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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Vicedirettore: Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 15 gennaio 2006 MONSIGNOR COLETTI, VESCOVO DA CINQUE ANNI «CHE SIANO PERFETTI NELL’UNITÀ» l 13 gennaio del 2001, Diego Coletti diventava Vescovo per l’imposizione delle mani del Cardinale Carlo Maria Martini. Oggi monsignor Diego si trova, a distanza di cinque anni, a rinnovare gli impegni assunti nel Duomo di Milano in quella gelida serata invernale. Impegni che aveva voluto sintetizzare nello stemma e nel motto che aveva scelto per la sua nuova esperienza episcopale: “Consummati in unum”.“Una delle prime preoccupazioni del vescovo – scrisse monsignor Coletti spiegando il motto - deve essere quella di favorire e consolidare il rispetto vicendevole, la comunione fraterna, l’amore reciproco e la collaborazione tra tutti i discepoli di Gesù”. Un impegno che diventa oggi anche il nostro augurio per la missione episcopale del Pastore della Chiesa livornese. n.s. I IL PROGRAMMA DELLA SETTIMANA ECUMENICA * MERCOLEDÌ 18 ore 18.30 Chiesa di San Giovanni (Via Car- raia 2) Liturgia di apertura della Settimana di preghiera (a cura della Comunità di Sant’Egidio) * VENERDÌ 20 ore 21.00 Chiesa Avventista (Piazza del Luogo Pio) Preghiera ecumenica con la comunità avventista. Meditazio- ne don Gustavo Riveiro. * DOMENICA 22 ore 10.30 Chiesa Valdese (Largo dei Valde- si) Culto ecumenico; ore 13.00 Chiesa Valdese (Largo dei Valde- si) Agape ecumenica. * LUNEDÌ 23 La Charta Oecu- menica per la vita della comu- nità ore 17.00 Chiesa di S. An- drea; ore 17.00 Chiesa della Ma- donna; ore 17.00 Chiesa di No- stra Signora di Fatima; ore 21.00 Chiesa di S. Teresa (Rosignano); ore 21.00 Chiesa della Madonna del Soccorso; ore 21.00 Chiesa di San Benedetto. * MARTEDÌ 24 ore 21.00 nella Chiesa Battista (Preghiera ecu- menica con la comunità battista. Meditazione monsignor Alberto Ablondi. *MERCOLEDÌ 25 ore 21.00 Cen- tro Cristiano Evangelico (Via Vecchia Picchianti 30) Liturgia di conclusione della Settimana di preghiera. Il cammino ecumenico Bambini e missioni OMENICA 22 GENNAIO i ra- gazzi della diocesi si ritroveran- no all’Istituto Santo Spirito (Corso Mazzini, 199) per festeggiare insie- me la GIORNATA MONDIALE dei RAGAZZI MISSIONARI, organiz- zata dall’e PPOOMM - INFANZIA MISSIONARIA, insieme all’Ufficio Diocesano di Pastorale per le Mis- sioni. La festa inizierà alle 14,30 con l’accoglienza di tutti i giovani che parteciperanno alla giornata. D Alle 15.00 è previsto l’inizio dei giochi e alle 18.00 la premiazione finale. Alla festa interverrà anche monsignor Diego Coletti Il progetto da sostenere scelto que- st’anno e al quale tutta la diocesi è chiamata a contribuire è: il mante- nimento di un collegio per bambi- ni orfani nell’Arcidiocesi di Latore in Pakistan (spese per un anno per l’alimentazione e lo studio di 94 bambini). La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e la giornata per l’amicizia ebraico-cristiana DI RICCARDO BURIGANA* e due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, io sono in mezzo a loro»: questo è il passo del vangelo di Matteo, che guiderà la preghiera e la riflessione di uomini e donne nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno (18-25 gen- naio 2006). Si tratta di un momento particolarmente impor- tante nel cammino ecu- menico; infatti, fin dai suoi primi passi papa Be- nedetto XVI ha indicato nel dialogo tra cristiani per l’unità della Chiesa uno degli elementi fonda- mentali del proprio magi- stero. A queste indicazio- ni sono seguiti una serie di interventi pubblici del pontefice, tra i quali è suf- ficiente ricordare il discor- so pronunciato a Colonia ai rappresentanti delle co- munità cristiane della Germania alla vigilia della Giornata mondiale della Gioventù, e una serie di incontri tra esperti, ulti- mo dei quali è stata la riu- nione della Commissione mista cattolico-ortodossa, a Roma, lo scorso dicem- bre, che ha segnato la ri- presa ufficiale del dialogo teologico tra cattolici e or- todossi dopo anni di ru- morose contrapposizioni. I PROSSIMI APPUNTAMENTI A questa stagione, che ri- chiama le parole e i gesti del pontificato di Gio- S « vanni Paolo II, pur in- troducendo elementi di novità, le Chiese locali sono chiamate a prende- re parte proseguendo il cammino di conoscenza tra cristiani e dedicando sempre più spazio alla preghiera individuale e comunitaria proprio per l’unità della Chiesa. Quest’anno i cristiani di Europa sono chiamati a iniziare, ufficialmente, un «pellegrinaggio», che li condurrà nel settem- bre del 2007 a Sibiu, in Romania, per la celebra- zione della III Assem- blea Ecumenica Euro- pea, dopo Basilea e Graz; per questa ragione una delegazione di oltre cento rappresentanti delle Conferenze episco- pali europee e delle Chiese cristiane di Euro- pa sarà presente a Roma alla fine della Settimana di preghiera per l’unità, unendosi a Benedetto XVI nella preghiera con- clusiva il 25 gennaio. A questa prima tappa ne seguirà una seconda, il prossimo anno, a Wit- tenberg, la città della Sassonia nella quale, nel 1517, Martin Lutero det- te inizio alla riforma re- ligiosa che avrebbe fran- tumato il cristianesimo occidentale, chiamato, da allora, a interrogarsi sullo scandalo della di- visione. In questo «pel- legrinaggio» i cristiani di Europa dovranno essere accompagnati dalla Charta Oecumenica, che costituirà la base dei la- vori della terza Assem- blea ecumenica di Sibiu. Per questo, nella defini- zione delle iniziative per la Settimana di preghie- ra è stato scelto di dare ampio spazio alla lettu- ra della Charta Oecume- nica, oltre ai momenti di preghiera e di conoscen- za; su questo punto c’è stata la piena sintonia da parte del gruppo, che da anni si occupa di pensare al programma delle iniziative. Il grup- po, composto dal dele- gato per l’ecumenismo della diocesi di Livorno, dai Pastori delle comu- nità Avventista, Battista, Pentecostale e Valdese, da un rappresentante del gruppo SAE di Livor- no e da uno della Co- munità di Sant’Egidio, ha indicato in lunedì 23 gennaio il giorno nel quale riflettere e pregare sulla Charta Oecumenica in alcune chiese livorne- si, come la chiesa della Madonna, la chiesa di San Benedetto, la chiesa di S. Andrea, solo per fa- re qualche esempio. Della Charta Oecumenica, che verrà consegnata a tutti i par- tecipanti all’incontro e a coloro che ne faranno ri- chiesta, è stato deciso di soffermarsi sugli aspetti dell’ecumenismo quoti- diano delle comunità, dal momento che la Charta, nella sua sobria ricchezza evangelica, mostra ai cristiani il cammino di una conver- sione quotidiana e con- tinua alla dimensione ecumenica della Chiesa. LA GIORNATA DELL’AMICIZIA EBRAICO- CRISTIANA Il 17 gennaio si terrà la giornata dell’amicizia ebraico-cristiana; si trat- ta di una tradizione che si è ormai venuta conso- lidando nella città di Li- vorno, con una parteci- pazione amicale e frater- na tra ebrei e cristiani. Si tratta di una giornata, che è nata in ambito ita- liano e cattolico, soprat- tutto per l’impegno di monsignor Alberto Ablondi, si è venuta af- fermando in tutta Euro- pa, con una partecipa- zione sempre più ampia di cristiani, che sono chiamati a ripensare al passato dei rapporti tra cristianesimo e ebrai- smo nella gioia della scoperta di un’amicizia tanto più bella perchè nuova. Per i cristiani di Livorno, quest’anno, sarà anche l’occasione di incontrare ufficialmente il nuovo rabbino della comunità di Livorno, Yair Didi, e di fare me- moria, nelle forme e nei modi di ogni singola tradizione cristiana, dei rabbini Isidoro Kahn e Leone Kalon, il primo a lungo animatore di que- sti momenti con passio- ne, competenza e amici- zia, il secondo recente- mente e prematuramen- te scomparso, dopo un soggiorno a Livorno, breve da un punto di vi- sta temporale, ma assai ricco da un punto di vi- sta umano. Infine pare opportuno ricordare che tutte le of- ferte raccolte durante la Settimana di preghiera saranno inviate alla So- cietà Biblica in Italia, per la promozione di progetti, soprattutto nei paesi più poveri, per la traduzione della Scrittu- ra, che costituisce un inesauribile patrimonio per vita delle comunità cristiane e un perentorio richiamo alla costruzio- ne dell’unità nel nome dell’amore Trinitario, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. * direttore del CeDoMEI (Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico Italiano) La domenica dell’infanzia missionaria LA GIORNATA DELL’AMICIZIA Ecco come si svolgerà la XVII Giornata dell’amicizia ebraico- cristiano a cura della Diocesi di Livorno, della Chiesa Avventis ta, della Chiesa Battista, della Chiesa Valdese, del Centro Cristiano Evangelico, del SAE di Livorno e della Comunità Ebraica di Livorno. MARTEDÌ 17 GENNAIO Ore 18.00 Incontro presso la Sinagoga. Momento di preghiera, guidato da rav. Yair Didi, rabbino di Livorno Ore 19.00 Ascolta, Israele! La prima delle Dieci Parole: «Io sono il Signore, tuo Dio» Riflessione a due voci - presso il Centro Culturale Diocesano: pastore Elizabeth Green (Chiesa Battista) e rabbino Yair Didi (Comunità Ebraica); modera il prof. Riccardo Burigana (Diocesi di Livorno).

Il cammino ecumenico - WebDiocesi...Savio e con tutti i sacerdoti tuoi confra-telli, che ti hanno preceduto nella casa del Padre, ora godi il meritato riposo: ve-glia ancora sulla

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  • Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

    [email protected]

    Notiziario locale Direttore responsabileAlberto MigoneVicedirettore: Andrea Fagioli

    Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

    15 gennaio 2006

    MONSIGNOR COLETTI,VESCOVO DA CINQUE ANNI

    «CHE SIANO PERFETTINELL’UNITÀ»

    l 13 gennaio del 2001, Diego Colettidiventava Vescovo per l’imposizione delle

    mani del Cardinale Carlo Maria Martini.Oggi monsignor Diego si trova, a distanza dicinque anni, a rinnovare gli impegni assuntinel Duomo di Milano in quella gelida seratainvernale. Impegni che aveva volutosintetizzare nello stemma e nel motto cheaveva scelto per la sua nuova esperienzaepiscopale: “Consummati in unum”.“Una delle prime preoccupazioni delvescovo – scrisse monsignor Coletti spiegando il motto - deve essere quelladi favorire e consolidare il rispetto vicendevole, la comunione fraterna,l’amore reciproco e la collaborazione tra tutti i discepoli di Gesù”. Unimpegno che diventa oggi anche il nostro augurio per la missione episcopaledel Pastore della Chiesa livornese.

    n.s.

    I

    IL PROGRAMMA DELLA SETTIMANA ECUMENICA* MERCOLEDÌ 18 ore 18.30Chiesa di San Giovanni (Via Car-raia 2) Liturgia di apertura dellaSettimana di preghiera (a curadella Comunità di Sant’Egidio)

    * VENERDÌ 20 ore 21.00 ChiesaAvventista (Piazza del LuogoPio) Preghiera ecumenica con lacomunità avventista. Meditazio-ne don Gustavo Riveiro.

    * DOMENICA 22 ore 10.30Chiesa Valdese (Largo dei Valde-si) Culto ecumenico; ore 13.00Chiesa Valdese (Largo dei Valde-si) Agape ecumenica.

    * LUNEDÌ 23 La Charta Oecu-menica per la vita della comu-

    nità ore 17.00 Chiesa di S. An-drea; ore 17.00 Chiesa della Ma-donna; ore 17.00 Chiesa di No-stra Signora di Fatima; ore 21.00Chiesa di S. Teresa (Rosignano);ore 21.00 Chiesa della Madonnadel Soccorso; ore 21.00 Chiesa diSan Benedetto.

    * MARTEDÌ 24 ore 21.00 nellaChiesa Battista (Preghiera ecu-menica con la comunità battista.Meditazione monsignor AlbertoAblondi.

    *MERCOLEDÌ 25 ore 21.00 Cen-tro Cristiano Evangelico (ViaVecchia Picchianti 30) Liturgia diconclusione della Settimana dipreghiera.

    Il cammino ecumenico

    Bambini e missioniOMENICA 22 GENNAIO i ra-gazzi della diocesi si ritroveran-

    no all’Istituto Santo Spirito (CorsoMazzini, 199) per festeggiare insie-me la GIORNATA MONDIALE deiRAGAZZI MISSIONARI, organiz-zata dall’e PPOOMM - INFANZIAMISSIONARIA, insieme all’UfficioDiocesano di Pastorale per le Mis-sioni. La festa inizierà alle 14,30con l’accoglienza di tutti i giovaniche parteciperanno alla giornata.

    D Alle 15.00 è previsto l’inizio deigiochi e alle 18.00 la premiazionefinale. Alla festa interverrà anchemonsignor Diego ColettiIl progetto da sostenere scelto que-st’anno e al quale tutta la diocesi èchiamata a contribuire è: il mante-nimento di un collegio per bambi-ni orfani nell’Arcidiocesi di Latorein Pakistan (spese per un anno perl’alimentazione e lo studio di 94bambini).

    La Settimana di preghiera per l’unità dei cristianie la giornata per l’amicizia ebraico-cristiana

    DI RICCARDO BURIGANA*

    e due o tre siriuniscono perinvocare il mionome, io sono

    in mezzo a loro»: questo èil passo del vangelo diMatteo, che guiderà lapreghiera e la riflessionedi uomini e donne nellaSettimana di preghieraper l’unità dei cristiani diquest’anno (18-25 gen-naio 2006). Si tratta di un momentoparticolarmente impor-tante nel cammino ecu-menico; infatti, fin daisuoi primi passi papa Be-nedetto XVI ha indicatonel dialogo tra cristianiper l’unità della Chiesauno degli elementi fonda-mentali del proprio magi-stero. A queste indicazio-ni sono seguiti una seriedi interventi pubblici delpontefice, tra i quali è suf-ficiente ricordare il discor-so pronunciato a Coloniaai rappresentanti delle co-munità cristiane dellaGermania alla vigilia dellaGiornata mondiale dellaGioventù, e una serie diincontri tra esperti, ulti-mo dei quali è stata la riu-nione della Commissionemista cattolico-ortodossa,a Roma, lo scorso dicem-bre, che ha segnato la ri-presa ufficiale del dialogoteologico tra cattolici e or-todossi dopo anni di ru-morose contrapposizioni.

    I PROSSIMIAPPUNTAMENTIA questa stagione, che ri-chiama le parole e i gestidel pontificato di Gio-

    S«vanni Paolo II, pur in-troducendo elementi dinovità, le Chiese localisono chiamate a prende-re parte proseguendo ilcammino di conoscenzatra cristiani e dedicandosempre più spazio allapreghiera individuale ecomunitaria proprio perl’unità della Chiesa.Quest’anno i cristiani diEuropa sono chiamati ainiziare, ufficialmente,un «pellegrinaggio», cheli condurrà nel settem-bre del 2007 a Sibiu, inRomania, per la celebra-zione della III Assem-blea Ecumenica Euro-pea, dopo Basilea eGraz; per questa ragioneuna delegazione di oltrecento rappresentantidelle Conferenze episco-pali europee e delleChiese cristiane di Euro-pa sarà presente a Romaalla fine della Settimanadi preghiera per l’unità,unendosi a BenedettoXVI nella preghiera con-clusiva il 25 gennaio. Aquesta prima tappa neseguirà una seconda, ilprossimo anno, a Wit-tenberg, la città dellaSassonia nella quale, nel1517, Martin Lutero det-te inizio alla riforma re-ligiosa che avrebbe fran-tumato il cristianesimooccidentale, chiamato,da allora, a interrogarsisullo scandalo della di-visione. In questo «pel-legrinaggio» i cristiani diEuropa dovranno essereaccompagnati dallaCharta Oecumenica, checostituirà la base dei la-vori della terza Assem-

    blea ecumenica di Sibiu.Per questo, nella defini-zione delle iniziative perla Settimana di preghie-ra è stato scelto di dareampio spazio alla lettu-ra della Charta Oecume-nica, oltre ai momenti di

    preghiera e di conoscen-za; su questo punto c’èstata la piena sintoniada parte del gruppo, cheda anni si occupa dipensare al programmadelle iniziative. Il grup-po, composto dal dele-

    gato per l’ecumenismodella diocesi di Livorno,dai Pastori delle comu-nità Avventista, Battista,Pentecostale e Valdese,da un rappresentantedel gruppo SAE di Livor-no e da uno della Co-

    munità di Sant’Egidio,ha indicato in lunedì 23gennaio il giorno nelquale riflettere e pregaresulla Charta Oecumenicain alcune chiese livorne-si, come la chiesa dellaMadonna, la chiesa diSan Benedetto, la chiesadi S. Andrea, solo per fa-re qualche esempio. Della ChartaOecumenica, che verràconsegnata a tutti i par-tecipanti all’incontro e acoloro che ne faranno ri-chiesta, è stato deciso disoffermarsi sugli aspettidell’ecumenismo quoti-diano delle comunità,dal momento che la Charta, nella sua sobriaricchezza evangelica,mostra ai cristiani ilcammino di una conver-sione quotidiana e con-tinua alla dimensioneecumenica della Chiesa.

    LA GIORNATADELL’AMICIZIA EBRAICO-CRISTIANAIl 17 gennaio si terrà lagiornata dell’amiciziaebraico-cristiana; si trat-ta di una tradizione chesi è ormai venuta conso-lidando nella città di Li-vorno, con una parteci-pazione amicale e frater-na tra ebrei e cristiani. Sitratta di una giornata,che è nata in ambito ita-liano e cattolico, soprat-tutto per l’impegno dimonsignor AlbertoAblondi, si è venuta af-fermando in tutta Euro-pa, con una partecipa-zione sempre più ampiadi cristiani, che sonochiamati a ripensare al

    passato dei rapporti tracristianesimo e ebrai-smo nella gioia dellascoperta di un’amiciziatanto più bella perchènuova. Per i cristiani diLivorno, quest’anno,sarà anche l’occasione diincontrare ufficialmenteil nuovo rabbino dellacomunità di Livorno,Yair Didi, e di fare me-moria, nelle forme e neimodi di ogni singolatradizione cristiana, deirabbini Isidoro Kahn eLeone Kalon, il primo alungo animatore di que-sti momenti con passio-ne, competenza e amici-zia, il secondo recente-mente e prematuramen-te scomparso, dopo unsoggiorno a Livorno,breve da un punto di vi-sta temporale, ma assairicco da un punto di vi-sta umano.Infine pare opportunoricordare che tutte le of-ferte raccolte durante laSettimana di preghierasaranno inviate alla So-cietà Biblica in Italia,per la promozione diprogetti, soprattutto neipaesi più poveri, per latraduzione della Scrittu-ra, che costituisce uninesauribile patrimonioper vita delle comunitàcristiane e un perentoriorichiamo alla costruzio-ne dell’unità nel nomedell’amore Trinitario,del Padre, del Figlio edello Spirito Santo.* direttore del CeDoMEI

    (Centro diDocumentazione del

    Movimento EcumenicoItaliano)

    La domenica dell’infanzia missionaria

    LA GIORNATA DELL’AMICIZIA

    Ecco come si svolgerà la XVII Giornata dell’amicizia ebraico-cristiano a cura della Diocesi di Livorno, della Chiesa Avventis ta,della Chiesa Battista, della Chiesa Valdese, del Centro CristianoEvangelico, del SAE di Livorno e della Comunità Ebraica di Livorno.

    MARTEDÌ 17 GENNAIOOre 18.00 Incontro presso la Sinagoga. Momento di preghiera,guidato da rav. Yair Didi, rabbino di LivornoOre 19.00 Ascolta, Israele! La prima delle Dieci Parole: «Io sono ilSignore, tuo Dio» Riflessione a due voci - presso il Centro CulturaleDiocesano: pastore Elizabeth Green (Chiesa Battista) e rabbino YairDidi (Comunità Ebraica); modera il prof. Riccardo Burigana(Diocesi di Livorno).

  • LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI15 gennaio 2006IICHI ERA DON BIONDI

    Uno stileunico

    utta la parrocchia di Shangai e laDiocesi si sono stretti attorno alvescovo Diego Coletti e al vescovoemerito Alberto Ablondi, per dare

    l’estremo saluto a monsignor TeodoroBiondi: don Biondi, come è stato sempre,e come rimarrà, per noi tutti.Faceva parte di quella pattuglia di sacer-doti, ordinati dal vescovo Piccioni, che ilVescovo Ablondi aveva trovato ad acco-glierlo al suo arrivo e che sono semprestati per lui amici fedeli .Amico tra gli amici, factotum, consiglie-re, segretario, segretario del ConsiglioPresbiterale, si occupava della stampa delnotiziario «Per singulos dies» e del Bol-lettino Diocesano con l’indimenticatoAroldo Figara, si preoccupava di toglierele «pietre» dal cammino del Vescovo , sipreoccupava di metterne in risalto le dotipastorali come quando ha raccolto nel li-bro «Una missione di accoglienza» i suoiprincipali scritti. Figura particolare conuna spiccata personalità ed un tratto per-sonalissimo ed uno «stile comunicativo»che lo hanno reso indimenticabile. Emiliano di nascita era diventato livorne-se di adozione con i pregi e le particolaridoti di spontaneità e sincerità della «li-vornesità».Attaccatissimo alla Diocesi era ancora piùattaccato alla sua Parrocchia che era lasua creatura, dal momento che era statol’artefice della sua costruzione. Affeazio-nato alla sua gente alla quale ha dedicatole sue energie ed il suo cuore.Quest’anno avrebbe celebrato il sessante-simo della sua ordinazione sacerdotale .Il Signore ha voluto preparargli in Cielouna festa più grande.Arrivederci don Biondi: con il VescovoSavio e con tutti i sacerdoti tuoi confra-telli, che ti hanno preceduto nella casadel Padre, ora godi il meritato riposo: ve-glia ancora sulla tua Diocesi e sulla tuaShangai e prega per noi che preghiamoper te.

    M.L.F.

    T

    DI NICOLA SANGIACOMO

    a chiesa della SacraFamiglia nel quartieredi Shangay è gremitacome forse mai era

    successo: l’occasione è diquelle storiche ecommoventi insieme.È l’ultimo saluto a donTeodoro Biondi, il fondatoredi questa chiesa, il primo, e,fino ad oggi, unico parrocodel quartiere. Si potrebbequasi affermare che donBiondi è anche uno deifondatori di Shangay, unquartiere nato dallaricostruzione deldopoguerra di cui conoscevavita, morte e miracoli. Loconosceva fin da quando eracostituito soprattutto dabaracche, perché propriouna baracca ospitò la primachiesa. Un quartiere e unagente che ha imparato adamare in quegli anni duri,quando la povertà era unasituazione molto diffusa, eche non ha mai tradito, finoalla fine. Alle soglie degli 85anni era ancora il parrocodella Sacra Famiglia eproprio poche settimane faaveva visto diventare preteun giovane cresciuto nelquartiere, Fabio Menicagli.Chi ha conosciuto almenoun po’ don Biondi puòimmaginare quanto possaaver gioito di questo. Lo havoluto dimostrareconcretamente a Fabioregalandogli una delle cosepiù preziose che aveva, ilcalice che gli aveva lasciatomonsignor Vincenzo Savio.Ma don Biondi non è statosolo il parroco di Shangay:anche questo è chiaramenteintuibile nel giorno del suofunerale. In chiesa, oltre agliabitanti del quartiere, siaffollano tante altre persone,alcune molto note, non solo

    in città, altre meno, tuttesinceramente legateall’uomo e al sacerdote.Tra queste ovviamentemonsignor Ablondi, ilVescovo emerito, con ilquale don Biondi hacollaborato per un paio didecenni in incarichi digrande fiducia; per il vescovoAlberto era uno di famigliacon il quale condividevagioie e dolori, successi efatiche. Nonostante questafamiliarità quotidianacontinuavano a darsi del lei:per don Biondi monsignorAblondi era, innanzitutto, ilVescovo e al Vescovo sidoveva rispetto. È statoaccanto a lui fino all’ultimogiorno del suo ministeroepiscopale nella diocesi e siè saputo ritirare dagliimpegni diocesani il giornosuccessivo all’ingresso delnuovo Vescovo per tornare, a81 anni compiuti, a tempopieno nella sua Shangay.Ci sono naturalmente tantipreti per i quali don Biondiera più di un punto diriferimento, ci sono tantilaici credenti di tutte le età,con i quali don Biondisapeva instaurare un intesaparticolare, ma anche

    persone non troppo abituatea frequentare le chiese, chericonoscevano in lui unapersona di grande carisma.Ci sono anche delle personeche vengono da lontano: èuna delegazione delladiocesi di Belluno, guidatadal Vescovo, monsignorGiuseppe Andrich, cheintende dimostrarel’amicizia che legava donBiondi al vescovo Savio, cheper tre anni è stato pastore diquella diocesi.La folla che partecipa al suofunerale dice, tuttavia, solouna parte di quello che èstato don Biondi: molti dicoloro che lo hannoconosciuto meglio e che oggici potrebbero testimoniare lastraordinarietà della suaesperienza umana non cisono più, almenofisicamente. Eppure sembraquasi di avvertire la lorotestimonianza appassionatanel silenzio stupendo di unachiesa gremita.Un silenzio che ci parla diquel montanaro ruvido che,arrivato a Livorno, ha saputoinserirsi a tal punto nellospirito della città darimanere montanaro sì, madi scoglio.

    L

    HANNO DETTODI DON TEODORO...Don Antonio Marini (parroco S. MariaAssunta e Lorenzo a Castallanselmo): «Doroaveva una intensissima vita spirituale adispetto di una scorza ruvida che spessopoteva anche scandalizzare. Grande devoto diMaria teneva quotidianamente un diariospirituale. E poi come dimenticare i 26 annispesi totalmente al servizio di monsignorAblondi! Sapeva dargli la sponda giusta suogni problema e non l’ha mai abbandonatoanche nei momenti più difficili».

    Don Fabio Menicagli (viceparroco a N. S.di Fatima in Corea): «Sono cresciuto tra le suepanche. Ha sposato i miei genitori, ha seguitomia sorella Giada in tutti i momenti difficilidella sua malattia. Per l’ordinazione mi haregalato un calice che gli aveva donatomonsignor Savio: un dono preziosissimo. Poicome dono della comunità parrocchiale mi hafatto confezionare una casula col disegno dellaSacra Famiglia: simbolo dell’ultima, dellagente povera ma vera, schietta e genuinacom’era lui».

    Marco Susini (deputato Ds): «Don Biondil’ho conosciuto più approfonditamente intempi recenti. Nel mio libro su Shangai hodedicato un intero capitolo alla sua opera traquesta gente. Aveva una personalità moltoforte e una grande disponibilità umana.L’amore per questo quartiere sopra tutto: lodifendeva sempre e non accettava l’idea chefosse definito il Bronx di Livorno perché nericonosceva i valori umani e sociali».

    Don Luciano Musi (parroco S. GiovanniBosco in Coteto): «Ho conosciuto don Biondiquando sono arrivato a Livorno nel 1947. Nonmi fece subito una bella impressione, ancheperché lo vidi fumare e per me questo eraveramente scandaloso.Venendomi a salutaremi chiese se avevo voglia di servire la Messa.Feci la mia a dirgli di sì! Da quel giorno, tutti ipomeriggi ero in chiesina e non solo mi facevaservire la Messa, ma addirittura mi convinseanche a dire il Rosario.Quando nel 1950 gli dissi che entravo inseminario lui storse la bocca, mi guardò conquello sguardo buffo e mi disse: "ma và a letto,vai; te, lo so io, ti farai prete in un convento disore!". Non ci rimasi male, perché ormaisapevo che dietro quella scorza dura dimontanaro, c’era un cuore che mi amava e cheora veramente godeva della mia decisione.Incontrando mia madre in seguito le disse:"Quel bombolone del tu’ figliolo vol farsi prete.Vedrai che sarà un bel pretone!"».

    UUnn mmoonnttaannaarroo ddii ssccoogglliioo

    Latestimonianzasilenziosa dellagente ritrovatasial funerale di don Biondi.A Shangay nella chiesagremita le mille storie di amicizia

    NELL’AUGURIO A DON FABIOMENICAGLI QUASI UNTESTAMENTO SPIRITUALE

    «CHE LA MIA VITASIA UN RIFLESSO DEL TUO AMORE»«FU UNA FATICA GRANDE,MA AL TERMINE DELL’ANDARE TORNARONO PORTANDOCOVONI PIENI DI SPIGHE»

    el ricordare la figura di don Biondici sembra interessante riportare

    integralmente il discorso che, solopoche settimane fa, ha rivolto nellaChiesa della Sacra Famiglia a donFabio Menicagli in occasione della suaprima Messa nella parrocchia diorigine.Più che un semplice saluto, a leggerlooggi, sembra quasi un testamentospirituale, diviso in tre punti: unprogramma di vita sacerdotale, ilvalore dell’amicizia, e la missione delprete.In queste brevi considerazioni si scorgeuno spaccato della spiritualità di donBiondi, essenziale e profonda. Siintuisce anche un’altra caratteristicadell’uomo, certamente menoconosciuta: uno stile letterario moltocurato e mai banale.Un testo che don Biondi ha volutodatare e firmare di pugno come sefosse stato conscio che sarebbe rimastoun documento importante.

    n.s.

    Fabio,il grande momento, atteso esospirato, è arrivato. Il sogno dianni si sta realizzando: stai periniziare la celebrazione della tuaprima Messa in quellaParrocchia, in quella chiesa cheti ha visto nascere, dove seicresciuto in mezzo a questa gente- il Popolo di Dio più semplice eumile di questa città. Qui ilBattesimo, la Cresima, la primaComunione e ora la primaMessa.All’inizio della celebrazionevoglio dirti tre cose, tre messaggise vuoi.A nome di questa Comunità tioffro la casula della celebrazione.Questa casula ti ricorderà che tusei partito dalla Parrocchia dellaSacra Famiglia, dal popolo: nondimenticare le tue originipopolari, non dimenticare mai ilpopolo umile e semplice che ti haseguito e ti segue.Sulla casula c’è la SacraFamiglia da dove sei partito conla scritta: «Dalla Sacra Famigliadi Shangay dove sei cresciutoporta al mondo gioia, speranza,amore. Siamo con te». Suldavanti della casula il pane e ilvino da consacrare e offrire conuna preghiera: «Che la mia vitasia un riflesso del tuo amore.Che io possa consolare,perdonare, benedire e tendere lemani ad ogni creatura».È un programma di vitasacerdotale che auguro sia il tuosempre. Ed ora rivestiti dellacasula.La seconda cosa che voglio dirti èquesta: dopo il regalo dellaComunità, la casula, il mioregalo personale che per me è diuna importanza enorme. Questoè il calice che ha una storiaparticolare ed è il segnodell’amicizia. Questo è il caliceche Vincenzo Savio (è il suocalice) mi ha lasciato morendo.Rappresenta una testimonianzadi amicizia. Questa amicizia latrasmetto a te. Fabio, sii semprefedele all’amicizia, sappi viverenell’amicizia: è un dono grandedi Dio.La terza cosa che voglio dirti èun augurio. Sessanta anni fa ilVescovo Piccioni ordinandomiprete mi dette questo mandatonella luce del salmo 106:«Euntes ibant et flebant».Ricevuto il mandato andarono econ tanta fatica e sudore gliApostoli portarono al mondo ilmessaggio di Cristo. Fu unafatica grande, ma al terminedell’andare tornarono portandocovoni pieni di spighe. Così saràanche per te se in Lui e in Luisolo confiderai. Che così tiavvenga: è il mio augurio.

    N

    IL RICORDO DEL VESCOVO

    Amico grande e fedelecco un brano dell’omelia di monsignorColetti pronunciata al funerale di don

    Biondi:«In questo giorno in cui facciamo memoriafraterna, affettuosa e grata del nostra fratel-lo Teodoro le Scritture ci offrono numerosispunti di riflessione. Dalla prima Letturaabbiamo ascoltato queste frasi: Noi passia-mo dalla morte alla vita perché amiamo i fra-telli. Chi non ama rimane nella morte[…]Gesù ha insegnato a questo nostro fratelloprete il grande valore dell’amicizia e dellafraternità. Don Teodoro è stato per moltiun grande e fedele amico e nei fatti non so-lo a parole. Ha tessuto e sparso amicizia inquesto quartiere, nel presbiterio, nellaChiesa. Era un uomo al quale si poteva daree chiedere perdono, perché era un buon

    fratello, che sapeva comprendere, giustifi-care e amare. Il ricordo che porterò semprecon me riguarda le ultime volte che l’ho in-contrato, quando in ospedale mi ha accoltoa braccia aperte e mi sono trovato avvoltoin un abbraccio fraterno. Ed in questo pic-colo gesto, in questa piccola finestra, hopotuto intravedere gli spazi ampi di amore,di dedizione, di disponibilità alla fraternitàfattiva che hanno segnato la vita di donTeodoro.Don Biondi era uno che aveva sempre il co-raggio di dire come la pensava. Gesù rico-nosce la schiettezza come un valore, il rifiu-to della dissimulazione e della falsificazio-ne, il rifiuto di ogni orpello e di ogni rivesti-mento formale e don Teodoro in questo èstato un esempio per tutti noi».

    E

    Scrittore per Giadaartedì 17 gennaio, nel giorno del compleanno di donBiondi, nella chiesa della Sacra Famiglia a Shangai alle

    16.00 sarà presentato il libro “Schegge. Giada Menicagli”.Una pubblicazione curata da don Teodoro durante i mesi passatie dedicata a Giada, sua giovane parrocchiana, sorella di donFabio, nata in Cristo tre anni fa.Alla presentazione, insieme ai genitori di Giada sarà presenteanche monsignor Coletti.

    M

  • LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI15 gennaio 2006 III

    AGENDA DIOCESANASABATO 14 GENNAIO- 16.30 Incontro promosso dall’uffi-cio Catechistico Diocesano, pressol’Ist. Immacolata, sul tema «Cate-chesi e missione» con la partecipa-zione di Mons. Simone Giusti.

    DOMENICA 15 GENNAIO- 16.00 presso l’Istituto della Mad-dalena convocazione della ConsultaDiocesana delle Aggregazioni.

    LUNEDÌ 16 FEBBRAIO- 9.30 in Vescovado il Vescovo in-contra i rappresentanti dei sindaca-ti.

    LUNEDÌ 16 /MERCOLEDÌ 18 GENNAIOAGGIORNAMENTO BIBLICO: Mat-tina per il Presbiterio; Ore 21.00 peri Laici

    MARTEDÌ 17 GENNAIOXVIIGiornata dell’Amicizia Ebrai-co/Cristiano (programma a pag. 11)- 16.00 presso la parrocchia dellaSacra Famiglia, presentazione del li-bro di don Biondi su Giada Menica-gli.- 17.30 incontro vocazionale nellachiesa di S. Giulia.

    DA MERCOLEDÌ 18 A MERCOLEDÌ 25GENNAIOSettimana di preghiera per l’unitàdei Cristiani (programma a pag.11)

    MERCOLEDÌ 18 GENNAIO- Nella mattinata il Vescovo si in-contra con i rettori dei seminari del-la Toscana.- 16.00 il Vescovo è a Camaiore peril Consiglio dello STI.

    GIOVEDÌ 19 GENNAIO- 9.30/12.30 ASSEMBLEA DEL PRE-SBITERIO in Vescovado.

    VENERDÌ 20 GENNAIO- 10.00/12.30 in Vescovado CONSI-GLIO EPISCOPALE.

    SABATO 21 GENNAIO- 8.10 Pellegrinaggio Diocesano aMontenero. - 9.00 S. Messa. Guida eanimazione della parrocchia NostraSignora di Lourdes.

    DOMENICA 22 GENNAIO- 11.00 Il Vescovo celebra le Cresimedegli adulti presso la parrocchia diS. Andrea a Castiglioncello.- 14.30 presso l’Ist. S. Spirito Gior-nata Mondiale dei Ragazzi Missio-nari organizzata dal PPOOMM.

    Gli incontri alla cattedrale

    Per rifletteresulla fede

    a cattedrale offre dieci appuntamenti di riflessionee di meditazione sulla fede cattolica. Gli incontri

    saranno incentrati su cinque argomenti in particolare:1. Ci hai fatti per Te, Signore: il desiderio di Dio. Laluce della ragione e quella della Rivelazione. Larisposta dell’uomo: l’assenso della fede. Fede escienza.2. La Rivelazione: Dio rivela se stesso e il suoprogetto sull’uomo. La creazione del mondo. Lacreazione dell’uomo: anima e corpo. Creazionismo edevoluzionismo: Bibbia e scienza. Il peccato. Laredenzione.3. Gesù,Verbo incarnato nel mistero della SantaTrinità. Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Il verboincarnato. L’unione ipostatica: le due nature nellaPersona di Gesù. Patì sotto Ponzio Pilato. Morì e fusepolto. È risuscitato dai morti. Siede alla destra delPadre.4. La Chiesa, Corpo di Cristo: una, santa, cattolica,apostolica.5. I sette sacramenti, presenza di Cristo nella Chiesa.Gli incontri, guidati da mons. Mauro Peccioli siterranno in cattedrale alle 18.00 nelle seguentidate: 18 gennaio; 1 febbraio; 15 febbraio; 8marzo; 22 marzo; 5 aprile; 26 aprile; 10maggio; 24 maggio; 7 giugno

    L

    Nel 2006 si ricorderà il quarto centenario dell’istituzione della parrocchia diS.Jacopo in Acquaviva. I primi appuntamenti per celebrare l’anniversario

    ra le ricorrenze dellaChiesa livornese checadono nell’annoappena iniziato, oltre

    ai duecento anni dellafondazione della Diocesi,vanno ricordati anche iquattrocento dell’istituzionedella parrocchia di S. Jacopoin Acquaviva, che fu decisa incontemporanea con laelevazione del «Castello diLivorno» al rango di «Città».Risulta infatti, da documentistorici conservatinell’Archivio StoricoCittadino, che il GranducaFerdinando I de’ Medici, indata 22 marzo 1606, firmònella Fortezza Vecchia ildecreto che rappresental’atto di nascita dellaParrocchia di S. Jacopo inAcquaviva, dando seguitoalla Bolla dell’Arcivescovo diPisa in data 18 marzo 1606.E poiché «il populo….degliinfrascritti luoghi posti fuoradella terra et Porto diLivorno………per non

    Tpoter la notte ne casioccorrenti essere curati dalPievano et altri sacerdoti diLivorno et difficilmenteancora poter essere curati dalCuratore di S.Martino aSalviano per esser tal chiesamolto lontana……» la curadella nuova Parrocchia venneaffidata ai «Padri di SantoGiovanni di Livornodell’ordine di SantoAgostino, i quali abiterannonella Chiesa di S.JacopoAcquaviva a Mare doveprima stavano li sacerdotiGreci». Fino al 1653 laParrocchia fu retta dagliAgostiniani per essere poiaffidata a sacerdoti secolari.È con gioia e con fierezza chei parrocchiani si propongonodi ricordare la ricorrenza, cheavrà le sue date piùimportanti il 18 marzo ed il25 luglio (Festa patronale),in modo che la rievocazionedel passato consenta ditenerne vivi i valori religiosi ecivili, così che possano essere

    fecondi anche nel futuro.È stata perciò costituita unaCommissione che stastudiando le iniziative dasviluppare. Queste sarannoprincipalmente celebrazioni

    religiose, ma nonmancheranno eventi acarattere culturale, storico,artistico, sociale e sportivocosì da poter coinvolgereogni settore della comunità

    parrocchiale. Di esse saràdata tempestivainformazione appena definital’organizzazione e fissata ladata.La commemorazione delcentenario ha avuto iniziodomenica 8 gennaio alle ore21.15 con un concerto inChiesa della Corale di S.Jacopo, diretta dal maestroSilvia Galasso (all’organo ilmaestro FrancescoCannizzaro) con lapartecipazione del baritonoMichele Pierleoni, e del Corodei giovani. L’esecuzione deimolti pezzi di caratterereligioso, di autori italiani estranieri o tradizionalinatalizi, conclusa conl’«Invocazione alla Madonnadi Montenero» di PietroMascagni (replicata arichiesta), ha ottenuto ilpieno consenso del numerosopubblico presente, espressoda calorosi, prolungatiapplausi.

    Alfredo Brauzzi

    L’ACR IN VISITAAI PRESEPIDELLA CITTÀ

    el giorno che precedeval’Epifania una sessantina diragazzi dell’ACR (parrocchiedi S. Agostino, S. Jacopo,

    Santi Pietro e Paolo, Sacro Cuore, Ss.Annunziata dei Greci) si sonoincamminati, come ormai è tradizione,per le vie della città in visita ad alcunipresepi. L’equipe diocesana Acr,quest’anno ha pensato un itinerario insintonia con il cammino che la Chiesalivornese sta facendo attraverso leschede, ha cercato di riproporre amisura di ragazzo la tematica delleprime due schede «Gesù, nostra fede enostra speranza». È venuto fuori unpercorso di conoscenza di Gesù

    attraverso il racconto in prima personadi tre suoi amici: il cieco nato, lasamaritana e Zaccheo. I tre personaggihanno raccontato come l’incontro conGesù, le Sue parole, il Suo sguardo, iSuoi gesti ha rinnovato la loro vitaperché Gesù non ha giudicato maamato ciascuno senza condizioni.Allora la samaritana ha bevutoun’acqua viva, il cieco ha visto conocchi nuovi, Zaccheo ha cambiatovita…Dopo aver ascoltato questi raccontiintorno ai presepi delle parrocchie iragazzi si sono riuniti in Duomo dovehanno ricevuto una «letterina» daGesù che spiegava che quello che Luiha detto e ha fatto ci mostra come DioPadre ci ama ed ha suggerito ai ragazziil modo per rivolgersi a Dio come Figlicon le parole del «Padre Nostro».

    C.S.

    N

    IL PRESEPE DELLA SS. TRINITÀ’

    Anche quest’anno la parrocchia della SS.Trinità ha offerto la contemplazione di uno dei prese-pi più belli allestiti in città. In piazza Gavi, a fianco della chiesa alcuni bravissimi parrocchianihanno ricostruito il grandioso presepio in stile popolare francescano: circa 60 metri di am-bienti tipici della Palestina dell’epoca, all’interno dei quali campeggia la grotta della Nativitàsotto un magico cielo stellato.

    A.B.

    Era il 22 marzo 1606...

    AUGURI!er Michela ed Alessandro è ilquarto capolavoro. Si chiama Maria

    Longobardi e si affianca, in casa, allasorella Giulia e ai fratelli Francesco eLorenzo. Auguri ai genitori, impegnatia vario titolo in diocesi, e ai figli,sempre più in bella compagnia.

    PIL PRESEPE A S. LUCIA

    Il presepe di quest’anno nella parrocchiadi S. Lucia aveva come riferimento laLettera agli Ebrei (cap. 6, 18-20) [...]perché noi che abbiamo cercato rifugio inlui avessimo un grande incoraggiamentonell’afferrarci saldamente alla speranzache ci è stata offerta. In essa infatti noiabbiamo come un’ancora della nostravita, sicura e salda [...].Un tema quello della speranza che fariferimento anche al prossimo convegnoecclesiale di Verona e che invita aguardare con fiducia a quel Dio del qualepoi annunceremo la risurrezione.