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Contributo di 2 euro per aiutarci 89 Anno Sedicesimo Dicembre 2016 Bimestrale Periodico registrato al numero 1918 del12 maggio 2011 presso il Tribunale di Verona IL BACO So lidarietà a So na Via Case Nuove, 63 Lugagnano (VR) Tel. 045514513

IL BACO€¦ · IL BACO Sol id ar età on Via Case Nuove, 63 Lugagnano(VR) Tel. 045514513. In copertina una rappresentanza della redazione del Baco posa con le magliette della ProLoco

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Contributo di 2 euro

per aiutarci

89Anno SedicesimoDicembre 2016Bimestrale

Periodico registrato al numero 1918

del12 maggio 2011 presso il Tribunale di Verona

IL BACO

Solidarietà a Sona

Via Case Nuove, 63 Lugagnano (VR)Tel. 045514513

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In copertina una rappresentanza della redazione del Baco posa con le magliettedella ProLoco Sona per la raccolta fondi a favore della popolazione terremotatadi Fonte del Campo.(Foto Studio Mario Pachera)

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Editoriale

La solidarietà, l’impegno a Sona ed i 280 giurati di Atene

Ritorna il Natale, ed il rischio oggi più che mai anche aSona è quello di fermarsi stancamente alle immaginida cartolina, alla neve di polistirolo sul presepe e allamelassa dei buoni sentimenti sempre pronti all'uso, datirare fuori a dicembre assieme all'albero di plastica ealle luci. Le vicende locali e le vicende internazionalidevono invece scuoterci nel profondo: richiedono parte-

cipazione, chiedono assunzione di responsabilità, sollecitano azione concreta. La comunità di Sona in que-ste ultime settimane si sta stringendo con passione attorno ad un progetto forte di solidarietà per la comuni-tà terremotata di Fonte del Campo, ne parla la nostra copertina e ne parliamo all'interno di questo numero.Sono fatti, non parole, attorno ai quali stanno cooperando mondi differenti come quello dell'associazionismo,quello della politica, le realtà commerciali ed imprenditoriali e tanti singoli cittadini. Un segno forte di quelloche siamo e di quello che possiamo diventare se la strada imboccata, unirsi attorno a progetti condivisi, sa-prà diventare metodo strutturale di lavoro. Anni di finanze scarse per il welfare, anni di disagio sociale controppe famiglie che anche tra di noi sentono i morsi della miseria, l'arrivo di migranti che non può avere co-me unica risposta la dicotomia suicida del "noi e loro", anni di uno sbandamento giovanile che da tempolambisce anche le porte delle nostre case chiedono idee nuove, menti aperte, mani salde. Non è più tempodi qualunquismo a buon mercato, di populismo da mercatodelle vacche e di facili ricette da bar sport, questo deve esserechiaro a tutti. Non ci possiamo più permettere la sonnacchio-sa ma velenosa apatia distruttiva di chi anche a Lugagnano,Palazzolo, San Giorgio e Sona vive irresponsabilmente, disinte-ressandosi di tutto ciò che accade fuori dalla porta ben serra-ta di casa sua. Di chi non muove foglia ma non manca di af-fossare l'iniziativa di quelli che, invece, ci mettono la testa, iltempo e il cuore. Questa maggioranza non ha ragione, soloperché è maggioranza, nello starsene fuori dai giochi. Mai co-me oggi nel nostro Comune la ragione sta invece nelle manidella minoranza operosa che nel volontariato, nelle associazio-ni, nelle parrocchie, in politica agisce, cambia le cose, muove idestini seppur minimi della nostra comunità. Perché quellamaggioranza sempre critica ed inevitabilmente sterile che ognigiorno sceglie di non scegliere non solo sbaglia, ma rischia an-che di inquinare con il corrosivo disfattismo che satura i socialed il passaparola l'opera di chi invece per la comunità sa metterci la faccia. Da sempre la prova regina che lamaggioranza, pur essendo appunto maggioranza, può avere torto è indicata nel processo a Socrate del 399a.C., in quanto i cinquecento giudici che lo condannarono - anzi i 280 dal momento che ben 220 di loro furo-no per l'assoluzione - costituivano un significativo campione della cittadinanza ateniese. La maggioranza, ap-punto. Il filosofo era accusato di essere stato l'ispiratore sia di Crizia, il capo dei Trenta Tiranni, che di Alcibia-de, vittima della loro dittatura. Una contraddizione, dunque. Lo storico Canfora scrive che a suggestionare l'o-pinione pubblica, in particolare quei 280 giurati che poi avrebbero votato contro di lui, furono i media dell'e-poca, cioè il teatro di Aristofane e di altri autori comici. Allora, come oggi. Il lavoro da fare a Sona è anche quello di provare a coinvolgere quella maggioranza che, sbagliando, ha or-mai rinunciato a partecipare e che segue solo le sirene miopi della denigrazione, dell'egoistico bastare a séstessi e dell'insulto come unica cifra di comportamento. Dobbiamo trovare percorsi e strumenti per provare asentirci invece tutti parte attiva del territorio che abitiamo, nelle piccole cose come nelle grandi scelte. Comeben stanno facendo la Consulta per il commercio, il turismo e le attività ricettive ed il Forum delle Associazio-ni, per indicare due novità che vanno in forte discontinuità con questi atteggiamenti distruttivi. Abbiamo biso-gno di cittadini che siano parte attiva come veri attori, ma anche solo come spettatori interessati e propositi-vi. Qualche timido segnale positivo in un mare di soffocante pessimismo lo stiamo registrando proprio inquesti giorni. Teniamo la rotta.

3

diMario [email protected]

presente su

Foto Studio Pachera.

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“Le parrocchie di Sona non verranno unite, pensabile un’unicaguida spirituale”. Intervista esclusiva del Baco al Vescovo Zenti

L ’ I N T E R V I S T A

mosfera è formale e silenziosa, le stanze sono or-dinate e pulite, antichi affreschi decorano gli altisoffitti e imponenti quadri abbelliscono le pareti.Mentre attendiamo che il Vescovo ci riceva, ci af-facciamo ad una vetrata grande quanto la paretedella stanza che dà sull’esterno: di fronte a noi lachiesa di San Giorgio si erge con superbia ed ele-ganza, mentre sotto scorre un Adige calmo e si-lenzioso e sullo sfondo i colori ormai tiepidi deltramonto vengono a poco a poco soffocati dalblu intenso della notte. D’un tratto una voce calo-rosa spezza quel clima formale, e il vescovo Giu-seppe Zenti ci accompagna verso la sala di rice-vimento con un sorriso raggiante e uno sguardobonario. La sensazione è quella di conoscerlo dasempre, i suoi modi confidenziali e quasi affet-tuosi lo spogliano della sua autorità permetten-doci di vedere la parte più profonda dell’uomo. Ci

fa accomodare, e, concarta e penna a portatadi mano, iniziamo l’in-tervista.Monsignor Zenti, allaluce dei cambiamentisempre più controversi

Attraversiamo Piazza Duomo celermente. Le cam-pane della cattedrale rintoccano con costanza,precisione e bellezza le sei del pomeriggio: ora ilsole non è alto nel cielo e non scalda più le viedel centro di Verona, un freddo pungente stuzzicala pelle dei nostri volti. Ci dirigiamo verso piazzaVescovado, dietro il Duomo, accanto al Battistero.Suoniamo il campanello e ci presentiamo timida-mente alla voce del citofono, che, a sua volta, ciinvita ad entrare. Apriamo il pesante portoned’ingresso e attraversiamo il vasto cortile interno.Si ode solamente il rumore dei nostri passi. Rag-giungiamo la scalinatadi marmo che conduceverso gli appartamentidel Vescovo e sullasommità appare il suosegretario che ci acco-glie cordialmente. L’at-

“Gli adolescenti non si rendono contoche non più di dieci anni fa non eranemmeno pensabile quello che oggi

loro sono in grado di fare”

Il Vescovo Mons.Giuseppe Zentidurante una ce-lebrazione.Nella pagina se-guente selfiecon gli inviati delBaco al terminedell’intervista.

diGiorgia Adami e Gianmaria Busatta

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e veloci nei giovani in fase adolescenziale, qualè il suo pensiero?Ultimamente mi rendo conto che il concetto digenerazione inteso come un arco di tempo di 25-30 anni si sia ridotto ad un fenomeno di 3-4 an-ni. Vedo gli adolescenti di oggi come mondi diver-si all’interno di un unico mondo. Prendiamo adesempio i “nativi digitali”, ovvero quelli nati daglianni 2000 in poi: parliamo dei ragazzi cresciuticon il cellulare in una mano e il tablet nell’altra,ma incapaci di comunicare ed esprimere pensieried emozioni ad una persona in carne ed ossa.Questo porta ad individualismo ed isolamentodel singolo ragazzo. Ma è colpa loro?No, non è colpa loro. Il sistema nel quale stannocrescendo li rende prigionieri di questo mondotecnologico e schiavi di questi mezzi di comunica-zione, facendoli ammalare di una sorta di sindro-me da digitale.Tuttavia al meeting in Arena del 2013 avevaparlato di social networks (Facebook, Insta-gram, Twitter ecc.) come dono di Dio. Ne è an-cora convinto? Assolutamente sì. Penso che Dio abbia donato al-l’uomo la capacità e l’intelligenza di creare mol-tissime cose, tra cui internet. Sono convinto chequando l’uomo ha creato internet, Dio ha fatto fe-sta. Ritengo che internet sia un mezzo preziosoed utile per comunicare e conoscere informazionie nuove persone, ma non deve diventare unostrumento unico ed assoluto; dev’essere integra-tivo e non deve sostituire l’interazione reale eumana tra persone. Al giorno d’oggi tutto quelloche vogliamo sapere lo abbiamo alla portata diun click, e gli adolescenti non si rendono contoche non più di dieci anni fa fare quello che lorosono in grado di fare oggi non era nemmenonell’immaginario collettivo. Quello che i ragazzi“nativi digitali” si perdono è il senso dell’attesa esoprattutto della sorpresa. Un tempo per trovare 5

Giuseppe Zenti, nato il 7 marzo1947 a San Martino BuonAlbergo, viene ordinatosacerdote il 26 giugno1971 dal Vescovo Giu-seppe Carraro, quin-di inizia il suo mini-stero presso il pae-se natale, prose-guendo gli studi al-l'Università di Pado-va dove si laurea inlettere classiche nel1975 con una tesi su"Le Sedi apostoliche inSant'Agostino". Dal 1974al 1993 svolge il suo mini-stero nel Seminario minore diSan Massimo all'Adige (Verona),oltre ad insegnare lettere e ricoprire la ca-rica di vicerettore alle medie e al ginnasio-liceo "Gian MatteoGiberti". Nel 1989 è nominato pro-rettore del Seminario. Dal1993 al 1997 è parroco di Santa Maria Immacolata in BorgoMilano (Verona), prima di essere trasferito a Legnago, dove ri-marrà fino al 25 gennaio 2002 quando viene nominato vicariogenerale della diocesi. Il 3 dicembre 2003 Giovanni Paolo II lonomina vescovo di Vittorio Veneto. L'8 maggio 2007, una setti-mana dopo aver incontrato a Roma papa Benedetto XVI contutti i vescovi del Triveneto, ha ufficializzato la sua nomina aVescovo di Verona al posto di Flavio Roberto Carraro, ritiratosiper limiti di età. Ha fatto l'ingresso solenne in diocesi a Veronail 30 giugno 2007. Il 26 marzo 2011 consacra Vescovo Giu-seppe Pellegrini, suo vicario generale, chiamato alla guida del-la diocesi di Concordia-Pordenone.

La SchedaGiuseppe Zenti, un Vescovo originario

di San Martino Buon Albergo

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informazioni, canzoni, curiosità bisognava aspet-tare, ricercare testi, libri, ascoltare i telegiornali ole radio.E chi può insegnare loro ad interagire, quandoormai anche i genitori degli stessi adolescentivengono stregati dal potere della tecnologia edei social networks?Come è cambiata la generazione degli adole-scenti, così anche gli adulti si sono sintonizzatisull’onda dell’innovazione tecnologica: se ci pen-siamo bene sono i medesimi genitori che acqui-stano smartphone, tablet e quant’altro e sonoproprio loro che li mettono nelle mani dei figlinon solo adolescenti, ma a partire anche dai duee tre anni. Ciò che mi rattrista è pensare chebambini non ancora in grado di parlare, siano in-vece perfettamente capaci di utilizzare questistrumenti che li legano ad un mondo apparente-

mente colorato e divertente, ma colpevole di pro-vocare una malsana dipendenza, isolamento eperdita di tutti i rapporti umani. Per questo moti-vo bisognerebbe creare un’inversione di rotta. Igenitori devono creare sinergia non solo tra di lo-ro ma anche con tutti gli ambienti educativi fre-quentati dai propri figli, come la parrocchia, la

Nel cattolicesimo l'episcopato è ilprimo e più alto grado del sacra-mento dell'Ordine. Gli altri due,in posizione subordinata all'epi-scopato, sono il presbiterato (sacerdoti) e ildiaconato. I vescovi sono i successori degliapostoli sia dal punto di vista pastorale siasacramentale: gli apostoli, ricevuto lo Spiri-to Santo nella Pentecoste (Atti 1,8; 2,4;Giovanni 20, 22-23), lo hanno trasmessoai loro successori con l'imposizione dellemani ed esso è stato trasmesso fino a ogginell'ordinazione episcopale (questo concet-to teologico è chiamato successione apo-stolica). La chiesa-edificio da cui un vesco-

vo esercita il suo magistero è detta cattedrale. Nell’immagine Am-brogio, vescovo di Milano, vestito delle insegne episcopali.

La parola“Vescovo”

Il 9 ottobre scorso è stata celebrata presso la chiesa dell’IstitutoDon Bosco una messa in occasione dell’ottantesimo anniversariodi ingresso nella comunità salesiana di don Luigi Boscaini, origina-rio di Lugagnano. Presenti alla celebrazione numerosi sacerdotisalesiani e molti parenti.

AnniversariDon Boscaini festeggia gli ottant’anni

di appartenenza alla comunità salesiana

“Il Natale vi aiuti ad aprire gli occhi ed il cuore, a non essere miopi né

sordi, ma sensibili e compassionevoli. Sappiate intercettare volti in difficoltà

non solo di chi vi circonda, ma anche di chi vi passa accanto in un

giorno qualunque”

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IL BACO DA SETAAppuntamento

di Cultura e Societàdi Lugagnano, Palazzolo,

San Giorgio e Sona

Periodico registrato al numero1918 del 12 maggio 2011

presso il Tribunale di VeronaSede presso Studio Associato

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PresidenteMario Salvetti

Direttore ResponsabilePietro Cristofoli

Redazione di LugagnanoGianmaria Busatta, Monia

Cimichella, Francesca Tenerelli, Alfredo Cottini, Massimo

Gasparato, Giovanni Signorato, Chiara Giacomi, Suelen Salvetti,Veronica Posenato, Elia Frinzi,Francesco Lorenzini, RiccardoChesini, Giorgia Adami, Giulia

Grigolini, Arianna Bianco, AndreaGrigolini, Diletta Gasparato,

e Renato Salvetti

Redazione di Sona Mario Nicoli, Enrico Olioso, Franco Fedrigo, Marco Bertoncelli, Manuel

Olioso e Mario Bighelli

Redazione di Palazzolo Luigi Tacconi, Aurora Pernigotti,

Marco Forante, Elisa Tezzae Giordano Ambrosi

Redazione di San Giorgio Giulio Braggio, Valentino Venturini,

Renato Farina e Gloria Valbusa

Foto e immaginiStudio Mario Pachera

Segretaria di RedazioneStefania Paon

Revisioni e correzione bozze Natascia Arduini

Stampato presso Grafiche Aurora srl

Via della Scienza, 21 37139 Verona - Tel. 045 8511447

Periodico fondato nell’anno 2000 da Mario Salvetti, Gianluigi Mazzi,

Gianmichele Bianco e Gianfranco Dalla Valentina

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scuola, le attività sportive, musicali ecc. È neces-sario, inoltre, che i genitori coltivino rapporti diconfidenza affinché i figli possano sentirsi liberi esicuri nel dialogo in famiglia. Un altro aspetto im-portante, soprattutto in fase adolescenziale, è lacostruzione nel ragazzo del pensiero critico; infat-ti, l’adolescente inizia a porsi delle domande dicui cerca le relative risposte. Per fare questodev’essere in grado di capire cosa è giusto e co-sa è sbagliato, e soprattutto il perché. In questomodo acquisisce la consapevolezza delle decisio-ni da prendere.Qual è il ruolo educativo spettante alla Chiesanei confronti degli adolescenti di oggi?Purtroppo non esiste un programma educativostandard, infatti anche la Chiesa si sta modellan-do sulle esigenze dei giovani d’oggi. È importan-te, a mio parere, intervenire su attività parroc-chiali quali, ad esempio, incontri adolescenti egrest, e apportare innovazioni e stimoli sfruttan-do anche le tecnologie odierne. Non bisogna ac-cantonare, infatti, le figure educative degli anima-tori e catechisti: sono importanti non solo perchétrasmettono informazioni e conoscenze, ma so-prattutto perché possono provocare reazioni e ri-flessioni nei ragazzi.Passiamo ad un altro argomento: in questo mo-mento di difficoltà spirituale generale, qual è ilfuturo della Chiesa nel nostro territorio, in par-ticolare nel Comune di Sona?Occorre, innanzitutto, sfatare l’idea di una possi-bile unificazione di parrocchie. Questo non avver-rà mai. Sarà necessario, invece, valutare il nume-ro di sacerdoti presenti fra dieci anni: infatti, cisarà un sacerdote che si occuperà di diverse par-rocchie all’interno di uno stesso Comune. Per So-na al momento non sussiste questo problema,ma in futuro non escludo che ci sarà un’unicaguida spirituale per le quattro frazioni.Magari gliel’hanno chiesto tante volte, ma nonpossiamo perderci l’occasione: che parere ha diPapa Francesco? Sta davvero portando una ri-voluzione all’interno del sistema-Chiesa?Parlare di rivoluzione è ancora presto poiché oc-corre piantare il seme, dargli da bere, coltivarlo easpettare che esso cresca forte e rigoglioso. Pa-pa Francesco è un profeta che parla in nome diDio e invita ad amare tutti gli uomini, nello speci-fico ci invita a coinvolgere le persone più sensibilie deboli. In termini tecnici Papa Francesco è piùpreoccupato dell’ortoprassi piuttosto che dell’or-todossia: ci insegna a valorizzare la pratica delladottrina cristiana per vivere la fede in modo con-creto.Monsignor Zenti, approfittiamo di questo incon-tro per augurarle un buon Natale da parte ditutta la redazione del Baco e dei nostri lettori.Vi ringrazio molto per l’intervista e vi auguro cheil Natale possa aiutarvi ad aprire gli occhi ed ilcuore, a non essere miopi né sordi, ma sensibilie compassionevoli. Sappiate intercettare volti epersone in difficoltà non solo di chi vi circondaquotidianamente, ma anche di chi vi passa ac-canto in un giorno qualunque.

Il Vescovo Zenti nella chiesa di Sona in occasione dei 475 anni di costituzionedella Comunità Parrocchiale, il 20 novembre 2011.

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“La situazione della discarica Siberie è sotto controllo”, facciamo ilpunto con l’Assessore all’Ambiente del Comune di Sommacampagna

A M B I E N T E

zona, a causa degli odori molto sgradevoli che in-vestono in pieno la zona ovest di Lugagnano:l'Amministrazione di Sommacampagna è al cor-rente di questa situazione? “Nella zona si sonoconcentrate diverse situazioni che hanno originatoodori di varia tipologia – spiega l’Assessore -. Sap-piamo che anche la discarica ha contribuito alla si-tuazione di disagio lamentata, ma abbiamo indivi-duato altre fonti rilevanti”. Gli odori che provengono dalla discarica sono co-munque da ritenersi normali per l'attività che vie-ne condotta in quel sito? “Ricordiamo che unaparte, seppur minima, del rifiuto in discarica è diorigine organica: inizialmente era previsto nel per-colato un DOC Carbonio organico disciolto di80mg/l poi nel secondo atto aggiuntivo del 3 di-cembre 2010, l’allora Amministrazione ritenne dimodificare il tipo di rifiuto conferito portando i DOCa 1600mg/l. Parliamo comunque – spiega Bertola-so - di quantità modeste, che tuttavia non possonofar escludere che in alcune situazioni vi sia qual-che fenomeno odorigeno. Ricordiamo che la disca-rica è costantemente monitorata dal Comune e da-gli enti di controllo preposti”. Chiediamo quindi all’Assessore Bertolaso sel'Amministrazione di Sommacampagna sta predi-sponendo qualche provvedimento per limitarequegli odori. “A seguito delle segnalazioni del mar-zo 2015 è partita un’indagine sui fenomeni che daallora si sono verificati e su possibili modalità di in-tervento. È emerso che i quantitativi di gas che fuo-riescono sono molto limitati, tuttavia si è comun-que deciso di provare ad intervenire. È già statapresentata agli enti preposti la progettazione ese-cutiva di un impianto pilota di intercettazione delgas. Va sottolineato che la decisione è volontaria,nasce dalla richiesta del Comune di intervenire edalla disponibilità di Hera in tal senso”.Le proteste sono comunque tante, cosa si sentedi dire come Assessore all'Ambiente ai cittadiniche si lamentano? “Le segnalazioni per noi sonosempre utili e ci aiutano a capire cosa sta succe-dendo. Noi – spiega l’Assessore - abbiamo un mo-nitoraggio costante dei parametri della direzionedel vento. È grazie alle segnalazioni che abbiamoindividuato anche altre problematiche che altri-menti non sarebbero emerse. Importante segnala-re all’ufficio ecologia orario e luogo in cui si sonoavvertiti gli odori per le opportune verifiche”. Sulla vicenda degli odori provenienti dalla discaricaSiberie ha presentato un’interrogazione alla Sinda-ca di Sommacampagna il M5S, tramite la Consi-gliera Luisa Galeoto. L’autorizzazione rilasciata algestore della discarica, indicano i Pentastellati, pre-vede che nella discarica non saranno conferiti rifiu-ti putrescibili e di conseguenza non è prevista laproduzione di biogas. Esiste però un documentodal titolo “Relazione non tecnica I° Semestre

Non sembra aver fine la vicenda degli odori cheprovengono dalla discarica Siberie, posizionata

in zona Mancalacqua, tra Lugagnano e Ca-selle, ma in Comune di Sommacampa-

gna. Anzi, aumentano ogni giorno le se-gnalazioni di cittadini che lamentanocome in alcune ore della giornata siaimpossibile tenere le finestre aperteanche a distanza di qualche chilome-tro dalla discarica. Dopo i servizi che

abbiamo pubblicato sia su questa rivi-sta che sul nostro sito internet, siamo

andati a sentire l’Assessore all’Ambientedel Comune di Sommacampagna Fabrizio

Bertolaso, che ovvia-mente segue da vici-no tutta la vicenda. Assessore, la disca-rica Siberie è moti-vo da tempo di mol-te proteste da partedei residenti della

Ma il Movimento Cinque Stelledi Sommacampagna chiede

maggiori controlli e un’ordinanza di chiusura fino aquando non sarà tutto chiarito

diMario Salvetti

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Dall’alto la Sinda-ca di Somma-campagna Man-zato e la Consi-gliera del M5SGaleoto.Nella pagina pre-cedente l’Asses-sore Bertolasoed una foto ae-rea della discari-ca Siberie.

2016”, scrive nell’interrogazione il M5S, nel quale“risulta chiaramente che nel primo semestre 2016la produzione di biogas ha superato per diversevolte i valori di allarme stabiliti nel Piano di Monito-raggio e Controllo (PMC)”. I Cinque Stelle chiedonoquindi al Comune di Sommacampagna per qualemotivo non è stata informata la popolazione dell’e-sistenza di accertamenti sull’emissione di biogasdalla discarica. Chiedono anche se “la SindacaManzato non reputa opportuno attivarsi medianteuna Ordinanza sindacale per imporre la chiusuratemporanea della Discarica fino a quando non sa-rà installato un impianto di captazione del biogas”e “se non si ritiene opportuno sollecitare le autori-tà competenti ad approfondire le cause delle emis-sioni odorigene, mediante un esposto alla Procuradella Repubblica”. Nella risposta la Sindaca Man-zato spiega che nel 2013 “la Discarica Siberie ve-niva riclassificata da ‘Discarica per Rifiuti Non Peri-colosi Non Putrescibili’ in ‘Discarica per rifiuti inor-ganici a basso contenuto organico o biodegradabi-le - Sottocategoria a)’” e che “la presenza di bio-gas, come rilevata dall’ARPAV e dal terzo controllo-re in alcuni sopralluoghi effettati a inizio anno faparte delle azioni di controllo puntuale che svolgo-no gli organi preposti alla verifica del rispetto delPiano di Monitoraggio e Controllo”. La Sindaca sot-tolinea poi che “al contrario di quanto affermatonell’interrogazione, alla data odierna non è mai

stato superato il limite stabilito dal pianodi monitoraggio e controllo”. Semprenella risposta la prima cittadina diSommacampagna spiega che “l’Am-ministrazione ha avviato un confron-to con il gestore su come poter limita-re i fenomeni odorigeni. In seguito aciò, il gestore, attraverso un’indagineed un progetto sulla quantità di flussi dibiogas che vengono prodotti dalla discari-ca (pur rispettando i limiti consentiti), ha av-viato uno studio per stabilire se sia possibilerealizzare un impianto sperimentale ditrattamento del biogas nonostante ibassi quantitativi presenti. Va eviden-ziato che i valori di emissione fino adoggi registrati non permetterebbero ilfunzionamento di un impianto di tipoclassico, per questo motivo si sta stu-diando un impianto sperimentale”. Ri-guardo agli odori la Sindaca scrive poiche “a seguito degli accertamenti fatti egrazie alle segnalazioni dei cittadini stessi,si è verificato che oltre alla discarica eranopresenti altre situazioni che creavano problemiodorigeni in stretta vicinanza del sito. L’Amministra-zione non ha mai negato possibili provenienze odo-rigene dal sito della discarica ha solo evidenziatoche, nel periodo interessato dalle segnalazioni, viera la concomitanza di odori legati alla presenza dicumuli di compost di notevoli dimensioni e che era-no in stretta prossimità della discarica stessa” e “innessun caso – spiega Manzato - l’Amministrazioneha sottovalutato la problematica” “In seguito allesegnalazioni sono stati fatti controlli da parte diARPAV, terzo controllore. Ognuno di questi enti –prosegue la Sindaca - ha verificato eventuali diffor-mità senza che venisse riscontrata alcuna anoma-

Da qualche mese gli odori che sembranoprovenire dalla discarica Siberie sono spes-so oggetto di interventi commenti, talvoltamolto irati, sul gruppo Facebook “Sei di Lu-gagnano se”. Come Andrea che scrive: “Cer-to che ultimamente arriva un particolareprofumo di immondizia dalla cava Sibe-rie...”. “È uno schifo! – commenta Paolo -Facciamo il differenziato come pochi comu-ni in Veneto... per poi beccarci l'immondiziadi chi se ne frega!”. Oppure Simone: “Siamosicuri di quello che scaricano? Mah... e nes-suno ci dà una risposta o serve che qualcu-no si incazzi veramente... come è già suc-cesso”. O Cristian che avvisa: “Se dovetepassare dalle siberie portatevi una masche-ra che schifo... e le istituzioni?”, con Danielache gli risponde “E’ vero! Sono passata ieripomeriggio e l’aria era irrespirabile! Lo stes-so odore che stiamo sentendo a Mancalac-qua da questa primavera ma più forte!”. Op-pure Paolo che indica come “anch'io passoin moto tutte le mattine verso le 7 e facciotutto il tratto in apnea (trattengo il respiro)”.O come Giovanna che spiega: “Noi abitiamoa Mancalacqua e a volte non possiamo te-nere le finestre aperte per il terribile odore”.

InternetOdori dalla discarica, su

Facebook monta la protesta

Si è tenuto il 28 novembre la seduta del Consiglio Comunale diSommacampagna che aveva all’ordine del giorno anche una mo-zione delle forze di minoranza sulla discarica Siberie. Le minoran-ze riunite proponevano che il Consiglio Comunale impegnasse laGiunta di Sommacampagna a nominare un tecnico specializzatonel settore ambientale, indipendente da HerAmbiente, condivisodall’intero Consiglio, che tutelasse gli interessi dei cittadini e cheeffettuasse indagini sugli odori per qualificarne la provenienza el’entità. I Consiglieri di minoranza chiedevano anche che l’Ammini-strazione comunale identificasse soluzioni per abbattere in manie-ra sensibile, nell’immediato, la produzione di odore. La discussio-ne si è protratta per due ore e alla fine la mozione è stata appro-vata all’unanimità, da maggioranza e minoranza, con un emenda-mento sul controllo del terriccio di copertura. In sostanza verrannocondotte indagini per qualificare e quantificare gli odori, verrà no-minato un tecnico che dovrà studiare soluzioni applicabili e verran-no effettuati controlli sulla copertura dei rifiuti a fine giornata.

DiscaricaEd il Consiglio Comunale di 

Sommacampagna vota all’unanimità

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lia di funzionamento. La stes-sa Regione Veneto ha conclu-so l’iter di autorizzazione del4° lotto senza particolari rilie-vi. Ad oggi non esistono quindielementi che possano permet-tere un’Ordinanza sindacaleper imporre la chiusura tem-poranea della discarica senzaesporre il Comune a conten-ziosi e a conseguenti richiestedi danni”. La Consigliera co-munale Luisa Galeoto, sentitadal Baco, commenta spiegan-do che “i riferimenti legali ci-tati nella nostra interrogazio-ne sottendono il concetto giu-ridico che va a sanzionare l’e-missione odorigena, a pre-scindere dalla fonte dell’odo-

re. L’Amministrazione non accetta il concetto dell’e-quivalenza ‘odore uguale inquinamento’. Il Piano diMonitoraggio e Controllo prevede un valore di allar-me per la rilevazione di biogas pari a 500 ppm, va-lore superato da Gennaio a Giugno 2016 per ben25 rilevazioni su 122, quindi sul 20% circa dei rilie-vi. Nella nostra interrogazione abbiamo parlatoesattamente di questo. L’Amministrazione da oltreun anno giustifica gli odori con diverse cause natu-rali: dapprima lo spandimento di liquami sulle cam-pagne, di seguito i capannoni avicoli nei dintorni,poi la presenza di cumuli di compost, di fatto nonrilevando una semplice oggettività: da quando han-no iniziato ad essere introdotti in discarica rifiuti amaggior contenuto putrescibile sono iniziati gli odo-ri molesti. Sottolineo che le emissioni odorigene sipropagano principalmente al mattino presto ed al-la sera dopo il tramonto: in questi orari gli enti dicontrollo non lavorano, quindi non hanno rilevato esegnalato particolari criticità anche per questo”.

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Su richiesta di alcuni cittadini, sa-bato 19 novembre il Comune diSommacampagna ha aperto i can-celli della discarica Siberie a chivolesse visitarla. Tra le altre, vi èstata anche la visita congiunta de-gli Amministratori di Sommacam-pagna e Sona. Per Sona erano pre-senti il Sindaco Mazzi, gli AssessoriCaltagirone, Dal Forno e Catalano,il Consigliere di maggioranza Bu-satta, i Consiglieri di minoranzaCordioli e Bonometti ed il Presiden-te del Consiglio Comunale Merzi.

Ambiente

In visita alla discarica

Sul tema degli odori della disca-rica Siberie è arrivata a fine

novembre una mozione chei Consiglieri comunali diminoranza di Sona EnricoCordioli (nella foto), Fla-vio Bonometti e VittorioCaliari hanno proposto alSindaco e al Consiglio co-

munale. “Negli ultimi tem-pi la discarica Siberie sta

creando delle problematiche– scrivono infatti Cordioli, Bono-

metti e Caliari -, tra queste, quellache più incide nella vita di relazione dei cittadini chevivono nelle aree ove sorge la discarica (in particola-re per i cittadini di Mancalacqua) è la produzione digas nocivi e insopportabilmente nauseabondi. La di-sciplina normativa introdotta dalla LRV 21 gennaio2000 n. 3 prevede – proseguono - il riconoscimentodi uno speciale contributo ambientale in favore nonsolo dei Comuni sede di impianti di recupero esmaltimento rifiuti ma anche in favore dei Comuni li-mitrofi, se effettivamente interessati dal disagio. L'e-ventuale partecipazione al ristoro economico di cia-scun Comune confinante potrà essere legittimatasolo a seguito di formale e motivata richiesta formu-lata dall'Amministrazione comunale interessata. Sa-bato 19 novembre – scrivono nella mozione i treConsiglieri - si è tenuta, presso l'impianto in localitàSiberie, una visita cui hanno partecipato le Ammini-strazioni di Sommacampagna e Sona. Nel corso ditale visita abbiamo ricevuto alcune informazioni daparte dell'Assessore Bertolaso e del tecnico di He-rAmbiente, ing. Vivenza. Il tutto può essere così rias-sunto: la stessa HerAmbiente ha accertato una pro-

duzione di biogas che supera, nel 20% delle misura-zioni effettuate da fine gennaio 2016 a fine giugno2016, i valori di allarme definiti nel Piano di Monito-raggio e Controllo; lo scorso 2 novembre HerAm-biente ha presentato agli enti preposti un progettoesecutivo per avviare un impianto di captazione delbiogas. I tempi di realizzazione di questo impiantonon sono brevi: l'ing. Vivenza ha specificato che sidovrebbe riuscire a mettere in opera il tutto permaggio 2017; il trattamento del biogas dovrebbemigliorare la situazione delle emissioni odorigene,ma non darebbe garanzia alcuna riguardo la loroeliminazione. Le esalazioni odorigene – segnalanoCordioli, Bonometti e Caliari - devono essere elimi-nate a prescindere dal trattamento del biogas, an-che solo per il fatto che provocano malessere diffu-so e non permettono di condurre ai cittadini una vi-ta di relazione normale. La salute pubblica è questo.Non bisogna aspettare i ricoveri in ospedale: bastaun disagio generalizzato che toglie benessere e pro-voca ansia, rabbia e sconcerto. Se pensiamo, quin-di, che i cittadini dovranno subire questi forti disagialmeno fino al prossimo maggio ci chiediamo se visiano strategie da adottare per ridurre il problemafino a tale data”. Quello che i tre Consiglieri di minoranza chiedono è,quindi, che il Sindaco e la Giunta di Sona chiedanoagli Amministratori di Sommacampagna di accoglie-re all'interno del Comitato di Sorveglianza della dis-carica la nomina di un Consigliere di Sona, che pos-sa essere informato e pertanto tutelare gli interessidei nostri cittadini. Chiedono anche il Sindaco diSommacampagna venga sollecitato ad effettuaredelle indagini sugli odori per qualificarne esattamen-te la provenienza e l'entità e che Sona attivi la pro-cedura della richiesta di contributo ambientale.

AmbienteOdori dalla discarica Siberie: tre Consiglieri di minoranza di Sona

chiedono un intervento del Sindaco Mazzi

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L’89° numero de Il Baco da Setaè stato stampato in 2000 copie.

Chiuso in tipografia il 2 dicembre 2016 Stampa Ecologica

Pubblicazione realizzata impiegando carta Fedrigoni Freelife, con marchio europeo di qualità

ecologica Ecolabel - Rif. nr. IT/011/04 e certificata FSC Mixed Sources COC-000010

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Il prossimo numero del Baco sarà in edicola dasabato 25 febbraio 2016

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Contro la decisione della Regione di riaprire Cà di Capri richiesta disospensiva e poi ricorso. Se n’è parlato in assemblea a Lugagnano

A M B I E N T E

to che aveva annullato all’inizio dell’anno l’auto-rizzazione per la riapertura, l’ha ripropostapressochè per intero, con mal celati accorgi-menti attraverso i quali ha tentato di eludere ilmerito del rigetto. “Il Comitato non intende fer-marsi – ha spiegato Santinato -, anzi agirà conmaggiore aggressività per portare a buon fine

Il Comitato dei Cittadini contro la discarica Càdi Capri a Lugagnano ha organizzato martedì25 ottobre un’assemblea pubblica a seguitodella decisione della Giunta Regionale del Ve-

neto che, con delibera 1148 del 12 luglio scor-so, ha nuovamente autorizzato l’apertura delladiscarica, sempre per il conferimento del carfluff, cioè di parti inquinanti non riutilizzabilidalla demolizione delle autovetture. Erano pre-senti il Presidente del Comitato Santinato, l’av-vocato Scapini, che pro bono assiste nella vi-cenda il Comitato, e Bertucco che dall’iniziodella vicenda ha sottoscritto, nella veste di Pre-sidente (ora ex) di Legambiente provinciale, i ri-corsi del Comitato. Fra gli ospiti invitati era pre-sente il Sindaco Mazzi con l’avvocato Sartori,incaricato dall’Amministrazione comunale di at-tivarsi per la vicenda, l’Assessore Dalla Valenti-na ed il Consigliere comunale Bellotti, delegatoper le Politiche ambientali. Santinato ha pre-sentato la cronistoria della vicenda che è inizia-ta 17 anni orsono e che si è riaperta, controogni ragionevole aspettativa, dopo le due vitto-rie in sede Tar e Consiglio di Stato e ha illustra-to all’assemblea il lungo percorso (dal nostro si-to riportate più volte) fino alla situazione dei no-stri giorni. Ha proseguito poi chiarendo i motiviche hanno portato il Comitato a questa convo-cazione pubblica. La Giunta Regionale del Ve-neto a fronte della delibera del Consiglio di Sta-

di Renato Salvetti

Un momentodell’assembleadel 25 ottobrea Lugagnano.

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“La vicenda Cà di capri omeglio Rotamfer si è ri-

proposta nuovamente,forse è meglio direcontinua inesorabil-mente a porsi, da-to il parere favore-vole espresso dal-la Regione al con-ferimento di car

fluff. Risparmio lastoria che ormai co-

nosciamo tutti – inter-pellato dal Baco esordi-

sce così il Consigliere diProgetto Comune Flavio Bono-

metti (nella foto), che da Sindaco diSona seguì molto da vicino la vicenda della discaricadi Lugagnano -. Mi permetto però di osservare quan-to segue: la nuova autorizzazione si basa sostanzial-mente sul fatto che la ditta ha fornito, secondo laCommissione Via, tutti gli elementi e chiarimenti ne-cessari che hanno portato a considerare gli aspettigestionali, la migliore produzione del rifiuto, le rigideprescrizioni sommate a stringenti controlli sufficienti

a superare di fatto il parere contrario del 2010. Ladomanda si pone spontanea: ma è possibile autoriz-zare un conferimento simile senza quanto prescrit-to? Sembra proprio di no! Quindi – spiega Bonomet-ti - sono i controlli che devono essere alla base diuna corretta gestione. Controlli che devono essereinevitabilmente fatti da ente o struttura certificata edi cui l’Amministrazione Comunale di Sona e Il Co-mitato di Cittadini hanno piena e totale fiducia. L’e-sperienza mi ha insegnato molto! L’Amministrazioneha presentato insieme al Comitato Cittadini ricorsocongiunto al TAR. Ora mi chiedo: nella disgraziataipotesi che il ricorso venisse respinto, l’Amministra-zione ha un piano “B”? Se sì, sarebbe interessanteche come cittadini ne venissimo informati. Il Sinda-co e l’Assessore Dalla Valentina ci dicono da sem-pre che ‘la discarica va completata’, ‘va messa in si-curezza’. Sarebbe interessante che completassero ilconcetto! Ad esempio con quali prodotti, visto che gli‘inerti’ non sono graditi alla ditta Rotamfer. Diversa-mente, se non si completa il concetto, si rischia chesiano altri, nel caso la Regione, a ‘consigliarci’ lamessa in sicurezza della discarica e con quali pro-dotti. In buona sostanza: bene il ricorso congiuntoma attenzione a quello che può accadere dopo”.

L’InterventoBonometti: “Bene il ricorso congiunto, ma attenzione

a quello che può accadere dopo”

questa sacrosanta battaglia”. Santinato ha fat-to presente infine, con soddisfazione, che la de-cisione dell’Amministrazione comunale di Sonadi presentare essa stessa un ricorso ammini-strativo contro la delibera regionale, con un’a-zione autonoma ma coincidente, è una novitàinteressante ai fini del risultato che si intendeottenere. Si è anche augurato che i cittadini diLugagnano che, pur in presenza di buoni risul-tati, sono meno partecipi rispetto ad anni pas-sati, possano riprendere entusiasmo parteci-pando numerosi alle prossime iniziative sul ter-ritorio. In sequenza poi, il Sindaco ha conferma-

to la volontà dell’Amministrazionecomunale di affiancare con il mas-simo impegno l’azione del Comita-to, mentre l’avvocato Scapini e Ber-tucco hanno fornito molti chiari-menti sulla deliberazione regionalee su quanto ha in animo il Comita-to di promuovere, primo fra tutti ladecisione di presentare la richiestaal T.A.R. della sospensiva della sud-detta delibera. Si passerà subitodopo alla presentazione di un arti-colato ricorso nel merito. Dall’as-semblea, non numerosa ma moltopartecipata, sono giunte molte ri-chieste di chiarimenti e formulatialcuni suggerimenti. Era presente

fra il pubblico il Presidente del Comitato dei Cit-tadini di Pescantina che ha portato la solidarie-tà a quello di Lugagnano. Ha colto anche l’oc-casione per illustrare la situazione della discari-ca di Cà Filissine che è aperta da 33 anni eche, dopo anni di chiusura, pare riapra avendoottenuto il benestare del Comitato V.I.A. (Valuta-zione Impatto Ambientale). Lodevole, oltre che intelligente, l’impegno delComitato dei Cittadini e di Santinato in partico-lare, un impegno che merita maggior ascolto diquanti nel Comune hanno a cuore la tutela am-bientale del territorio nel quale viviamo.

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La discaricaCà di Capri.

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Prosegue la rubrica: “Botta e ri-sposta. La politica in quattrodomande”, con la quale propo-niamo quattro domande ad unesponente politico locale conobbligo di risposta sintetica. In questo numero è il turno diGianluigi Sette. Architetto diprofessione, Gianluigi Sette ri-siede a San Giorgio in Salici.Riveste la carica di tesoriere diIndipendenza Noi Veneto, movi-mento che ha eletto un Consi-gliere in Regione alle ultime re-gionali. Alle amministrative diSona del 2013 era candidatoSindaco per Indipendenza Ve-neta.

Ha in programma un suo im-pegno politico attivo a Sona?Il mio impegno continua. Perme il Veneto Indipendente è l’o-biettivo principale. Per Sona stodialogando con amici e cono-scenti per creare un gruppo co-eso e capace di partecipare al-le future amministrative.

È ancora attuale il tema del-l’indipendenza del Veneto? Certo che è attuale. Dopo lapresentazione del nuovo pro-getto di legge in regione che miha visto protagonista, insiemeall’amico Zoccatelli Palmarino,presidente del comitato VenetoIndipendente, ora con il nostromovimento politico stiamo ap-poggiando un nuovo progetto dilegge. Con il riconoscimento re-gionale della “minoranza nazio-nale veneta”, i veneti potrannochiedere la co-decisione suglialti funzionari statali (prefetti,magistrati, dirigenti ecc.) al finedi garantire l’identità della mi-noranza nazionale; pieno bilin-guismo nell’amministrazionestatale e locale, nella cartelloni-stica stradale, giornali, radio eTV mezzi di comunicazione ri-servati alla lingua della mino-ranza; l’insegnamento nellescuole della storia e cultura ve-neta; scuole bilingue. E moltoaltro ancora.

Oggi si sente più vicino allaLega Nord o a qualche altropartito? Dobbiamo dimenticare l’appar-tenenza alla desta o alla sini-stra. Sono concetti di Stati me-dioevali. Fatti apposta per con-trapporre le persone. Sicura-mente io sono per un’Europadei popoli cristiana, dove il cit-tadino e la famiglia vengonoprima di tutto, dove le leggi esoprattutto i diritti vengono ri-spettati. La Lega Nord mi è si-curamente vicina. Fosse ancorae solo Liga Veneta mi rappre-senterebbe.

Qual è il suo giudizio sull’Am-ministrazione del SindacoMazzi?Gianluigi ha il suo bel da fare!È stato fortunato che lo Statoha leggermente lasciato liberele briglie e può spendere qual-che misero soldo in più. Si fac-cia conto che ogni Veneto pagain media 12.500 euro di tas-se/imposte all'anno. Per Sonami sembra che la spesa totalesia di circa 500/600 euro procapite anno. Con l’Indipenden-za ed i nostri soldi avremmoasili nido, piscine, autobus, ca-se per anziani, scuole modernee sicure, sanità eccellente, etanto altro. Ma la gente non sene rende ancora conto.

Botta&Risposta

La politica a Sona in quattro domande: Gianluigi Sette

Via Betlemme, 1537060 Lugagnano (VR)

Tel. 045 8680653

GiovaniAl via il progetto 

“Sona Guida Sicura” per i neopatentati nati nel 1997Utilizzando parte delle sanzioni erogate perviolazioni al Codice della strada l’Ammini-strazione comunale di Sona ha elaboratoun’iniziativa, coordinata dall’AssociazioneCavalier Romani, rivolta ai neopatentati del1997 per formarli ad uno stile di guida sicu-ra. Il Comune ha spedito ai circa 200 giova-ni del 1997 residenti a Sona una lettera perinvitarli. “Sei interessato/a a sperimentareun corso di formazione per capire come su-perare i pericoli della strada? Un momento– riporta la lettera - in cui un istruttore pilo-ta professionista possa insegnarti come farfronte a situazioni che potrebbero metterein pericolo la tua vita o quella degli altri?”.Ma come funziona? Il calendario degli in-contri prevede venerdì 16 dicembre alle ore20.30 ‘Teoria e pratica dell’autosoccorso’;venerdì 13 gennaio alle ore 20.30 ‘Educa-zione alla sicurezza stradale con Poliziastradale, Suem 118,Vigili del fuoco’; un sa-bato mattina di febbraio ‘Corso per utilizzodel defibrillatore’, un sabato di marzo ‘Gior-nata di teoria e pratica di guida sicura pres-so il centro Drive OK di Trento’. Il valore eco-nomico del corso è di 250 euro, ma ai gio-vani partecipanti il Comune ne chiede solo50. I posti disponibili sono 53 e le adesionisi accettano fino ad esaurimento dei posti.Gli incontri teorici si tengono presso la salacivica III piano ex-canonica a Sona.

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Il tema del terremoto, che in questi mesi hacambiato la vita di ampie zone del Centro Italia,desta sempre molta attenzione e sensibilità. Giànei numeri precedenti abbiamo avuto modo diparlare della situazione degli edifici pubblici aSona, con particolare riferimento a quelli scola-stici, e l’attenzione dell’Amministrazione comu-nale si è focalizzata in modo particolare anchese non esclusivo sull’edificio storico della scuoladell’infanzia di Sona: Villa Trevisani Calderarichiamata anche comunemente Villa Romani,quale nome della scuola dell’infanzia ospitata. In questa occasione vogliamo approfondire il te-ma dei lavori programmati secondo molteplici

Scuola dell’infanzia di Sona: iniziati finalmente i lavori peril miglioramento sismico dell’edificio

L A V O R I P U B B L I C I

aspetti: tipologia, tempi di realizzazione e conse-guente impatto sulle attività scolastiche. Ripren-diamo in breve la sua genesi avvenuta all’indo-mani del fatto accaduto a Lugagnano con lostacco dell'intonaco alla scuola primaria “SilvioPellico”. Le preoccupazioni dell’attuale Ammini-strazione comunale guidata dal Sindaco Gianlui-gi Mazzi, al tempo da poco insediata, furono taliche attivarono un processo di verifica di tutte lescuole del Comune e contemporaneamente laricerca dei canali di finanziamento per gli inter-

venti che sarebbero stati previsti. E la RegioneVeneto, nella persona dell’assessore ai lavoripubblici Massimo Giorgetti, divenne interlocutri-ce di riferimento a riguardo. Il risultato di questainiziativa dell’Amministrazione comunale, ad og-gi, è l’inserimento nel documento programmati-co dell'impegno ad intervenire nelle scuole. Inquesto periodo, oltre ai lavori in Villa Trevisani,sono in fase di esecuzione anche quelli allascuola Anna Frank a Lugagnano, alla nuova Sil-vio Pellico sempre a Lugagnano ed è in fase diprogettazione l'intervento alla scuola Don Boscodi Palazzolo. Inquadrato il contesto nel qualel’intervento all’edificio storico della scuola del-l’infanzia di Sona ha avuto genesi, facciamo oraun punto della situazione così da comprenderemeglio i lavori previsti. Lo facciamo consultando

di Enrico [email protected]

Sotto il cantiereaperto e la piantadel piano terra della scuola.

L’intervento è stato affidato ad una ditta di Trento per un importo di 709mila euro

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la documentazione che lo stesso sindaco, Gian-luigi Mazzi, ha messo a disposizione a seguitodella nostra richiesta. Innanzitutto, come è statogestito il trasferimento delle attività scolastichedella scuola dell’infanzia ospitata? Risposta aquesta domanda la troviamo nella convenzionesottoscritta tra il Comune di Sona e la Scuolamaterna Campostrini di Sommacampagna. Do-po un’ampia ricognizione di possibili luoghi doveospitare le attività, la scelta migliore è stataquella appunto di utilizzare gli spazi disponibilidi una scuola dell’infanzia vicina qual è appuntola Campostrini di Sommacampagna. Gli elemen-ti salienti della convenzione sono: canone men-sile di locazione pari a 3.300 euro, periodo di lo-cazione da settembre 2016 a giugno 2017, for-nitura di pasti e di riordino refettorio al costounitario di 4,10 euro (+4% iva). Seconda doman-da: Come è avvenuta l’aggiudicazione dei lavori?Risposta a questa seconda domanda la trovia-mo nella Determina di aggiudicazione gara n.810 del 6 ottobre 2016 del responsabile dei La-vori Pubblici architetto Massimo Vincenzi. L’im-porto complessivo a base d’asta previsto (com-prensivo degli oneri per la sicurezza) è stato di781.624,37 euro da affidare secondo il criteriodel miglior prezzo con esclusione delle offerteanomale. Sono state invitate 30 ditte con richie-sta di invio dell’offerta entro le ore 12 del 3 ot-tobre 2016. Le offerte pervenute sono state 25e la prima offerta non anomala con il migliorprezzo è stata individuata in quella della dittaTecnobase srl di Trento per un importo pari a644.893,49 euro al netto del ribasso del18,378% e dell’iva al 10% sulle opere principali.L’importo complessivo iva compresa è di709.382,04 euro. Terza domanda: qual è la ti-pologia di lavori prevista? Risposta a questa do-manda la troviamo nella Relazione generale delprogetto esecutivo redatto dall’ing. MassimoFerrari della società Studio&Progetti di ingegne-ria di Villafranca e dall’architetto Massimo Vin-cenzi del Comune di Sona. La prima parte della

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Il Comune di Sona ha messo incampo in questi mesi una po-derosa azione di lavori pubblicisul territorio, un’operazionecomplessiva che non si vedevada decenni, favorita anche daun minore rigore dello Statoche ha finalmente allargato lemaglie del patto di stabilità. Percitare solo alcuni degli interven-ti più importanti, è in corso lariqualificazione energetica dellemedie di Lugagnano, con an-che il rifacimento dell’Aula Ma-gna/Sala Civica e della mensa.Come scriviamo qui accanto,

sono poi in corso i lavori pressola scuola materna di Sona. Unanalogo intervento per la siste-mazione antisismica è previstoper la scuola primaria don Bo-sco di Palazzolo ed è in fase diaffidamento la realizzazionedella nuova scuola elementarea Lugagnano. Sempre a Luga-gnano sta per essere realizzatoun nuovo campo da calcio al-l’interno dell’impianto di viaBarlottini. In corso su tutto ilterritorio anche una grossaoperazione di rifacimento degliasfalti, molto attesa, con unaspesa di 768mila euro che co-involge 18 tra strade e piazzadel Comune. Con l’occasione ilComune mette mani anche aimarciapiedi in tutte quattro lefrazioni. In collaborazione poicon il Consorzio di Bonifica Ve-ronese importanti interventiper la sicurezza idraulica sonostati realizzati dal Comune in

via Casotto, in via Montebrusone all’incrocio tra via Bellevie ela Regionale 16. A San Giorgiosono invece in fase di chiusurai lavori di bonifica, di piantuma-zione e di demolizione della va-sca in località Giacomona. Inzona Grande Mela sono staterealizzate un’area sosta TIR eun’area sosta camper. Inter-venti sono stati compiuti anchepresso la Casa di Riposo di Lu-gagnano, con rifacimenti inter-ni, nuova piscina, modifica del-la palestra e creazione di po-liambulatori. Nuove fognature

sono state realizzate a Sona invia Gramsci e Regionale 11, viaPlatano e Residence Bavaria.In fase di definizione anche lenuove fognature in via Cabotoe via Generale Graziani a Luga-gnano (ne parliamo più avanti).A San Giorgio è infine in fase direalizzazione la nuova IsolaEcologica, situata in via Termi-non coprirà una superficie dicirca 4000 metri, andando aservire Sona, San Giorgio in Sa-lici e, per alcune tipologie di ri-fiuti, anche Palazzolo (foto so-pra). Tanto attivismo comporta,inevitabilmente, qualche disagio causato ad esempio dauna viabilità rallentata, ma l’ob-biettivo finale consiglia a tuttiun doveroso sforzo di pazienza.Piccoli sacrifici per provare adavere strutture finalmente ade-guate al Comune che siamo di-ventati.

Mario Salvetti

La NotaLavori pubblici,

un attivismo che convince

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relazione presenta la descrizione storica e archi-tettonica dell’edificio ed i relativi vincoli risalen-te alla fine dell’ottocento, modificato ai primi delnovecento e poi con interventi successivi finoagli ultimi realizzati nel 1996. Segue poi la parterelativa alle criticità strutturali suddivise in cin-que categorie: interventi volti a ridurre le caren-ze dei collegamenti (realizzazione di un buonammorsamento tra le pareti e di efficaci collega-

menti dei solai alle pareti mediante tiranti d’ac-ciaio e barre di acciaio ad aderenza migliorata),interventi volti a ridurre l’eccessiva deformabili-tà dei solai in legno (rinforzo con soletta collabo-rante in calcestruzzo alleggerito), interventi voltiad incrementare la resistenza degli elementimurari (interventi di scuci e cuci, iniezione di mi-scele leganti, regolarizzazione delle aperture in-terne), inserimento di giunti sismici (tra il corpoprincipale ed il corpo palestra), interventi volti amigliorare il trasferimento delle forze al terreno(aumento della superficie di contatto tra il terre-no e le fondazioni esistenti mediante cordoli incemento armato). L’occasione è anche per losvolgimento di un intervento di tipo architettoni-

co-funzionale di tipo conservativo, con operazio-ni di restauro e pulizia dell’aspetto esternodell’edificio e di un nuovo bagno per disabili.Quarta domanda: Quali sono i tempi previsti perl’intervento? La risposta la troviamo sempre del-la relazione, al capitolo Cronoprogramma dellefasi attuative. Il tempo stimato per l’esecuzionedei lavori è di 8 mesi e mezzo consecutivi. Quin-di, considerando che il cantiere è stato apertonei primi giorni di novembre, possiamo ragione-volmente prevedere che la conclusione avvengaentro la fine di luglio così da consentire l’avviodelle attività scolastiche ai primi di settembre.Le foto presenti nella relazione, che pubblichia-mo almeno in parte, descrivono schematica-mente le tipologie di intervento previste. La per-cezione è quella di un processo che, almeno fi-no a questo momento, si è svolto in modo preci-so e consistente, segno di una buona partenza.Adesso però che inizia la parte dell’interventovero e proprio sulla struttura continueremo amantenere l’attenzione per un duplice scopo:che i lavori siano svolti a regola d’arte e che itempi previsti siano rispettati al fine di garantireil rientro delle attività scolastiche nel settembre2017.

La Foto StoricaVilla Trevisani in una cartolina d’epoca

Sono praticamente ultimati i la-vori per la realizzazione delgrande parcheggio pubblico apagamento per Tir e autoarti-colati tra via Toscana e via del-l'Industria in zona Grande Mela

a Lugagnano. Obiettivo dell’in-tervento è quello di porre ordi-ne al parcheggio selvaggio nel-le aree di sosta per auto, elimi-nare il bivacco e l'abbandonodi rifiuto.

InterventiRealizzato un parcheggio per TIR

in zona Grande Mela

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Tutto è in fibrillazione, le Istituzioninon danno più stabilità, sicurezza ecome cittadini impauriti ci rifugiamo innoi stessi quasi incapaci di dare laspinta propulsiva di cui invece comecomunità avremo bisogno. L’UnioneEuropea, che doveva sfociare negli“Stati Uniti d’Europa” si sta disinte-grando e ogni Stato, con la sua picco-la o grande possibilità di veto, svolgela sua politica funzionale più ai capi-polo locali che non alla comunità nelsuo insieme. In questo momento nonsaprei fare nemmeno qualche esem-pio di obiettivi comuni su cui i singolistati possono essere impegnati; è lon-tana davvero l’Unione Europea. D'al-tronde l’Unione Europea (almeno il no-me è rimasto) è diventata la somma-toria dei disagi dei singoli Stati, eppu-re oltre la fibrillazione politica c’è unacomunità capace di grandi cose, pen-siamo al terremoto e alle immediateoperazioni di intervento della Protezio-ne Civile e di tanti gruppi di volontariintervenuti per soccorrere e dare unasistemazione a un esercito di 30.000persone. Parti importanti di ogni sin-

golo stato funzionano in modo impec-cabile, ma il disegno d’insieme non sivede; probabilmente mancano leadercapaci di unire le tante risorse all’in-terno dei singoli paesi e tanto menofra i paesi della Comunità Europea.Non è una isola nel deserto nemmenoil nostro Comune, dove si mescolanoeccellenze e zone d’ombra. Molti pas-si sono stati fatti, come ad esempioazioni nel campo del volontariato atti-vo, come la Consulta delle Associzioni,e fra queste mi permetto di ricordarneuna perché direttamente collegata aldramma del terremoto e che ha vistogli uomini del SOS essere parte inte-grante della Protezione Civile, ma pas-si più lenti si compiono invece per in-tegrare i cittadini del Comune in unagrande comunità locale. E qui mi per-metto di chiamare in causa ancorauna volta il Sindaco, che non può es-sere solo il responsabile dell’organiz-zazione di efficienti servizi comunalicome fosse una azienda, ma anche il“comandante in capo” dello sviluppopolitico/sociale del Comune, trainan-do le forze vive in un processo di citta-dinanza attiva per uscire dalle secchedi un immobilismo politico capace dimuoversi solo per tirare la giacca diqualche leader politico. Nel panoramadi grande fibrillazione politica/econo-mica generalizzato i Sindaci sono an-cora, e non solo in Italia, il riferimento

più importante della comunità anchese troppo spesso si considerano sologestori dei servizi che il Comune erogamentre il Comune è la cellula politicadella più grande comunità Italia. Unultimo breve pensiero sulle elezioni inAmerica. Meriterebbero analisi certa-mente più approfondite, ma al di làdelle convinzioni personali sul Presi-dente, credo che si debba tenere pre-sente che il consenso non è semprebasato sul contenuto dei progetti, masulla capacità di intercettare i bisogninascosti della nostra gente e per que-sto bisogna vivere la comunità noncon proposte pur interessanti ma lon-tane dal vivere quotidiano, bensì inter-pretando i piccoli ma spesso sfiancan-ti problemi quotidiani che spessocreano ribellione verso l’Autorità costi-tuita. Credo sia un altro problema im-portante per il Sindaco.

Il PuntoIl Sindaco deve saper guidare anche lo sviluppo politico e sociale

di Renato [email protected]

Sono iniziati a metà novembre dal cantiere di viaPlatano, in località Mandolara e Crocette, i lavoridi adeguamento e potenziamento delle reti fogna-rie che interesseranno diverse strade del Comu-ne di Sona. L’intervento prevede la posa di nuovetratte di condotte per acque nere, complete dipozzetti e predisposizione agli allacciamenti. So-no previste tubazioni in gres ceramico e in PVC,per una lunghezza complessiva di ml 1.761,00,con diametro variabile tra 250-300 mm. Le zoneinteressate dalle opere sono via Gramsci nellafrazione di Bosco di Sona; parte della SR11 (dovesi provvederà anche alla tombinatura parziale del

Lavori di adeguamento delle reti fognarie nel Comune di Sona, costeranno 745mila euro

I N T E R V E N T I

diGiulio Braggio fosso di guardia già esistente); localitàValle di Sona; via Platano in localitàMandolara e Crocette; quest’ultimo in-tervento è già in fase di completamen-to. La prossima settimana il cantiere sisposterà nella frazione della Valle. L’in-tervento complessivo avrà un costo di745mila euro, interamente finanziatodall’Amministrazione comunale di So-na. I lavori dureranno sei mesi e com-porteranno importanti benefici sia perla tutela del territorio, sia per la colletti-vità. Gli utenti che beneficeranno del-l’opera potendosi quindi finalmente al-lacciare alla rete fognaria saranno circauna cinquantina.

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Renzi, immigrazione, Tosi, la situazione politica a Sona e molto altro. Paolo Paternoster, Segretario provinciale della Lega Nord

P O L I T I C A

smentite dai fatti, una lunga lista di provvedimentiuno peggio dell’altro.Descrizioni simili non sono state risparmiatenemmeno a Berlusconi.Ecco, Berlusconi la raccontava lunga, ma, venen-do da un’esperienza imprenditoriale, è riuscito co-munque a costruire qualcosa. A differenza di Ren-zi.Entriamo nel merito dell’immigrazione. A suo pa-rere, il Governo sta realizzando delle soluzioniconcrete oppure dobbiamo prendere atto che il

fenomeno migratorio sialasciato al suo destino?Cessata l’operazione Ma-re Nostrum, il primo no-vembre del 2014 è stataavviata l’operazione Tritonal fine di salvaguardare lavita in mare e di contra-stare il traffico illegale dimigranti. La criticità di

questa operazione è che per poter far fronte al-l’aumento del numero di annegamenti nel MarMediterraneo è stata estesa l’area di interventodell’operazione.In questo modo verrebbero ridotte le stragi. Maperché rappresenta una criticità?Ciò rappresenta una criticità poiché si favorisce un“effetto volano”: i soccorsi italiani ed europei nelleprossimità delle coste libiche vanno a ridurre dra-sticamente l’azzardo del viaggio in mare.E quindi?Quindi il problema è strettamente collegato all’ac-coglienza che abbiamo in Italia: alla luce di tutti imeccanismi di accoglienza, gli immigrati hannotutta la convenienza ad arrivare, e noi in Italia nonabbiamo un sistema di integrazione che funzioni.Il sentimento di insofferenza da parte di alcuniItaliani verso questo fenomeno è, a suo av-viso, legittimo o esagerato?Premessa: la stragrande maggioranzadi immigrati viene in Europa, in Ita-lia in cerca di un’aspettativa di vi-ta migliore, diversa. Ma la do-manda è: se nel breve periodoattuiamo interventi nei limitidella fattibilità e sostenibilità,quale atteggiamento dobbia-mo tenere nel lungo periodo?Penso che ognuno possatrarre le proprie conclusioni.Anche perché tra i numeri dichi arriva e i numeri di chi ri-mane nel Paese d’origine c’èun divario enorme: quest’annocentinaia di migliaia contro oltreseicento di milioni.In moltissime occasioni molti esponenti

Tra i suoi mille impegni incontriamo Paolo Paterno-ster, Segretario provinciale della Lega Nord per ilsecondo mandato dall’ottobre scorso. In teneraetà ha anche abitato a Lugagnano, paese a cui èancora molto affezionato. Un’occasione per il Ba-co di trattare temi non solo locali, ma anche di na-tura nazionale e di attualità.Qual è il primo aggettivo che le viene in menteper descrivere il premierMatteo Renzi?Contapalle.Perché?In questi ultimi due anniabbondanti di governo,Renzi non si è risparmia-to innumerevoli afferma-zioni e chiacchiere poi

“Ho molta stima del SindacoGianluigi Mazzi, ma se oggi i cittadini di Sona tornassero

a votare vincerebbe l’ex Sindaco Gualtiero Mazzi”

diGianmaria Busatta

Paternoster altermine dell’in-tervista, con ilnostro Busat-ta.

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della Lega Nord hanno affermato che una soluzio-ne efficace è creare una sinergia con un ente so-vranazionale come l’ONU e investire là: scuole,ospedali, vie di comunicazione, posti di lavoro ecc.La famosa formula “aiutiamoli a casa loro”.Esatto. Non si tratta di alzare muri o chiudersinell’indifferenza, ma sostenere uno sforzo comu-ne: l’anno prossimo l’Italia investirà circa quattromiliardi di spesa pubblica per affrontare l’immigra-zione clandestina; bene, estendiamo il medesimosforzo con le dovute proporzioni agli altri Stati perpoter agire verso una prospettiva comune.Sembra facile. La realtà è ben diversa.Finché in Italia esiste il business dell’accoglienzae diversi Stati europei innalzano muri per “proteg-gere” i propri confini, non c’è la prospettiva comu-ne di cui ti ho appena parlato.Parliamo di Verona. Il sindaco Flavio Tosi ora èun elemento in contro corrente all’interno delpanorama del centro-destra. Qual è il suo pareredi Tosi anche in vista delle prossime elezioni am-ministrative?Io conosco Flavio da 25 anni, con lui ho condivisomoltissime esperienze, sia politiche sia di vita.Nonostante ciò, però, non capisco ancora la suascelta di due anni fa: l’abbandono della Lega e ilsuo graduale avvicinamento al PD non si stannorivelando delle scelte sagge per lui.Può ancora essere effettivamente considerato didestra?In Senato a Roma sostiene il PD di Renzi. A Vero-na, invece, in seguito alle dimissioni del segretarioBertucco del PD, che è sempre stato anti-tosiano,c’è aria di alleanza tra il partito Fare! e il PD. Inquesti ultimi anni il PD è stato sempre avverso aTosi, e se si accordano per una “somma algebri-ca” in consiglio comunale, sicuramente ci rimette-ranno entrambi, a prescindere dal candidato sin-daco. Quindi no, non può essere considerato didestra.Tosi a parte, il centro-destra di Verona dovrebbeessere preso come riferimento per il centro-de-stra nazionale?La coalizione che si sta concretizzando a Verona è

la stessa che un anno e mezzo fa ha sostenu-to la candidatura di Zaia alle regionali. E

in questa nuova coalizione entreran-no anche tutti coloro che oggi ap-

partengono al partito di Tosi,dato che l’anno prossimo, te-

mo, faranno fatica a scende-re a patti col centro-sinistra.Stringiamo il focus dellapolitica e parliamo di So-na. Lei che idea si è fattodell’Amministrazione delsindaco Mazzi?Prima dell’amministrazio-

ne Mazzi, circa tre anni emezzo fa abbiamo appog-

giato il sindaco uscente Gual-tiero Mazzi, che, a mio parere,

ha pagato uno dei momenti piùbassi dell’elettorato della Lega.

Sono però i cittadini che esprimono

Lo scorso nove novembre Do-nald Trump è stato eletto Pre-sidente degli Stati Uniti, con-quistandosi sia la Camera siail Senato (non succedevadal 1928). Inevitabilialcune reazioni an-che di alcuni nostripolitici locali: il Sin-daco di Sona Mazzipubblica sul suoprofilo Facebook lafoto di una bandieradell’Europa “agitata nelbalcone del Municipio”, mentrel’assessore Bianco è più ironi-co: “Ora che i giochi sono fattinon resta che porsi la doman-da più inquietante, la cui rispo-sta cambierà le sorti del mon-do: ma Trump ha il parrucchi-no?” È ovvio che non l’hannopresa benissimo; entrambi(probabilmente) non se l’aspet-tavano. È in-dubbio che citroviamo da-vanti ad unsuccesso tantoclamorosoquanto ina-spettato, nonazzeccato néindovinato dasondaggisti etestate giorna-listiche inter-nazionali. Per-

sino i mercati hanno cannatoil risultato, e per la secondavolta: prima era successocon Brexit. Eppure la demo-

crazia non è scomparsa, ilpopolo si è espresso

in entrambe le occa-sioni. Tuttavia, dob-biamo prendere at-to che il nostro vo-to si misura sem-

pre meno sul con-fronto ideologico e

sui contenuti pragmati-ci di un programma, e sempredi più su conformismo e anti-conformismo, o sull’importan-za di abbattere e mantenere lostatus quo, o, ancora, sul poli-ticamente corretto e scorretto.I mali peggiori rimangono nonvotare e votare disinformati. Lacoscienza deve vincere sempresull’agitazione.

Se è democrazia, attacchiamoci a ‘sto Trump

Volpi e Leonidi Gianmaria Busatta

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una scelta con il proprio voto in base all’operatosvolto dagli amministratori.Vero, ma le elezioni amministrative di quell’annosono andate male un po’ ovunque per la Lega: acausa degli scandali avvenuti nel partito, il nostroelettorato ha perso fiducia, e gli effetti sono statidrastici e negativi. Da spettatore esterno percepi-sco che l’attuale Amministrazione e il sindaco sia-no stimati positivamente dalla cittadinanza. Ulti-mamente ho incontrato più volte il primo cittadinoe lo ritengo una persona valida e vicina ai suoiconcittadini. Ha espresso lo stesso punto di vista GianluigiFurri, l’attuale consigliere di minoranza della Le-ga Nord, ma poi è stato taciuto da Edgardo Pe-sce, segretario della Lega di Sona.Il mio è un punto di vista esterno, ma non escludoche all’interno dell’operato dell’Amministrazione cisiano elementi che non siano condivisi da Edgar-do, persona che conosco da molto tempo e chestimo. Asserisco, inoltre, che siamo molto contentidell’operato delle sezioni provinciali della Lega, tracui quella di Sona. E aggiungo che sono molto dis-piaciuto che Gualtiero non abbia vinto: lo conosco

molto bene, so chenella sua Amministra-zione ha dato tanto, esono convinto che icittadini non abbianoapprezzato in toto ilsuo lavoro.Quindi, se si votasseoggi, ci sarebbe unesito diverso?Sì, penso che Gualtie-ro oggi vincerebbe.Il nome del partitopesa di più sui risul-tati delle elezioni ri-spetto alla persona?Partito e persona so-no entrambi fonda-mentali. Prendiamocome esempio Tosinel 2012: poco primadi quelle elezioni era-no scoppiati gli scan-dali nella Lega, e Tosiè stato l’unico sindaco

leghista ad essere riconfermato nella provincia diVerona.Cosa che però non è successa con Gualtiero.Ripeto: a mio parere, Gualtiero meritava di essererieletto; forse il suo operato non è stato apprezza-to in pieno dai cittadini.Come vede i giovani in politica? Sono il futuro odobbiamo rassegnarci ad una classe dirigentecon volti sempre noti?Ti racconto la mia esperienza personale: sono en-trato nella Lega a 21 anni, a 24 anni sono diventa-to vicepresidente dell’Agec, ed a 28 anni sono en-trato in Consiglio comunale a Verona. Tantissimoentusiasmo – anche adesso non mi manca - mazero esperienza. Fare politica è come fare un lavo-ro: occorrono voglia di fare e passione. A Veronaabbiamo il gruppo giovanile della Lega, il Movi-mento Giovani Padani, con oltre duecento iscritti,il più grande a livello nazionale. Penso che i giova-ni in politica siano importanti, ma è necessarioche vengano guidati e acquisiscano esperienza.Come si può fare esperienza?Dallo scorso settembre ho fatto partire nella Legadi Verona un Corso di formazione professionale-po-litica rivolto a tutti coloro che si occupano di politi-ca, come consiglieri comunali, assessori, sindaci emembri di consigli di amministrazione. Siamo arri-vati ad oltre settanta iscritti.Lei ha intenzione di abbandonare il mondo politi-co?Io sono da oltre vent’anni in politica, ma non ho in-tenzione di restarci ancora per tanti anni. Pensoche ci sia un limite per tutti.A Verona quindi occorre cambiare aria alle pros-sime amministrative?Sì, penso che dopo dieci anni di Giunta Tosi sia ar-rivato il momento di voltare pagina. La nostra co-alizione di centro-destra è compatta, ma non ab-biamo ancora un candidato sindaco.Come ultimo argomento mi piacerebbe affronta-re il tema della comunicazione. Nelle ultime ele-zioni amministrative ha avuto un ruolo fonda-mentale (soprattutto a Roma, è difficile dimenti-care i video in diretta su Facebook della Raggi edel duo Salvini-Meloni). Lei che idea ha in meri-to? Come bisogna affrontare l’ondata di informa-zioni che ci giungono dai mass media?L’esperienza in Amia e in Agsm mi ha insegnatoche la comunicazione è fondamentale. In politica,ma così come nelle aziende, internet e i social net-works sono pane quotidiano: Facebook e newslet-ter sono essenziali per comunicare. Ma, allo stes-so tempo, bisogna evitare la sovraesposizione. Bi-sogna avere, invece, molta cautela riguardo alle in-formazioni ricevute. Prendi come esempio le cam-pagne elettorali per la presidenza negli Stati Uniti:è stato (quasi) impossibile trovare una fonte atten-dibile, obiettiva e non di parte.Forse non è solo preoccupante la qualità dell’in-formazione, ma anche come la gente si approc-cia ad essa.Vero, infatti è molto difficile gestire i contenuti diqualsiasi cosa, in quanto vengono recepiti in modototalmente diverso dalle persone. Vedi la campa-gna relativa al sì e al no per il referendum.

Paternostercon il Gover-natore delVeneto Zaia.

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Da quando internet è entrato nelle nostre vite, ilmondo è diventato più piccolo e istantaneo, ve-loce. Un mondo piccolo e una popolazione sem-pre più ampia. Un bel casino, soprattutto per chiè in politica e la comunicazione rappresenta unpilastro fondamentale: foto, video, post, com-menti sono gli strumenti con cui il politico rag-giunge il suo elettorato su internet. E il popolocommenta, condivide o mette “mi piace” (ecco,ora su Facebook ci sono anche le “reazioni”,che sostituiscono il classico pollice alzato conuna faccina raffigurante diverse emozioni). Un esempio interessante di come anchela politica sia ormai costretta a fare pe-santemente e continuamente i conticon questo nuovo modo di interagire tracittadino e cittadino e tra politico (o am-ministratore) e cittadino è stato un postche recentemente il Sindaco di SonaGianluigi Mazzi ha pubblicato sulla suapagina facebook, e che riproduciamonell’immagine. Ogni interazione con unpost su un social network rappresentaun meccanismo di marketing virale, unasorta di passaparola virtuale sulla piat-taforma di tutti i nostri contatti. E siamotutti uguali: nessuno ha diritto di parolain più rispetto al prossimo. Diritto, ap-punto. Quando Umberto Eco disse che“i social network danno diritto di parolaa legioni di imbecilli” si riferiva a chi confonde ildiritto di esprimere un’opinione con il dovere difarlo. Sembra, infatti, che in numerose occasionidobbiamo per forza esprimere un giudizio sututto, dire se ci piace o meno, se siamo favore-voli o contrari. E subito: le opinioni si scatenanoimmediatamente dopo l’evento, la comunicazio-ne di un fatto o di un pensiero, la pubblicazionedi un post, e a volte contemporaneamente. Nonesistono più l’attesa, l’elaborazione del contenu-

Vorrei ma non postoI social ed il dovere di informarsi

I N T E R V E N T I

diGianmaria Busatta to, e spesso nemmeno l’ascolto. Stiamo gra-dualmente entrando in un sistema di dossocra-zia, in cui le opinioni pullulano e gli “argomentidel momento”, i top trend, non stimolano la ri-cerca e l’approfondimento ma sono una garan-zia bella e buona per tutti coloro che voglianoversare un parere anche quando non hanno leconoscenze a proposito per esprimersi. Una pic-cola digressione: il discrimen tra epistéme (co-noscenza, scienza) e dòxa (opinione) è statoespresso per la prima volta da Platone nel V li-bro dell’opera Repubblica: la prima è fonte di at-tendibilità e verità, ed è diametralmente oppo-sta all’àgnoia (l’ignoranza, ovvero la mancanzadi conoscenza); la seconda, invece, è un diveni-

re in quanto è posta tra la conoscenza e l’igno-ranza, tra il “pieno” e il “vuoto”. A differenza del-l’epistéme la dòxa può essere sia vera sia falsa.Morale: ponderiamo le nostre opinioni, e quindile nostre critiche; se il nostro parere è superfi-ciale e non costruttivo, non gettiamolo in mezzoall’accozzaglia dei commenti, poiché non è utileper noi e può essere dannoso per chi legge. Pri-ma di commentare, copiare e incollare o condi-videre, riflettiamo. Sempre.

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Lo scorso 18 novembre si è celebrata in tutta Ita-lia la “Giornata mondiale dei Diritti dell’Infanzia”.Per questa occasione di solidarietà si è tenutoanche nella farmacia di San Giorgio in Salici deldott. Ignazio Lamonica la raccolta di farmaci dabanco e prodotti pediatrici per i bambini in pover-

La Farmacia di San Giorgio in prima fila per la “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia”

S O L I D A R I E T A ’

di Valentino Venturinità sanitaria da consegnare alla Fondazione Rava-Italia Onlus. Ha fatto da testimonial della raccoltasolidale Guerrino Bordignon, da tutti conosciutoper il suo costante impegno socio-sanitario, checome sempre quando c’è da donare del tempo èsempre disponibile. Alla fine della giornata, la rac-colta del materiale è stato abbondante, ci ha rife-rito con soddisfazione il buon Guerrino. “Sono

stato dietro il banco daraccolta per tutta la gior-nata - racconta Borti-gnon - ho visto passaredavanti al mio banchettooltre centocinquantapersone e molte, lo ca-pivi dai loro sguardi, ave-vano seri problemi di sa-lute, ma ho toccato conmano quanto è genero-sa la nostra gente. An-che il farmacista è statosorpreso e soddisfatto”.Alla importante iniziativaha aderito anche la far-macia di Lugagnano.Nella foto Guerrino Bor-dignon al banco dellafarmacia di San Giorgiocon il Dottor Lamonica.

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Dicono che le parole sono come maci-gni, capaci di abbattere i muri dell’in-comprensione ma capaci anche di pro-vocare profonde ferite nel cuore dellagente. Le parole possono suscitare i piùdiversi sentimenti, dall’amore alla rab-bia. Ma noi come usiamo le parole? Cirendiamo conto del loro significato? Lanostra lingua, l’italiano, è una linguameravigliosa che ha una parola per tut-to e difficilmente la stessa parola puòessere utilizzata per indicare due ogget-ti o due situazioni diverse, come avvie-ne per le lingue anglosassoni. A volte,però, non siamo pienamente consape-voli dei termini che utilizziamo e nonpensiamo al loro valore, dando perscontato, per il solo fatto che quella pa-rola viene comunemente utilizzata nellaparlata quotidiana, che sia essa stessacorretta ed appropriata, mentre non cirendiamo conto che può essere ritenu-ta offensiva. La riflessione nasce da unepisodio di cronaca avvenuto a metà ot-tobre scorso quando l’inviato di Strisciala Notizia, Luca Abete, è stato apostro-fato con la parola “Mongoloide” dal ViceQuestore aggiunto di Avellino Elio Ian-nuzzi. In quell’occasione il presidentedell’Associazione Italiana PersoneDown Paolo Virgilio Grillo ha emesso ilseguente comunicato stampa: “Non vo-gliamo entrare nel merito del contestoin cui il vice questore aggiunto della Po-lizia di Avellino Elio Iannuzzi ha dato del‘mongoloide’ al giornalista di Striscia laNotizia Luca Abete, ma vogliamo ribadi-re con forza che un pubblico ufficialenell’esercizio della sua attività non puòutilizzare questo tipo di parole che of-fendono le persone con sindrome diDown e le loro famiglie. Chiediamo unapresa di posizione da parte di Ministrodegli Interni e del capo della Polizia percensurare questo tipo di comportamen-ti. Confidiamo che le forze di Polizia,che hanno da parte nostra la massimastima, facciano proprio anche l’impe-gno di un rinnovamento culturale dei lo-ro funzionari: è anche attraverso di loroche si fa educazione. Ribadiamo conforza che non è possibile continuare adutilizzare questi termini – ha conclusoVirgilio Grillo – che ci offendono e of-fendono i nostri figli, siamo profonda-

mente indignati”. Rinnovamentoculturale… Mongoloide è una parolache definirei desueta ma che, pur-troppo, sento frequentemente usa-re, con un’accezione negativa deltermine, per individuare una perso-

na che non capisce nulla o meglio chenon ci arriva… accostando il termine acome una volta (solo una volta?) veni-vano chiamati i ragazzi Down per i lorocaratteristici tratti somatici simili a quel-li delle popolazioni mongole dell’AsiaOrientale. In quanto padre di un ragaz-zo Down, la notizia mi ha fatto subito ri-flettere e pensare a come tante volteabbia assistito a personeche utilizzano il terminemongoloide alla presenza dimio figlio Matteo o in miapresenza (ben sapendo cheho un figlio con la sindromedi Down), senza rendersiconto della valenza del ter-mine e del significato dis-pregiativo dello stesso. Mi ècapitato, inoltre, di sentirepersone apostrofare i propriamici con il termine “down”per indicare come li trova-vano “spenti”, avviliti e de-pressi. Lo so che, il più del-le volte, i termini mongoloi-de o “down” non voglionoessere offensivi nei con-fronti dei ragazzi Down eche, magari, quelle stessepersone che li pronuncianopoi hanno comportamentied atteggiamenti di tutto ri-spetto nei confronti di que-ste persone, ma le parolesono importanti ed hanno illoro significato. Dobbiamoriappropriarci dell’etimologia della paro-la, essere consci dei vocaboli che usia-mo e della loro valenza cercando, ma-gari, di utilizzare parole italiane cheidentificano meglio situazioni e/o statid’animo. Oltre al termine mongoloide,purtroppo, utilizziamo impropriamentemolte altre parole, senza renderci contodi come le stesse possano ferire i nostriinterlocutori. Le parole possono accom-pagnare e sottolineare positivamente inostri comportamenti ma possono an-che, al contrario, vanificarli. Merita undiscorso a parte la produzione scrittadel nostro pensiero. Quando scriviamodovremmo riflettere maggiormentesull’utilizzo delle parole in quanto, comediceva l’antico proverbio, verba volant

scripta manent cioè una parola scrittarimane nel tempo al contrario di unaparola detta che può essere facilmentedimenticata. Al giorno d’oggi, poi, do-vremmo prestare maggiore attenzionenell’uso dei cosiddetti social networkdove la condivisione di un pensiero puòespandersi facilmente a migliaia o mi-lioni di persone ed un termine utilizzatoinappropriatamente e senza pensarcipuò arrivare ad offendere molte perso-ne. A volte è proprio il ristretto spazio dicomunicazione o di tempo nel “posta-re” un messaggio su Twitter o Facebookche ci porta ad utilizzare termini scor-

retti senza rendercene conto. Pensia-mo, quindi, alle parole che diciamo eche scriviamo non dando nulla perscontato perché non possiamo saperese le persone che abbiamo di fronte oquelle che leggeranno il nostro scrittosaranno in grado d’interpretare il nostropensiero o si limiteranno a valutarci eda giudicarci sulla base di quanto sentitoo letto. Se ci accorgiamo, quindi, di ave-re usato un termine scorretto e di avereurtato la sensibilità di qualcuno, ci restasempre, comunque, la possibilità discusarci, senza vergognarci, in quantoammettere i propri errori è un segno diforza e non di debolezza. Per la cronacail vice questore aggiunto Elio Iannuzziha fatto le proprie pubbliche scuse.

L’Opinione

Le parole che ti ho detto. La disabilità ed il rispetto

Alessandro Donadi

[email protected]

“Chi parla male, pensa male e vivemale. Bisogna trovare le parole

giuste, le parole sono importanti!” da Palombella Rossa di Nanni Moretti

Nella foto il figlio di Alessandro Donadi, Matteo, con il fratello Michele.

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di Amatrice: a susseguirsi non erano più le ore, iminuti e i secondi, ma momenti interminabili dipanico, sconforto e disorientamento. Una notte incui, “sembrava che non arrivasse mai mattina”,come racconta Monica Valle, lugagnanese d’origi-ne che vive là da vent’anni. Il 30 ottobre, unanuova, fortissima scossa ha sconvolto il CentroItalia. A Fonte del Campo, le case che prima ave-vano resistito sono state rase al suolo dalla vio-lenza del sisma. Con l’incubo del terremoto, per-mane la paura. Una paura che resta lì, inchiodatae, al tempo stesso, vibrante al centro del cuore.Un cuore che continua a sussultare con la terrache, ancora oggi, non smette di tremare. Dopo il24 agosto, prima che fossero allestiti i campi,Monica aveva dormito per qualche giorno insie-me al marito in macchina, mentre la figlia e lasuocera erano andate a Roma dalla sorella delmarito. Ora, insieme alla famiglia e ad altri suoiconcittadini Monica è ospitata in un albergo diSan Benedetto del Tronto. Ogni giorno, fa centi-naia di chilometri per raggiungere l’azienda diAmatrice in cui lavora: molte strade, infatti, sonoinagibili e, a causa di questo, le distanze si allun-gano drasticamente. In un giorno ha fatto anche470 chilometri, partendo da casa alla mattina al-le 5.30 e tornando alla sera alle 21.30. Abbiamo intervistato Monica all’inizio di novem-bre, alcuni giorni dopo la scossa del 30 ottobre.“Continuano ad esserci scosse – ci ha raccontatoMonica -, il terremoto non ci fa più respirare. Ap-

Dopo il sisma del 24 agosto, la vita dei cittadinidi Fonte del Campo, una piccola frazione del Co-mune di Accumoli, è drammaticamente cambia-ta. Nessuno potrà mai dimenticare quella lun-ghissima notte, in cui sembrava che il tempo sifosse fermato, proprio come l’orologio della torre

Terremoto in centro Italia. Monica di Lugagnano: “Qui aFonte del Campo viviamo nel terrore”

E M E R G E N Z E

di Federica [email protected]

Nelle foto alcuni scatti del terremoto a Fonte del Campo. Qui sotto, da si-nistra in senso orario, un ragazzo di Fonte del Campo, Servilio PresidenteAssociazione Vico Badio, Monica Valle, Cottini del SOS, il regista del videodella Pro Loco Cordioli e, in basso, Volpetti Vice Presidente di Vico Badio.

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Le parole di Monica le possiamoascoltare direttamente dalla suavoce. Grazie all’impegno della ProLoco e al regista Riccardo Cordiolidella DB Video, è stato realizzatoun video che racconta la storia diFonte del Campo direttamente dal-la voce dei protagonisti: Monica inprima battuta, poi Giuseppe Servilio Presidente dell’Associazione Vi-co Badio e Simone Volpetti Vice Presidente. Dalle loro parole l’im-pressionante testimonianza di cosa voglia dire vivere la terribile espe-rienza del terremoto durante e dopo. Si è creato poi il legame con laComunità di Sona intervistando il Sindaco Gianluigi Mazzi, l’Assesso-re alle Associazioni e alla Cultura Gianmichele Bianco e il Presidentedella Pro Loco Luca Foroni. Prendetevi qualche minuto di tempo perascoltare queste testimonianze: è come guardarsi in uno specchio evedere la propria immagine riflessa, perché il terremoto può colpirechiunque. Facendo leggere il codice QR sopra riportato è possibilevedere il VIDEO, pubblicato sul nostro sito internet.

pena tenti di riabituarti alla vita normale, eccoche ritorna. La scossa del 30 ottobre è stata mol-to più forte di quella del 24 agosto. C’è un conti-nuo movimento, sembra che l’Italia si sia spacca-ta in due. L’umore qui è sotto i piedi, io ho vistonella gente il panico totale. Non ci si sente più si-curi da nessuna parte, non si è più tranquilli.Speriamo che questo terremoto finisca, che cipermetta non dico di dimenticare, perché questoè difficile, ma almeno di poter riprendere in ma-no la nostra vita”. Monica ha fatto da tramite peril progetto di raccolta di fondi che è stato promos-so da Pro Loco, Comune di Sona e Forum delleassociazioni per aiutare la comunità di Fonte delCampo a ripartire dopo il sisma. Uno degli obietti-vi primari dell’iniziativa è quello di contribuire allaricostruzione della sede dell’Associazione VicoBadio, che rappresenta il centro della socialitàdella frazione. L’edificio, che era stato danneggia-to dal sisma del 24 agosto, è crollato con la scos-sa del 30 ottobre.

#sonaprofontedelcampo è non solo uno dei tantihashtag che popolano il mondo dei Social. Non è so-lo un hashtag, è il nome di un progetto che sta coin-volgendo la Comunità di Sona (e non solo) in una ga-ra di solidarietà di Comunità per certi unica nel suogenere e straordinaria. Federica nel suo articolo quiaccanto ha ottimamente raccontato il vissuto di Mo-nica e dei suoi concittadini, la sua paura durante il

terremoto, le difficoltà che sta vivendo e le speranzeper il futuro, legate alla ricostruzione del tessuto so-ciale della comunità di Fonte del Campo. Del videorealizzato per raccontare questa vicenda "La comuni-tà di Sona per Fonte del Campo #sonaprofontedel-campo", un passaggio, tratto dalle parole di Monicami ha particolarmente impressionato: "Sono Monica,una cittadina della piccola frazione del Comune diAccumoli denominata Fonte del Campo. Il momentodella scossa: una devastazione. In due minuti ti cam-bia la vita. Ricordo tantissimo l’odore della polvere,nella mia bocca il sapore dei calcinacci, il buio tota-le, il non sapere che cosa sia successo. Che cosasta succedendo?”. Tutto ciò è terremoto, tutto ciò equanto non vorremmo mai dover provare nella no-stra vita. E se mai dovesse accadere, nel momento

Il Commento

Solidarietà chiama solidarietà

di Alfredo [email protected]

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di maggiore sconforto, averequalcuno che ti sostiene, tiaiuta, ti dà coraggio e cammi-na al tuo fianco è fonte di vitae di speranza. Nella nostra vi-ta quotidiana, all'interno dellenostre case, nei nostri luoghidi lavoro, siamo confortati dal-le nostre comodità, dalle no-stre abitudini di vita e dalle no-stre sicurezze. Siamo spettato-ri marginali del dramma cheha colpito il Centro Italia, ilmassimo che ci possiamo con-cedere e che vogliamo conce-derci è un po’ di compassione,un po’ di comprensione, unpo’ di umana vicinanza. Mapoi il dramma vero e proprio

non è il nostro, non è sulle nostre spalle e non graf-fia la nostra pelle. E' smorzato nella forza distruttriceche può travolgerti, perché non è il nostro dramma.E se fosse capitato a noi? Cosa vorremo che qualcu-no facesse per noi? Quanto vorremmo la vicinanza diun aiuto, di un sostegno, di un rinforzo alla tua spe-ranza di poter tornare a vivere e pensare il tuo futuroe quello dei tuoi figli? Non ho mai provato cosa signi-fichi subire un terremoto e spero di non provarlo mai.Ma sento fino in fondo il valore del progetto #sona-profontedelcampo perché lo percepisco nella fiduciache stiamo generando in Monica e nei suoi concitta-dini, nel messaggio positivo che stiamo lanciando lo-ro, nella loro riconoscenza e nei loro discorsi di spe-ranza per il futuro. La solidarietà ci chiama, la solida-rietà non ha confini né barriere né bandiere. La soli-darietà chiama la Comunità di Sona a battere un col-po per dire “Ci siamo!”. Se seminiamo solidarietàraccogliamo solidarietà.

#sonaprofontedelcampo è un pro-getto di raccolta fondi voluto dallaPro Loco di Sona, con il sostegnodel Comune di Sona, per la ricostru-zione post terremoto delle strutturesociali dell'Associazione VicobadioFontedelcampo, fulcro della comu-nità di Fonte Del Campo, frazione diAccumoli (RI). E’ possibile sostene-re il progetto acquistando una ma-glietta al prezzo di 10€. Un piccolocontributo dal grande valore socialeed umano! Contatta la Pro Loco diSona alla mail [email protected] per richiedere la tua maglietta. Nelle foto tanti concittadini noti emeno noti indossano la magliettasolidale, come la redazione del Ba-co sulla copertina del numero cheavete in mano.

SolidarietàAcquistando una maglietta si aiuta la popolazione

terremotata tramite la ProLoco di Sona

Ecco come donareI fondi per sostenere Fontedel Campo sono raccolti attra-verso eventi organizzati nelterritorio sonese.È stato inoltre aperto un Con-to Corrente in Proloco conIBAN IT95-P-05034-59872-000000001161 e intestazio-ne “Pro Loco Sona – Solida-rietà Terremoto Centro Italia”.Si può donare in maniera si-cura anche con PayPal clic-cando sul banner presente inalto nella colonna di destra diogni pagina del nostro sito in-ternet www.ilbacodaseta.org.

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Si è tenuta venerdì 24 e domenica 25 novembre “Solida-rietà Terremoto in Centro Italia”, la due-giorni enogastrono-mica nata su iniziativa della ProLoco di Sona per raccoglie-re fondi per la comunità di Fonte del Campo, duramentecolpita dal terremoto. Durante la due giorni sono stati inmoltissimi a darsi appuntamento sotto l’accogliente tendo-ne del mercato delle pesche di Sona e Sommacampagnain via Cesarina a Sommacampagna, per testimoniare conla loro presenza la partecipazione a questo importanteprogetto. Ad accoglierli una cucina di primissimo livello,con piatti di assoluta eccellenza come pasta all’Amatricia-na, Risotto del Cortile (vincitore del Piatto d’Oro alla Fieradel Riso di Isola della Scala) e lesso con la pearà. Sotto-fondo musicale sempre trascinante, garantito dagli ottimiCapelli Diversi e da alcune band giovanili. Presente in salaanche una rappresentanza da Fonte del Campo. Nel corsodella due giorni è stato presentato pure il Piano della Pro-tezione Civile. Tantissimi, come sempre, i preziosi volontariche hanno prestato il loro tempo e la loro passione perquesta importante iniziativa.

SolidarietàAnche una due-giorni enogastronomica per Fonte del Campo

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Due mesi di notizie

da www.ilbacodaseta.orgRiportiamo alcune delle più di 100 notizie che abbia-mo pubblicato sul nostro sito negli ultimi due mesi. An-che in questi due mesi abbiamo registrato più di due-mila accessi al giorno da parte dei nostri lettori. Conti-nuate a visitarci.

Sona: impallinato un falco, specie protetta. Vienesalvato e portato alla clinica veterinaria di Lazise11 ottobre 2016Domenica 2 ottobre un esemplare di falco, una spe-cie protetta, è stato trovato sul ciglio di una capezza-gna tra i campi di Sona. Era stato colpito alle ali ealla cassa toracica dai pallini di un fucile maneggia-to da qualcuno che evidentemente non sapeva chead un falco non si può sparare. L’animale, un giova-ne maschio, è stato portato velocemente alla clinicaveterinaria di Lazise, dove è stato curato. Molti sonoora i dubbi sulla effettiva possibilità del volatile di ri-prendersi e di poter tornare a volare.

Fermati per hashish mentre accompagnano unamico ad un colloquio di lavoro. Uno risiede a So-na17 ottobre 2016La scorsa settimana una pattuglia del nucleo radio-mobile ha eseguito un normale controllo su un’auto-vettura e ha trovato nel vano portaoggetti due bar-rette di hashish di 233 grammi. Luogo del fatto ilparcheggio delle piscine Santini a Verona. I due ra-gazzi che sostavano nei pressi della macchina, unodei quali con obbligo di dimora a Sona, vengono fer-mati dai Carabinieri. I due subito spiegano che l’au-to non è loro ma di un terzo ragazzo, e che loro sonolì semplicemente perché l’hanno accompagnato adun colloquio di lavoro. Il terzo, nel frattempo soprag-giunto, dichiara che in effetti macchina ed hashishsono suoi, ma che della sostanza illegale fa solo unuso personale. Circostanza poi confutata dal fattoche nel cruscotto, assieme all’hashish, i Carabinieri

trovano anche una lista di nomi, quantità in grammie somme di denaro che farebbero presumibilmentepensare ad un’azione di spaccio. Il diciannovenne èstato rimesso in libertà dopo essere stato denuncia-to per detenzione di droga ai fini di spaccio e averpatteggiato una condanna di 4 mesi e una multa di750 euro.

Sona: rubano in chiesa e il Parroco pubblica la fo-to su Facebook19 ottobre 2016“Questo personaggio oggi ha rubato dalla cappellaferiale di Sona un crocefisso d’altare”. Con questafrase, pubblicata sul suo profilo Facebook assiemead una foto scattata da una telecamera di sorve-glianza, il Parroco di Sona don Giorgio Zampini lune-dì scorso ha voluto rendere pubblico un furto avve-nuto in chiesa. La foto riprende il presunto ladro nelmomento nel quale sta uscendo dalla chiesa chesvetta in piazza della Vittoria (i pixel che oscurano lafigura sono nostri, sul profilo del sacerdote la fotonon è invece schermata). Don Zampini, sempre sulsuo profilo Facebook, aggiunge anche che quello ru-bato “era un crocifisso che era appartenuto a donAntonio Dossi”. Non è la prima volta che il Parrocodi Sona utilizza Facebook per avvisare di furti o dipersone sospette che si aggirano nel capoluogo. Adesempio nel novembre del 2013 aveva chiesto l’aiu-to delle autorità preposte segnalando sempre sullasua pagina una serie di furti avvenuti in chiesa e nelpaese. Moltissimi i commenti e le reazioni raccolti inpoche ore dalla pagina del sacerdote.

Ultimo atto Lotteria delle Associazioni, uno deglisponsor più importanti per il sociale20 ottobre 2016Venerdì 14 ottobre, in occasione della riunione delForum delle Associazioni presso la Sala Civica Vec-chia Canonica a Sona, si è tenuto l’ultimo atto delleLotteria delle Associazioni 2016. In questa occasio-ne sono stati consegnati i premi ai vincitori, decreta-ti durante l’estrazione del 2 ottobre scorso presso labaita alpini a Lugagnano. Partita a dicembre 2015,la Lotteria è durata tutti il primi 9 mesi dell’anno incorso fino all’estrazione finale del 2 ottobre. Sempli-ce ma estremamente efficace il meccanismo che laregola: il 50% del valore del biglietto da 1 € rimanedirettamente nella cassa dell’Associazione che neopera la vendita. Il rimanente 50% confluisce nellacassa della Proloco. Di questo importo, tolte le spe-se varie legate all’organizzazione dell’evento (premi,tasse, promozione, bolli, ecc, ecc), il netto viene poiripartito tra tutti i progetti che sono stati presentatidalle Associazioni e che sono stati approvati dal Fo-rum.

Ritrovate a Lugagnano grazie al GPS due betonie-re rubate nel veneziano22 ottobre 2016Il sistema di geolocalizzazione installato su due be-toniere è risultato determinante per permettere ai

Sotto la fotopubblicatada don Gior-gio Zampinisul suo pro-filo face-book. I pixelche masche-rano l’imma-gine sononostri.

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Carabinieri di risolvere in pochissimo tempo un furtoa cui altrimenti sarebbe stato quasi impossibile por-re rimedio. Le due betoniere, per un valore comples-sivo di circa centomila euro, sono state rubate aScorzè, in provincia di Venezia. Portate velocementenel nostro Comune, sono state nascoste in un ca-pannone affittato da un cittadino africano nella zo-na industriale di Lugagnano. Quello che chi ha por-tato a termine il furto non sapeva è, appunto, cheuno dei due mezzi aveva installato nella cabina diguida un sistema GPS. Attraverso il quale i Carabi-nieri sono riusciti di fatto immediatamente a traccia-re e ritrovare i due mezzi. Indagato il cittadino africa-no per ricettazione, per ora non si sa nulla di chi hamaterialmente eseguito il furto, ma le indagini degliinquirenti sono apertissime anche perché sullo sfon-do della vicenda potrebbe esservi la presenza diuna vera e propria organizzazione criminale. Chi in-vece è stato accertato essere del tutto estraneo al-l’intera questione è il proprietario del capannone.

Lugagnano: un volantino anonimo per i ritardinell’asfaltatura. Il Sindaco: “sappiamo chi l’ha ap-peso”23 ottobre 2016Stamattina Lugagnano si è risvegliata trovando unvolantino molto polemico appeso qua e là lungo lasua strada principale. Il volantino recita “Ammini-strazione Comunale vergogna. Sono passati quindicigiorni e la via S.Francesco è ancora da ultimare”. Loscritto anonimo, se non per la generica indicazione“Un cittadino”, fa riferimento ai lavori di asfaltaturain via San Francesco e via Case Nuove a Lugagna-no, cioè la via principale della frazione per chi pro-viene da Verona, iniziati lo scorso 10 ottobre e chesarebbero dovuti essere ultimati entro venerdì scor-so 21 ottobre. I lavori in corso in via San Francesco.Sopra uno dei volantini, appeso alla bacheca dell’a-nagrafe comunale. Un ritardo, motivato forse daqualche giorno di pioggia, che ha creato qualchemalumore in paese anche perché i lavori in corsocreano difficoltà non da poco alla viabilità nel centrodella frazione, soprattutto negli orari di apertura del-le scuole medie e nelle ore di punta. Malumori co-munque contenuti anche perché è veramente damolti anni che quelle strade necessitano di una se-ria riasfaltatura. E stamattina ecco apparire questovolantino anonimo, i cui autori sembrano però poteressere individuati. Il Sindaco di Sona, interpellato

Con metà ottobre, e con l’ultimo tur-no dedicato specificatamente allecolture del kiwi, il Consorzio di Boni-fica Veronese ha chiuso i rubinettidell’irrigazione in provincia di Vero-na e si iniziano a tirare le primesomme sulla stagione oramai allespalle. L’ente che ha sede in Stradadella Genovesa a Verona, compren-de 70 Comuni della provincia di Ve-rona, e fornisce l’irrigazione al terri-torio con tre modalità differenti. La prima è l’irrigazione strutturatain pressione, che opera su quasi diecimila ettari raggiunti da unarete di oltre mille chilometri di condotte interrate. La seconda è l’ir-rigazione strutturata a scorrimento, che copre venticinquemila etta-ri serviti da quasi duemila chilometri di canali a cielo aperto e con-dotte interrate. La terza modalità, l’irrigazione di soccorso, interes-sa la zona sud della provincia dove, non essendo presente una re-te irrigua strutturata, attraverso un’opera continua di manutenzio-ne ed una capillare rete di canali naturali ed artificiali di oltre due-mila chilometri permette di portare l’acqua a cinquantatremila et-tari di terreni, convogliandola dalle risorgive e dalla zona di irriga-zione strutturata. “Dal primo di aprile fino al 15 di ottobre – spiegaal Baco il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Antonio To-mezzoli – sono state quasi dodicimila le ditte agricole che hannopotuto lavorare grazie all’acqua fornita dal Consorzio. Oltre a tuttala struttura amministrativa e tecnica sempre di supporto, abbiamodedicato alle attività specifiche dell’irrigazione ben 63 persone. In-tensa è stata anche l’opera delle squadre manutenzione, che nelcorso dell’estate hanno assicurato che gli impianti lavorasserosempre in efficienza intervenendo su manufatti e condotte, speciequelli di antica fabbricazione, maggiormente soggetti a perdite erotture. Particolarmente significativi gli interventi eseguiti tra giu-gno e agosto a Cavaion, Rivoli Veronese, Sona, Valeggio sul Mincio,Sommacampagna, Lazise ed Isola della Scala. Da sottolineare an-che il costante sforzo di adeguamento tecnologico – prosegue To-mezzoli -, soprattutto attraverso la realizzazione di impianti a pres-sione che permettono la razionalizzazione della fornitura dell’ac-qua ai terreni, riducendo quasi a zero i rischi di spreco di questapreziosa risorsa. A maggio, ad esempio, è stato inaugurato il nuovoimpianto in pressione della Valpolicella, a servizio di circa 200aziende agricole su oltre 600 ettari di territorio, che ha funzionatoda subito regolarmente e senza alcun problema. Anche gli impiantidi Cavaion e Pastrengo sono stati profondamente rinnovati a livellodi pompe e quadri elettrici, ora ispirati a criteri di massima effi-cienza ed affidabilità”.

Agricoltura

Estate 2016: il Consorzio di Bonifica Veroneseha distribuito 300 milioni di metri cubi d’acqua

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Due mesi di notizie

da www.ilbacodaseta.orgla ditta vincitrice dell’appalto. Questo lavoro ha crea-to fin dall’inizio lamentele perché aggiudicato aduna ditta non locale: chi conosce le logiche degli ap-palti pubblici sa quanto importante sia la serietà digestione e quindi avendo fatto del nostro meglio sia-mo sereni e fiduciosi che proseguano nel miglioredei modi. Domani (NdR lunedì 24 ottobre), se nonpiove, oppure martedì i lavori di asfaltatura procede-ranno. Mi auguro – prosegue Gianluigi Mazzi - checompaia anche qualche volantino di ringraziamentoper quanto stiamo facendo: in questo paese pur-troppo trovano sempre ribalta coloro che parlanomale di tutto, coloro che sono invidiosi di come stia-mo amministrando, coloro che fanno sempre e solodisfattismo. Come Amministrazione stiamo facendouno sforzo senza precedenti: scuole, asfalti, marcia-piedi, piste ciclabili, casa di riposo, impianti sportivi.Lavori che in alcuni casi, come per gli asfalti dellavia principale di Lugagnano, attendevano da quasitrent’anni. Fare genera un po’ di disagi – termina ilSindaco di Sona -, gli anonimi critici forse sanno po-co cosa significhi lavorare per una comunità”.

“Su richiesta dei cittadini”, otto nuovi autoveloxnel Comune di Sona31 ottobre 2016Da circa quindici giorni sono presenti otto nuovi au-tovelox all’interno del nostro Comune. L’iniziativa hasuscitato molto dibattito e qualche polemica ma dalColle spiegano che “l’idea non è nata dall’Ammini-strazione ma ci è stata richiesta dei cittadini peravere maggiore sicurezza sulle strade dove in troppisuperano i limiti di velocità“. Verificato, pertanto,l’effettivo eccesso di velocità, l’Amministrazione hadato il benestare all’acquisto e all’installazione deinuovi rivelatori di velocità che sono stati posizionatidue a Palazzolo, tre a San Giorgio in Salici e tre aLugagnano. A Palazzolo i due rilevatori di velocità so-no ora presenti in via Bellevie in prossimità del civi-co 11 in direzione Palazzolo e in via Castagnè difronte al civico 9/a in direzione Bussolengo. A SanGiorgio in Salici in via Cherubina di fronte alla dittaEuropal in direzione S. Giorgio, in via Da Vinci inprossimità della via Borsellino in direzione via Santi-ni e in via Canove di San Giorgio di fronte al civico 1in direzione S. Giorgio. A Lugagnano i nuovi rilevatoridi velocità sono stati posizionati in via Stazione difronte al civico 30 in direzione Bussolengo, in viaBussolengo tra i civici 19 e 21 in direzione Lugagna-no e in via Trentino in prossimità della via Friuli in di-rezione del centro commerciale Grande Mela. I soldi incassati, come per gli altri strumenti di con-trollo, verranno poi spesi per la messa in sicurezzadelle strade, dei marciapiedi ed installazione dellasegnaletica.

Celebrata oggi a Sona la prima unione civile, dueuomini sposati dall’Assessora Dal Forno1 ottobre 2016A suo modo è una data storica quella di oggi sabato

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dal Baco, indica di aver visionato le telecamere disorveglianza. La sua tesi è che questa protesta enon nasca dai ritardi ma che sia imputabile a qual-cuno che non avrebbe gradito che i lavori siano statiaffidati ad una ditta esterna al territorio. “Ho avutomodo di vedere i volantini appesi dai soliti codardiche hanno paura di firmarsi – spiega infatti il Sinda-co Mazzi -. Dalle telecamere abbiamo visto chi hacompiuto il fatto e li convocheremo. Così spieghere-mo che non ha responsabilità l’Amministrazione ma

Veneto - Europa L’Elzeviro

Sono stati pubblicati quest'estate i risultati della seconda indagi-ne comparativa internazionale gestita dall’OCSE, organizzazionedi cui fa parte anche l'Italia. L’indagine è chiamata PIAAC (Pro-gramme for International Assessment of Adult Competencies) eper trentatré Paesi del mondo, tra cui il nostro, ha definito cinquelivelli di competenze linguistiche e matematiche per le popolazio-ni in età lavorativa (16-65 anni). Il primo livello è quello dell'anal-fabetismo totale (non si è mai imparato a leggere e scrivere o fardi conto), il secondo quello dell'analfabetismo di ritorno (termina-ta la scuola non si legge più e si perde la capacità di comprende-re il senso di testi più complicati di uno scontrino fiscale o di un

meme su Facebook o di uno slogan politico). Seguono poi tre ul-teriori livelli di crescente capacità di comprensione di testi, calcolie grafici. Il risultato? In Italia e in Spagna ben il 70% della popo-lazione in età di lavoro si colloca soltanto nei due primi livelli. Inaltre parole solo il 20% comprende senza difficoltà testi scritti odoperazioni matematiche e solo il 10% raggiunge il quinto livello,cioè ha le capacità ritenute necessarie per orientarsi nella vita diuna società moderna. Ma tutti i Paesi studiati non sono messitanto bene, anche se nessuno raggiunge i livelli negativi di Italiae Spagna. Più della metà della popolazione è in condizioni chepotremmo dire “italo-spagnole” negli USA e in Francia, Gran Bre-tagna, Germania. Perfino in Paesi con eccellenti sistemi scolasti-ci e grande diffusione della lettura, si trovano percentuali di anal-fabeti prossime al 40%: stiamo parlando di Giappone, Corea delSud, Finlandia, Paesi Bassi. Il problema dunque, pura diversi livelli di gravità, non è solo italiano.

Marco [email protected]

presente su

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1 ottobre per il nostro Comune. Stamattina, infatti,in municipio si è celebrata la prima unione civile tradue persone dello stesso sesso. La richiesta di potercelebrare l’unione civile era stata presentata in Co-

mune da tempo (la legge che le consente risale an-cora allo scorso giugno), ma fino a pochi giorni famancavano i necessari moduli per poter procedere.A celebrare l’unione tra i due uomini nella bellissimaSala Affreschi, a pochi passi dal Comune, l’Assesso-ra Antonella Dal Forno.

Grosso furto nel cantiere della nuova isola ecologi-ca tra Sona e San Giorgio in Salici4 November 2016Sono iniziati solo da pochi giorni i lavori per la realiz-zazione della nuova isola ecologica tra Sona e SanGiorgio in Salici, e già arriva uno stop a causa di ungrosso furto che si è verificato la scorsa notte. Lanuova piazzola è situata in via Terminon e copriràuna superficie di circa 4000 metri, andando a servi-re Sona, San Giorgio in Salici e, per alcune tipologiedi rifiuti, anche Palazzolo. Una realizzazione impor-tante con un costo di 685mila euro, dei quali350mila in arrivo dalla Regione. Il nuovo centro di

E’ iniziata da qualche settimanauna raccolta di firme per provarea salvare il Santuario di Madonnadi Monte. Posizionato nel Comu-ne di Sommacampagna ma im-mediatamente a ridosso di Sona,il santuario del XII secolo è dasempre venerato sia dalla comu-nità di Sona che di Lugagnano.L’antico edificio è stato chiuso alpubblico con un’ordinanza dell’al-lora Sindaco di SommacampagnaSuardi ben seianni fa, il 17 giu-gno 2010, acausa del ri-schio del crollodel tetto e per leprofonde crepepresenti nei mu-ri. Il restauro haun costo vera-mente rilevantee a complicarela vicenda vi è ilfatto che, essen-do la proprietàdel Santuarioprivata, esiste una maggiore diffi-coltà per accedere a finanzia-menti pubblici. Madonna di Mon-te, che nei secoli è stato visitatoanche da San Francesco d’Assisi,Sant’Antonio da Padova, San Car-lo Borromeo e San Giovanni Cala-bria, era meta frequente soprat-tutto nel mese di maggio e a Fer-ragosto di messe e di processionidi fedeli da Sona e da Lugagna-

no, oltre che ovviamente da Som-macampagna. Con la raccolta firme che prendecome slogan “Salviamo il Santu-rario, nessun dorma”, che verràconsegnata al Sindaco di Som-macampagna Manzato, al Parro-co di Sommacampagna, alla So-vrintendenza e al Vescovo Giu-seppe Zenti, i promotori voglionofar conoscere la grande devozio-ne popolare che esiste per que-

sto Santuario e la necessità chepertanto vi sia uno sforzo di tuttiper farlo tornare agibile. Chiedo-no anche che venga stipulatauna convenzione tra proprietà,Comune e parrocchia per la ge-stione del luogo sacro. Le firme vengono raccolte pressoil centro Anziani di Sommacam-pagna e presso il calzolaio Mello-ni, sempre a Sommacampagna.

TerritorioSantuario di Madonna di Monte, una raccolta firme per provare a salvarlo

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Di seguito la classifica delle dieci notizie più lette negli ultimi duemesi sul nostro sito internet www.ilbacodaseta.org e sulle nostrepagine facebook e twitter. Continuate a seguirci.1) Venerdì 7 ottobre l’inaugurazione del “nuovo” Auchan, i negozipassano da 37 a 92. Letto 22.639 volte.2) Al Bosco di Sona il semaforo che sanziona chi passa con il rosso,attivo da martedì. Letto 14.955 volte.3) Sassi dal cavalcavia a San Massimo: vogliamo iniziare a farequalcosa anche nelle nostre famiglie? Letto 11.839 volte.4) Celebrata oggi a Sona la prima unione civile, due uomini spo-sati dall’Assessora Dal Forno. Letto 10.148 volte.5) Traffico congestionato a Lugagnano: “ho proposto delle solu-zioni, ma dal Comune solo silenzio”. Letto 9.837 volte.6) Rapina ai Salvi: il proprietario forse stordito con una sostanzachimica. Letto 9.816 volte.7) Da domenica volontari del SOS di Sona nelle zone terremotate.Solidarietà che diventa azione. Letto 9.399 volte. 8) Lugagnano: un volantino anonimo per i ritardi nell’asfaltatura.Il Sindaco: “sappiamo chi l’ha appeso”. Letto 9.275 volte.9) Centro Vesalius a Lugagnano: sabato si inaugurano il laborato-rio analisi ed il punto prelievi. Letto 9.017 volte.10) Lugagnano: da lunedì inizia la realizzazione della pista ciclabi-le. Letto 8.902 volte.

Internet

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raccolta, che già era stato previsto dalla precedenteAmministrazione comunale e che sostituirà quellooggi presente in via San Quirico a Sona, è organizza-to lungo un percorso ad anello a senso unico che sisviluppa attorno a una pedana rialzata centrale diaccesso ai container scoperti. La carreggiata strada-le del circuito interno sarà molto ampia, larga circasei metri, per evitare che eventuali veicoli in sostaostacolino il transito e per assicurare lo spazio dimanovra necessario ai mezzi di servizio durante leoperazioni di carico. Verrà realizzata anche una zo-na coperta di circa 110 metri quadrati per lo stoc-caggio dei rifiuti pericolosi. Secondo le stime del Co-mune, il nuovo centro potrà gestire la presenza con-temporanea di circa venticinque veicoli. Lavori inizia-ti ma, come si diceva, già stoppati in quanto nellanotte tra giovedì e venerdì ignoti si sono introdottinel cantiere e hanno rubato una benna di una ruspaed una grande quantità di ferro pronto per essereutilizzato nel getto di struttura. Si tratta di un dannoeconomico sicuramente rilevante e un danno anchealla tempistica di realizzazione della nuova isolaecologica in quanto ora bisognerà provvedere ad ri-acquistare il ferro necessario per armare la struttu-ra, con conseguenti ritardi nei lavori.

Salmonella e acqua santa: a Lugagnano una pau-ra poco motivata corre su internet6 novembre 2016Oggi su un gruppo social di Lugagnano è apparso unpost che lancia un sondaggio chiedendo se sia il ca-so di non farsi il segno della croce intingendo la ma-no nell’acquasantiera in quanto un anziano dellafrazione che frequenta solo la chiesa sembrerebbesoffrire di un caso di salmonella. “Attenzione a Luga-gnano si è verificato un caso di salmonella ad unapersona molto anziana che frequenta solo la chiesa.lo do un consiglio che naturalmente non implicanessun addebito al Don - si scrive in quel post - macercate di evitare di farvi il segno di Gesù con l’ac-qua benedetta è ovviamente immersa da tante ma-ni che… potrebbero portare tanti virus a nostra insa-puta. lo so che molte chiese in Italia l’hanno toltaonde evitare vari contagi”. Il post suggerirebbe quin-di una diretta correlazione tra il condividere l’acquafacendosi il segno della croce e la Salmonella. Quel-la segnalazione ha destato qualche preoccupazionee sono arrivate in redazione alcune richieste che cichiedono di fare chiarezza su questo argomento.Pur comprendendo che possano esservi dei timoricome quello di chi ha scritto quel post, su temi co-me questo è giusto essere molto chiari per non ali-mentare paure poco fondate, soprattutto tra sogget-ti deboli. La Salmonella è un agente batterico cheprovoca infezioni e che viene trasmessa attraverso ilcontatto oro-fecale. I principali serbatoi d’infezione,ovvero dove il batterio si annida e cresce, sono rap-presentati dagli animali ed i loro derivati come latte,uova e carne consumati crudi o non pastorizzati edall’acqua non potabile. Proprio perché la trasmis-sione è oro-fecale, non è possibile prendersi il batte-rio attraverso il semplice contatto con l’acqua santaall’ingresso delle chiese. Perchè ciò accadesse biso-gnerebbe innanzitutto che fosse veramente conta-minata, eventualità praticamente impossibile, e so-

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prattutto che poi un soggetto sano (anche se forsesano in questo caso non sarebbe) la bevesse tuttad’un fiato.

Quanti lavori sul verde a Sona: pulizia e manuten-zione dei parchi, potature e nuove piantumazioni11 novembre 2016Il Comune di Sona dopo l’intervento della scorsa pri-mavera investe anche in questo inizio di inverno nel-la cura del verde, dei parchi comunali e dei parchiscolastici. I lavori, già iniziati, vedono coinvolta la so-cietà Acque Vive, azienda partecipata dal Comune diSona. “Molte riparazioni e manutenzione dei parchici sono stati segnalati da bambini e da ragazzi: sitratta – spiega il Sindaco Gianluigi Mazzi – di porrespesso rimedio ad atti vandalici o di migliorare l’esi-stente. Crediamo molto in queste opere: i parchi de-vono essere luogo di divertimento e i vandali se nestiano alla larga. I bambini, i ragazzi e anche gliadulti hanno tutto il diritto di vedere ordinati i luoghidel loro ritrovo”. Le manutenzioni interesseranno lanuova recinzione del parco giochi in via Madre Tere-sa di Calcutta, presso la Valle di Sona, con ripristino

dell’impianto di irrigazione (rubato e danneggiato davandali) e posa di quattro nuovi alberi; la sistemazio-ne del parco giochi di via Scurtoli a Lugagnano; la ri-parazione del gioco per bimbi presso il Parco Conti elo spostamento della panchina presente in via Bec-carie alla rotonda di inizio di via Salazzari, ponendo-la sotto il grande celtis piantumato questa primave-ra. “Sono in arrivo anche decine di nuove piantuma-zioni – afferma il Sindaco: – si tratta di celtis, tigli,aceri, frassini, cipressi, peri da fiore, oleandri e piop-pi. Con queste piante il complessivo della piantuma-zione per questo anno 2016 è di quasi 250 tra albe-ri e arbusti, che hanno reso più verde il nostro terri-torio”. Dieci alberi saranno piantumati presso l’areaverde ad inizio della Zona Artigianale della Giacomo-na a San Giorgio in Salici, al fine di migliorare il par-co ed evitare così parcheggi selvaggi ed abusivi diTIR e camion; sei alberi saranno posati nelle vie Vol-turno, Divisione Acqui, Stazione, Isarco e Dora Bal-tea; un albero e sedici cespugli di oleandro sarannopiantumati in via De Amicis, per completare il lavoroiniziato questa primavera; diciotto alberi saranno po-sati tra via Beccarie e via San Francesco a Lugagna-no (sette ulivi verranno spostati in zona collinare diPalazzolo e presso i cimiteri); quattro alberi sarannoposati in via Madre Teresa di Calcutta in Valle di So-na e quattro nei cimiteri di Palazzolo, Sona, San

Giorgio e Lugagnano. Sono previste anche nuove po-tature di alberi di alto fusto presso il parco dellescuole elementari di San Giorgio in Salici, dellescuole elementari di Palazzolo e della scuola mater-na di Sona (Villa Trevisani). Oltre a questo, sono pia-nificate le potature di due grandi olmi presso l’areaverde della chiesetta vecchio cimitero, vicino alle Po-ste di Lugagnano, la potatura degli alberi del parcogiochi di via Scurtoli a Lugagnano e del parco giochidi via Borsellino a San Giorgio in Salici, le potatureper l’innalzamento dei palchi di circa 150 alberi si-tuati lungo vie della zona Grande Mela con pulizia ditutta l’alberatura posta in questa zona industriale, alfine di migliorare il decoro dell’area, e la potatura dicirca 8-10 platani posti attorno la chiesetta di SanQuirico, per evitare che le foglie vadano sul tetto,creando un problema nelle gronde per il deflussodelle acque. “In aggiunta a tutto ciò, è prevista la

I cittadini si sarannoforse accorti di unanovità presente nellanostra segnaleticastradale comunale. Inuovi cartelli che sonoposti nelle vie chehanno cambiato no-me o che sono di nuo-va titolazione presen-tano infatti, oltre all’in-dicazione dell’eventuale titola-

zione precedente, anche il logodel Comune di Sona.

La CuriositàSulla segnaletica stradale appare

il simbolo del Comune

E’ presente sul nostro sito in-ternet www.ilbacodaseta.orguna sezione speciale intera-mente dedicata all’arrivodell’Alta Velocità Ferroviaria aSona. In questo spazio, che tro-vate cliccando sul banner pre-sente sulla nostra home pagenella colonna di destra oppurefacendo leggere al vostrosmartphone il codice QR pub-blicato qui accanto, vengonoinseriti tutti i servizi del Bacodedicati a questo argomento,estremamente attuale e moltosentito, compresi commenti,

novità, estratti di mappa, ana-lisi e tutto quanto possibile perrendere meglio conoscibilequesta complessa vicenda.

InternetSul nostro sito internet una sezione sempre aggiornata sulla TAV a Sona

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Due mesi di notizie

da www.ilbacodaseta.orgquanto questi ragazzi, adolescenti, lasciano imman-cabilmente segni inaccettabili del loro passaggio: undisastro di rifiuti abbandonati per terra come lattine,bottiglie, cartacce. E questo nonostante la presenzadei cestini delle immondizie che rimangono malinco-nicamente vuoti. Nelle foto la situazione la mattinadel primo novembre. Oltre a questo, frequenti sonoanche le situazioni di disturbo, con urla e schiamaz-zi anche in ore tarde. Qualche sera fa alcune ragaz-ze (ragazze!) sono state viste addirittura accucciarsiassieme in un angolo del parcheggio per fare i lorobisogni in piena vista, tra le risate dei loro amici.Stupide bravate che stanno veramente indisponen-do i residenti a cui fa piacere che ci siano dei ragaz-zi che frequentano la zona, ma che chiedono il dove-roso rispetto dei luoghi e delle persone.

Al Bosco di Sona il semaforo che sanziona chipassa con il rosso, attivo da martedì27 novembre 2016Continua la campagna del Comune di Sona per au-mentare la sicurezza sulle strade locali, con partico-lare attenzione alla SR 11, grande arteria che vedeil transito medio di circa dodicimila veicoli al giornoe troppo spesso teatro di drammatici incidenti. “L’in-crocio del Bosco di Sona sarà oggetto di attento mo-nitoraggio e interventi per ridurre drasticamente lemolte infrazioni e i conseguenti sinistri che periodi-camente si verificano, spesso a causa di veicoli chetransitano senza rispettare il semaforo rosso. È unaquestione oltre che di rispetto del codice – spiega alBaco il Vicesindaco Simone Caltagirone – anche dieducazione alla sicurezza che troppo spesso vienemessa in disparte per la fretta o le disattenzioni alvolante. Lunedì 28 novembre – prosegue Caltagiro-ne -, sarà infatti collaudato l’impianto di controllo delpassaggio con il rosso, commissionato alla TrafficTecnology di Marostica e composto da due rilevatori,denominati Vista Red, installati entrambi sullaSR.11; uno sulla corsia da Verona a Brescia e l’altrosulla corsia opposta”. Il sistema è composto da unatelecamera che viene attivata da sensori posizionatinel manto stradale che rilevano i veicoli che oltre-passano la linea di arresto con semaforo rosso ac-ceso. Il filmato del veicolo che ha effettuato l’infra-zione viene trasmesso al server installato presso lasede della Polizia Locale, in municipio; in fase diconvalida delle violazioni, dal filmato vengono estra-polate tre immagini del veicolo in infrazione, una pri-ma di oltrepassare la segnaletica di arresto con vi-sione anche della luce semaforica rossa, una al cen-tro dell’intersezione ed una sulla targa per la corret-ta identificazione. L’attivazione vera e propria del si-stema Vista Red è prevista per martedì prossimo 29novembre.

Al via i lavori attesi da anni dei marciapiedi a SanGiorgio in Salici30 novembre 2016Oggi mercoledì 30 novembre iniziano i lavori per la

potatura del grande pioppo in via Fermi a Lugagna-no – spiega l’Assessore Dalla Valentina -, compresala chiusura con una lamina metallica della cavitàdell’albero, dove alcuni incivili buttano i rifiuti. Lavorinecessari quindi anche per rispetto delle questioniigieniche. A questo proposito, sarà intensificato ilservizio di pulizia del verde e raccolta foglie nellearee verdi delle scuole, della Chiesetta di San Quiri-co a Sona e dei principali parchi gioco del capoluogoe delle tre frazioni. Provvederemo alla rimozione deimonconi di tronchi dei pini marittimi presso le scuo-le medie di Lugagnano e all’eliminazione del monco-ne di albero presso parco via Volturno e sostituzionecon un nuovo albero. Abbatteremo ed elimineremogli alberi di ligustro presso la salita di Via Bellevie aPalazzolo”.

Lugagnano: rifiuti e urla in via Dora Baltea. E qual-che ragazza fa i bisogni nel parcheggio12 novembre 2016Arrivano sempre più numerose le segnalazioni di re-sidenti in via Dora Baltea a Lugagnano in merito asituazioni di degrado che si verificano ormai ogni fi-ne settimana. L’area interessata è il parcheggio difronte al Palazzetto dello Sport, che il sabato sera onelle serate prefestive è diventato da tempo il puntodi ritrovo di un gruppo di giovanissimi. Fin qui nes-sun problema ovviamente. La questione si pone in

Il sito del Baco trovate una ru-brica, a cura della professores-sa Chiara Giacomi di Lugagna-no, che insegna lettere nei liceiveronesi. In questo spazio, chetrovate cliccando sul bannerpresente sulla nostra home pa-ge nella colonna di destra oppu-re facendo leggere al vostrosmartphone il codice QR pub-blicato qui accanto, la professo-ressa Giacomi propone trama erecensione di nuove uscite e di

grandi classici che meritano diessere riletti.

CulturaNel sito del Baco una sezione dedicata ai libri

Rifiuti ab-bandonati invia Dora Bal-tea a Luga-gnano.

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realizzazione degli interventi di messa in sicurezzadel centro di San Giorgio in Salici, progetto approva-to alla fine del 2015 e che ora vede la sua concretiz-zazione. Il progetto prevede la realizzazione del trat-to mancante di marciapiede in via Belvedere.Come precisa l'Assessore Gianfranco Dalla Valenti-na “Si tratta di un intervento di riqualificazione urba-na del centro di San Giorgio in Salici che fin dal no-stro insediamento abbiamo fortemente voluto. Ilnuovo marciapiede sarà del tutto simile a quellopreesistente nella piazza della Chiesa, con un largoprofilo in pietra e pavimentazione in cubetti di porfi-do. Questo darà una connotazione di pregio al cen-tro storico del paese, così come merita San Giorgio”.“Ma prioritariamente – continua l'Assessore – sivuole mettere in sicurezza i pedoni che si trovano adover percorrere questa stretta strada assieme adun traffico costante e pesante. Il marciapiede avràlarghezza minima di cm. 90 e massima di cm. 150,quindi ridurrà la carreggiata stradale, con l'obbietti-vo finale di rendere la via a senso unico. L'esperien-za di Sona ha dimostrato che l'introduzione di unsenso unico, dopo alcune difficoltà iniziali, ha porta-to ad un effettivo calo del traffico di attraversamen-to dal centro del paese. Non vogliamo che i centridei nostri paesi vengano utilizzati come scorciatoieper chi non vuole utilizzare altre arterie stradale traf-ficate. I centri dei nostri paesi sono per i cittadiniche li vivono, non per le auto che lì sfrecciano.”I lavori per la realizzazione dell'opera costeranno cir-ca 40mila euro e dureranno una trentina di giorni.Durante i lavori il transito su via Belvedere sarà con-sentito ad un solo senso di marcia.

Il 17 novembre scorso si è tenuta presso la pizzeria La Cascina di Bussolengo la cena della classe 1973 di Lugagnano.Un bel momento conviviale ricco di ricordi e divertimento. Nella foto il gruppo al completo al termine della cena.

CoscrittiLa Classe 1973 di Lugagnano in festa

Un libro per spiegare un metododi accompagnamento spirituale: èproprio “Spiritual Trainer” il titolodella prima fatica editoriale di donFranco Santini (nella foto), pubbli-cato recentemente per i tipi di Ita-lic. Don Franco, classe 1972, èstato Coparroco a Lugagnano - incoabitazione con Don Antonio So-na - dall’ottobre 2013 al settem-bre 2015. Ordinato sacerdote il 7maggio del 2005, don Franco pri-ma di arrivare a Lugagnano erastato quattro anni nella parrocchiadi Zevio, un anno a Bussolengopresso la parrocchia di Santa Ma-ria Maggiore e poi, come Parroco,a Santa Maria di Negrar, con dele-ga alle attività giovanili anche perle parrocchie di Arbizzano, Pede-monte e Castelrotto. Ora è Parrocoa Forette di Vigasio. Ha conseguitoil Baccalaureato/Laurea triennalein Comunicazione multimedialepresso lo IUSVE nel 2013. Il libroche porta come sottotitolo “Rifles-

sioni attualizzate sul metodo edu-cativo di don Bosco nel duecente-simo anniversario della nascita” eil risultato di un approfondimentodella spiritualità salesiana chedon Franco ha compiuto adattan-dola alle esigenze del ventunesi-mo secolo. I tempi sono profonda-mente cambiati ma secondo l’exCoparroco di Lugagnano rimango-no valide per i giovani le indicazio-ni pedagogiche di San GiovanniBosco.

La CuriositàUn libro sullo “Spiritual Trainer” di

don  Santini, ex Coparroco di Lugagnano

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“Esiste veramente una dolce morte impartita dagli uomini?”Il dibattito sul fine vita e la centralità dell’esperienza di Dio

L ’ I N T E R V E N T O

ne”, ma ci siamo chiesti: l’autodeterminazione èveramente libertà? Ancora, si parla di “dolce mor-te”, ma esiste veramente una morte dolce “impar-tita” dagli uomini? Infine, si fa cenno ad un “Diodistratto”, ma se esiste un Creatore è possibileche all’improvviso volga lo sguardo da un’altra par-te, dimenticando la propria creatura? Per fare unagiusta premessa bisogna innanzitutto fare un dis-corso generale su ciò che rappresentano i diritti ecome vengono gestiti dall’uomo. I diritti della per-sona umana sono per natura preesistenti alle leg-gi e alla società che hanno il solo compito di ga-rantirli, non di crearli, in quanto lo Stato li ricono-sce come mezzo per tutelare il bene dell’essereumano. Il creare diritti per compiacere ai desiderispesso di singoli o di pochi significa declassare ciòche per sua vera natura è diritto a discapito delbene di tutti gli uomini. Se ogni desiderio diventadiritto allora tutto diventa relativo e nulla più se-gue le regole naturali. Il “diritto di morire”, quindi,non può essere considerato tale, e tutelato dalloStato proprio perché è contrario alla natura del-l’uomo, è male per l’uomo. La vita è un bene da

tutelare, non è un bene materiale che la personaha a disposizione e di cui può disporre a propriopiacimento in nome della libertà. Siamo liberi dinascere? Siamo venuti al mondo perché l’abbia-mo chiesto? Quale cammino siamo chiamati a per-correre e perché? Queste sono domande esisten-ziali che ciascuno ha il diritto di porsi, e di frontealle vicissitudini della vita, ognuno può trovare ri-sposte personali. L’aspetto collettivo però è altracosa, è generale che non può diventare particola-re. La libertà è il potere di agire o di non agire e diporre così da sé stessi azioni responsabili. Essaraggiunge la perfezione del suo atto quando è vol-

L’articolo uscito sullo scorso numero dal titolo “Lavita, la morte, il significato di esistere, la malattia.Monica di Lugagnano, la Sla e un compagno per-so troppo presto.”, non ha lasciato certamente in-differenti, soprattutto perché di fronte alla soffe-renza il sentimento comune è quello dell’impoten-za. Ci siamo sentiti in dovere però di porre l’atten-zione su alcuni aspetti di ciò che è stato trattatonell’articolo. Non vogliamo entrare nel meritodell’esperienza personale che, ovviamente, inquanto tale va rispettata, non giudicata, diremo dipiù, “amata”, ma ci sono concetti che vale la penaanalizzare in modo più approfondito. In alcuni pas-saggi si afferma di “poter essere liberi fino alla fi-

Grande discussione e grande dibattatito, come eraprevedibile, ha suscitato l’intervista pubblicata sul nu-mero ottantotto del Baco a firma di Monia Cimichella.In quell’intenso pezzo (immagine sotto) si affrontava-no tanti temi connessi alla vita e alla morte, legatiall’esperienza dolorosa di una nostra concittadinache ha perso prematuramente il compagno a causa

di una terribile malattia. Nasce proprio da questo di-battito l’intervento che pubblichiamo sotto a firma delGruppo “A Sua Immagine” di Lugagnano. Un interven-to con il quale i firmatari vogliono far conoscere espiegare, pur nei limiti del poco spazio che necessa-riamente concede la pagina scritta, la loro posizionesu questi complessi ma fondamentali temi.

“Non esiste un Dio che guarda da un’altra parte,

esiste la fragilità dell’uomo e l’opportunità di generare vita

e amore, anche nella sofferenza accettata,

compresa, accolta e amata”

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I s o l a m e n t i a c a p p o t t o g a r a n t i t i37

ta al bene comune. Il diritto all’esercizio della li-bertà è un’esperienza inseparabile dalla dignitàdell’uomo, particolarmente in campo morale. Mal’esercizio della libertà non implica il supposto di-ritto di dire e di fare qualsiasi cosa. Detto questopossiamo capire che dal punto di vista giuridicoitaliano la creazione del “diritto di morire” provo-cherebbe problemi sociali non indifferenti perchéil patrimonio giuridico italiano espresso dalla Co-stituzione con l’art. 32 garantisce e tutela la “salu-te”, in conflitto con la morte; garantire il diritto diesigere la morte deve necessariamente prevederela formazione di un “corpo speciale” di cittadiniitaliani autorizzati ad uccidere (e tutto il nostro or-dinamento giuridico condanna ogni forma di omici-dio); il bene vita, costituzionalmente riconosciuto eprotetto, fondante ogni altro diritto, non può coesi-stere con una condizione che lo annulla (ad esem-pio se si garantisce la libertà, non si può contem-poraneamente garantire la schiavitù). Sul piano

etico la vita è un bene indisponibile e la condizio-ne della morte autoinflitta (suicidio) è una condi-zione di patologia dell’uomo. E’ vero, però, che difronte alla sofferenza e alla malattia è difficile tro-vare un senso in queste parole. Ciò che si tende afare per il bene del malato o che il malato costret-to alla sofferenza e in preda allo sconforto o alladisperazione chiede per sé, è tentare di eliminareil dolore per sconfiggere la sofferenza; si sentespesso dire che le condizioni di vita di un malatosono tali da far considerare la sua vita non degnadi essere vissuta. Come racconta il dott. MarioMelazzini, affetto da SLA, in un’intervista del 3aprile 2015 rilasciata su Aleteia.org: “di rapporta-

re la dignità della vita alla qualità della vita, misu-rata unicamente con indicatori utilitaristici, secon-do il benessere fisico ed economico. La dignitàdella vita, di ogni vita è un carattere ontologico.Questa è la realtà e anche la malattia può rappre-sentare un valore aggiunto, che ti permette di af-frontare la quotidianità con serenità e felicità”.Ogni vita è sempre degna di essere vissuta! La di-gnità umana va sempre tutelata ed è un doverefare il possibile per garantirla. Ci sentiamo di “sta-re con MAX” anche noi, nel progetto di “futuro edintegrazione” in Sierra Leone. La sua vita, anchese breve, è stata feconda nella misura in cui oggi,ognuno di noi, si fa promotore di vita e non di mor-te. I frutti di una vita, la dignità di un essere uma-no, la forza di un’anima non va decisa dalla malat-tia o dall’handicap, e tale condizione non può de-terminare la “fine”. L’ultimo cenno, sentiamo difarlo verso il “Dio distratto”. L’intervento, come si èpotuto ben comprendere non ha carattere religio-

so, ma crediamo che ognuno di noi, non sceglien-do di “nascere”, difficilmente possa scegliere di“morire”. Non esiste un Dio che guarda da un’altraparte, esiste la fragilità dell’uomo e l’opportunitàdi generare vita e amore, anche nella sofferenzaaccettata, compresa, accolta e amata. Da partenostra vediamo un po’ di luce là dove una comuni-tà, e non solo la famiglia, si fa carico del peso de-gli altri per consentire di alleviare e… perché no…di credere nonostante tutto. “Più grande è la lotta,e più è glorioso il trionfo.” (Il circo della farfalla).

Gruppo “A Sua immagine” di Lugagnano

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vi fino alla fine dei tempi. Nel corso dell’ultimosecolo il Natale ha continuato a rappresentareun giorno di festa anche per i non cristiani, assu-mendo significati diversi da quello religioso. Inquesta sfera è vissuto come una festa legata allafamiglia, alla solidarietà, allo scambio di doni ealla figura di Babbo Natale. Il Natale è una festaaccompagnata da diverse tradizioni sociali e reli-giose, variabili da paese a paese. Il presepe èuna rappresentazione della nascita di Gesù, cheha avuto origine da tradizioni medioevali, si narrache il primo che istituì il presepe fu proprio SanFrancesco d’Assisi; l’albero natalizio, le cui originivengono fatte risalire al mondo tedesco nel XVIsecolo, sulla base di precedenti tradizioni cristia-ne e pagane; la figura di Babbo Natale, un anzia-no dalla barba bianca che distribuisce i doni aibambini, deriva dalla figura storica di San Nicoladi Bari, ma si è diffuso dal XIX secolo negli StatiUniti; il calendario dell’avvento. Molte tradizioninatalizie sono legate alla musica (canti natalizi) aparticolari piante (agrifoglio, vischio, stella di Na-tale) e pietanze sia dolci (panettone, pandoro)che salate (zampone, cotechino). Il Natale deibuddhisti è il Vesak: anniversario della nascita,dell’illuminazione e della morte di Buddha, chesecondo la tradizione sono avvenute tutte nellostesso giorno. Il Vesak varia ogni anno in base alcalendario lunare, e gli stessi paesi buddhisti lofesteggiano in giorni diversi. Il Vesak viene consi-derato un giorno di preghiera e astinenza: le per-sone meditano nei templi, cantano inni e accen-dono candele, fanno la carità ai poveri, si offronocibo a vicenda e si impegnano a essere gentili ecompassionevoli. La maggioranza dei fedeli, orto-dossi, cattolici e protestanti, celebrano il Natale il

La religione più diffusa in Italia, come si sa, è ilcristianesimo, presente fin dai tempi apostolici.La diffusione delle altre religioni non appartenen-ti al cristianesimo è stata invece determinata daifenomeni migratori degli ultimi decenni. La diver-sità delle religioni porta anche a festeggiare omeno le varie festività come per esempio il Nata-le. La data del Natale è fissata al 25 dicembreper i cattolici, protestanti e ortodossi che seguo-no il calendario gregoriano; 6 gennaio per le chie-se ortodosse orientali; 7 gennaio per gli ortodossiche seguono il calendario giuliano; 19 gennaioper la chiesa armena apostolica di Gerusalemmeche segue il calendario giuliano. Il termine “Nata-le” deriva dal latino cristiano Natale (m) per ellis-si di diam natalem Christi (“giorno di nascita diCristo”) a sua volta dal latino natalis derivato danatus (“nato”), participio perfetto del verbo nasci(“nascere”). Nella tradizione cristiana, il Natalecelebra la nascita di Gesù a Betlemme da Maria.Raccontato attraverso i Vangeli di Luca e Matteo,che narrano l’annuncio dell’angelo Gabriele, ladeposizione nella mangiatoia, l’adorazione deipastori e la visita dei magi. Mentre alcuni aspettidevozionali (la grotta, il bue e l’asino, i nomi deiMagi) sono invece tradizioni successive e raccon-tate nei vangeli apocrifi. Il significato cristianodella festa è la celebrazione della presenza diDio, che si rivela ed entra nel mondo per rimaner-

Torna il Natale anche a Sona: una festa che può essere vissuta in tanti modi differenti. Auguri a tutti!

2 5 D I C E M B R E

di Elisa [email protected]

La bellissimaStella Cometadi Palazzolo.

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Perché arriva il Natale e io non misento così alla grande come mi aspet-tavo di sentirmi? È da settembre, daquando sono rientrato al lavoro dopole vacanze estive, che aspetto questomomento! Nella vita spesso prevedia-mo che, quando succederà una certacosa, saremo felici, anzi felicissimi: sa-rò felicissimo quando mi sarò sposato,quando avrò trovato un lavoro, quandosarò in vacanza... Diverse ricerche, pe-rò, dimostrano che le nostre previsioninon sono affatto affidabili, ovvero chenon siamo in grado di predire corretta-mente la nostra felicità futura: la felici-tà causata dagli eventi reali non corri-sponde quasi mai a quella che abbia-mo immaginato. Una bella fregatura.Passiamo la vita a crearci delle aspet-tative su “quanto saremo felici quan-do…” e poi, quando finalmente arrivail momento, la felicità non è quellache ci aspettavamo. Tempo fa ho letto,probabilmente in giro su qualche so-cial, una frase che mi ha molto colpi-to: People wait all week for Friday, allyear for summer, and all life for happi-ness che, tradotto, significa La genteaspetta tutta la settimana il venerdì,tutto l’anno l’estate, e tutta la vita lafelicità. Trovo che colga nel segno unodei motivi principali di quella sensazio-ne di insoddisfazione che spesso av-vertiamo, in particolare quando succe-

dono proprio quelle cose chepensavamo ci portassero unbel carico di felicità, come ilNatale. Quello che ci impedi-sce di essere felici è il fattoche la felicità è sempre nel fu-turo. Dal lunedì al venerdì im-maginiamo sognanti il fine set-timana che arriverà. Per tuttol’anno aspettiamo le vacanzeestive, le vacanze di Natale e iponti. Conosco persone che,prima ancora che passi l’Epifa-nia, sanno già esattamente quandocadranno il 25 aprile, il 1 maggio, il 2giugno, il 1 novembre e l’8 dicembre!Questo ci porta a trascurare il presen-te. Uffa è lunedì (vorrei fosse già ve-nerdì), uffa è dicembre (vorrei fossealmeno marzo), uffa c’è freddo (vorreifosse almeno primavera). In quel mo-mento non pensiamo che il venerdìsaremo stanchi per tutta la settimanadi lavoro, che marzo è un mese impe-gnativo perché abbiamo molte sca-denze sul lavoro, e che la primavera èil momento in cui fare il cambio degliarmadi che è una cosa che proprionon ci piace fare. E quindi quando ar-rivano il venerdì, marzo e la primaverarimpiangiamo il lunedì, dicembre el’inverno… In un circolo vizioso infinito.Come uscirne?Qualcuno sostiene che la felicità nonsia avere quello che si desidera, maapprezzare ciò che si ha. Difficile... Co-s’è che abbiamo? Bè, potremmo fareun piccolo esercizio per scoprirlo. Qua-li sono le cose che ci hanno fatto starbene oggi? Stasera proviamo a dedi-

care qualche minuto a ripercorrerementalmente la giornata, e a trovaretre cose belle che ci sono successe.Annotiamole su un foglio o un quader-nino. L’esercizio va fatto tutte le sere,anche (e soprattutto!) in quelle sere incui ci sembra che la giornata sia stataterribile. Non dobbiamo scrivere nulladi eccezionale o di straordinario: uncollega che mi apre la porta mentreentro in ufficio, il profumo del caffè lamattina, un raggio di luce che entradalla finestra. Diverse ricerche dimo-strano che questo semplice esercizioaiuta a contrastare la nostra incapaci-tà di soffermarci sugli aspetti positividella vita. Ma non fidiamoci delle ri-cerche, proviamo. Proviamo a farequesto esercizio tutte le sere per al-meno tre settimane, e vediamo cosasuccede. La felicità non è questione difortuna, ma un’attitudine che tuttipossiamo coltivare, tutti i giorni. Oggiperò, non domani.

La Psicologa

Non carichiamo il Natale di troppe aspettative e impariamo a dare valore al presente

di Paola [email protected]

Paola SperaPsicologa Psicoterapeuta e Dottore di Ricerca

tel. 3493499369

25 dicembre. Nelle nazioni dell'ex Unione sovieti-ca (Russia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Geor-gia, e nei Balcani), dove prevale la religione cri-stiana ortodossa, invece, il Natale è celebrato il 7gennaio. La differenza tra queste date è dovuta alfatto che la chiesa ortodossa in Europa orientalenon accettò la riforma del calendario gregorianodel 1582 e così il giorno 25 di dicembre risultòspostato alla data civile del 7 gennaio. Per lachiesa ortodossa, la ricorrenza di Natale è la se-conda nell'ordine di importanza dopo la Pasqua.Il Natale, come la Pasqua, è preceduto da unaquaresima di 40 giorni. La fine del digiuno coinci-de con la vigilia di Natale, chiamata “socèlnik”.La tradizione vuole che nel giorno di “socèlnik”

non si deve mangiare “fino alla prima stella”. Atutti gli ospiti che vengono ad augurare buon Na-tale, i padroni di casa offrono un bicchierino divodka distillata. Anche i musulmani festeggiano ilNatale. Per la comunità islamica celebrare la na-scita di Gesù Cristo non è comunque un precetto.Le celebrazioni principali sono Eid ul Fitri, la finedel Ramdan ed Eid ul Athra, al termine del mesedel pellegrinaggio però non esiste nemmeno unesplicito divieto e Cristo viene considerato daimusulmani un importante profeta dell'Islam. Que-sti sono solo alcuni esempi di "altri Natale", tantoper ricordarci che siamo in tanti e non tutti ugua-li. Che celebriate o no il Natale, che vi piaccia omeno, a tutti, comunque, buon Natale!

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sto mercoledì 9 novembre scorso, quando il diret-tore generale dell’Azienda Ospedaliera Universita-ria Integrata Francesco Cobello ha intitolato pro-prio alla memoria di Francesco Tacconi la Stanzadi Laboratorio Area Pre-Pcr2 dell’Unità operativacomplessa di Medicina Trasfusionale di BorgoTrento. In quella stanza è stata posizionata l’ap-parecchiatura donata da familiari ed amici diFrancesco, tramite Admor: il congelatore usatoper congelare il sangue dei giovani tipizzati. Un segno di speranza, che permetterà di aiutarele cure di altri malati. Nel ricordo immutabile diFrancesco.

Di Francesco Tacconi, della sua morte per leuce-mia a 25 anni il 7 novembre del 2013, nonostan-te il trapianto della sorella Alessandra, e della

memoria che ha la-sciato a Palazzoloabbiamo parlato piùvolte. Memoria fortee condivisa da molti,che sta sbocciandosempre più in impor-tanti frutti di solida-rietà, soprattutto at-traverso Admor Vero-na, l’AssociazioneDonatori Midollo Os-seo e Ricerca. Tra letante iniziative sicu-ramente vanno ricor-date la vendita di co-lombe pasquali ed ilMemorial di volleyche ormai da tre an-ni gli amici di France-sco organizzano a lu-glio a Palazzolo, e icui ricavati vanno afinanziare l’acquistodi apparecchiaturemediche o a sostene-re la ricerca controquesta terribile ma-lattia. L’ultimo, impor-tante, risultato si è vi-

Intitolato a Francesco Tacconi di Palazzolo un laboratoriodell’Ospedale di Borgo Trento

S O L I D A R I E T A ’

di Elisa Tezza

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Perdere prematuramente un figlio,un parente, un amico di leuce-mia, lascia un vuoto che appareincolmabile. E’ questa la forzapropulsiva che nel 1993 ha dato vita al-l’Associazione Donatori Midollo Osseo eRicerca “Davide Biondani”- Verona: Volon-tari fortemente motivati ad adoperarsi nel-la lotta contro le malattie oncoematologi-che. Obiettivo prioritaro dell’Associazionesono sensibilizzare la popolazione, in parti-colare i giovani, sulla donazione di cellulestaminali da Midollo Osseo, da Sangue Pe-riferico e Cordone Ombelicale in modo daincrementare il numero degli iscritti, comepotenziali donatori, al “Registro NazionaleDonatori Midollo Osseo” (I.M.D.R.) al finedi dare maggiori possibilità ai malati dileucemia e di altre malattie del sangue ditrovare un donatore compatibile. Altro ob-biettivo è quello di promuovere la ricerca.

La parola“Admor Verona”

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Vista cosi, vista dalla terra, la morte è inutile. Vistada noi mortali è solo uno spauracchio. Addiritturauna liberazione per chi non ne può più. Vista cosi fasolo male. Tanto male. Perché non puoi più telefona-re, festeggiare come vorresti, amare come vorresti.Vivere come dovresti. Vista da qui la morte non ha al-cun senso. Ma poi improvvisamente, noi umani, cer-chiamo un senso perché senza, la nostra vita terrenaè un passaggio che non lascia traccia. Almeno per lamaggior parte di noi. Siamo essere straordinari capa-ci di sopravvivere a ogni mancanza e alcuni più di al-tri, sanno dare segnali di sé oltre la loro sparizioneterrena. Penso al nostro concittadino Francesco Tac-coni che ha lasciato prematuramente il corpo, il mon-do a lui caro, a causa di una sfortunata malattia. Sì,vista da qui è solo una maledetta sfortuna. Per chi ri-mane e non si dà pace, altro non rimane che fare lesue veci. Che lavorare per lui. Perché chissà, se nonfosse dovuto andare, magari l’avrebbe fatto lui. Equindi grazie alle donazioni degli amici, degli incontrifatti sul territorio, l’anno scorso è successo che si so-no potuti acquistare un Congelatore Verticale e unApparecchio Vortex in favore del laboratorio di Tipiz-zazione Tissutale HIA e quest’anno grazie a partite dicalcio, vendite di prodotti e girotondi di persone checontinuano ad amare malgrado il dolore, si è potutarealizzare una Stanza di Laboratorio Area Pre-Pcr2

dell’Unità operativa complessa di Medicina Trasfusio-nale di Borgo Trento. Ora: io non credo che nella suavita terrena Francesco si fosse mai occupato di que-sto, come credo che per molti di noi un CongelatoreVerticale non voglia dire nulla. E cosi pure buio asso-luto su la Tipizzazione Tissutale, sull’Area Pre Vattela-pesca. Ma ci sono persone per le quali vuol dire mol-to: malati, famiglie, ricercatori. Per molti vuol dire Vi-ta. Ed è grazie a persone come Francesco che questopuò accadere. Grazie al fatto che ogni Francesco sisia circondato finoa che ne ha avutala possibilità, diamore. Di bellagente che nulla sa-peva di ApparecchiVortex e che poi,suo malgrado im-provvisamente sene è occupata. Etanto. Ecco quindiche il Bene si avve-ra. Questo e nien-t’altro che questosuccede, quando ilmeglio di noi vienefuori, quando una comunità piange per Qualcuno cheperò sta già esercitando Bene per tutti. Vista così,dalla terra, la morte non è solo inutile. Può essereun’occasione per chi ha fortuna, la benedetta fortu-na, di fare strada, di fare un salto in avanti, di uscireda sé stessi per comprare Congelatori, Vortex, per fa-re Laboratori complessi e meno complessi. Di nonstare solo a guardare. Perché Francesco, siamo noi.Mortali e per niente inutili.

Il Commento

Francesco siamo noi, mortali e per niente inutili

diMonia [email protected]

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In questi ultimi mesi l’edificio della scuola mediadi Lugagnano Anna Frank è soggetto ad alcuni la-vori di riqualificazione, anche energetica.Interessata dall’intervento è anche l’Aula Magna,che per Lugagnano svolge pure l’importante fun-zione di Sala civica mancando nella frazione unavera e propria sala per assemblee e convegni, sesi esclude quella della parrocchia. Comune e Isti-

Dedicata a Prima Guglielmi e Michele Cimichella l’Aula Magna delle scuole medie di Lugagnano

M E M O R I A

diGiulio Braggio tuto Comprensivo hanno quindi deciso – in con-comitanza con la conclusione dei lavori di riquali-ficazione energetica dell’edificio scolastico e laconsegna dell’opera alla cittadinanza – che sia ilmomento di intitolare quella sala, che vede losvolgersi di tanti importanti appuntamenti siascolastici che culturali e sociali. La scelta dell’Isti-tuto Comprensivo è stata quella di intitolare la sa-la a Prima (Primetta) Guglielmi, nata a Sona il 14giugno del 1927 e deceduta il 7 luglio del 2014.Maestra elementare a San Giorgio in Salici e suc-

cessivamente a Lugagnano, fu la prima donna adessere eletta in Consiglio Comunale, nel quin-quennio amministrativo 1960-1965 guidato dalSindaco Carlo Scattolini. A questa scelta dellascuola si aggiunge quella dell’AmministrazioneComunale, che il 25 ottobre scorso in occasionedel nono anniversario della sua morte delibera didedicare ed intitolare la medesima sala, nella suafunzione di Sala Civica, anche a Michele Cimi-chella, nato il 17 dicembre del 1976 e scomparsomolto prematuramente il 25 ottobre del 2007.Cittadino di Lugagnano ed allievo della Scuola“Anna Frank”, fu molto impegnato nell’animazio-ne ed aggregazione dei giovani presso la Parroc-chia di Lugagnano e come Assessore allo Sport ealle Politiche Giovanili del Comune di Sona nelquinquennio amministrativo 2003-2008 guidatodal Sindaco Flavio Bonometti. Ora la richiesta del-l’intitolazione della sala, che verrà a chiamarsi“Aula Magna Prima Guglielmi e Michele Cimichel-la”, andrà trasmessa al Ministero e alla Prefettu-ra, ognuno per le proprie competenze. Quando ar-riverà il nulla osta il Comune potrà procedere conl’inaugurazione della nuova Aula Magna, presumi-bilmente ad inizio del 2017.

Lo scorso 2 dicembreGiorgia Adami dellaredazione del Baco siè laureata in Infer-mieristica presso l’U-niversità di Verona,con una tesi su “Fat-tori di rischio dei dis-ordini dello spettroautistico: la vaccina-zione non è un fatto-re di rischio. Analisicritica di una meta-analisi”. A Giorgia lecongratulazioni di tut-ta la banda del Baco.

Congratulazioni

Giorgia Adami del Baco si laurea in Infermieristica

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4 novembre:inaugurate due lapidi

L’Amministrazione comunale di Sona, nel pro-gramma per le celebrazioni del 150° anniversa-rio dell’Unione del Veneto all’Italia, ha voluto rea-lizzare due targhe poste sul municipio e su villaFiorini-Recchi di Palazzolo. I testi di queste tar-ghe erano stati proposti dall’Associazione ”LaTorre di Palazzolo”, al Gruppo di ricerca storicadella biblioteca e all’Amministrazione comunalestessa. La prima targa è stata inaugurata a Sonavenerdì 4 novembre in occasione della giornatadell’Unità nazionale e delle Forze armate. Dopola messa e la consueta cerimonia al monumentoai caduti, il corteo delle autorità, degli alpini, deicittadini e dei ragazzi delle scuole elementari, siè diretto davanti al municipio. Il vicesindaco Si-mone Caltagirone ha illustrato il testo e le motiva-zioni della posa ed ha proceduto allo scoprimen-to. Il Parroco don Giorgio Zampini ha recitato unapreghiera e impartito la benedizione, i ragazzidelle quinte elementari con tutto il pubblico han-no cantato l’inno nazionale. Questa la scritta ri-portata: 21 OTTOBRE 1866-2016. NEL 150° AN-

Una nuova targa sul Municipio di Sona: ricorda il 150° anniversario dell’Unione del Veneto all’Italia

E V E N T I

NIVERSARIO DEL PLEBISCITO UNA-NIME I CITTADINI DI SONA RICOR-DANO E RINSALDANO L’ADESIONEDEI LORO PROGENITORI CON TUT-TO IL VENETO ALL’UNITA’ D’ITALIA.(A pag. 92 di questo Baco trovateun servizio su come andò il Plebi-scito del 1866 a Sona).La nuova targa va ad affiancarequella posta nel 2011 dall’ammini-strazione comunale per commemo-rare la proclamazione dell’Unità d’I-talia che ha il seguente testo: L’AM-MINISTRAZIONE COMUNALE NEL150° ANNIVERSARIO RENDEOMAGGIO A TUTTI QUEI CONCITTA-DINI CHE CONTRIBUIRONO ALLA COSTRUZIONEDELL’UNITA’ D’ITALIA. Rimanevano però sottol’Impero Austro-Ungarico Il Veneto e il Friuli che siunirono appunto all’Italia nel 1866. Si completacosì il ricordo delle due principali date che hannoportato a un’Italia unita dopo secoli di divisioni.Nell’occasione di questa giornata è stato anchedistribuito al pubblico il libretto scritto dal Gruppodi ricerca storica della biblioteca comunale, Vi-cende risorgimentali nel Comune di Sona, i luo-ghi, gli scontri e i fatti di cronaca, che è il terzodella collana I quaderni della nostra storia.

di Luigi [email protected]

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Posata una targa su villa Schizzi-Fiorini-Recchi di PalazzoloRicorda il Risorgimento ed il Veneto italiano

E V E N T I

steldidone nel cremonese, sposò Rosalinda Spol-verini Del Verme che lasciò ai figli ”le belle edestese tenute di Palazzolo con casa dominicale”.Questa casa era probabilmente il nucleo originariodella villa attuale che è attribuita al 1700-1800.Gli Spolverini erano una facoltosa famiglia cheaveva in proprietà anche Cà Fileno, il palazzo poidivenuto Canonica e la tenuta di Guastalla. Gli ulti-mi Schizzi conosciuti furono Lodovico (1784-1856)e Folchino (1797-1857), padre e figlio, entrambiPodestà di Cremona e benefattori della Parrocchiadi Palazzolo. Il passaggio ai Fiorini avvenne intorno

al 1870 quando i beni degli ultimi eredi di Folchi-no furono acquistati da Achille Antonio Fiorini(1842-1893) che fu sindaco di Pescantina e di So-na. L’ultima erede dei Fiorini è stata Clara (1925-2016), che ha lasciato l’eredità alla figlia LuisaRecchi. La seconda, la terza e la quarta frase ri-portano su marmo un documento con timbro delRe Umberto I, che regnò dal 1878 al 1900 quan-do fu ucciso a Monza dall’anarchico Bresci. Il do-cumento, chiaramente preparatorio di una targa,fu probabilmente scritto intorno al 1890 dal pro-prietario Achille Antonio Fiorini, Sindaco di Sona incarica che morì improvvisamente a cinquantun’an-ni nel 1893; fu questo forse il motivo per cui nonfu poi realizzata una targa in marmo. La secondafrase: OSPITARONO IN QUESTA CASA NEL 1848RE CARLO ALBERTO CON I FIGLI VITTORIO EMA-NUELE DUCA DI SAVOIA FERDINANDO MARIA DU-CA DI GENOVA MENTRE L’ESERCITO PIEMONTESEACCAMPAVA SU QUESTI COLLI DAL 28 APRILE AL

Domenica 8 novembre a Palazzolo, dopo la ceri-monia per la festa dell’Unità nazionale e per laGiornata delle Forze armate, si è svolta una secon-da cerimonia davanti a villa Schizzi-Fiorini-Recchiper l’inaugurazione di una nuova targa di marmo.Il sindaco Gianluigi Mazzi ha scoperto la targa av-volta nella bandiera tricolore e don Giuseppe Van-tini, coadiutore del parroco, ha recitato una pre-ghiera e asperso con l’acqua benedetta, mentrechi scrive queste note ha illustrato il contenuto

della targa. E’ posta nell’oc-casione del 150° anniversa-rio dell’unione del Venetoall’Italia, in particolare siaper ricordare il trattato di Pa-ce di Vienna del 3 ottobre1866 che per far conoscerealcuni fatti del Risorgimentoaccaduti ma sconosciuti. Latarga riporta incise ben cin-que frasi distinte. La primafrase informa chi sono i pro-prietari succedutisi nel tem-po: VILLA VENETA DEI SECO-LI XII-XVIII DEGLI SPOLVERINIE DEGLI SCHIZZI ORA FIORI-NI-RECCHI. Le prime notiziesui proprietari sono del 1694quando Giambattista Schizzi,un fuoriuscito dei conti di Ca-

di Luigi Tacconi

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23 LUGLIO. Sono gli stessi reali che troviamo datempo immemorabile scritti sulla targa posta alBelvedere, da dove seguirono alcune fasi prepara-torie della vittoriosa battaglia di Pastrengo. Il fattoera da tutti ricordato e scritto sui libri, mentre siignorava che tali personalità fossero ospitate a vil-la Schizzi-Fiorini. La famiglia Recchi conserva an-cora gelosamente la bandiera tricolore con lostemma sabaudo che fu donata per riconoscenzaagli Schizzi allora proprietari della villa. E’ ricordataanche la presenza sulle colline della zona dell’e-sercito piemontese nelle fasi preparatorie e suc-cessive alla sfortunata battaglia di Custoza del 25luglio. Nel libretto Vicende risorgimentali nel Co-mune di Sona, distribuito proprio in questa occa-sione, è documentato che Palazzolo fu sede dellaBrigata Savoia che contava quasi quattromila sol-dati con a seguito cavalli e carri. Da questa base isoldati partirono per le battaglie di Pastrengo, diSona, della Croce Bianca e di S. Lucia e due com-battimenti avvennero anche a Palazzolo. La suc-cessiva frase della targa si riferisce alla seconda ealla terza guerra d’indipendenza: IL GENERALEFRANCESE BARAGUEY D’HILLIERS NEL 1859 NEIDINTORNI FECE ATTENDARE XXX MILA SOLDATI EALBERTO ARCIDUCA D’ASBURGO LA SUA ARMATANEL 1866 DOPO LA BATTAGLIA DI CUSTOZA. Il Ge-nerale Achille Baraguey d’Hilliers (1795-1878) erainfatti il comandante del 1° corpo di linea dell’e-sercito francese di Napoleone III, che era formatoda cinque corpi di linea per un totale di quasi150.000 soldati e che combatté nella vittoriosabattaglia di Solferino il 24 giugno 1859. Le provedel suo passaggio a Palazzolo si trovano anche indue scritte francesi sui muri del palazzo Maggi, og-gi Fiorini e Tacconi in piazza Vittorio Veneto e in undocumento rilasciato ad Andrea Fiorini per la re-quisizione di botti per il vino. Alberto d’Asburgo(1817-1895) era il comandante dell’armata au-striaca che il 24 giugno 1866 sconfisse gli italiania Custoza nella terza guerra d’indipendenza, ma

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gli austriaci rimasero a lungo nel Veneto poiché lapace fu firmata a Vienna solo il 3 ottobre. Questala quarta frase: NEL LUGLIO 1887 IN GIORNI DIPACE QUI DIMORAVA LUIGI NAPOLEONE PRINCIPEDI MONCALIERI. E’ ricordata l’ospitalità a Luigi Na-poleone, principe di Moncalieri (1864-1932). E’ fi-glio di Maria Clotilde di Savoia (1843-1911) primo-genita di Re Vittorio Emanuele II, che aveva sposa-to a sedici anni per ragioni di Stato Gerolamo Bo-naparte (1822-1891), libertino e attempato cuginodi Napoleone III, per suggellare l’alleanza tra il Re-gno di Sardegna e la Francia. Clotilde visse allacorte di Parigi dedicandosi alla beneficenza e do-po la morte del marito si ritirò nel suo castello diMoncalieri prodigandosi per il bene del prossimo.Nel 1936 è iniziato il processo di beatificazione ea Moncalieri è venerata come una santa. Infine laquinta frase: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DISONA PALAZZOLO 3 OTTOBRE 2016 - 150° ANNI-VERSARIO DELLA PACE DI VIENNA CHE DECRETO’L’UNIONE DEL VENETO ALL’ITALIA In base a taleaccordo di pace, l'Impero austriaco ha ceduto ilVeneto, il Friuli e la provincia di Mantova (ultimiterritori rimasti del Regno Lombardo-Veneto) allaFrancia, che a sua volta li ha poi trasferiti al Regnod'Italia, previo il consenso degli abitanti dei territo-ri interessati, con il plebiscito. Ciò è stato possibilenonostante le sconfitte italiane nelle battaglie diCustoza e di Lissa, grazie all’alleanza con la Prus-sia che aveva sconfitto l’Impero Austro- Ungarico aSadowa. Si può concludere che con questa targaun pezzo della storia d’Italia e di Palazzolo è porta-ta alla luce e alla conoscenza di tutti.

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La promozione è valida fino al 28 febbraio 2017

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I nostri giovani, la forzavera del Baco

OrariDal lunedi al giovedì orario continuato dalle 8 alle 18 Venerdì orario continuato dalle 10 alle 20Sabato dalle 8 alle 13 Chiuso il martedì

Via Cao del Prà, 86 - 37060 Lugagnano (VR)Tel. 045 8680778 - Cell. 3458319293P.Iva 04558810237info@benesserequintaessenza.itwww.benesserequintaessenza.it

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Gloria GiorgiaGianmaria

Andrea

Un network amatoriale come il Baco cheda sedici anni garantisce ogni giorno noti-zie per il nostro territorio tramite una rivi-sta di cento pagine, un sito internet e pa-gine social come Facebook, Twitter, Insta-gram, Google+ e YouTube, necessita del-l’impegno di tante persone. Uno sforzoche presuppone qualità, ingegno e pas-sione, come scovare notizie, intervistare econfrontarsi, studiare e ricercare, appro-fondire e capire, valutare e scrivere. Unimpegno di puro volontariato: nessuno dinoi ha mai preso un solo centesimo, tuttoquel (poco) che raccogliamo viene usato

per stampare la rivista e mettere on line ilsito. Un lavoro di gruppo all’interno di unaredazione che diventa quasi una famigliae che trova forza soprattutto nei nostrigiovani. Ragazze e ragazzi che studiano,chi alle superiori chi all’università, che la-vorano, che si impegnano in mille altriambiti e che trovano spazi e passione perdedicare ore, lavoro, gambe e testa al Ba-co. Soprattutto perché credono nelle po-tenzialità del nostro territorio e nell’impor-tanza di dare voce a mille realtà locali. E’proprio a loro che oggi vogliamo dedicarequeste due pagine. Ai nostri preziosi gio-vani che sono il presente ed il futuro delBaco. E che soprattutto sono il presenteed il futuro della nostra comunità.

diMario Salvetti

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Arianna

Riccardo

Manuel

Francesco

Giulia Elia

Giovanni Veronica Diletta

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Una foto con il BacoMandateci i vostri scattiInviateci vostre foto con il Baco, e con una riga di descrizione, all'email [email protected]

1) Giovanni Signorato, con il papà Carlo e lamamma Federica, e Nadia Costa con il maritoGianfranco Pachera posano con padre Eros Zardini e padre Giovanni Bendinelli a Quilmes inArgentina, davanti all'affresco dipinto dal nostroconcittadino Vittorio Giardini.2) “Il pesce fa dimagrire e noi abbiamo seguito ilconsiglio”, coppie di Lugagnano in gita “gastronomica” a Crespino in provincia di Rovigo il 16 ottobre scorso.3) Maurizio Ferrari e amici in visita al Parco Nazionale di Horton Plains durante il tour dello Sri Lanka nel novembre 2016.4) 25 settembre 2016: alcune coppie di Lugagna-no durante una bella gita sulle grandi Dolomiti.

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Il 2016 sta per chiudersi ecome in ogni fine anno an-che per il Gruppo Avis diLugagnano è tempo di bi-lanci. L’anno trascorso èstato denso di attività perla sensibilizzazione al do-no del sangue. Con entu-siasmo i volontari del diret-tivo si sono impegnati, da-gli interventi informativi airagazzi delle scuole allavendita delle colombe pas-quali per l’ADMOR, dall’or-ganizzazione della seratagiovani alla sagra di Luga-gnano, alla tappa dellaMagnalonga e in molte al-tre manifestazioni chehanno visto la presenzadel gazebo Avis. Continuaintanto il servizio di assi-stenza ai Donatori al cen-tro trasfusionale con il pre-zioso aiuto anche di alcunigenerosi amici dell’Avis. IDonatori del Gruppo Avisdi Lugagnano hanno ragio-ne di essere orgogliosi. An-

del Consiglio Direttivo Avis di Lugagnano

AVIS di Lugagnano: un 2016 pieno di attività ed iniziativeV O L O N T A R I A T O

cora una volta hanno risposto generosamente agliappelli alla donazione pervenuti dagli ospedali.C’è sempre più bisogno di sangue sia per la croni-ca carenza delle scorte che per l’emergenza crea-

tasi con il disastroso terremoto di agosto nell’Italiacentrale. Abbiamo avuto un buon incremento nel-le donazioni e speriamo anche in un aumento diDonatori. Nel prossimo numero del Baco, principa-le organo di divulgazione delle nostre attività sulterritorio, saremo più precisi nell’indicare il nume-ro delle donazioni e dei Donatori.

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IL SANGUE NON SI PUÒ RIPRODURRE IN LABORATORIO, L’UNICO MODO PER AVERLOA DISPOSIZIONE È SOLO PRELEVANDOLO AIDONATORI. PIÚ DONATORI = PIÚ SANGUE

Comunicazione di servizio: il nuovo indirizzo mail dell’AVIS di Lugagnanoè [email protected]

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Centro Vesalius a Lugagnano: inaugurati il laboratorio analisi ed il punto prelievi

Sabato 19 novembre si è tenuta l’inaugurazionedel nuovo laboratorio analisi presso la strutturadel poliambulatorio Vesalius a Lugagnano. Dopouna calorosa accoglienza all’interno della pale-stra del centro da parte del Presidente del Con-siglio di Amministrazione, il dott. Francesco Ca-parra e il responsabile della struttura MarcoBargioni, gli ospiti sono stati invitati ad accedereal piano superiore dove si è tenuta la vera e pro-pria inaugurazione. Presente il sindaco di SonaGianluigi Mazzi che, assieme alla Direttrice Sani-taria, la dott.ssa Schiera, ha eseguito il tradizio-nale taglio del nastro tricolore e ufficializzato l’a-pertura del centro prelievi. A seguire una bene-dizione di don Antonio Sona Parroco di Lugagna-no, il quale ha augurato che il centro possa es-sere d’aiuto a tutti coloro che ne avranno biso-gno. Il Sindaco Mazzi ha aggiunto che “l’Ammini-strazione di Sona è molto partecipe e convintadell’utilità del servizio, il quale diventerà puntodi riferimento non solo per la comunità di Luga-gnano, ma per tutto il comune”. Infine l’ultimaparola è stata della Dott.ssa Schiera. “Sono sta-ti fatti molti sacrifici e scommesse per arrivaredove siamo oggi, e pensiamo già al futuro e aquello che già possiamo dare ed offrire alle per-sone – prosegue -. Questo centro garantirà gliesami ematochimici più frequenti quali emocro-mo, ematochimica e coagulazione”. Un sinceroringraziamento è stato fatto al responsabilecommerciale della Synlab, azienda che ha so-stenuto questo progetto, insieme ovviamente atutti i soci del Poliambulatorio Vesalius. La sera-ta è proseguita con un delizioso buffet per tuttigli ospiti. Vesalius è una struttura polivalenteche mette al centro dell’attenzione la personacon le sue richieste di salute e di benessere; sioccupa di prevenzione e cura delle malattie e

del raggiungimento e mantenimento dellaforma psico-fisica ottimale. Per realizzaretale scopo, sono presenti ambulatori medicispecialistici con professionisti affermati nelcampo della medicina tradizionale; unostaff di qualificati fisioterapisti con le curepiù moderne e di personal trainer disponibi-li nell’attrezzata palestra. E ora si può accedereanche al nuovo Laboratorio Analisi con annessoPunto Prelievi. Il Centro Vesalius si trova in viaPelacane. Informazioni su natura, tempi e costidelle prestazioni erogate dal Centro possono es-sere ottenute accedendo al centro, per telefonoallo 045 8680445 e allo 045 8538130, via faxallo 045 8699899 oppure per e-mail a [email protected]. Il centro è aperto dalle 8.30 alle20.30 dal lunedì al venerdì.

diGiorgia Adami

Nelle foto alcunimomenti dell’inau-gurazione, alla pre-senza del ParrocoSona e del SindacoMazzi.

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www.castellanistudiodentistico.it

Impiantologia a carico immediatoOvvero impianti e denti nella stessa seduta

A CURA DEL DOTT. MARCO CASTELLANI

L'implantologia a carico immediato è una moder-na tecnica chirurgica tesa alla sostituzione di ele-menti dentali ormai perduti (a causa dell'azionedegenerativa di una malattia, di un trauma subitoo semplicemente dell'avanzato stato di età del pa-ziente) mediante l'applicazione nel cavo orale distrumenti protesici (corone, ponti ecc) nello stes-so momento in cui vengono posizionati gli impian-ti. Molti si chiedono cosa siano gli impianti dentalie quale il loro utilizzo in medicina. Gli impiantidentali danno il nome ad una particolare brancadell'Odontoiatria, l'Implantologia, e servono a ri-

solvere problemi di edentulismo totale o parziale.Gli impianti dentali altro non sono che “viti” lequali vanno inserite chirurgicamente all'internodelle ossa mascellari o mandibolari del paziente,e fungono da punto di aggancio per le protesi(dentiere, denti singoli o ponti) che andranno a so-stituire gli elementi dentali ormai perduti. Ne rivie-ne che la stabilità di queste protesi dipende so-prattutto dal buon inserimento degli impianti den-tali. Le protesi sono necessarie per il ripristino del-

le normali funzioni del cavo orale, che oltre allafunzione masticatoria, comprende anche funzionidi tipo fonetico, respiratorio e digestivo. Si pensiper esempio all'impossibilità per le persone“sdentate” di pronunciare nel giusto modo le paro-le dentali o di respirare con la bocca in modo cor-retto, o all'affaticamento del loro stomaco nel dige-rire cibi non masticati nel giusto modo. L'applica-zione di una protesi è l'unico sistema reale in gra-do di fornire una cura a queste disfunzioni. Comedicevamo per il corretto inserimento degli impiantiall'interno del cavo orale è necessario prima forarele ossa mascellari o mandibolari del paziente. Esi-stono varie metodologie di applicazione, dipenden-ti dal caso clinico riscontrato. Il materiale di fabbri-cazione più adatto per gli impianti è il titanio, par-ticolare metallo dotato di notevoli proprietàosteointegrative e biocompatibili. Grazie all'uso deltitanio si scongiura l'attivazione di quei sistemi diautodifesa dell'organismo, come le infezioni, le in-fiammazioni o il rigetto. Grazie a questa scopertasi è potuto creare protocolli di intervento davveroinnovativi rispetto al passato, come quello dell'Im-plantologia a carico immediato, grazie alla quale ildentista può inserire gli impianti ed applicare leprotesi nell'arco di un’unica operazione chirurgi-ca. La diagnosi è estremamente importante per lascienza medica, proprio per la possibilità di capireesattamente l'entità del problema e i metodi giustiper porre il dovuto rimedio. L’uso del computer of-fre la straordinaria possibilità di effettuare delleimmagini virtuali del cavo orale del paziente, chepossono essere lavorate dal medico, che simula l'i-ter completo dell'intervento. Ne risultano così ope-razioni più rapide ed efficaci, con grandi vantaggiper medici e pazienti.

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L’astigmatismo, una condizione molto frequenteA CURA DI SILVIA LUCIDO

Il tuo Ottico optometrista ti ha detto che seiastigmatico? Forse c’è qualcuno in famigliache soffre di questo disturbo… come adesempio una visione sfocata degli oggetti siavicini che lontani. Se questa visione sfocata ti è familiare, sappiche non sei l’unico. L’astigmatismo è una con-dizione molto frequente.Ma di che cosa si tratta esattamente? In pa-role semplici, l’astigmatismo è un difetto visi-vo che deriva da una deformazione della cor-nea o del cristallino. Anziché essere sferica, la

cornea degli astigmatici ha spesso una formaallungata e questo causa un errore refrattivo,ossia una distorsione della luce che penetranegli occhi. Le immagini appaiono così sfoca-te. Sebbene vi possano essere diverse cause,la ragione principale dell’astigmatismo è ge-neralmente l’ereditarietà. A volte può esserecausato da un trauma all’occhio. Tra le possi-bili cause, anche se più raramente, vi è an-che il cheratocono, un disturbo che conferi-sce alla cornea una forma conica. In questocaso la forma di astigmatismo è più grave epuò richiedere lenti a contatto speciali o unintervento chirurgico. Fortunatamente, le for-me di astigmatismo comuni nella maggiorparte dei casi sono facilmente correggibili.Con alcuni test rapidi (ed indolori), il tuo opto-metrista può determinare se tu o un membrodella tua famiglia siete affetti da questo dis-turbo e raccomandarvi i mezzi per corregger-lo. Tra soluzioni correttive comunemente utilizza-te ci sono :• Occhiali• Lenti a contatto• Chirurgia LASIK

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ComunitàLa classe 1947 di Lugagnano in gita a BressanoneCome consuetudine anche quest'anno Mario Ni-chele e collaboratori hanno organizzato per i co-scritti della classe 1947 di Lugagnano una bella gi-ta in quel di Bressanone. Il tour è stato piacevole

ed è stato interessante scoprire il passato gloriosodi questa cittadina. E dulcis in fundo il tipico pranzotirolese, naturalmente eccellente. Dai partecipantiun grazie come sempre agli organizzatori.

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Il bravo insegnante deve avere carisma. Se riescea coinvolgere con la sua lezione tutti gli studenti,non solo i migliori ma anche quelli che hanno lanecessità di essere guidati, trascinati e sedotti,allora la sua azione diviene efficace, la curiositàè stimolata e la disciplina che insegna appare piùvicina alla realtà di chi apprende. Questo tipo didocente lascia il segno e quando i suoi allievi loincontreranno per la strada, molti anni dopo, luiforse avrà dimenticato i loro nomi, ma loro nonavranno scordato il suo e, soprattutto, avrannoancora chiaramente scolpiti nella mentealcuni ricordi significativi della scuola, acui guardare con nostalgia e con affetto.Sarebbe riduttivo pensare però che glistudenti apprezzino solo l’insegnante af-fabulatore, l’incantatore, il seduttore oquello che scherza di continuo. No, i ra-gazzi hanno bisogno di un docente cari-smatico e autorevole perché vogliono es-sere ascoltati, contenuti, presi sul serio.Prediligono di gran lunga regole e auto-revolezza rispetto al permissivismo edalla superficialità. Gli studenti rimango-no affascinati dal carisma di un profes-sore che dimostra amore per la discipli-na che insegna e si è guadagnato stimae rispetto, facendo da straordinario trai-no per l’apprendimento, soprattutto nel-

Le Medie di Lugagnano nel cuore: Angiolino Cagliari, Gabriella Orlandi ed i conigli studiati in classe negli anni Settanta

L ’ I N T E R V I S T A

la delicata età preadolescenziale. Di carisma nedovevano avere davvero parecchio, Angiolino Ca-gliari e sua moglie Gabriella Orlandi, che ancoraoggi, pur essendo in pensione da vari anni, ven-gono ricordati con grande affetto e simpatia damolti ex alunni delle scuole medie di Lugagnano.I due hanno iniziato nello stesso anno a lavorarea Lugagnano, a pochi giorni di distanza, nel lon-tano 1970. Lui insegnava matematica e scienze,mentre lei era docente di Lettere. Angiolino Ca-gliari ebbe l’onore di accogliere le classi nel pri-mo giorno dell’anno scolastico (che all’epoca ini-ziava nel mese di ot-tobre) della primascuola media chevenne aperta nellafrazione di Lugagna-no, dipendente peròdall’istituto di Sona.“Allora l’edificio sco-

diChiara [email protected]

“Nella prima sede delle medie di Lugagnano entrava spesso

acqua dal tetto quando pioveva e i ragazzi la raccoglievano

con dei secchi”

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lastico – racconta il prof. Cagliari - si trovava al-l’angolo tra via XXVI Aprile e via Barbarani, difronte al distributore, con poche stanzette ed unpiccolo cortile, dove trovarono posto cinque clas-si. Il primo preside fu De Battisti. Più tardi la sedevenne spostata in via San Francesco, dove attual-mente c’è un’agenzia immobiliare. Lo stabile an-che allora era dotato di vetrina che dava sulla viaprincipale e ricordo di aver cercato di oscurarla inparte, per evitare che la classe che si trovava inquella stanza potesse distrarsi.” Il concetto di“messa in sicurezza degli edifici scolastici” alloradoveva essere piuttosto diverso da oggi; lo dimo-stra anche il fatto che il professore ricorda comenella prima sede delle medie di Lugagnano “en-trasse spesso acqua dal tetto quando pioveva e iragazzi la raccogliessero con dei secchi.” Solo nel 1980 la scuola ebbe come sede quellaattuale, in via Carducci, “che col tempo – ricordaGabriella Orlandi – divenne autonoma rispetto aSona e fu dedicata ad Anna Frank.” Lì i due sonorimasti fino alla pensione, arrivata nel 2003 perla professoressa Orlandi, dopo quarant’anni didocenza, e nel 2005 per il prof. Cagliari. Ma tra ibanchi di scuola non correva solo l’amore per l’in-segnamento, dal momento che i due si sono co-nosciuti proprio in quei primi giorni del 1970,quando l’istituto di Lugagnano era appena nato.Lei ebbe l’incarico a pochi giorni di distanza da luie fu subito amore, al punto che due anni dopo iloro alunni si videro consegnare i confetti per leimminenti nozze, nell’aprile del 1972. “Fu un verocolpo di fulmine”, ci dice Angiolino Cagliari, guar-dando con tenerezza la moglie, con la quale haavuto due figli ed è ora nonno, dopo quasi qua-rantacinque anni di matrimonio in una bella casadi campagna situata in una corte di via Brescia-na, dove Angiolino è nato e dove lavora la terra ecura gli animali. “Dal ’74 - dice Gabriella Orlandi -

La Curiosità StoricaPer i primi anni i ragazzi del Comune frequentarono le medie a Verona

In Italia la scuola media diventò obbligatoria dal 1963 ed i ragazzidel nostro Comune dovettero frequentarla negli Istituti di Veronaper tre anni. La scuola media a Sona, nella sede attuale, venneistituita a partire dal 1966 con nove aule, ampliata con altre ottonel quinquennio amministrativo 1975-80. A Lugagnano la scuolamedia venne istituita invece nel 1969 all’interno di locali presi inaffitto. Si entrò nel nuovo plesso di via Carducci, quello attuale, so-lo nel 1980. RS

Angiolino Cagliari e Gabriella Orlandila scorsa estate con il Sindaco Mazzi.

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abbiamo anche sempre insegnato nella stessasezione, fino alla pensione. Avevamo le medesi-me classi: nella stessa mattinata capitava che inun’aula entrassi io ed uscisse lui. Non abbiamomai avuto contrasti sul lavoro, ci siamo sempretrovati a nostro agio nel condividere gli aspettipositivi e negativi del nostro mestiere. Nei mo-menti difficili della mia vita la scuola mi ha salva-to. Ho sempre svolto con passione il mio lavoro eanche dopo la pensione ho continuato ad inse-gnare, da volontaria, l’italiano agli stranieri, finoad un paio di anni fa. Abbiamo bei ricordi anchedi tanti colleghi e collaboratori scolastici; con al-cuni ci frequentiamo e sentiamo spesso. Moltoaffettuosi sono anche gli ex alunni, che si ricorda-no ancora di noi dopo tanto tempo. Due anni fasiamo stati invitati a cena proprio da alcuni di lo-ro.” Anche le gite scolastiche vengono ricordate comemomenti di istruzione e di svago molto piacevoli.Ricorda Cagliari: “Accompagnavamo gli studenti aVenezia, a Padova, a Bosco Fontana e sempre leclassi si divertivano un mondo.” Molti studentihanno ricordi molto vividi relativamente al meto-do sperimentale che adottava spesso AngiolinoCagliari nello spiegare le scienze. Alcuni ricordanoanimali portati in classe per studiarne l’anatomia.“Tutto vero - conferma il professore - Ho condottospesso i ragazzi a raccogliere fiori, erbe e minera-li direttamente nei campi e nelle cave vicine, avolte anche nel mio terreno. Ho mostrato agli stu-denti i miei animali e mi è capitato di portare ascuola, quando spiegavo il funzionamento del-l’apparato digerente, un coniglio per osservarlo efarne la dissezione.” Questo e molti altri sono i ricordi che accomuna-no i quarant’anni di insegnamento di Angiolino eGabriella presso la scuola media di Lugagnano, acui si legano momenti indimenticabili della prea-dolescenza di tantissimi lugagnanesi ora adulti

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La Testimonianza“Si erano conquistati il rispetto di tutti”, il ricordo del Vicepresidente del SOS

Un affettuoso ricordo di Angioli-no e Gabriella arriva da AlfredoCottini, attuale vicepresidentedel SOS di Sona, classe 1966,che frequentò le scuole mediedi Lugagnano nel triennio sco-lastico che va dal 1977 al1980.“I professori Cagliari e Orlandisono state due istituzioni dellascuola media di Lugagnano. Ilfatto che fossero marito e mo-glie e che insegnassero nellastessa scuola - spiega Cottini -era un fattore strano per noiragazzini. Era inusuale dicia-mo. Entrambi sapevano incute-re il giusto rispetto negli stu-denti e mai nessuno si prende-va il rischio di superare il lecito.Era una autorevolezza data al-la persona più che al ruolo,perchè sapevano esercitare siaun atteggiamento direttivo cheaccogliente a seconda dei casi.

Angiolino poi è un uomo schiet-to e dalla stazza imponente equesto suo connotato fisico ecaratteriale era rispettato an-che da quelli, tra noi, più esu-beranti e, diciamo, un po’ piùsvegli e intraprendenti degli al-tri. Ricordo ancora le sue manie le dita delle sue mani, cheerano veramente imponenti.Sua moglie insegnava italiano,storia e geografia mentre An-giolino insegnava la matemati-ca e le scienze. Le scienze fat-te con Angiolino - ricorda Cotti-ni - erano ‘scienze applicate’perché spesso si usciva dallascuola per andare nei campi aosservare e a toccare con ma-no la natura: piante, insetti eanimali. Non era poi inusualeche il professor Cagliari portas-se in classe degli animali dacortile deceduti per studiarnel'anatomia”.

da un pezzo, ma che sorridono con un pizzico dinostalgia al ricordo degli anni trascorsi sui banchiriempiendo i fogli protocollo che avrebbe correttocon la penna rossa Gabriella Orlandi e parteci-pando agli originali esperimenti scientifici di An-giolino Cagliari.

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ottobre, già fornita dei materiali necessari e chesarà operativa e in grado di portare a termine gliinterventi chirurgici già dal prossimo anno. ComeMartina stessa ha affermato, il Madagascar sem-bra una mescolanza tra tradizioni africane e asia-tiche; inoltre, in quanto isola, non risente dellecomplicate situazioni di guerriglia di cui tanto sisente parlare e che sembrano coinvolgere buonaparte dell’Africa. Ha fortunatamente evitato pos-sibili complicazioni che potevano sorgere in am-bienti tipo i mercati o alcune zone della capitalee la condizione dello straniero, per sua stessaammissione, è additata dalle popolazioni locali,nel caso di Martina compensata però anche dal-la sua posizione di volontaria che le ha permessoanche di entrare maggiormente in contatto congli abitanti del villaggio di Analaroa. Ciò è confer-mato anche dal fatto che – durante un “esperi-mento” portato avanti dai volontari per capire dicosa effettivamente gli abitanti necessitavano –tutti i cittadini hanno aperto la porta ai volontarimostrando le condizioni in cui vivevano. Un con-tatto tanto profondo che Martina ha persino im-parato il malgascio, insieme ad altri volontari, co-noscendolo dai bambini, usando come tramitel’inglese. Questa esperienza ha cambiato sensi-bilmente la visione di Martina del terzo mondo,degli aiuti umanitari mandati e del valore che es-si assumono. A volte ci poniamo la domanda dicosa accade ai soldi che doniamo alle missioni,se vengono usati nel modo corretto; oppure ai ve-stiti, che come dice Martina, nei casi più estremivengono addirittura venduti per comprare il cibo.Nella sua opinione, per dare un considerevole

Certi sogni nel cassetto è un peccato che riman-gano tali. Forse alcune persone rinunciano, maquesto non è il caso di Martina Vanzo, 25 anni, diSona. Dopo aver completato gli studi e progetti dilavoro, a maggio del 2016 ha deciso di partire, eper 50 giorni, fino a metà giugno, ha fatto volon-tariato nel villaggio di Analaroa, in Madagascar. In meno di un mese, assieme a un gruppo di vo-lontari di Sant’Ambrogio di Valpolicella affiliati al-le Suore Orsoline, è partita per dare un aiuto nel-la costruzione di una sala operatoria nel villaggio,in compagnia di un’altra decina di volontari.La sala operatoria, la cui opera è anche finanzia-ta e sostenuta dal chirurgo dell’ospedale di Tren-to Riccardo Ghezzi, nasce e si sviluppa principal-mente per dare soccorso ai bambini nati con mal-formazioni – dovute anche alla malnutrizione del-la madre durante la gravidanza -; questi, tutti dietà compresa tra i 4 e i 10 anni, dopo l’operazio-

ne, passano circa un anno di ri-abilitazione, lontano dai genitori.Martina li ha aiutati, è stata lorovicino, dando una mano allesuore volontarie e anche allamanovalanza locale nella costru-zione della sala operatoria, uffi-cialmente conclusa nel mese di

Il Madagascar, i sogni e la vita veraMartina Vanzo di Sona e un’esperienza di solidarietà forte

L ’ E S P E R I E N Z A

diGloria [email protected]

“Questa esperienza mi hacambiato la visione delterzo mondo, degli aiuti

umanitari e del valore cheessi assumono”

Nelle foto al-cuni momentivissuti daMartina inMadagascare i banchettiallestiti perraccoglierefondi.

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Coscritti

La classe 1946 di Lugagnano in visita alle Ville VeneteCoscritti e coscritte della classe 1946 di Lugagnano, con consorti, durante un bella uscita in visita alle meravigliose Ville Venete.

aiuto alle popolazioni del terzo mondo, è fonda-mentale innanzitutto investire nell’istruzione deigiovani, in modo da ampliare il pensiero e tenta-re, nei limiti, di avere un passo in più nel ragiona-mento; in secondo luogo è necessario “un inter-vento duraturo nel tempo, con un affiancamento:perché è inutile dar loro lo strumento e se tornidopo sei mesi lo strumento è rotto, inusato o dan-neggiato perché non utilizzato nel modo corretto”dice Martina stessa. “Quello che ho capito è chenon c’è una popolazione che è più e una che èmeno: solo un’evoluzione – di pensiero – che èavvenuta in modo diverso, perché loro vivono laloro condizione con estrema dignità.” Non hadubbi che se avesse di nuovo possibilità, scende-rebbe ancora per tornare nel villaggio di Analaroadove lei stessa afferma “ho lasciato un pezzo dicuore”. Consiglia inoltre una simile esperienza divolontariato, soprattutto ai giovani della sua età,assicurando che nessuno risulterebbe inadatto eche tale avventura aprirebbe gli occhi su quantoci sia di superfluo nel nostro modo di vivere e dicome sia possibile, soprattutto nelle piccole cosequotidiane – come ad esempio la doccia –, “faretutto con niente”. Tenta di mantenere ancora icontatti con quel luogo e soprattutto, per copriregli ultimi costi di cui necessita la neo costruita sa-la operatoria, organizza – unendo le forze con glistessi volontari di Sant’Ambrogio di Valpolicella –mercatini dove vendere i prodotti malgasci, senzacontare il progetto a lungo termine del già citatodott. Ghezzi che provvede nel racimolare beni es-senziali alla cura sanitaria delle famiglie di Anala-roa, come sistemi di purificazione dell’acqua. Asupporto di questo progetto, la compagnia teatra-

le di Sona, “La Zattera” (di cui Martina fa parte),conferma l’intenzione di devolvere l’incasso di unadelle rappresentazioni della prossima primavera infavore di esso. Quello di Martina, oltre ad essereun sogno finalmente realizzato, è diventata l’occa-sione e lo spunto per ampliare la visione del mon-do e apprezzare la comodità delle piccole cose.

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Nell’86esimo numero del Baco Andrea Chesini diLugagnano ci ha raccontato la sua prima esperien-za missionaria in Togo: una testimonianza toccantee significativa, svincolata dai canoni di un’intervistaclassica, in cui si raccontano fatti, eventi o pensieri.Rincontriamo di nuovo Andrea con sua moglie Eli-sa, che ci raccontano la loro missione in Togo que-st’estate, avvenuta a partire dall’ultima settimanadi luglio fino alla seconda di agosto.“Ci siamo recati in Togo non per fare per forzaqualcosa, ma anche per vedere, scoprire e contri-buire. Anche solo guardando, si toglie un filtro allavolta e con grande umiltà si fa ciò che c’è biso-gno.”Quali sono state le vostre principali attività?Andrea: Mentre la scorsa primavera mi sono dedi-cato soprattutto all’installazione dei pannelli foto-voltaici e ad altri lavori, quest’estate sono stato so-prattutto in mezzo alle persone, ho vissuto la loroquotidianità, sono stato vicino ai loro stili di vita ealle loro abitudini. Ho tenuto delle lezioni di infor-matica di base e ho realizzato qualche lavoretto.

Insegnare l’informatica agli adulti e a leggere ai bambiniAndrea ed Elisa, in Togo per solidarietà

V O L O N T A R I A T O

Gli studenti erano alcuni adulti del villaggio, e nota-vo che erano molti curiosi e apprendevano molto infretta. È stato fondamentale renderli consapevoliche sono capaci di imparare e raggiungere dei ri-sultati.Elisa: Dato che di professione sono professoressa,Madre Patrizia mi ha chiesto di insegnare a leggeree scrivere ai bambini e ragazzi del villaggio. Ho avu-to, tuttavia, un impatto totalmente diverso rispettoalle mie aspettative: le aule contavano circa 60-80bambini di tutte le età, dai quattro ai tredici anni, eoccorreva pertanto improvvisarsi con le loro richie-ste e vivere il momento. Al di là dell’apparenza, tut-ti i bambini del mondo sono uguali: hanno le stes-se esigenze, curiosità, e non escludiamo nemmenoi capricci.Qual è stato il fatto che vi ha colpito di più?Durante queste tre settimane abbiamo assistito al-la costruzione di un pozzo presso Kablivè, un pae-se che si trova a 10 km da Amakpapé; lì per procu-rarsi dell’acqua gli abitanti devono recarsi ad unfiume che dista 3 km dal villaggio, a due ore dicammino circa. E l’acqua del fiume è sostanzial-mente fango.Quali sono state le reazioni degli abitanti di Ka-

diGianmaria Busatta

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blivè subito dopo la costruzione del pozzo?La loro reazione è stata incredibile: proviamo adimmaginare che qualcuno che non conosciamo ar-rivi qui a Lugagnano e ci regali qualcosa per noi in-dispensabile, che prima non riuscivamo ad ottene-re. Non smettevano di ringraziarci e come segno digratitudine “ufficiale” hanno organizzato una festapresso il villaggio. Il fatto curioso e allo stesso tem-po straordinario è che non c’era nulla da mangiareo da bere; erano presenti solamente il capo villag-gio con gli anziani e il resto degli abitanti. La festaconsisteva semplicemente nell’accoglierci e coin-volgerci con le loro danze. Una festa ben diversa da

come siamo abituati: lì l’unità di misura per espri-mere un gesto di gratitudine è il tempo da condivi-dere insieme, mentre da noi corrisponde per lo piùa consumismo.Avete contribuito anche nell’ambito dell’assisten-za sanitaria?Sì, abbiamo contribuito soprattutto con la donazio-ne di sangue. Là il sangue costa: un sacchetto cor-risponde circa a cinquanta euro, equivalenti ad unostipendio di tre mesi di lavoro. Il sangue è la mercedi scambio che ha più valore in tutto il Togo. Abbia-mo una forte responsabilità verso chi ha bisogno,verso chi vive in una povertà quasi estrema. La loropovertà materiale è contrapposta ad una ricchezzadi spirito incommensurabile: a noi può sembrareassurdo, ma sul loro territorio preferiscono la co-struzione di una chiesa rispetto ad un ospedale. Èfondamentale infatti arricchire in primo luogo lamente e lo spirito, poi il corpo.Che messaggio lasciate ai nostri lettori?Per poter bere l’acqua dal pozzo di Kablivè è ne-cessario installare una pompa. Noi ci stiamo impe-gnando a raccogliere fondi per l’installazione, dato

che la pompa potrà essere collocata solo tra circa tre-quat-tro mesi, dopo tutti i vari controlli sanitari ed ambientali.Tutti noi possiamo vivere la nostra esperienza missionariaquotidiana: basta mettere in pratica le nostre qualità versoil prossimo, dedicare il nostro tempo ad una giusta causa.Con pochissimo siamo in grado di fare tantissimo. E nondobbiamo per forza guardare verso l’Africa, basta ancheosservare le numerose realtà di associazionismo e volon-tariato presenti sul nostro territorio. Ecco, quest’anno po-tremmo fare un regalo di Natale alternativo verso chi ha bi-sogno o chi si adopera per il bene del prossimo.

Aiuto ConcretoEcco come sostenere

la Missione di AmakpapèPer contribuire in modo concreto alla missione di Amakpapè è possi-bile fare una donazione a “Cuori Grandi Onlus”. Questo l’IBAN: IT98T0335901600100000118595.Per maggiori informazioni è possibile contattare Andrea Chesini al nu-mero di cellulare 3296380101.

Approfondiscisul nostro sito

Facendo leggere al vostro smarpho-ne il codice qui accanto potete acce-dere sul nostro sito internet all’inter-vista che Andrea Chesini ci aveva ri-lasciato dopo la sua prima esperien-za in Africa.

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no nella gestione del parco e nell’organizzazionedi eventi al suo interno.Che tipo di attività svolge l’associazione e cheeventi organizza?Come attività ci occupiamo essenzialmente dellacura e gestione del parco, al fine di fornire ai cit-tadini un’area verde curata in cui si possa avereun contatto tra persone e un luogo di svago per iragazzi e le famiglie. Come eventi organizziamoprincipalmente la festa del parco in onore di SanQuirico, che cade ogni anno alla fine della secon-da settimana di Luglio. Si tratta di un appunta-mento molto atteso dai cittadini e molto apprez-zato. Nell’arco di quattro giorni organizziamo ognisera spettacoli che coinvolgono giovani del territo-rio e provincia anche con la possibilità di mangia-re. Da quest’attività principale ricaviamo gli introi-ti che ci permettono di autogestirci. Oltre alla fe-sta di San Quirico organizziamo anche tutta un’al-tra serie di eventi spesso in collaborazione con laparrocchia, come ad esempio il falò dell’Epifania.Qual è lo spirito che anima la vostra associazio-ne e vi spinge a portarla avanti?Se volessimo sintetizzare in due parole lo spiritoche ci anima, risponderei sicuramente che il con-cetto chiave è l’impegno civico: per noi è impor-tante essere dei cittadini riuniti per istituzionaliz-zare un’attività rivolta al territorio e risultare pun-to di aggregazione per le famiglie. Inoltre, pensia-mo sia fondamentale essere presenti concreta-mente per gli altri e al di là del lavoro che svolgia-mo con la manutenzione del parco, come asso-ciazione ci siamo impegnati a sostenere un’ado-zione a distanza in Uganda tramite il dottor Tac-coni. Tengo inoltre a dire che la nostra è un’asso-ciazione aperta a tutti e chi volesse unirsi saràsempre ben accolto, dal momento che c’è sem-pre bisogno di persone nuove che abbiano a cuo-re il nostro territorio.

Pensando alla nostra realtà comunale, possiamotranquillamente affermare che le associazioni delnostro territorio non si finiscono mai di contare,un po’ come le stelle del cielo se vogliamo. Inquesto numero siamo andati a intervistare LucaCeriani, presidente dell’associazione “Parco SanQuirico” di Sona.Quando è nata l’associazione?L’associazione è nata sulle ceneri di un comitatodi liberi cittadini che si era formato ancora neglianni novanta del secolo scorso: ad ogni modoagli inizi del nostro percorso non c’era una vera epropria organizzazione ben strutturata; si trattavadi gestire il parco in modo molto libero e artigia-nale grazie anche a qualche somma del comune.Nel 2008 con l’avvento della Giunta di GualtieroMazzi è nata l’associazione vera e propria cheancora adesso teniamo in vita. L’associazione ècostituita da circa quindici membri, che collabora-

L’impegno civico per il territorio: incontriamo l’AssociazioneParco San Quirico di Sona

L ’ A S S O C I A Z I O N E

di Riccardo [email protected]

Una veduta in-vernale delparco.

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ComunitàIl Gruppo Carnevale Lugagnano alla festa umanitaria di Bol

Il Comitato Carnevale Lo Tzigano si è recatocon una delegazione lo scorso ottobre inSerbia, alla festa umanitaria a Bol sull’isoladi Brac. Sempre impegnati nel far divertire, imembri del Comitato carnevalesco di Luga-gnano non dimenticano mai la solidarietà,ad esempio attraverso la raccolta di fondiper scopi umanitari. Anche in Serbia si sonofatti valere, ricevendo pure un riconoscimen-to dai bambini della scuola materna di Bol.Nella foto un momento della sfilata.

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Nella foto sottoBruno Zerpel-lon (primo a si-nistra) con altripellegrini di Lu-gagnano sullavia Francigena,tra Vercelli ePasso del Mon-ginevro, la scor-sa primavera.Con loro ancheil Baco.Qui accanto lacopertina delsuo libro.

67I s o l a m e n t i a c a p p o t t o g a r a n t i t i

“A Leon ho incontrato Emmaus”, la raccolta dipoesie di Bruno Zarpellon, da sempre molto atti-vo nello svolgere il suo volontariato per la parroc-chia di Lugagnano, è una sorta di cammino inte-riore, frutto dell’esperienza maturata durante ilCammino di Santiago de Compostela. “Questo libro – racconta Bruno - nasce da una ri-chiesta della mia famiglia, nel 2010. Parlandocon i miei familiari, è nata l’idea di mettere periscritto la mia esperienza di pellegrino. Ho parte-cipato con vari amici di Lugagnano al Cammino,condividendo con loro la fatica, gli imprevisti, labellezza dei paesaggi naturali, la gioia soprattut-to. Attraversare un fitto bosco, soffermarsi adammirare la campagna, fiutare l’odore degli ani-mali, camminare nel fango, condividere quel po-co che possiedi, tutto è stato per me motivo digioia”. I versi della raccolta parlano perciò delleemozioni che Bruno ha provato come pellegrino.La natura, spesso ammirata in silenzio, viene col-ta in tutto il suo splendore grazie al passo rallen-tato, che permette di cogliere e vedere davverointorno a sé e dentro di sé. I versi parlano dellafatica del pellegrinaggio e della forza d’animo,della pazienza del viandante. “Il segreto – spiegaBruno - è quello di lasciare che la strada ti parli,

"Ho incontrato Emmaus". Le poesie di Bruno di Lugagnano: un viaggio interiore

P O E S I A

ti porti oltre ai tuoi programmi, ai tuoi progetti, ascoprire la sorgente sotto le pietre. Non sei tuche fai la strada, ma la strada ti cammina den-tro. Ho scelto la forma poetica perché è quella ame più congeniale, nonostante io non sia poeta.Volevo trasmettere il senso profondo della miaesperienza e sarei contento se altri, stimolati daqueste mie riflessioni, desiderassero fare altret-tanto”.

diChiara Giacomi

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re le giornate nel negozio “La Discoteca” di viaPellicciai, per comprare alla fine un LP che avreb-be ascoltato fino all’esaurimento. E intanto un so-gno prendeva forma dentro di lui, incontrare e co-noscere i suoi “idoli”, parlare insieme a loro. Cosìha iniziato ad invitare in una taverna alcuni arti-sti, organizzando piccoli concerti per pochi intimi.Ma ad un certo punto non gli è bastato più. Edecco quindi che nel 2002 nasce Il Giardino, unluogo nel quale la musica viene messa al centro.Non si balla, si ascolta. Ci si fa avvolgere dai suo-ni, si provano emozioni. E queste emozioni vengo-no portate al nostro cuore da artisti blues, rock erock progressivo di fama internazionale e non.Possiamo citare, tra i tanti, il mitico gruppo de LeOrme, di cui Gianprimo è diventato amico, in spe-cial modo con Aldo Tagliapietra, arrivando a pro-durre un suo disco. Oppure gli Osanna, gruppocult del prog partenopeo degli anni ’70. Proprionegli ultimi giorni è uscito il loro ultimo disco, re-gistrato dal vivo al Club a maggio di quest'anno, eche contiene una prefazione scritta proprio daGiamprimo. Tutto questo è stato possibile graziealla sua amicizia con Lino Vairetti, che ha ringra-ziato con parole davvero commoventi: “Questo re-galo che è stato fatto al Club giustifica gli sforzi

fatti in questi 14 anni per mantenere vivo il IlGiardino”. Certo, spesso non è stato facile, magià dal primo evento è stato un grande successo.L’ospite di quella sera era il bluesman americanodegli anni ’70 Eric Bibb, per quella che sarebbestata una delle sue prime date italiane. Chi pote-va aspettarsi, in un paese come Lugagnano, ilpienone? E invece persone da tutta Italia sonovenute ad ascoltare la sua musica, e a condivide-re il sogno di Giamprimo. Sulla scia di questo pri-mo successo ne sono seguiti molti altri, fino alpunto in cui sono stati gli artisti stessi ad iniziarea contattare Zorzan per poter suonare al Club.Potremmo nominare decine e decine di artistiche sono passati dal Club, ad esempio la chitarri-sta storica di Michael Jackson, Jennifer Batten;

Siete amanti della mu-sica? Non sapete cosafare questo weekend?Noi del Baco abbiamola soluzione adatta avoi! Siamo stati ad in-tervistare GiamprimoZorzan, fondatore delClub Il Giardino di Luga-gnano, che ci ha parla-to della sua passioneper la musica. Una pas-sione che fin da quan-do era ragazzo lo haaccompagnato, nonostante non abbiamai suonato uno stru-mento. Una passioneche lo portava a passa-

Club Il Giardino di Lugagnano: una passione, un sogno,una realtà consolidata nel mondo della musica

M U S I C A

di Andrea [email protected]

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oppure il figlio di Clint Eastwood, Kyle Eastwood,musicista jazz che ha scritto le colonne sonore di“One Million Dollar Baby” e “Gran Torino”. Ultima-mente è stato ospite del Giardino anche il chitarri-sta storico degli Scorpions, Uli Jon Roth. Oppure iPendragon, gruppo progressive rock la cui unicadata italiana durante il tour europeo annuale èproprio al Giardino. Un’altra iniziativa degna di menzione è il FestivalProg, una serie di eventi progressive rock tra apri-le e maggio di ogni anno. Insomma, Giamprimo èmolto attivo e cerca, riuscendoci, di portare musi-ca di qualità con artisti di livello anche in unarealtà piccola come Lugagnano. Ad oggi vengonofatti circa 60-70 concerti all’anno, per un totale di600-700 associati, non contando coloro che fan-no la tessera giornaliera valida solo per una sera-ta. Tutto questo viene realizzato senza nessuncontributo pubblico, e assolutamente non a sco-po di lucro. Il Giardino è infatti un’associazioneculturale, di cui Giamprimo è direttore artistico,ma che al suo interno ha altri tre importanti

membri. La moglie, Cristina Boscaini, è ammini-stratrice; Sandra Ninci, presidente, ed il marito,cassiere. È grazie a tutti loro se il Club continua avivere e ad essere così at-tivo. L’unica nota amara èil fatto, incredibile visti i ri-sultati, che pochi del no-stro paese lo conoscano,lo apprezzino e lo fre-quentino. Quindi, signoree signori, rendiamo meritoal loro grande lavoro edandiamo a qualche sera-ta. Sicuramente non ce nepentiremo!Nelle foto due scatti diGiamprimo Zorzan e alcu-ni degli articoli che setti-manalmente la pagina de-gli spettacoli de L’Arenadedica agli eventi che sitengono al Giardino.

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dicevo, sono stata accolta in casa e dopo il caffèho iniziato a chiederle di parlarmi di lei, della suastoria. Frequenta le scuole elementari e medienel suo paese di origine, Lugagnano, e poi prose-gue gli studi al Liceo Scientifico Messedaglia. E’in questo periodo che si avvicina all’arte. “La miaprofessoressa di letteratura aveva l’abitudine diportare i suoi studenti a Siracusa a vedere il Fe-stival Pirandelliano, io quell’anno non potevo an-darci e un giorno lo raccontai alla mia insegnan-te di pianoforte, che si prese la briga di portarmiper la prima volta a teatro. Lì successe qualcosadi bello: mi emozionai tantissimo e realizzai lamia propensione per le arti. E grazie anche al so-stegno dei miei genitori, tutto iniziò così, comeuna passione.”Finito il liceo tuttavia era importante prendereuna scelta importante, Francesca inizia quindi alavorare come assistente alla poltrona del denti-sta. C’è tuttavia quella pulce nell’orecchio circa ilteatro che la spinge a fare ricerche su delle possi-bili scuole di recitazione. Trova questa scuola dicommedia dell’arte a Venezia, L’Avogaria, doveinizia a studiare di lì a poco. “Fu un anno bellissi-mo, la mattina lavoravo e il pomeriggio frequen-tavo questa scuola a Venezia, facendo la pendo-lare.” Gli occhi le sorridono a parlare di questastoria, soprattutto quando arriva la parte più inte-ressante. Non è quel tipo di persona che già dabambina sa cosa vuole fare: Francesca è statauna di quei casi in cui la passione nasce per ca-so, cresce piano piano e viene alimentata dalla

Quando si descrive un attore di teatro, lo si im-magina così. Ti accoglie nel suo appartamentinoin centro, offrendoti una tazza di caffè con queicucchiaini con manico modellato apposta per ri-manere in equilibrio sul bordo della tazza. Nelsoggiorno c’è un pianoforte da parete, al muro fo-tografie di ogni genere, autobiografiche e non: tra

queste, una cartolina deiGirasoli di Van Gogh.Spero che FrancescaBotti non me ne voglia,non era mia intenzionerenderla uno stereotipodel suo mestiere, o me-glio, della sua arte. Alcontrario trovo interes-sante far emergere quan-to io abbia trovato inte-ressante e arricchente lachiacchierata con lei, cir-ca la sua storia, la suascelta di vita attualmenteconsiderata molto corag-giosa e il suo modo di ve-dere quello che fa. Come

Il teatro come una continua scoperta di sè stessiFrancesca Botti, attrice professionista di Lugagnano

P A S S I O N I

di Veronica [email protected]

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Nelle foto alcuniscatti di France-sca Botti.Nell’immaginegrande la Bottisul palco conNatalino Balas-so.

gratificazione e dalla realizzazione di un sè stessofelice in quel preciso ambito. “Alla chiusura diquell’anno, i miei insegnanti mi dissero che vale-va la pena fare il salto di qualità e provare ad en-trare in Accademia. Con me c’era un altro ragaz-zo: ci siamo preparati insieme per i provini di Ge-nova, Torino e Milano ed entrambi entrammo allaPaolo Grassi di Milano, in corsi diversi. Lui fre-quentava il corso di regia ed ora è consideratouno dei registi più quotati nel nostro ambito: èDamiano Michieletto.”Nata in un periodo in cui si pensava di avere lacertezza di trovare un lavoro, che in verità era giàcomplicato trovare, Francesca ha fatto molta fati-ca a far accettare alla famiglia questa sua scelta,riuscì tuttavia per tutti i quattro anni di Accade-mia a lavorare per mantenersi gli studi. Alla finedi questo periodo, arriva la gavetta seria: il teatroper ragazzi. “All’Accademia si insegnano delletecniche da mettere in pratica, degli stili, ma laverità è che le ossa si formano sul palco, e trovar-si davanti ad un pubblico trasparente come ibambini o i ragazzi (che se si annoiano, non simettono a dormire, ma parlano!) è un ottimo me-tro di misura per se stessi: riuscire ad intrattene-re una platea di ragazzi significa avere le poten-zialità per coinvolgere qualsiasi altra tipologia dipubblico.”Dopo questa gavetta lunga 17 anni, Francescadecide di passare al teatro serale. Con un po’ didifficoltà dovuta al forte distanza tra il mondo delteatro per ragazzi e il serale, riesce comunque astaccarsi da quello che era prima e ricominciare ilpercorso in tale nuovo ambito. È così che France-sca si costruisce il suo lavoro, modellato esatta-mente su sé stessa. Rientra a Verona, collaboracon teatri come il Teatro Nuovo, gira un po’ pertutta la regione, autoproduce spettacoli intera-mente scritti e interpretati da lei, tra tutti: Ah, l’a-more, l’amore! “Non sono una drammaturga, maso che l’arte e il teatro sono una continua evolu-zione, è il motivo per cui sto cercando personecon cui fare delle collaborazioni per poter amplia-re il mio spettro di lavoro. Il nostro è un lavoro indivenire, non si smette mai di cercare i propripunti deboli, anche tramite il confronto con altrepersone, con le collaborazioni. E in questa conti-nua ricerca, si cambia, ci si migliora, si cresce. Èil motivo per cui ora sento l’esigenza di cambiaretematiche di discussione, sono sempre rimasta inambiti biografici nelle mie produzioni, ora sentodi voler dire di più.” Mi rendo conto solo alla finedella nostra chiacchierata, che il filo conduttoredi tutto è un tema solo: conoscere sé stessi. “Co-me si fa ad essere un filtro per ragionamenti cosìprofondi, come possono essere un testo di Wil-liam Shakespeare o di Anton Čechov, senza pri-ma conoscere la propria persona? Come ci si ca-la in un personaggio, come ci si veste delle sueazioni e reazioni, della sua psicologia, senza pri-ma sapere come ci comporteremmo noi stessi inquella identica situazione? Come si esploranonuovi orizzonti senza sapere quali sono i nostri li-miti?”. Spesso, con una buona dose di umiltà, ri-pete quanto davanti a pezzi grossi del suo ambi-

to, lei si senta ignorante. Ha lavorato con perso-naggi quali Gabriele Vacis, drammaturgo e autoretelevisivo italiano, Massimo Navone, attuale diret-tore dell’Accademia di Milano, e, non ultimo, Na-talino Balasso, attore di teatro, cinema, radio etelevisione. Con quest’ultimo è andata in scenal’inverno scorso al Teatro Nuovo, e ancora torneràla prossima primavera: nel raccontarmi di questastoria sorride orgogliosa: “Sai, mi fa sempre sen-tire onorata il fatto che Natalino mi abbia sceltavedendo una mia performance: senza nessunprovino, mi ha vista e ha voluto che lavorassi conlui!”. Io ritengo che questi personaggi carismaticile abbiano permesso di continuare a pensare dinon essere arrivata, di avere ancora da lavorare,da esplorare, da scoprire. Perché il puro studio èinutile, serve andare più nel profondo, mettersi ingioco in tutto e per tutto, esattamente come dicela citazione che lei stessa mi propone durante lanostra conversazione. È di Philippe Petit, famosofunambolo che nel 1974 tirò le corde tra le TwinTowers, che nel suo Trattato di Funambolismo di-ce: “Il filo non è ciò che si immagina: non è l’univer-so della leggerezza, dello spazio, del sorriso.E’ un mestiere.Sobrio rude, scoraggiante.E chi non vuole intraprendere una lotta accanitadi sforzi inutili, pericoli profondi, trappole; chi nonè pronto a dare tutto per sentirsi vivere, non habisogno di diventare funambolo.Soprattutto non lo potrebbe.A proposito di questo libro: lo studio del filo, nonè rigoroso, è inutile.”

Approfondiscisul nostro sito

Facendo leggere al vostro smarpho-ne il codice qui accanto potete tro-vare la recensione del Baco all’ulti-mo spettacolo di Francesca Botti aSona la scorsa estate, pubblicatasul nostro sito internet.

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presentato in alcuni film, è vero che il rugby è unosport durissimo dove non mancano anche i colpibassi. I tre ragazzi mi hanno guardata sorpresi emi hanno riferito che tutto ciò non corrispondeassolutamente alla verità, e il rugby, al di là delleapparenze, non è assolutamente uno sport vio-lento. Anzi, la correttezza e il rispetto sono forsele sue componenti principali e più importanti. Perdirne una, all’inizio di ogni partita, mi spiegano, sifa un grido di incitamento per la squadra avversa-ria e per il rugby in generale. Le partite sonoscandite in due tempi di 30 minuti ognuno conuna pausa di 5 minuti tra i due e alla fine si tieneil terzo tempo, fondamentale nelle dinamiche delrugby, ossia un momento dedicato a mangiare,cantare e ridere insieme ai propri compagni maanche agli avversari, per avere e costruire sempredi più uno sport la cui base, come si diceva, sifonda proprio sul rispetto. Tornando agli under16, Nicolò, Christian e Patrick mi raccontano chein squadra sono una ventina e disputano il cam-pionato del Triveneto. I loro allenatori sono FilippoDossi e Costantino Dell’Unto. Oltre agli allena-menti sul campo è anche possibile andare in pa-lestra per qualche ora a settimana. Ma come maiavete scelto proprio il rugby come sport, chiedoloro. Mi raccontano di aver conosciuto questosport tramite degli incontri che si sono tenuti ascuola, tramite il racconto di amici che già gioca-

Prosegue anche in questo numero del Baco la no-stra inchiesta alla scoperta dell’impegno e dellepassioni giovanili nel nostro Comune, dallo sportalla cultura. Questa volta sono andata a chiac-chierare con alcuni ragazzi del West VeronaRugby Union di Sona. L’appuntamento è pressogli spogliatoi del loro campo da gioco, da poco ri-sistemato, prima di un allenamento in una freddaserata di novembre. Ho incontrato Nicolò, Chri-stian e Patrick, tre ragazzi dell’under 16 della so-cietà rugbistica di Sona, delle annate 2001 e2002. Il West Verona Rugby, colori sociali blu,amaranto e arancione, ha cinque squadre, divisein base all’età: il mini rugby, gli under 14, gli un-der 16, gli under 18 e la prima squadra che dis-puta il campionato di serie C. Per le “giovanili” gliallenamenti settimanali sono tre: il martedì, il gio-vedì e il venerdì. Si tratta, mi spiegano i giovaniatleti, di allenamenti abbastanza faticosi a livellofisico ma che non si tramutano mai in momentinoiosi e pesanti da sopportare. Anzi, sono sem-pre occasioni di crescita sia sportiva che persona-le. Parlando loro ho deciso di sfatare un mito chetalvolta circola ed ho chiesto se, come viene rap-

“Una passione sportiva basata sul rispetto e sulla correttezza”Incontriamo gli under 16 del West Verona Rugby

S P O R T

di Arianna [email protected]

Una foto as-sieme al ter-mine dell’in-tervista.Nella paginagli under 16durante unapartita.

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vano ed in parte anche dalla televisione. E di es-sersi subito innamorati di tutto ciò che il rugbyrappresenta. Tutti e tre mi hanno, infatti, confida-to che per loro giocare a rugby non è solo unhobby o un passatempo qualsiasi. Certamente losport serve anche per “staccare” dalla frenesiadella giornata, come diversivo, ma i valori e lo spi-rito che infonde praticare questo sport vanno benal di là, li rende migliori. E chissà, mi confidano,che qualcuno di noi non riesca a diventare pureun professionista. Alla fine dell’intervista mi han-no salutata calorosamente, è stato un bel mo-mento per capire quanta passione ci sia dentroquesto sport e che gran lavoro sta facendo suisuoi atleti la società del West Verona Rugby. Echissà che tra qualche anno non ci capiti di vede-re Nicolò, Christian e Patrick vestire la maglia az-zurra della nazionale italiana.

La SchedaIl West Verona Rugby UnionDenominazione: West Vero-na Rugby Union a.s.d.Data di Fondazione: 31Agosto 2004Colori Sociali: Blu, Amaran-to, Arancio Sede Sociale: Via Raffaello,2 a Sona.Affiliata alla FederazioneItaliana Rugby (FIR).Consiglio Direttivo: Presidente: Mario Ramundo.Vice Presidente: Marco Corso.Tesoriere: Faustino Serpelloni.Consiglieri: Mauro Olivieri, Faustino Serpello-ni, Alberto Corso, Alberto Pelucco ed Euge-nio Furlan.

SportGiorgia Strazieri terza ai campionati mondiali di arrampicata in Cina

Qualcuno ri-corderà l’inter-vista che ab-biamo realiz-zato negliscorsi numeridel Baco aGiorgia Stra-zieri, la giova-nissima cam-pionessa di ar-rampicata cherisiede nel no-stro Comune,a Lugagnano.Ecco, in aprile,a Tarnow inPolonia Gior-gia si è laurea-ta vice cam-pionessa euro-pea nella suaspecialità, l’arrampicata veloce (Speed), e ad inizio novembre, pre-cisamente dal 4 al 15, ha partecipato ai campionati mondiali gio-vanili che si sono tenuti in Cina, a Guang Zhou. Giorgia ha appena14 anni e ha già ottenuto numerosi riconoscimenti a livello nazio-nale, tra cui anche il record italiano di specialità, e recentementecome si diceva anche a livello europeo. In Cina Giorgia si è com-portata benissimo, tanto da riuscire a salire sul podio e a portarsia casa una prestigiosa medaglia di bronzo. Sul prossimo numerodel Baco andremo ad incontrarla per farci raccontare questa stu-penda avventura di sport e di vita. Nella foto Giorgia sul podio inCina con la maglia azzurra e la medaglia di bronzo. Accanto a leidue atlete russe. RC

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Come si procurava i pezzi per la sua collezione?Inizialmente appunto li compravo a scuola, doposono andato da Nicodemo e poi, nel ’68, Monda-dori ha iniziato a darmi i francobolli delle lettereche riceveva (per via della corrispondenza con l’e-ditore, si parla quindi di circa 8000/10000 lette-re al giorno) e in questo modo la mia collezione ècresciuta molto. Per qualche tempo, più recente-mente, sono andato alla casa madre dei Combo-niani in Piazza Isolo e lì scambiavo i francobollicon loro. Ora resta solo la passione perché la rac-colta si è fermata da ormai un paio d’anni, anchese ogni tanto don Antonio o chi è a conoscenzadella mia passione me ne regala qualcuno. Algiorno d’oggi però i francobolli sono sempre me-no utilizzati dato che le lettere vengono timbrate,in questo modo i collezionisti moderni sono sem-pre meno e fanno più fatica a trovare i vari pezzia meno che non li comprino.A quanto ammonta attualmente la sua collezio-ne?Ho stimato che dovrebbe aggirarsi intorno ai set-tantamila pezzi, tra lettere disegnate e francobol-li, senza considerare quelli che ho regalato. Holettere estere provenienti da circa 190 Paesi ditutto il mondo e francobolli da tutta Europa. Ifrancobolli sono divisi per genere, ne ho numero-

Al giorno d’oggi le collezioni di tappi, di monete,di figurine o di qualsiasi cosa si voglia, sono unapassione che mano a mano sta scomparendo trale nuove generazioni. Per questo motivo a noi delBaco è piaciuta l’idea di andare ad incontrare unnostro concittadino di Lugagnano, Silvano Tomel-leri, grande appassionato di francobolli, in pos-sesso di un’invidiabile raccolta, ed esempio di co-me una passione, se coltivata con pazienza e de-dizione può dare grandi frutti.Quando è iniziata la sua passione per i franco-bolli?Ho iniziato nel 1955, al tempo frequentavo lescuole medie all’istituto Don Calabria ed è statoproprio lì che mi sono appassionato ai francobolli.E’ stato un amore immediato! Ogni lunedì spen-devo la mancia che mi dava mia mamma percomprarli. A 15 anni mi sono fermato a causadelle compagnie che mi tenevano impegnato mapoi ho ripreso intorno ai venticinque anni.

Silvano Tomelleri e la collezione di settantamila pezzi da centonovanta Paesi. L’amore per le cartoline e i francobolli

P A S S I O N I

di DilettA [email protected]

Nella foto sottoSilvano Tomelle-ri con le suecartoline duran-te un’esposizio-ne avvenutapresso la Baitadegli Alpini diLugagnano. Nel-la pagina se-guente alcuniraccoglitori dicartoline di To-melleri.

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Anniversari

Cento anni per (bis)nonna Amelia di Lugagnano: gli auguri suonati dalla Banda di Sona

Venerdì 14 ottobre scorso si è festeg-giata una bellissima occasione a Luga-gnano. A compiere infatti la splendidaetà di cento anni tondi tondi è stataAmelia Bacelle, nonna e pure bisnonna.A festeggiare Amelia, che abita in viaDe Gasperi assieme alla figlia, eranopresenti parenti, nipoti e pronipoti etante persone che hanno voluto strin-gersi alla centenaria in questa occasio-ne importante. Sono intervenuti ancheil Sindaco di Sona Gianluigi Mazzi e ilParroco don Antonio Sona, che hannoportato a nonna Amelia una targa delComune e gli auguri di tutta la comuni-tà. Ad impreziosire il compleanno ancheuna valorosa rappresentanza della Ban-da di Sona con il maestro Olioso: dopola messa celebrata nella casa di nonnaAmelia non è mancata l’allegra musica dei “tanti auguri a te” e altri motivi che hanno contribuitoal momento di festa, coronata da una grande torta decorata con uno squillante “100”. Tanti augu-ri a nonna Amelia anche dalla redazione del Baco.

si di animali, immagini sacre, piante e fiori; le let-tere invece o provengono dalla mostra filatelicache si teneva due volte l’anno o sono regali diamici. Quali sono i pezzi più pregiati?Allora, sono maggiormente legato ai francobolliitaliani anche se in realtà è più un’importanza af-fettiva quella che hanno per me. Poi ho franco-bolli del ducato di Parma, di paesi Lombardo Ve-neti e, quello più vecchio, è del 1852 del ducatodi Modena, datomi da un conoscente insieme aun vecchio album. Ha qualche aneddoto particolare legato all’ac-quisto di qualche pezzo?Come avevo già accennato, i francobolli più anti-chi di cui sono in possesso li ho avuti attraversouno scambio con un mio conoscente che era in-teressato ad alcune stampe di libri datemi daMondadori, raffiguranti volti femminili. Ho accon-sentito a darglieli solo se in cambio lui mi avessedato dei francobolli e il destino ha voluto che luipossedesse un vecchio album di suo nonno conpezzi risalenti al 1850/1860.Che futuro prevede per la sua collezione?Purtroppo nessuno dei miei figli ha ereditato lamia passione, quindi spero che magari i nipoti ungiorno se ne interessino. In passato mi era statoproposto di venderla per circa un milione di lirema non avendo bisogno di quei soldi ed essendo-ci legato non me la sono sentita di dare via lamia collezione e non voglio farlo neanche ora; almomento perciò non so proprio che fine farà.

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Il Questionario del Baco

In questo numero risponde al questionario delBaco Giampietro Tacconi. Classe 1982, gesti-sce con la famiglia il Panificio Tacconi di Palaz-zolo dal 1947. Da alcuni anni pratica il ciclismoa livello amatoriale sia Mountain bike che dacorsa. Il tratto principale del tuo carattere?

L' impulsività. La qualità che preferisci in un uomo?La fedeltà. La qualità che preferisci in una donna?La fedeltà.Quel che apprezzi di più nei tuoi amici? La disponibilità. Il tuo principale difetto?Sono impaziente.Il tuo sogno di felicità? Essere in buona salute.Qale sarebbe, per te, la più grande disgrazia?Rimanere solo.La nazione dove vorresti vivere?USA.Il colore che preferisci?Nero.La bevanda preferita?Birra.Il piatto preferito? Risotto ai funghi.I tuoi eroi nella vita reale?I miei genitori.La tua canzone preferita?Il Volo di Zucchero.Il tuo libro preferito?Il Codice Da Vinci di Dan Brown.Il giorno più importante della tua vita?Il giorno che sono nato.Quel che detesti più di tutto? Riordinare la mia casa.In che città vorresti vivere? New York.Cosa ti piace di più di Palazzolo? La tranquillità.Cosa ti piace di meno di Palazzolo? Mancano locali per giovani.Il personaggio storico che disprezzi di più?Napoleone.Il dono di natura che vorresti avere? La bellezza.Come vorresti morire? Senza soffrire.Stato attuale del tuo animo?Insoddisfatto.Le colpe che ti ispirano maggiore indulgenza?Le persone volubili.Il tuo motto? Never give up.

Risponde Giampietro Tacconi, panettiere a Palazzolo con la passione per la bicicletta

Liberamente ispirato al famosoquestionario di Proust, il Que-stionario del Baco consiste inuna serie di domande volte aconoscere i gusti e le aspirazio-ni personali di chi vi risponde.Malgrado la denominazionepossa indurre a pensare chesia stato creato da Marcel

Proust, il grande scrittore fran-cese si limitò a fornire le pro-prie risposte. Non si tratta diun test psicologico; ha il soloscopo di conoscere meglio sestessi e gli altri. Di volta in vol-ta viene proposto a personenote e meno note che risiedo-no nel nostro Comune

Il Gioco

Il Questionario del Baco

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La Foto StoricaPalazzolo, 2 maggio 1959,

matrimonio di Alessandro Giacomelli e Alessandra Recchia

Si è svolto sabato 12 novembre nelleSale Parrocchiali di San Giorgio il setti-mo ed ormai tradizionale Torneo di cal-cio balilla a coppie, organizzato dallaFidas in collaborazione con il GruppoFanti. Un po’ di numeri: dodici le cop-pie che si sono sfidate all’ultimo gol,50 i kg di caldarroste preparate e an-cora 50 i litri di Torbolin consumati daigiocatori e dal numeroso pubblico pre-sente. Quella del 12 novembre è stata unafesta all’insegna dell’autentico stareinsieme col divertimento di un giocosempre attuale. Ha trionfato, dopo unalunga e impegnativa gara, la coppiaformata dal sempreverde Pierino Spi-nelli e dal compagno Gaetano Tarta-glione (foto sopra la premiazione); se-condi classificati Angelo Tosoni conClaudio Faccioli (foto sotto), terzi ElenaAldà e Moreno Andreoli. Ai vincitori è stata consegnata una bor-sa colma di generi alimentari e a tutti ipartecipanti un piccolo riconoscimen-to. L’appuntamento ora è già per le ri-vincite all’anno prossimo.

Calcetto e caldarroste, accoppiata vincente a San GiorgioC O M U N I T A ’

diGiulio Braggio

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Anche quest’anno noi del NAL, Negozi AssociatiLugagnano, abbiamo confermato la nostra pre-senza attiva sul territorio e siamo rimasti instretta collaborazione con la Consulta Comunalealle Attività Produttive e con la Pro Loco, metten-do in vendita i biglietti della Lotteria per finan-ziare le luminarie Natalizie che sono state instal-late in tutto il Comune di Sona. Da sempre sen-sibili alle difficoltà e ai bisogni degli altri, abbia-mo inoltre deciso di partecipare e di contribuireeconomicamente all’evento organizzato dallaPro Loco in collaborazione con il Comune di So-na che si è tenuto il 24 e 25 novembre. Duegiorni intensi con stands gastronomici, musicadal vivo e appuntamenti con la salute per racco-gliere fondi per sostenere la ricostruzione post

Anche nel 2016 i NAL in prima filanell’animare la comunità

A S S O C I A Z I O N I

terremoto di Fonte del Campo. Durante il 2016,si sono confermati poi altri appuntamenti tradi-zionali della vita di Lugagnano. Il 13 luglio, incollaborazione con le pizzerie, abbiamo organiz-zato la Pizza in Piazza sul piazzale della Chiesache ha richiamato moltissimi cittadini. Le circa600 pizze sfornate hanno rappresentato la giu-sta gratificazione per tanto impegno organizzati-vo. Parte del ricavato è stato destinato alla Par-rocchia per opere di bene. Abbiamo poi ripetutocon successo presso il Parco Don Gnocchi la se-rata del 14 agosto con il nostro lesso con pearàe quella del 15 agosto con la bigoleria, a curadella Macelleria Molon e del Pastificio Mazzi.Entrambe le serate state molto partecipate e al-lietate con musica dal vivo. A settembre la Ma-gnalonga ci ha visti protagonisti accanto a tantealtre associazioni del paese. Nella nostra posta-zione si potevano gustare gli straccetti di carnee un buon bicchiere di vino. L’8 dicembre, infine,siamo stati presenti all’inaugurazione del prese-pe in piazza. Dopo la benedizione del parroco,sono stati distribuiti gratuitamente minestronecaldo, panini imbottiti e pandori. Ottenere questirisultati è per noi motivo di grande soddisfazio-ne e ci motiva ad essere sempre attivi e propo-sitivi. Operare insieme per un bene comune, fabene a tutti. Auguri di Buone Feste a tutti.

Il punto ri-storo deiNAL nellatredicesimaedizione del-la Magna-longa di Lu-gagnano.

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LUGAGNANOCartoleria SoleLuna ViaXXVI Aprile 31 Tel. 045.514284 Cartoleria Quintarelli Via Cao Prà 26 Tel. 045 514189 Edicola Castioni SergioVia Cao Prà, 30 Tel. 045.514268Edicola Mancalacqua Snc di Zocca NadiaVia Mancalacqua Tel/fax 045 8680991 La Cornice di Salvetti Elena Via di Mezzo, 8 Tel. 045 514456 L’Edicola Grande Mela Via Trentino 1

Lavanderia Fasoli Via Pelacane, 2 Tel: 045 984296Panificio Bendinelli PanearteVia XXVI Aprile, 21 Tel. 045 514130 Studio Fotografico Mario Pachera Via Cao del Prà, 20 Tel. 045 984068Ottica LucidoVia Case Nuove, 63Tel. 045514513

PALAZZOLOAlimentari Carnielli Ornella Via 4 Novembre 9 tel. 045 6080524 Agriturismo ManzatiVia Barbarago 9, tel. 3294764333Cartolibreria VillaboniVia IV Novembre, 24 Tel. 045 6080402

Ferramenta Ragazzo BrunoVia Prele, 11 Tel. 045 6080042 Panificio Tacconi f.lliVia 4 Novembre 29 Tel. 045 6080055 Pizza time Pizza al taglioVia Castello n. 2, Tel. 349 1368941

SAN GIORGIO IN SALICIAlimentari Oliosi Via Santini, 14 L’Arcobaleno di Zaramella Nadia Via Celà, 5 San Giorgio in Salici Tel. 045 7190000

SONAAlimentari Cherubini Piazza Vittoria, 1 Tel. 045 6080957 Edicola El Giornal di Venturi ElisaPiazza Roma 3 a

Tel 045 6081749 Giornali & Tabacchi di Brian RaissaVia Bosco, 1/a Tel. 045 6080850 Macelleria MassagrandeVia Vallecchia 4 Tel. 045 6080811 Motoscooter service di Tacconi S. Via Bosco 25/A Tel. 045 3194018 Ortofrutta da Sergio Via Salieri, 31 Tel. 045 6081810La TabacheriaVia Roma 5/1 tel 045 8680107

VERONAEdicola Lo Scarabocchio di Bombieri NicolaVia Bassone 46, Tel/Fax 045 8510653

Il Baco da Setalo puoi trovare presso...

del Direttivo dei NAL

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solidarietà e nel-l’animare la co-munità sotto laguida del Capo-gruppo FaustoMazzi, è poi quel-la di inviare adogni iscritto al Gruppo, in occasione del com-pleanno, una simpatica cartolina con gli auguridel Direttivo. Circa 200 sono gli iscritti al Grup-po, tra Alpini e amici degli Alpini. La cartolina (nel riquadro qui sotto) riproducesul lato frontale unabellissima foto d’e-poca del 1929 delMonumento ai Ca-duti di Lugagnano,ricavata dall’archiviofotografico de Il Ba-co da Seta.Tanti momenti etante iniziative, quin-di. A testimonianzadi un Gruppo Alpiniche si dimostrasempre pronto sufronti diversi nei set-tori della solidarietà,della cultura e dellapromozione dellanostra comunità.

In questi ultimi mesi dell’anno sono stati moltigli appuntamenti che il Gruppo Alpini di Luga-gnano ha organizzato presso la Baita e sul terri-torio. Un evento sportivo, ad esempio, è statoquello di domenica 9 ottobre con il Gruppo Alpi-ni di Lugagnano ad organizzare una manifesta-zione podistica a scopo benefico, con iscrizioneaperta a tutti. La manifestazione si è svolta in-teramente sul territorio di Lugagnano con duepercorsi, uno da sei chilometri ed uno da dodi-ci. Il 20 ottobre in Baita si è tenuto un’interes-sante conferenza dello storico e studioso diStoria Militare del Risorgimento Nazario Baronesulla battaglia di Custoza del 24 giugno 1866.Due giorni dopo, giovedì 22 ottobre, altra sera-ta dedicata alla Grande Storia sul tema de “IlMuro di Berlino”, con la presentazione di EnricoMartini e la collaborazione di Francesco Tumi-celli e del Circolo Ballestrieri della sezione ANAdi Verona. Come da tradizione, al termine dellaserata il Gruppo Alpini ha offerto ai tanti pre-senti un gustoso risotto.Il 6 novembre si è poi tenuta la classica “GranMarronata”, con marroni offerti in gran quanti-tà. Ma l’offerta gastronomica non si è fermataqui e gli Alpini di Lugagnano hanno fatto guastare ai tanti che hanno partecipato anchemaccheroncini con l’anara, trippe, codeghincon la pearà e patatine fritte.Una nuova bella iniziativa del Gruppo Alpini diLugagnano, sempre in prima fila e attivo nella

Tanti gli appuntamenti e gli eventi organizzati dalGruppo Alpini di Lugagnano

A S S O C I A Z I O N I

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di dado in quantità sufficiente a tenere il risottoall’onda, un po’ di prezzemolo, del parmigiano reg-giano, una manciata di prezzemolo e, per finire, gliamaretti tritati. Si procede così: si taglia la zucca adadini togliendo la scorza. Si trita finemente il ci-pollotto o il porro e si mette il preparato a soffrigge-re in un po’ di burro (io ci metto anche un gocciod’olio!). Nel frattempo si è preparato il brodo che sisarà salato leggermente. Quando il composto diverdure si è ben indorato, e avrete buttato il riso,se non mettete il vino, aggiungete a poco a poco ilbrodo (come al solito – tenendo il risotto “all’on-da”). Aggiustate di sale e portate a cottura. Mante-cate con un po’ di parmigiano reggiano e aggiunge-te il prezzemolo. Quando servite, chiedete se sonograditi gli amaretti, vi sarete fatti dei nuovi amiciper la vita. Ora la ricetta è certa, l’esito del referen-dum, invece, no, che, vi ricordo, non è un “mi pia-ce” su internet o una “faccetta colorata” sul displaydel telefonino! Mi raccomando, è soprattutto ai gio-vani che mi rivolgo: è del vostro futuro che si parlanon del nostro, che non sia una nuova Brexit per-ché il 4 dicembre la crocetta conta.Questo è l’unico referendum in cui gli unici perden-ti, a meno che non abbiano già deciso di emigraree di non tornare più, sono solo quelli che non sono

Passato halloween, passati i ragazzini ed esauritele scorte di dolcetti e di scherzetti, ci sono rimastesolo le zucche in previsione del Natale cosicché,anche per risparmiare sui costi della spesa, le rici-cliamo e ci prepariamo un buon risotto. Dunque,mentre stiamo scrivendo questa ricetta, ancoranon sappiamo il risultato del prossimo referendumcostituzionale, e voi è probabile che leggiate que-sto articolo a risultati acquisiti. Questa quindi, èuna ricetta dalla matrice incerta. Ci vorrà il riso?Forse che sì, forse che no, ma probabilmente sì.Ma per preparare il risotto con la zucca ci vuole an-che il peperoncino? Forse che sì, forse che no, maprobabilmente no. Allora, direi che possiamo subitofar emergere le cose certe. Per preparare un buonrisotto con la zucca ci vuole la zucca, possibilmen-te piena, perché di quelle vuote non sappiamo co-sa farcene, riso, un bel cipollotto (ma va bene an-che il porro), del vino bianco secco, solo se non do-vete aprire una bottiglia appositamente, del brodo

Il risotto con la zucca e le incertezze del referendumC U C I N A , T R A D I Z I O N I E M O L T O A L T R O

diMarco Bertoncelli

[email protected]

Il BarbecueIl Barbecuee altre stravaganti avventuree altre stravaganti avventure

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andati a votare o che si si sono divertiti in cabinaelettorale! Non essendo noi nelle vostre cucinementre state preparando questo delizioso risotto,non possiamo giudicare il risultato che otterrete,però tranquilli: un semplice calcolo matematico cidice quali sono le possibilità cui ci troveremo da-vanti, una volta che il risotto è nel piatto.E allora, poiché l’incertezza regna sovrana (unicodespota che non si può cacciare dal trono) perognuna di queste vi proponiamo la nostra carta deivini, certi che troverete il vino di vostro gradimento:Avete votato sì è ha vinto il sì.Siete al settimo cielo, vi sentite spavaldi e portatoridi nuove verità, il risotto vi è venuto bene e la mag-gior parte dei commensali l’ha apprezzato. Uniteciun buon novello, è un vino giovane che deve anco-ra maturare, ma è già godibile.Avete votato sì ma ha vinto il noCe l’avete messa tutta, ma avete sbagliato le dosi,non avete seguito la ricetta e avete esagerato colvino bianco che potevate anche non mettere e chevi ha dato un po’ alla testa. Vi consigliamo di ac-compagnare il risotto con un buon lambrusco, unvino frizzante che aiuta a digerire.Avete votato no ma ha vinto il sì.Per come avete condito il risotto avevate ben po-che speranze di vittoria, avete esagerato con gli in-gredienti! Dovevate essere fiduciosi e attenti a me-scolare bene i chicchi di riso con le verdure. Il sugosi è attaccato alla pentola e non ha reso quello chepensavate. Vi consigliamo un buon amarone, ma-gari abbinato a un formaggio dal gusto forte in mo-

do da cancellare i sapori residui.Avete votato no e ha vinto il no.Non sapete esultare, sapete benissimo che non c’èlimite al peggio e che questa ricetta era meglio pre-pararla così che non prepararla. Avete azzeccatotutto, ingredienti, dosi, tempi di cottura… perfinoche il risotto non sarebbe stato gradito ai commen-sali (ma allora perché non avete cambiato ricet-ta!?). Vorreste festeggiare ma avete un buon moti-vo per essere tristi, vi accontentate di annegare ivostri dispiaceri in un valpolicella classico, anche ri-passato, se volete. Salvo cause di forza maggiore,non siete andati a votare, avete votato schedabianca o nulla o avete sbagliato a votare! Peggioper voi, salterete il risotto e vi accontenterete dimezzo bicchiere di Torbolin.

Approfondiscisul nostro sito

Facendo leggere al vostro smarpho-ne il codice qui accanto potete ac-cedere alla sezione “Il Barbecue edaltre stravaganti avventure” del no-stro sito internet, dove potete trova-re tutte le buonissime ricette - tracucina, letteratura ed attualità - delnostro cuoco Marco Bertoncelli. La sezione è raggiungibile anche dal-la home page del nostro sito www.ilbacodaseta.org

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Cultura

L’Università Popolare di Sona al Teatro RomanoLo scorso sabato 29 ottobre il corso “ConoscereVerona” dell’Università Popolare di Sona ha effet-tuato un’interessante uscita alla scoperta del Tea-tro Romano di Verona. Il famoso museo lapideo, da

poco restaurato, e la storia del teatro sono stati il-lustrati dall’insegnante Giulia Sartea. Nella foto diMatteo Castioni uno scatto di gruppo per allievi edinsegnante, all’interno del teatro romano.

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Il Baco EnigmisticoIl Crivello del Baco A cura di Mario Nicoli, Marco Bertoncelli

e Sofia Bertoncelli

Eliminate una lettera da ciascuna delledieci parole verticali, in modo da trasfor-marla in un’altra. Con le lettere eliminate, inserite nelle ca-selle vuote alla base del riquadro, potreteottenere il nuovo nome dato ad una via diLugagnano.

Baco Spirale

La sequenza di lettere che compongono i nomi da rispettare: 7-8-8-8-8-5-4-9-7-4-6-4-6-5-6-5

4 lettereSARA (89) MARA (78) LINO (57)5 lettereELISA (89) CARLO (68) PAOLA (63)6 lettereMONICA (36) ELVIRA (98) NICOLE (4) 7 lettereUMBERTO (94) DANIELA (57)8 lettereELEONORA (90) PATRIZIA (35) GIOVANNA (29) GIUSEPPE (96) 9 lettereFRANCESCO (86) Tra parentesi il numero della pagina dove è presente il nome.

Nelle caselle grigie comparirà il nome di un gruppo che ha contribuito ad organizzare la Magnalonga 2016.

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Per facilitare la soluzione, tra parentesiviene riportato il numero della pagina de“Il Baco” numero 88 (il Baco dello scorsoottobre) nella quale si trova la soluzionedel quesito.

Orizzontali1. vi si sono svolti i mondiali di “Pesca alcolpo” (76); La Free Music Project - LiveBig che ha animato la serata patrocinatadall’AVIS (54); Il Memorial che è arrivatoalla seconda edizione (16); 13. Lo hannocreato Leonardo e Mattia (70); 14. Lo èquella della Crusca (19); 17. Sopra in in-glese (13); 18. Crediamo, Chiediamo e,alla fine, Facciamo (13); 19. Regola alcentro (18); 20. Ha colpito la regioneAbruzzo, ma senza vocali (15); 22. Moniae Veronica della redazione di Lugagnano(Iniziali) (15); 24. Puntare al centro (19);25. Ahimè, Ahite e Ahi… (30); 26. Consor-zio Baldogarda (iniziali) (16); 28. Lo sonospesso le necessità (19); 30. Il nuovo Po-lo sarà in via Carducci (4); cambiamenti;33. Gli anni del Comune di Sona (1); 34.Alida e Marilisa (iniziali) (57); 35. IstitutoPellico Silvio (4); 36 La protezione Civile,per metà Coordina (18); 37. “Non bisognadar da mangiare ___ troll” (18); 39. Alpinial centro (31); 40. S. Giacomo e S. Giusti-na sono i protettori della parrocchia diPalazzolo (89); Negrar, Rivoli e Caprino;

43. Armi da fuoco di artiglieria (93); 44. I mesi entro i quali è programmato l’inizio dei lavori per Villa Romani (14).

Verticali1. Sono d’epoca quelle riprodotte nel volume “Vicende risorgimentali nel comune di Sona” (95); 2. “Camminava lenta-mente, aveva delle bave, tremava, mangiava ____ (26); 3. Situato al centro del Parco (35); 4. Giovanna e Teresa (Inizia-li) (90); 5.”Per cui ce xx dimentichiamo” (24); 6. Dove termina il canale (71); 7. Dati a colazione, potrebbero mancaredella C (84); 8. La Rita che ha festeggiato il 50° di matrimonio (84); 9. Infissi e arredi lo sono nell’Istituto Silvio Pellico enella “Collodi” di San Giorgio in Salici (4); 10. Può essere di natura (72); 12. Via Olmo senza vocali (26); 15. AmbrosiGiordano della redazione di Palazzolo (iniziali) (15); 16 Vi combatterono gli Alpini durante la seconda guerra mondiale(31); 20. Il destino di una via tra Sona e San Giorgio in Salici che non vede una asfaltatura dignitosa da troppi anni(20); 21. Possono esserlo del lavoro (26); 23. In loro corrispondenza verranno effettuati puntuali abbassamenti (8); 25.È successo nel 1956 al gruppo Alpini di Palazzolo (31); 27. “Quello che cambia non sta nella xxxxx di chi parla, manell’orecchio di chi ascolta” (18); Un tipo di rappresentazione, come lo è anche Puliero (34); 30. Qualcuno, questo limi-te, lo supera a metà (16); 31. Stanno insieme con le Volpi (11); Un’isola turistica che a Sona è sinonimo di discarica(10); 33. Spiritelli (87); 38. Metà decina (98); 41. “lo scontro sale di tono” ma senza vocali (11).

Crucibaco

La Saggezza del BacoLa saggezza del Baco percorre vie che vanno oltre le pagine del giornale. Sapreste indivi-duare chi ci ha rilasciato queste dichiarazioni sull’ultimo numero del Baco, il numero 88?

Chi l’ha detto?

1) “La luce del sole loda il Signore” ____________ (89)2)”Liberi non sarem se non siam uni”. ____________ (86)3) “i bambini vedono il mondo, invece gli adulti hanno smesso di vederlo.” ____________ (84)4) “La mancanza di puntualità è il primo segno di maleducazione.” ____________ (72)5) “La burocrazia e l’amministrazione sono due bestie feroci che devo ancora imparare a conoscere e gestire.” ____________ (34)6) “La responsabilità è soprattutto in capo alle famiglie” ____________ (32)7) “Grazie a tutte le persone che in questi anni ci hanno aiutato” ____________ (29)

Le soluzioni del BacoEnigmistico le trovatea pag. 85

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Fede e Comunità

L’Unitalsi al Santuario della Madonna della Cornabusa e alla festa diocesana a Cà del Lago

Gli ultimi sono stati mesi pieni di attività quelli deiGruppi Unitalsi del nostro territorio. Il Gruppo Unitalsidi San Giorgio in Salici ha tenuto lo scorso 7 agostoun pellegrinaggio al Santuario della Madonna dellaCornabusa a Sant'Omobono Terme in provincia di

Bergamo. Ricavato in una grotta naturale a stra-piombo sulla valle, il Santuario Madonna della Cor-nabusa fu costruito nel corso dei secoli a partire dal‘500. La sua apertura è fissata per il Lunedì dell’An-gelo, poiché d’inverno le condizioni della strada so-

no difficoltose e rimaneaperto per tutta l’estate.Secondo la leggenda, trail 1350 e il 1440 quandola valle era scossa dallaguerra tra Guelfi e Ghibel-lini, un gruppo di abitantisi rifugiò in una ‘corna bu-sa’ che nel dialetto berga-masco significa ‘rocciabuca’. Scamparono all’as-sedio e come ringrazia-mento lasciarono nel luo-go un simulacro ligneodella Madonna. Anni do-po una ragazza sordomu-ta fu miracolosamenteguarita dalla statuetta ri-trovata nella grotta: sa-rebbe stata la Madonnaad aver donato i sensimancanti alla giovane perconsentirle di esprimerela volontà che venisseeretto un santuario nellacaverna. Il Gruppo Unital-si di San Giorgio, Sona ePalazzolo ha poi parteci-pato il 23 ottobre alla fe-sta annuale organizzatadalla Unitalsi diocesana,che si è svolta presso la"Fondazione Madonna diLourdes" a Cà del Lago aCerea. Nella foto sopra ilgruppo al Santuario dellaMadonna della Cornabu-sa. Sotto il gruppo alla fe-sta diocesana di Unitalsia Cà del Lago.

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Sul sito del Baco potete trovareuna rubrica cinematografica. Inquesta sezione il nostro criticoGianmaria Busatta, grande ap-passionato di cinema, recensi-sce ultime uscite sul grandeschermo e film più datati mache hanno segnato tappe dellacinematografia mondiale. Peraccedere alla sezione potetefar leggere al vostro smartpho-ne il codice QR pubblicato quiaccanto o cliccare sull’icona“Obiettivo Cinema” presentenella barra laterale della homepage del sito. Ogni recensione

prevede un’analisi della tramae dei significati, una criticadell’opera, una valutazione delfilm in stelle (da una a cinque)e la riproposizione del trailer uf-ficiale della pellicola.

CinemaSul nostro sito le spietate recensioni del Baco

Soluzioni Baco EnigmisticoIl Crivello del Baco

CrucibacoLa saggezza del Baco1. Meridiana Palazzolo (89); 2. Manzoni (86); 3.Matteo Bussola (84); 4. Mario Olioso (72); 5. Mi-chela Ottolini (34); 6. ANA San Giorgio (32); 7.Giovanna e Gianluca (29).

Baco Spirale

Soluzione: TREMADIRLO

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Giuseppe Camino “è andato avanti”. Era un partigiano piemontese e Capogruppo degli Alpini di Palazzolo

C O M U N I T A ’

in provincia di Torino in una famiglia di agricoltori.All’età di quattordici anni si trasferì a Bolzano perlavorare presso l’autofficina di Mario Sansoè, unparente della madre. L’8 settembre 1943, assi-stette a Bolzano allo sbandamento dei soldati ita-liani rimasti senza ordini e alla loro cattura daparte dei tedeschi e tornò nella sua casa in Pie-monte. Qui lo raggiunse la cartolina per la chia-mata alle armi nella Repubblica di Salò, ma nonsi presentò rischiando la condanna a morte perrenitenza alla leva. Si nascose nei boschi dellecolline di Sciolze, un paesetto in provincia di Tori-no ed entrò a far parte di un gruppo partigianodella III Brigata Matteotti, in cui rimase per diciot-to mesi. Alla fine della guerra fece il poliziotto nelreparto Celere della polizia di Torino fino all’anno1948, quindi prestò servizio militare nel battaglio-ne Susa del 4° Alpini, col grado di sergente co-mandante della squadra fucilieri assalitori. Nel 1949 si trasferì a Verona e s’iscrisse al grup-po A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) di BorgoVenezia del quale capogruppo era il padre dellafutura moglie Luigina Bianconi. Nel 1976 si trasfe-rì a Palazzolo, iscrivendosi al Gruppo alpini delquale fu Capogruppo per quasi vent’anni, dal1987 al 2006. Impegnò gli alpini nella costruzio-ne della Baita che fu inaugurata nel 1991. Fu persei anni, a capo della zona Mincio, e nella sua ve-ste di consigliere e vicepresidente della SezioneAlpini di Verona si prodigò per la riunione deigruppi alpini di Mantova. Nel 2001 fu insignitodell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito

Giuseppe Camino, ex partigiano piemontese e ca-pogruppo emerito del Gruppo Alpini di Palazzolo,si è spento l’otto ottobre scorso nella sua casa diVerona all’età di novantun’anni.Ai suoi funerali celebrati nella chiesa di S. MariaAddolorata di Borgo Venezia, erano presenti moltiAlpini e amici di Palazzolo. Erano rappresentaticon le loro penne nere parecchi gruppi alpini del-la provincia, poiché Giuseppe era molto conosciu-to essendo stato vicepresidente della Sezione Al-pini di Verona. Riassumiamo le principali tappe della sua vita,già riprese in un’intervista che gli dedicammo sulnumero 66 del Baco. Nacque nel 1925 a Cinzano

di Luigi Tacconi

Due scatti diGiuseppeCamino e unmomentodel suo fu-nerale.

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della Repubblica Italiana (O.M.R.I.). Era una per-sona riservata ma dal forte carattere, impegnan-dosi anche nella Protezione civile, nell’Associazio-ne Partigiani di Verona e come presidente deiCombattenti e Reduci di Palazzolo. Da qualcheanno si era trasferito nella sua casa di Verona,

ma partecipava sempre a Palazzolo alle comme-morazioni del 25 aprile e 4 novembre con l’aiutodella carrozzella. Con Camino scompare una delleultime importanti figure di persone che hanno vis-suto da protagonisti le vicende dell’ultima guerramondiale.

Associazioni

Gli Alpini di Sona in gita sulle Alpi GiulieInteressante gita il 23 ottobre scorso per il GruppoAlpini di Sona, con famiglie e simpatizzanti. Metadell’uscita le Alpi Giulie ed il suggestivo RifugioChiampizzulon, in provincia di Udine. Il rifugio è di nuova costruzione (anni ’90) e si af-fianca alla preesistente malga. Il non facile alpeggiosu prati rasi sovrastati da pareti rocciose fece sì chela malga venisse abbandonata già alla fine degli an-

ni ’50. Il Rifugio è situato su un balcone naturalecon panorama stupendo sulle Alpi Giulie, sul MonteCoglians, il Sernio, lo Zoncolan, il Montasio e i carat-teristici paesini di Givigliana, Vuezzis, Stalis, Graccoe Collina. Nei pressi del Rifugio passa la vecchiamulattiera di guerra che collegava in quota la selladi Talm a quella di Tuglia. Una bella giornata di co-munità per il Gruppo Alpini del capoluogo.

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Carlo Antonio Modena che fu sfollato con la suafamiglia a Sona fra gli anni 1942-1945 ci ha re-centemente scritto una lettera ricordando quel pe-riodo e le tante persone che aveva conosciuto econ le quali si tiene ancora in contatto. Sul finire della Seconda Guerra Mondiale fu effetti-vamente notevole il numero delle famiglie e delle

persone in fuga dallezone a forte rischiobombardamenti chegiunsero nel Comune.Molti erano abitantidi grandi città mag-giormente soggettealle incursione aeree.Quasi tutti poteronocontare sull’ospitalitàdi parenti o cono-scenti. Per ottenere isussidi previsti dalloStato dovevano iscri-versi in Comune, pre-sentando un docu-mento, rilasciato dalComune di partenzachiamato “Permessodi Soggiorno”, che au-torizzava il Comune diarrivo a prendere incarico la famiglia o la

Chi fu effettivamente l’ultimo Podestà di Sona?Ci scrive un ex sfollato che fu tra noi dal 1942 al 1945

L A N O S T R A S T O R I A

persona sfollata. Il Comune doveva compilare sta-tistiche settimanali che venivano inviate alla Pre-fettura che intendeva tenere sotto controllo il feno-meno. Alcuni documenti del 1944 parlano dellapresenza di 140 sfollati nel Comune dei quali 72era giunti da Milano, 19 da Bolzano, 10 da Roma.Ma vi erano anche abitanti di Genova, Brindisi, Ra-gusa, Trieste, Agrigento, Lecce, Cagliari, Brescia eda molte altre provenienze da tutta Italia. I moltisfollati da Verona non risultano negli elenchi inquanto gli stessi probabilmente preferivano mante-nere l’iscrizione in città incassando in quella sedele indennità statali erogate. Il Modena ha preso lospunto per scriverci per la ragione che su un libro,pubblicato da una Banca locale alcuni anni orsonoed a lui trasmesso da un nostro concittadino, èscritto che l’avvocato Innocenti di Lugagnano ful’ultimo Podestà di Sona. Nella lettera ci segnalache invece sarebbe stato Rinaldi Alfonso l’ultimoPodestà. In effetti però fu proprio l’avvocato Inno-centi di Lugagnano, in carica dall’8 luglio 1943 al24 settembre 1943, l’ultimo Podestà di Sona inquanto Rinaldi Alfonso fu nominato dalla Prefettu-ra Commissario Prefettizio, non Podestà, dopo levicende dell’8 settembre 1943.Restò in carica dal 30 ottobre 1943 al 28 aprile1945 quando, nominato dal Comitato di Liberazio-ne Locale, assunse la carica di Sindaco ManziniGiuseppe di S. Giorgio in Salici. Il Commissario Ri-naldi Alfonso resse il Comune nel periodo della Re-pubblica Sociale Italiana, firmando la prima delibe-ra, la n. 53 il 30 ottobre 1943 e l’ultima la n. 22 il30 marzo 1945 e terminò con lui anche la nume-

di Renato Salvetti

Durante la seconda guerra mon-diale, in molte città d'Europa siverificarono considerevoli sposta-menti di masse urbane, costrettea sfollare dalle città e verso le campagne,principalmente a causa del massiccio im-piego dell'aviazione nel conflitto, utilizzataper bombardare i centri industriali e i gran-di centri abitati delle parti avverse. Il feno-meno degli sfollati assunse una grande di-mensione in Italia, particolarmente nellecittà del Nord come Milano, Torino e Geno-va che, dotate di vaste aree industriali,erano frequentemente soggette a bombar-damenti.

La parola“Sfollato”

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razione indicante l’Era Fascista, la XXIII. Del Rinaldiil Modena ci scrive: “Un uomo, alla cui saggezza sirivolgevano le genti per dirimere e risolvere proble-mi anche di carattere personale. Egli si adoperòper la salvezza e l’integrità del paese in un periodoche fu terribile per chi stava al fronte e nondimenoper la popolazione civile alla mercè di truppe tede-sche, repubblichini, partigiani e, come non bastas-se, anche dei bombardamenti anglo-americani. Inquei terribili frangenti seppe affrontare le ire dellaGestapo per impedire che alcuni abitanti del Bo-sco, reclusi nel carcere di Peschiera con l’accusadi sabotaggio ed alto tradimento, venissero fucila-ti. Il fatto destò all’epoca notevole clamore e la po-polazione ne fu entusiasticamente grata. Di que-sto avvenimento gli fu riconosciuto merito anchedal Tribunale di Verona, che lo processò a fineguerra per l’appartenenza alla Repubblica SocialeItaliana”. Rinaldi Alfonso fu Segretario del PartitoFascista di Sona ed anche Ispettore Federale della4° Zona della Federazione dei Fasci di Combatti-mento di Verona e per questa ragione entrò nelnovero delle persone delle quali verificare i com-portamenti durante il Regime. Ciò a seguito dellapubblicazione del decreto legislativo luogotenen-ziale n. 159 del 27 luglio 1944, chiamato Decretodefascistizzazione, reso noto con manifesto in lin-gua italiana ed inglese dal Governo Militare Allea-to, con Ordinanza Generale n. 35, che disponevala sospensione dall’attività dei Funzionari e dei di-pendenti che avevano collaborato con il regime Fa-scista. Molte le informazioni che forniremo sul terzo librodal titolo Il Ventennio Fascista ed il ritorno alla de-mocrazia, sulle vicende civiche del Comune per ilperiodo 1926-1951, che Il Baco da Setà pubbli-cherà sugli Amministratori del periodo del Regime,assieme a molto altro.Nella foto a sinistra la sede del Municipio di Sonanegli anni ‘70 dopo il primo restauro, in uno scattodel fotografo Slanzi. In alto uno scatto riprende i la-voratori e le lavoratrici della torbiera di San Roccoa San Giorgio in Salici nel 1945.

La Scheda

Chi è Carlo Antonio ModenaNato a Verona nel 1931, con lafamiglia si trasferì a Bolzanonel 1939. Nel 1942 iniziarono ibombardamenti e col fratelloMarzio fu mandato a vivere aSona presso la famiglia dellazia Pina Masotto Castioni. In unprimo tempo abitarono in viaGrotto nella casa di proprietà diFausto Gaburro e poi nella ca-sa del fascio in piazza. Ha vis-suto la vita del paese con gli al-tri ragazzi ed ha il merito diaver dattiloscritto una preziosatestimonianza, unica per Sona,con avvenimenti e fotografie diquel movimentato periodo del-la guerra. Il libretto ha per titoloSona dal 1942 al 14 maggio1945 e si può leggere sul no-stro sito www.Ilbacodaseta.orgalla voce: ”Pubblicazioni”. Lasua permanenza a Sona fu in-terrotta bruscamente il 14maggio 1945 quando la ma-dre, Toscana Masotto, morì atrentanove anni in circostanzepoco chiare sulla strada versola Valle mentre si recava in bici-cletta dai parenti che abitava-no a Villafranca.I due fratelli furono subito man-dati a vivere a Villafranca dallanonna paterna restandovi qual-che tempo. Si trasferirono poicon il padre a Perugia, doveCarlo si impiegò alla Perugina,la nota fabbrica di cioccolato,

dove vive tuttora con la mogliee la famiglia del figlio. Egli ha la passione per la poe-sia, (ha avuto riconoscimenti inmolti concorsi nazionali) per lastoria e tiene ancora i contatticon gli amici di Sona conosciutiin quel tempo, ai quali manda isuoi dattiloscritti. Tra questi cisono un vocabolarietto dialetto-italiano e italiano-dialetto dal ti-tolo Come si parlava in casamia, raccolta di vocaboli dialet-tali Veronesi, Villafranchesi e diSona una raccolta di proverbiveronesi dal titolo Podemo sen-tirse soli anca in meso allagente - proverbi e motti del Bor-tolo e, infine, 50 proverbi dalme punto de vista con com-menti e illustrazioni.

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plomatiche all’estero, circa ogni due anni, amavasoggiornare a Guastalla, a tale scopo aveva fatto ri-strutturare un’ala della villa ricavando un piccoloappartamento per la famiglia. I bambini della corteattendevano l’arrivo dei signori Giusti come ungrande evento, si disponevano in fila sul ciglio dellastrada che conduce alla villa sventolando fazzolettibianchi e gridando in coro: “Viva l’ambasciatore”,poi come era di rito aspettavano che la contessascendesse dall’automobile e distribuisse loro deidolciumi. Teresa racconta che quando negli anni‘70 il conte andò in pensione avviò il restauro dellavilla che divenne la residenza di famiglia. Furonorinnovate le molte stanze adibite ad uso personalee per gli ospiti. Particolare cura fu data a due gran-

di ambienti collocati alpiano nobile nell’alaadiacente alla chiesettache furono organizzaticome biblioteca, i libriqui contenuti alla mortedel conte furono donatidalla moglie alle biblio-

teche di Sona e di Mantova. Merita accennare lastanza matrimoniale arredata con un bel letto difattura orientale voluto in ricordo dell’incontro conla moglie avvenuto durante un soggiorno in Cina.Un altro ricordo conservato con molta cura fu “laportantina”, il mezzo cinese di trasporto con cui lacontessa Matilde da bambina veniva accompagna-ta a scuola insieme ai fratelli. La portantina eraconservata nella rimessa ricavata sotto il loggiatodella villa insieme alla collezione di carrozze. Il con-te era un appassionato di cavalli e carrozze, da gio-vane era stato nel reggimento Genova di Cavalleriacome sottoufficiale di completamento dell’ultimocorso di allievi ufficiali che ancora montavano conla lancia e sciabola, dove aveva meritato una me-

Il conte Justo Giusti, per via ereditaria era venuto inpossesso della tenuta di Guastalla, una corte convilla, case coloniche e fondo agrario. Il podere eracondotto a mezzadria ed era amministrato dal fat-tore, il signor Tonelato Augusto, passò poi al figlioLuigi e quindi al nipote Augusto che lo gestì fino al1963. Alla metà del novecento molte erano ancorale famiglie che risiedevano nella corte e insiemeformavano una vera e propria comunità. Ognimembro svolgeva mansioni di lavoro differenziate,oltre ai mezzadri, c’erano il fabbro, il falegname, ilcalzolaio e l’uomo dicorte per coprire le va-rie esigenze dell’azien-da agraria. Il conte,che era ambasciatore,quando tornava a casadalle sue missioni di-

La vita a Corte Guastalla Nuova raccontata da Teresa Lonardi cheprestò servizio da guardarobiera presso i conti Giusti del Giardino

L A N O S T R A S T O R I A

“Il conte era ambasciatore e quandotornava a casa dalle sue missioni

diplomatiche all’estero, ogni due anni,amava soggiornare a Guastalla”

Qui sotto i ContiGiusti ricevono laRegina madre d'In-ghilterra, l’anno èil 1987, con ancheun giro in carrozzenella vasta tenuta.Nella pagina se-guente, Teresa Lo-nardi in mezzo allaprincipessa MariaGabriella di Savoiae la figlia Elisabethospiti in villa nel1989.

di Valentino VenturinieGrazia Quagini

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daglia al valore. Le carrozze della collezione pren-devano vita una volta all’anno nel periodo autunna-le quando al “cader della foglia” veniva organizzatauna festa. Per l’occasione i mezzi, dopo essere sta-ti sistemati ed ingrassati dal falegname, venivanoattaccati ai cavalli che giungevano sul luogo per l’e-venienza. La sfilata prendeva vita lungo le stradevicinali della zona, San Vincenzo, Marottina, Bulga-rella, Guastalla Vecchia e Nuova e si concludevanel giardino della villa con un rinfresco a cui parte-cipavano tutti i residenti della corte. A volte succe-deva che venissero organizzate feste a tema, comequando fu proposto il “Banchetto degli ufficiali”. Gliospiti avrebbero indossato le divise appartenute adun zio del conte che erano conservate in un appo-sito guardaroba. I bottoni essendo d’oro erano statiincartati perché non si rovinassero. “Ricordo checon pazienza li scartai uno ad uno e preparai tuttol’abbigliamento in ordine per poter essere indossa-to. Legati alla villa sono anche altri eventi molto im-portanti”. Teresa rammenta con entusiasmo la visi-ta di Elisabeth, Regina madre d’Inghilterra il 29maggio 1987, giunta a Guastalla quasi in incognitoperché doveva soggiornare al palazzo Giusti delGiardino a Verona. Per l’avvenimento c’era una so-la auto di vigilanza della Polizia che sostava all’in-crocio di San Vincenzo. Per l’occasione Teresa col-laborò nell’accoglienza degli ospiti, aiutò il cuoconella preparazione del pranzo e nel salone di ricevi-mento apparecchiò la tavola con preziose stovigliee argenti. Ricorda che la Regina ormai avanti neglianni (1900-2002) volle salire da sola senza aiutolo scalone che porta alla loggia d’entrata sebbenecalzasse scarpe con il tacco. Fu un ricevimento di-gnitoso, semplice e riservato. La regina posò anchecon Teresa per una foto, oggi conservata con curanel suo album dei ricordi. Un secondo evento allie-tò la villa, due anni dopo, nel maggio del 1989,quando su invito di Vettor, figlio del conte Justo eamico dei reali del Belgio, giunse la regina d’ItaliaMaria Josè, insieme alla figlia Maria Gabriella e allanipote Elisabeth. Anche di questo particolare fattoTeresa conserva un bel ricordo oltre una foto condedica personale della principessa. Sulla facciatadella villa, per suggellare questi eventi fu messauna targa in pietra dai conti Giusti. Teresa ama ci-tare l’interessamento del conte nei confronti deibambini, specie per quelli che avevano problemi disalute indirizzando poi i genitori verso i medici disua conoscenza. Per i neonati che non potevanoessere allattati dalle madri aveva dato disposizionedi utilizzare per l’alimentazione il latte di una muc-ca secondipara, perché il latte di una mucca cheaveva partorito il primo vitello non andava bene inquanto difficile da digerire per i neonati. Si ram-menta che dopo la pensione, nel 1974 il conte ave-va accettato l’incarico proposto di Presidente dellaSocietà San Martino e Solferino, che si interessavadelle ricorrenze che riguardavano le guerre del Ri-sorgimento, per mantenerne viva la memoria e,seppur avanti negli anni, aveva accettato di buongrado. Con piacere raccontò anche alcuni eventidella guerra per l’indipendenza accaduti nei nostriluoghi ai ragazzi che frequentavano il Campo-scuo-la nel 1984 durante la loro visita alla Guastalla. Il-

lustrò anche come lacorte era stata chiusacompletamente a sco-po protettivo dopo gliepisodi di brigantag-gio accaduti in zona,anche dopo passatele guerre. Tornandosui racconti personalidi vita, Teresa ricordaquando il conte Justorovesciatosi con lasua Panda nei pressidell’incrocio di SanVincenzo era uscito il-leso dal finestrino aiu-tato dagli uomini dellacorte. Oggi sul capitel-lo di Sant’Antonio chesi trova sul terrapienoche ricopre la ghiac-ciaia, c’è una targa inmarmo da lui volutache ricorda quell’av-venimento, quasi mi-racoloso. Da alloraogni anno la moglie,in memoria del fatto,faceva celebrare unasanta messa di ringraziamento nella chiesetta pa-dronale della villa.

Conte è un titolo nobiliare, diffusoin Europa, superiore al titolo di vi-sconte e inferiore a quello dimarchese. Il titolo deriva dal lati-no comes, letteralmente “compagno”. Nel-l'antica Roma era un nome usato dagli ac-compagnatori di alcuni magistrati. Dal IIIsecolo in poi fu sempre più spesso usatoper i funzionari imperiali. Nel IV secolo c'e-rano, ad esempio, un “conte della costasassone” (comes litoris saxonici) che era ilcomandante militare addetto alla difesacontro i pirati sassoni, un “conte dell'Afri-ca” (comes africae) e poi “un conte dellesacre elargizioni” (comes sacrarum largi-tionum), che era un ministro con variemansioni finanziarie e di controllo. Nel Me-dioevo erano insigniti del titolo quanti ave-vano seguito l'imperatore nelle sue batta-glie e si erano distinti per qualche merito.

La parola“Conte”

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Dopo le due sconfitte dell’esercito e della marinaitaliana a Custoza ed a Lissa, le vittoria delle Cami-cie Rosse di Garibaldi a Bezzeca e dell’alleataPrussia a Sadowa, il Veneto e Mantova passaronodal Regno Lombardo-Veneto al Regno d’Italia.Un Plebiscito, a suffragio universale maschile, orga-nizzato il 21 e 22 ottobre 1866 sancì con votopressoché unanime il passaggio. Dopo ben 150

Centocinquant’anni fa il Plebiscito per l’unificazione del Veneto all’Italia. A Sona il Sì fu unanime

L A N O S T R A S T O R I A

di Renato [email protected]

anni su quel voto e sull’accoglienza che i Veneti ri-servarono al Re Savoia ci sono ancora molte visionidiscordanti dovuto al fatto che si verificarono situa-zioni molto diverse, in aree diverse ed in momentidiversi, anche negli anni successivi. Fu una consul-tazione democratica? I numerosi accanimenti fazio-si contro l’unificazione del Veneto all’Italia, dovutispesso ad ignoranza storica o scelte partitiche pre-giudiziali, hanno raggiunto il massimo livello ai no-stri giorni con l’esposizione di bandiere a lutto daparte di Istituzioni pubbliche. Tali fatti avvilisconoed umiliano il ricordo di quanti in decenni di lottecontro gli occupanti di volta in volta Spagnoli, Fran-cesi ed Austriaci hanno consentito di unificare il no-

stro Paese. Più saggio sa-rebbe prendere atto, conun minimo di onestà intel-lettuale, delle molte sfac-cettature del problema. Sidovrebbe innanzitutto con-siderare che il Plebiscito fuvoluto, o consentito, daparte del Re Vittorio Ema-nuele II. I Savoia avrebberopotuto semplicemente an-nettersi i territori. Si è maiverificato in quegli anni cheun Regno occupante con-cedesse ai nuovi sudditi unPlebiscito per appurare sefossero d’accordo? Peraltroquesta scelta costò ben ca-ra ai Savoia il 2 giugno1946, quando il Plebiscitoistituzionale sancì il pas-saggio alla forma istituzio-nale Repubblica. Ciò fupossibile perchè, come tuttii regnanti europei, anche iSavoia si ritenevano tali per“diritto divino”, ma dopo ilPlebiscito lo furono anche

per “volontà del popolo” e quindi dovettero pren-derne atto e lasciare il Paese quando quella volon-tà venne mancare loro. Una seconda valutazionemerita di essere presa in considerazione. In queglianni, con un analfabetismo diffuso, le indicazionifornite dei ceti dirigenti venivano ascoltate ed ac-colte dai più, ed il ceto dirigente veneto era in gran-de parte a favore dell’annessione al Regno d’Italia.Ne è un esempio rivelatore l’accoglienza trionfaleche il Re Vittorio Emanuele II ricevette in occasionedella prima visita a Venezia, da poco liberata, il 7novembre 1866. E perché ignorare che alla primanuova occasione di un nuovo Plebiscito a suffragiouniversale (donne comprese) nel 1946, a soli ot-tant’anni dal primo, il Veneto andò a votare con ol-

Nella foto sotto ilmanifesto che an-nunciava il Plebi-scito e la targa po-sta a Venezia percommemorarne irisultati.

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tre il 90% degli elettori, dimostrando così di sentirsiben inseriti nel Regno d’Italia e partecipi di un de-stino comune con le altre regioni italiane. Comeandò nel Comune di Sona nel 1866? I seggi eletto-rali vennero organizzati: nel Capoluogo “nell’ufficiocomunale”, a Palazzolo “nella scuola comunale”, aS.Giorgio in Salici e Lugagnano “nella casa parroc-chiale”. Presidenti di seggio designati furono nelCapoluogo Trevisani Dr. Antonio, a Palazzolo NorisGiòBatta, a S. Giorgio in Salici Faccincani Angeloed a Lugagnano Vicentini GiòBatta. Non abbiamotrovato nell’Archivio comunale verbalizzazioni sulnumero dei votanti, ma solamente l’indicazioneche il voto SI fu unanime. Nell’archivio parrocchialedi Lugagnano (la Parrocchia fu sede del voto) risul-ta registrato che al voto parteciparono 139 cittadi-ni. (Fonte: Fregole di Storia di Massimo Gasparatoe Gianluigi Mazzi – 1997). Considerato che potero-no votare solamente i maschi di età superiore ai24 anni, possiamo affermare quindi che votò alme-no un 70% di chi ne aveva diritto. Il Comune di So-na visse un’ulteriore, pressoché unica nel suo ge-nere, vicenda plebiscitaria che merita di essere se-gnalata. Gli elettori delle tre porzioni della frazionedi Lugagnano, che erano parte dei Comuni di Vero-

Plebiscito (in lingua latina: plebiscitum, composto daplebs (plebe, popolo) e scitum (participio di sciscere,stabilire) è un termine che ha origine dall'antica Romacon il significato di "interrogazione alla classe socialedei plebei". Nato nel diritto romano, è stato utilizzato diverse volteanche in età moderna e contemporanea, come forma di consulta-zione popolare su questioni politiche fondamentali, poste di solitosotto la forma di un'alternativa fra due possibilità, pur distanzian-dosi fondamentalmente dall'istituto del referendum.

La parola

“Plebiscito”

na, Sommacampagna e Bussolengo, in uno stesso21 ottobre, a poco più di cento anni da quello dicui sopra, scelse con un 79% dei SI sul 94% dei vo-tanti, di unificarsi al Comune di Sona. Auguriamociche fra 150 anni da quell’ormai lontano 1974, sela vicenda sarà ancora ricordata, una nuova fazio-ne, con pregiudizio, non solleciti i cittadini di Luga-gnano ad esporre nastrini a lutto alle finestre.

La Foto Storica

Foto di gruppo in piazza a Sona nel 1944L’epoca in cui questa foto fu scattata è ben ricono-scibile: due donne hanno la divisa a fiori delle “mas-saie rurali”, uno è vestito di nero da fascista, duebambini sono in tenuta da “balilla”. Da sinistra nellafila in alto: Cordioli Bruno, Troiani Mario, FerrariFranco, Adami Ferruccio (?), Maccacaro…, Tagliapie-

tra Luigi, Maccacaro Modesta, Nicoli Giuseppe, Inno-centi Luigi, Melegari Rosa, Baietta Lisetta e una suacugina. Accosciati da sinistra: Chiaramonte Venuto(?), Cavalli Renza, Melegari Fannì, Melegari Franco,Melegari Ferdinando, Melegari Ubaldo. Foto archivioRosa e Ferdinando Melegari.

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Nella Biblioteca comunale una nuova tesi di laurea dedicata al grande tenore di Rosolotti Giuseppe Lugo

S T O R I A L O C A L E

1899 e morto a Milano nel 1980. Una copia fudonata alla Biblioteca comunale di Sona, la qualerecentemente si è arricchita di un’altra tesi sullostesso argomento. Questa volta, in realtà, l’autore Marzio Pecchioli,di Villafranca di Verona, laureato brillantemente alDAMS (Discipline delle arti della musica e dello

spettacolo) dell’Università di Pa-dova nell’anno accademico2012-2013, ha presentato unostudio mirato all’attività di Giu-seppe Lugo come attore cinema-tografico. Dobbiamo essere rico-noscenti a Pecchioli per questasua ricerca in quanto, mentre diLugo tenore si sa praticamentetutto (fra gli anni ’30 e ’40 si esi-bì nei maggiori teatri d’Europa ri-scuotendo grandissimo succes-so), pochi ricordano che fu an-che un divo del cinema. Quello del cantante di Rosolottinon fu un caso unico: anche al-tre acclamate ugole d’oro, comead esempio Tito Schipa e Benia-mino Gigli, furono chieste in pre-stito alla settima arte; nei filmessi cantavano non solo brani

Qualche anno fa pubblicammo sul nostro giornaleun articolo che parlava di una tesi di laurea scrit-ta da Elisa Olioso, di San Giorgio in Salici, sulla vi-ta del tenore Giuseppe Lugo, nato a Rosolotti nel

diMario Nicoli

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famosi di opere liriche, dando così anche a chinon frequentava i teatri la possibilità di poterlesentire, ma pure canzoni moderne che entravanosubito a far parte del repertorio della musica po-polare. E’ facile immaginare quanto guadagnasse-ro, in termini di successo e di soldi, questi artisti.Il loro genere era definito “commedia musicale”,e faceva parte del filone dei cosiddetti “telefonibianchi”. Si trattava di storie sentimentali, di faci-le presa sul pubblico, in una ambientazione bor-ghese. Il mondo del cinema scelse Giuseppe Lugonon solo per il nome di richiamo, ma anche per ilsuo volto fotogenico, il bell’aspetto di quaranten-ne solare e gioviale.Girò il suo primo film nel 1939, si intitolava “Lamia canzone al vento”, e con esso lanciò la suacanzone popolare più celebre, dal titolo omonimo.Il successo fu tale, che il regista Guido Brignonevolle girare l’anno dopo il sequel, dal titolo “Can-tate con me”, che piacque al pubblico, meno allacritica. Si era in piena guerra quando, nel 1942,fu la volta della terza pellicola, “Miliardi che fol-lia!”. Inutile precisare che in queste storie Lugo in-terpretava sempre la parte del tenore, e che can-tava pezzi d’opera per buona parte della duratadei film. Il successo era garantito anche dal fattoche questi racconti erano intrisi di buoni senti-menti, e quindi potevano riscuotere l’approvazio-ne della censura cattolica: ciò era determinanteper accedere alle sale parrocchiali, presenti an-che nei più sperduti paesini. Questo favore, tuttavia, non fu concesso al quartofilm, “Senza una donna”, girato nel 1943 in con-dizioni difficili per gli eventi bellici che stavano de-vastando l’Italia, e che fu bocciato dalla critica ec-clesiastica perché giudicato negativo dal punto divista della morale. Ma all’ultima pellicola, “Il tiran-no del Garda”, andò ancora peggio. Era il 1953,Lugo non cantava più da un pezzo, era ormai con-siderato una vecchia gloria dimenticata, quandoegli pensò di ritornare nel mondo dello spettacolocon un nuovo film. Volle pertanto non solo inter-pretare una parte da protagonista, ma anche fareil produttore. La prima proiezione si tenne a Bus-solengo, e il pubblico campanilista in sala accolsecon entusiasmo le immagini girate sul lago di Gar-da e l’interpretazione dell’attore veronese; ma peril resto il film - una mediocre storia ambientatanel medioevo - si rivelò un flop colossale, e Lugorischiò il tracollo finanziario. Anni dopo, egli tentòdi rimettersi economicamente in sesto - ma anco-ra con scarsa fortuna - reinventandosi ristoratore,e a Custoza acquistò Villa Canossa, da lui ribat-tezzata “Vento” dal titolo del suo più grande suc-cesso canoro.Oggi i film di Lugo, quasi introvabili, giacciono di-menticati in rare cineteche. Scarsamente conside-rati dalla critica, al loro tempo ottennero, soprat-tutto i primi tre, grande successo di pubblico, econtribuirono non poco ad alimentare il mito deltenore di Rosolotti.Nelle foto della pagina precente Giuseppe Lugo alpianoforte ed il grande tenore nella locandina delfilm “Cantate con me”, del 1940. In questa paginauno scatto di Lugo in età giovanile.

Approfondiscisul nostro sito

Facendo leggere al vostro smarpho-ne il codice qui accanto potete acce-dere sul nostro sito internet ai tantiarticoli di approfondimento dedicatialla figura del grande tenore Giusep-pe Lugo.

La SchedaChi era Giuseppe Lugo?

Nacque a Rosolotti, località diSan Giorgio in Salici, il 18 giu-gno 1899. Essendo di famigliapovera, in gioventù fu costrettoad emigrare all’estero per cer-care un lavoro. Andò in Belgio,e un giorno fu per caso ascolta-to da un maestro di musicamentre cantava con degli ami-ci; Leon Gaudier, così si chia-mava il maestro, ne intuì lostraordinario talento, e lo edu-cò all’arte del bel canto; Lugosposò in seguito anche sua fi-glia, Suzanne Gaudier, di 17anni più giovane di lui. Nel1931 partecipò a un concorsoper cantanti lirici, e lo vinsesbaragliando la concorrenza.Ebbe così inizio la sua sfolgo-rante carriere di tenore, che loportò a esibirsi sui maggiori

palcoscenici d’Europa, in Fran-cia, in Belgio (cantava moltobene in francese), in Italia, inGermania. Non dimenticò maile sue origini: nel 1933 tenneun concerto all’aperto a VillaGiusti Del Giardino a Guastalla;negli anni della guerra tornòper un periodo nella sua casanatale di Rosolotti, per sfuggireai bombardamenti su Milano.Nel 1947 si ritirò definitivamen-te dal mondo della lirica. Morìa Milano il 18 settembre 1980,ma la salma fu in seguito tras-lata al cimitero di Custoza. Giu-seppe Lugo, uno dei maggioricantanti lirici della prima metàdel ‘900, era soprannominato“il tenore dalla voce che incan-ta” e “il tenore del vento e del-le stelle”.

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loro sì - in bella vista per i passanti. Ma comunqueper chi volesse visitarla sarebbe senz'altro una gra-dita sorpresa: conserva infatti nelle sue linee sem-plici e nel suo interno la memoria di un passato daricordare. Questo perché il luogo di culto legato aSant'Agata ha una storia che risale addirittura alMedioevo: la chiesa dedicata a questa santa vienenominata fra le pertinenze dell'abbazia di San Ze-no già nel diploma di riconoscimento dei privilegidella stessa, che l'imperatore Federico II di Sveviaemette il 2 gennaio 1221 ed è riconfermata nellaBolla di Onorio III del 22 ottobre dello stesso anno.Va però detto che l'edificio attuale non è quello ori-ginario: quello, per sua sfortuna, si trovava più spo-stato verso la città, nel raggio di un miglio dallemura cittadine e venne di conseguenza abbattutonella generale spianata (la ben nota Spianà, ap-punto) decisa per scopi militari dai Veneziani nellaprima metà del Cinquecento. La chiesetta vienetuttavia ben presto riedificata, tanto che una map-pa collocabile intorno alla metà di quel secolo larappresenta già nel luogo attuale, con la relativa

Solo un paio di chilometri in linea d'aria la separa-no dal centro di Lugagnano. E infatti fino agli AnniSettanta la piccola contrada apparteneva alla par-rocchia di S. Anna, per poi venire accorpata a quel-la nascente del Basson. E pensare che oltre duesecoli fa i nostri antenati sarebbero stati disposti atutto o quasi, pur di non farsela portare via... mapartiamo dall'inizio. La corte è tranquilla, solo sfio-rata dal traffico intenso sulla direttrice Verona/Pe-schiera e sembra osservare quasi stupita le colon-ne di automobilisti in pellegrinaggio verso il lago overso un centro commerciale. Peccato che, a causadella frenetica e incurante crescita edilizia degli An-ni Cinquanta la chiesetta sia stata assurdamentecoperta verso la strada da anonimi edifici piazzati -

La contesa su Sant’Agata. Storia di una chiesetta vicina epoco conosciuta, due parrocchie e tanto campanilismo

L A N O S T R A S T O R I A

diMassimo Gasparato

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Fregole de Storia

L'esterno dellachiesetta diSant'Agata, re-staurata negliscorsi Anni No-vanta. Da se-gnalare che lostipite di destraè costituito dauna pietra direcupero conantica iscrizio-ne latina.

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corte, nominata come"Santa Gha". Sono tempidifficili e, nonostante il tras-loco causato dalla spiana-ta, la corte non vive nellatranquillità, affacciata co-m'è sulla strada Milano/Ve-nezia. Così, l'8 giugno 1644su invito del rettore dellaparrocchia di San Massi-mo, nei cui confini a queitempi Sant' Agata rientra, ilcommissario generale del-l'abate di San Zeno, cuispetta la giurisdizione ordi-naria sulla chiesetta, rivol-ge un appello a tutto il cle-ro soggetto alla VenerabileAbazia affinché si raccolga-no elemosine per riparare ildetto tempio, raccoman-dando, "nella maggior fre-quenza del Popolo fra le so-lennità della Messa... conogni efficace spirito questa sant'opera". Dopo le in-cursioni delle soldataglie del 1630, infatti, "la Chie-sa Campestre, o sia Capella sotto l'inuocatione diS. Agata de Campagna" si ritrova ancora "quasi deltutto destituita, derelitta, e distruta": si rende ne-cessario quindi ripararla "per maggiormente in-fiammare i Popoli alla deuotione di questa Santa".Il restauro viene completato prima del finire di que-sto secolo, come può constatare don BartolomeoDal Fior, parroco di San Massimo, all'uopo delegatodall'Abazia nel 1698. Di questi tempi la chiesa e lacorte risultano essere di proprietà del "Nob. signorAndrea Tron, Patrizio Veneto" di antico ed illustrecasato. Un secolo più tardi, con la costituzione del-la parrocchia di Lugagnano, S. Agata viene ricom-presa nei confini di quella. Purtroppo, il decreto ve-scovile di separazione del 7 luglio 1797, al quartoed ultimo punto, prevede che "l'Oratorio di S. Aga-ta, sito in vicinanza alla pubblica strada che condu-ce a Castelnuovo, di spettanza della Famiglia Tronrimanga in uso libero del predetto Arciprete di SanMassimo". E qui cominciano i guai, perché ben pre-sto - nel 1801 per la precisione - nascono divergen-ti interpretazioni su quel "rimanere in uso libero".Quelli di Lugagnano, con l'ardore di chi finalmenteha ottenuto la tanto sospirata autonomia, sosten-gono a spada tratta che dentro i confini della loroParrocchia non può esservi un libero possesso al-trui, ma solo un uso dell'Oratorio per il comodo spi-rituale dei vecchi e degli ammalati, abitanti nelle vi-cinanze di S. Agata ma ancora entro i confini dellaParrocchia di San Massimo. Al contrario, quest'ulti-ma rivendica un uso libero nel senso di esclusodalla Parrocchia di Lugagnano, anzi ancora appar-tenente a tutti gli effetti a quella di San Massimo. Itentativi di accomodamento fra i due parroci sem-brano approdare ad un faticoso compromesso, maal momento della stipula formale dell'accordo, ilrettore di San Massimo - secondo la versione luga-gnanese - "tosto si pente della rinunzia, e ricusa latottal difinizione, aducendo che persuaso da nuove

informazioni non vi rinunziava giamai, e cosi fa ri-acender quella fiama di sognate pretenzioni dallequali infiniti Asurdi ne derivano". Diventa così inevi-tabile per Lugagnano rimettersi all'arbitrato del Ve-scovo, sottoponendogli "l'affare contenzioso infra ledue Contrade". II 23 luglio 1801 don FrancescoColtri, parroco di Lugagnano da nemmeno tre mesi,inoltra alla cancelleria episcopale un riepilogo deifatti, accompagnato da una petizione che dimostrala volontà unanime dei suoi parrocchiani e settegiorni dopo don Luigi Marcello, parroco di San Mas-simo, fa pervenire la propria versione che, natural-mente, è del tutto opposta. Cercando di essere ob-biettivi, dall'esame deidue documenti sembraproprio che la questio-ne rappresenti uno stra-scico della non facile in-dipendenza solo pochianni prima ottenuta daLugagnano rispetto aSan Massimo. In quel-l'occasione, infatti, donGiacomo Trevisan, allora parroco di San Massimo,si era lamentato che i nostri turbolenti antenatiavevano iniziato a "far nascere disordini ed a tra-mar insidie", cosi che ormai sembrava "fosse me-glio smembrar la inquieta contrada e farne unaparrocchia separata", anche perché era "facil cosail presumere ch'ella (Lugagnano) non soffrirà quie-tamente la dipendenza da San Massimo e quincidarà sempre molestie ed inquietudini". Con ogniprobabilità un po' di astio aleggiava ancora, ed ilsuccessore di don Trevisan nella guida della Matri-ce deve aver effettivamente assunto una posizionepoco incline a nuove concessioni. Da parte loro,quelli di Lugagnano trovano in don Coltri un appas-sionato difensore della giovane comunità e l'idealeportavoce del Ioro spirito di indipendenza. Di con-seguenza, nella schermaglia del carteggio i due sa-cerdoti non usano certo il fioretto. Con più irruenza

Viene nominata tra le pertinenze dell’abbazia di San Zeno già nel diploma di riconoscimento dei

privilegi che l’imperatore Federico IIdi Svevia emette il 2 gennaio 1221

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L'interno dellachiesetta, risa-lente al XVI se-colo.

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quello di Lugagnano, più controllato nei toni manon nella sostanza quello di San Massimo, i duecontendenti elencano puntigliosamente le proprieragioni, accompagnando con qualche pesante bor-data le sottili disquisizioni sul diritto. Così don Coltriconfida su una giusta decisione "che toglie facil-mente I'astio, partorisse durevole Concordia, frenal'avidità di preminenza, ed è decoroso al ben spiri-tuale", mentre "in altro senso è face di fatal incen-dio, apporta dissensioni, viola la Giustizia, fomental'odio". Circa la proposta poi di don Marcello perun'alternanza dei parroci nelle funzioni a S. Agata,non esita ad affermare che "Sogna il Suriferitto Re-verendo, ancorchè persuaso di non poter sostene-re ciò che di sua nattura è assurdo, e contradito-rio" e che la richiesta è "ingiusta, scandalosa, e di-cessoria, tanto riguardo al Poppolo, quanto riguar-do al Parroco". Inoltre, visto che a S. Agata sembra-va fossero confluiti per comodità anche alcuni delleparrocchie vicine, rafforza il suo rifiuto alla propo-sta che "unicamente tende a strapar dal seno ditre Parrochie il decoro delle lor Funzioni mentrechiama a sè que popoli, che in ogni tempo furono

ubidientissimi a loro Parrocchi. Ergo tende a per-turbare, e non a edificare". Il rettore di San Massi-mo ribatte che, peraltro, "i suoi... per non aver po-tuto usar liberamente di quell'Oratorio, per l'opposi-zione de' Lugagnani, andarono finora qua e là ra-minghi". Lo scontro si sposta quindi sul campo al-colico, dichiarando il parroco di Lugagnano che "ilradunar popolo usurpato in quel Oratorio è un darpascolo al vicio, atteso il comodo di Vicina Osteria,e quel che è peggio è un voler arder nuova fiama,e far scopiare nuovi smembramenti in tre Parro-chie". Ma qui il parroco di San Massimo può segna-re due facili punti a suo favore, ribattendo che "Innissuna Chiesa parrocchiale dunque si dovrebberofar funzioni, essendovi sempre vicina qualche oste-ria, e molto meno in Lugagnano, dove in piccolo re-cinto ve ne sono due... Lugagnano si prende anchepena, che ufficiandosi quell'Oratorio nascano nuovismembramenti, dopo ch' egli medesimo s'è giàsmembrato: o condanna dunque sé medesimo, odeve godere che altri lo imitino".In un crescendo vibrante di sdegno, don Coltri de-nuncia "un cercar vendetta" e "un vero puntiglio"nella posizione di San Massimo, che è "pece pernudrir fuoco divoratore nelle due contrade, e fra liDue Parrochi la pietra dello Scandalo" e terminacon una conclusione minacciosa, nonostante laprofessione finale di umiltà: "Fremono i Lugagnanie unanimi sono desiderosi del sospirato fine. Li fre-nai acciò l'impeto non li spingesse ad avanzarsiper vie indirete; or Ubbidienti si Presentano mecogenuflessi a Piedi Vostri, Reverendissimo Monsi-gnore". Così il parroco di San Massimo può escla-mare: "ecco dunque chi sia portato alla vendetta,ecco donde può aver origine la guerra. Anche pervie indirette sarebbero pronti ad avanzarsi".Il carteggio si arricchisce di progressive precisazio-ni finché, il 25 agosto del 1802, Monsignor Gual-fardo Ridolfi, Vicario Generale Vescovile, sanciscecon apposita sentenza che "l'oratorio di Sant'Agatarimaner debba officiabile sempre in uso libero delParroco di San Massimo e suoi successori nell'i-stesso modo e forma come Io era avanti la smem-brazione". La diplomatica decisione deve esserestata un brutto rospo da digerire per i lugagnanesi,che tuttavia non si acquietano, anche perché il de-creto vescovile per molti aspetti non fa altro che ri-badire le precedenti incerte definizioni.Nel novembre dello stesso anno, infatti, ottengonoa loro volta una pronuncia ufficiale del Vescovo,che vieta a don Giuseppe Bergamin, subito nomi-nato cappellano dell'oratorio di Sant'Agata dallaparrocchia di San Massimo, di spiegare il Vangelo,fare funzioni e amministrare i sacramenti ad abi-tanti della parrocchia di Lugagnano. Sarà infine iltempo a smorzare i toni della disputa, avvicinandosempre più nella prassi Sant'Agata a Lugagnano, adiscapito di San Massimo. Di fatto un secolo piùtardi l'oratorio conteso, pur essendo formalmenteancora in uso libero per il ministero pastorale delparroco di San Massimo (e dàghela!), viene stavol-ta finalmente definito come "appartenente alla giu-risdizione del Parroco di Lugagnano". Avevano otte-nuto dunque soddisfazione, seppure postuma, ilsanguigno don Coltri e le sue bellicose pecorelle.

L'antica pala raffi-gurante da sinistrale Sante Scolasti-ca, Agata e MariaMaddalena. Il pre-gevole trittico è po-sto sopra l'altare.

Il Libro“Fregole de Storia”

Le foto e le notizie riportate in que-sto articolo sono tratte da “Fregolede Storia”, il volume edito nel 1997per i tipi di “Proforma”. Il libro di 334pagine e di grande formato, ripercor-re la storia di Lugagnano attraversouna cavalcata tra i secoli e i fatti chehanno segnato il paese, con anchemoltissime immagini d’epoca. Auto-re ne è Massimo Gasparato, che fir-ma anche questo articolo, mentretutto il progetto grafico editoriale èstato realizzato da Gianluigi Mazzi. Ilvolume è acquistabile facendone ri-chiesta alla redazione del Baco.

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Lavorazioni quali:

apertura di serrature (porte blindate, ecc...), sostituzione di serrature di qualsiasi genere, controllo di cancelli automatici, preventivi per automatizzare

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