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LA GRANDE GUERRA E NAPOLI Il BOMBARDAMENTO NELLA NOTTE TRA IL 10/11 MARZO 1918 Liceo A. Pansini Napoli

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LA GRANDE GUERRA E NAPOLI

Il BOMBARDAMENTO NELLA NOTTE TRA IL 10/11 MARZO 1918

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La popolazione civile di Napoli non fu totalmente coinvolta nella Grande Guerra, come invece accadde durante il secondo conflitto mondiale.Infatti dal 1940 al 1944 Napoli fu la città italiana che subì il numero maggiore di bombardamenti; si parla di circa 200 raid aerei, compiuti principalmente dagli alleati; soltanto nel 1943 essi furono ben 181 determinando un numero di morti stimato tra le 20000 e le 25.000 persone, in gran parte civili.

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Il primo conflitto, invece, fu vissuto in una dimensione materiale diversa. Il fronte era lontano, le famiglie sentivano l’ansia per i propri cari lontani, ma le atrocità della guerra non erano vissute in prima persona. I civili subivano la fame, le malattie, le deportazioni forzate lontane dalle linee del fronte, anche se in alcuni casi i bombardamenti avevano colpito grandi città, come Londra e Parigi.

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Bosco di Courton luglio 1918 Si sta come d'autunnosugli alberile foglie.

G.UngarettiLiceo A. Pansini Napoli

Le truppe al fronte, durante le interminabili ed estenuanti ore di trincea, vivevano quotidianamente con lo spettro della morte, con il pericolo sempre in agguato di un cecchino, di una granata, di una raffica di mitragliatrice, di un assalto improvviso

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Eppure alcune città italiane subirono dei bombardamenti. Napoli fu bombardata nella notte tra il 10/11 marzo 1918, da un dirigibile austriaco, L59, che per alcuni determinò 16 vittime e 40 feriti, secondo altri 18 vittime, ma ben 100 feriti.La città era del tutto impreparata, non esistevano norme di prevenzione, mai fu organizzata una prova di oscuramento totale o di evacuazione. Non c’erano rifugi e posti di pronto soccorso.

 

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Il mattino del 10 marzo 1918 il dirigibile LZ 59 decollò dalla propria base di Jambol, in Bulgaria, per effettuare un bombardamento avente come obiettivo Napoli. Il bersaglio principale erano le officine metallurgiche ILVA di Bagnoli e i cantieri Armstrong. di Pozzuoli.L'aeronave raggiunse il cielo albanese verso mezzogiorno e iniziò a volare in cerchio sul territorio in attesa dell'oscurità. Alle ore 20.00 salì alla quota di m. 3 000, attraversò l'Adriatico e giunse in vista del territorio italiano nei pressi di Vieste. Alle ore 1:00 dell'11 marzo il dirigibile raggiunse Napoli, a circa 3 650 e 4 880 metri. La città era quasi completamente illuminata e il comandante Johannes Goebel poté agevolmente lanciare l'intero carico di bombe, circa quaranta ordigni per un peso complessivo di 6 400 kg. Esse colpirono i quartieri abitati, provocando notevoli danni alle abitazioni e vittime fra la popolazione civile.

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Il bombardamento ebbe molta enfasi sulla stampa tedesca: il giornale Tagliesche Rundschau del 13 marzo 1918 dedicò un articolo all'azione bellica, descrivendo con enfasi la punizione toccata agli antichi e fedifraghi alleati. Né i cittadini napoletani, né i comandi militari italiani seppero che il bombardamento dell'11 marzo era stato effettuato da un dirigibile: pensarono tutti a una squadriglia di aerei e solo molto più tardi conobbero la verità

Anche se il dirigibile era stato avvistato in fase di avvicinamento all'obiettivo da un treno armato della Regia Marina che stazionava a Termoli e da due stazioni ferroviarie,, non si registrò alcuna opposizione da parte delle postazioni contraeree permanenti. La sola reazione giunse dalla difesa marittima alle ore 1:15, dopo che le bombe erano già state lanciate. Successivamente venne istituita un'apposita Commissione di inchiesta, che chiese il rinvio a giudizio, presso il tribunale militare di Napoli, degli ufficiali che dovevano essere in servizio la notte del bombardamento e del radiotelegrafista di turno. Il Commissario Generale dell'Aeronautica esonerò i comandanti della difesa antiaerea di Napoli, Foggia e Termoli.

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Il dirigibile 'LZ 104 venne costruito dalla ditta Luftschiffbau Zeppelin di Friedrichshafen a partire dal 1916 per scopi militari. Il Ministero studiò un piano operativo per l'invio di medicine e rifornimenti bellici alle truppe del colonnello Paul Emil von Lettow-Vorbeck, che combatteva contro le truppe inglesi in Monzambico; il comando della Marina Imperiale decise di puntare sul mezzo aereo, e precisamente sul dirigibile.Il mezzo aereo era lungo circa 225 metri e con un diametro di circa 25 metri con un volume interno che si aggirava intorno ai 68.500 metri cubi.

L 59

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I preparativi per raggiungere il continente africano iniziarono subito, come comandante venne designato Ludwig Bockholt. Il dirigibile decollò da Jambol in direzione dell’Africa carico di rifornimenti. Arrivato in Sudan l’equipaggio ricevette il comando di tornare indietro poiché il comandante Von Lettow-Vorbeck aveva lasciato il territorio in mano agli inglesi. La Marina Imperiale successivamente usò il dirigibile per scopi bellici. Nei primi mesi del 1918 il dirigibile ritornò in Bulgaria ed eseguì alcune azioni militari in Medio Oriente, sul Mar Nero e sull'Italia.

La missione in Africa

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Gli obiettiviCampi flegrei: Ilva di Bagnoli

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1853: Sulla spiaggia di Bagnoli sorge la società Vetreria Lefevre.1905: Inizia la costruzione dell’impianto Ilva di Bagnoli, su una superficie di 12ha, con due (poi tre) altiforni da 250t e quattro (poi cinque) forni Martin da 50t.1908: La vetreria, gia rilevata alla fine dell’800 dalla società Colli e Concimi, passa alla Montecatini che installa una linea di produzione di solfato di rame, acido fosforico e fertilizzanti fosfatici.1910: Si inaugura l’Ilva che occupa 2000 operai. Lo stabilimento è strutturato con la logica del ciclo integrale: riceve le materie prime via mare e provvede alla spedizione del prodotto finitosempre via mare.1917-1919: Gli eventi bellici incrementano fortemente la produzione degli stabilimenti napoletani: Ilva, Partison, Bacini e Scali; la sola Ilva, nel 1918, occupa 4000 operai. Liceo A. Pansini Napoli

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Sul finire dell’800, in conseguenza del desiderio italico di conseguire un livello di armamenti marittimi al pari delle grandi potenze europee, l’assenza di industrie specializzate nel settore bellico in Italia, ed il grosso indebitamento con la società britannica Armstrong, vennero concordate una serie di proposte che sfiorarono nell’insediamento di uno stabilimento della società britannica in Italia.Si optò per Pozzuoli, la città aveva una posizione geografica particolarmente favorevole, vicina alla città di Napoli e servita dalla ferrovia Cumana in costruzione.Pozzuoli effettuò il potenziamento delle strutture portuali e rafforzò le scogliere antestanti gli impianti. Nel 1906 i cantieri Armstrong si estendevano su un area di 28 ettari e potevano contare un una propria acciaieria, officine per la produzione di ghisa, fonderie, fucine dotate di presse idrauliche e grandi magli a vapore, oltre un officina meccanica che nel 1911 raggiunse la dimensione di 17.400 metri quadrati, una propria centrale elettrica e un balipedio, per testare le varie armi da fuoco.Durante la prima guerra mondiale, l’Armstrong ampliò la sua gamma di prodotti, estendendola anche alle armi di medio e piccolo calibro per l’esercito.

Cantieri Armstrong

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Gli obiettivi prefissati vennero colpiti solo parzialmente. Le bombe furono sganciate prima sulla zona retrostante il porto di Napoli, sul quartiere di S, Erasmo ai Granili, dove provocarono la morte di un numero imprecisato di persone e 40 feriti, successivamente sulla zona di Posillipo dove provocarono altri morti e feriti.Gli stabilimenti di Bagnoli furono colpiti per ultimi, lungo il viaggio di ritorno e lievemente danneggiati.La città fu presa alla sprovvista, si pensò inizialmente a degli attentati, il Prefetto inviò le Guardie dell’esercito a presidiare i quartieri colpiti, successivamente si avanzò l’ipotesi di un bombardamento aereo.

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Il giorno successivo il quotidiano di Napoli il Mattino dedicò parte della prima pagina all’accaduto, con retorica si attaccarono le barbarie dei nemici d’Italia e si aggiungeva Napoli alle città eroiche insieme a Londra, Parigi e Venezia.

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L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Enrico Presutti, la stessa mattina dell’11 invitò i cittadini all’unità e alla serenità nel dolore.

Cittadini!Siete ormai in prima linea, fra le popolazioni civili, all’onore dei rinnovati colpi nemici. Ieri, voci insidiose dirette a deprimere gli animi, a creare timori per inesistenti pericoli; la scorsa notte le bombe micidiali, che hanno fatto molte vittime.Più di fronte al pericolo reale che di fronte alle voci insidiose deste prova di pacata fermezza.Persistete a contrapporre l’animo sereno ed invitto così alle artate voci di coloro che, pazzi o criminali, cercano o impaurirvi, mormorando di inesistenti malanni, o togliervi la fiducia nei vostri eletti e nelle autorità governative, come nel pericolo reale, che possiate attendere, ma non dobbiamo paventare. Potete essere sicuri che nessun pericolo mai vi nasconderemo. Chi , all’infuori delle autorità, altri ve ne annunci, mentisce per far male a voi e rendere a noi più difficile il compito.Osservate gli ordini e le precauzioni che le autorità vi suggeriscono.L’ora richiede la più grande disciplina. Siate uniti e sereni.Cittadini!Raccogliamo i nostri morti, soccorriamo i feriti, ed al nemico che armato accampasi sull’italico suolo, grdiamo:ITALIA! ITALIA! ITALIA! Liceo A. Pansini Napoli

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Il popolo napoletano rispose con dolorosa compostezza nel mattino del 13 marzo, durante il funerale delle vittime.

Mai il gran cuore collettivo del nostro popolo aveva vibrato con ritmo più sincronico ed uniforme, mai una manifestazione pubblica della città aveva assunto maggiori sentimenti di nobiltà e di bellezza. Manifestazione di alto e profondo significato civile..[..].Il Mattino 14 marzo 1918

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La Croce rossa italiana emise un chiudilettera commemorativo “Pro Napoli” a ricordo dell’onta barbarica contro la città partenopea. Il suo valore era di 5 centesimi, i fondi raccolti andarono alle famiglie delle vittime.

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Reazioni….

Nell'agosto del 1918 Gabriele D'Annunzio decise di celebrare il quarto anniversario della guerra scatenata dall'Austria, con un atto di straordinaria audacia che sarebbe valso a precisare il mutamento ormai avvenuto nella situazione generale (sulla Marna i tedeschi erano entrati in grave crisi).

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All'alba del 9 agosto, alle 5,30 la squadriglia "Serenissima" comandata dal maggiore Gabriele D'Annunzio e dal capitano Natale Palli, si levò in volo dall'aeroscalo posto nelle immediate vicinanze di Padova.Venti minuti dopo le 9, la Serenissima, ridotta a sette apparecchi dai i 10 iniziali, giunse su Vienna e iniziò a volteggiare nel cielo viennese, sconcertando ma anche meravigliando la folla immensa, accorsa nelle vie e nelle piazze a vedere lo stupendo e superbo spettacolo con riverenziale timore

Ogni apparecchio portava un carico di venti chilogrammi di carta stampata; erano dei manifestini, i cosiddetti "l'arme lunga della gesta inerme" 

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Il Volantino scritto e preparato da D'Annunzio riportava le seguenti frasi:« In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, l'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge. Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta. La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebbrezza che moltiplica l'impeto. Ma, se l'impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L'Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l'Ourcq di sangue tedesco.Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo. Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino. Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi.Viva l'Italia! »

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Lo stesso anche se pieno di enfasi e stile letterario era considerato inadatto ad assolvere la funzione prevista, essendo inoltre difficilmente traducibile in tedesco, per questo vennero lanciati anche i volantini interpretati dal romano Ugo Ojetti

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I volantini furono lanciati sulla città a scopo propagandistico, per mostrare la superiorità aerea d’Italia e il livello di civiltà degli italiani……..non bombe sulle popolazioni inermi ma parole di libertà…Eppure…..

Proprio l’Italia fula prima ad impiegare aerei sia come mezzo offensivo che come strumento di ricognizione. Il 23 ottobre 1911, il pilota capitano Carlo Maria Piazza sorvolò le linee turche in missione di ricognizione e il 1º novembre dello stesso anno, l'aviatore Giulio Gavotti, lanciò a mano la prima bomba aerea (grande come un'arancia, si disse) sulle truppe turche di stanza in Libia.

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Sitografia

• www.aviazione-italiana.it/Storia%20Aeronautica%20Italiana%203.html• cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?...GG1PrimaGuerraMon.• giuseppe-peluso.blogspot.com/2012/05/uno-zeppelin-su-napoli.html• www.icsm.it/articoli/ri/dirigibile59.html• www.lafilatelia.it › ... › Erinnofilia

Bibliografia

Verolino Luigi, I profughi di Caporetto a Napoli e in Provincia : Lo Zeppelin L.59 bombarda Napoli, Il Quartiere edizioni, Napoli 2012

Liceo A. Pansini Napoli, classe III sez G