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Tradurre l’«osteopatese» nella pratica medica
Osteopatia in cerca di dialogo
GLI OBIETTIVI
II congresso nazionale della disciplina basata sulla biomeccanica del corpo umano
Di osteopatia se ne sen-te parlare molto ai no-stri giorni tra i non
addetti ai lavori, eppure mol-to raramente si sa davvero dicosa si parli.
Nonostante la professio-ne di osteopata non sia anco-ra regolamentata dal nostroordinamento sanitario nazio-nale, né tantomeno lo è lasua formazione, le potenzia-lità terapeutiche e i risultaticlinici dell’osteopatia diven-tano sempre più difficili daignorare.
E come medico e ospeda-liero, non ho potuto sottrar-mi il più delle volte dal rico-noscere gli inaspettati miglio-ramenti clinici di pazienti da-ti per spacciati o destinati al-la chirurgia, o di pazienti cro-nici che riducevano sensibil-mente le recidive o di quellipost-chirurgici che ottimizza-vano i loro tempi e qualità direcupero. Il tutto utilizzandoesclusivamente le mani, sen-za utilizzo di macchinari ostrumentazioni esterne di al-cun tipo.
Da queste esperienze conil mio team di osteopati nonpotevo che immaginare unfuturo di una medicina aper-ta e integrata che consideras-se il paziente nella sua globa-lità socio-psico-fisica; in cuiil trattamento farmacologico,chirurgico, fisioterapico po-tesse venir integrato da unapproccio manuale osteopati-co, con un impatto anche eco-nomico sanitario da non sot-tovalutare: dosaggi farmaco-logici riducibili, minor effetticollaterali, tempi di ospeda-
lizzazione e riabilitazione diminor durata con un risultatopiù soddisfacente.
Tuttavia, il mondo medi-co in particolare, con cuil’osteopatia ha bisogno di in-teragire in primis per potercolloquiare in modalità tran-sdisciplinare, richiede spessodelle “prove” scientifiche,delle “evidenze” inconfutabi-li per poter accettare che unascienza medica funzioni efunzioni per davvero.
Il mondo medico, infatti,risponde a canoni di ricercascientifica basata su riprodu-cibilità, oggettività, standar-dizzazione, protocollabilità.Tutti termini storicamente
“scomodi” al mondo osteopa-tico, abituato a un linguaggiotutto proprio e ad agire nel-l’immediato, “seguendo”l’intuito impredittibile dellemani attraverso l’ascolto deitessuti.
Non solo: noi medici ciritroviamo a trattare diagnosidi spalla congelata, di artritereumatoide e così via, in unamodalità il più delle volteprotocollata, mentre l’osteo-pata sembra ignorare tale dia-gnosi, basando il proprio trat-tamento sulla valenza chequella spalla congelata e l’ar-trite reumatica abbiano sulresto del corpo, dando 100diagnosi osteopatiche diver-
se su 100 pazienti con la stes-sa diagnosi medica.
Da qui l’impossibilità dirichiedere a un osteopata distandardizzare le sue proce-dure di intervento e di attener-si ai criteri di “scientificità”così che questi due mondi,medico allopatico e osteopati-co, che apparentemente sonosempre apparsi come antiteti-ci e incomunicabili, non han-no mai avuto modo di cono-scersi davvero ufficialmente,in un contesto che garantiscaun clima di dialogo e scam-bio culturale, in uno spiritodi interazione e perché no dipossibile integrazione.
Per questo, tramite gli ac-
cordi tra la Fondazione Uni-versitaria L.u.me.n.oli.s. e lascuola di Osteopatia Cromone la Marrapese Editore, si èrealizzato il 1˚ congresso na-zionale di Osteopatia nel2008, che dal buio più totalelanciò il primo raggio di lucesu questo cammino di dialo-go, che oggi ha portato allarealizzazione - la scorsa setti-mana - del 2˚ congresso na-zionale di osteopatia, chesembra essere più solido efruttuoso.
L’orientamento è quelloinfatti di approfondire i temidi un’osteopatia come arte,scienza e medicina manualesistemica e integrata, aperta
alla medicina allopatica e di-sponibile a parlare il linguag-gio comune e transdisciplina-re della ricerca e dell’eviden-za.
Il congresso dal titolo «Lamedicina incontra l’osteopa-tia: verso una medicina siste-mica», e dal tema «L’osteo-patia nelle età della vita» haproposto un’osteopatia comeforma di medicina di integra-zione, di alto impatto socialee sanitario, a miglioramentodell’assistenza dei pazienti, aintegrazione dell’interventodegli altri professionisti sani-tari. Il congresso ha ospitatonon solo osteopati italiani einternazionali, direttori discuole italiane ed europee,esponenti dei diversi enti dirappresentanza della profes-sione e della formazioneosteopatica nel nostro Pae-se, ma anche molti ospeda-lieri, medici, odontoiatri,universitari, ricercatori, spe-cialisti nell’ambito sanitarioe tanti altri che desideranocapire, incontrarsi con l’ideadi base di sforzarsi a parlaree ascoltarsi per la realizza-zione di una medicina siste-mica e integrata del III mil-lennio, che abbia al centrodel suo interesse la personae non la malattia.
Ezio BenagianoPresidente emerito Fondazione
L.u.me.n.oli.s.Cattedra Malattie
odontostomatologicheUniversità La Sapienza, Roma
Presidente onorariodel Congresso nazionale
di osteopatia
I l nome osteopatia, ha da semprefuorviato, almeno in un primo
approccio, chiunque si imbattessein essa: venendo intesa esclusiva-mente come manipolazione ossea,e per lo più applicabile ai mal dischiena soltanto. Pochi altri, tra co-loro che non la praticano, sannoinvece che l’osteopatia è una filo-sofia, un’arte manuale e una scien-za medica che fonda i propri prin-cìpi olistici su fisica, chimica, bio-logia e biomeccanica del corpoumano, contribuen-do a garantire i pre-supposti al benesse-re psico-fisico, aprescindere dallapatologia o disfun-zione su cui agisce.
In altre parole, iltrattamento osteo-patico incoraggia e supporta i prin-cìpi omeostatici del corpo e il suoequilibrio naturale, attraverso tecni-che di manipolazione non soloosteo-articolare, ma anche dei tes-suti molli, includendo i visceri, iltessuto connettivo e il sistema cra-niosacrale. L’osteopata integra ilsuo intervento anche con l’uso tera-peutico dei trigger points, i riflessidi Chapman, tecniche di oscillazio-ne armonica, strain&counterstrain,tecniche di pompaggio linfatico,
consigli nutrizionali, ergonomici,in complementarità con tutte le al-tre figure mediche professionali,considerando il paziente come unindividuo unico, nel suo particola-re contesto remoto e attuale. Perchi si stesse domandando cosa cu-ra l’osteopatia e a chi si rivolge,deve tener presente che essa noncura patologie, ma promuove lecapacità di recupero e guarigione
del corpo ottimiz-zandone i processifisiologici e fisici.Pertanto il suo cam-po di azione è mul-tiforme e si estendedall’ambito pedia-trico, trattando neo-nati e bambini, a
quello dell’età evolutiva, e del-l’adulto sportivo o della donna gra-vida, fino all’anziano, spaziandoda sintomatologie acute a patolo-gie croniche. I motivi di consulta-zione possono essere dalla comunelombalgia o cervicalgia, alle coliti,emicranie, asme, otiti, dismenor-ree, cistiti, disfunzioni endocrine,malocclusioni ecc.
Da una prospettiva medica tradi-zionale e di ricerca scientifica, ilprimo grosso ostacolo è che
l’osteopata ignora cosa sia un pro-tocollo di intervento per ciascunapatologia, poiché ogni suo inter-vento è basato sull’unicità psico-fi-sica del paziente nell’istante preci-so della consultazione, piuttostoche sulla diagnosi in cui il pazienteviene “catalogato”.
Alla luce di tali presupposti, ilquadro sintomatico acquisisceun’importanza secondaria (a ecce-zione dei casi che mettano a ri-schio la vita o la stabilità psico-fisi-ca del paziente), poiché viene inse-rito nella condizione globale del-l’individuo in esame. Ciò implicaun distacco dell’intervento terapeu-tico dall’area in cui si manifesta ilsintomo, per osservarne le intera-zioni e le possibili connessioni contutte le altre strutture adiacenti oremote.
Da queste premesse, il tentativodi proporre un congresso che gettisolide fondamenta di dialogo e in-tegrazione con la medicina tradi-zionale verso una medicina sistemi-ca e integrata potrebbe apparireun’assurdità o perfino un’utopia.In tal merito, abbiamo ricevuto fi-no a ora gratificazioni, complimen-ti, critiche e visto sollevarsi dubbi.Ribadiamo, invece, che il congres-
so non intende “stravolgere” la no-stra passione per l’individuo por-tandoci sulla strada di “medica-lizzare” l’osteopatia, spezzettandotecniche, classificando malattie,trasformando le nostre mani cheascoltano in analisi statistiche.Quello che intendiamo fare è tra-durre in un linguaggio universale(quello della ricerca e per quantopossibile dell’evidenza) le nostreesperienze di effica-cia. Pur coscientitutti dei limiti lega-ti allo status dellanostra professione,da ogni punto di vi-sta, nel nostro Pae-se, siamo tuttaviaprotagonisti e testi-moni di uno sforzo comune: unosforzo alimentato dalla fiducia reci-proca e dall’amore per la nostraprofessione e dalla passione concui svolgiamo il nostro lavoro ognigiorno, con ogni paziente.
Lo scopo del congresso saràquindi quello di seguire, nel dipa-narsi quotidiano della vita umana,dal concepimento all’accompagna-mento dei morenti, il percorso adisposizione dell’osteopatia del IIImillennio. La scelta del tema è
stata ispirata anche dal propositodi dimostrare l’applicazione dellamedicina osteopatica come validae possibile in ogni fase della vitaumana, nelle sue componenti fisi-che, biochimiche e psico-emotive.Ogni presentazione considereràquindi gli aspetti sistemici dellamedicina osteopatica e descriveràun razionale scientifico e clinicodocumentato, che possa essere di-scusso durante le numerose tavolerotonde con i relatori di diverse
professioni sanita-rie. Ancora, ovvia-mente, mancano iparadigmi da utiliz-zare per compren-dere appieno il ra-zionale (anatomi-co, neurologico,biochimico, ma
spesso anche somato-emozionale),ma ora il clima di cambiamento cispinge a continuare a spiegarci, amostrarci. Evitando di nascondercidietro l’abilità delle nostre “mani”e imparare a tradurre l’“osteo-patese” nel linguaggio proprio del-la medicina integrata.
Paolo TozziFisioterapista e osteopata
Vice-direttore Scuola osteopatiaCromon
G li osteopati sono medici, fisioterapisti, diplomati inosteopatia (anche se ancora la professione non è rico-
nosciuta) che con la manipolazione delle ossa agiscono conscopi curativi, ma soprattutto preventivi in tutte le fasced’età. A rappresentarli è il Consiglio superiore di osteopa-tia, di cui sono soci fondatori Aimm (Associazione italianadi medicina manuale), Amoi (Associazione medici osteopa-ti italiani), Fesios (Federazione sindacale italiana osteopa-ti), Roi (Registro degli osteopati d’Italia), Upoi (Unioneprofessionale osteopati d’Italia).
I campi sono quelli del sistema muscolo-scheletrico,neurologico, neurovegetativo, circolatorio, digestivo, gine-cologico-urinario, gravidanza, otorinolaringoiatria, neona-tologia, ma l’osteopatia esclude tutte le lesioni anatomichegravi e le urgenze mediche in cui è necessario agire urgen-temente, poiché la patologia non può più essere combattu-ta con le sole difese dell’organismo. E, aggiungono ancora,l’osteopatia non può guarire malattie degenerative, geneti-che, infettive e/o infiammatorie e fratture, ma può avereun’azione sulle conseguenze come, in particolare, il dolore.
E nel secondo congresso nazionale di medicina osteopa-tica che si è svolto la scorsa settimana a Roma, espertinazionali e internazionali che hanno presentato relazioni estudi clinici realizzati nello spirito di una integrazione tramedicina e osteopatia verso una “medicina sistemica”.
Il campo d’azioneè multiforme
Cure valide perogni fase della vita
La tecnica è stata definita «medicina integrata ad alto impatto sociale»
26 29 giu.-5 lug. 2010MEDICINÆ