riferiamo a quel ramo del diritto internazionale che

attiene alla materia penale ovvero quell’insieme di norme giuridiche (che spesso sono di origine

consuetudinaria) alle quali lo Stato deve adeguarsi come membro della comunità internazionale (CI)

e che si trovano al di fuori dell’ordinamento interno, e devono occuparsi di erogare sanzioni nei

confronti di soggetti che commettono illeciti penali internazionali. Norimberga e Tokyo sono le due

città in cui sorgono i primi due tribunali penali internazionali istituiti per punire i crimini di guerra

della seconda Guerra mondiale, in un momento storico in cui è forte l’esigenza di colpire i

responsabili degli efferati crimini contro la popolazione ebraica e giapponese. Questi organi però, si

presentano essenzialmente come dei tribunali militari, e sono dotati di un potere coercitivo

piuttosto limitato. Con l’istituzione dei tribunali ad hoc per la ex-Jugoslavia e per il Ruanda, negli

anni ‘90, il passo verso la condanna degli individui che commettono crimini contro l’umanità e il

riconoscimento internazionale di tali violazioni sarà invece definitivo, più precisamente nel 1993

(con risoluzione n. 827) il Consiglio di Sicurezza istituisce quello per la ex Iugoslavia e nell’anno

successivo (con risoluzione n. 955) quello per il Ruanda. In entrambi i casi di conflitto armato il

Consiglio di Sicurezza si è trovato ad individuare una violazione o una minaccia per la sicurezza

internazionale tale per cui fosse necessaria l’istituzione di un tribunale speciale (cosiddetto “ad

hoc”) . Tali tribunali adottano il principio della giurisdizione concorrente, per il quale sia gli stati

che i tribunali ad hoc possono far partire i processi; Inoltre godono della cosiddetta primazia

rispetto ai giudici interni degli Stati, vale a dire che possono chiedere di sostituirsi nei processi in

dei tribunali nazionali, pure se i procedimenti siano già partiti. I tribunali internazionali nascono o

per volontà degli Stati tramite un accordo negoziale, oppure in base a risoluzioni emanate dal

Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Vediamo quindi come venga ad essere che un organo

politico istituisce un organo istituzionale. Il passaggio ad un sistema internazionale è il frutto di una

serie di fattori; In primis la fine del bipolarismo nell’ambito delle relazioni internazionali, legato

allo stretto rapporto Usa-Urss. Venendo meno il nucleo di potere creatosi nella comunità

internazionale, le acque si sono improvvisamente agitate. Conseguentemente sono cresciuti

nazionalismi e fondamentalismi, che a loro volta hanno generato disordini e conflitti interni. In

secondo luogo è cresciuto il valore attribuito ai diritti umani, che hanno assunto un ruolo di peso

all’interno dell’opinione pubblica internazionale.

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COMMISSIONI DELLA MEMORIA E PER LA RICONCILIAZIONE

La Commissione per la Verità e la Riconciliazione è quella commissione che è incaricata di

indagare e rivelare i crimini passati di un dato Governo (o altre formazioni non appartenenti allo

Stato), con lo scopo di appianare i contrasti che sono ancora in essere. Tali commissioni vengono

costituite in particolar modo dopo periodi di rivolte , di guerre civili o dittatura . La prima e la più

conosciuta fu la Commissione per la Verità e la riconciliazione , che venne istituita dall’allora

Presidente del Sud Africa Nelson Mandela dopo lo smantellamento del regime di Apartheid. Il

ruolo e le possibilità ed anche il nome stesso, di tali Commissioni varia da caso a caso e dipende dal

mandato con il quale esse vengono create: spesso permettono di contrastare l'insabbiamento e il

negazionismo nei confronti di fenomeni di terrorismo di Stato o di pesanti violazioni dei diritti

umani; talvolta invece queste Commissioni ricevono critiche dal momento che permettono una

sostanziale impunità per chi perpetra tali crimini. Vediamo di seguito la prima e più famose

commissione istituita, quella per il Sud Africa.

“Sudafrica, 1995. Nelson Mandela è stato eletto da poco come presidente della Repubblica. Anni di

violenze indiscriminate durante l'apartheid. Ferite che nessuno sarà mai in grado di rimarginare.

Mandela si affida alla tradizione africana. Apre la commissione per la verità e la riconciliazione: le

vittime raccontano in pubblico il loro dolore. Ad ascoltarli e giudicare è un prelato, Desmond Tutu.

A lato, i carnefici: spesso poliziotti. Tutti bianchi. E le madri raccontano dei figli uccisi sotto i loro

occhi. E gli agenti non sanno spiegare perché. Oppure dicono di aver obbedito agli ordini.

L'amnistia viene accordata soltanto se sono assolutamente sinceri: se, cioè, mostrano fino in fondo

l'orrore che li ha coinvolti. Una lezione di umanità antica e profonda. Non importa punire il

colpevole: le ferite resteranno per sempre. Non esiste equivalenza tra il dolore subito e la sofferenza

inferta al carnefice. Godere delle disgrazie altrui, magari al di là delle sbarre, è una pratica rifiutata.

Nemmeno il risarcimento economico conta. Il capro espiatorio è un passaggio: il male viene

dissolto (o almeno attenuato) nella rappresentazione. Ma la commissione esprime un bisogno

profondo: che il proprio dolore sia riconosciuto come tale. Trabocca, diventa visibile per sé e per gli

altri. Una sorta di esorcismo del male. O la rappresentazione di una tragedia. Un passo

indispensabile per l'elaborazione del dolore: è un momento in cui la sofferenza acquista dignità.

Altrimenti può diventare vergogna o tormento o accusa. E Trascinarsi negli anni. E diffondersi

come un virus. Una mina per la nascente "nazione arcobaleno" del Sudafrica. Le audizioni delle

vittime sono state seguite dai giornalisti e raccontate in tutto il Paese. Rito collettivo di

purificazione. L'antidoto è "ubuntu" (o Pandora, per gli appassionati di James Cameron): la

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comunità che lega tutti gli esseri viventi”.

BIBLIOGRAFIA:

Giuffrè editore, “il diritto di tutti”

http://dirittoditutti.giuffre.it/psixsite/Archivio/Articoli%20gi_%20pubblicati/Rubriche/Il%20punto/

default.aspx?id=641

La commissione per la verità e la riconciliazione: la dignità del dolore

http://comunitadigitali.blogosfere.it/2010/04/la-commissione-della-riconciliazione-la-dignita-del-

dolore.html

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