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Scuola Media”G.Falcone e P.Borsellino” Lascari (PA) Italia Progetto Comenius “Terra, acqua, fuoco. Uomini e cose” “Iaşi, capitale culturale della Romania” “Iaşi, capitale culturale della Romania” “Iaşi, capitale culturale della Romania” “Iaşi, capitale culturale della Romania” 11-18 maggio 2006

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Scuola Media”G.Falcone e P.Borsellino” Lascari (PA) Italia

Progetto Comenius

“Terra, acqua, fuoco. Uomini e cose”

“Iaşi, capitale culturale della Romania”“Iaşi, capitale culturale della Romania”“Iaşi, capitale culturale della Romania”“Iaşi, capitale culturale della Romania”

11-18 maggio 2006

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LABORATORIO DI LINGUA INGLESE

Docente coordinatrice: Prof.ssa Giuseppa Muscato

Classi partecipanti: III B – III A

III A

Andrea Laganà

III B

Francesco Brucato

Chiara Cancilla

Giovanna Catalano

Giuseppina Collosi

Giuseppe D’Anna

Alessandro Di Maio

Davide Di Vincenzo

Antonella Fesi

Giuseppe Fesi

Carmen Fullone

Giulia Ortolano

Giuseppe Schittino

Carola Settecase

Antonio Vecchini

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LA CITTÀ DI IAŞI

PREFAZIONE

Se sei stato una volta a Iaşi, ti sei me-

ravigliato delle sue strade che ricordano i

passi dei poeti e dei principi, se hai toccato le

sue mura arcate che raccontano la sua storia,

se il tuo occhio e il tuo cuore sono stati inon-

dati dalla luce autunnale diffusa attraverso

gli alberi gialli di Copou, allora sentirai sem-

pre il richiamo di questa città impregnata di spiritualità e, come il grande poeta

Lucian Blaga, dirai con nostalgia : "Che cosa darei per andare ancora a Iaşi, in que-

sto cuore della luce dei Romani".

No, Iaşi non te la farà dimenticare, perché è pervasa da uno charme ineffa-

bile che è il suo succo vitale, che scorre incessantemente nelle sue strade vecchie e

nuove, attraverso i suoi giardini e parchi, le mura delle chiese, le statue che parla-

no in silenzio, gli ingressi solenni del museo, le voci degli attori romantici e le cor-

de del violino.

La terra coperta dalla città di Iaşi rac-

conta la sua storia, rivelando le vestigia che

mostrano che questo territorio è stato abita-

to ininterrottamente dall'era Paleolitica.

Il nome della città preserva la memo-

ria di tanto tempo fa, che deriva dal nome

delle tribù del IAŞIGI che passarono attraverso queste parti, dalla terra dei Daci.

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Nicola Iorga, uno dei più importanti storici della Romania, giustamente dis-

se : "lo spirito del passato della Romania vive in questo posto, in modo più ricco e

più vivo di qualsIaşi altro posto".

Come la maggior parte delle città della Romania, la città di Iaşi è il risultato

di una lunga evoluzione e dunque non si può stabilire la data della sua fondazio-

ne. Comunque ci sono documenti i quali attestano l'esistenza di Iaşi, il più antico

dei quali si riferisce al 1408 e cita Iaşi come l'inizio dei costumi.

Il testo scritto cita anche Iaşi come una città che si è formata tra il 1415 e il

1434, quando una corte principesca si stabilì là, segno che la città era diventata un

centro economico e militare. Lo storico della Moldavia Ion Neculce, che ha scritto

a Iaşi la “Cronaca della Terra di Moldavia”, ci informa che "l'inizio del 2° regno del

principe Alexandru Lapusneanul cominciò a stabilirsi regolarmente nel luogo di

Iaşi. Egli regnò sulla Moldavia fra il 1552-1561 e tra il 1552-1568. Pertanto, si può

dire che dall’inizio della seconda metà del XVI secolo, Iaşi divenne la principale

corte dei principi, in altre parole la capitale della Moldavia, e continuò a vivere la

sua storia in questa onorabile qualità per circa tre secoli, fino all’anno 1859, anno

in cui la Moldavia e la Wallachia divennero unite attraverso l’elezione dello stesso

principe Alexandru Ioan Cuza, formando i Principati Rumeni Uniti.

C’è un posto ad Iaşi dove, se ci si ferma ad ascoltare, scacciando il rumore

dei tram e delle persone affannate, si potranno ascoltare le voci dei Romani, come

se provenissero da un posto lontano, che cantano in modo entusiastico e si sentono

che stanno in cerchio in una danza simbolica e fraterna.

E' stato qui che i Rumeni si riunirono nel 1859 per celebrare l'unificazione

delle due terre Rumene. Essi formarono una larga "hora" e cantavano "riuniamoci

mano nella mano/ quelli con un cuore Rumeno". Questo luogo è ora chiamato Pia-

ţa Unirii -Piazza dell'Unione- ed è difeso da statue bronzee del principe Alessan-

dro Ioan Cuza, opera dello scultore Raffaello Romanelli, collocata qui nell'anno

1912 come segno di gratitudine da parte della nazione Rumena.

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Dopo l'unione, il governo fu stabilito a Bucarest e Iaşi cessò di essere la ca-

pitale ma da quel giorno, quelli che hanno il privilegio di essere cittadini di Iaşi

parlano con orgoglio della loro città, "la capitale della Moldavia".

Iaşi fu inoltre la scena della cerimonia ufficiale della Grande Unione del

1918, dato che la città Moldava era divenuta, per il periodo dell'asilo durante la

Prima Guerra Mondiale, la capitale della Romania. Ancora una volta, nella stessa

piazza, il popolo della Romania ballò il simbolico Hora Unirii -La danza

dell’Unione- con i loro fratelli della Bukovina, Bessarabia e Transilvania.

Mentre, dal punto di vista dell’organizzazione, Iaşi ha perso per lungo

tempo il prestigio di città capitale,

questa città Moldava si è nobilitata con

un altro titolo che comprende la sua

essenza: la città di Iaşi è considerata

“la capitale culturale della Romania”.

E’ stato proprio qui, tanti secoli fa, che

gli studiosi illuminati fecero esplodere

la vita della cultura che divenne una

fiamma duratura capace di dare luce e

calore alla mente e all’anima Rumena.

Le prime cronache della Moldavia furono scritte a Iaşi da Grigore Ureche,

Miron Costin e Ion Neculce, senza le quali la vita e i regni di tanti principi, la vita

della Moldavia di quei tempi sarebbe stata conosciuta soltanto come leggenda.

Un grande studioso, Dosoftei, che è stato il Vescovo Metropolita della

Moldavia e Suceava tra il 1671 e 1686, del quale Ion Neculce disse che “era molto

istruito, conosceva molte lingue…A quel tempo nella nostra terra non c’era un al-

tro come lui che fondò in Iaşi una delle prime tipografie e una delle più famose

scuole della Moldavia”.

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Gli occhi dei visitatori e dei cittadini di

Iaşi sono certamente affascinati da una costru-

zione che dà l’impressione che in questo posto

il tempo si è fermato. Questa è la casa di Do-

softei, una costruzione in pietra con grandiosi

archi che caratterizzano la casa fondata dal let-

terato. Questo è uno dei vecchi edifici della cit-

tà di Iaşi ed è uno dei tanti palazzi che si trova entro l’area delimitata della Chiesa

Principesca di San Nicola, fondata dal principe Moldavo Stephen il Grande.

Si è visto come, secoli fa, la scuola e le parole stampate cominciarono a cre-

are ad Iaşi un ambiente favorevole per la cultura. Andando avanti nel tempo si

può notare un evento culturale che avvenne nel 1860 quando fu inaugurata a Iaşi

la prima Università dello Stato. Nel 1897 l'Università di Iaşi fu ricollocata nell'

imponente costruzione nel Copou Boulevard e fino ad oggi, nelle fresche mattina-

te, gli studenti entusiastici lo percorrono.

Un altro evento culturale avvenne per primo in Iaşi, questa volta nel campo

della scrittura, cioè la pubblicazione nel 1840 del primo giornale letterario intitola-

to “Literary Dacia” e stampato dal grande storico e politico Mihail Kogalniceanu.

Lo scopo del giornale doveva essere un “repertorio generale della letteratura Ru-

mena” nel quale scrittori della Moldavia, Wallachia, Transilvania e Banat si sa-

rebbero visti come in uno specchio…”

Una delle pagine più rappresentative della storia della cultura Rumena è

stato il periodo della Junimea (la gioventù), una società letteraria che ebbe vita a

Iaşi tra il 1867 e i11885. Juminea portò insieme prestigiosi nomi come quelli di Titu

Maiorescu, letterario critico e filosofico, uno dei membri fondatori della società,

Mihai Eminescu, il poeta che vive nei cuori di tutti i Rumeni, Ion Creanga, il famo-

so e originale narratore di storia.

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Parlando delle ore trascorse una volta a settimana nella bella casa con un

grande giardino di proprietà dello scrittore Vasile Pogor, dove i membri di Juni-

mea si incontravano, Titu Maiorescu affermò che "loro erano un mondo differente,

un sogno di libera intelligenza....". Se si entra nella casa di Pogor, dove è ora collo-

cato il museo della letteratura, si sente la presenza del poeta. Eminescu, seduto

modestamente in un angolo, assorbito nelle sfere impenetrabili a tutti gli altri. Nel-

la stessa stanza troverai l'allegro Creangà,leggendo le sue storie e le memorie del-

l'infanzia pieno di sincerità, saggezza e amore per la vita dei contadini rumeni.

E dalla casa di Creangà Eminescu preparò la fuga dalla sua tristezza meta-

fisica, per sentirsi a casa ed abbandonarsi alle gioie semplici offerte da un caldo

vaso di sarmale,un bicchiere di vino e una veranda che si affacciava sui colli coperti

da vigneti.

Soprattutto lui è andato là per godere dell’ amicizia e del buon ambiente

del Creangà. Nel piccolo cottage di due stanze sulla collina di Ticàu ,dove con dif-

ficoltà si possono vedere i dipinti delle storie del narratore, c’era sempre una pic-

cola stanza ma grande abbastanza per un poeta. Ecco poche parole di una lettera

mandata a Eminescu da Creangà, parole che riconducono alla bella amicizia e agli

speciali rapporti con la città di Iaşi:

"Stava nevicando in maniera bella ad Iaşi fin dalla notte scorsa e ora si può

uscire con la slitta. Il lago di Ciric ora é più bello. Vieni fratello Mihai, vieni per-

ché senza di te io sono uno straniero”.

La casa di Creangà, l’ espressione di una filosofia della vita basata sulla

semplicità, divenuta nel 1918 la prima casa della memoria in Romania ed ancora

oggi aspetta i suoi visitatori, immutata e silenziosa ma piena di storie.

Quando sei invitato da qualcuno che vive "nella dolce città di Iaşi" ti sarà

detto sulle chiese di questa città. Nicolae Iorga disse che "Iaşi é la prima di tutte le

chiese, la chiesa di tutte le chiese per il suo passato Romano".

Lungo il grande Viale Stephen, in un cortile con fiori, si erge la Chiesa dei

Tre Gerarchi unica nella sua bellezza, fondata dal Principe Vasile Lupu nel 1639.

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Si potrebbero riempire tante pagine con la descrizione di questo gioiello architet-

tonico, ma cosa si può dire di più dopo che Constantin Ciopagra lo chiamò così

semplicemente e meravigliosamente, "una poesia intagliata nella pietra” ?

Dopo che lo leggi, visitatore caro, lascia che i tuoi passi ti portano in via

Cuza- Voda, dove troverai il Monastero maestoso di Golia col suo muro arcaico.

Cammina sulle colline sulle cui pareti si ergono i Monasteri Cetatuia e Galata,

guardiani all’erta della città che mantengono il passato nelle pietre e nei loro di-

pinti.

Vai alla grandiosa Cattedrale Metropolitana, un edificio più nuovo sorto dal 1839

dove troverai un bara di argento che contiene le reliquie di Santo Parescheva, por-

tata ad Iaşi dal principe Vasile Lupu nel 1641. Ogni anno il 14 ottobre i pellegrini

della Romania e da ogni altro posto arrivano a Iaşi e si raggruppano davanti la cat-

tedrale e con speranza e pietà, celebrano il Santo.

Un'altra vista architettonica, il Palazzo della Cultura che potrebbe essere

considerato il simbolo di Iaşi, è uno degli edifici più imponenti della Romania.

Fu costruito tra gli anni 1906-1925 in stile neo-gotico, usando come struttura di ba-

se i muri del vecchio palazzo

principesco, ed elevato tra il

18041-1806 dal principe Ales-

sandro Moruzi. Costruito come

un palazzo amministrativo, og-

gi questo edificio monumentale

accoglie il più grande dei musei

della Moldavia e uno dei più

grandi della Romania.

Noi vi invitiamo ad attraversare le sue sale silenziose per imparare l'arte

Rumena, la storia e il folclore così come la scienza e la meccanica.

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Inaugurata il 6 ottobre 1864 alla presenza

del principe Alexander I Cuza e di Mihail Ko-

gàlniceaunu la prima Università del Principato

Rumeno operò nella casa del tesoriere Matei

Contacuzino. Nel 1897 l'università è stata trasfe-

rita a Copou. Alla cerimonia di inaugurazione

tenutasi il 21 ottobre 1897 parteciparono il re Ca-

rol e la regina Elisabetta, così come molti politici e dotti stranieri e rumeni.

Il Palazzo Universitario è uno dei capolavori architettonici dell'architetto

Louis Blanc, costruito su una superficie di 100.000 mq, e con una facciata di 130 m

in lunghezza. L'edificio è composto da 350 stanze, 3 grandi anfiteatri, 9 piccoli an-

fiteatri, 3 cortili interni e una grande stanza per conferenze con 500 posti a sedere.

L’istituzione della Facoltà di Medicina è

avvenuta nel 1879, e la sua ttività cominciò il 1°

Dicembre del 1879. In quella data il dottore

Leon Sculy inaugurò la lezione di anatomia.

Negli anni seguenti , la scuola di Medicina di

Iaşi si arricchì con le attività di molte

personalità di fama mondiale come Aristide Peride, Gabriel Socre, Ludovic Russ,

Emil Puscariu, Vasile Hegel ed altri ancora.

La Biblioteca dell’Università è il

capolavoro costruito dall’architetto Jotzu tra il

1930 e il 1935. Parte della sua bellezza risiede

all’interno, nelle decorazioni incise nel marmo

di Carrara e nei mosaici Veneziani e all’esterno

nei bassi-rilievi che rappresentano i fondatori

della nazione Rumena.

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Il salone di lettura della biblioteca è una maestosa stanza di conferenze,

dotata di un’architettura e di un’acustica eccezionale. La biblioteca ha tre grandi

stanze, una stanza per consultare l’archivio dei periodici, una stanza per studiare i

documenti patrimoniali e una stanza d’informazione. La bibblioteca ha anche un

deposito legale e di sicurezza, con i suoi quasi tre milioni di volumi, materiale di

lettura necessario a rendere storico questo centro universitario. Davanti alla

biblioteca c’è la statua del grande poeta Rumeno Mihai Eminescu, che lavorò come

bibliotecario in questa istituzione per un certo tempo.

La statua di Stefano il Grande fu

eretta per iniziativa di un comitato stabi-

lito nel 1875 avente come presidente Ca-

rol I, re della Romania. La statua fu

scolpita in bronzo secondo il progetto

dello scultore francese Emmanuel Fré-

miet, membro dell'accademia francese.

La statua fu inaugurata il 5 giugno del

1833 alla presenza del re Carol I.

Nel suo discorso, il re si rivolse al popolo di Iaşi dicendo: "Io confido nella

città di Iaşi, culla dell'unione e questa statua, con i due cannoni bagnati dal prezio-

so sangue della nostra generazione, deve essere un tesoro, un gioiello sacro ad

onore della nazione Rumena”.

La statua rappresenta il grande eroe della Moldavia a cavallo, situato su un

piedistallo di marmo con delle incisioni. I due bassorilievi laterali illustrano due

importanti scene di guerra.

La Cattedrale Metropolitana di Iaşi è nata dall’idea e dal desiderio del

Vescovo Metropolitano Veniamin Costachi, il quale sognava di costruire una

chiesa monumentale; il documento iniziale uscì l’8 Agosto del 1826 che segnò

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l’inizio delle opere. Tra il 1833-1839,

la costruzione fu innalzata secondo il

progetto degli architetti Bucher e

Freiwald, ma la volta centrale non fu

ultimata adeguatamente e perciò

crollò. La Chiesa rimase in questo

modo fino al 1880, quando il

Vescovo Metropolitano Iosif

Naniescu pose mano alla seconda costruzione. Il monumento fu alla fine

completato nel 1887.

La Cattedrale, come la si vede oggi, fu costruita secondo le indicazioni degli

archietetti Alexandru Orascu, presidente dell’Università di Bucarest, mentre i

disegni furono effettuati da Gheorghe Tattarescu. La Cattedrale fu santificata il 23

Aprile 1887, durante una solenne cerimonia cui partecipò anche il Re Carol I.

L’edificio del Teatro Nazionale

fu eretto tra il 1894-1896 secondo i di-

segni degli architetti Fallnere e Helmer

e fu inaugurato il 2 Dicembre 1896. La

costruzione è una delle più belle mai

fatte dai due architetti Viennesi. La ca-

sa di 1000 posti è adornata di decora-

zioni in stile barocco. Il sipario fu rea-

lizzato dal pittore austriaco Lenz, il quale lo adornò ai lati con motivi nazionali e

al centro con motivi simbolici. Nel corso degli anni, il Teatro Nazionale ha avuto

dei grandi leaders come Costache Negruzzi, Mihail Kogalniceanu , Mihail Codre-

anu, Ionel Teodoreanu e molti altri.

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Il posto su cui oggi sorge l’edificio del Municipio di Iaşi , noto anche come

il Palazzo Roznovanu, era inizialmente di

proprietà di Matei Cantacuzino, il quale

aveva costruito qui una residenza per la sua

famiglia, poi distrutta durante la guerra

Russa-Ottomanna (1786-1788). Il nuovo

proprietario, Iordache Roznovanu, grande

tesoriere del Principato della Moldavia e

consigliere di Stato della Russia, decise di

costruire un palazzo su questo posto, adibito poi a Municipio nel 1841, seguendo

l’iniziativa di Vasile Pogor.

Il palazzo fu occupato durante la II Guerra Mondiale dai quartieri generali

della Germania mentre nel 1935 divenne l’edificio del Consiglio Regionale. Oggi,

dopo esser stato ristrutturato, il palazzo ha riacquisito la sua destinazione del 1851

cioè quella di quartiere generale del Municipio di Iaşi.

Situato nella Piazza dell’Unione,

su un terreno che apparteneva a quel

tempo al Sindaco Scarlat Pastia, l’

“Hotel Traiano” è uno dei capolavori

dell’architetto francese Gustave Eiffel,

colui che ha anche costruito la

monumentale torre di Parigi. L’hotel fu

costruito nel 1879 ed è l’unica costruzione in Iaşi che ha una struttura in metallo.

Con il passare degli anni, l’edificio è stato un importante posto di riunione per gli

intellettuali che vivevano nella città di Iaşi.

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“Sfintul Nicolae Domnesc”

è una delle più antiche e più belle

chiese della Moldavia. E’ una delle

fondazioni di Stefano il Grande ed

è stata costruita tra il 1491 e il 1492.

L’edificio è stato restaurato

nel 1675-1676 durante il regno di

Atonie Russet che lo arricchì con

molti oggetti religiosi preziosi. Tra il 1888-1904 la chiesa è stata ristrutturata

interamente per iniziativa dell’Ufficio Storico dei Monumenti ed è stata santificata

da Partiene Clinceni, Vescovo Metropolita della Moldavia e della Bucovina.

La restaurazione dell’edificio è stata fatta dall’ architetto francese Lecomte

de Nouy. All’interno della chiesa si possono ammirare le icone intarsiate nel legno

di tiglio e i dipinti fatti secondo la tecnica del fresco in stile neo-bizantino. In

questa chiesa furono consacrati quasi tutti i capi che governarono sulla Moldavia.

Attualmente la chiesa è adibita a Cappella Metropolitana.

La Chiesa di Barboi fu

costruita all'inizio del XVII dal

cancelliere Barboi.

Fu danneggiata gravemente dal

terremoto del 1829, l'edificio fu poi

ricostruito nel 1841 grazie al

principe Ioan Sandu Sturdza.

La torre della chiesa fu

eretta tra il 1726/1733. Questo posto di culto contiene la tomba del principe Ioan

Sandu Sturdza e della sua famiglia, come pure i resti del poeta Alecu Russo. La

casa parrocchiale che si può vedere oggi è stata utilizzata dal 1834 come prima

scuola per ragazze in Iaşi.

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Il Monastero di Cetatuia fu co-

struito fra il 1668 e il 1772 dal capo

Moldavo Duca Gheorghe. II fabbricato

del chiostro include: la Chiesa, la torre

campanaria, il bagno, la casa principe-

sca, l' abbazia, la sala gotica, il refetto-

rio, la cucina, le celle dei monaci e la

torre, il muro con bastioni.

L'iconografia è scolpita nel legno e dentro la chiesa c'è il dipinto votivo del

duca moldavo Gheorghe. L'insieme pittorico a Cetatuia è il risultato di tre fratelli

Macero-Rumeni provenienti dalla Turchia: Mihai, Gheorghe e Dina Jenina- e di

parecchi pittori locali che lavorarono nella chiesa dei " Tre Gerarchi".

Il muro del monastero fatto di pietra è spesso 1,4 m. Fu dotato di bastioni

accoppiati e ai suoi angoli ci sono torri di difesa.

Il Monastero dei “Tre Gerarchi” fu

fondato da Vasile Lupu e costruito tra il 1635-1639;

è stato poi santificato il 6 Maggio del 1639 da

Varlaam, il Vescovo Metropolitano della

Moldavia. La maggior parte del mobilio è stata

donata dal Re Carol I e dalla Regina Elisabetta.

Durante il regno di Vasile Lupu, il 13 Giugno del

1641, il Monastero dei “Tre Gerarchi” accolse le

relique del santo Parascheva, che rimasero qui fino

al 1889, quando fuirono trasferite nella Cattedrale

Metropolitana di Iaşi.

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Il Monastero è fatto di pietra con le pareti spesse un metro. Le icone sono

incise in lastre di marmo di Carrara attaccate a strutture di bronzo. All’interno del

monastero si trovano le tombe di Alexander I Cuza e Dimitrie Cantemir.

Sotto le tombe di marmo nero riposano Vasile e la sua famiglia. Il dipinto

effettuatao nel XVII secolo fu ristrutturato, assieme al resto della chiesa, nel 1889.

Le facciate esterne dell’intero edificio a basso rilievo, sono famose in tutta Europa

e conferiscono al monastero un valore unico. Nelle celle del chiostro fu posta la

prima tipografia della Moldavia, dove furono pubblicati molti libri religiosi

Rumeni. Nel 1640 fu sistemato qui il collegio di Vasile Lupu, la futura Accademia

Principesca.

La Chiesa di Frumosa è una

delle più importanti costruzioni

dell'architettura neo- classica in

Moldavia. Questo posto di culto

religioso, noto nel XVII secolo con

il nome di chiesa Balica dal nome

del suo fondatore Isacco Balica. Il

12 febbraio 1618 Gabriele Movilà lo

cambiò in monastero e lo affidò al

monastero di Sinai.Tra il 1726 e il 1733, Gregorio Ghiga Voda lo ricostruì intera-

mente e cambiò il suo nome in Frumosa, la più bella tra le chiese, e lo circondò da

un giardino. In questo giardino Gregorio Ghiga costruì delle corti principesche che

servivano da saloni per le feste di matrimonio e un muro alto 4 metri. Vi è un

campanile vicino al cancello, a forma di costruzione separata dal corpo della chie-

sa. Nel 1836 la chiesa fu ricostruita dal superiore Giuseppe Voineschu detto anche

il Moldavo. La chiesa ha la forma di una nave della lunghezza di 37 metri e una

larghezza di 15 metri.

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Nel distretto di Ticau, silen-

zioso e modesto, c'é la casa del

grande narratore di storia Ion Cre-

anga. Ogni piccolo angolo contiene

la memoria dei tempi passati, dei

giorni in cui Crenga scriveva le

sue storie e Mihai Eminescu guar-

dava dalla piccola veranda i colli di

Sorogari recitando le sue famose

poesie.

Dopo la morte dello scrittore, il comitato di "Ion Creanga” comprò un ter-

reno e ristrutturò la casa, che divenne il 15 aprile 1918 il primo museo della me-

moria della Romania.

L'Obelisco dei Leoni, o

Monumento del Regolamento Co-

stituzionale, è il più vecchio mo-

numento della piazza pubblica in

Iaşi. La sua prima pietra fu deposta

il 18 novembre 1834 e i lavori fini-

rono nel 1842. L'obelisco dei leoni

fu costruito dall'architetto Treiwold

e dal colonnello Singerov secondo

il progetto di Gheorghe Asachi, è stato scolpito da un unico blocco di marmo di

Scheía. Il monumento fu poi dedicato al principe Michail Grigore Sturdza, che, a

sua volta lo dedicò ai re di Russia e di Turchia. Il regolamento costituzionale, se-

condo alcune opinioni di storici, era una vera costituzione, preparando le basi del

moderno stato della Romania e contribuendo all'Unione dei Principati Rumeni.

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Costruito tra il 1906-

1925 secondo la stampa del-

l'architetto LD. Berindei, il Pa-

lazzo della Cultura é uno dei

simboli della città. Sorge sulle

rovine di una vecchia corte

medievale. Il palazzo fu co-

struito inizialmente da Ale-

xandru Moruri e poi fu com-

pletato da Mihzil Sturdza.

L'edificio oggi comprende 4 grandi Musei della Moldavia: il museo della

storia, il museo dell'etnografia, il museo dell'arte e della scienza tecnica. Tra le at-

trazioni principali ricordiamo il cortile delle Voivodes e l'orologio che suona ogni

ora l'inno del 1859, l'inno Union Hora.

Semplice e discreto l'edificio dove è in funzione oggi il

museo memoriale "Otilia Cazimir" fu costruito nel 1858.

La residenza fu acquistata nel 1898 dalla famiglia dello

scrittore che visse particolarmente tutta la sua vita (da quando

aveva 4 anni fino alla sua morte 1967).

Il museo conserva più di oltre 300 oggetti personali, manoscrit-

ti, foto, dipinti che riflettono lo stile di vita e

le attività di uno dei più sensibili poeti della

letteratura Rumena.

La casa di “Dosoftei” oggi adibita a

Museo della letteratura antica rumena, è con-

siderata una delle più antiche costruzioni del-

la città di Iaşi, ed è stata citata in alcuni do-

cumenti a partire dal 1673.

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Qui visse uno dei più grandi studiosi, il Vescovo Metropolita Dosoftei, e in

questa casa funzionò anche la sua prima tipografia fino al 1686. I libri stampati qui

in Romania diedero un contributo rilevante allo sviluppo della scuola religiosa

della Romania.