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ΤΑΙΖΕΝ ΧΗΑΡΑΧΤΕΡ ΣΤΟΡΨ ΒΟΟΚ ΒΡΟΝΖΕ ΣΑΙΝΤ Opera a cura di Orion81 Pagina 63 IKKI (PHOENIX) DI PHOENIX Età: 15 Altezza: 175 cm Peso: 62 Kg Data di nascita: 15 Agosto Gruppo Sanguigno: AB Luogo di nascita: Giappone Luogo di addestramento: Isola di Death Queen Maestro: ? Costellazione: Fenice Significato del Nome: Araba Fenice “ La fenice solitaria che ha gettato all'inferno le lacrime e la gentilezza! “ Il fratello maggiore di Shun della costellazione di Andromeda. Nel luogo deputato al suo addestramento, l'isola di Death Queen, non solo subisce la perdita della persona che amava a causa di un suo errore, ma viene a conoscenza del fatto, rimasto un segreto, che il suo sangue era stato maledetto, e in seguito a ciò assume un atteggiamento di odio nei confronti di ogni cosa. Prendendo il comando dei Black Saint, irrompe nel palazzo dove si disputano le Galaxian Wars e si impossessa di un pezzo della Gold Cloth. Durante lo scontro con i Bronze Saint si rende conto del suo errore, e trascinando il suo corpo ferito fa perdere ogni traccia di sé. Ma da quel momento la sua presenza apparirà ogniqualvolta i Bronze Saint si trovino in pericolo.

Ikki

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Ikki, Bronze Saint

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IKKI (PHOENIX) DI PHOENIX

Età: 15 Altezza: 175 cm Peso: 62 Kg Data di nascita: 15 Agosto Gruppo Sanguigno: AB Luogo di nascita: Giappone Luogo di addestramento: Isola di Death Queen Maestro: ? Costellazione: Fenice Significato del Nome: Araba Fenice

“ La fenice solitaria che ha gettato all'inferno le lacrime e la gentilezza! “ Il fratello maggiore di Shun della costellazione di Andromeda. Nel luogo deputato al suo addestramento, l'isola di Death Queen, non solo subisce la perdita della persona che amava a causa di un suo errore, ma viene a conoscenza del fatto, rimasto un segreto, che il suo sangue era stato maledetto, e in seguito a ciò assume un atteggiamento di odio nei confronti di ogni cosa. Prendendo il comando dei Black Saint, irrompe nel palazzo dove si disputano le Galaxian Wars e si impossessa di un pezzo della Gold Cloth. Durante lo scontro con i Bronze Saint si rende conto del suo errore, e trascinando il suo corpo ferito fa perdere ogni traccia di sé. Ma da quel momento la sua presenza apparirà ogniqualvolta i Bronze Saint si trovino in pericolo.

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TECNICHE:

FANTASMA DIABOLICO - HŌŌ GENMA KEN Ikki lancia un pugno indolore che entra nel cervello del nemico, causandogli degli incubi e paralizzando i gangli nervosi. È una tecnica micidiale in grado di manipolare la mente dell’avversario. Ikki è uno dei pochissimi cavalieri in possesso di tale abilità, simile per certi versi al Fantasma del Re Diavolo tipica del Grande Sacerdote.

ALI DELLA FENICE - HŌYOKU TENSHŌ Ikki, con due pugni, lancia una ventata di aria infuocata.

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CARATTERE:

Nell'anime ciò che distingue Phoenix dal punto di vista caratteriale dagli altri Cavalieri di bronzo (in particolare con il fratello minore Andromeda) è la reazione agli eventi emotivi. Mentre gli altri confessano e manifestano il proprio dolore o il proprio affetto senza vergognarsi (riuscendo anche a piangere davanti agli altri compagni) Phoenix al contrario cerca sempre di apparire insensibile e distaccato. Avendo passato tutta l'infanzia a far da figura genitoriale al fratello più piccolo, ha dovuto imparare a far fronte alle difficoltà contando solo sulle proprie forze senza chiedere aiuto, anzi rifiutandolo persino. Emblematici, di questo suo disprezzo per la richiesta e l'accettazione di aiuto sono due episodi:

• La battaglia dove affronta il Cavaliere d'oro di Virgo della Sesta casa (durante la corsa nelle 12 case del Grande Tempio): in quell'occasione Andromeda interviene contro Virgo impartendo un ordine ben preciso e minaccioso (cosa decisamente insolita per Andromeda, di carattere sensibile e pacifico). Eppure Phoenix rifiuta, perché ha capito cosa fare per poter vincere contro Virgo (che fino a quel momento sembrava imbattibile) facendo promettere al fratello di allontanarsi e di non intervenire.

• Il secondo è l'episodio in cui Phoenix sostituisce Andromeda nella battaglia

contro Mime (uno dei 7 cavalieri di Asgard guidati da Ilda di Polaris). Immobilizzato dalle corde della lira di Mime, è ancora Andromeda che

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interviene contro il nemico per impedirgli di dare il letale colpo di grazia al fratello Phoenix, il quale anche questa volta dice ad Andromeda di non intromettersi e di ritirare la sua catena poiché non può tollerare di ricevere aiuto, non essendo nella sua indole.

Si tratta quindi di un carattere complesso, pieno di inibizioni, un personaggio solitario e come si è visto incredibilmente orgoglioso ed indipendente (infatti non compare mai all'inizio di ogni avventura dei 5 Cavalieri protagonisti ma interviene sempre quando la situazione si fa più critica) che spesso si dimostra esteriormente duro e cinico. Si pensi all'episodio dell'anime riferito alla condizione sofferente di Sirio il Dragone, ridotto a cecità a causa della battaglia contro Argor. In quell'occasione Phoenix dice a Pegasus che Sirio non riacquisterà mai la vista e che i suoi piagnistei sono inutili: arrabbiato, il cavaliere di Pegasus lo aggredisce ma Phoenix lo fronteggia senza problemi. Subito dopo, lontano dagli altri come in un discorso senza dialogo, Phoenix tra sè si rivolge a Pegasus dicendo di non preoccuparsi perché Sirio riprenderà a vedere. Fatto ciò va via per la sua strada, mostrando chiaramente che il suo comportamento era solo una scusa per potersi allontanare senza dirlo esplicitamente. In fondo ciò che sta alla base del carattere problematico di Phoenix è l'aver toccato il lato oscuro. Durante lo scontro con Arles, infatti, Phoenix interviene nella battaglia in favore di Pegasus e in quel momento esterna finalmente l'origine del suo disadattamento in un pianto breve e colmo di rabbia che non riesce (per quanto si sforzi) a fermare:

« L'Isola della Regina Nera era luogo perduto perchè lo avevi conquistato per te:

l'Isola della Regina Nera da dove viene Phoenix! E' sempre stato difficile per me

unirmi agli altri cavalieri di Atena: amici che hanno sempre affrontato insieme il

destino... io avrei dovuto esserne parte ma non ci sono riuscito! Dentro di me

sapevo di esserti appartenuto un giorno. Non sono mai stato veramente parte dei

Cavalieri di Atena per il ricordo di essere appartenuto alle forze oscure e a te

Arles!»

In questo episodio Phoenix fa di tutto per aiutare Pegasus a prendere lo scudo di Atena che rappresenta l'unico mezzo per poter salvare Lady Isabel, consapevole che a lui non sarà mai permesso di prenderlo per via del suo passato.

IL SUO POTERE E LA SUA STORIA:

Ikki è senza dubbio il più enigmatico dei cinque Bronze Saint protagonisti della serie. Fratello di Shun va al suo posto all'Isola di Death Queen per diventare cavaliere di Phoenix. Laggiù è allenato da un guerriero misterioso chiamato Guilty (“colpevole”) di cui non si sa assolutamente nulla ma probabilmente

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appartiene alla casta dei Black Saint in quanto è malvagio fino all'estremo. Ha una figlia, Esmeralda. Questa al contrario del padre è una fanciulla gentile e dotata di grande umanità. È grazie a lei che Ikki riesce a resistere per i sei anni di addestramento senza dimenticare l'affetto per il fratello e i suoi obiettivi. Tuttavia sarà proprio il padre di lei ad ucciderla quando cerca di difendere Ikki da uno dei suoi attacchi di furia cieca. Morta Esmeralda nulla trattiene più la furia di Ikki che uccide il maestro e conquista il cloth di Phoenix. Nulla rimane più dei buoni sentimenti del giovane Bronze Saint che, colmo di odio e risentimento nei confronti di chi lo ha mandato in quell'inferno (Mitsumasa Kido, sua nipote Saori e finanche suo fratello Shun del quale ha preso il posto) torna a Tokyo deciso a fare una strage ed a impadronirsi del cloth di Sagitter. Irrompe nella Guerra Galattica proprio durante l' incontro di suo fratello con Jabu di Unicorn e dopo aver sconfitto Nachi di Lupus grazie al Genmaken trafuga l' armatura dorata grazie all'aiuto delle Ombre di Black Phoenix. Seiya lo raggiunge al porto impedendogli di indossarla e recuperando quattro pezzi (i bracciali e gli schinieri) grazie anche all'aiuto di Shun, Shiryu e Hyoga. In possesso di solo la metà del Gold Cloth decide di ricorrere ai Black Four per sfidare i Saint nelle profondità del monte Fuji. Laggiù affronta e sconfigge Hyoga, grazie alle informazioni sul suo colpo donategli da Black Swan tramite l'occhio (nel manga) o il diadema (nell'anime) che il Black Saint gli ha teletrasportato poco prima di morire, ma viene poi sconfitto da Seiya con l' aiuto dei suoi amici e il supporto della stessa armatura di Sagitter. Si arrende rendendosi conto di quello che aveva causato. Salva quindi i quattro Bronze Saint dal primo attacco di Docrates sommergendolo con una frana provocata dallo Hoyoku Tensho di cui resta vittima egli stesso..Ma come la mitica Fenice che risorge dalle sue ceneri anche Ikki ritorna dal mondo dei morti: salva il fratello dall'attacco di Incendiary Saint e resta al fianco dei suoi amici fino a poco prima della battaglia al Grande Tempio (combattendo e sconfiggendo anche Capella dell' Auriga mentre in un primo momento aveva affrontato pure Dante di Cerberus sconfitto poi da Shun) quando si reca all'isola di Death Queen. Si trova ad affrontare Jango, suo rivale nella corsa per il cloth di Phoenix, che ha preso il suo posto alla guida dei Black Saint rimasti. La lotta contro i lui è dura in quanto si trova ad affrontare il suo doppio oscuro, Black Phoenix, ma la vittoria lo riconferma come cavaliere di Athena, degno di combattere al fianco dei suoi compagni per i quali nutre un profondo senso di colpa avendoli osteggiati per tanto tempo. In seguito a quest'episodio Ikki si ritira sull' Isola di Canon per riparare la sua armatura (nel manga per curarsi il braccio congelatogli da Hyoga durante lo scontro sotto al monte Fuji) e fa la sua comparsa alle Dodici Case solo al Tempio di Virgo. Nel frattempo con il proprio cosmo aiuta il fratello Shun ad uscire dalla Terza Casa e si trova ad affrontare Shiva di Pavo e Agora di Loto, due discepoli di Shaka. La battaglia è dura ma alla fine Ikki riesce ad uscirne vincitore grazie anche all'intervento di Saori che, benché esanime, riesce a interrompere l' immane cosmo del Gold Saint di Virgo (invocato da una preghiera di Agora).

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Ikki corre alla Sesta Casa dove i suoi amici sono caduti per opera proprio di Shaka. Alla fine il Bronze Saint esce vincitore facendosi spegnere i cinque sensi e il "sesto senso che viene dal cuore" dal Tenbu Horin riesce a trovare il settimo senso e raggiunto, si sacrifica unendo il suo cosmo a quello del Gold Saint di Virgo facendosi esplodere insieme a lui. Sarà proprio Shaka, con l'aiuto di Mu, a riportarlo in vita al culmine dello scontro con Arles\Saga, sfiorato dal dubbio che il Grande Sacerdote non risponde alla volontà di Athena. (Alla buon'ora). Ikki raggiunge quindi le stanze di Arles e lo affronta. Questi ha già privato Seiya dei cinque sensi. Nonostante nessuno dei suoi colpi sembra efficace contro il rivelato Gold saint di Gemini, riesce a trattenerlo il tempo necessario all' amico di recuperare lo scudo di Athena e salvare Saori Kido sua reincarnazione. Ricompare ad Asgard per aiutare il fratello contro Mime col quale ingaggia un duro scontro dal quale esce vincitore. In seguito affronta Bud dopo la sconfitta di Cyd ad opera del fratello. In entrambe le battaglie mostra una notevole maturazione interiore seppure i sermoni sull' amicizia, la lealtà e la giustizia che propina all' avversario di turno siano ben più devastanti di un Genmaken. È evidente che il suo passato lo ha segnato duramente e vorrebbe impedire che altri facciano i suoi stessi errori, anche se sono nemici. Nel regno di Poseidon, dopo aver sconfitto Kaysa di Lymnades (accorrendo sempre in soccorso di suo fratello Shun) e distrutto la colonna dell'Antartide a seguito di uno scontro quasi tutto psicologico, apre un lungo duello con Kanon di Seadragon durante il quale riesce a strappargli il segreto della resurrezione di Poseidon e di come egli può essere fermato. Distrutta l' ultima colonna grazie anche all'intervento di Sorrento di Syren, si dirige alla Mainbreadwinner dove insieme agli amici affronta il dio dei mari in persona. Ricompare nella serie di Hades nel pieno dello svolgimento della battaglia negli inferi. Lotta e sconfigge Aiacos di Garuda, uno dei tre Giganti del mondo dei morti. Condotto alla Giudecca per volere di Hades/Shun si scontra con Pandora e col dio, non riuscendo però a sconfiggerlo. Shun però riuscirà a vincere lo spirito di Hades dentro di sé, il quale dovrà rifugiarsi nell'Elisio per occupare il suo vecchio corpo. Ikki non può attraversare il Muro del Pianto poiché il suo cloth è l' unico di quello dei Bronze Saint presenti negli Inferi a non essere stato bagnato dal sangue di Athena ma Pandora lo aiuta donandogli un bracciale che lei stessa usava per spostarsi in quei luoghi. Così raggiunge i suoi compagni nei Campi Elisi e insieme a loro lotta contro Hypnos e Thanathos durante il quale indossa anche (per un breve tempo) il cloth di Leo. Giunto al Tempio di Hades riceve il sangue divino di Athena tramite l'anfora in cui è stata rinchiusa e con gli altri affronta il dio dell' oltretomba.

DELUCIDAZIONI DA TAIZEN:

In principio, la persona destinata ad essere mandata all'isola di Death Queen era Shun, ma Ikki, preoccupato per il fratellino, ottiene che la sua destinazione originaria venga scambiata.

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Una volta sconfitto il misterioso Saint Guilty, suo maestro, viene onorato della qualifica di Saint e insieme a questo, conosce anche il mistero della sua nascita, cui deve le profonde ferite mai risanate del suo cuore.

Riguardo la Cloth ottenuta all'isola Death Queen, era fornita di un elmo con occhiali oscuranti protettivi. Inoltre le parti che costituiscono le piume della coda della fenice possono essere utilizzate come frecce. Ikki indossa la Cloth della Fenice.

Lo Hōyoku Tenshō, che scaglia quando ha elevato ai massimi limiti il suo cosmo, spazza via qualsiasi cosa.

Subisce gravi danni alla mano destra, causa le energie fredde di Hyoga, ma seguendo il consiglio dello stesso Saint, viene curato nell'isola di Kanon, che sorge sul Mar Mediterraneo.Da quel luogo aiuta Shun che si trova nel palazzo dei Gemelli.

Per sconfiggere Shaka, dopo esser stato colpito dal Tenbu Hōrin scagliatogli, fa esplodere il suo cosmo, elevato ai limiti massimi

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Con l'aspetto assunto nel momento della rinascita dalle sue ceneri grazie all'aiuto di Shaka, la Cloth della costellazione della Fenice fornisce la prova definitiva di aver ottenuto la capacità di evolvere, oltre quella di autorigenerarsi. Ikki indossa la Cloth di Phoenix, rinata ed evoluta dalle proprie ceneri per la battaglia finale alle 12 case.

Il suo aspetto durante l'apparizione nell'Oltretomba non muta. Non essendo stata bagnata dal sangue di Athena, la sua Cloth non può muoversi nell'Ultradimensione, ma indossando la collana di Pandora diventa in grado di potervisi spostare. Ikki indossa la Cloth della Fenice evoluta per la battaglia nel mondo dei morti.

Pandora svela il suo terribile segreto a Ikki prima di morire e spiega al Saint la ragione del loro primo incontro, quando ancora erano bambini. Il corpo di Shun era infatti stato scelto da Lord Hades come suo nuovo corpo temporaneo.

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Giunto nell’Elisio si trova subito a fronteggiare Thanatos. Dopo esser stato travolto dalla furia della divinità dimostra la sua immensa forza riuscendo a scalfirne l’elmo con le Ali della Fenicie, senza indossare ancora la God Cloth.

Grazie al contatto con il sangue benedetto di Athena trasudato dal grande vaso, i frammenti rimasti sul corpo di Ikki, residui della sua Cloth ridotta in minuscole particelle nella battaglia contro Thanatos, completano la loro rinascita, evolvendosi in God Cloth. Ikki indossa la God Cloth della Fenice rinata dopo aver finalmente ricevuto il sangue di Athena che l’ha resa simile a una Kamui.

La sua God Cloth, rinata grazie al sangue di Athena, è considerata la migliore di tutte, e finalmente una simile Cloth viene indossata da Ikki, la fenice!

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Il potere unico della Cloth della Fenice: Tutte le Cloth possiedono notevoli capacità di autoriparazione, ma nessuno regge minimamente il confronto con quelle appartenenti alla Cloth della Fenice. E' in grado di rinascere anche se completamente ridotta in cenere, o distrutta in minuscoli frammenti e si può senza dubbio affermare che abbia in sé il dono dell'immortalità.

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LA BRONZE CLOTH DELLA FENICE:

PUGNO: 5 CALCIO: 2 ARMI SPECIALI: 4 SPIRITO: 4 GITTATA: 3 Nonostante faccia parte dei Bronze Saint, possiede un'eccezionale abilità nel combattimento. Scuotendo le ali della fenice ha vinto innumerevoli battaglie. Inoltre utilizza una tecnica d'attacco che scruta nella mente degli avversari. Tutte le Cloth possiedono notevoli capacità di autoriparazione, ma nessuno regge minimamente il confronto con quelle appartenenti alla Cloth della Fenice. E' in grado di rinascere anche se completamente ridotta in cenere, o distrutta in minuscoli frammenti e si può senza dubbio affermare che abbia in sé il dono dell'immortalità.

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LA COSTELLAZIONE DELLA FENICE:

La Fenice (in latino Phoenix) è una costellazione meridionale minore, introdotta dai navigatori danesi Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman, e ripresa da Johann Bayer nella sua opera Uranometria del 1603. La costellazione si estende da -47° a -57° di declinazione, e da 23,5h a 2h di ascensione retta. Questo significa che è generalmente invisibile per chi vive sopra il 40° parallelo dell'emisfero nord, e rimane comunque bassa nel cielo per chi vive a nord dell'equatore. È invece facilmente visibile da luoghi come l'Australia e il Sudafrica durante l'estate dell'emisfero sud. La Fenice è associata con lo sciame meteorico minore delle Phoenicidi, che incontra la Terra il 5 dicembre. La Fenice è una costellazione molto debole: la sua stella più luminosa, Ankaa (α Phoenicis), ha una magnitudine apparente di 2,39. Solo undici stelle della costellazione sono più luminose della magnitudine 5, che è il limite convenzionale della visibilità ad occhio nudo.

MITOLOGIA:

Tutto iniziò, pare, con gli antichi Egizi, che chiamarono Bennu (dal Verbo Benu, che significa risplendere) l'uccello di fuoco, sacro al dio del sole Ra, protettore del pianeta Venere e amico del dio Osiride, dal quale ricevette il dono dell'immortalità e la corona piumata. Ma la fenice era difficile da vedere per un occhio mortale, e così fu spesso raffigurata come un airone. Proprio come l'airone, che si ergeva sulla cima delle basse isole di pietra che spuntavano dall'acqua dopo la ricorrente inondazione del Nilo, il ritorno della Fenice annunciava una nuova fase di ricchezza, e non a caso era considerata la personificazione di Osiride risorto. Come narra il mito egizio della creazione, la fenice fu la prima forma di vita ad apparire sulla collina primordiale (dove fu in seguito costruita la città di Heliopolis).

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La leggenda vuole, infatti, che la fenice sia nata dal fuoco che ardeva in cima al sacro salice di Heliopolis. Nasce allora la storia che ancora oggi si può leggere su qualche libro di fiabe: la fenice è un uccello maschio che passa il giorno in prossimità di una sorgente d'acqua fresca in un'oasi del deserto in Arabia, dove ogni mattina si fa il bagno e canta una canzone così bella che il dio del sole non può fare a meno di fermarsi ad ascoltarla. Ogni tanto, la fenice visitava Heliopolis e si posava sull'obelisco all'interno (chiamato Ben-ben) del santuario della città. Quando la fenice, dopo cinquecento anni di vita, sentiva il sopraggiungere della morte, si costruiva un nido a forma di uovo con ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo e mirra, per adagiarvisi e aspettare che il sole desse fuoco, mediante i suoi raggi, all'insieme di erbe. Dopo l'incendio, tra la cenere, compariva una larva che cresceva in un giorno – in materia, è interessante leggere la Naturalis Historia(X, 2) di Plinio - e poi volava a Heliopolis per posarsi sull'albero sacro, cantando e pregando il dio Shu. Molti sono gli scrittori che ne parlarono, a partire da Erodoto e Ovidio. Quest'ultimo, nelle Metamorphoses, ci narra della fenice, uccello che giunto alla veneranda età di 500 anni, termine ultimo della vita concessagli, depose le sua membra in un nido di incenso e cannella costruito in cima ad una palma, ed ivi spirò. Dal suo corpo nacque poi un'altra fenice che, divenuta adulta, trasportò il nido nel tempio di Iperione, il Titano padre del dio Sole. Anche Dante (Infermo XXIV, 107-111) la descrive:

“ Che la fenice more e poi rinasce, quando al cinquecentesimo appressa erba né biada in sua vita non pasce, ma sol d'incenso lacrima e d'amomo, e nardo e mirra son l'ultime fasce. “

Il Fisiologo, il primo bestiario cristiano, racconta:

"Esiste in India un uccello detto fenice: ogni cinquecento anni se ne va verso gli alberi del Libano, ed empie le sue ali di aromi, e si annuncia con un segno al

sacerdote di Eliopoli, nel mese nuovo, Nisan o Adar, cioè nel mese di Famenòth o di Farmuthì.

Il sacerdote, avvertito, riempie l'altare di sarmenti di vite: l'uccello entra allora in Eliopoli, carico di aromi, e sale sull'altare, e il fuoco si accende da sé e si consuma. L'indomani il sacerdote frugando l'altare scopre nella cenere un verme: il secondo giorno lo trova divenuto un piccolo uccello, e il terzo lo trova divenuto un uccello

adulto; il quale saluta il sacerdote e se ne va nella propria dimora". La sua storia viene posta a paragone del Cristo risorto, che ha "il potere di deporre la propria anima e il potere di riprenderla".

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Nel corso della storia la fenice ha cambiato il suo aspetto: da airone è diventato un'aquila, non porta più alcuna corona, ma il piumaggio è sempre rosso fuoco. E' interessante notare come a fenice sia presente in molte culture: i Nativi Americani la chiamavano Yel, i Cinesi Feng, i Giapponesi Ho-oo, gli Ebrei Milcham , i Buddisti e gli Induisti Garuda. I cinesi in particolare veneravano quest'uccello perché era simbolo della prosperità e rappresentava l'imperatore o l'imperatrice, ed era spesso associata al drago "Long". Secondo la tradizione, la fenice era la "personificazione della forza primordiale dei cieli". Esiste anche una costellazione chiamata Fenice (abbreviazione Phe): si tratta di una costellazione dell'emisfero australe, vicino a quella del Tucano e di Sculptor, chiamata così da Johann Bayer nel 1603 ed è costituita da undici stelle.

IMPRESSIONI PERSONALI:

Ikki è senza dubbio il Bronze Saint più deciso e risoluto, spesso svolge il ruolo di salvatore della patria, entrando in scena quando la situazione è davvero critica, la maggior parte delle volte per salvare il fratello in pericolo di vita. Ha un carisma pressoché infinito che dimostra non con le parole ma con i fatti e le azioni. Nonostante il suo carattere chiuso e solitario è forse il Bronze più apprezzato, anche perché dimostra di essere in grado di sapersela cavare da solo senza interventi divini, senza contare il fascino della sua Cloth in grado di risorgere dalle sue ceneri proprio come l’Araba Fenice.

Fonti Ufficiali e Autore: Taizen – Orion81 - Wikipedia