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I I L L D D I I R R I I T T T T O O A A N N N N U U A A L L E E Tutto ciò che bisogna sapere sul tributo dovuto ogni anno dalle imprese Dicembre 2008

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Tutto ciò che bisogna sapere sul tributo dovuto ogni anno dalle imprese

Dicembre 2008

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CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. DI REGGIO CALABRIA

Ideazione e revisione: Avv. Antonio Palmieri, Segretario Generale Testi di: Rag. Marianna Errigo, Servizio Economico Finanziario - Diritto Annuale

La ricerca e la raccolta della giurisprudenza è stata curata da: Avv. Angela Scrufari, assegnataria di una borsa di studio

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Sommario

CAPITOLO 1

Il diritto annuale: che cos’è?………..……………..………… Pag. 5

CAPITOLO 2

Perché si deve pagare il diritto annuale?……………..……… Pag. 6

CAPITOLO 3

Come sarà impiegato il diritto annuale 2009?…..…………… Pag. 8

CAPITOLO 4

Chi deve pagare il diritto annuale?……..…………….……… Pag. 10

CAPITOLO 5

A quale Camera bisogna pagarlo?……………..………….…. Pag. 12

CAPITOLO 6

Chi è esonerato dal pagamento?………………………….…. Pag. 14

CAPITOLO 7

Quanto si paga ogni anno?………………………………..… Pag. 23

CAPITOLO 8

Come si può pagare?…………………………………….… Pag. 36

CAPITOLO 9

Quando scade il diritto annuale?…………………………..… Pag. 43

CAPITOLO 10

Si può versare anche dopo la scadenza?……………………... Pag. 47

CAPITOLO 11

E se ci si accorge di aver pagato in più?……………………... Pag. 59

CAPITOLO 12

E se non si paga il diritto annuale?.……………………….... Pag. 63

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CAPITOLO 13

Esistono violazioni non sanzionabili?………………………. Pag. 86

CAPITOLO 14

E se la Camera ha erroneamente sanzionato?……………….. Pag. 91

CAPITOLO 15

Come si possono versare

le somme richieste dalla Camera?………………………….. Pag. 107

CAPITOLO 16

E per le annualità anteriori al 2001?……………………..…. Pag. 119

CAPITOLO 17

Come si presenta un’istanza?……………………………..... Pag. 125

CAPITOLO 18

Qualche consiglio………………………………………..… Pag. 128

APPENDICE

Normativa di riferimento…………………………………... Pag. 131

Fac-simile cartella di pagamento………………………….... Pag. 132

FORMULARIO Modulistica (scaricabile dal sito camerale)…………….…... Pag. 137

1. Richiesta situazione debitoria 2. Richiesta esistenza credito compensabile 3. Istanza di rimborso 4. Richiesta di regolarizzazione posizione debitoria 5. Richiesta correzione dati errati su modello F24 6. Deduzioni difensive avverso atto di contestazione 7. Memoria difensiva avverso atto contestuale di accertamento

ed irrogazione 8. Memoria difensiva avverso cartella di pagamento

(riferita ad annualità successive al 2000) 9. Istanza di sgravio avverso cartella di pagamento

(riferita ad annualità fino al 2000 compreso) 10. Richiesta chiarimenti su cartella di pagamento 11. Istanza di interpello 12. Istanza di rateazione 13. Istanza di rateazione (importi non superiori ad € 300,00)

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Il diritto annuale: che cos’è?

Il diritto annuale è un tributo dovuto da ogni impresa iscritta nel Registro delle Imprese.

ormai pacifico che il diritto annuale è un tributo: il pagamento è infatti eseguibile, in unica soluzione, con le modalità previste dal capo III del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241 e cioè mediante modello di versamento F24 con

la possibilità di compensare anche eventuali crediti per diritto annuale; in caso di violazione dell’obbligo di versamento si fa riferimento al D.Lgs. 472/1997 che disciplina le sanzioni amministrative per le violazioni di norme tributarie; per eventuali controversie viene applicata la disciplina sul contenzioso tributario di cui al D.Lgs. 546/1992.

Capitolo

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Perché si deve pagare il diritto

annuale?

Il diritto annuale è dovuto per legge e consente alla Camera di offrire servizi alle imprese iscritte

obbligo di versare il diritto annuale è previsto dalla legge per il finanziamento dei servizi che le Camere di Commercio sono tenute a fornire per accompagnare le imprese nel percorso di vita dalla costituzione in poi; per supportarne la

competitività e promuoverne la presenza nei mercati nazionale ed estero, programmando politiche ed interventi a tutela degli interessi generali dell’”impresa”, qualunque sia la dimensione o l’appartenenza settoriale, garantendone la leale concorrenzialità in un mercato regolato ed armonico.

Un ruolo di servizio alle imprese, forte dell’appartenenza della Camera ad un sistema a rete nazionale, europeo, internazionale; forte delle alleanze

Capitolo

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sul territorio con tutti gli attori locali dello sviluppo, istituzionale e non, pubblici e privati.

Infatti una quota rilevante del diritto annuale 2008 è ritornato alle imprese della provincia reggina dalla realizzazione delle azioni definite dalla Relazione Previsionale e Programmatica cui sono state destinate risorse finanziarie per € 3.053.059,21 così percentualmente utilizzate per ambiti di intervento:

• Interventi di formazione e promozione 3 % • “Una Pubblica amministrazione di qualità” 23 % • Regolazione e armonizzazione del mercato 8 % • Innovazione 10 % • Qualità 10 % • Internazionalizzazione 6 % • Credito e finanza 8 % • Creazione di imprese innovative 6 % • Territorio 10 % • Infrastrutture 1 % • Reti ed alleanze 1 % • Altri interventi 14 %

Un montante che rappresenta il 52% dei proventi per diritto annuale 2008 e il 37% degli oneri correnti.

Il mancato introito di quanto complessivamente esigibile per diritto annuale comporta, per ovvie ragioni, il contenimento delle spese che inevitabilmente si ripercuote sulla totalità delle imprese destinatarie degli interventi economici di cui sopra.

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Come sarà impiegato il diritto annuale 2009?

Sono previsti nel piano delle azioni 2 distinti programmi di servizi per la realizzazione di 7 obiettivi.

er l’anno 2009 la Camera destina il 35,81% (€ 2.161.500,00) del previsto gettito del diritto annuale (€ 6.036.00,00) ad un programma di servizi per la competitività delle imprese e del territorio.

Programma 1 “La Camera amica”:

Le risorse destinate per la realizzazione dei sotto riportati obiettivi ammontano complessivamente ad € 400.000,00

• Obiettivo 1 “Una pubblica amministrazione di qualità per le imprese secondo il modello europeo”

Capitolo

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• Obiettivo 2: “Una pubblica amministrazione efficiente, orientata ai risultati”

• Obiettivo 3: “La Camera, ente regolatore del mercato”

Programma 2: “Competitività delle imprese e del territorio”:

Le risorse destinate per la realizzazione dei sotto riportati obiettivi ammontano complessivamente ad € 1.761.500,00

• Obiettivo 1: “Innovazione per competere”

• Obiettivo 2: “Valorizzare le eccellenze”

• Obiettivo 3: “Internazionalizzare il sistema economico

• Obiettivo 4: “ Assicurare credito e sostenere la finanza delle imprese”

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Chi deve pagare il diritto annuale?

Ogni impresa iscritta o annotata nel Registro delle Imprese è tenuta al versamento del diritto annuale per ciascuna delle annualità di permanenza della iscrizione o annotazione.

ono tenute al pagamento del diritto annuale tutte le imprese che al 1° gennaio di ciascun anno risultano iscritte o annotate nel Registro delle Imprese di ciascuna Camera di Commercio nonché le imprese che chiedono l’iscrizione o l’annotazione in corso

d’anno.

L’importo del diritto annuale non è frazionabile in rapporto alla durata di iscrizione nell'anno e pertanto è dovuto per intero sia dalle imprese iscritte o annotate in corso d’anno sia dalle imprese che chiedono la cancellazione ad anno già avviato (salvo che l’istanza di cancellazione sia presentata entro il 30 gennaio con decorrenza retroattiva).

L’obbligo prescinde dallo stato di inattività o sospensione dell’attività.

Capitolo

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A titolo esemplificativo ma non esaustivo si elencano le forme giuridiche delle imprese tenute al pagamento del diritto annuale:

le imprese individuali iscritte nella sezione speciale le imprese artigiane annotate nella sezione speciale le imprese individuali iscritte nella sezione ordinaria le società semplici agricole le società semplici non agricole le società di persone e di capitali (s.n.c., s.a.s., s.r.l., s.p.a., s.a.p.a., ecc.) le società cooperative i consorzi le società consortili gli enti pubblici economici le aziende speciali ed i consorzi tra enti territoriali i G.E.I.E. (Gruppi economici di interesse europeo) le società tra avvocati (art.16, comma 2, D.Lgs. 2/2/2001 n. 96

e Direttiva 98/5/CE)

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A quale Camera di Commercio

bisogna pagarlo? Il diritto annuale è dovuto alla Camera di Commercio nel cui territorio di competenza sono ubicate la sede principale dell’impresa e/o le eventuali unità locali e/o sedi secondarie .

l diritto annuale va versato in favore della Camera di Commercio della provincia in cui si trova la sede principale dell’impresa. Inoltre, se l’impresa ha unità locali e/o sedi secondarie in altre province è tenuta al versamento del diritto annuale anche in favore

di ciascuna delle Camere di Commercio territorialmente competenti.

L’importo dovuto è commisurato a quello stabilito per la sede principale con un importo minimo e un tetto massimo stabiliti annualmente con decreto ministeriale. Fino all’anno 2008 per ciascuna unità locale e sede secondaria è stato fissato l’obbligo di versare un importo pari al 20% del diritto annuale dovuto per la sede.

Capitolo

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Le imprese con sede principale all’estero che aprono unità locali e/o sedi secondarie in Italia sono tenute al pagamento del diritto annuale, in misura fissa, in favore di ogni Camera di Commercio nel cui territorio di competenza è ubicata ciascuna unità locale e/o sede secondaria.

In caso di trasferimento della sede legale o principale in altra provincia il diritto annuale è dovuto alla Camera di Commercio ove è ubicata la sede legale o principale al 1° gennaio dell’anno in cui ha luogo il trasferimento.

Se l’impresa è stata costituita successivamente al 1° gennaio e nel corso dello stesso anno ha trasferito la sede legale o principale in altra provincia il diritto annuale, riferito all’anno del trasferimento, è dovuto alla Camera di Commercio ove era ubicata al momento della prima iscrizione (art. 3, comma 3, del D.M. 359/2001).

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Chi è esonerato

dal pagamento?

L’obbligo di versare il diritto annuale cessa soltanto con la cancellazione dell’impresa dal Registro delle Imprese e non solo per effetto della cessazione attività.

on basta cessare l’attività per essere esonerati dal pagamento del diritto annuale! Sono passati più di 7 anni dall’entrata in vigore del D.M. 11 maggio 2001 n. 359 “Regolamento per l’attuazione

dell’art. 17 della L. 23 dicembre 1999 n. 488, in materia di accertamento, riscossione e liquidazione del diritto annuale versato dalle imprese in favore delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura” ma ancor oggi molte imprese ritengono erroneamente che sia sufficiente documentare la cessazione delle attività con decorrenza retroattiva per ottenere l’esonero dal pagamento del diritto annuale riferito agli anni già trascorsi fino al giorno in cui si chiede la cancellazione dal Registro delle Imprese.

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Tale errata presunzione comporta purtroppo che molte imprese, di fatto già chiuse per cessazione attività ma non cancellate dal Registro delle Imprese, perché non hanno mai prodotto la relativa domanda, si ritrovano, dopo parecchi anni, a dover estinguere una posizione debitoria per diritto annuale, sanzioni ed interessi molto onerosa che necessariamente, per legge, include anche le annualità in cui l’impresa, non più attiva, era ancora iscritta o annotata nel Registro delle Imprese. Sono esonerate dal pagamento del diritto annuale soltanto le imprese che rientrano nelle fattispecie tassativamente elencate all’art. 4 del citato D.M. 359/2001 e cioè: Le imprese che risultino in fallimento o liquidazione coatta

amministrativa al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento del diritto annuale, purché non sia stato autorizzato e fino a quando non sia cessato l'esercizio provvisorio (comma 1)

Non sono invece esonerate le imprese per le quali siano state avviate procedure diverse da quelle sopra individuate, seppur in parte assimilabili al fallimento o alla liquidazione coatta amministrativa, perché appunto non previste dalla citata normativa.

Le imprese individuali che entro il 31 dicembre dell’anno

precedente a quello di riferimento del diritto annuale, abbiano cessato l’attività ed abbiano presentato la domanda di cancellazione dal Registro delle Imprese entro il 30 gennaio dell’anno successivo alla cessazione delle attività. (comma 2)

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Rientrano in tale casistica tutte le cause di cessazione attività delle imprese individuali ivi comprese la cessione di azienda, il decesso del titolare ed il conferimento dell’impresa in una società. In tali casi si tratta comunque di eventi che il titolare, o gli eredi in caso di decesso del titolare, sono tenuti a comunicare nei termini producendo istanza di cancellazione dal Registro delle Imprese entro il 30 gennaio dell’anno successivo a quello in cui si è verificato l’evento stesso (la cessione di azienda, il decesso del titolare, il conferimento) che ha determinato la cessazione delle attività di impresa individuale. Diversamente sarà dovuto anche il diritto annuale riferito alle annualità che saranno già trascorse fino all’anno di presentazione della suddetta domanda di cancellazione nonostante sia documentabile ed inconfutabile che la data dell’evento citato è retroattiva. Per quanto alle cessioni d’azienda si rammenta che: - Il deposito dell’atto di cessione d’azienda è posto a carico del notaio

rogante o autenticante, ai sensi dell’art. 2556 C.C. come modificato dall’art. 6 della legge 12/08/1993 n. 310; il notaio è tenuto a presentare al Registro delle Imprese, nelle forme consentite, il modello TA unitamente all’atto da depositare. Tale adempimento, non sostituisce quello posto a carico dell’imprenditore cedente che, ceduta l’azienda, in tutto o in parte, è comunque tenuto a presentare al Registro delle Imprese il modello I2 per richiedere, a seconda dei casi, la cancellazione dell’impresa o la cessazione di una parte dell’attività (quella ceduta). A nulla rileva la coincidenza, in entrambi i casi, dell’ufficio preposto all’acquisizione dei suddetti modelli: per l’esonero dal pagamento del diritto annuale dovuto dal cedente è indispensabile che esso richieda la cancellazione dell’impresa nei termini previsti, indipendentemente dall’eseguito deposito dell’atto di cessione di azienda da parte del notaio che non comporta pertanto né l’automatica cancellazione dell’impresa, come molti erroneamente presumono, né l’esonero dall’obbligo di versare il diritto annuale per le annualità successive alla cessione (nel caso in cui appunto la cancellazione sia richiesta tardivamente)

- E’ applicabile alle cessioni di azienda quanto previsto dall’art. 7 del

D.M. 54/2005 (che riprende in larga misura le disposizioni di cui all’art. 14 del D.Lgs. 472/1997) in merito alla responsabilità del cedente e del cessionario per il pagamento dei debiti dell’impresa nei confronti della Camera.

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Le società e gli altri enti collettivi che hanno approvato il

bilancio finale di liquidazione (o il piano di riparto finale) entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento del diritto annuale ed abbiamo prodotto domanda di cancellazione dal Registro Imprese entro il 30 gennaio dell'anno successivo a quello di approvazione (comma 3).

A tal fine si ritiene opportuno chiarire che: Il bilancio finale si intende approvato allo spirare del termine per l'impugnazione (90 giorni dal deposito del bilancio nel registro delle imprese per le società di capitali e 2 mesi dalla data della comunicazione del piano di riparto ai soci per le società di persone). In alternativa, l'approvazione del bilancio finale di liquidazione (e del piano di riparto per le società di persone), può essere espressamente eseguita da tutti i soci prima dello spirare del termine di cui sopra: in tal caso la data di approvazione richiamata dall'art. 4 del D.M. 359/2001 è la data in cui: - tutti i soci di società di persone sottoscrivono un'apposita

dichiarazione di accettazione del piano di riparto nella quale essi dichiarano altresì di non avere nulla da pretendere dalla società e danno mandato al liquidatore per chiederne la cancellazione (data dichiarazione)

- tutti i soci di società di capitali, riuniti in assemblea totalitaria,

dichiarano di approvare all'unanimità il bilancio finale di liquidazione e di non avere nulla da pretendere dalla società e danno mandato al liquidatore per chiederne la cancellazione (data verbale assemblea totalitaria

Si precisa inoltre che le società di persone sciolte senza apertura della liquidazione, per essere esonerate dal pagamento del diritto annuale riferito all’anno successivo allo scioglimento, devono produrre istanza di cancellazione dal Registro delle Imprese entro il 30 gennaio dell'anno successivo alla data dell’atto di scioglimento.

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Le società cooperative, che siano state sciolte, con o senza apertura della liquidazione, dall’autorità governativa, ai sensi dell'articolo 2545-septiesdecies (già art. 2544) del Codice Civile, cessano di essere tenute al pagamento a partire dall'anno successivo a quello in cui è adottato il decreto ministeriale (comma 4).

Si ricorda inoltre che erano esonerate dal pagamento del diritto annuale 2001 e successivi anche le imprese che avevano prodotto istanza di cancellazione entro il 16 ottobre 2001, con decorrenza anno 2000 o precedenti, perché per il primo anno di applicazione del D.M. 359/2001, in vigore dal 17/10/2001, il termine del 30 gennaio indicato ai commi 2 e 3 del citato art. 4, si intende appunto posticipato al 16 ottobre 2001.

Sono inoltre esonerati dal pagamento i soggetti (enti morali, associazioni, fondazioni, comitati) di cui all’ art. 9, comma 2, lettera A), del D.P.R. 7 dicembre 1995 n. 581 “Regolamento di attuazione dell'art. 8 della L. 29 dicembre 1993, n. 580, in materia di istituzione del registro delle imprese di cui all'art. 2188 del codice civile”, iscritti solo nel R.E.A. (Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative) istituito in attuazione dell’art. 8, comma 8, lettera d) della legge n. 580 del 1993. Le agevolazioni in materia tributaria disposte con legge in occasione di eventi o situazioni di carattere eccezionale (alluvioni, terremoti o altre calamità naturali) si applicano anche al diritto annuale (art. 4, comma 5, del D.M. 359/2001).

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CASI PARTICO LARI

CANCE L L AZ ION I D’ U F F I CIO

Per effetto di quanto sopra anche le imprese cancellate d’ufficio dal Registro delle Imprese, giusta ordinanza del Giudice del Registro delle Imprese emessa ai sensi del D.P.R. 23/07/2004 n. 247, sono esonerate dal pagamento del diritto annuale soltanto a partire dall’anno successivo a quello in cui è stata emessa l’ordinanza.

Anche in tal caso, infatti, la permanenza dell’iscrizione nel Registro delle Imprese, per ogni anno già trascorso fino alla data di cancellazione, costituisce presupposto impositivo, salvo l’eventuale determinazione, di cui all’art. 2, comma 6, ed all’art. 3, comma 5, del suddetto decreto, di non procedere alla riscossione del diritto annuale maturato a decorrere dalla data di avvio del procedimento di cancellazione.

SOCI E T A’ IN AT T I V E

Le società iscritte nel Registro delle Imprese che non hanno ancora denunciato l’inizio attività e risultano pertanto “inattive” sono comunque tenute al pagamento del diritto annuale perché l’esercizio dell’attività non costituisce presupposto impositivo. E’ infatti l’iscrizione nel Registro delle Imprese a determinare l’obbligo di versamento del diritto annuale.

Quanto sopra è valido anche per le società attive che hanno denunciato la cessazione delle attività e sono rimaste comunque iscritte nel Registro delle Imprese: restano tenute al pagamento fino all’anno di presentazione dell’istanza di cancellazione.

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NUOV E UN I T A’ LOCA LI G I A’ AT T I V E

Le imprese che denunciano l’apertura di unità locali (o sedi secondarie) in corso d’anno con data inizio attività retroattiva (anni precedenti a quello di presentazione della denuncia) sono tenute al pagamento del diritto annuale soltanto a partire dall’anno di presentazione della suddetta denuncia e non dall’anno di avvio dell’attività.

Anche in tal caso è l’iscrizione o annotazione dell’impresa nei registri di cui all’art. 8 della legge 29/12/1993 n. 580 a costituire presupposto impositivo e non l’avvio dell’attività (Circolare Ministero Attività Produttive del 30/01/2004).

I MPR E S E I N A M M I N I S T R AZ ION E ST R AOR D IN AR I A

Le imprese in amministrazione straordinaria sono tenute al pagamento del diritto annuale poiché tale procedura, prevista dal decreto legge 30/01/1979 n. 26, convertito con modificazioni nella legge 3 aprile 1979 n. 95 ed adeguata alla disciplina comunitaria con il decreto legislativo 8/7/1999 n. 270, pur rientrando tra le procedure concorsuali non può definirsi un procedimento esecutivo né liquidatorio.

Sono infatti ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria soltanto le imprese che presentino concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico delle attività imprenditoriali (Circolare Ministero Attività Produttive n. 546959 del 30/01/2004). F U S ION E SOCI E T AR I A

La fusione di società può avvenire mediante la costituzione di una nuova società o mediante l'incorporazione in una

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preesistente società (detta incorporante) di una o più altre società (incorporata/e).

In caso di fusione societaria l’effetto dell’estinzione per le società fuse o incorporate decorre dalla data dell’avvenuta trascrizione dell’atto di fusione della società incorporante o dalla data di nuova costituzione nel Registro delle Imprese della nuova società.

Ai fini del pagamento del diritto annuale le società incorporate sono tenute a considerare dovute anche le quote relative ad eventuali unità locali già conferite ad altra impresa.

Anche nel caso in cui l’incorporazione avvenga in data anteriore alla scadenza del diritto annuale e la società incorporata sia già cancellata dal Registro delle Imprese, il versamento dovrà essere eseguito inserendo comunque sul modello F24 il codice fiscale dell’impresa incorporata, sebbene cancellata: solo così sarà garantita la corretta attribuzione del versamento alla posizione debitoria dell’impresa incorporata.

La nuova società derivante dalla fusione, ovvero la società preesistente (incorporante), è invece tenuta al versamento del diritto annuale limitatamente alla sede e alle eventuali unità locali, nuove o preesistenti, (comunque estranee alla fusione), mentre il diritto relativo alle unità locali conferite non è dovuto, in quanto obbligata al pagamento, per l’annualità in cui è avvenuta la fusione, è appunto la società incorporata.

Per ottenere il suddetto esonero dal versamento è

necessario che l’impresa incorporante documenti la regolare posizione debitoria dell’impresa incorporata fino all’annualità in cui ha avuto luogo la fusione o che comunque tale regolarità sia riscontrabile dagli atti anche informatici del Servizio Economico Finanziario - Diritto annuale.

Quanto sopra si evince dalla Circolare del Ministero Attività

Produttive n. 509921 del 5 agosto 2002, che riprende la precedente Circolare del Minindustria n. 295287 del 18 gennaio 1994: quindi le

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imprese che procedono alla fusione incorporando unità locali di altre imprese non sono tenute al versamento del diritto annuale per le unità locali di nuova iscrizione.

Esempio: si ipotizza che con atto di fusione del 15 settembre l’istituto di credito X incorpori l’istituto di credito Y. La titolarità delle unità locali (filiali ubicate in varie circoscrizioni territoriali) della seconda (Y) passa alla prima impresa (X) attraverso una registrazione REA (Repertorio Economico Amministrativo), ma se l’impresa Y ha già effettuato il pagamento del diritto annuale di ognuna delle unità locali, l’impresa X, per l’annualità in cui è avvenuta l’incorporazione, non sarà tenuta a versare il diritto annuale per le unità locali incorporate (che costituiscono nuove unità locali dell’impresa X) poiché il versamento era dovuto dall’impresa Y.

SCISS ION E

La scissione di una società si esegue mediante trasferimento dell'intero suo patrimonio o di una parte di esso a più società, preesistenti o di nuova costituzione, e assegnazione delle loro azioni o quote ai soci della prima.

Ai fini del pagamento del diritto annuale valgono le medesime considerazioni indicate nel caso di fusione: il diritto relativo alle unità locali conferite è dovuto solo dalla società scissa, mentre la/le società beneficiaria/e verserà/verseranno il diritto limitatamente alla sede o ad eventuali altre unità locali preesistenti e non oggetto di conferimento.

Esempio: La società X delibera di scindersi mediante trasferimento di parte del suo patrimonio alla società Y, preesistente ed avente già due unità locali, a cui conferisce una ulteriore unità locale. La società Y, per l’anno in cui ha avuto luogo la scissione, è tenuta al versamento del diritto relativo alla sede ad alle sue due unità locali preesistenti al conferimento, mentre non verserà nulla per l'unità locale conferita dalla società X, per la quale inizierà a pagare a partire dall'anno successivo. La società X, invece, è tenuta al versamento del diritto annuale riferito all’anno della scissione sia per la sede sia per l'unità locale conferita alla società Y.

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Quanto si paga ogni anno?

L’importo dovuto da ciascuna impresa è stabilito ogni anno con decreto ministeriale

li importi dovuti in cifra fissa a titolo di diritto annuale dai soggetti iscritti o annotati nella sezione speciale del Registro delle Imprese, le classi di fatturato e le aliquote a ciascuna applicabili per i soggetti iscritti nella sezione ordinaria del

Registro delle Imprese nonché gli importi dovuti dalle imprese che esercitano l’attività anche tramite unità locali sono stabiliti con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sentita l’Unioncamere e le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, da emanarsi, ai sensi dell’art. 9 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359, entro il 31 ottobre di ogni anno, per l’anno successivo. Gli importi derivanti dall’applicazione del suddetto decreto possono essere aumentati da ciascuna Camera di Commercio

Capitolo

7

G

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che deliberi di applicare per l’anno successivo la maggiorazione di cui all’art. 18, comma 6, della Legge 29/12/1993 n. 580 che così dispone: “Per il cofinanziamento di iniziative aventi per scopo l 'aumen to della produzione e il mi gl io ramen to delle condizioni economiche della circoscrizione territoriale di competenza, l e c ame re d i commerc io , sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello provinciale, pos sono aumentare per gli esercizi di riferimento la mi su ra de l di ri t to annual e f ino a un mass imo de l 20 p er cen to”. La maggiorazione va applicata anche alle unità locali e sedi secondarie di imprese che, pur avendo sede principale in province la cui competente Camera non abbia deliberato alcuna maggiorazione, siano ubicate in province la cui competente Camera abbia deliberato di applicarla.

LETTE R E I N F O R MATIVE A N NUALI Le Camere di Commercio provvedono, ai sensi dell’art. 8 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359, ad inviare entro il 15 maggio di ogni anno a tutti i soggetti iscritti nel Registro delle Imprese una lettera informativa sulla prossima scadenza del diritto annuale contenente:

i dati dell’impresa tenuta al pagamento la sua posizione nei confronti della Camera di Commercio

le informazioni aggiornate sul numero di unità locali e/o sedi

secondarie presenti sull’intero territorio nazionale di cui bisogna tener conto per calcolare il diritto annuale dovuto a ciascuna Camera di Commercio

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l’ammontare complessivo del diritto dovuto dalle imprese iscritte o annotate nella sezione speciale sia per la sede principale sia per eventuali unità locali

i dati necessari per consentire, alle imprese iscritte nella sezione

ordinaria, di quantificare il diritto dovuto applicando la misura fissa e le aliquote, previste per ciascuna classe di fatturato, al fatturato complessivo realizzato dall’impresa nell’anno precedente a quello di riferimento del diritto annuale da versare

Tale comunicazione non è una richiesta di pagamento né una sollecitazione ma soltanto un’informativa per ricordare l’imminente scadenza e per agevolare l’adempimento di quell’obbligo di versare il diritto annuale

che nasce fin dall’iscrizione o annotazione dell’impresa nel Registro delle Imprese, indipendentemente dal fatto che abbia o meno iniziato l’attività economica per cui è stata costituita, che abbia o meno denunciato l’inizio dell’attività o l’abbia sospesa;

la cui misura dovuta per ciascuna annualità da ogni impresa si

ritiene “notificata” a tutte le imprese fin dalla data di entrata in vigore di ciascun decreto ministeriale annuale;

dovuto entro i termini di scadenza fissati dalla legge anche in

caso di mancata o tardiva ricezione della lettera informativa, a qualsiasi causa imputabile, poiché il mancato o tardivo recapito non costituisce motivo di esonero dal pagamento

Il diritto annuale è infatti un tributo dovuto per legge da ciascuna impresa entro il termine annuale di scadenza fissato dalla stessa legge, indipendentemente dalla ricezione o meno della lettera informativa.

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INDIRIZZO A LT E R NATIVO

Nel caso in cui l'impresa desiderasse ricevere la lettera

informativa annuale ad un indirizzo diverso da quello utilizzato (quello della sede principale oppure della prima unità locale se la sede principale si trova fuori provincia), può presentare, entro il 31 marzo dell'anno di riferimento, una richiesta di inserimento indirizzo alternativo indicando eventualmente anche il nominativo della persona, se diversa dal titolare, presso cui recapitare le comunicazioni camerali inerenti esclusivamente il diritto annuale (e non per tutto il resto della corrispondenza da parte della Camera).

Tale indirizzo alternativo rimane valido, anche nel caso di

trasferimento di sede, fino a successiva richiesta di modifica da parte dell'impresa.

NUOVE I MP R E S E Le imprese che presentano domanda di prima iscrizione o

annotazione nel Registro delle Imprese e/o presentano denuncia di apertura unità locali o sedi secondarie in corso d’anno, sono tenute al pagamento del diritto annuale in misura fissa contestualmente alla presentazione della domanda o della denuncia oppure entro il diverso termine fissato di anno in anno con il decreto ministeriale di cui all’art. 9 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359.

La tabella riepilogativa degli importi dovuti è consultabile tutto

l’anno sul sito camerale (www.rc.camcom.it) ed è tempestivamente aggiornata all’entrata in vigore di ciascun decreto ministeriale annuale.

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I MPR E S E GIA’ I SCRITTE O A N N O TATE N E L LA SE ZI O N E SP ECIA LE

Le imprese già iscritte o annotate nella sezione speciale del Registro delle Imprese al 1° gennaio dell’anno di riferimento del diritto annuale, sono tenute al pagamento del diritto annuale in misura fissa per come stabilito di anno in anno con il decreto ministeriale di cui all’art. 9 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359.

Per ciascuna unità locale o sede secondaria (negozi, uffici,

depositi, ecc.) di imprese iscritte o annotate nella sezione speciale, il diritto annuale dovuto è commisurato a quello stabilito per la sede principale con un importo minimo e un tetto massimo stabiliti annualmente con decreto ministeriale.

Fino all’anno 2008 per ciascuna unità locale o sede secondaria

è stato fissato l’obbligo di versare un importo pari al 20% del diritto annuale dovuto per la sede.

La tabella riepilogativa degli importi dovuti è consultabile tutto

l’anno sul sito camerale (www.rc.camcom.it) ed è tempestivamente aggiornata all’entrata in vigore di ciascun decreto ministeriale annuale.

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I MPR E S E GIA’ I SCRITTE N E L LA SE ZI O N E O RDINARIA

Le imprese già iscritte nella sezione ordinaria del Registro delle

Imprese al 1° gennaio dell’anno di riferimento del diritto annuale, sono tenute al pagamento di un importo variabile che le imprese stesse devono quantificare applicando la misura fissa e le aliquote, previste per ciascuna classe di fatturato, al fatturato complessivo realizzato dall’impresa nell’anno precedente a quello di riferimento del diritto annuale.

L’importo complessivamente dovuto si calcola sommando alla

misura fissa, stabilita per il primo scaglione di fatturato, tutti gli importi ottenuti dall’applicazione delle aliquote agli scaglioni successivi al primo fino allo scaglione che corrisponde al fatturato dell’impresa.

L’importo così determinato deve essere arrotondato all’unita’ di

euro, secondo la regola generale e cioè per difetto se la cifra dopo la virgola è inferiore o uguale a 5, per eccesso se la cifra dopo la virgola è superiore a 5. L’arrotondamento non va eseguito in caso di versamento comprensivo della maggiorazione dello 0,40% (oggetto del capitolo 10).

Per ciascuna unità locale o sede secondaria (negozi, uffici, depositi, ecc.) di imprese iscritte nella sezione ordinaria, il diritto annuale dovuto è commisurato a quello stabilito per la sede principale con un importo minimo e un tetto massimo stabiliti annualmente con decreto ministeriale. Fino all’anno 2008 per ciascuna unità locale o sede secondaria è stato fissato l’obbligo di versare un importo pari al 20% del diritto annuale dovuto per la sede.

La tabella riepilogativa degli scaglioni di fatturato con a fianco

indicata la misura fissa e le aliquote corrispondenti sono consultabili tutto l’anno sul sito camerale (www.rc.camcom.it) ed è tempestivamente aggiornata all’entrata in vigore di ciascun decreto ministeriale annuale.

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D E F IN I Z ION E D I F ATT U R ATO

L'importo del fatturato di ciascuna impresa si ricava dal modello IRAP relativo all’anno precedente a quello cui si riferisce il diritto annuale che si deve quantificare e versare.

L´art. 1, comma 1, lettera f), del decreto 11 maggio 2001, n. 359 del Ministero dell’Industria stabilisce che il termine “fatturato” indica: 1) per gli enti creditizi e finanziari tenuti alla redazione del conto

economico a norma dell’articolo 6 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 87 la somma degli interessi attivi e assimilati e delle commissioni attive, come dichiarati ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive;

2) per i soggetti esercenti imprese di assicurazione tenuti alla

redazione del conto economico a norma dell’articolo 9 del decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 173, la somma dei premi e degli altri proventi tecnici, come dichiarati ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive;

3) per le società e gli enti che esercitano in via esclusiva o prevalente

l’attività di assunzione di partecipazioni in enti diversi da quelli creditizi e finanziari, la somma dei ricavi delle vendite e delle prestazioni, degli altri ricavi e proventi ordinari e degli interessi attivi e proventi assimilati, come dichiarati ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive;

4) per gli altri soggetti, la somma dei ricavi delle vendite e delle

prestazioni e degli altri ricavi e proventi ordinari, come dichiarati ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e, in mancanza, come rappresentati nelle scritture contabili previste dagli articoli 2214 e seguenti del codice civile;

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Con la Circolare Ministeriale 22 maggio 2001 n. 3513/C e con le recenti note del Ministero dello Sviluppo Economico n. 146515 dell’11 aprile 2008, n. 3317 del 29 aprile 2008 e n. 5024 del 12 giugno 2008 sono state fornite ulteriori indicazioni che chiariscono meglio come individuare nel modello Unico IRAP gli importi da sommare per determinare il “fatturato” che costituisce base di calcolo del diritto annuale specificando che:

• per gli enti creditizi e finanziari la somma degli importi riportati nei righi IQ17 (interessi attivi e proventi assimilati) e IQ19 (commissioni attive) della colonna valori contabili del quadro IQ del modello IRAP;

• per i soggetti esercenti imprese di assicurazione la somma

degli importi riportati nei righi IQ33 (premi) e IQ34 (altri proventi tecnici) della colonna valori contabili del quadro IQ del modello IRAP;

• per le società e gli enti che esercitano in via esclusiva o

prevalente l'attività di assunzione di partecipazioni in enti diversi da quelli creditizi e finanziari la somma degli importi riportati nei righi IQ1 (ricavi delle vendite e delle prestazioni), IQ5 (altri ricavi e proventi), IQ17 (interessi attivi e proventi assimilati) della colonna valori contabili del quadro IQ del modello IRAP;

• per gli altri soggetti (imprese individuali, società di persone,

società di capitali, enti commerciali ed equiparati, ecc.) la somma degli importi riportati nei righi IQ1 (ricavi delle vendite e delle prestazioni) e IQ5 (altri ricavi e proventi) della colonna valori contabili del quadro IQ del modello IRAP

In ogni caso quindi gli importi da sommare per determinare il fatturato sono sempre quelli riportati nella colonna valori contabili, non quelli riportati nella colonna valori IRAP.

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Unica eccezione per le imprese che adottano un regime di contabilità semplificata che, non compilando la colonna valori contabili, devono invece individuare gli importi di cui sopra nella colonna valori IRAP. Si precisa inoltre che le imprese che compilano più sezioni dello stesso quadro IQ IRAP o più quadri IQ IRAP, al fine del calcolo del fatturato per la determinazione del diritto annuale dovuto, devono procedere alla somma dei diversi valori riportati nelle diverse sezioni o nei diversi quadri IQ IRAP. Le imprese individuali e collettive che determinano il reddito d’impresa in regime forfetario devono inoltre attenersi a quanto segue:

le persone fisiche determinano il fatturato, base di calcolo del diritto annuale, utilizzando l’importo riportato al rigo IQ17 (reddito d’impresa determinato forfetariamente);

le società di persone determinano il fatturato, base di calcolo

del diritto annuale, utilizzando l’importo riportato al rigo IQ22 (reddito d’impresa determinato forfetariamente); se esercitano attività agricola utilizzano l’importo riportato al rigo IQ26 (corrispettivi); se esercitano in via esclusiva o prevalente attività di assunzione di partecipazioni in enti diversi da quelli creditizi e finanziari devono invece sommare gli importi riportati nella colonna valori contabili, righi IQ1 (ricavi delle vendite e delle prestazioni), IQ5 (altri ricavi e proventi) e IQ6 (interessi attivi e proventi assimilati);

le società di capitali devono far riferimento la somma dei

ricavi delle vendite e delle prestazioni e degli altri ricavi e proventi ordinari come rappresentati nelle scritture contabili previste dagli articoli 2214 e seguenti del codice civile.

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Le imprese già iscritte nella sezione ordinaria del Registro delle imprese che non abbiano formalizzato le scritture contabili al momento del pagamento del diritto, individuano il fatturato e il relativo diritto da versare sulla base delle scritture contabili comunque disponibili relative all'esercizio precedente. E’ stato altresì precisato dal suddetto Ministero che i Confidi, così come definiti dall’art. 13, comma1, del D.L. 30 settembre 2003 n. 269, convertito nella legge 24 novembre 2003 n. 326, rientrano tra gli “altri soggetti” di cui al punto 4) dell’art. 1, comma 1, lettera f), del decreto 11 maggio 2001, n. 359 del Ministero dell’Industria. Per determinare il fatturato, base di calcolo del diritto annuale, devono pertanto far riferimento alla somma dei ricavi delle vendite e delle prestazioni e degli altri ricavi e proventi ordinari come rappresentati nelle scritture contabili previste dagli articoli 2214 e seguenti del codice civile: in particolare, considerata la peculiare attività che svolgono, devono far riferimento alla voce M031 (corrispettivi per le prestazioni di garanzia) del proprio conto economico. PE R IODO TR ANS I TOR IO 2001/2007 L’art. 18, comma 4, lettera d) della legge n. 580 del 29 dicembre 1993, come modificato dall’art. 17 della legge 23/12/1999 aveva stabilito che “nei primi due anni (2001 e 2002) di applicazione l'importo non potrà comunque essere superiore del 20 per cento rispetto al diritto annuale riscosso in base alla normativa vigente alla data di entrata in vigore della presente disposizione” e cioè in base al diritto annuale dovuto per l’anno 2000. Quanto sopra ha comportato un’applicazione graduale delle nuove modalità di calcolo del diritto annuale che a partire dal 2001 era dovuto, dalle imprese iscritte nella sezione ordinaria, non più in misura fissa ma in base al “fatturato”, imprese che, improvvisamente, nel giro di un anno e per effetto della nuova normativa, avrebbero dovuto versare per

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l’annualità 2001 un importo non inferiore ad € 383,00 (corrispondente al primo scaglione di fatturato), ben più alto di quanto dovuto, fino all’anno 2000, da imprese individuali iscritte in sezione ordinaria (€ 73,85), società cooperative (€ 73,85) e società di persone (€ 134,28). Tale gradualità è stata estesa anche agli anni 2003, 2004, 2005, 2006 e 2007 dall’art. 12 del decreto legge 30 dicembre 2005 n. 273 e dall’art. 4, comma 4, del decreto legge 28 dicembre 2006 n. 300. I vari decreti sulla misura del diritto annuale emessi annualmente tra il 2001 ed il 2007 hanno applicato quanto sopra stabilendo pertanto che: per l’anno 2001, se applicando al fatturato 2000 sia la misura fissa

sia le aliquote di cui alla tabella riportata all’art. 3 del decreto ministeriale sul diritto annuale 2001 (D.M. 23 aprile 2001) fosse risultato un importo dovuto per il 2001 superiore del 6% rispetto al dovuto per il 2000, l’impresa era tenuta a versare per il 2001 un importo pari al dovuto per l’anno 2000 maggiorato del 6%;

per l’anno 2002, se applicando al fatturato 2001 sia la misura fissa

sia le aliquote di cui alla tabella riportata all’art. 3 del decreto ministeriale sul diritto annuale 2002 (D.M. 17 maggio 2002) fosse risultato un importo dovuto per il 2002 superiore del 6% rispetto al dovuto per il 2001, l’impresa era tenuta a versare per il 2002 un importo pari al dovuto per l’anno 2001 maggiorato del 6%;

per l’anno 2003, se applicando al fatturato 2002 sia la misura fissa

sia le aliquote di cui alla tabella riportata all’art. 3 del decreto ministeriale sul diritto annuale 2003 (D.M. 23 maggio 2003) fosse risultato un importo dovuto per il 2003 superiore del 6% rispetto al dovuto per il 2002, l’impresa era tenuta a versare per il 2003 un importo pari al dovuto per l’anno 2002 maggiorato del 6%;

per l’anno 2004, se applicando al fatturato 2003 sia la misura fissa

sia le aliquote di cui alla tabella riportata all’art. 3 del decreto

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ministeriale sul diritto annuale 2004 (D.M. 5 marzo 2004) fosse risultato un importo dovuto per il 2004 superiore del 6% rispetto al dovuto per il 2003, l’impresa era tenuta a versare per il 2004 un importo pari al dovuto per l’anno 2003 maggiorato del 6%;

per l’anno 2005, se applicando al fatturato 2004 sia la misura fissa

sia le aliquote di cui alla tabella riportata all’art. 3 del decreto ministeriale sul diritto annuale 2005 (D.M. 23 marzo 2005) fosse risultato un importo dovuto per il 2005 superiore al dovuto per il 2004, l’impresa era tenuta a versare per il 2005 un importo pari al dovuto per l’anno 2004;

per l’anno 2006, se applicando al fatturato 2005 sia la misura fissa

sia le aliquote di cui alla tabella riportata all’art. 3 del decreto ministeriale sul diritto annuale 2006 (D.M. 28 marzo 2006) fosse risultato un importo dovuto per il 2006 superiore al dovuto per il 2005, l’impresa era tenuta a versare per il 2006 un importo pari al dovuto per l’anno 2005;

per l’anno 2007, se applicando al fatturato 2006 sia la misura fissa

sia le aliquote di cui alla tabella riportata all’art. 3 del decreto ministeriale sul diritto annuale 2007 (D.M. 23 marzo 2007) fosse risultato un importo dovuto per il 2007 superiore al dovuto per il 2006, l’impresa era tenuta a versare per il 2007 un importo pari al dovuto per l’anno 2006.

A partire dal 2008,

cessato il periodo transitorio, il diritto annuale dovuto dalle società e dalle imprese individuali iscritte nella sezione ordinaria del Registro delle Imprese si determina esclusivamente applicando al fatturato realizzato dall’impresa nell’anno precedente sia la misura fissa sia le aliquote corrispondenti agli scaglioni fissati annualmente con il decreto ministeriale di cui all’art. 9 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359.

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TRASF OR MAZI O N E DI NATURA GIURIDICA

Le imprese che nel periodo transitorio (2001/2007) hanno trasformato la natura giuridica sono tenute, per l’annualità della trasformazione, a versare il diritto annuale in misura pari a quanto dovuto, per tale annualità, dalle imprese con forma giuridica uguale a quella già in essere prima della trasformazione cioè quella risultante nel Registro delle Imprese al 1° gennaio dell’anno di riferimento del diritto annuale.

UNITA’ LOCALI E SEDI SEC O NDARI E DI I MPR E S E CO N

SEDE PRI NCIPALE A LL’ E ST E R O

Le imprese con sede principale all’estero (soggetti R.E.A. di cui all’art. 9, comma 2, lett. B) del D.P.R. 581/1995) che aprono unità locali e/o sedi secondarie in Italia sono tenute al pagamento del diritto annuale, in misura fissa, in favore di ogni Camera di Commercio nel cui territorio di competenza è ubicata ciascuna unità locale e/o sede secondaria. L’importo dovuto è fissato di anno in anno con il decreto ministeriale di cui all’art. 9 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359.

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Come si può pagare?

Il diritto annuale deve essere versato mediante modello F24 telematico: solo le nuove imprese possono avvalersi di altre modalità di pagamento.

gni impresa che presenta domanda di prima iscrizione o annotazione nel Registro delle Imprese è tenuta ad eseguire il versamento del diritto annuale scegliendo una delle seguenti modalità:

in contanti allo sportello Registro Imprese preposto all’acquisizione delle domande di prima iscrizione;

mediante modello F24 da allegare in copia alla domanda di prima iscrizione o annotazione; per le imprese artigiane è l’unica modalità di versamento consentita;

attraverso il sistema di pagamento connesso all’invio della pratica telematica.

Capitolo

8

O

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Ogni impresa già iscritta o annotata nel Registro delle Imprese è invece tenuta ad eseguire il versamento del diritto annuale ESCLUSIVAMENTE mediante MODELLO F24, tranne nel caso in cui presenta denuncia di apertura di nuove unità locali o sedi secondarie: in tali occasioni l’impresa può avvalersi a sua scelta di una delle modalità di pagamento sopraindicate al pari delle nuove imprese.

Il modello di versamento F24, previsto dal capo III del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241, è utilizzato per eseguire la maggior parte dei versamenti tributari tra cui, a partire dal 2001, anche il diritto annuale che fino all’anno di riferimento 2000 doveva essere corrisposto mediante bollettino di conto corrente postale precompilato (bollettino rosso).

La compilazione del modello F24 va eseguita con molta attenzione poiché l’errata indicazione del codice fiscale, dei codici tributo o degli anni di riferimento, comporta il mancato o irregolare accredito delle somme che si intendeva versare in favore dei vari enti creditori.

M ODA LITÀ DI CO MPI LAZI O N E

DE L M ODE L LO F 24

Per versare il diritto annuale mediante modello F24 in favore della Camera di Commercio di Reggio Calabria è necessario indicare i seguenti codici nella SEZIONE ICI ED ALTRI TRIBUTI LOCALI:

codice ente/ codice comune

codice tributo

anno di riferimento

Importi a debito versati

Importi a credito compensati

RC 3850 Specificare (ad es. 2008)

Somme a debito da versare

Somme a credito da compensare

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Per ogni riga va indicato un solo anno di riferimento (formato 4 cifre: ad es. 2008) e soltanto un importo a debito oppure a credito.

Nel caso di più annualità da versare e compensare è infatti necessario utilizzare più righe fino ad un massimo di 4 righe per modello (limitatamente alla sezione ICI ed altri tributi locali).

Si rammenta inoltre che l’importo dovuto ad una stessa Camera anche se riferito alla sede e ad eventuali unità locali o sedi secondarie ubicate nella stessa provincia in cui trova la sede è un unico debito verso la stessa Camera e va pertanto indicato, per l’importo complessivo, su un’unica riga con il codice ente della Camera beneficiaria.

Se ad esempio si intende versare:

il diritto annuale 2008 per € 127,00 (di cui € 106,00 per la sede principale ubicata nella provincia di Reggio Calabria ed € 21,00 per un’unità locale esistente nella stessa provincia)

un’integrazione diritto annuale 2007 per € 20,00 è necessario compilare il modello F24 per come segue:

codice ente/ codice comune

codice tributo

anno di riferimento

Importi a debito versati

Importi a credito compensati

RC 3850 2008 127,00

RC 3850 2007 20,00

TOTALE 147,00 0,00

Quanto sopra comporta a carico dell’impresa l’addebito complessivo di € 147,00 e l’accredito in favore della Camera di Commercio di Reggio Calabria dell’intera somma versata poiché il “codice ente” indicato in tutte le righe è appunto RC.

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Per versare il diritto annuale in favore di altre Camere di Commercio è necessario indicare nella colonna codice ente la sigla della provincia di competenza della Camera beneficiaria del versamento.

Se ad esempio si intende versare:

il diritto annuale 2007 dovuto per € 80,00 alla Camera di Commercio di Milano ove è ubicata la sede principale dell’impresa

il diritto annuale 2003 dovuto per € 16,00 alla Camera di Commercio di Reggio Calabria per una unità locale esistente nella provincia di Reggio Calabria

è necessario compilare il modello F24 per come segue:

codice ente/ codice comune

codice tributo

anno di riferimento

Importi a debito versati

Importi a credito compensati

MI 3850 2007 80,00

RC 3850 2003 16,00

TOTALE 96,00 0,00

Quanto sopra comporta a carico dell’impresa l’addebito complessivo di di € 96,00 e l’accredito di € 80,00 in favore della Camera di Commercio di Milano e di € 16,00 in favore della Camera di Commercio di Reggio Calabria, come da “codice ente” indicato nel modello F24.

Il modello F24 offre inoltre la possibilità di compensare eventuali crediti vantati verso i vari enti creditori, ivi compresi quelli nei confronti della Camera di Commercio: si parlerà ampiamente di compensazione al successivo capitolo 11 “E se ci si accorge di aver pagato in piu?”

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M ODA LITA’ DI VE R SA M E NT O

TRAMIT E M ODE LLO F 24

DAL 1° OTTOBRE 2006

i titolari di partita Iva hanno l’obbligo di effettuare tutti i versamenti fiscali e previdenziali, compreso quindi il diritto annuale,

ESCLUSIVAMENTE PER VIA TELEMATICA

(articolo 37, comma 49, del D.L. n. 223/06).

Con D.P.C.M. 4 ottobre 2006 il termine è stato differito al 1° gennaio 2007 per tutti i soggetti diversi da quelli definiti dal TUIR, all’articolo 73 “società per azioni e in accomandita per azioni, società responsabilità limitata, società cooperative e società di mutua assicurazione” e lettera b) "enti pubblici e privati diversi dalle società che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali".

Le imprese che hanno cessato la partita IVA e gli eredi di soggetti già titolari di partita I.V.A. restano esclusi da tale obbligo e potranno continuare ad effettuare i versamenti con modello F24 cartaceo presso gli sportelli degli uffici postali, delle banche o degli agenti della riscossione tributi. Possono altresì utilizzare il MODELLO F24 CARTACEO soltanto gli altri soggetti che per disposizione di legge o con circolare dell’Agenzia delle Entrate sono stati espressamente esonerati dall’obbligo del versamento telematico: tale argomento è trattato tra l’altro dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate del 29 settembre 2006 n. 30 ed in modo più esaustivo sul sito www.agenziaentrate.it .

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Si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate che ……

“la norma è finalizzata ad una più efficiente gestione di tali versamenti in modo che i relativi dati siano immediatamente disponibili all’amministrazione finanziaria a vantaggio degli stessi contribuenti. Il versamento telematico unitario delle imposte e dei contributi (articolo 17, comma 2, e articolo 28, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 1997 n. 241) può essere effettuato nei seguenti modi:

• direttamente

mediante lo stesso servizio telematico (Entratel o Fisconline) utilizzato per la presentazione telematica delle dichiarazioni;

ricorrendo ai servizi di home banking delle banche e di Poste Italiane, ovvero utilizzando i servizi di remote banking (CBI) offerti dalle banche.

• tramite gli intermediari abilitati a Entratel

che aderiscono alla specifica convenzione con l'Agenzia delle Entrate - rivolta agli intermediari definiti dal D.P.R. n. 322/98, art. 3, comma 3, ed utilizzano il software F24 cumulativo disponibile nella sezione "Servizi" del sito web di Entratel;

che si avvalgono dei predetti servizi telematici offerti dalle banche e da Poste Italiane.

Per effettuare il versamento tramite i servizi telematici dell’Agenzia (Fisconline ed Entratel) è necessario essere utenti abilitati ed essere titolari di un conto corrente presso una delle banche convenzionate con l’Agenzia delle Entrate.

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Ovviamente, anche i contribuenti non titolari di partita IVA, benché non obbligati, possono adottare le modalità telematiche di versamento utilizzando i servizi on-line. Per maggiori informazioni si rimanda alle pagine del sito che descrivono tale possibilità.

Le richieste di pagamento F24 online sono scartate - ed il versamento delle imposte non è eseguito – se non c’è corrispondenza tra il codice fiscale del contribuente, indicato nel modello F24, e il codice fiscale del titolare, o del cointestatario con abilitazione a operare con firma disgiunta, del conto corrente bancario o postale su cui si richiede l’addebito.

Ricordiamo, infine, che hanno l’obbligo di utilizzare il canale “Entratel” gli intermediari (commercialisti, ragionieri, avvocati, consulenti del lavoro, ecc.) di cui all’art. 3, comma 3, del DPR n. 322/98, le banche e le poste, i sostituti d’imposta tenuti a presentare il modello 770 per più di venti percipienti, le società che trasmettono le dichiarazioni per conto delle società del gruppo di cui fanno parte, di cui all’art 3, comma 2bis del DPR n. 322/98, le Amministrazioni dello Stato, i soggetti delegati alla registrazione telematica dei contratti di locazione.

Viceversa, utilizzano il canale “Fisconline” i sostituti d’imposta che presentano il modello 770 per meno di 20 percipienti e tutti gli altri contribuenti non obbligati, per legge, alla trasmissione telematica delle dichiarazioni fiscali, che vogliano farne uso.”

Ulteriori chiarimenti nonché varie risposte fornite a numerosi quesiti sull’argomento sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.it) da cui sono state estratte le informazioni sopra riportate.

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Quando scade il diritto annuale?

La maggior parte delle imprese deve eseguire il versamento entro il 16 giugno.

a scadenza del diritto annuale, ai sensi dell’art. 8, comma 2, del D.M. 11 maggio 2001 n. 359, coincide con il termine di versamento del primo acconto delle imposte sui redditi che per le imprese individuali e per la maggior parte delle società è il

16 GIUGNO

Tale termine è stato così anticipato (fino al 2006 era fissato al 20 giugno) con D.L. 223/06, convertito con modificazioni nella Legge 248/06, che ha modificato l'art. 17 del D.P.R. 7 dicembre 2001 n. 435.

Si applicano anche a tale termine le disposizioni sulla proroga della scadenza nel caso in cui il 16 giugno sia sabato o domenica: in tal caso il pagamento potrà essere eseguito, senza incorrere in alcuna sanzione, entro il primo lunedì successivo.

Capitolo

9

L

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SCADENZE PARTICOLAR I

L'articolo 17 comma 1 del citato D.P.R. 435/2001 così come sostituito dall'articolo 2 del decreto legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito con legge 15 giugno 2002, n. 112, ha disposto che le persone giuridiche devono effettuare il versamento delle imposte entro il 16° giorno del sesto mese successivo alla chiusura del periodo d'imposta.

Se l’esercizio si chiude il 31 dicembre la scadenza del versamento delle imposte, e quindi anche quella del diritto annuale, nel caso in cui il bilancio sia approvato entro 4 mesi dalla chiusura dell’esercizio, sarà il 16 giugno dell’anno successivo.

Negli altri casi sono previste scadenze particolari a seconda della fattispecie di riferimento. L'articolo 17 sopra citato stabilisce, inoltre, che:

• i soggetti che, soltanto in base a disposizioni di legge, approvano il bilancio oltre il termine di 4 mesi dalla chiusura dell'esercizio, devono effettuare il versamento delle imposte entro il 16 del mese successivo a quello di approvazione del bilancio.

• i soggetti che non approvano il bilancio nel diverso termine stabilito, in base alle disposizioni di legge di cui al punto precedente, devono comunque effettuare il versamento entro il giorno 16 del mese successivo a quello di scadenza del termine stesso.

Inoltre le società con periodo d'imposta non coincidente con l'anno solare (esercizio “a cavallo d’anno” la cui scadenza è diversa dal 31/12) dispongono, al pari delle altre imposte, di un termine variabile a seconda del mese di chiusura dell'esercizio.

Quanto sopra è stato confermato anche dalla Circolare 4 giugno 2003 n. 553291 del Ministero delle Attività Produttive: sono pertanto legittimate, ad effettuare il versamento nei termini loro prescritti e cioè:

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• entro il 16 del sesto mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio se approvano il bilancio entro 4 mesi dalla chiusura dell’esercizio

• entro il 16 del mese successivo a quello di approvazione del bilancio se approvano il bilancio oltre i 4 mesi dalla chiusura dell’esercizio

Esempio: Un'impresa che chiude l'esercizio il 30 settembre 2007, ed approva il bilancio entro quattro mesi dalla chiusura dello stesso esercizio (cioè entro il 30 gennaio 2008), deve versare il saldo imposte per l'anno 2006 e il primo acconto dell'imposte per l'anno 2007 entro il 16 marzo 2008 (giorno 16 del 6°mese successivo al 30 settembre 2007); tale impresa sarà, quindi, legittimata ad effettuare contemporaneamente il versamento del diritto annuale 2007, commisurato al fatturato realizzato nell’esercizio 01/10/2006- 30/09/2007, quindi entro il 16 marzo 2008, termine di naturale scadenza del diritto annuale 2007 limitatamente al caso di specie.

Pertanto, soltanto se l’esercizio si chiude in data diversa dal 31/12, l’anno di riferimento del diritto annuale da indicare sul modello F24 coincide con quello di chiusura dell’esercizio; nella maggior parte dei casi, invece, con esercizio coincidente con l’anno solare, pur facendo riferimento al fatturato realizzato nell’esercizio chiuso al 31/12/anno X, bisogna indicare l’anno di riferimento successivo (anno X+1) a quello di chiusura dell’esercizio stesso.

Nel caso di passaggio da esercizio solare a infrannuale o viceversa, si applicheranno le regole di cui sopra nonché quanto indicato al punto precedente per l’indicazione dell’anno di riferimento, fermo restando che non bisognerà eseguire più di un versamento per la sede con lo stesso anno di competenza, ciò proprio in virtù del carattere “annuale” del tributo.

Nel caso invece di società con esercizio prolungato (che al momento della costituzione abbiano deciso di adottare un esercizio di durata superiore ai 12 mesi), il diritto annuale per l’anno dell’iscrizione è dovuto nella misura e

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secondo le modalità previste per le nuove iscritte al momento dell’iscrizione mentre per l’anno successivo (quando il primo esercizio ancora non è terminato) il versamento dovrà essere effettuato nella misura minima prevista per la prima fascia di fatturato. Ciò per mantenere il carattere “annuale” del tributo (Circolare MAP n. 555358 del 25.07.2003).

TER MINI DI SCADENZA PER LE NUOVE I MPR ESE

Le imprese che presentano domanda di prima iscrizione o annotazione nel Registro delle Imprese e/o presentano denuncia di apertura unità locali o sedi secondarie in corso d’anno, sono tenute al pagamento del diritto annuale contestualmente alla presentazione della domanda o della denuncia oppure entro il diverso termine fissato di anno in anno con il decreto ministeriale di cui all’art. 9 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359. Per l’anno 2008 è stato stabilito l’obbligo di eseguire il versamento entro 30 giorni dalla presentazione della domanda di iscrizione o annotazione nel Registro delle Imprese.

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Si può versare anche dopo la scadenza?

L’impresa può regolarizzare entro un anno dalla scadenza la propria posizione debitoria versando interessi e sanzione ridotta e può sempre produrre istanza per l’applicazione della sanzione minima

possibile eseguire il versamento del diritto annuale entro 30 giorni (*) dalla naturale scadenza (che decorrono sempre dalla naturale scadenza anche se il 16 giugno o la diversa data è sabato o domenica) maggiorando l’importo

dovuto dello 0,40% previsto dalla legge (art. 17, comma 2, del D.P.R. 435/2001) a titolo di interesse corrispettivo.

(*) Per l’anno 2001 è stato possibile regolarizzare con la maggiorazione dello 0,40% fino al 31/10/2001 come disposto dal decreto interministeriale 18/7/2001; per l’anno 2003 è stato l’art. 5-ter del D.L. 24/6/2003 n. 143 (conv. in Legge 212/2003) a concedere analogo differimento termini al 31/10/2003.

Capitolo

10

E’

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L’importo così ottenuto dovrà essere inserito nel modello F24 utilizzando una unica riga il cui importo totale a debito sia appunto l’importo già comprensivo della maggiorazione 0,40%.

Esempio: Un'impresa doveva versare entro il 16/06/2008 la somma di Euro 200,00. Se si accorge di non aver eseguito il pagamento entro 30 giorni dalla scadenza può versare € 200,80 entro il 16/07/2008 compilando il modello F24 come segue:

codice ente/ codice comune

codice tributo

anno di riferimento

Importi a debito versati

Importi a credito compensati

RC 3850 2008 200,80

TOTALE 200,80 0,00

In caso di versamento con la maggiorazione dello 0,40% non è

previsto alcun arrotondamento: va versato esattamente l’importo ottenuto dalla somma tra il diritto annuale (arrotondato) e la maggiorazione calcolata sull’importo già arrotondato.

Entro 30 giorni dalla scadenza è sufficiente operare per come

sopra: la maggiorazione dello 0,40% rende regolari i versamenti eseguiti entro il suddetto termine, senza bisogno di versare ulteriori somme aggiuntive né a titolo di sanzione né a titolo di interesse.

Diversamente da quanto previsto da normative tributarie inapplicabili al diritto annuale la maggiorazione dello 0,40% va versata anche nel caso in cui il versamento sia eseguito, sempre nei 30 giorni, in compensazione con altri crediti, verso la Camera e/o altri enti, e il saldo finale del modello F24 sia zero.

Quanto sopra è stato chiarito con la circolare MAP n. 3587/C del

20/06/2005 (pag. 9) che con riferimento ai versamenti eseguiti in totale compensazione con altri crediti, entro 30 giorni dalla naturale scadenza,

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per importi non comprensivi dello 0,40% dispone che siano considerati tardivi e, in quanto tali, sanzionati.

Decorsi 30 giorni dalla naturale scadenza non bisogna più

aggiungere lo 0,40% agli importi versati con codice tributo 3850 né se si versa soltanto il diritto annuale né se ci si avvale del ravvedimento operoso perché non produce più alcun effetto.

Entro lo stesso termine di 30 giorni dalla scadenza l’impresa può avvalersi del ravvedimento operoso “breve”, oggetto del paragrafo successivo: dovrà pertanto valutare se gli importi complessivamente dovuti applicando il ravvedimento operoso breve sono inferiori o superiori al diritto annuale maggiorato dello 0,40% e provvedere al versamento secondo la modalità meno onerosa.

Entrambe le scelte rendono comunque regolare il versamento se eseguito entro 30 giorni e secondo le modalità previste dalla legge.

RAVVEDI M E NT O OP E R O SO

L’articolo 13 del D.Lgs. 472/1997 prevede l’applicazione di una sanzione ridotta, nel caso in cui ”la violazione non sia stata contestata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore o i soggetti solidamente obbligati, abbiano avuto formale conoscenza”.

L’istituto del ravvedimento operoso è applicabile anche al diritto annuale poiché previsto dalla Circolare Ministeriale n. 3567/c del 16 ottobre 2003, dalla Circolare Ministeriale n. 3568/c del 24 novembre 2003, dall’art. 6 del D.M. 27 gennaio 2005 n. 54.

Il ravvedimento operoso consente di regolarizzare le violazioni (cioè l’omesso, incompleto o tardivo versamento del diritto annuale) commesse versando entro 30 giorni (nel caso di ravvedimento “breve”)

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o entro un anno (nel caso di ravvedimento “lungo”) dalla data di scadenza del termine ordinario il diritto annuale (totalmente o parzialmente non versato) unitamente alla sanzione ridotta ed agli interessi legali già maturati sulle somme non corrisposte nei termini.

Ai fini del perfezionamento del ravvedimento, il diritto dovuto, le sanzioni ridotte e gli interessi legali devono essere versati “contestualmente”: l’art. 12, comma 2 del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con Delibera n. 15 del 28/10/2005 (di seguito solo “Regolamento”) ha chiarito che per “contestualmente” si intende che tutti gli importi da versare per avvalersi del ravvedimento vanno corrisposti, seppur in giorni diversi, entro lo stesso limite temporale entro cui può perfezionarsi il ravvedimento; non è pertanto strettamente necessario che diritto, sanzione ed interessi siano versati lo stesso giorno ma che risultino versati, tutt’e tre, entro l’ultimo giorno utile per avvalersi del ravvedimento come previsto anche per gli altri tributi dalla Circolare Ministero delle Finanze n. 180/E del 10/7/1998.

RAVV ED I MENTO OPEROSO “BR EV E ”

Affinché si perfezioni il ravvedimento “breve” è necessario versare entro 30 giorni dalla naturale scadenza del diritto annuale:

1. il diritto annuale dovuto e non versato o versato in misura insufficiente rispetto al dovuto (cod. ente RC - cod. trib. 3850 - anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto);

2. la sanzione ridotta al 3,75% (1/8 della sanzione minima del 30%) da calcolarsi su diritto annuale totalmente o parzialmente non versato (cod. ente RC - cod. trib. 3852 - anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto); per i versamenti incompleti si ricorda che, nel caso in cui il pagamento parziale non sia stato eseguito entro la naturale scadenza, la sanzione va calcolata sull’intero importo dovuto (e non su quello integrativo di cui al punto 1).

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3. gli interessi legali al tasso del 3% (*) annuo calcolati sull’importo di cui al punto 1 a decorrere dalla data naturale di scadenza fino al giorno in cui sarà eseguito il versamento di quanto dovuto per ravvedimento (cod. ente RC -cod. trib. 3851 – anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto). In caso di versamento parzialmente eseguito bisognerà aggiungere agli interessi determinati per come sopra anche quelli calcolati sul diritto annuale già versato conteggiandoli dalla data di scadenza alla data dell’eseguito versamento. La formula per il calcolo degli interessi 2008 è la seguente:

diritto annuale x 3 (tasso interesse) x numero giorni 36500

(*) Dal 1° gennaio 2008 gli interessi legali sono dovuti nella misura del 3%. Si rammenta inoltre che dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2007 erano al 2,5%, dal 1° gennaio 2002 al 31 dicembre 2003 erano al 3%, dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2001 erano al 3,5%.

RAVV ED I MENTO OPEROSO “LUN GO”

Affinché si perfezioni il ravvedimento “lungo” è necessario versare entro un anno dalla naturale scadenza del diritto annuale:

1. il diritto annuale dovuto e non versato o versato in misura insufficiente rispetto al dovuto (cod. ente RC - cod. trib. 3850 - anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto);

2. la sanzione ridotta al 6% (1/5 della sanzione minima del 30%) da calcolarsi su diritto annuale totalmente o parzialmente non versato (cod. ente RC - cod. trib. 3852 - anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto); per i versamenti incompleti si ricorda che, nel caso in cui il pagamento parziale non sia stato eseguito entro la naturale scadenza, la sanzione va calcolata sull’intero importo dovuto (e non su quello integrativo di cui al punto 1).

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3. gli interessi legali al tasso del 3% (*) annuo calcolati sull’importo di cui al punto 1 a decorrere dalla data naturale di scadenza fino al giorno in cui sarà eseguito il versamento di quanto dovuto per ravvedimento (cod. ente RC -cod. trib. 3851 – anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto). In caso di versamento parzialmente eseguito bisognerà aggiungere agli interessi determinati per come sopra anche quelli calcolati sul diritto annuale già versato conteggiandoli dalla data di scadenza alla data dell’eseguito versamento. La formula per il calcolo degli interessi 2008 è la seguente:

diritto annuale x 3 (tasso interesse) x numero giorni 36500

(*) Dal 1° gennaio 2008 gli interessi legali sono dovuti nella misura del 3%. Si rammenta inoltre che dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2007 erano al 2,5%, dal 1° gennaio 2002 al 31 dicembre 2003 erano al 3%, dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2001 erano al 3,5%.

RAVV ED I MENTO OPEROSO “NUOVE ISCRIT TE”

Se le imprese nuove iscritte non hanno provveduto al pagamento del diritto annuale nei termini (cioè contestualmente alla presentazione della domanda di prima iscrizione o annotazione nel Registro delle Imprese o comunque entro i 30 giorni successivi) possono avvalersi del ravvedimento operoso conteggiando i giorni di ritardo, da utilizzare per il calcolo degli interessi, a partire dal “trentesimo giorno successivo alla data di presentazione” della suddetta domanda, come precisato dalla circolare MAP n. 3587/C del 20/06/2005 (pag. 9). In tali casi infatti la data naturale di scadenza è il trentesimo giorno successivo alla data di presentazione della domanda di iscrizione o annotazione: dalla stessa data decorrono quindi anche i termini (30 giorni o 1 anno) previsti per avvalersi del ravvedimento operoso, secondo le stesse modalità indicate ai paragrafi precedenti.

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RAVV ED I MENTO OPEROSO PER “ TARDIV I ”

Le imprese che versano il diritto annuale entro 30 giorni dalla scadenza ma senza la maggiorazione 0,40% incorrono nella violazione di “tardivo” versamento, come definito dall’art. 3, comma 2, del D.M. 54/2005.

Se ricorrono i sopra enunciati presupposti di cui all’art. 13 del D.Lgs. 472/1997, e cioè nel caso in cui ”la violazione non sia stata contestata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore o i soggetti solidamente obbligati, abbiano avuto formale conoscenza”, le imprese possono avvalersi del ravvedimento operoso anche perché espressamente previsto dall’art. 12, comma 3, del Regolamento che ha esteso tale facoltà anche alle violazioni per “tardivo” versamento.

Affinché si perfezioni il ravvedimento “lungo” è necessario versare entro un anno dalla naturale scadenza del diritto annuale:

1. la sanzione ridotta al 2% (1/5 della sanzione minima del 10%) da calcolarsi sul diritto annuale versato entro 30 giorni dalla naturale scadenza (cod. ente RC - cod. trib. 3852 - anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto).

2. gli interessi legali al tasso del 3% (*) annuo calcolati sul diritto annuale versato a decorrere dalla data naturale di scadenza fino alla data in cui è stato eseguito il versamento (cod. ente RC - cod. trib. 3851 – anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale versato). La formula per il calcolo degli interessi 2008 è la seguente:

diritto annuale x 3 (tasso interesse) x numero giorni 36500

(*) Dal 1° gennaio 2008 gli interessi legali sono dovuti nella misura del 3%. Si rammenta inoltre che dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2007 erano al 2,5%, dal 1° gennaio 2002 al 31 dicembre 2003 erano al 3%, dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2001 erano al 3,5%.

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Il ravvedimento breve è alternativo all’applicazione della maggiorazione 0,40% perché è possibile entro gli stessi termini (30 giorni dalla naturale scadenza) ma spesso più oneroso per l’impresa: infatti, nel caso in cui l’impresa abbia versato l’intero diritto annuale dovuto ma senza lo 0,40% (o abbia parzialmente versato il diritto annuale dovuto) e, nei termini per operare la suddetta valutazione, si renda conto di non aver regolarmente eseguito il versamento, ha la possibilità di versare, entro gli stessi termini, la differenza tra quanto complessivamente dovuto (diritto annuale comprensivo dello 0,40%) e quanto già versato in precedenza.

La posizione sarà comunque regolare perché allo scadere del 30° giorno successivo alla scadenza risulterà complessivamente versato l’intero diritto annuale comprensivo dello 0,40% indipendentemente dalla presenza di più versamenti successivi.

Se l’impresa riterrà invece più conveniente avvalersi del ravvedimento operoso “breve” potrà regolarizzare, entro 30 giorni dalla naturale scadenza, per come segue:

1. il diritto annuale versato in misura insufficiente rispetto al dovuto (cod. ente RC - cod. trib. 3850 - anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto) soltanto nel caso in cui non sia stato totalmente versato il diritto annuale dovuto alla scadenza;

2. la sanzione ridotta allo 1,25% (1/8 della sanzione minima del 10%) da calcolarsi sul diritto annuale dovuto (cod. ente RC - cod. trib. 3852 - anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale dovuto).

3. gli interessi legali al tasso del 3% (*) annuo calcolati sul diritto annuale versato a decorrere dalla data naturale di scadenza fino alla

(*) Dal 1° gennaio 2008 gli interessi legali sono dovuti nella misura del 3%. Si rammenta inoltre che dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2007 erano al 2,5%, dal 1° gennaio 2002 al 31 dicembre 2003 erano al 3%, dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2001 erano al 3,5%.

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data in cui è stato eseguito il versamento (cod. ente RC - cod. trib. 3851 – anno di riferimento: indicare quello del diritto annuale versato). In caso di versamento parzialmente eseguito bisognerà aggiungere agli interessi determinati per come sopra anche quelli calcolati sul diritto annuale non versato conteggiandoli dalla data di scadenza alla data del presente ravvedimento. La formula per il calcolo degli interessi 2008 è la seguente:

diritto annuale x 3 (tasso interesse) x numero giorni 36500

RAVV ED I MENTO OPEROSO ANNI 2001-2002

L’art. 6, comma 2, del D.M. 27/01/2005 n. 54 ha previsto la possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso “lungo” anche per l’omesso versamento del diritto annuale 2001 e 2002 fissando il termine ultimo del 20 luglio 2005.

Quanto sopra si è reso necessario perché nonostante la disciplina del D.Lgs. 472/1997 fosse applicabile anche al diritto annuale 2001-2002 e la circolare MAP n. 3567/C del 16/10/2003 avesse ribadito l’applicabilità del ravvedimento operoso anche alle violazioni riferite al diritto annuale, la tardiva entrata in vigore del regolamento di cui al D.M. 54/2005 avrebbe precluso di avvalersi del ravvedimento operoso soltanto alle imprese non in regola per gli anni 2001-2002.

Ovviamente nel caso in cui la Camera avesse già contestato le violazioni riferite agli anni 2001 e 2002 sarebbe stata comunque preclusa la possibilità di ravvedersi: la Camera di Reggio Calabria al 20/07/2005 non aveva però contestato alcuna violazione e pertanto ogni impresa ha potuto beneficiare di tale occasione e regolarizzare così la posizione debitoria pregressa.

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L’art. 6, comma 2, del D.M. 27/01/2005 n. 54 nel prevedere la possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso “lungo” per il 2001 e 2002 fa riferimento al ravvedimento di cui al comma 1, lett. b) dell’art. 6 che a sua volta indica, quale sanzione, un quinto della sanzione prevista dall’art. 4, comma 3, dello stesso D.M., cioè un quinto del 30% pari al 6%.

Nonostante la sanzione minima irrogabile per le violazioni 2001-2002 fosse il 10% (art. 17 della legge 488/1999) il ravvedimento 2001-2002 si perfezionava quindi esclusivamente con il versamento, entro il 20/07/2005, del diritto annuale, della sanzione del 6% (1/5 di 30%) anziché del 2% e degli interessi.

RAVV ED I MENTO OPEROSO ANNI 2003-2004-2005

Fino all’entrata in vigore del Regolamento di cui al D.M. 54/2005 per le violazioni riferite all’omesso o tardivo versamento del diritto annuale 2003-2004-2005 era prevista l’irrogazione di una sanzione compresa tra il 10% al 100% (art. 17 della legge 488/1999).

La sanzione minima era quindi il 10% per ogni violazione: è stato infatti l’art. 4, comma 3, del citato D.M., entrato in vigore il 4 maggio 2005, a fissare la sanzione minima del 30% per gli “omessi” versamenti e del 10% soltanto per i “tardivi”.

Alla luce di quanto sopra, per le violazioni commesse fino al 3 maggio 2005 il ravvedimento operoso “lungo” si perfezionava versando, nei termini previsti, il diritto annuale, la sanzione del 2% (1/5 di 10%) e gli interessi.

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Per le violazioni riferite al 2005 esistono però 2 diverse sanzioni minime (10% e 30%) da considerare per l’applicazione del ravvedimento:

sanzione 1,25% (1/8 di 10%) per la violazione di “tardivo” versamento commessa entro il 3 maggio 2005 (*)

sanzione 2% (1/5 di 10%) per la violazione di “omesso” versamento commessa entro il 3 maggio 2005 (*)

sanzione 3,75% (1/8 di 30%) per la violazione di “tardivo” versamento commessa dal 4 maggio 2005 in poi

sanzione 6% (1/5 di 30%) per la violazione di “omesso” versamento commessa dal 4 maggio 2005 in poi

(*) Rientrano tra i soggetti sanzionabili per violazioni commesse entro il 3 maggio 2005

soltanto le imprese che hanno prodotto domanda di prima iscrizione o annotazione nel Registro delle Imprese nel 2005, dato che le imprese già iscritte o annotate al 1° gennaio 2005 erano tenute al versamento del diritto annuale 2005 a partire dal 20 giugno 2005.

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RICHIE STA DI R E GO LA RIZZAZION E DE LLA PO SIZIO N E DEBITORIA

L’impresa può venire a conoscenza della sua posizione debitoria nel corso di adempimenti vari nei confronti della Camera ovvero inoltrando richiesta, ai sensi dell’art. 9, comma 3, del Regolamento, mediante l’apposito modello (MODELLO 4) scaricabile dal sito camerale (www.rc.camcom.it) sezione Modulistica Diritto Annuale, al fine di ottenere soltanto l’applicazione della SANZIONE MINIMA prevista per la violazione commessa, sempre che la Camera di Commercio non abbia ancora avviato il procedimento di irrogazione.

A tale istanza, se prodotta prima dell’avvio del procedimento di irrogazione, seguirà una comunicazione camerale in cui saranno dettagliatamente indicati (con i relativi codici tributo da indicare sul modello F24) tutti gli importi dovuti a titolo di diritto annuale, sanzione ed interessi nonché il termine (non inferiore a 10 giorni dal ricevimento della comunicazione) assegnato dal Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale per eseguire il versamento di quanto complessivamente dovuto.

Decorso inutilmente il termine di scadenza assegnato non sarà più possibile chiedere la regolarizzazione per le stesse annualità di riferimento e sarà immediatamente avviato il procedimento di irrogazione delle sanzioni da parte della Camera di Commercio.

Le regolarizzazioni complete (diritto annuale, sanzioni ed interessi) di cui sopra sono ammesse soltanto se preventivamente autorizzate dal Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale mediante la suddetta comunicazione: ogni versamento eseguito spontaneamente dall’impresa a titolo di sanzione minima non produce infatti, automaticamente, l’esonero dall’irrogazione della sanzione complessiva (comprensiva di incrementi e riduzioni) da parte dell’ufficio ma è sempre necessario produrre istanza, ai sensi dell’art. 9 comma 3, del Regolamento, per come sopra indicato ed attendere l’accoglimento della richiesta.

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E se ci si accorge di aver pagato in più?

L’impresa che ha versato il diritto annuale in eccedenza può chiedere il rimborso o compensare il credito con modello F24.

e l’impresa si accorge di aver versato somme in eccedenza rispetto al diritto annuale dovuto deve innanzitutto accertarsi che l’indebito versamento sia stato eseguito nei 24 mesi precedenti.

E’ infatti fissato a pena di decadenza, dall’art. 10 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359, il termine di 24 mesi dalla data dell’indebito pagamento per presentare domanda di rimborso delle somme erroneamente versate.

Per le annualità anteriori al 2000 il termine di presentazione delle istanze di rimborso e delle azioni giudiziali conseguenti, è scaduto il 31 dicembre 2001 (art.17 della legge 23 dicembre 1999 n.488). Pertanto, dal primo gennaio 2002 non è più possibile presentare istanze di rimborso per annualità anteriori al 2000.

Capitolo

11

S

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Sul sito camerale www.rc.camcom.it è scaricabile un modello (MODELLO 3) che può essere utilizzato quale domanda di rimborso previa compilazione e sottoscrizione da parte dell’avente diritto. Alla domanda dovranno essere allegati:

fotocopia di un valido documento di identità del richiedente

la documentazione necessaria per evidenziare la non sussistenza dell’obbligo di pagamento (nel caso non sia dovuto) o le attestazioni di versamento per dimostrare di aver versato somme in eccedenza rispetto al dovuto (in caso di pagamento dovuto ma in misura inferiore a quanto corrisposto)

Se si intende ricevere il rimborso mediante bonifico sul proprio conto corrente (bancario o postale) è fondamentale indicare sulla domanda il codice IBAN completo (27 caratteri alfanumerici e cioè "IT" più due cifre di controllo, lettera di controllo CIN, 5 cifre ABI, 5 cifre CAB, 12 caratteri per il numero di c/c). A tal proposito si consiglia inoltre di leggere anche le note riportate nell’ultimo capitolo.

Nel caso in cui non sia espressamente richiesta alcuna modalità di rimborso le somme saranno restituite trasmettendo al creditore un assegno circolare non trasferibile.

Le spese derivanti dalla modalità di rimborso utilizzata e le spese indebitamente sostenute dalla Camera per l’accredito delle somme versate in eccedenza sono esclusivamente a carico del creditore.

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Valida alternativa al rimborso è la COMPENSAZIONE mediante modello F24 che consente di “recuperare” subito le somme versate in eccedenza utilizzando il credito vantato verso la Camera per pagare altri tributi (o il diritto annuale riferito ad annualità diverse da quelle cui si riferisce il credito) che devono essere versati tramite F24.

Il modello F24 offre infatti la possibilità di compensare eventuali crediti vantati verso i vari enti creditori, ivi compresi quelli nei confronti della Camera di Commercio, limitatamente a quanto versato tramite modello F24 con il codice tributo 3850 (Risoluzione Agenzia delle Entrate n. 115/E del 23.05.2003).

La compensazione del credito derivante dall’eccedente versamento del diritto annuale è possibile sempre entro 24 mesi dall’indebito pagamento, stesso termine fissato a pena di decadenza, dall’art. 10 del D.M. 11 maggio 2001 n. 359, per il diritto al rimborso, applicabile, per analogia, anche al caso di specie.

Se ad esempio si intende:

versare il diritto annuale 2008 per € 240,00

compensare un credito per diritto annuale 2007 di € 100,00 (versato in eccedenza nei 24 mesi precedenti)

è necessario compilare il modello F24 per come segue:

codice ente/ codice comune

codice tributo

anno di riferimento

Importi a debito versati

Importi a credito compensati

RC 3850 2008 240,00

RC 3850 2007 100,00

TOTALE 240,00 100,00

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Quanto sopra comporta a carico dell’impresa l’addebito effettivo di € 140,00 come differenza tra gli importi complessivamente a debito (€ 240,00) e gli importi complessivamente a credito (€ 100,00).

Decorso inutilmente il termine assegnato (24 mesi) ogni indebita compensazione sarà sanzionata al pari di un omesso versamento.

La Camera si riserva altresì la facoltà di esperire ogni utile azione per il recupero delle somme indebitamente compensate: si concretizza infatti l’ipotesi di “arricchimento senza causa” (art. 2041 C.C.), di norma rilevabile anche penalmente (art. 646 Codice Penale: “appropriazione indebita”).

Per evitare di commettere errori in fase di compensazione è opportuno chiedere conferma per iscritto sull’esistenza del credito e sul termine ultimo entro cui è possibile compensarlo presentando al Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale l’apposito MODELLO (MODELLO 2) scaricabile dal sito camerale (www.rc.camcom.it) sezione Modulistica Diritto Annuale .

RI MBORSO DI SOMME A RUOLO

Le somme iscritte a ruolo, facenti parte di una cartella di pagamento e pertanto versate in favore del competente Agente della Riscossione, non possono ovviamente essere compensate mediante modello F24: possono essere soltanto rimborsate previa istanza di rimborso (MODELLO 3) da produrre sempre alla Camera di Commercio di Reggio Calabria entro il termine di 24 mesi dalla data del versamento.

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E se non si paga il diritto annuale?

All’impresa che non versa il diritto annuale è bloccata la certificazione Registro Imprese e sono irrogate le sanzioni mediante iscrizione diretta a ruolo o mediante notifica dell’atto di contestazione o dell’atto contestuale di accertamento e di irrogazione

L pagamento del diritto annuale può essere eseguito entro la data di scadenza oppure entro un anno dalla stessa se ci si avvale delle forme previste dalla legge (maggiorazione 0,40% o ravvedimento).

Ciò consente di sanare la posizione debitoria dell’impresa in modo meno oneroso rispetto alle somme complessivamente dovute dopo l’irrogazione della sanzione da parte della Camera di Commercio.

L’omesso o incompleto versamento del diritto annuale comporta l’inibizione del rilascio della certificazione Registro Imprese, detto anche “blocco della certificazione” e l’irrogazione delle sanzioni previste dalla legge.

Capitolo

12

I

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INIBIZION E DE L RI LA SCIO DE LL A CERTIFICAZION E R E GI STR O I MP R E SE

Spesso l’impresa si accorge di non essere in regola con il pagamento del diritto annuale soltanto in occasione della richiesta di un certificato Registro Imprese: “scopre” così che non può essere rilasciato a causa del suo debito per diritto annuale.

L’omesso o incompleto versamento del diritto annuale determina, infatti, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo all’anno di riferimento, l’inibizione del rilascio della certificazione Registro Imprese (art. 24 della Legge 27/12/1997 n. 449) detto anche “blocco della certificazione”.

L’eventuale blocco della certificazione viene segnalato alle imprese interessate con la lettera informativa annuale sul versamento del diritto.

Tale segnalazione consente alle imprese di regolarizzare per tempo la propria posizione senza incorrere negli inevitabili disagi che conseguono nell’apprendere il “blocco” al momento in cui la certificazione “serve”.

L’informazione sulla irregolarità della posizione per gli anni pregressi consente altresì, ma limitatamente all’ultima annualità già scaduta, di avvalersi del ravvedimento operoso “lungo” (approfondimenti al capitolo 10) evitando così, qualora non sia stato notificato l’avvio di “accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento”, che il debito complessivo aumenti per effetto delle sanzioni comminabili per le varie ipotesi di violazione previste dalla normativa vigente.

E’ stato inoltre predisposto un apposito modello (MODELLO 1) per la richiesta di verifica della posizione debitoria di un’impresa e per ottenere il rilascio di un prospetto riportante gli importi dovuti per ciascuna annualità e le relative modalità di pagamento al fine di consentire lo “sblocco “ della certificazione.

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Il blocco viene rimosso ed il certificato rilasciato (dall’ufficio Registro Imprese o dagli utenti esterni abilitati al rilascio) nell’immediatezza del versamento di quanto dovuto per diritto annuale sia per le annualità omesse sia per quelle in cui risultano eseguiti versamenti incompleti cioè inferiori al dovuto.

Perché ciò si verifichi l’ufficio deve essere messo nelle condizioni di rimuovere l’inibizione della certificazione e questo può avvenire soltanto se l’impresa presenti o trasmetta per fax o per e-mail leggibili:

copia modello F24 telematico e relativa “conferma di ricezione o di regolare acquisizione” rilasciata immediatamente dal sistema informatico utilizzato esclusivamente per il pagamento del diritto annuale non iscritto a ruolo nonché per il versamento di quanto dovuto (diritto annuale, sanzioni ed interessi) dai destinatari di atti di irrogazione emessi dalla Camera per le violazioni nel pagamento del diritto annuale da eseguirsi comunque mediante modello F24 telematico; non è pertanto necessario, per lo sblocco della certificazione, attendere l’acquisizione della quietanza definitiva poiché viene trasmessa un paio di giorni dopo l’eseguita compilazione del modello F24: attendere il rilascio di tale quietanza, seppur più “ufficiale” della suddetta “conferma di regolare acquisizione”, potrebbe comportare alle imprese disagi e danni di ogni natura connessi al mancato rilascio della certificazione nel giorno della richiesta e sicuramente questa Camera, nel rispetto della normativa vigente, non ha certo l’intenzione di penalizzare le imprese che, seppur in ritardo, intendono regolarizzare la propria posizione debitoria;

copia leggibile del modello F24 cartaceo, quietanzato dagli uffici preposti all’incasso, utilizzato esclusivamente da parte dei soggetti esonerati dalla modalità telematica, per il pagamento del diritto annuale non iscritto a ruolo nonché per il versamento di quanto dovuto (diritto annuale, sanzioni ed interessi) dai destinatari di atti di irrogazione emessi dalla Camera per le violazioni nel pagamento del diritto annuale da eseguirsi comunque mediante modello F24;

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quietanza rilasciata dall’Agente della Riscossione se il diritto annuale dovuto è stato iscritto a ruolo: se l’impresa non ha la possibilità di estinguere subito l’intero debito (comprensivo di sanzione o sovrattassa nonché interessi e spese di riscossione) risultante dalle cartelle di pagamento ma intende comunque ottenere lo sblocco della certificazione, dovrà necessariamente versare ogni somma iscritta ruolo con codice tributo 0961-diritto annuale e richiedere agli sportelli dell’Agente della Riscossione la stampa di una quietanza analitica dalla quale si evinca, nel riquadro dei dettagli posto in basso a sinistra, che quanto versato è stato effettivamente imputato a totale copertura del debito risultante sui codici tributo 0961. Alternativa al pagamento presso gli sportelli dell’Agente della Riscossione è il versamento tramite bollettino di conto corrente modello F35 (bollettino rosso) reperibile presso gli uffici postali da intestare all’Agente competente previa acquisizione del numero di conto corrente del beneficiario, dei numeri di cartella corrispondenti alle annualità dovute e degli importi iscritti a ruolo (distinti per codice tributo e numero progressivo della quota): i dati di cui sopra, ad eccezione del numero di conto corrente, sono facilmente acquisibili dalla lettura degli estratti di ruolo riferiti a ciascuna cartella. Non costituisce motivo di esonero dal pagamento la mancata notifica delle cartelle da parte dell’Agente perché è sufficiente che i ruoli di riferimento siano esecutivi per legittimare la Camera di Commercio ad attivare, anche per le somme già a ruolo, l’inibizione della certificazione rimovendola esclusivamente ad eseguito pagamento del diritto annuale in favore dell’Agente competente (e non in favore della Camera mediante modello F24 come spesso accade !!!)

Soltanto nel caso in cui il blocco della certificazione dipenda dall’incompleto versamento del diritto annuale e le somme non corrisposte siano inferiori a € 12,00 il pagamento potrà essere eseguito direttamente in contanti presso il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale che, registrato il versamento, rilascerà quietanza e provvederà allo sblocco immediato della certificazione.

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IRR O GAZIO N E DE LL E SA NZIO NI

Le violazioni dell’obbligo di versamento del diritto annuale sono disciplinate dal D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472, dal D.M. 27 gennaio 2005 n. 54 e dal Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con Delibera n. 15 del 28 ottobre 2005 (di seguito solo “Regolamento”) nonché da numerose circolari ministeriali sull’argomento.

Il Regolamento di cui sopra, recepisce e disciplina dettagliatamente quanto previsto dal D.M. 54/2005 e, per quanto applicabile al diritto annuale, dal D.Lgs. 472/1997.

VIOLAZIONI DELL’OBBLIGO DI PAGAMENTO:

OMESSO E TARDIVO VERSAMENTO

Prima di tutto si elencano le violazioni corrispondenti a ciascuna tipologia di inadempimento dell’obbligo di pagamento, come definite dall’art. 3, commi 2 e 3, del D.M. 54/2005 recepito dall’art. 2, comma 2, e dall’art. 6 commi 2 e 3, del Regolamento:

se il pagamento non è stato proprio eseguito l’impresa è sanzionabile per la violazione di “omesso versamento”; sono dovuti gli interessi sulle somme non versate a decorrere dalla data di scadenza fino alla data di irrogazione della sanzione.

se il pagamento è stato parzialmente eseguito entro la naturale scadenza l’impresa è sanzionabile per “omesso versamento” limitatamente alle somme non versate (parere esplicativo del Ministero dello Sviluppo Economico fornito a tutte le Camere con nota n. 2189 dell'11/03/2008); sono dovuti gli interessi sulle somme non versate a decorrere dalla data di scadenza fino alla data di irrogazione della sanzione

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se il pagamento è stato parzialmente eseguito ma in data successiva alla naturale scadenza l’impresa è sanzionabile per “omesso versamento” dell’intero importo dovuto (parere esplicativo del Ministero dello Sviluppo Economico fornito a tutte le Camere con nota n. 2189 dell'11/03/2008); sono dovuti gli interessi, sulle somme già versate, a decorrere dalla data di scadenza fino alla data dell’eseguito pagamento e, sulle somme non versate, a decorrere dalla data di scadenza fino alla data di irrogazione della sanzione.

si considera “tardivo” il versamento interamente eseguito entro trenta giorni dalla scadenza (quindi entro il termine previsto per regolarizzare i versamenti con lo 0,40%) ma per l’importo dovuto alla data di scadenza non comprensivo dello 0,40% e pertanto non regolare.

TERMINI DI IRROGAZIONE DELLE SANZIONI

L’art. 10 del D.M. 54/2005 dispone che le sanzioni per omesso o tardivo versamento del diritto annuale debbano essere notificate a pena di decadenza entro il 31 dicembre del 5° anno successivo all’anno in cui è avvenuta la violazione (anno di riferimento del diritto annuale). Si rammenta comunque che al diritto annuale e gli interessi si applica il termine di prescrizione ordinaria (10 anni) che decorre dalla data naturale di scadenza, indipendentemente dal temine quinquennale di cui sopra, riferito solo alle sanzioni.

L’art. 10, comma 2, del D.M. 54/2005 dispone che il diritto alla riscossione della sanzione si prescrive nel termine di cinque anni a decorrere dalla data della notificazione dell'atto d'irrogazione (o della cartella di pagamento). L'impugnazione del provvedimento di irrogazione (atto o cartella di pagamento) interrompe la prescrizione.

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PROCEDURE DI IRROGAZIONE DELLE SANZIONI

L’art. 13, comma 1, del Regolamento dispone che le sanzioni per omesso o tardivo versamento del diritto annuale possono essere irrogate secondo una delle seguenti procedure:

Atto di contestazione di cui all’art. 16 del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni:

Atto contestuale di accertamento ed irrogazione di cui all’art. 17, comma 1, del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni

Iscrizione “diretta” a ruolo senza preventiva contestazione di cui all’art. 17, comma 3, del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni

Le spese di notifica sono in ogni caso a carico del destinatario.

La Camera sceglie di volta in volta la procedura più opportuna da attivare poiché tutte le procedure sono ugualmente valide e regolari in quanto previste dalla normativa vigente in materia.

Per gli anni 2001 e 2002 l’art. 18, comma 3, del Regolamento ha imposto la procedura di iscrizione “diretta” a ruolo anche perché era applicabile per qualunque violazione soltanto la sanzione unica del 10% come previsto dal comma 2 del citato articolo 18.

Infatti, come previsto dal comma 1 dello stesso articolo 18, gli incrementi e le riduzioni oggetto dei paragrafi successivi sono applicabili alle violazioni riferite alle annualità 2003 e successive ad eccezione della recidiva che è applicabile alle violazioni riferite alle annualità successive a quella di entrata in vigore del Regolamento quindi alle violazioni riferite alle annualità 2006 e successive.

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CONTESTAZIONE DELLA VIOLAZIONE

La contestazione è eseguita mediante notifica dell’atto di contestazione o dell’atto contestuale di accertamento e di irrogazione o mediante notifica della cartella di pagamento derivante dalla irrogazione a mezzo iscrizione diretta a ruolo. La contestazione delle violazioni dell’obbligo di pagamento del diritto annuale viene eseguita direttamente dalla Camera se le sanzioni sono irrogate secondo una delle seguenti procedure:

Atto di contestazione di cui all’art. 16 del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni; esso diviene atto di irrogazione se entro 60 giorni dalla data di notifica non vengono presentate deduzioni difensive o se entro lo stesso termine viene proposto ricorso in Commissione Tributaria Provinciale; diversamente, valutate le suddette deduzioni, la Camera provvederà ad annullare l’atto di contestazione, se erroneamente emesso, o ad emettere e notificare il conseguente atto motivato di irrogazione;

Atto contestuale di accertamento ed irrogazione di cui all’art. 17, comma 1, del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni

La contestazione delle violazioni dell’obbligo di pagamento del diritto annuale viene eseguita dal competente Agente della Riscossione se le sanzioni sono irrogate secondo la seguente procedura:

Iscrizione “diretta” a ruolo senza preventiva contestazione

di cui all’art. 17, comma 3, del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni

La notifica è regolare se effettuata nei confronti delle tipologie di destinatario elencate all’art. 13, comma 2, del Regolamento, secondo le modalità e le forme previste dalla normativa vigente in materia.

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SANZIONE MINIMA PER CIASCUNA VIOLAZIONE

In corrispondenza di ciascun tipo di violazione sono fissate dall’art. 6 del Regolamento le seguenti SANZIONI MINIME:

10% nei casi di “tardivo” versamento nonché nei casi di omesso versamento delle annualità 2001 e 2002;

30% nei casi di “omesso” versamento a partire dal 2003

INCREMENTI E RIDUZIONI DELLA SANZIONE

L’art. 6 comma c) del Regolamento prevede altresì, a partire dall’annualità di riferimento 2003, l’irrogazione di ulteriori sanzioni comprese tra il 30% ed il 100% in presenza di elementi aggravanti nonché la possibilità di applicare riduzioni in presenza di elementi attenuanti.

Gli articoli 7, 8, 10 del Regolamento prevedono INCREMENTI DELLA SANZIONE in corrispondenza dei seguenti elementi aggravanti:

art. 7: gravità della violazione

art. 8: personalità del trasgressore e sue precedenti violazioni

art. 10: recidiva

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Incremento per gravità della violazione (art. 7)

E’ previsto un incremento della sanzione, compreso tra il 5% ed il 50%, per il danno finanziario che ha subito la Camera in conseguenza del mancato introito delle somme dovute dalle imprese e non corrisposte.

La percentuale aumenta in proporzione all’importo dovuto per ciascuna annualità e non versato per come si evince dalla seguente tabella:

diritto annuale dovuto e non versato

percentuale di incremento (da sommare alla sanzione minima 30%)

da € 0,01 a € 80,00 5 %

da € 80,01 a € 373,00 10 %

da € 373,01 a € 518,00 15 %

da € 518,01 a € 1.254,00 20 %

da € 1.254,01 a € 2.500,00 25 %

da € 2.500,01 a € 5.000,00 30 %

da € 5.000,01 a € 10.000,00 35 %

da € 10.000,01 a € 20.000,00 40 %

da € 20.000,01 a € 40.000,00 45 %

da € 40.000,01 a € 77.500,00 50 %

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Incremento per la personalità del trasgressore e per sue precedenti violazioni (art. 8)

La personalità del trasgressore è desunta dalle precedenti violazioni (comprese quelle non ancora sanzionate e quelle non sanzionabili perché inferiori al minimo di cui all’art. 3, comma 4, del Regolamento) dell’obbligo di pagamento del diritto annuale in favore della Camera di Commercio di Reggio Calabria commesse dall’impresa nel corso del quinquennio precedente,.

Per le violazioni commesse tra il 2003 ed il 2005 il periodo di riferimento, anche se inferiore ai 5 anni, parte comunque dal 2001: sarà pertanto considerato il biennio 2001/2002 se la sanzione da irrogare è riferita ad una violazione commessa nel 2003, il triennio 2001/2003 se la sanzione da irrogare è riferita ad una violazione commessa nel 2004 ed il quadriennio 2001/2004 se la sanzione da irrogare è riferita ad una violazione commessa nel 2005.

Se l’impresa ha commesso una sola violazione nel quinquennio precedente (o nel minor periodo a decorrere dal 2001) è previsto un incremento del 5% (da sommare alla sanzione minima 30 %).

Se l’impresa ha commesso più di una violazione nel quinquennio precedente (o nel minor periodo a decorrere dal 2001) è previsto un incremento del 15% (da sommare alla sanzione minima 30 %).

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Incremento per recidiva (art. 10)

Alle imprese che nel triennio precedente a quello di riferimento (2006 e successivi come previsto dall’art. 18 comma 1 del Regolamento) dell’irrogazione siano incorse in altre violazioni già contestate (mediante notifica della cartella di pagamento derivante dalla irrogazione a mezzo iscrizione diretta a ruolo o mediante notifica dell’atto di contestazione o dell’atto contestuale di accertamento e di irrogazione) dalla Camera, sia per “omesso” sia per “tardivo” pagamento del diritto annuale riferito alle annualità incluse nel triennio stesso, sono applicabili i seguenti incrementi:

numero violazioni commesse nel triennio

tipo violazione/i già contestata/e (*)

percentuale di incremento (da sommare alla sanzione minima 30%)

1 violazione 1 tardivo 7 %

1 violazione 1 omesso 15 %

2 violazioni 2 tardivi 20 %

2 violazioni 1 tardivo e 1 omesso 25 %

2 violazioni 2 omessi 30 %

3 violazioni 3 tardivi 35 %

3 violazioni 2 tardivi e 1 omesso 40 %

3 violazioni 1 tardivo e 2 omessi 45 %

3 violazioni 3 omessi 50 %

(*) La contestazione della o delle precedenti violazioni deve risultare eseguita in data anteriore alla data naturale di scadenza dell’annualità oggetto dell’irrogazione e non solo in data anteriore alla data dell’irrogazione.

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Nota conclusiva sui vari tipi di incremento della sanzione

Gli incrementi della sanzione di cui agli articoli 7 e 8

non sono applicabili

se alla data dell’irrogazione (data emissione dell’atto o data di esecutività del ruolo) l’impresa ha già provveduto al pagamento di quanto interamente dovuto a titolo di diritto annuale per l’annualità oggetto dell’irrogazione anche se in notevole ritardo rispetto ad ogni termine previsto per regolarizzare completamene la sua posizione debitoria, ugualmente sanzionabile (note Unioncamere n. 8145/AF/ce del 17 novembre 2005 e n. 1480/AF/ce del 24 febbraio 2006 ).

Le suddette note Unioncamere chiariscono infatti che gli incrementi di cui agli articoli 7 e 8 si determinano sul diritto annuale non versato che è zero in caso di pagamento interamente eseguito prima dell’irrogazione.

Alla luce di quanto sopra

è sempre conveniente per l’impresa

provvedere al pagamento del diritto annuale

anche se è già trascorso il termine naturale di scadenza e non è neanche possibile avvalersi più del ravvedimento operoso lungo: la sanzione irrogabile dalla Camera in presenza del pagamento del diritto annuale che alla data dell’irrogazione risulti già eseguito seppur con notevole ritardo, è infatti notevolmente inferiore a quella irrogabile nel caso in cui non risulti eseguito nessun versamento.

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L’articolo 9 del Regolamento prevede RIDUZIONI DELLA SANZIONE in corrispondenza dei seguenti elementi attenuanti:

comma 1: per l’opera riparatrice del trasgressore

comma 2: per le condizioni economico-sociali del trasgressore

Riduzione per l’opera riparatrice del trasgressore (art. 9, comma 1)

L’impresa che, seppur in ritardo rispetto a qualunque termine fissato per regolarizzare la propria posizione debitoria, provvede ad eseguire il pagamento del diritto annuale spontaneamente e cioè prima dell’avvio del procedimento di irrogazione, ha diritto ad una riduzione di quanto dovuto a titolo di sanzione: tale riduzione potrà essere al massimo del 20% e sarà calcolata sull’importo determinato quale sanzione minima 30%.

Esempio n. 1: se per l’omesso versamento di € 80,00 è calcolata una sanzione del 30% pari ad € 24,00, in caso di versamento degli € 80,00 eseguito prima dell’irrogazione della sanzione, seppur in data successiva alla scadenza, non saranno applicabili gli incrementi di cui agli artt. 7 ed 8 del Regolamento e sull’importo della sanzione (€ 24,00) sarà calcolato il 20% di riduzione pari ad € 4,80 (pari al 6% del diritto annuale dovuto). La sanzione effettivamente dovuta nell’ipotesi prospettata sarà di € 19,20 che in sostanza corrisponde al 24% del diritto annuale (€ 80,00) ed è pertanto inferiore anche alla sanzione minima (30%). Nel caso di specie non è stata considerata la recidiva di cui all’art. 10 soltanto per semplificare l’esempio.

Quanto sopra verrà applicato anche in caso di pagamenti parziali ma soltanto se eseguiti dopo la naturale scadenza calcolando ovviamente la riduzione soltanto sulla parte di sanzione minima riferita al mancato pagamento delle somme parzialmente versate.

Esempio n. 2: se per l’omesso versamento di € 80,00 è calcolata una sanzione del 30% pari ad € 24,00, in caso di versamento di una parte del dovuto (€ 60,00) in

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data successiva alla scadenza ma prima dell’irrogazione della sanzione, saranno applicabili gli incrementi di cui agli artt. 7 e 8 del Regolamento soltanto sulle somme non versate (€ 20,00) per un totale di € 1,00 (5% di € 20,00) riferito all’art. 7 e di € 3,00 (15% di € 20,00 se ipotizziamo la presenza di più violazioni nel quinquennio precedente) riferito all’art. 8; inoltre bisognerà distinguere, nell’ambito dell’importo (€ 24,00) della sanzione minima 30% la parte di sanzione riferita alle somme versate (€ 60,00) che è pari ad € 18,00 dalla parte di sanzione riferita alle somme non versate (€ 20,00) che è pari ad € 6,00 calcolando la riduzione del 20% di cui all’art. 9, comma 1, del Regolamento soltanto sulla prima sanzione (€ 18,00) per un totale da detrarre di € 3,60. La sanzione complessivamente dovuta sarà di € 24,40 (€ 24,00 + € 1,00 + € 3,00 - € 3,60). Nel caso di specie non è stata considerata la recidiva di cui all’art. 10 soltanto per semplificare l’esempio.

I pagamenti parzialmente eseguiti entro la naturale scadenza sono infatti esclusi dalla base di calcolo della sanzione, quantificata in tale ipotesi soltanto sulle somme non versate: non è pertanto applicabile, in tal caso, la riduzione di cui all’art. 9, comma 1, del Regolamento poiché sulle somme versate non viene calcolata nessuna sanzione e di conseguenza non spetta alcuna riduzione essendo la sanzione riferita soltanto alla parte di diritto annuale ancora non corrisposto alla data dell’irrogazione.

Esempio n. 3: se era dovuto un importo di € 80,00 e risulta versata una parte del dovuto (€ 60,00) in data anteriore alla scadenza, la violazione di “omesso” versamento è riferibile soltanto alla parte non versata nei termini (€ 20,00). Sarà pertanto calcolata la sanzione del 30% soltanto su € 20,00 per un totale di € 6,00 applicando inoltre gli incrementi di cui agli artt. 7 e 8 del Regolamento sempre sulle somme non versate (€ 20,00) per un totale di € 1,00 (5% di € 20,00) riferito all’art. 7 e di € 3,00 (15% di € 20,00 se ipotizziamo la presenza di più violazioni nel quinquennio precedente) riferito all’art. 8; non sarà necessario applicare la riduzione del 20% di cui all’art. 9, comma 1, del Regolamento perché le suddette sanzioni sono state effettivamente calcolate solo sui € 20,00 non versati. La sanzione complessivamente dovuta sarà di € 10,00 (€ 6, 00 + € 1,00 + € 3,00). Nel caso di specie non è stata considerata la recidiva di cui all’art. 10 soltanto per semplificare l’esempio.

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RIEPILOGANDO…..

• Se il pagamento del diritto annuale è stato interamente eseguito prima dell’irrogazione della sanzione l’impresa beneficerà di entrambe le agevolazioni: sia l’inapplicabilità degli artt. 7 e 8, sia la riduzione di cui all’art. 9, comma 1.

• Se il pagamento del diritto annuale è stato parzialmente eseguito oltre il termine naturale di scadenza ma prima dell’irrogazione delle sanzioni l’impresa beneficerà di entrambe le agevolazioni, limitatamente alle somme già versate: sia l’inapplicabilità degli artt. 7 e 8, sia la riduzione di cui all’art. 9, comma 1.

• Se il pagamento del diritto annuale è stato parzialmente eseguito entro il termine naturale di scadenza l’impresa non beneficerà di nessuna delle agevolazioni di cui sopra poiché si considera “omesso” soltanto la parte di diritto annuale non versato e le sanzioni che derivano da tale violazioni sono già rapportate esclusivamente al diritto annuale non versato (e non anche alla parte versata come nel caso di pagamento parzialmente eseguito oltre il termine naturale di scadenza).

Riduzione per le condizioni economico-sociali del trasgressore (art. 9, comma 2)

L’impresa che dimostri a mezzo istanza documentata prodotta alla Camera di Commercio di Reggio Calabria, di essere in condizioni economico-sociali svantaggiate a seguito di eventi non dipendenti dalla sua volontà (quali malattia protrattasi per periodi prolungati,

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invalidità accertata dai competenti organismi o altri eventi di carattere eccezionale che abbiano impedito il normale svolgimento dell’attività) oppure a seguito di fattori di crisi riscontrati nell’economia provinciale, anche a livello di singolo settore economico di riferimento, determinati da eventi di carattere straordinario (quali calamità naturali ufficialmente accertate e riconosciute dai competenti organismi pubblici) o da mutamenti intervenuti sui mercati nazionale ed internazionali come rilevati, può ottenere la riduzione di quanto dovuto a titolo di sanzione: tale riduzione potrà essere al massimo del 40% e sarà calcolata sull’importo determinato quale sanzione minima 30%.

VIOLAZIONI CONTINUATE

L’istituto della continuazione, di cui all’art. 12 del D.Lgs. 472/1997, è applicabile anche al diritto annuale e consente di regolarizzare ogni violazione dell’obbligo di pagamento (omesso e tardivo) mediante il versamento di una sanzione unica complessiva irrogabile soltanto se ricorrono determinate condizioni ed in assenza di interruzioni.

“Se la Camera di Commercio non contesta tutte le violazioni o non irroga la sanzione contemporaneamente rispetto a tutte, quando in seguito vi provvede determina la sanzione complessiva tenendo conto delle violazioni oggetto dei precedenti procedimenti”: è quanto recita testualmente l’art. 11, comma 2, del Regolamento.

Il comma 4 del citato articolo dispone inoltre che: “La continuazione viene interrotta dalla constatazione formale della violazione” e cioè dalla notifica di un atto di contestazione o di un atto contestuale di accertamento e irrogazione o di una cartella di pagamento”.

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CALCOLO DELLA SANZIONE PER CONTINUAZIONE

Prima di eseguire il calcolo è necessario, per ciascuna annualità che può essere compresa nel calcolo della continuazione, calcolare la sanzione complessiva annuale irrogabile e individuare l’importo della/e sanzione/i complessiva/e annuale/i compresa/e in atti o cartelle precedenti.

Gli importi delle sanzioni complessive annuali da considerare, oggetto o meno di atti sanzionatori o cartelle già emessi, sono quelli risultanti dall’applicazione della sanzione minima (art. 6 del Regolamento) e degli incrementi e riduzioni di cui agli artt. 7, 8, 9 e 10.

Stabilita la sanzione complessiva per ciascuna annualità si eseguirà il confronto tra i vari importi al fine di stabilire quale sia il maggiore: all’importo più alto si applicano infatti i seguenti incrementi:

numero di annualità di riferimento comprese nella continuazione

percentuale unica di aumento della sanzione

2 50 %

3 100 %

4 200 %

più di 4 300 %

Se incrementando la sanzione complessiva annuale più alta per come previsto della suddetta tabella si ottiene un importo complessivamente dovuto quale sanzione unica per tutte le annualità (applicando la continuazione) inferiore alla somma (cumulo) delle sanzioni complessive annuali è dovuta dall’impresa la sanzione unica ottenuta per effetto della continuazione.

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Dalla sanzione unica, se più vantaggiosa per l’impresa rispetto al cumulo, vanno detratte le sanzioni già oggetto di altri atti sanzionatori riferite ad annualità comprese nella continuazione anche se appunto formano oggetto di atti o cartelle di pagamento già emessi (ad esempio: gli importi delle sanzioni già contenute in cartelle di pagamento derivanti da ruoli resi esecutivi ma non ancora notificate dal competente Agente della Riscossione o notificate in data successiva alla scadenza dell’annualità da sanzionare).

Diversamente, cioè se il cumulo delle sanzioni complessive annuali è più vantaggioso per l’impresa rispetto alla sanzione unica ottenuta in applicazione della continuazione essa non si applica.

ANNUALITA’ CUI E’ APPLICABILE LA CONTINUAZIONE

Per eseguire il calcolo della continuazione è fondamentale individuare le annualità cui è essa applicabile, tenendo conto gli effetti interruttivi di cui al sopra riportato art. 11, comma 4, del Regolamento.

La Camera di Commercio che deve sanzionare un’impresa per più annualità o per annualità successive ad annualità già sanzionate deve infatti tener conto:

• Se per le annualità precedenti a quella da sanzionare sono state quantificate sanzioni oggetto di atti sanzionatori non ancora contestati (mediante la notifica: di una cartella di pagamento derivante dalla iscrizione diretta a ruolo, di un atto contestuale di accertamento ed irrogazione della sanzione o di un atto di contestazione) o contestati in data successiva alla scadenza dell’annualità da sanzionare o se non è stata proprio quantificata (e quindi non contestata) alcuna sanzione per annualità sanzionabili

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In assenza di contestazioni ed in presenza di contestazioni eseguite dopo la data naturale di scadenza dell’annualità che si sta sanzionando, rientrano nella continuazione tutte le annualità sanzionate (oggetto di atti sanzionatori già emessi) e sanzionabili.

Tutti gli importi già quantificati a titolo di sanzione complessiva per ciascuna annualità compresa, anteriore a quella oggetto dell’irrogazione, dovranno essere detratti dall’importo ottenuto quale sanzione unica applicando la continuazione soltanto nel caso in cui sia più vantaggiosa per l’impresa rispetto alla somma (cumulo) delle singole sanzioni annuali oggetto o meno di atti sanzionatori già emessi.

Esempio n. 1: In presenza di violazioni anno 2003-2004 sono irrogabili la sanzione 2003 per € 40,00 e la sanzione 2004 per € 50,00, entrambe contenute in cartelle di pagamento non ancora notificate all’impresa. Per l’anno 2005 non ci sono violazioni in quanto il diritto annuale è stato regolarmente pagato nei termini. Nel sanzionare l’annualità 2006 è applicabile la continuazione alle annualità 2003-2004-2006 (il 2005 è escluso perché il pagamento è regolare) e dalla sanzione unica così ottenuta (se più vantaggiosa per l’impresa rispetto al cumulo) dovrà essere detratto l’importo di € 90,00 (€ 40,00 anno 2003 ed € 50,00 anno 2004) già iscritto a ruolo ed oggetto delle suddette cartelle di pagamento non notificate alla data di naturale scadenza del diritto annuale 2006 né fino alla data di applicazione della continuazione.

€ 40,00 € 50,00 REGOLARE

Esempio n. 2: Contestazione violazione anno 2003 per € 40,00 a mezzo notifica cartella eseguita in data 10/01/2007 (data anteriore soltanto alla scadenza del diritto

2003 2004 2005

2006

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annuale 2007). Sanzione quantificata per il 2004 inclusa in cartella già emessa ma non ancora contestata: € 50,00. Per l’anno 2005 non ci sono violazioni in quanto il diritto annuale è stato regolarmente pagato nei termini. Nel sanzionare l’annualità 2006 è applicabile la continuazione per le annualità 2003-2004-2006 (il 2005 è escluso perché il pagamento è regolare) e dalla sanzione unica così ottenuta (se più vantaggiosa per l’impresa rispetto al cumulo) dovrà essere detratto l’importo di € 90,00 (€ 40,00 anno 2003 ed € 50,00 anno 2004) già iscritto a ruolo ed oggetto delle suddette cartelle di pagamento di cui quella emessa per la sanzione 2004 non ancora notificata e quella emessa per il 2003 notificata il 10/01/2007 quindi dopo la data di naturale scadenza del diritto annuale 2006.

€ 40,00 € 50,00 REGOLARE

notifica 10/01/2007

• Se sono state contestate (mediante la notifica: di una cartella di pagamento derivante dalla iscrizione diretta a ruolo, di un atto contestuale di accertamento ed irrogazione della sanzione o di un atto di contestazione) sanzioni per le annualità di riferimento precedenti a quella da sanzionare in data anteriore alla naturale scadenza dell’annualità da sanzionare

In tal caso la continuazione è interrotta dalla contestazione delle sanzioni riferite alle annualità precedenti anche se non consecutive; la presenza di notifiche, riferite a qualsiasi annualità, eseguite prima della data di scadenza dell’annualità da sanzionare, impedisce infatti l’applicazione della continuazione con le annualità precedenti poiché la interrompe.

2003 2004 2005

2006

2003

10/01/2007

2007

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Esempio n. 3: Contestazione violazione anno 2005 in data 30/04/2006 (data anteriore alla scadenza del diritto annuale 2006 e 2007). Nel sanzionare l’annualità 2006 non è applicabile la continuazione poiché in data anteriore alla scadenza 2006 (20/6/2006) è stata notificata la violazione anno 2005. Nel sanzionare l’annualità 2007 viene calcolata la continuazione poiché non risulta alcuna notifica tra la data di scadenza del 2006 e la data di scadenza del 2007 e quindi non è presente alcuna interruzione.

notifica 30/04/2006

Esempio n. 4: Contestazione violazione anno 2005 in data 25/09/2006 (data successiva alla scadenza del diritto annuale 2006 ma anteriore a quella del 2007). Nel sanzionare l’annualità 2006 è applicabile la continuazione con la violazione 2005 poiché notificata dopo la da do scadenza del 2006 (20/06/2006). Nel sanzionare l’annualità 2007 non viene calcolata la continuazione con gli anni precedenti poiché la contestazione della violazione anno 2005 produce effetti interruttivi dato che ha avuto luogo il 25/09/2006, tra la data naturale di scadenza del diritto annuale 2006 (20/06/2006) e la data naturale di scadenza del diritto annuale 2007 (16/06/2007).

notifica 25/09/2006

La contestazione che interrompe la continuazione può riferirsi quindi anche ad annualità non consecutive rispetto a quelle da sanzionare

2005 2006 2007

30/04/2006

2005

2005 2006 2007

25/09/2006

2008

2005

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Esempio n. 5: Contestazione violazione anno 2005 in data 22/11/2006 (data anteriore soltanto alla scadenza del diritto annuale 2007), contestazione violazione anno 2006 e 2007 in data 19/09/2008 (data anteriore soltanto alla scadenza del diritto annuale 2009). Alla data naturale di scadenza del diritto annuale 2008 non erano state contestate le violazioni anni 2006 e 2007 (contestate il 19/09/2008) quindi la continuazione sarebbe applicabile agli anni 2006-2007-2008 ma la contestazione della violazione 2005, avvenuta il 22/11/2006, in data successiva alla naturale scadenza del diritto annuale 2006, produce effetti interruttivi nell’arco del triennio 2006-2007-2008 comportando l’applicazione della continuazione soltanto alle annualità 2007 e 2008. Se si intende inoltre sanzionare l’annualità 2009 la continuazione con gli anni 2007 e 2008 non è applicabile poiché la contestazione della violazione 2006-2007, avvenuta il 19/08/2008, dopo la naturale scadenza del diritto annuale 2008, produce effetti interruttivi tra il 2008 ed il 2009.

notifica notifica notifica 22/11/2006 19/09/2008 19/09/2008

Nel suddetto esempio, ai sensi dell’art. 11, comma 2, del Regolamento l’importo della sanzione già irrogata per l’annualità 2007, inclusa nella continuazione al momento dell’irrogazione 2008, dovrà essere detratto dall’importo ottenuto quale sanzione unica per entrambe le annualità applicando appunto la continuazione: la nuova sanzione da irrogare sarà pertanto la differenza tra la sanzione unica 2007-2008 e la sanzione 2007.

Quanto sopra soltanto nel caso in cui l’applicazione della sanzione unica derivante dalla continuazione sia più vantaggiosa per l’impresa rispetto alla somma (cumulo) delle singole sanzioni annuali (quella 2007 già irrogata e quella determinata per il 2008): nel caso fosse più svantaggiosa si procederà ad irrogare soltanto la sanzione determinata per l’anno 2008.

2005

22/11/2006

2005

2006 2009 2007 2008

19/09/2008

2006-2007

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Esistono violazioni non sanzionabili?

Non è sanzionabile l’impresa che ha erroneamente compilato il modello F24 versando il diritto annuale nei termini in favore di Camere di Commercio non competenti per territorio. Codice fiscale, codice tributo e anno di riferimento possono essere corretti.

e l’impresa provvede entro la data naturale di scadenza a versare quanto dovuto per diritto annuale in favore di una Camera di Commercio non destinataria del versamento perché diversa da quella cui è dovuto per l’annualità di riferimento non sarà

sanzionata per tale errore. In tal caso le due Camere (quella cui è dovuto il versamento e quella di fatto beneficiaria) provvederanno a regolarizzare la posizione, senza alcuna incombenza per l’impresa che sarà informata a regolarizzazione eseguita.

La stessa procedura verrà attivata nel caso in cui il suddetto pagamento sia eseguito oltre la data naturale di scadenza ma, in tal caso,

Capitolo

13

S

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l’impresa sarà comunque sanzionata per la violazione cioè per il ritardato versamento.

Le Camere di Commercio provvedono d’ufficio a compensare debiti e crediti derivanti dalla errata compilazione dei modelli F24 (per errata indicazione del codice ente) sulla base dei dati acquisiti dal sistema informatico: tuttavia l’impresa che si accorge di aver erroneamente compilato il modello F24 (indicando un codice ente creditore diverso dalla sigla provincia della Camera cui era effettivamente dovuto il versamento) può produrre istanza alla Camera cui sono state erroneamente accreditate le somme (soltanto se la richiesta non è stata ancora formulata dall’altra Camera) chiedendo che siano riversate alla competente Camera di Commercio cui è opportuno trasmettere una copia della suddetta istanza, per conoscenza, anche al fine di consentire la sospensione di ogni procedura sanzionatoria eventualmente già avviata per il mancato introito delle somme dovute.

ALTRI ERRORI DI COMPILAZIONE SANABILI

• L’impresa che si accorge di aver erroneamente compilato il modello F24 indicando il CODICE FISCALE in maniera errata (inesistente) o il codice fiscale di soggetto esistente ma diverso dall’effettivo soggetto obbligato al pagamento può presentare richiesta di correzione (MODELLO 5) scaricabile dal sito camerale (www.rc.camcom.it) sezione Modulistica Diritto Annuale. Se il codice fiscale erroneamente indicato è inesistente sarà sufficiente produrre l’istanza con allegata la copia di un valido documento di identità; nel caso in cui il codice fiscale indicato si riferisca ad altro soggetto esistente, tenuto al pagamento del diritto annuale per l’anno di riferimento del versamento, è necessario acquisire, in allegato all’istanza, anche il consenso scritto del soggetto cui corrisponde il suddetto codice fiscale che autorizza la Camera, allegando copia di un valido documento di identità, a stornare il pagamento dalla propria posizione debitoria.

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• Altro tipo di errore sanabile presentando richiesta di correzione, (MODELLO 5) scaricabile dal sito camerale (www.rc.camcom.it) sezione Modulistica Diritto Annuale, è l’errata indicazione del CODICE TRIBUTO esclusivamente se il codice errato è comunque uno tra quelli (3850, 3851 e 3852) che comportano l’accredito di somme all’interno del sistema camerale. Non è infatti sanabile mediante istanza di correzione l’errata indicazione del codice tributo se ha comportato l’accredito di somme in favore di enti diversi dalle Camere di Commercio.

• Per quanto all’errata indicazione dell’ANNO DI RIFERIMENTO bisogna distinguere diverse “ipotesi”:

se sono trascorsi al massimo 24 mesi (*) tra la data del

pagamento e la data di presentazione della richiesta di correzione la rettifica è sempre possibile: il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale provvederà per come richiesto dall’impresa;

se sono trascorsi più di 24 mesi (*) tra dalla data del pagamento e la data di presentazione della richiesta di correzione, il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale provvederà ad operare la rettifica soltanto se il versamento si riferiva effettivamente all’anno successivo a quello indicato come anno di riferimento e se è stato eseguito tra il 2 maggio e la data naturale di scadenza. Se l’importo versato è comprensivo dello 0,40% la rettifica sarà operata anche se il pagamento è stato eseguito oltre la data naturale di scadenza ma entro i 30 giorni successivi, termine ultimo per l’applicazione della suddetta maggiorazione. Se il pagamento viene eseguito entro quest’ultimo termine ma senza lo 0,40% è possibile operare la rettifica dell’anno di riferimento ma il versamento sarà “tardivo” quindi comunque sanzionabile per tale violazione.

(*) Termine fissato a pena di decadenza dall’art. 10 del D.M. 359/2001 per il diritto al rimborso applicabile per analogia alle compensazioni ed alle presenti rettifiche.

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La possibilità di rettifica è limitata ai casi in cui viene indicato sul modello F24 l’anno precedente a quello in corso perché i tributi derivanti dalle dichiarazioni dei redditi, versati mediante F24 entro la stessa data di scadenza del diritto annuale, si riferiscono all’anno precedente e ciò potrebbe comportare l’errata indicazione dello stesso anno di riferimento (cioè quello precedente) anche per il diritto annuale che invece si versa annualmente per l’anno già in corso; in tal caso è facilmente riscontrabile che si tratta di un errore formale. La disciplina fiscale prevista per gli errori formali (circolare n. 5/E del 21/1/2002) non è applicabile al diritto annuale poiché si riferisce espressamente agli errori commessi nei versamenti eseguiti mediante modello F24 in favore dell’Erario, delle Regioni e degli Enti locali. La Camera di Commercio è un ente autonomo di diritto pubblico (art. 1, comma 1, della legge n. 580/1993) e, anche per questo, non è possibile, perché non previsto dall’Agenzia delle Entrate, produrre istanza di correzione degli errati versamenti camerali presso gli uffici locali territorialmente competenti, secondo le modalità fissate nella citata circolare. Gli errori di compilazione di righe del modello F24 con accredito di somme in favore delle Camere di Commercio possono essere corretti esclusivamente producendo istanza alle Camere di Commercio beneficiarie dei versamenti secondo le modalità e le condizioni autonomamente stabilite da ciascuna Camera;

se l’anno di riferimento indicato è zero o non è stato proprio indicato alcun anno di riferimento sul modello F24 è sempre possibile presentare la richiesta di correzione (MODELLO 5): il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale provvederà ad attribuire il versamento all’annualità indicato dall’impresa nell’istanza;

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ALTRE VIOLAZIONI NON SANZIONABILI

L’art. 4 commi 5 e 6, del Regolamento dispone nell’ambito della “Tutela dell’affidamento e della buona fede. Errori del contribuente” che non possono essere irrogate sanzioni né richiesti interessi moratori nel caso in cui il contribuente si sia conformato ad indicazioni contenute in atti della Camera di Commercio ancorché successivamente modificati né nel caso in cui il comportamento del contribuente sia stato posto in essere a seguito di ritardi, omissioni o errori della Camera di Commercio.

VIOLAZIONI SANZIONABILI MA NON CONTESTABILI

L’art. 3, comma 4 del Regolamento prevede, per motivi di economicità, che alle imprese sanzionabili per importi complessivamente (diritto annuale, sanzioni ed interessi) pari o inferiori a € 12,00 non sia contestata la violazione.

Quanto sopra non rende però regolare la posizione debitoria dell’impresa, comunque sempre tenuta, per legge, al pagamento delle somme non versate a titolo di diritto annuale (il cui mancato pagamento è comunque causa di inibizione della certificazione Registro Imprese) e relativi interessi legali maturati a decorrere dal giorno successivo a quello entro cui il pagamento doveva essere eseguito. Non è invece dovuta la sanzione il cui obbligo al pagamento “nasce” soltanto con la contestazione (notifica di una cartella di pagamento derivante dalla iscrizione diretta a ruolo, di un atto contestuale di accertamento ed irrogazione della sanzione o di un atto di contestazione della violazione) che in tali ipotesi non sarà mai eseguita.

Poiché si tratta spesso di cifre irrisorie è consentita alle imprese,

che non intendano utilizzare il modello F24, la regolarizzazione della propria posizione debitoria versando diritto annuale ed interessi anche in contanti presso il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale che, incassate tali somme provvederà, in caso di inibizione della certificazione Registro Imprese, a “sbloccarla”.

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E se la Camera ha erroneamente

sanzionato?

L’impresa che riceve una cartella di pagamento o un atto sanzionatorio per una violazione che ritiene di non aver commesso può sempre chiedere spiegazioni alla Camera di Commercio nonché contestare per iscritto mediante richiesta di annullamento in autotutela o proposizione di un ricorso in commissione tributaria provinciale.

uando un soggetto riceve un atto sanzionatorio (atto di contestazione o atto contestuale di accertamento e irrogazione) o una cartella di pagamento per violazioni dell’obbligo di pagamento del diritto annuale è tenuto innanzitutto ad

accertarsi se è effettivamente il destinatario (casi di omonimia) controllando se è esatto il codice fiscale del debitore riportato nell’atto o nella cartella; in caso di atti o cartelle destinate a persone giuridiche è

Capitolo

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Q

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necessario che il codice fiscale del debitore si effettivamente quello della società presso cui è stata eseguita la notifica indipendentemente dal mancato aggiornamento della denominazione riportata nell’atto o nella cartella che potrebbe non risultare aggiornata (eventuali rinnovi di cariche sociali in società di persone che comportino la variazione del nominativo dell’amministratore riportato nella denominazione sociale).

In presenza di soggetti obbligati in solido al pagamento di debiti sociali l’atto o la cartella verranno comunque intestati alla persona fisica (e porteranno quindi il codice fiscale della persona) ma dall’attenta lettura è possibile evincere che l’obbligato principale è una società.

Ad esempio sulla prima pagina delle cartelle di pagamento indirizzate all’obbligato principale (la società) è riportato un numero di cartella che finisce con /000 mentre sulle copie indirizzate agli obbligati in solido il numero di cartella, uguale a quello della cartella indirizzata alla società, finisce con /001 oppure /002 e così via, a secondo del numero di obbligati in solido al pagamento. Sugli atti di irrogazione il numero atto è uguale come per la cartella sia per l’obbligato principale sia per gli obbligati in solido ma l’obbligato principale riceve un atto che inizia con l’anno di emissione dell’atto stesso e termina con /1 mentre gli obbligati in solido ricevono atti che inizia con l’anno di emissione dell’atto stesso e terminano con /2, oppure /3 e così via a secondo del numero di obbligati in solido al pagamento.

Non possono essere eseguite notifiche a persone diverse dalla persona fisica destinataria salvo le eccezioni previste dalla legge tra le quali le persone conviventi con il destinatario che abbiano almeno 14 anni e che non siano palesemente incapaci nonché il portiere dello stabile presso cui il destinatario abita o lavora e in assenza del portiere ad un vicino che accetti di ricevere la notifica dell’atto o della cartella (e di conseguenza si impegni, come gli altri soggetti di cui sopra a recapitare al destinatario quanto preso in carico).

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Nel caso in cui destinatario sia una persona giuridica la notifica dell’atto o cartella principale deve essere eseguita presso la sede sociale nelle mani del rappresentante legale o, in sua assenza, della persona incaricata a ricevere le notificazioni o di altra persona addetta alla sede stessa; la notifica degli atti o cartelle indirizzati agli obbligati in solido deve essere eseguita presso l’indirizzo di residenza di ciascuno.

L’art. 13, comma 2, del Regolamento ha individuato i soggetti cui possono essere notificati gli atti sanzionatori (atti e cartelle):

il titolare di impresa individuale

i soci amministratori di società in nome collettivo

i soci accomandatari di società in accomandita semplice e in accomandita per azioni

gli amministratori di società cooperative e consorzi

i soggetti individuati dalla legge per le società di capitali

In ciascun atto sanzionatorio o cartella di pagamento è inoltre presente il numero REA (numero identificativo dell’impresa iscritta o già iscritta nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio che ha emesso l’atto o iscritto a ruolo le somme portate dalla cartella): il numero REA è indicato sulla prima pagina degli atti di irrogazione, sotto il numero dell’atto stesso, mentre sulle cartelle di pagamento si trova solitamente nel testo della “descrizione” degli importi iscritti a ruolo presente nella pagina “dettaglio degli addebiti” in cui è anche indicato l’ente creditore (Camera di Commercio di Reggio Calabria o altra Camera o un altro ente se in cartella non sono presenti importi dovuti per diritto annuale e relativi interessi e sanzioni).

In appendice è disponibile un fac-simile di cartella di pagamento con tutte le indicazioni descrittive utili per leggerne chiaramente il contenuto.

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Individuata la posizione debitoria cui si riferisce l’atto sanzionatorio o la cartella è fondamentale accertarsi, sulla base della documentazione in possesso dell’impresa se la violazione contestata (omesso, tardivo o incompleto versamento del diritto annuale) dalla Camera è stata effettivamente commessa e cioè se l’impresa debitrice non è effettivamente in regola per l’annualità cui si riferisce l’atto o la cartella.

Se dal riscontro di cui sopra emergono elementi che nella redazione dell’atto o nell’iscrizione a ruolo non sono stati presi in considerazione, come ad esempio pagamenti eseguiti, cancellazioni o altre cause di esonero, cessazione e recesso dalla carica di amministratore (*) in data anteriore all’annualità di riferimento della violazione contestata, è necessario che l’impresa contatti con urgenza il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale della Camera di Commercio al fine di chiedere chiarimenti nonché, limitatamente alle cartelle di pagamento, l’eventuale verifica dei dati in esse contenuti anche utilizzando l’apposito modello (MODELLO 10), scaricabile dal sito camerale www.rc.camcom.it alla sezione Modulistica Diritto Annuale. Per gli atti di contestazione e gli atti contestuali di accertamento ed irrogazione è opportuno produrre direttamente deduzioni difensive (MODELLO 6) e memorie difensive (MODELLO 7), come previsto dalla normativa vigente, fermo restando che è sempre possibile contattare l’ufficio per le vie brevi al fine di ottenere ogni utile indicazione in merito alla presentazione di quanto sopra.

(*) Relativamente al recesso dalla carica di socio e/o amministratore, affinché esso sia opponibile a terzi, compresa l'amministrazione finanziaria (tra cui la Camera di commercio per quanto alla riscossione del diritto annuale), è necessario che risulti iscritto nel Registro delle imprese e che sia anteriore alla data di maturazione dell'obbligo del pagamento del diritto annuale contestato (1° gennaio di ciascun anno di riferimento); l’obbligo di pubblicità dichiarativa del recesso dalla carica di socio è stato ribadito dalla Cassazione con sentenza n. 2215 dell’1 febbraio 2006 (Inopponibile al Fisco il recesso non pubblicizzato).

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INFORMAZIONI DETTAGLIATE

Ogni impresa o professionista incaricato dall’impresa può ottenere informazioni dettagliate sulla posizione debitoria complessiva per diritto annuale in qualunque momento dell’anno contattando il personale addetto al Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale della Camera di Commercio di Reggio Calabria con sede a Reggio Calabria in via Tommaso Campanella n. 12.

L’orario di apertura al pubblico è attualmente il seguente:

da lunedì a venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,00

Si darà notizia di ogni eventuale variazione aggiornando tempestivamente l’apposita pagina “sedi e orari” del sito camerale www.rc.camcom.it.

E’ possibile chiedere informazioni per telefono, sia di mattina dalle 09.00 entro le ore 13,00 sia nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 17,00, ai seguenti numeri: 0965/384201– 0965/384203.

Il numero di fax è il n. 0965/332373

Strumento da privilegiare nei contatti con il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale è la posta elettronica certificata inviando e-mail alla casella:

[email protected]

o alle caselle di posta del personale attualmente incaricato:

[email protected] oppure [email protected]

E’ stato inoltre predisposto un apposito modello (MODELLO 1) per la richiesta di verifica della posizione debitoria di un’impresa e per ottenere il rilascio di un prospetto riportante gli importi dovuti per ciascuna annualità e le relative modalità di pagamento.

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Per quanto ai procedimenti di competenza del Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale:

La Rag. Marianna Errigo è responsabile dei procedimenti di sgravio delle cartelle di pagamento, di discarico dai ruoli, di rimborso delle somme versate in favore della Camera (per somme non a ruolo) e degli Agenti della riscossione (per somme a ruolo). Si occupa inoltre del contenzioso tributario riferito ai ricorsi proposti contro la Camera ed ai ricorsi proposti dalla Camera, in appello, avverso le sentenze favorevoli al contribuente. E’ stata inoltre delegata dal Segretario Generale ad emettere gli atti di contestazione e gli atti contestuali di accertamento ed irrogazione delle sanzioni per violazioni dell’obbligo di pagamento del diritto annuale.

la Dott.ssa Caterina Caridi è responsabile dei procedimenti di riscossione coattiva a mezzo ruolo (emissione cartelle di pagamento e incassi delle relative somme) ivi compresi i procedimenti di dilazione (rateizzazione) e la sospensione delle cartelle di pagamento. E’ stata inoltre delegata dal Segretario Generale ad emettere, in assenza della Rag. Errigo, gli atti di contestazione e gli atti contestuali di accertamento ed irrogazione delle sanzioni per violazioni dell’obbligo di pagamento del diritto annuale. Svolge inoltre attività di sportello e collabora alla conclusione dei procedimenti di cui è responsabile la Rag. Errigo

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Chiunque ritiene di aver erroneamente ricevuto:

un atto di contestazione o un atto contestuale di accertamento ed irrogazione

una cartella di pagamento

la lettera informativa sul pagamento del diritto annuale

e di non essere tenuto al pagamento di quanto richiesto deve contattare il Servizio Economico Finanziario-Diritto Annuale, secondo la modalità che riterrà più opportuna, per rappresentare le proprie osservazioni accertandosi di non essere effettivamente tenuto, in tutto o in parte, ad eseguire il pagamento. Per le cartelle di pagamento è possibile utilizzare l’apposito modello di richiesta chiarimenti (MODELLO 10).

Per ridurre i tempi di evasione della richiesta di informazioni è fondamentale individuare sull’atto o sulla cartella o sulla lettera, il numero REA dell’impresa che consente di trovare rapidamente sul sistema informatico la posizione debitoria oggetto della contestazione.

Acquisite le informazioni ed ogni utile supporto nella compilazione di modelli che dovesse rendersi necessario presentare, l’impresa potrà decidere di versare le somme richieste dalla Camera oppure:

di contestare l’atto o la cartella chiedendo alla Camera di annullarlo/a con un provvedimento in autotutela

di contestare l’atto o la cartella proponendo ricorso in Commissione Tributaria Provinciale

L’art. 16 del Regolamento disciplina le contestazioni in autotutela ed i ricorsi in Commissione Tributaria.

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AUTOTUTELA

L’impresa che intende richiedere alla Camera di Commercio di annullare, in autotutela, un atto di contestazione o un atto contestuale di accertamento e irrogazione o una cartella di pagamento può produrre deduzioni e memorie difensive: dal sito camerale (www.rc.camcom.it), sezione Modulistica Diritto Annuale, sono scaricabili il MODELLO di deduzione difensiva (MODELLO 6) avverso un atto di contestazione ed i MODELLI di memoria difensiva (MODELLO 7) avverso un atto contestuale di accertamento ed irrogazione o avverso una cartella di pagamento (MODELLO 8) da compilare, sottoscrivere e presentare al Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale unitamente ad una copia dell’atto o della cartella di pagamento di cui si chiede l’annullamento e ad ogni altra documentazione necessaria per motivare la richiesta.

Il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale esaminerà le deduzioni e le memorie difensive in ordine di arrivo e per numero di protocollo, assegnando un numero progressivo di istruttoria.

Qualora dalle eccezioni sollevate mediante deduzioni difensive avverso un atto di contestazione, emerga che l’atto è stato erroneamente emesso, esso sarà annullato; diversamente la Camera emetterà l’atto motivato di irrogazione in cui saranno indicate le ragioni che impediscono di accogliere le deduzioni difensive e di annullare l’atto. La presentazione di deduzioni difensive avverso atti di contestazione impedisce di proporre ricorso prima dell’emissione dell’atto di irrogazione conseguente al mancato accoglimento delle stesse.

Qualora dalle eccezioni sollevate mediante memoria difensiva avverso un atto contestuale di accertamento ed irrogazione, emerga che l’atto è stato erroneamente emesso, esso sarà annullato; diversamente la Camera comunicherà per iscritto le ragioni che impediscono di annullare l’atto.

Se la memoria difensiva ha per oggetto una cartella di pagamento, il responsabile del procedimento, conclusa l’istruttoria e soltanto nei casi in

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cui le somme iscritte a ruolo risultino in tutto o in parte non dovute, proporrà al Segretario Generale di adottare un provvedimento di annullamento totale o parziale della cartella e di disporre il conseguente sgravio totale o parziale delle somme iscritte a ruolo.

Fin dalla data di presentazione della memoria difensiva, che l’ufficio ritenga fondata (o fin dal momento in cui si rileva d’ufficio l’errore), viene sospesa per via telematica ogni procedura esecutiva (se l’atto contestato è una cartella): l’Agente della Riscossione, in assenza di sospensione disposta dall’ente creditore (la Camera) e decorso il termine di 60 giorni dalla data della notifica della cartella, è autorizzato per legge ad avviare le previste procedure esecutive (fermo auto di beni mobili registrati, ipoteca su beni immobili, pignoramento dei crediti vantati dal debitore verso terzi, ecc.).

Disposto l’annullamento della cartella il responsabile del procedimento invierà una comunicazione all’impresa richiedente indicando il numero e la data del provvedimento, la relativa motivazione, e, soltanto in caso di annullamento parziale, gli importi ancora dovuti in corrispondenza di ciascun codice tributo.

La Camera informerà l’Agente della Riscossione, per via telematica, di aver disposto lo sgravio totale o parziale delle somme iscritte a ruolo: l’impresa non dovrà fare altro che attendere la comunicazione del responsabile del procedimento e custodirla agli atti quale attestazione sulla non tenutezza, totale o parziale, al pagamento delle somme oggetto della contestazione.

Nessuna incombenza è a carico dell’impresa per l’esecuzione dello sgravio poiché l’Agente acquisisce lo sgravio, entro pochissimi giorni, esclusivamente mediante la trasmissione telematica eseguita dalla Camera.

In caso di non proponibilità dell’annullamento dell’atto o della cartella a seguito di istruttoria del responsabile del procedimento conclusasi sfavorevolmente per l’impresa, il Segretario Generale o suo

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delegato darà comunicazione delle motivazioni che impediscono di adottare un provvedimento in autotutela; ogni sospensione eventualmente già disposta nelle more sarà tempestivamente revocata e l’impresa sarà tenuta al pagamento delle somme interamente dovute.

Le deduzioni e le memorie difensive devono essere proposte, mediante gli appositi modelli (ALLEGATI 6-7-8) anche da quei soggetti ritenuti destinatari di atti o cartelle perché obbligati in solido al pagamento del debito di un obbligato principale che sono stati erroneamente identificati dalla Camera perché, all’epoca della violazione, non rientravano tra i soggetti coobbligati di cui all’art. 13, comma 2, del Regolamento soprarichiamato.

A tale memoria difensiva seguirà esclusivamente il provvedimento di sospensione della cartella o dell’atto a carico del soggetto erroneamente identificato quale coobbligato la cui anagrafica sarà annullata telematicamente, fermo restando l’obbligo al pagamento delle somme da parte dell’obbligato principale e degli altri obbligati in solido.

RICORSO IN COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE

Avverso le cartelle di pagamento, gli atti di contestazione e gli atti contestuali di accertamento ed irrogazione è possibile proporre ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria entro 60 gg. dalla notificazione, tenendo conto della sospensione del periodo feriale (1 agosto – 15 settembre).

E’ applicabile al diritto annuale (e relativi interessi e sanzioni) tutta la disciplina del contenzioso tributario (D. Lgs. 546/1992) poiché “appartengono alla giurisdizione tributaria tutte le controversie aventi ad oggetto i tributi di ogni genere e specie comunque denominati” (art. 2, comma 1, del D. Lgs. 546/1992).

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La proposizione di un ricorso avverso un atto di contestazione (emesso ai sensi dell’art. 16 del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni), alternativo alla presentazione di deduzioni difensive entro 60 giorni dalla notifica, fa sì che l’atto sia considerato atto di irrogazione.

La presentazione di deduzioni difensive avverso atti di contestazione (emessi ai sensi dell’art. 16 del D. Lgs. 472/1997 e successive modificazioni e integrazioni) impedisce di proporre ricorso prima dell’emissione dell’atto di irrogazione conseguente al mancato accoglimento delle stesse.

La presentazione di memorie difensive, avverso atti contestuali di accertamento ed irrogazione, in sede di autotutela, non interrompe né sospende i termini per la proposizione del ricorso di fronte alla Commissione Tributaria Provinciale.

Il ricorso deve essere notificato al Protocollo Generale della Camera di Commercio di Reggio Calabria (1° piano) tramite Ufficiale Giudiziario, o spedizione a mezzo posta in plico raccomandato senza busta con avviso di ricevimento.

Entro 30 gg. dalla notifica del ricorso il ricorrente, a pena di inammissibilità, deve costituirsi in giudizio depositando presso la segreteria della Commissione Tributaria Provinciale il proprio fascicolo contenente: l’originale del ricorso notificato tramite Ufficiale Giudiziario oppure fotocopia del ricorso dichiarata conforme all’originale dallo stesso ricorrente (se spedito per posta), con fotocopia della ricevuta di deposito o di spedizione per raccomandata a mezzo del servizio postale (art. 22, comma 1, del D.Lgs. 546/1992)

La proposizione e del ricorso non sospende la procedura di riscossione coattiva tranne nei casi in cui il ricorrente ne faccia espressa richiesta che trovi accoglimento con ordinanza della Commissione Tributaria Provinciale.

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Se la Camera di Commercio si accorge soltanto a seguito della proposizione di un ricorso di aver erroneamente contestato atti o cartelle in capo a soggetti non obbligati al pagamento, in tutto o in parte, ne può sempre disporre l’annullamento totale o parziale in autotutela prima che la Commissione Tributaria si pronunci.

Dell’eseguito annullamento e sgravio è data tempestiva comunicazione all’impresa (o al legale difensore eventualmente delegato) nonché alla suddetta Commissione chiedendo, soltanto nel caso in cui il ricorrente non sia più tenuto al pagamento di alcuna somma, che sia pronunciata la cessazione della materia del contendere.

E’ quindi interamente applicabile al diritto annuale la disciplina del contenzioso tributario (D. Lgs. 546/1992) mentre non è applicabile la Legge 212/2000 “Statuto del Contribuente” direttamente riferita agli organi di amministrazione finanziaria che e, ai commi 3 e 4 dell’art.1, prevede un espresso obbligo di adattamento degli statuti degli enti locali, quali Comuni, Province e Regioni; nessuna altra norma del suddetto statuto contiene indicazioni espresse a carico delle Camere di Commercio, ovvero genericamente alle “altre pubbliche amministrazioni”.

Le Camere di Commercio, definite dall’art.1 della legge n.580/1993 come enti autonomi di diritto pubblico restano estranee alla categoria degli enti locali: da ciò si evince che nessuna norma dello Statuto del Contribuente è applicabile alle Camere di Commercio.

Tuttavia la Camera, condividendo i principi ispiratori dello Statuto del Contribuente, ha recepito le finalità in esso contenute richiamandole nell’art. 4 “Tutela dell’affidamento e della buona fede. Errori del contribuente” del Regolamento nonché ogni comportamento posto in essere dagli addetti camerali impegnati nelle attività di riscossione del diritto annuale. Il comma 1 dell’art. 4 dispone infatti che “I rapporti tra contribuente e Camera di commercio sono improntati al principio della trasparenza, collaborazione e della buona fede”

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Il citato art. 4 disciplina inoltre, ai commi 2, 3 e 4 il diritto di interpello disponendo che:

“Il contribuente, mediante richiesta scritta, ha il diritto di interpello in ordine all’interpretazione della normativa vigente in materia di diritto annuale e sulla modalità di applicazione della stessa nei propri confronti.” (comma 2)

“La risposta ha efficacia esclusivamente nei confronti del contribuente che ha inoltrato l’istanza di interpello, limitatamente al caso concreto e personale nella stessa prospettato. Tale efficacia si estende anche ai comportamenti successivi del contribuente, purché siano riconducibili alla fattispecie oggetto dell’interpello, salvo rettifica della soluzione interpretativa, precedentemente data” (comma 3)

“Qualora la risposta su istanze regolarmente presentate e recanti l’indicazione della soluzione interpretativa, non pervenga al contribuente entro il prescritto termine di 90 (novanta) giorni si intende che la Camera di commercio concordi con l’interpretazione o il comportamento prospettato dal richiedente. Limitatamente alla questione o fattispecie oggetto di interpello, sono nulli gli atti amministrativi, anche a contenuto impositivo o sanzionatorio, emanati in difformità della risposta fornita, ovvero della interpretazione sulla quale si è formato il silenzio assenso. (comma 4)

Per poter esercitare il diritto di interpello e beneficiare pertanto anche del silenzio assenso di cui al comma 4 è necessario che sia esplicitamente scritto sull’istanza che trattasi di “interpello”.

A tal fine è stato predisposto un apposito MODELLO (MODELLO 11) scaricabile dal sito camerale www.rc.camcom.it alla sezione Modulistica Diritto annuale.

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G I UR ISPRUDENZA

Esistono già alcune sentenze favorevoli alla Camera sui seguenti punti:

Il diritto annuale e’ un tributo dovuto per legge - Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione - sentenza n. 13549 del

24/06/2005 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria - sentenza

n. 448/7/07

Il diritto annuale non è in contrasto con la direttiva C.E.E. n. 69/335 - Commissione Tributaria Regionale Puglia sez. Foggia – sentenza n.

96/26/04 - Corte d’Appello di Caltanissetta – sentenza n. 326 del 21/12/2005

Il diritto annuale si prescrive in dieci anni

- Cassazione sez. I: sentenza n. 4251 del 6/10/1977 - Cassazione sez. V: sentenze n. 18110 dell’8/9/2004 e n. 18432 del

16/09/2005 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza n.

137/7/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza n.

430/1/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza n.

448/7/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Genova – sentenza n. 3/20/07

Il termine di decadenza ex art. 25 D.P.R. 602/1973 non

si applica al diritto annuale - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 394/1/06 - Commissione Tributaria Provinciale di Prato – sentenza n. 122/3/06

Il diritto annuale è dovuto fino all’anno della

cancellazione. La cessazione dell’attività non comporta l’automatico esonero dell’obbligo del pagamento

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Imprese Individuali - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 137/7/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 248/9/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 595/6/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 120/7/08 Società sciolte - Tribunale di Ancona – decreto del 16/02/1998 - Commissione Tributaria Provinciale di Ferrara – sentenza n. 72 del

20/04/2007 Società inattive - Commissione Tributaria Provinciale di Genova – sentenza n. 560/20/06 - Commissione Tributaria Provinciale di Genova – sentenza n. 11/10/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Prato – sentenza n. 18/5/07

Società in liquidazione - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 333/6/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 348/9/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Benevento – sentenza n. 207/1/06 - Commissione Tributaria Provinciale di Brindisi – sentenza n. 138/4/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Genova – sentenza n. 15/03/07 - Commissione Tributaria Provinciale di Ravenna – sentenza n. 140/2/06

Amministrazione giudiziaria - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza n. 4/7/08

La sovrattassa per tardato pagamento del diritto annuale (fino all’anno di riferimento 2000) ha una funzione risarcitoria (non sanzionatoria) per il mancato introito ed è pertanto dovuta anche dagli eredi - Cassazione Civile sez. I - sentenza n. 8525 del 22/6/2001

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E’ legittima l’irrogazione di sanzione mediante iscrizione diretta a ruolo senza preventiva contestazione - Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria – sentenza

n. 40/6/08 - Commissione Tributaria Provinciale di Brindisi – sentenza n. 138/4/07

L’Agente della riscossione è soggetto di legittimazione

passiva per le contestazioni su tutte le attività finalizzate al recupero coattivo a partire dalla notifica delle cartelle di pagamento. - Cassazione Civile - sentenza n. 6450 del 6/5/2002 - Cassazione Civile - sentenza n. 3242 del 14/2/2007

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Come si possono

versare le somme richieste dalla Camera?

L’impresa che riceve una cartella di pagamento o un atto sanzionatorio per una violazione e che ritiene di essere tenuta al versamento può eseguire il pagamento delle somme in un’unica soluzione o chiedere la dilazione (rateizzazione).

e un’impresa riceve un atto di irrogazione (atto o cartella) e ritiene di essere tenuta al pagamento delle somme richieste può eseguire il versamento in un’unica soluzione attenendosi sempre alle indicazioni riportate nell’atto stesso.

Se l’impresa, come indicato all’art. 19, comma 1, del D.P.R. 602 del 29/09/1973 e successive modificazioni, si trova in una “temporanea situazione di obiettiva difficoltà” può produrre alla Camera di Commercio di Reggio Calabria una istanza di dilazione per chiedere di estinguere a rate il debito complessivo per diritto annuale, sanzioni ed interessi.

Capitolo

15

S

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PAGAMENTO TOTALE DELLE SOMME DOVUTE

Il pagamento del diritto annuale e relativi interessi e sanzioni si esegue secondo le modalità indicate nell’atto o nella cartella di pagamento e cioè:

mediante modello F24 per le somme riportate nella lettera informativa o richieste a mezzo atto sanzionatorio (in tale ultimo caso ciascun destinatario è tenuto anche a rimborsare alla Camera di Commercio le spese di accertamento e notifica già sostenute)

in favore dell’Agente della Riscossione se le somme sono portate da una cartella di pagamento: è ammesso il pagamento presso gli sportelli del competente agente o presso gli uffici postali e bancari utilizzando, entro 60 giorni dalla data di notifica, il bollettino di conto corrente precompilato (RAV) allegato alla cartella stessa oppure i bollettini postali modello F35 utilizzabili sia per i pagamenti fuori termine (per aggiungere anche interessi di mora e spese) sia per i pagamenti parziali; è altresì possibile eseguire i pagamenti tramite carta di credito telefonando al numero indicato in cartella o collegandosi al sito www.taxtel.it.

Nel caso in cui siano state emesse più cartelle di pagamento o più atti sanzionatori poiché presente almeno un soggetto obbligato in solido al pagamento del debito dovuto dal debitore principale, il versamento eseguito da un solo obbligato, principale o in solido, estingue l’intero debito già in capo al debitore principale ed a tutti gli obbligati in solido.

Tale solidarietà non si applica alle spese di accertamento e notifica degli atti sanzionatori che per effetto dell’art. 14, comma 4, del Regolamento restano comunque a carico di ciascun destinatario.

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PAGAMENTO RATEALE DELLE SOMME DOVUTE

Se l’impresa intende versare quanto dovuto ma si trova in una “temporanea situazione di obiettiva difficoltà”, come indicato dell’art. 19, comma 1, del D.P.R. 602 del 29/09/1973 e successive modificazioni, può produrre alla Camera di Commercio di Reggio Calabria una istanza di rateazione per chiedere di estinguere a rate il debito complessivo per diritto annuale, sanzioni ed interessi.

Le recenti modifiche del citato articolo 19 e dell’art. 26 del D.Lgs. 46/1999, operate rispettivamente dai commi 2-bis e 2-ter dell’art. 36 del D.L. n.248/2007, convertito dalla legge n.31/2008, hanno attribuito agli Agenti della riscossione il potere di dilazionare il pagamento delle somme iscritte a ruolo “dalle amministrazioni statali, dalle agenzie istituite dallo Stato, dalle autorita' amministrative indipendenti e dagli enti pubblici previdenziali, fermo restando quanto previsto dalle norme speciali in materia di rateizzazione delle pene pecuniarie di cui all'articolo 236, comma 1, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115” (art. 26 comma 1 del D.Lgs. 46/1999).

E’ stato inoltre, dal comma 2 del richiamato articolo 26, che “Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano altresì alle restanti entrate iscritte a ruolo, salvo diversa determinazione dell'ente creditore, da comunicare all'agente della riscossione competente in ragione della sede legale dello stesso ente; tale determinazione produce effetti a decorrere dal trentesimo giorno successivo alla ricezione della comunicazione da parte del competente agente della riscossione”.

La Camera di Commercio di Reggio Calabria, con nota del 12/4/2007 (prot. n. 5793), ha pertanto comunicato a tutti gli Agenti della riscossione che NON riconosce la facoltà prevista dall’art. 19 del D.P.R. 602/1973 e che continuerà a concedere le dilazioni direttamente.

La dilazione è quindi disciplinata dall’art.19 del D.P.R. 602/1973 e successive modificazioni, dall’art. 12 del D.M. 54/2005, dall’art. 15

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del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con Delibera n. 15 del 28/10/2005 e dalle direttive di cui alla Determinazione del Segretario Generale n. 399 del 24/12/2008. E’ possibile chiedere il pagamento a rate sia delle somme a ruolo (cartelle di pagamento) sia delle somme non a ruolo dovute mediante modello F24. Per il pagamento rateale sono dovuti gli interessi per dilazione nella misura attualmente fissata al 4% annuo (art. 21, comma 1, del D.P.R. 602/1973) Il modello dell’istanza (MODELLO 12), da produrre in bollo (€ 14,62), è scaricabile anche dal sito camerale www.rc.camcom.it alla sezione Modulistica Diritto Annuale. E’ inoltre prevista una procedura semplificata per la rateazione di somme non superiori ad € 300,00 ed un apposito modello di istanza (MODELLO 13), da produrre in bollo (€ 14,62), scaricabile anche dal sito camerale www.rc.camcom.it alla sezione Modulistica Diritto Annuale, cui non è necessario allegare alcuna documentazione giustificativa dello stato di “obiettiva difficoltà” poiché è sufficiente l’autodichiarazione, resa dal richiedente ai sensi degli artt. 46-47-76 del D.P.R. 445/2000. Tale ipotesi comporta la ripartizione del debito complessivo in un numero massimo di 3 rate mensili il cui importo non potrà essere inferiore ad € 50,00. Soltanto nel caso in cui il debitore di importi non superiori ad € 300,00 intendesse accedere ai benefici (importi e numero rate) riservati ai soggetti debitori di importi superiori che, per la difficoltà economica in cui si trova, sarebbero più vantaggiosi rispetto a quella di cui sopra, lo stesso potrà allegare la documentazione di seguito descritta in corrispondenza di ciascuna tipologia di richiedente.

Per richiedere la dilazione è necessario produrre una delle citate istanze (MODELLO 12 o 13), in bollo (€ 14,62), debitamente

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compilata e sottoscritta, corredata, in entrambi i casi, dei seguenti allegati: • fotocopia di un valido documento di identità del richiedente

• estratti di ruolo delle cartelle di pagamento oggetto dell’istanza

• copia di ogni atto di contestazione e di ogni atto contestuale di accertamento ed irrogazione oggetto dell’istanza

Per la rateazione di somme superiori ad € 300,00 è necessario allegare all’istanza, oltre a quanto sopra, la documentazione prevista per ciascuna tipologia di richiedente e cioè:

• certificazione I.S.E.E. completa e in corso di validità riferita al nucleo familiare del richiedente (se rientra tra le tipologie di cui al successivo paragrafo “1^ IPOTESI”) rilasciata da uno dei soggetti preposti per legge (Comuni, INPS, C.a.a.f. convenzionati con l’INPS, amministrazioni pubbliche erogatrici di prestazioni sociali agevolate).

• copia dell’ultimo Modello Unico presentato ed una relazione economico-patrimoniale sottoscritta da uno dei soci di società di persone, o dal titolare, per le ditte individuali in contabilità ordinaria (se rientra tra le tipologie di cui al successivo paragrafo “2^ IPOTESI”)

• copia dell’ultimo bilancio approvato da società di capitali, società cooperative o mutue assicuratrici e depositato nel Registro delle Imprese nonché una relazione, approvata dall’organo di controllo contabile o, se non previsto per legge, dall’assemblea, relativa allo stato economico-patrimoniale dell’impresa debitrice redatta secondo i criteri previsti dall’art. 2423 e segg. del C.C. non più di 2 mesi prima della presentazione dell’istanza (se rientra tra le tipologie di cui al successivo paragrafo “2^ IPOTESI”)

• altre eventuali dichiarazioni rese dal richiedente ai sensi degli artt. 46-47-76 del D.P.R. 445/2000 per rappresentare la “temporanea obiettiva difficoltà” nel caso in cui non si desuma da quanto sopra

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1^ IPOTESI

- titolare di un’impresa individuale che ha adottato il regime fiscale di contabilità semplificata per le imprese minori (art. 18 DPR 600/1973)

- titolare di un’impresa individuale che ha adottato il regime agevolato delle nuove iniziative imprenditoriali (art. 13 della legge 388/2000)

- titolare di un’impresa individuale che ha adottato il nuovo regime dei contribuenti minimi di cui alla legge 244/2007;

- titolare di un’impresa individuale che ha cessato l’attività

- società inattiva fin dalla sua costituzione

- società che ha cessato l’attività o è stata cancellata dal Registro Imprese

- erede di soggetto già titolare di impresa individuale

- erede di soggetto già amministratore o liquidatore di società di capitali

- erede di soggetto già socio o liquidatore di società di persone

2^ IPOTESI

- titolare di un’impresa individuale in contabilità ordinaria

- società attiva

Il mancato pagamento del diritto annuale relativo all’anno o agli anni successivi a quelli di riferimento delle somme di cui è richiesta la dilazione, comporterà il rigetto dell’istanza di dilazione: la domanda di rateazione potrà essere accolta solo nelle ipotesi in cui in essa vengano ricompresi tutti gli importi ancora dovuti non

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corrisposti entro la data naturale di scadenza di ciascuna annualità di riferimento. Esaminata l’istanza il Responsabile del Procedimento potrà esprimere parere favorevole alla rateazione previo esame della prescritta documentazione. In particolare, dovrà accertare, di volta in volta, la sussistenza del requisito della “temporanea situazione di temporanea obiettiva difficoltà” tenendo presente che tale situazione è quella in cui si trova il debitore che è nell’impossibilità di pagare il debito in un’unica soluzione e, tuttavia, è in grado di sopportare l’onere finanziario derivante dalla ripartizione del debito in un numero di rate congruo rispetto alle sue condizioni patrimoniali. Pertanto, nel formulare il proprio parere per l’accoglimento o meno delle istanze di rateazione, il Responsabile del Procedimento, si atterrà a quanto segue:

• nei casi di cui alla 1^ ipotesi l’ufficio potrà valutare equamente, tramite l’apposita tabella sottoriportata, la “temporanea situazione di obiettiva difficoltà” sulla base dell’indicatore ISEE rideterminato, di volta in volta, tenendo conto solo dell’I.S.R. - Indicatore Situazione Reddituale), fermo restando il numero massimo di 10 rate mensili fissato anche dall’art. 15 del Regolamento:

importo complessivo da rateizzare

fasce di indicatore ISEE (rideterminato solo

da ISR) importo massimo della rata mensile

numero massimo rate in cui è

divisibile il debito da € 0,00 ad € 100,00 da € 0,00 a € 7.000,00 € 20,00 5

da € 100,01 ad € 120,00 da € 0,00 a € 7.000,00 € 20,00 6 da € 120,01 ad € 140,00 da € 0,00 a € 7.000,00 € 20,00 7 da € 140,01 ad € 160,00 da € 0,00 a € 7.000,00 € 20,00 8 da € 160,01 ad € 180,00 da € 0,00 a € 7.000,00 € 20,00 9 da € 180,01 ad € 200,00 da € 0,00 a € 7.000,00 € 20,00 10

oltre € 200,00

da € 0,00 a € 7.000,00 da determinare

dividendo per 10 l’importo da

rateizzare

10

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importo complessivo da rateizzare

fasce di indicatore ISEE (rideterminato solo

da ISR) importo massimo della rata mensile

numero massimo rate in cui è

divisibile il debito da € 0,00 ad € 105,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 3

da € 105,01 ad € 140,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 4 da € 140,01 ad € 175,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 5 da € 175,01 ad € 210,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 6 da € 210,01 ad € 245,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 7 da € 245,01 ad € 280,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 8 da € 280,01 ad € 315,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 9 da € 315,01 ad € 350,00 da € 7.000,01 a € 10.000,00 € 35,00 10

oltre € 350,00

da € 7.000,01 a € 10.000,00

da determinare dividendo per 10

l’importo da rateizzare

10

importo complessivo da rateizzare

fasce di indicatore ISEE (rideterminato solo

da ISR) importo massimo della rata mensile

numero massimo rate in cui è

divisibile il debito da € 0,00 ad € 100,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 2

da € 100,01 ad € 150,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 3 da € 150,01 ad € 200,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 4 da € 200,01 ad € 250,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 5 da € 250,01 ad € 300,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 6 da € 300,01 ad € 350,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 7 da € 350,01 ad € 400,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 8 da € 400,01 ad € 450,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 9 da € 450,01 ad € 500,00 da € 10.000,01 a € 15.000,00 € 50,00 10

oltre € 500,00

da € 10.000,01 a € 15.000,00

da determinare dividendo per 10

l’importo da rateizzare

10

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importo complessivo da rateizzare

fasce di indicatore ISEE (rideterminato solo

da ISR) importo massimo della rata mensile

numero massimo rate in cui è

divisibile il debito Da € 0,00 ad € 140,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 2

Da € 140,01 ad € 210,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 3 Da € 210,01 ad € 280,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 4 Da € 280,01 ad € 350,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 5 Da € 350,01 ad € 420,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 6 Da € 420,01 ad € 490,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 7 Da € 490,01 ad € 560,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 8 Da € 560,01 ad € 630,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 9 Da € 630,01 ad € 700,00 da € 15.000,01 a € 20.000,00 € 70,00 10

oltre € 700,00

da € 15.000,01 a € 20.000,00

da determinare dividendo per 10

l’importo da rateizzare

10

importo complessivo da rateizzare

fasce di indicatore ISEE (rideterminato solo

da ISR) importo massimo della rata mensile

numero massimo rate in cui è

divisibile il debito Da € 0,00 ad € 200,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 2

Da € 200,01 ad € 300,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 3 Da € 300,01 ad € 400,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 4 Da € 400,01 ad € 500,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 5 Da € 500,01 ad € 600,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 6 Da € 600,01 ad € 700,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 7 Da € 700,01 ad € 800,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 8 Da € 800,01 ad € 900,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 9 Da € 900,01 ad € 1.000,00 da € 20.000,01 a € 30.000,00 € 100,00 10

oltre € 1.000,00

da € 20.000,01 a € 30.000,00

da determinare dividendo per 10

l’importo da rateizzare

10

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• nei casi di cui alla 2^ ipotesi invece è l’indicazione dell’Indice di Liquidità (che si ottiene sommando liquidità immediata + liquidità differita e dividendo la somma per il totale per le passività correnti) e dell’Indice Alfa (che si ottiene dividendo il debito complessivo da rateizzare, comprensivo di interessi di mora, spese esecutive e diritti di notifica, per il valore della produzione e moltiplicando il risultato per 100) che consente all’ufficio di valutare la sussistenza della “temporanea situazione di obiettiva difficoltà”; l’indice di liquidità e l’indice alfa dichiarati dal richiedente devono corrispondere effettivamente a quanto riportato nel bilancio o nella relazione economico-patrimoniale e devono essere rispettivamente inferiore ad 1 e almeno uguale a 3. Il numero massimo di rate concedibili sarà rapportato all’Indice Alfa: se tale indice è uguale o superiore a 8 il numero massimo sarà di 10 rate, se superiore a 6 ed inferiore ad 8, il numero massimo di rate sarà 7, se compreso tra 34 e 6 il numero massimo di rate sarà 5. Al di fuori dei parametri fissati non potrà essere espresso parere favorevole ad eccezione delle ipotesi in cui la difficoltà ad adempiere in un’unica soluzione possa facilmente evincersi dalla sussistenza di documentati eventi straordinari che incidano in maniera significativa sulla liquidità dell’impresa richiedente.

Nelle more del provvedimento di accoglimento o diniego della rateazione, la semplice presentazione dell’istanza non comporta la revoca delle misure cautelari già avviate dal competente Agente della Riscossione, quali fermi amministrativi, ipoteche, ecc.

Dalla data di presentazione dell’istanza di dilazione è invece precluso l’avvio di nuove azioni esecutive e sono sospese quelle eventualmente già avviate.

La sola presentazione dell’istanza non farà inoltre venir meno in capo al debitore la qualifica di soggetto inadempiente di cui all’art. 48-bis del DPR 602/73 in materia di pagamento di somme da parte delle pubbliche amministrazioni.

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Il procedimento amministrativo che ha preso inizio con la presentazione dell’istanza di rateazione deve necessariamente concludersi con un provvedimento espresso proposto dal Responsabile del Servizio Economico Finanziario sulla base delle motivate risultanze istruttorie del Responsabile del procedimento: la domanda potrà essere accolta o respinta.

Se la domanda viene accolta il provvedimento dovrà prevedere il numero di rate mensili che, entro il limite massimo di 10, si riterrà congruo sulla base di quanto indicato nelle tabelle soprariporate; la scadenza di ogni rata dovrà essere fissata all’ultimo giorno di ciascun mese; l’importo delle singole rate dovrà essere calcolato arrotondando all’unità di euro superiore. Il pagamento delle rate dovrà essere eseguito in favore del competente Agente della riscossione se le somme rateizzate sono iscritte a ruolo oppure in favore della Camera (mediante F24) se le somme rateizzate non sono iscritte a ruolo. Per le somme iscritte a ruolo, la Camera trasmetterà telematicamente il provvedimento di dilazione al competente Agente della Riscossione per l’immediata sospensione della procedura di riscossione coattiva. A seguito dell’accoglimento della domanda di rateazione ed in particolare con il pagamento della prima rata si producono i seguenti effetti: l’Agente della riscossione dovrà rinunciare ad eventuali procedure esecutive avviate; dovrà altresì revocare il fermo amministrativo iscritto e il debitore perderà la qualifica di “contribuente moroso” di cui all’art. 48-bis del D.P.R. 602/73. Il mancato pagamento anche di una sola rata comporta la decadenza dal beneficio della rateazione: sarà pertanto immediatamente revocato il provvedimento di rateazione ed il debitore inadempiente sarà obbligato a provvedere al pagamento del

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debito residuo entro 30 giorni dalla scadenza della rata non adempiuta: il debito residuo infatti non potrà più essere rateizzato neanche se dovesse formare oggetto di istanza successiva. Se la domanda viene respinta il provvedimento dovrà darne congrua e adeguata motivazione: la decisione dovrà essere comunicata al contribuente e contenere la motivazione del rifiuto con l’esposizione dei presupposti di fatto e delle ragioni giuridiche che l’hanno indotta. Anche un accoglimento parziale (esempio: la concessione di un numero di rate inferiore a quello richiesto) dovrà necessariamente essere motivato. A seguito della comunicazione del provvedimento di diniego il contribuente dispone di dieci giorni di tempo, decorrenti dalla data di ricevimento della stessa comunicazione, per presentare eventuali osservazioni inerenti la procedura stessa e i motivi di del diniego. Decorso tale termine sarà emesso il provvedimento finale di rigetto nel quale sarà indicato, oltre agli elementi di cui sopra e alle eventuali repliche alle osservazioni formulate dal debitore, anche il termine di 60 giorni per presentare ricorso all’autorità competente che è il Tribunale Amministrativo Regionale.

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E per le annualità

anteriori al 2001?

L’impresa non in regola per annualità anteriori al 2001 può sempre regolarizzare la propria posizione debitoria

e un’impresa si accorge di non essere in regola per annualità anteriori al 2001, che andavano corrisposte entro il 20 giugno di ciascun anno di riferimento mediante bollettino di conto corrente postale intestato alla Camera, può provvedere anche

oggi al pagamento delle somme complessivamente dovute.

Le annualità anteriori al 2001 sono state tutte iscritte a ruolo: se l’impresa non ha ancora provveduto al pagamento di annualità pregresse dovrà quindi eseguire il versamento esclusivamente in favore del competente Agente della Riscossione, nelle modalità dettagliatamente indicate al precedente capitolo 15.

Per eseguire il versamento è necessario conoscere il codice fiscale del debitore ed il numero della cartella in cui è compreso l’importo dovuto.

Capitolo

16

S

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E’ possibile ottenere ogni informazione preventiva al pagamento anche presso il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale della Camera che comunicherà all’impresa l’importo iscritto a ruolo per ciascuna annualità ed il relativo anno di emissione delle cartelle, dati necessari per l’acquisizione degli estratti di ruolo (uno per ogni cartella di pagamento già emessa) presso gli sportelli del competente Agente della Riscossione.

Il Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale non può fornire ulteriori informazioni perché la Camera di Commercio, consegnati i ruoli agli Agenti della Riscossione, non è responsabile né della notifica delle cartelle né di ogni altra procedura eventualmente intrapresa da ciascun Agente per il recupero coattivo di quanto non versato nei termini dai soggetti debitori.

Le somme iscritte a ruolo per annualità anteriori al 2001 sono comprensive di una sovrattassa per ritardato pagamento fissata al 2% mensile per ogni mese di ritardo o frazione di mese superiore a 15 giorni (art. 34, comma 3, del D.L. 22/12/1981 n. 786 convertito con modifiche dalla Legge n. 51/1982): la cartella di pagamento conterrà pertanto importi con codice tributo 0961 (diritto annuale) e 0962 (sovrattassa).

La sovrattassa di cui sopra è dovuta anche dagli eredi poiché non è una sanzione (intrasmissibile ai sensi dell’art. 8 del D.Lg.s 472/1997) ma assolve anche ad una funzione risarcitoria per il mancato introito, entro il termine di scadenza, del diritto annuale dovuto alle Camere di Commercio (Cassazione Civile Sezione I, 22 giugno 2001, n. 8525).

Al diritto annuale è applicabile il termine di prescrizione ordinario (10 anni) poiché non deriva da obbligazioni di natura civilistica, che rientrano tra le fattispecie cui applicare le prescrizioni brevi di cui all’art. 2948 C.C., ma è un tributo dovuto per legge.

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Per giurisprudenza costante, e salvo eccezioni previste dalle singole leggi, le obbligazioni tributarie si prescrivono infatti con il decorso di 10 anni. (Cass.Sez. V,16/9/05 n.18432; sez.V, 8/9/04 n.18110; sez.I, 6/10/1977 n.4251).

Le cartelle riferite al diritto annuale e relativa sovrattassa sono state emesse dalla Camera entro i termini fissati dalla legge: pertanto l’eventuale tardiva notifica è contestabile esclusivamente al competente Agente della Riscossione che ha preso in carico i relativi ruoli e non alla Camera: soggetto di legittimazione passiva è quindi l’Agente cui sono devolute tutte le attività finalizzate al recupero coattivo a partire dalla notifica delle cartelle di pagamento (sentenza della Cassazione n. 6450 del 06/05/2002).

Si precisa, perché più volte ne è stata invocata l’applicazione, che alle somme iscritte a ruolo dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria non sono stati applicati i commi 10-bis e 10-ter dell’art. 36 della legge n. 46 del 26/02/1999 (comunemente noti come “rottamazione dei ruoli”) poiché al 31/12/2002 non sussistevano le condizioni previste dalle lettere a) e b) del suddetto comma 10-bis per i ruoli resi esecutivi prima del 31/12/1994: potrebbero pertanto essere ancora esigibili crediti derivanti da diritto annuale e sovrattasse riferiti ad annualità pregresse se risultano regolarmente eseguite da parte del competente Agente della Riscossione tutte le fasi previste dalla legge per la procedura di notifica.

Ogni soggetto obbligato in solido al pagamento delle somme dovute dall’obbligato principale è individuato dall’Agente della Riscossione che procede ad eseguire ogni notifica nei confronti delle tipologie di soggetti (titolare, amministratori, socio, curatore, liquidatore, ecc.) tassativamente elencati dalla normativa vigente: qualora fosse notificata una cartella a soggetti non obbligati in solido è necessario eseguire la contestazione esclusivamente nei confronti dell’Agente e non della Camera, accertandosi preventivamente dell’eseguito aggiornamento dei dati iscritti nel Registro delle Imprese.

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Nel caso in cui l’impresa ritenga non dovute le somme portate da una cartella di pagamento riferita ad annualità anteriori al 2001 potrà sempre rivolgersi al Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale (vedi riferimenti al capitolo 14) per chiedere chiarimenti nonché la verifica dei dati in essa contenuti utilizzando l’apposito modello (MODELLO 10) scaricabile dal sito camerale www.rc.camcom.it alla sezione Modulistica Diritto Annuale nonché produrre istanza di sgravio, secondo il modello (MODELLO 9), anch’esso scaricabile come il precedente.

La Camera, in autotutela, provvederà all’annullamento della cartella, disponendone lo sgravio, nel caso in cui accerti, sulla base della documentazione allegata all’istanza o dagli atti d’ufficio, che le somme iscritte a ruolo non sono dovute; tempestiva notifica del provvedimento di sgravio verrà data al richiedente da parte della Camera che provvederà anche a trasmetterlo al competente Agente della Riscossione per l’interruzione della procedura di riscossione coattiva già intrapresa nonché delle eventuali procedure esecutive (fermo auto, ipoteca, ecc.) eventualmente già in corso, senza alcun aggravio di spese a carico del soggetto se, per effetto di uno sgravio totale, non più debitore di nessuna delle somme portate dalla cartella: se lo sgravio ottenuto dall’impresa è parziale o se la cartella comprende tributi iscritti a ruolo da enti diversi, ancora dovuti, sono a carico del debitore tutte le spese e gli oneri aggiuntivi già maturati.

Avverso la cartella di pagamento è possibile anche proporre ricorso in Commissione Tributaria Provinciale ai sensi del D.Lgs. 546/1992, come già argomentato nel precedente capitolo 14.

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CAUSE DI ESONERO DAL PAGAMENTO

Limitatamente alle annualità anteriori al 2001 costituivano cause di esonero dal pagamento:

• lo scioglimento di società con o senza messa in liquidazione, a partire dall’anno successivo allo scioglimento: in tal caso le società ancora iscritte non sono tenute al pagamento del diritto annuale per gli anni successivi allo scioglimento ma anteriori al 2001 (entrata in vigore del D.M. 359/2001) mentre dovranno corrispondere le annualità comprese tra il 2001 e l’anno in cui produrranno istanza di cancellazione dal Registro delle Imprese, per effetto della modifica del presupposto impositivo che dal 2001 è appunto la permanenza della iscrizione e non l’esercizio dell’attività;

• le società già attive che avevano prodotto denuncia di cessazione attività in data anteriore al 2001 rimanendo iscritte nel Registro delle Imprese come “inattive”, a partire dall’anno successivo alla cessazione delle attività: anche in tal caso sono esonerate dal pagamento per gli anni compresi tra l’anno successivo alla cessazione attività e l’anno 2000 compreso mentre, se ancora iscritte, sono tenute al pagamento per gli anni compresi tra il 2001 e l’anno in cui produrranno istanza di cancellazione dal Registro delle Imprese, per effetto della modifica del presupposto impositivo che dal 2001 è appunto la permanenza della iscrizione e non l’esercizio dell’attività; analogo esonero non era invece applicabile alle società inattive fin dall’iscrizione poiché mai avviata l’attività;

• le imprese individuali che al 16/10/2001 (giorno precedente all’entrata in vigore del D.M. 359/2001) avevano prodotto domanda di cancellazione con decorrenza retroattiva, esonerate dal pagamento del diritto annuale dall’anno successivo alla cessazione delle attività, nonostante tardivamente prodotta l’istanza di cancellazione perché anche in questo caso presupposto impositivo era soltanto l’esercizio dell’attività. Tale esonero non è applicabile,

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neanche per le annualità fino al 2000, alle imprese che hanno prodotto istanza di cancellazione in data successiva al 16/10/2001 tenute al pagamento del diritto annuale ininterrottamente fino all’anno della cancellazione: l’esonero è previsto soltanto per le imprese che avevano già prodotto domanda di cancellazione nel periodo in cui era applicabile al diritto annuale la normativa previgente al D.M. 359/2001 quindi fino al 16/10/2001 compreso.

• le società cooperative sciolte per atto dell’autorità (art.. 2545-septiesdecies C.C. già art. 2544) e le imprese fallite o in liquidazione coatta amministrativa che erano già esonerate, come previsto anche dalla normativa vigente, a partire dall’anno solare successivo alla data del relativo provvedimento (tranne i casi in cui sia per le fallite sia stato autorizzato, e fino a quando non sia cessato, l’esercizio provvisorio dell’impresa) .

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Come si presenta

un’istanza ?

L’impresa può scegliere tra varie modalità di presentazione delle istanze.

n’impresa che deve formulare una qualsiasi istanza da presentare al Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale della Camera di Commercio di Reggio Calabria deve seguire l’apposito schema allegato alla presente pubblicazione

(FORMULARIO) e scaricabile dal sito camerale (www.rc.camcom.it) alla sezione Modulistica Diritto Annuale.

Si consiglia di indicare sempre nell’istanza un recapito telefonico cui gli operatori camerali potranno rivolgersi per richiedere eventuali chiarimenti o integrazioni documentali al fine di rendere più celere la conclusione del procedimento avviato per mezzo dell’istanza stessa.

Per la presentazione di ciascuna istanza può scegliere una delle possibili modalità attenendosi a quanto di seguito indicato.

Capitolo

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U

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La presentazione “brevi manu” allo sportello E’ quella scelta dalle imprese che preferiscono presentare le istanze allo sportello diritto annuale (sportello 1), ubicato al piano terra della sede camerale (via Tommaso Campanella n. 12), nel Salone Unico degli Sportelli al Pubblico. Lo sportello 1 è aperto

da lunedì a venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,00

Prima di accedere allo sportello è necessario munirsi del numero di prenotazione ritirabile presso l’apposito distributore posto all’ingresso della Camera.

Dopo un primo esame istruttorio sulla completezza dei dati inseriti nell’istanza e sulla presenza di eventuali allegati, se previsti, sarà tempestivamente rilasciata allo sportello un’apposita ricevuta riportante la data di presentazione dell’istanza, il timbro camerale, il nominativo del responsabile del procedimento avviato mediante l’istanza stessa, il nominativo dell’operatore cui è stata consegnata ed il numero telefonico cui è possibile rivolgersi per ottenere ogni informazione sullo stato di avanzamento del procedimento.

Presso la sede decentrata di Gioia Tauro non è possibile produrre istanze indirizzate al Servizio Economico Finanziario – Diritto annuale, presente soltanto presso la sede centrale.

La presentazione mediante servizio postale

E’ quella scelta dalle imprese che preferiscono spedire le istanze mediante il servizio postale. L’indirizzo della sede centrale della Camera di Commercio di Reggio Calabria, cui inviare ogni istanza, è il seguente:

via Tommaso Campanella n. 12 - 89125 Reggio Calabria

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La presentazione a mezzo fax

E’ quella scelta dalle imprese che preferiscono inviare le istanze via fax. Il numero di fax del Servizio Economico Finanziario - Diritto annuale è:

0965/332373

Ad ogni istanza inviata a mezzo fax deve essere obbligatoriamente allegata una copia di un valido documento di identità del sottoscrittore.

La presentazione per posta elettronica (e-mail)

E’ quella scelta dalle imprese che preferiscono inviare le istanze per e-mail. L’indirizzo di posta elettronica certificata del Servizio Economico Finanziario-Diritto annuale è:

[email protected]

Possono essere utilizzati in alternativa anche l’indirizzo di posta elettrica certificata della Camera:

[email protected]

e gli indirizzi di posta elettronica del personale attualmente assegnato al Servizio Economico Finanziario-Diritto annuale:

[email protected] - [email protected]

Ad ogni istanza inviata per e-mail, da una casella di posta elettronica non certificata, deve essere obbligatoriamente allegata una copia di un valido documento di identità del sottoscrittore.

Non è necessario allegare copia del documento di identità del sottoscrittore se l’istanza completa è stata firmata digitalmente o se viene trasmessa da una casella di Posta Elettronica Certificata (P.E.C.).

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Qualche consiglio….

…….agli amministratori e ai liquidatori

Si consiglia agli amministratori e/o liquidatori delle società in corso di scioglimento e/o cancellazione dal Registro delle Imprese di rivolgersi preventivamente al Servizio Economico Finanziario-Diritto annuale per verificare lo stato dei pagamenti del diritto annuale relativo agli anni pregressi e di regolarizzare quindi, in caso di omesso o incompleto versamento, la posizione debitoria della propria società nei confronti della Camera di Commercio.

Quanto sopra per consentire alle società in questione di ottemperare spontaneamente alle responsabilità previste a carico dei soci e degli amministratori/liquidatori dalle leggi vigenti tra cui si ricordano:

• l’art. 2312 C.C. , comma 2, e dell’art. 2495 C.C., comma 2: dopo la cancellazione della società i creditori sociali insoddisfatti (quindi anche la Camera di Commercio) possono far valere il proprio credito nei confronti dei soci e se il mancato pagamento è dipeso da colpa dei liquidatori anche nei confronti di questi ultimi; ai sensi dell’art. 2324

Capitolo

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C.C. il credito può essere fatto valere anche nei confronti dei soci accomandanti limitatamente alla quota di liquidazione;

• l’art. 2280 C.C ., comma 1: i liquidatori non possono ripartire tra i soci, neppure parzialmente, i beni sociali, finché non siano pagati i creditori sociali o non siano accantonate le somme necessarie per pagarli

…….alle imprese ed ai professionisti

Attenzione ai bollettini precompilati !

Si rammenta che nessuna Camera di Commercio invia più bollettini per il pagamento del diritto annuale in quanto l’unica modalità di versamento è il modello F24. Massima attenzione quindi ai bollettini postali precompilati che spesso vengono inviati alle imprese da enti diversi e di ogni genere che propongono, previo pagamento della somma richiesta con l’allegato bollettino, l’adesione a vari servizi informativi per l’azienda o l’acquisto di pubblicazioni o servizi che normalmente non servono alle imprese.

Si consiglia di leggere con attenzione la lettera con cui il bollettino viene trasmesso per capire chiaramente di che servizio si tratta poiché leggendo soltanto le prime righe del testo spesso si può cadere nell’errore di pensare che si tratta della richiesta di pagamento del diritto annuale da parte della Camera di Commercio ritenendo così di essere in regola con i versamenti annuali.

Il personale del Servizio Economico Finanziario-Diritto annuale è sempre disponibile ad ogni chiarimento: non esitate dunque a contattarci ! ! !

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Attenzione inoltre alle telefonate!

Inoltre molte imprese ricevono spesso telefonate da operatori che presentandosi come “impiegati” della Camera di Commercio, senza riferire il proprio nominativo, segnalano che “l’impresa ha diritto ad un rimborso e che per poterlo eseguire è necessario comunicare per telefono le coordinate bancarie del conto corrente aziendale!”: non provengono sicuramente dalla Camera di Commercio queste telefonate!!!

Ogni qualvolta, per esigenze di celerità dei procedimenti, gli impiegati camerali ritenessero opportuno contattare telefonicamente l’impresa prima di tutto comunicano all’interlocutore il proprio nominativo e il Servizio Camerale cui sono assegnati, lasciando anche il proprio numero di telefono diretto per essere ricontattati o per consentire comunque all’interlocutore di poter richiamare anche al fine di accertarsi che la telefonata provenga effettivamente dalla Camera di Commercio!

Per quanto ai rimborsi ….le coordinate bancarie, oggi codice IBAN, vanno indicate nell’apposito riquadro dell’istanza di rimborso o comunicate, sempre per iscritto, con lettera successiva. In caso di mancata indicazione dei suddetti dati la Camera provvede comunque al rimborso, richiesto dall’impresa, senza telefonare, utilizzando modalità di pagamento alternative al bonifico (di solito invia un assegno circolare non trasferibile presso la sede dell’impresa o l’indirizzo di residenza del richiedente).

Attenzione dunque! Mai dare informazioni per telefono!

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APPENDICE

Normativa di riferimento

art. 34 del D. L. 22/12/1981 n. 786 (conv. in Legge 26/2/1982 n. 51) “Disposizioni in materia di finanza locale” Decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 “Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell'art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 431» art. 18 della Legge 29/12/1993 n. 580 “Riordino delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura”

D. P.R. 18/12/1997 n. 472 (limitatamente agli articoli applicabili) “Disposizioni generali in materia di sanzioni amministrative per le violazioni di norme tributarie, a norma dell'articolo 3, comma 133, della legge 23 dicembre 1996, n.662” Decreto Ministeriale 11/5/2001 n. 359 “Regolamento per l'attuazione dell'articolo 17 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, in materia di accertamento, riscossione e liquidazione del diritto annuale versato dalle imprese in favore delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura” Decreto Ministeriale 27/01/2005 n. 54 “Regolamento relativo all'applicazione delle sanzioni amministrative in caso di tardivo o omesso pagamento del diritto annuale da parte delle imprese a favore delle camere di commercio, emanato ai sensi dell'articolo 5-quater, comma 2, della legge 21 febbraio 2003, n. 27”

Regolamento del Consiglio Camerale (Delibera n. 15 del 28/10/2005) “Regolamento per la definizione dei criteri di determinazione delle sanzioni amministrative tributarie applicabili nei casi di violazioni relative al diritto annuale dovuto alla Camera di Commercio di Reggio Calabria”

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MODELLO 1

Alla Camera di Commercio I.A.A. Servizio Economico Finanziario Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 REGGIO CALABRIA

RICHIESTA SITUAZIONE DEBITORIA

Il/La sottoscritt___________________________________________________________________ in qualità di titolare / erede del titolare / legale rappresentante ( depennare la voce che non interessa ) dell’impresa _______________________________________________________________ con sede a _____________________________ in _______________________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ________________________ codice fiscale _______________________________ telefono _______________________________

CHIEDE

la verifica della situazione debitoria riferita al diritto annuale dovuto dall’impresa rappresentata e l’invio del prospetto di risposta a mezzo:

□ FAX al numero ___________________ □ E-mail all’indirizzo ________________________________________________________ □ Lettera da spedire per posta prioritaria al seguente indirizzo:

_____________________________________________________________________________

PER

□ SBLOCCARE LA CERTIFICAZIONE REGISTRO IMPRESE

□ ________________________________________________________________________ impegnandosi a versare quanto complessivamente dovuto per ciascuna annualità e ad inviare al Servizio Economico Finanziario - Diritto annuale una copia delle quietanze (o delle conferme di ricezione o di regolare acquisizione F24 telematici) attestanti che i pagamenti sono stati eseguiti in conformità alle indicazione di cui al suddetto prospetto. ALLEGATO:

� fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza

data_______________ firma per esteso e leggibile ___________________________________

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MODELLO 2

Alla Camera di Commercio I.A.A. di Reggio Calabria Servizio Economico-Finanziario - Diritto Annuale

E-MAIL: [email protected]

RICHIESTA ESISTENZA CREDITO COMPENSABILE MEDIANTE MODELLO F24

Il/La sottoscritt__ ____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ___________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

CHIEDE

di verificare l’esistenza di un credito riferito al diritto annuale (*) per € _______________ compensabile mediante F24 in quanto (selezionare una o più voci):

□ Non era dovuto il diritto annuale per l’annualità sopraindicata □ Pagato in eccesso per errore di calcolo □ Pagato due volte, in data _______________ ed in data ______________ □ Pagato con indicazione errata del codice provincia □ Pagato con indicazione errata dell’anno

□ __________________________________________________________

data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________ (*) se il credito è riferito anche a versamenti eseguiti con codice tributo 3851 e 3852, non compensabili, deve essere presentata

anche istanza di correzione (MODELLO 5) dei codici tributo (da 3851 e/o da 3852 a 3850, l’unico compensabile)

PARTE RISERVATA ALL’UFFICIO DIRITTO ANNUALE SI ATTESTA

□ l’esistenza del credito di € _________ riferito all’annualità _________ compensabile a pena di decadenza entro il ___/____/_______ □ che non è possibile operare alcuna compensazione per decadenza

(credito compensabile entro il ___/____/_______) □ che non risulta alcun credito per l’annualità indicata

Reggio Calabria, lì _____________

___________________________________________________________________________________

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MODELLO 3

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Alla Camera di Commercio I.A.A. Servizio Economico-Finanziario

Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 REGGIO CALABRIA

ISTANZA DI RIMBORSO

Il/La sottoscritt__ ____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ____________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

CHIEDE

il rimborso della somma di € _____________ versata in data ________________

per le seguenti annualità: ______________________________________________

� sul c/c postale n. _______________ intestato alla Camera di Reggio Cal.

� tramite il modello F24 di cui si allega copia quietanzata

� in contanti presso gli sportelli della Camera di Commercio di Reggio Calabria

� mediante il sistema di pagamento collegato all’invio di pratiche telematiche

� in favore dell’Agente della Riscossione di __________________________

___________________________________________________________________________________

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MODELLO 3

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in quanto:

□ il diritto annuale per l’annualità sopraindicata non era dovuto poiché è stata

richiesta la cancellazione dal Registro Imprese in data ___________________

□ è stata versata una somma superiore al dovuto per errore di calcolo

□ è stato pagato due volte: primo versamento eseguito il ___________________

□ è stato concesso lo sgravio di somme portate da errate cartelle di pagamento

□ _______________________________________________________________

______________________________________________________________

da eseguirsi: □ mediante bonifico sul conto corrente intestato all’impresa - codice IBAN:

(indicare 27 carat ter i alfanumerici)

□ mediante assegno circolare non trasferibile

dichiarando di essere consapevole che le spese e le commissioni inerenti l’esecuzione del rimborso richiesto con la presente istanza, se ed in quanto previste, saranno poste a carico del beneficiario.

ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � fotocopia della quietanza di versamento oggetto dell’istanza � fotocopia della quietanza di versamento relativa al pagamento eseguito prima di

quello che forma oggetto della presente istanza (in caso di duplicazione di pagamento) data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________ ___________________________________________________________________________________

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MODELLO 4

Alla Camera di Commercio I.A.A. Servizio Economico Finanziario

Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 REGGIO CALABRIA

RICHIESTA DI REGOLARIZZAZIONE POSIZIONE DEBITORIA

Il/La sottoscritt__ ____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ___________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

CHIEDE

ai sensi dell’art. 9, comma 3, del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con Delibera n. 15 del 28/10/2005, di regolarizzare la posizione debitoria della suddetta impresa relativamente alle annualità per le quali non è stato ancora avviato il procedimento di irrogazione al fine di ottenere l’applicazione della sanzione minima prevista dalla normativa vigente in corrispondenza di ciascuna violazione commessa e

DICHIARA di essere consapevole che la mancata regolarizzazione entro il termine di scadenza (non inferiore a 10 giorni dal ricevimento del riscontro alla presente) che sarà assegnato dall’ufficio, comporta l’immediato avvio del procedimento di irrogazione delle sanzioni per cui non sarà più possibile produrre analoga richiesta per le stesse annualità.

ALLEGATO: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza

data_______________ firma per esteso e leggibile ___________________________________ _____________________________________________________________________________________

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MODELLO 5

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Alla Camera di Commercio I.A.A. Servizio Economico-Finanziario

Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 REGGIO CALABRIA

RICHIESTA DI CORREZIONE DATI

ERRONEAMENTE INDICATI SUL MODELLO F24

Il/La sottoscritt__ ____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ___________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

COMUNICA

che in data ____________ ha versato mediante modello F24 € _________,___

□ riportando erroneamente quale anno di riferimento ____________, in quanto trattasi di versamento relativo all’anno ________________;

□ che è stato erroneamente trasmesso dall’Istituto delegato con anno di riferimento

__________ in luogo di anno di riferimento ________; □ riportando erroneamente quale codice tributo ____________, in quanto trattasi

di versamento relativo al codice tributo________________;

□ che è stato erroneamente trasmesso dall’Istituto delegato con codice tributo __________ in luogo del codice tributo ________;

_______________________________________________________________________

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MODELLO 5

Pagina 2 di 2

□ riportando erroneamente il C.F. ______________________________________

anziché quello corretto sopraindicato;

□ che è stato erroneamente trasmesso dall’istituto delegato con il

C.F.___________________________________ anziché quello corretto sopraindicato

□ _______________________________________________________________

_______________________________________________________________

CHIEDE

pertanto, di procedere alla imputazione del versamento secondo le suddette indicazioni.

ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza □ copia modello F24 quietanzato oggetto della presente istanza □ dichiarazione dell’istituto delegato sulla erronea trasmissione dei dati □ _____________________________________________________ data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________ ___________________________________________________________________________________

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MODELLO 6

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Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 Reggio Calabria

DEDUZIONI DIFENSIVE

avverso l’atto di contestazione n. ____/_____/___ riferito alle annualità________________________

Il/La sottoscritt__ _____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ____________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

COMUNICA

• che l’atto è stato erroneamente notificato al__ sottoscritt__ che all’epoca della

violazione non era titolare di nessuna delle cariche sociali elencate all’art. 13, comma 2, del Regolamento camerale nell’ambito dei soggetti destinatari di atti di contestazione in quanto _______________________________________________________________

_____________________________________________________________________

• che per le annualità cui si riferisce il richiamato atto di contestazione sono stati eseguiti i seguenti pagamenti che si allegano in copia alla presente:

- € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________

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MODELLO 6

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• che le somme richieste mediante il suddetto atto di contestazione non sono dovute per:

□ fallimento dell’impresa dichiarato in data ___/____/_____

□ liquidazione coatta amministrativa aperta in data ___/____/_____ □ cancellazione dell’impresa in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta

istanza prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____ per:

□ cessazione attività □ approvazione del bilancio finale di liquidazione di società di capitali □ approvazione del bilancio finale di liquidazione e del piano di riparto di

società di persone □ scioglimento anticipato senza liquidazione □ trasferimento sede d’impresa in altra provincia □ decesso del titolare di impresa individuale

□ cessazione di ogni attività nella provincia di Reggio Calabria esercitata esclusivamente mediante unità locale/i di impresa avente sede principale fuori provincia, in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza di cancellazione prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta

istanza di prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale d’ufficio con decorrenza anteriore alla/alle annualità di riferimento poiché coincidente con la sede principale dell’impresa

□ scioglimento di società cooperativa disposto ai sensi dell’art. 2544 C.C.

dall’autorità governativa con provvedimento del ___/____/_____

□ decesso del titolare di impresa individuale avvenuto in data ___/____/_____, non ancora comunicato al Registro Imprese per la cancellazione, ma valido ai fini della intrasmissibilità agli eredi delle sanzioni (codice tributo 3852) richieste mediante l’atto di contestazione soprarichiamato, fermo restando l’obbligo al pagamento del diritto annuale (codice tributo 3850) e degli interessi (codice tributo 3851), dovuti dagli eredi fino alla data in cui sarà presentata l’istanza di cancellazione.

□ scadenza esercizio fissata al ___/__ (giorno e mese), non coincidente con l’anno

solare, che comporta l’obbligo di versare il diritto annuale

□ entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni anno anziché entro il 16 giugno □ con la maggiorazione dello 0,40%, entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni

anno anziché entro il 16 luglio ________________________________________________________________________

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MODELLO 6

Pagina 3 di 3

□ errata determinazione delle somme richieste a titolo di ____________________

poiché dovuti € _____,__ anziché € _____,__ in quanto _____________________

_________________________________________________________________

e delle somme richieste a titolo di __________________ poiché dovuti € _____,__

anziché € _____,__ in quanto _______________________________________

_________________________________________________________________

□ ALTRO: _________________________________________________________

_________________________________________________________________

• che __________________________________________________________________

_____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________

DICHIARA

di non aver proposto dinnanzi alla Commissione Tributaria Provinciale alcun ricorso avverso l’atto di contestazione soprarichiamato

CHIEDE

pertanto, alla luce di quanto sopra, l’annullamento del suddetto atto di contestazione, consapevole di non poter produrre ricorso dinnanzi alla Commissione Tributaria fino alla notifica dell’atto motivato di irrogazione conseguente all’eventuale mancato accoglimento delle presenti deduzioni difensive. ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � fotocopia dell’atto di contestazione suindicato � fotocopia delle quietanze di versamento sopraindicate � certificato di morte (soltanto se il decesso non risulta annotato sulla posizione Registro Imprese) � ALTRO: ___________________________________________________________ data_______________ firma per esteso e leggibile

_______________________________________ ____________________________________________________________________________________

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MODELLO 7

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MEMORIA DIFENSIVA

avverso l’atto contestuale di accertamento ed irrogazione n. ____/_____/___

riferito alle annualità__________________

Il/La sottoscritt__ _____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ____________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

COMUNICA

• che l’atto è stato erroneamente notificato al__ sottoscritt__ che all’epoca della

violazione non era titolare di nessuna delle cariche sociali elencate all’art. 13, comma 2, del Regolamento camerale nell’ambito dei soggetti destinatari di atti contestuali di accertamento ed irrogazione in quanto ______________________________________

_____________________________________________________________________

• che per le annualità cui si riferisce il richiamato atto contestuale di accertamento ed irrogazione sono stati eseguiti i seguenti pagamenti che si allegano in copia alla presente: - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________

_____________________________________________________________________

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MODELLO 7

Pagina 2 di 3

• che le somme richieste mediante il suddetto atto contestuale di accertamento ed

irrogazione non sono dovute per:

□ fallimento dell’impresa dichiarato in data ___/____/_____

□ liquidazione coatta amministrativa aperta in data ___/____/_____

□ cancellazione dell’impresa in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta

istanza prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____ per:

□ cessazione attività □ approvazione del bilancio finale di liquidazione di società di capitali □ approvazione del bilancio finale di liquidazione e del piano di riparto di

società di persone □ scioglimento anticipato senza liquidazione □ trasferimento sede d’impresa in altra provincia □ decesso del titolare di impresa individuale

□ cessazione di ogni attività nella provincia di Reggio Calabria esercitata esclusivamente mediante unità locale/i di impresa avente sede principale fuori provincia, in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza di cancellazione prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta

istanza di prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale d’ufficio con decorrenza anteriore alla/alle annualità di riferimento poiché coincidente con la sede principale dell’impresa

□ scioglimento di società cooperativa disposto ai sensi dell’art. 2544 C.C.

dall’autorità governativa con provvedimento del ___/____/_____

□ decesso del titolare di impresa individuale avvenuto in data ___/____/_____, non ancora comunicato al Registro Imprese per la cancellazione, ma valido ai fini della intrasmissibilità agli eredi delle sanzioni (codice tributo 3852) richieste mediante l’atto soprarichiamato, fermo restando l’obbligo al pagamento del diritto annuale (codice tributo 3850) e degli interessi (codice tributo 3851), dovuti dagli eredi fino alla data in cui sarà presentata l’istanza di cancellazione.

□ scadenza esercizio fissata al ___/__ (giorno e mese), non coincidente con l’anno

solare, che comporta l’obbligo di versare il diritto annuale

□ entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni anno anziché entro il 16 giugno □ con la maggiorazione dello 0,40%, entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni

anno anziché entro il 16 luglio

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MODELLO 7

Pagina 3 di 3

□ errata determinazione delle somme richieste a titolo di ____________________

poiché dovuti € _____,__ anziché € _____,__ in quanto _____________________

_________________________________________________________________

e delle somme richieste a titolo di __________________ poiché dovuti € _____,__

anziché € _____,__ in quanto _______________________________________

_________________________________________________________________

□ ALTRO: _________________________________________________________

_________________________________________________________________

• che __________________________________________________________________

_____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________

CHIEDE

per le suddette motivazioni:

□ l’annullamento del

□ la rettifica degli importi richiesti mediante il

suddetto atto contestuale di accertamento ed irrogazione ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � fotocopia dell’atto contestuale di accertamento ed irrogazione suindicato � fotocopia delle quietanze di versamento sopraindicate � certificato di morte (soltanto se il decesso non risulta annotato sulla posizione Registro Imprese) � ALTRO: ___________________________________________________________ data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________

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MODELLO 8

Pagina 1 di 3

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MEMORIA DIFENSIVA

avverso la cartella di pagamento emessa per violazioni riferite alle annualità (successive al 2000):_____________________________ notificata dall’Agente della Riscossione di __________________

Il/La sottoscritt__ _____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ____________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

COMUNICA

• che la cartella è stata erroneamente intestata e notificata al__ sottoscritt__ che

all’epoca della violazione non era titolare di nessuna delle cariche sociali elencate all’art. 13, comma 2, del Regolamento camerale nell’ambito dei soggetti destinatari di atti di contestazione in quanto __________________________________________________

_____________________________________________________________________

• che per le annualità cui si riferisce la richiamata cartella di pagamento sono stati eseguiti i seguenti versamenti che si allegano in copia alla presente: - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ _____________________________________________________________________

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MODELLO 8

Pagina 2 di 3

• che le somme richieste mediante la suddetta cartella di pagamento non sono dovute per:

□ fallimento dell’impresa dichiarato in data ___/____/_____

□ liquidazione coatta amministrativa aperta in data ___/____/_____

□ cancellazione dell’impresa in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____ per:

□ cessazione attività □ approvazione del bilancio finale di liquidazione di società di capitali □ approvazione del bilancio finale di liquidazione e del piano di riparto di

società di persone □ scioglimento anticipato senza liquidazione □ trasferimento sede d’impresa in altra provincia □ decesso del titolare di impresa individuale

□ cessazione di ogni attività nella provincia di Reggio Calabria esercitata esclusivamente mediante unità locale/i di impresa avente sede principale fuori provincia, in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza di cancellazione prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta

istanza di prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale d’ufficio con decorrenza anteriore alla/alle annualità di riferimento poiché coincidente con la sede principale dell’impresa

□ scioglimento di società cooperativa disposto ai sensi dell’art. 2544 C.C.

dall’autorità governativa con provvedimento del ___/____/_____

□ decesso del titolare di impresa individuale avvenuto in data ___/____/_____, non ancora comunicato al Registro Imprese per la cancellazione, ma valido ai fini della intrasmissibilità agli eredi delle sanzioni (codice tributo 0962) richieste mediante la cartella di pagamento soprarichiamata, fermo restando l’obbligo al pagamento del diritto annuale (codice tributo 0961) e degli interessi (codice tributo 0992), dovuti dagli eredi fino alla data in cui sarà presentata l’istanza di cancellazione.

□ scadenza esercizio fissata al ___/__ (giorno e mese), non coincidente con l’anno

solare, che comporta l’obbligo di versare il diritto annuale

□ entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni anno anziché entro il 16 giugno □ con la maggiorazione dello 0,40%, entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni

anno anziché entro il 16 luglio ________________________________________________________________________

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MODELLO 8

Pagina 3 di 3

□ errata determinazione delle somme richieste a titolo di ____________________

poiché dovuti € _____,__ anziché € _____,__ in quanto _____________________

_________________________________________________________________

e delle somme richieste a titolo di __________________ poiché dovuti € ____,__

anziché € _____,__ in quanto _______________________________________

_________________________________________________________________

□ ALTRO: _________________________________________________________

_________________________________________________________________

• che __________________________________________________________________

_____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________

CHIEDE

per le suddette motivazioni

□ l’annullamento della suddetta cartella e l’emissione del conseguente provvedimento di sgravio totale delle somme iscritte a ruolo a carico dell’impresa rappresentata

□ la rettifica degli importi richiesti mediante la suddetta cartella di

pagamento e l’emissione del conseguente provvedimento di sgravio parziale delle somme iscritte a ruolo a carico dell’impresa rappresentata.

ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � fotocopia della cartella di pagamento suindicata (solo pag. 1 e 2) � fotocopia delle quietanze di versamento sopraindicate � certificato di morte (soltanto se il decesso non risulta annotato sulla posizione Registro Imprese) � ALTRO: ___________________________________________________________ data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________ ____________________________________________________________________________________

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MODELLO 9

Pagina 1 di 2

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Via Tommaso Campanella n. 12 89125 Reggio Calabria

ISTANZA DI SGRAVIO

avverso la cartella di pagamento emessa per le annualità (fino al 2000 compreso):____________ notificata dall’Agente della Riscossione di ___________________

Il/La sottoscritt__ _____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ____________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

COMUNICA

• che per le annualità cui si riferisce la richiamata cartella di pagamento sono stati eseguiti

i seguenti versamenti che si allegano in copia alla presente: - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________

• che le somme richieste mediante la suddetta cartella di pagamento non sono dovute per:

□ fallimento dell’impresa dichiarato in data ___/____/_____

□ liquidazione coatta amministrativa aperta in data ___/____/_____

□ cessazione di ogni attività nella provincia di Reggio Calabria esercitata esclusivamente mediante unità locale/i di impresa avente sede principale fuori provincia, in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza di cancellazione prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

________________________________________________________________________

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MODELLO 9

Pagina 2 di 2

□ cancellazione dell’impresa in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____ per:

□ cessazione attività □ approvazione del bilancio finale di liquidazione di società di capitali □ approvazione del bilancio finale di liquidazione e del piano di riparto di

società di persone □ scioglimento anticipato senza liquidazione □ trasferimento sede d’impresa in altra provincia □ decesso del titolare di impresa individuale

□ cessazione unità locale in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza di prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale d’ufficio con decorrenza anteriore alla/alle annualità di

riferimento poiché coincidente con la sede principale dell’impresa

□ scioglimento di società cooperativa disposto ai sensi dell’art. 2544 C.C. dall’autorità governativa con provvedimento del ___/____/_____

□ errata determinazione delle somme richieste a titolo di ____________________

poiché dovuti € _____,__ anziché € _____,__ in quanto _____________________

_________________________________________________________________

e delle somme richieste a titolo di __________________ poiché dovuti € _____,__

anziché € _____,__ in quanto _______________________________________

_________________________________________________________________

□ ALTRO: _________________________________________________________

• che __________________________________________________________________

CHIEDE per le suddette motivazioni l’emissione del provvedimento di sgravio totale/parziale (depennare la voce che non interessa) delle somme iscritte a ruolo a carico dell’impresa rappresentata. ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � fotocopia della cartella di pagamento suindicata (solo pag. 1 e 2) � fotocopia delle quietanze di versamento sopraindicate � ALTRO: ___________________________________________________________ data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________

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MODELLO 10

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Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 Reggio Calabria

RICHIESTA CHIARIMENTI SU CARTELLA DI PAGAMENTO

Il/La sottoscritt__ ________________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ______________________________________________________ con sede a _____________________________ in_______________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. _______________ codice fiscale _______________________________ telefono ______________________

COMUNICA

di aver ricevuto una cartella di pagamento riferita alla/alle annualità ___________________

CHIEDE

la verifica dei dati contenuti nella suddetta cartella, probabilmente errata, in quanto: • è stata notificata al__ sottoscritt__ che all’epoca della violazione non era titolare di

nessuna delle cariche sociali elencate all’art. 13, comma 2, del Regolamento camerale nell’ambito dei soggetti destinatari di atti di contestazione in quanto ________________

_____________________________________________________________________

• per le annualità cui si riferisce la richiamata cartella di pagamento sono stati eseguiti i seguenti versamenti che si allegano in copia alla presente:

- € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ - € ______,___ versati in data ___/____/_____ mediante ______________________ _____________________________________________________________________

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MODELLO 10

Pagina 2 di 3

• le somme richieste mediante la suddetta cartella di pagamento non sono dovute per:

□ fallimento dell’impresa dichiarato in data ___/____/_____

□ liquidazione coatta amministrativa aperta in data ___/____/_____

□ cancellazione dell’impresa in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____ per:

□ cessazione attività □ approvazione del bilancio finale di liquidazione di società di capitali □ approvazione del bilancio finale di liquidazione e del piano di riparto di

società di persone □ scioglimento anticipato senza liquidazione □ trasferimento sede d’impresa in altra provincia □ decesso del titolare di impresa individuale

□ cessazione di ogni attività nella provincia di Reggio Calabria esercitata esclusivamente mediante unità locale/i di impresa avente sede principale fuori provincia, in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta istanza di cancellazione prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale in data anteriore alla/alle annualità di riferimento giusta

istanza di prodotta in data ___/____/_____ con decorrenza ___/____/_____

□ cessazione unità locale d’ufficio con decorrenza anteriore alla/alle annualità di riferimento poiché coincidente con la sede principale dell’impresa

□ scioglimento di società cooperativa disposto ai sensi dell’art. 2544 C.C.

dall’autorità governativa con provvedimento del ___/____/_____

□ decesso del titolare di impresa individuale avvenuto in data ___/____/_____, non ancora comunicato al Registro Imprese per la cancellazione, ma valido ai fini della intrasmissibilità agli eredi delle sanzioni (codice tributo 0962) richieste mediante la cartella di pagamento soprarichiamata, fermo restando l’obbligo al pagamento del diritto annuale (codice tributo 0961) e degli interessi (codice tributo 0992), dovuti dagli eredi fino alla data in cui sarà presentata l’istanza di cancellazione.

□ scadenza esercizio fissata al ___/__ (giorno e mese), non coincidente con l’anno

solare, che comporta l’obbligo di versare il diritto annuale

□ entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni anno anziché entro il 16 giugno □ con la maggiorazione dello 0,40%, entro il ___/__ (giorno e mese) di ogni

anno anziché entro il 16 luglio ________________________________________________________________________

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MODELLO 10

Pagina 3 di 3

□ errata determinazione delle somme richieste a titolo di ____________________

poiché dovuti € _____,__ anziché € _____,__ in quanto _____________________

_________________________________________________________________

e delle somme richieste a titolo di __________________ poiché dovuti € _____,__

anziché € _____,__ in quanto _______________________________________

_________________________________________________________________

□ ALTRO: _________________________________________________________

_________________________________________________________________

_________________________________________________________________

_________________________________________________________________

• il/la sottoscritto/a ritiene/segnala (depennare la voce che non interessa) che_____________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

CONSAPEVOLE

che la presente richiesta non produce effetti sospensivi né interruttivi dei termini fissati dalla legge per la proposizione dei ricorsi innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale e

CHIEDE inoltre che l’esito della verifica oggetto della presente richiesta sia inviata al seguente

� indirizzo di posta elettronica:___________________@________________ � numero di fax: ________________________ ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � fotocopia della cartella di pagamento suindicata (solo pag. 1 e 2) � fotocopia delle quietanze di versamento sopraindicate � certificato di morte (soltanto se il decesso non risulta annotato sulla posizione Registro Imprese) � ALTRO: ___________________________________________________________

data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________ ____________________________________________________________________________________

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MODELLO 11

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Alla Camera di Commercio I.A.A. Servizio Economico Finanziario

Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 REGGIO CALABRIA

ISTANZA DI INTERPELLO

Il/La sottoscritt__ ____________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare la voce che non interessa) dell’impresa ___________________________________________________ con sede a _____________________________ in____________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ____________________e nel R.E.A. n. ____________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________

CHIEDE ai sensi dell’art.4, comma 2, del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con Delibera n. 15 del 28/10/2005 che codesta Camera si pronunci in merito al seguente caso ed alla soluzione interpretativa prospettata circa la normativa vigente in materia di diritto annuale e di modalità di applicazione della stessa nei confronti dell’impresa rappresentata dal/dalla sottoscritt__:

• CASO CONCRETO E PERSONALE IN CUI SI TROVA L’IMPRESA:

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

• SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA (O COMPORTAMENTO PROSPETTATO)

_______________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

ALLEGATO: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza

data_______________ firma per esteso e leggibile ___________________________________ __________________________________________________________________________________

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MODELLO 12

Pagina 1 di 5

Alla Camera di Commercio I.A.A. Servizio Economico-Finanziario

Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 REGGIO CALABRIA

ISTANZA DI RATEAZIONE

DEL DEBITO COMPLESSIVO RIFERITO ALLE ANNUALITA’_______________________________

Il/La sottoscritt__ _________________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare le voci che non interessano) dell’impresa ________________________________________________________ con sede a _____________________________ in_________________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ______________________e nel R.E.A. n. _______________ codice fiscale _______________________________ telefono ________________________ presa conoscenza delle disposizioni ed istruzioni operative interne di dilazione pagamenti di somme iscritte a ruolo e non, oggetto della Determinazione del Segretario Generale n. 399 del 24/12/2008

CHIEDE

di poter beneficiare della dilazione del debito complessivo riferito alle annualità

________________________________________ in n._____ (al massimo 10) rate mensili.

A tal fine, consapevole delle sanzioni penali previste dall’art. 76 D.P.R. 445/2000 in caso di

dichiarazioni mendaci, atti falsi o contenenti dati non più rispondenti a verità,

DICHIARA,

sotto la propria responsabilità, ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000, che:

_______________________________________________________________________________________

MARCA DA BOLLO DA € 14,62

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MODELLO 12

Pagina 2 di 5

1^ IPOTESI

(è possibile barrare soltanto una casella e, se prevista, soltanto una delle caselle sottostanti alla stessa)

IMPRESA INDIVIDUALE � è titolare di un’impresa individuale che ha adottato il regime fiscale di contabilità

semplificata per le imprese minori (art. 18 DPR 600/1973) � è titolare di un’impresa individuale che ha adottato il regime agevolato delle nuove

iniziative imprenditoriali (art. 13 della legge 388/2000) � è titolare di un’impresa individuale che ha adottato il nuovo regime dei contribuenti

minimi di cui alla legge 244/2007; � è titolare di un’impresa individuale che ha cessato l’attività in data ___/___/___

come si evince: � dalla posizione Registro Imprese già aggiornata � dall’allegata documentazione attestante che ________________________ _________________________________________________________

� è erede del/della Sig./Sig.ra ___________________________________________ già titolare di impresa individuale

SOCIETA’

� la società rappresentata è inattiva fin dalla sua costituzione

� la società rappresentata è stata cancellata/ha cessato le attività (depennare la voce che non

interessa) in data ___/___/___ come si evince:

� dalla posizione Registro Imprese già aggiornata

� dall’allegata documentazione attestante che ______________________

____________________________________________________________

� è erede del/della Sig./Sig.ra ________________________________________

� già amministratore di società di capitali

� già liquidatore di società di capitali

� già socio/a di società di persone

� già liquidatore di società di persone

Se è stata barrata una delle caselle di cui alla 1^ IPOTESI è necessario allegare all’istanza

la certificazione dell’I.S.E.E. (Indi catore de l la Si tuazione Economica Equivalen t e) del proprio

nucleo familiare rilasciata da uno dei soggetti preposti per legge.

________________________________________________________________________________________

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MODELLO 12

Pagina 3 di 5

2^ IPOTESI

(è possibile barrare soltanto una delle due caselle e soltanto una delle caselle sottostanti alla seconda)

� è titolare di un’impresa individuale in contabilità ordinaria

� la società rappresentata è ancora attiva come si evince

� dalla posizione Registro Imprese

� dall’allegata documentazione attestante che ________________________

____________________________________________________________

L’Indice di Liquidità (dividere liquidità immediata + liquidità differita per il totale per le passività correnti) è

____; l’Indice Alfa (dividere il debito complessivo da rateizzare, comprensivo di interessi di mora, spese esecutive e

diritti di notifica, per il valore della produzione e moltiplicare il risultato per 100) è ____

Se è stata barrata una delle caselle di cui alla 2^ ipotesi è necessario allegare all’istanza:

- una copia dell’ultimo Modello Unico presentato ed una relazione economico-patrimoniale

sottoscritta da uno dei soci, per le società di persone, o dal titolare, per le ditte individuali (se l’istanza

è prodotta per un’impresa individuale in contabilità ordinaria o per una società di persone)

oppure

- una copia dell’ultimo bilancio approvato e depositato nel Registro delle Imprese nonché una

relazione relativa allo stato economico-patrimoniale dell’impresa debitrice redatta secondo i criteri

previsti dall’art. 2423 e segg. del C.C. non più di 2 mesi prima della presentazione dell’istanza; tale

relazione deve essere approvata dall’organo di controllo contabile o, se non previsto per legge,

dall’assemblea (se l’istanza è prodotta per una società di capitali, società cooperativa o mutua assicuratrice)

_____________________________________________________________________

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MODELLO 12

Pagina 4 di 5

Il/La sottoscritt__, sotto la propria responsabilità, ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000,

DICHIARA inoltre che:

� sussistono le condizioni previste per il riconoscimento delle agevolazioni previste dall’art.

9, comma 2, del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con Delibera n. 15 del 28/10/2005, per ottenere la riduzione del ___% (max 40) delle sanzioni già irrogate poiché il/la sottoscritto/a si trova in condizioni economico sociali disagiate:

� a seguito di eventi non dipendenti dalla propria volontà (quali malattia, protrattasi per periodi prolungati, invalidità accertata dai competenti organismi o altri eventi di carattere eccezionale che abbiano impedito il normale svolgimento dell’attività)

� a seguito di fattori di crisi riscontrati nell’economia provinciale, anche a livello di singolo settore economico di riferimento, determinati da eventi di carattere straordinario quali calamità naturali – ufficialmente accertate e riconosciute dai competenti organismi pubblici – o da mutamenti intervenuti sui mercati nazionali ed internazioni come rilevati

come si evincere dalla documentazione allegata alla presente attestante che___________

______________________________________________________________________

• è consapevole di essere tenuto anche al pagamento degli interessi per dilazione (che

saranno inclusi nelle rate mensili) la cui misura è attualmente fissata al 4% annuo (art. 4 D.M. 27/6/2003); dichiara altresì di essere consapevole che, in tale ultima ipotesi e soltanto se il debito che si chiede di rateizzare è stato iscritto a ruolo, il richiedente è comunque obbligato al pagamento degli interessi di mora già maturati dalla data di scadenza della cartella (60° giorno successivo alla notifica) alla data di presentazione della presente istanza, nella misura quantificata, ai sensi della normativa vigente, dal compente Agente della riscossione

CHIEDE

infine che: • ai sensi dell’art. 9, comma 3, del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con

Delibera n. 15 del 28/10/2005, sia applicata soltanto la sanzione minima prevista per ciascuna violazione riferita ad annualità per le quali la Camera non abbia ancora avviato il procedimento di irrogazione delle sanzioni ma che sono state incluse nella presente richiesta di rateazione al fine di regolarizzare l’intera posizione debitoria esistente in capo all’impresa rappresentata

________________________________________________________________________________________

• ogni comunicazione relativa alla presente istanza sia inviata:

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MODELLO 12

Pagina 5 di 5

� per posta raccomandata A.R. al seguente indirizzo:___________________

______________________________________________________________

� per posta elettronica al seguente indirizzo:

_________________________________@_________________

� al seguente numero di fax: ________________________

esonerando così la Camera da ogni responsabilità in caso di mancata ricezione della relativa corrispondenza ed impegnandosi personalmente fin d’ora a comunicare per iscritto e tempestivamente qualunque successiva variazione dei recapiti suindicati.

ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � estratti di ruolo delle cartelle di pagamento oggetto dell’istanza � copia di ogni atto di contestazione e di ogni atto contestuale di accertamento ed irrogazione oggetto

dell’istanza � certificazione I.S.E.E. completa e in corso di validità riferita al nucleo familiare del richiedente (se è stata

barrata una delle caselle di cui al riquadro 1^ IPOTESI) � copia dell’ultimo Modello Unico presentato ed una relazione economico-patrimoniale sottoscritta da uno

dei soci, per le società di persone, o dal titolare, per le imprese individuali in contabilità ordinaria (se è stata barrata una delle caselle di cui al riquadro 2^ IPOTESI)

� copia dell’ultimo bilancio approvato e depositato nel Registro delle Imprese nonché una relazione relativa

allo stato economico-patrimoniale dell’impresa debitrice redatta secondo i criteri previsti dall’art. 2423 e segg. del C.C. non più di 2 mesi prima della presentazione dell’istanza; tale relazione deve essere approvata dall’organo di controllo contabile o, se non previsto per legge, dall’assemblea (se l’istanza è prodotta per una società di capitali, società cooperativa o mutua assicuratrice) (se è stata barrata una delle caselle di cui al riquadro 2^ IPOTESI)

data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________ ________________________________________________________________________________________

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MODELLO 13

Pagina 1 di 3

Alla Camera di Commercio I.A.A. Servizio Economico-Finanziario

Diritto Annuale Via Tommaso Campanella n. 12 89125 REGGIO CALABRIA

ISTANZA DI RATEAZIONE DEL DEBITO COMPLESSIVO

NON SUPERIORE AD EURO 300,00 RIFERITO ALLE ANNUALITA’_________________________

Il/La sottoscritt__ ________________________________________________________ in qualità di titolare/erede del titolare/legale rappresentante (depennare le voci che non interessano) dell’impresa ______________________________________________________ con sede a _____________________________ in_______________________________________ iscritta nel Registro Imprese di ______________________e nel R.E.A. n. ______________ codice fiscale _______________________________ telefono ___________________ presa conoscenza delle disposizioni ed istruzioni operative interne di dilazione pagamenti di somme iscritte a ruolo e non, oggetto della Determinazione del Segretario Generale n. 399 del 24/12/2008

CHIEDE

di poter beneficiare della dilazione del debito complessivo riferito alle annualità

________________________________________ in n._____ (al massimo 3) rate mensili di

importo non inferiore ad € 50,00.

A tal fine, consapevole delle sanzioni penali previste dall’art. 76 D.P.R. 445/2000 in caso di

dichiarazioni mendaci, atti falsi o contenenti dati non più rispondenti a verità,

DICHIARA,

sotto la propria responsabilità, ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000, che:

_______________________________________________________________________________________

MARCA DA BOLLO DA € 14,62

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MODELLO 13

Pagina 2 di 3

� si trova nella “temporanea situazione di obiettiva difficoltà” (art. 19 del D.P.R. 602/1973)

di adempiere in un’unica soluzione in quanto: _________________________________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

� sussistono le condizioni previste per il riconoscimento delle agevolazioni previste

dall’art. 9, comma 2, del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con Delibera n. 15 del 28/10/2005, per ottenere la riduzione del ___% (max 40) delle sanzioni già irrogate poiché il/la sottoscritto/a si trova in condizioni economico sociali disagiate:

� a seguito di eventi non dipendenti dalla propria volontà (quali malattia, protrattasi per periodi prolungati, invalidità accertata dai competenti organismi o altri eventi di carattere eccezionale che abbiano impedito il normale svolgimento dell’attività)

� a seguito di fattori di crisi riscontrati nell’economia provinciale, anche a livello di singolo settore economico di riferimento, determinati da eventi di carattere straordinario quali calamità naturali – ufficialmente accertate e riconosciute dai competenti organismi pubblici – o da mutamenti intervenuti sui mercati nazionali ed internazioni come rilevati

come si evincere dalla documentazione allegata alla presente attestante che_________

_____________________________________________________________________

• è consapevole di essere tenuto anche al pagamento degli interessi per dilazione (che

saranno inclusi nelle rate mensili) la cui misura è attualmente fissata al 4% annuo (art. 4 D.M. 27/6/2003); dichiara altresì di essere consapevole che, in tale ultima ipotesi e soltanto se il debito che si chiede di rateizzare è stato iscritto a ruolo, il richiedente è comunque obbligato al pagamento degli interessi di mora già maturati dalla data di scadenza della cartella (60° giorno successivo alla notifica) alla data di presentazione della presente istanza, nella misura quantificata, ai sensi della normativa vigente, dal compente Agente della riscossione

_______________________________________________________________________________________

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MODELLO 13

Pagina 3 di 3

CHIEDE

infine che: • ai sensi dell’art. 9, comma 3, del Regolamento approvato dal Consiglio Camerale con

Delibera n. 15 del 28/10/2005, sia applicata soltanto la sanzione minima prevista per ciascuna violazione riferita ad annualità per le quali la Camera non abbia ancora avviato il procedimento di irrogazione delle sanzioni ma che sono state incluse nella presente richiesta di rateazione al fine di regolarizzare l’intera posizione debitoria esistente in capo all’impresa rappresentata

• ogni comunicazione relativa alla presente istanza sia inviata:

� per posta raccomandata A.R. al seguente indirizzo:_____________________

________________________________________________________________

� per posta elettronica al seguente indirizzo:

_____________________________@_________________

� al seguente numero di fax: ________________________

esonerando così la Camera da ogni responsabilità in caso di mancata ricezione della relativa corrispondenza ed impegnandosi personalmente fin d’ora a comunicare per iscritto e tempestivamente qualunque successiva variazione dei recapiti suindicati.

ALLEGATI: � fotocopia di un valido documento di identità di chi sottoscrive l’istanza � estratti di ruolo delle cartelle di pagamento oggetto dell’istanza � copia di ogni atto di contestazione e di ogni atto contestuale di accertamento ed irrogazione oggetto

dell’istanza data_______________ firma per esteso e leggibile

___________________________________ _______________________________________________________________________________________