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Numeri telefoNici sacerdoti Don Paolo Zago 02 4042970 Don Luigi Giussani 02 4075922 Don Andrea Damiani 340 8992917 Anno 8 Numero 54 Settembre-Ottobre 2017 E-mail: [email protected] San Protaso InForma informatore mensile della Parrocchia san Protaso Vescovo in s.s. Protaso e Gervaso martiri seGreteria da lunedì a sabato dalle 9 alle 12; da martedì a giovedì anche dalle 16 alle 18 Via Osoppo, 2 - 20148 MILANO - Tel. 02 40071324 - Fax 02 87181771 - E-mail: [email protected] reliGiose Oblate M. V. Fatima 02 49785656 via Osoppo, 2 Serve degli Infermi 02 48007302 via Previati, 51 Religiose di Nazareth 02 4814767 via Correggio, 36 oratorio via Osoppo, 2 Tel./Fax 02 4077474 serVizi Centro d’Ascolto Caritas 02 40071324 mercoledì dalle 10 alle 12 Casa d’Accoglienza 02 4980127 V.le Murillo, 14 Patronato Acli 02 40071324 Centro Culturale 02 40071324 saNte messe Vigiliare 18,00 Festive 8,00 - 10,00 - 11,30 - 18,00 Feriali 7,00 - 9,00 - 18,00 Il campionato più bello del mondo “Guardando la foto di suor Alfy - scrive don Paolo sul Sette+ - vengono in mente, all’inizio di questo nuovo anno sociale, le parole di Papa Francesco: “giocate in squadra e rendete il futuro migliore”. “Gesù stesso ha formato la sua squadra - prosegue il nostro parroco - ed ha chiamato a condividere la sua avventura persone semplici e comuni, stringendole a sé per mandarle a migliorare il futuro del mondo. Suor Alfy ha giocato con noi ed è stata per tanti il “10” attorno al quale la squadra ha girato. È bello allora, in questi giorni, dove si sta ricomponendo anche “la squadra” della nostra comunità, avvertire che insieme, “tra” noi, si può iniziare a sognare qualcosa di grande, di positivo”. È davvero così. Nel momento in cui, dopo la pausa estiva, la vita della parrocchia riparte nelle sue molteplici attività, pur sperimentando, con la partenza di suor Alfonsina, un po’ di malinconia, sentiamo di aver bisogno di questa ampiezza di respiro. Siamo squadra perché abbiamo moduli di gioco che si adattano alle più svariate esigenze: le tante proposte dell’anno pastorale - illustrate all’interno di questo nuovo numero del bollettino - consentono a chiunque di partecipare positivamente alla vita della comunità. Siamo squadra perché abbiamo una storia, pezzetti di vita costruiti da noi e da chi è venuto prima di noi, che costituiscono un’eredità che chiede di essere riguadagnata da ciascuno per essere rimessa in gioco così da costruire il futuro con fedeltà creativa. Siamo squadra, soprattutto, perchè colui che dirige il gioco è molto più di un arbitro o di un allenatore. È Qualcuno che sentiamo come un direttore d’orchestra, l’unico vero Maestro capace di riporre ogni singola nota sullo spartito di una meravigliosa sinfonia. E allora, sarà, anche quest’anno, una splendida e nuova stagione. Non sempre facile e vittoriosa, perché, ne siamo sicuri, vivrà pure i suoi momenti incerti e faticosi. Ma da vivere comunque con pienezza, istante dopo istante, partita dopo partita. E allora, lacrima dopo lacrima e sorriso dopo sorriso, ci accorgeremo, alla fine della corsa, che valeva la pena di accettare un’altra nuova sfida. Perchè quello che Dio ci ha chiesto di giocare nella nostra vita, lì dove siamo ed insieme a coloro che ci sono stati posti accanto, è davvero il campionato più bello del mondo. Fausto Leali

Il campionato più bello del mondo - parrocchiasanprotaso.org · del Regno di Dio. Concretamente, è il riconoscere che ciò che fonda ogni relazione umana è la stessa relazione

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Numeri telefoNicisacerdotiDon Paolo Zago 02 4042970Don Luigi Giussani 02 4075922Don Andrea Damiani 340 8992917

Anno 8 Numero 54 Settembre-Ottobre 2017E-mail: [email protected]

San Protaso InFormainformatore mensile della Parrocchia san Protaso Vescovo in s.s. Protaso e Gervaso martiriseGreteria da lunedì a sabato dalle 9 alle 12; da martedì a giovedì anche dalle 16 alle 18Via Osoppo, 2 - 20148 MILANO - Tel. 02 40071324 - Fax 02 87181771 - E-mail: [email protected]

reliGioseOblate M. V. Fatima 02 49785656via Osoppo, 2Serve degli Infermi 02 48007302via Previati, 51Religiose di Nazareth 02 4814767via Correggio, 36

oratoriovia Osoppo, 2 Tel./Fax 02 4077474

serViziCentro d’Ascolto Caritas 02 40071324mercoledì dalle 10 alle 12

Casa d’Accoglienza 02 4980127V.le Murillo, 14

Patronato Acli 02 40071324

Centro Culturale 02 40071324

saNte messeVigiliare 18,00Festive 8,00 - 10,00 - 11,30 - 18,00Feriali 7,00 - 9,00 - 18,00

Il campionato più bello del mondo“Guardando la foto di suor Alfy - scrive don Paolo sul Sette+ - vengono in mente, all’inizio di questo nuovo anno sociale, le parole di Papa Francesco: “giocate in squadra e rendete il futuro migliore”. “Gesù stesso ha formato la sua squadra - prosegue il nostro parroco - ed ha chiamato a condividere la sua avventura persone semplici e comuni, stringendole a sé per mandarle a migliorare il futuro del mondo. Suor Alfy ha giocato con noi ed è stata per tanti il “10” attorno al quale la squadra ha girato. È bello allora, in questi giorni, dove si sta ricomponendo anche “la squadra” della nostra comunità, avvertire che insieme, “tra” noi, si può iniziare a sognare qualcosa di grande, di positivo”.È davvero così. Nel momento in cui, dopo la pausa estiva, la vita della parrocchia riparte nelle sue molteplici attività, pur sperimentando, con la partenza di suor Alfonsina, un po’ di malinconia, sentiamo di aver bisogno di questa ampiezza di respiro. Siamo squadra perché abbiamo moduli di gioco che si adattano alle più svariate esigenze: le tante proposte dell’anno pastorale - illustrate all’interno di questo nuovo numero del bollettino - consentono a chiunque di partecipare positivamente alla vita della comunità. Siamo squadra perché abbiamo una storia, pezzetti di vita costruiti da noi e da chi è venuto prima di noi, che costituiscono un’eredità che chiede di essere riguadagnata da ciascuno per essere rimessa in gioco così da costruire il futuro con fedeltà creativa. Siamo squadra, soprattutto, perchè colui che dirige il gioco è molto più di un arbitro o di un allenatore. È Qualcuno che sentiamo come un direttore d’orchestra, l’unico vero Maestro capace di riporre ogni singola nota sullo spartito di una meravigliosa sinfonia.E allora, sarà, anche quest’anno, una splendida e nuova stagione. Non sempre facile e vittoriosa, perché, ne siamo sicuri, vivrà pure i suoi momenti incerti e faticosi. Ma da vivere comunque con pienezza, istante dopo istante, partita dopo partita. E allora, lacrima dopo lacrima e sorriso dopo sorriso, ci accorgeremo, alla fine della corsa, che valeva la pena di accettare un’altra nuova sfida. Perchè quello che Dio ci ha chiesto di giocare nella nostra vita, lì dove siamo ed insieme a coloro che ci sono stati posti accanto, è davvero il campionato più bello del mondo.

Fausto Leali

Dio abita nel “tra”Il Consiglio pastorale, riunitosi all’inizio di settembre, ha tracciato le linee guida e il programma per il nuovo anno pastorale.Due sono le iniziative nuove che verranno proposte e molte quelle che vengono rilanciate con vigore, ma tutte hanno uno sfondo comune: Dio abita nel “tra”. Cosa vuol dire?Si tratta del “tra” in cui si incarna il disegno di Dio in Gesù sulla Chiesa nella storia. E, in correlazione a ciò, il “tra” che si dischiude nello spazio aperto dalla Pasqua di Gesù nel rapporto tra coloro che dialogano alla ricerca del Regno di Dio. Concretamente, è il riconoscere che ciò che fonda ogni relazione umana è la stessa relazione d’amore che esiste in Dio “tra” il Padre, il Figlio e lo Spirito; che, proprio perché Cristo ci ha amato fino alla fine (e quindi ha vissuto una relazione decisiva e fondativa con noi, nel “tra” della sua incarnazione), possiamo amarci gli uni gli altri; che la rivelazione stessa di Dio in Gesù si configura come l’intrattenersi e il conversare di Dio con gli esseri umani come amici; che la relazione con l’altro, proprio perché inserito in questa dinamica, è “luogo” teologico, cioè esperienza di incontro con Dio.Ecco allora le concretizzazioni di questa realtà (contenuta in modo evidente nell’Evangelii gaudium di Papa Francesco) che sono state proposte per quest’anno.

1. FESTA DELLE GENTI CRISTIANE (il “tra” con tutti)

Come descritto nel “passo” da fare che la nostra comunità ha individuato nel corso della visita pastorale dell’arcivescovo Mons. Scola dell’anno scorso (“La diversità non è separazione, ma ricchezza per l’unità: si cresce in una reciproca fermentazione. Pertanto si decide, per il prossimo futuro, di avviare un percorso di conoscenza e valorizzazione delle comunità di migranti cristiani che vivono nel territorio della Parrocchia, per coinvolgere anche le persone straniere in forma più attiva nella comunità”), abbiamo programmato di coinvolgere le persone cristiane straniere presenti in Parrocchia e di istituire, ogni mese (a partire da novembre), una sorta di “FESTA DELLE GENTI CRISTIANE”.Per realizzarla, coinvolgeremo (con l’aiuto della pastorale dei migranti della Diocesi) dei gruppi/cori di quelle etnie già presenti in Diocesi e numericamente significative nella nostra Parrocchia, per animare una Messa al mese, organizzare un incontro ed offrire a tutta la comunità un pranzo etnico. Sarà

un’occasione per creare nuovi legami e conoscenze (il “tra”…), far sentire i nostri fratelli cristiani provenienti da altri paesi più inseriti e accolti nella comunità parrocchiale, far crescere, attraverso la loro testimonianza, la nostra fede, a volte un po’ chiusa e sclerotizzata.

2. PARLIAMONE INSIEME (il “tra” fra noi)

Crediamo che il Signore, proprio perché parla nel cuore di ciascuno, ci insegna, attraverso una relazione reciproca, a far crescere la nostra fede. Vorremmo provare perciò a raccogliere quelle domande serie sulla fede che ciascun membro della comunità porta nel cuore e su queste dialogare insieme nel corso di tre mattine, da febbraio in avanti, che abbiamo intitolato “PARLIAMONE INSIEME”. Comunicheremo, nel corso dell’anno, la modalità per raccogliere queste domande e, conseguentemente, i “titoli” di questo dialogo, nella fede e sulla fede, tra cristiani adulti.

3. GRUPPI DEL VANGELO (il “tra” nelle case)

Ripartono, a partire da ottobre, i GRUPPI DEL VANGELO NELLE CASE. Sono stati finora una bellissima esperienza di ascolto comunitario, in piccoli gruppi, della Parola di Dio: tante persone anche lontane dalla fede si sono accostate, molte persone che frequentano la Messa domenicale hanno trovato un luogo fraterno di comunione di fede, tanti fedeli impegnati si sono aperti all’incontro ed alla testimonianza della loro esperienza credente. Chiediamo anche ad altri di mettere a disposizione la casa per offrire ancor più luoghi di comunione e di annuncio della Parola di Dio sul nostro territorio.

4. UNA COMUNITÀ CHE PREGA E ASCOLTA (il “tra” con Gesù)

Desideriamo ripartire dal “tra” che fonda la nostra esperienza credente: la relazione con Dio. Per questo, tutti i venerdì, dalle 16.00 alle 18.00, in Chiesa vi sarà l’esposizione eucaristica con l’adorazione e all’interno di questo tempo l’ascolto della Parola di Dio della Domenica successiva, meditata e pregata insieme.

5. GRUPPI FAMIGLIE (il “tra” in famiglia)

L’esperienza insegna che la relazione, il dialogo “tra” le coppie è decisivo per la vita famigliare. Per questo mensilmente, al sabato sera, proseguono gli incontri delle famiglie, divisi in tre gruppi: coppie con figli piccoli in oratorio (con don Andrea); coppie con figli adolescenti (con don Paolo); coppie con figli ormai grandi o senza figli (con don Luigi). Al centro di questi incontri il capitolo 4 dell’Amoris Laetitia, che fonda la relazione coniugale e famigliare (il “tra”) a partire dall’inno alla carità di San Paolo.

Insomma, anche quest’anno le proposte per vivere un’esperienza comunitaria, ricca e vivace, sono davvero variegate e capaci di rispondere a tutte le esigenze. Ringraziamo Dio per tutte le possibilità che ci offre questa parrocchia e scegliamo quelle a noi più congeniali. A San Protaso siamo davvero fortunati; parafrasando una celebre canzone del comico Checco Zalone, siamo o non siamo “una squadra fortissimi”?Buon anno a tutti!

Don Paolo, don Luigi, don Andrea, le suore OMV e tutto il Consiglio Pastorale

Il saluto a suor AlfonsinaDopo cinque anni di permanenza a San Protaso, suor Alfonsina, grande punto di riferimento per ragazzi, giovani e famiglie dell’Oratorio, lascia la nostra parrocchia per proseguire il suo cammino nella casa delle suore Oblate di Maria Vergine di Montecarlo. La sua vita tornerà ad affacciarsi al mare, la nostra vivrà la malinconia del veder partire un’amica così cara. Ma quel che si è costruito insieme non andrà perduto. Nelle simpatiche parole di Giuseppe Alamia, tutto il cuore di una comunità.

Cara Suor Alfonsina,

adesso che il Buon Gesù ha deciso, con la sua solita ironia, di chiederti di andare in una città ancora più strana di questa Milano, è giunto il momento di essere davvero sinceri. Non preoccuparti … è solo qualche confidenza tra compagni di strada che stanno imparando che il loro camminare assieme non dipende dai chilometri di distanza, ma dall’affidarsi sempre di più a Gesù che rende possibile essere amici ovunque, anche quando bisogna allontanarsi un po’ per seguire il sentiero che Dio ha preparato con cura per ciascuno di noi. Ecco allora la prima ammissione: non è vero che abbiamo creduto a quella storia che si tramanda dalle nostre parti secondo la quale, quando sei arrivata in quel nebbioso autunno a Milano, ti saresti aggirata in piazza del Duomo come una novella Totò e Peppino chiedendo «Noio volevan savuar... dove è il San Protaso e Gervaso?”.E così non abbiamo mai davvero preso sul serio quell’altro aneddoto secondo cui un giovedì pomeriggio la tua Superiora ti avrebbe recuperata, in mezzo alla nebbia, mentre cercavi di uscire dal campo passando dalla porta ... di calcio.

Eh sì: forse non è poi neppure vera quella diceria per cui avresti voluto sostituire l’antichissimo rito ambrosiano della palla che prende fuoco alla Messa di Pentecoste con una simpatica riproduzione di un’eruzione del Vesuvio.A tutte queste cose, in tutta sincerità, non ci abbiamo mai creduto fino in fondo, anche se qualche dubbio ci rimane per la questione del Vesuvio!Ma di una cosa invece siamo certi: in tutti questi anni ci hai testimoniato che è possibile vivere con letizia e semplicità la vocazione cui ciascuno è chiamato, amando quello che si fa e volendo bene a tutti quelli che il Signore ci fa incontrare. Non è poco, anzi è proprio quel modo di vivere “da amici di Gesù” che da 2000 anni affascina il mondo.E il tuo segreto, quello più vero, quello che davvero rende possibile vivere così è quello che hai detto a Caterina che domenica piangeva perché aveva capito che saresti partita: “Il mio sposo è Gesù e io vado dove Lui mi chiama”. Il tempo che passa ci renderà sempre più grati del regalo che il Signore ci ha fatto quando ti ha mandato in questa comunità: aspettiamo solo di vedere come Lui farà diventare ancor più grande e vera questa amicizia … anche dal celeberrimo Principato.Grazie!

Giuseppe Alamia

La ricca estate dell’oratorio“…ognuno insomma avrà nel proprio cuore un pezzetto di estate che potrà aiutarlo a costruire sé stesso come uomo, donna e discepolo. Che il Signore sappia far germogliare e fruttificare tutte queste esperienze, consapevoli che: “se il Signore non costruisce la casa invano faticano i costruttori (S.126)” (don Andrea).

“DettoFatto”: Oratorio Estivo 2017Sono state quasi quattrocento le persone (tra ragazzi, animatori e volontari) che quest’estate hanno vissuto l’Oratorio Estivo “DettoFatto”. Giochi (divisi in quattro squadre: rossi, gialli, verdi e blu; divisi per età: prima e seconda elementare, terza-quinta elementare e le medie), gite (all’Archeopark, a Leolandia, allo Spazio Circo e ad Ondaland), piscine (Acquatica e Gabbiano), tornei e laboratori creativi. L’Oratorio Estivo è sempre un’esperienza nella quale ci si scopre amici capaci di stare insieme attraverso il gioco di squadra, il tempo libero passato a giocare e divertirsi con ciò che ci appassiona di più e il cammino che ci ha unito tutti: riscoprire la bellezza della Creazione e l’amore del Creatore che ha voluto tutto ciò che ci circonda e, soprattutto, ha voluto noi!

L’Oratorio Estivo, mi piace pensare, non è solo un tempo che si vive tra giugno e luglio. Che bello se questo tempo di amicizie, di sguardi gioiosi, di litigi – talvolta – e di scuse reciproche, di gioco e di creatività, di amicizie attese – fin dalla mattina alle 7.30, i ragazzi arrivavano e attendevano i loro amici – e vissute possa durare sempre, 365 giorni all’anno; un Oratorio Estivo che duri tutto l’anno, non per il luogo fisico che si occupa, ma per lo stile – umano e cristiano – di essere insieme e di vivere. Che bello, se tutti gli adolescenti potessero vivere la gioia che hanno vissuto i nostri quaranta: tempo speso per stare con i ragazzi – dalla mattina presto, la sveglia era ben prima di quella media di una giornata di scuola -, per servire a mensa, per rincorrerli e giocare con loro, riunioni – al termine della giornata – per verificarci personalmente e come gruppo, per organizzare il giorno dopo e per ridirci quel “volentieri” di stare insieme e di servire che cambia lo stile con il quale si è presenti. Il tutto si è concluso con una grande e bellissima festa conclusiva, l’ultima sera dell’Oratorio.

Don Andrea

Saint Barthelemy: San Protaso in montagnaI campi estivi in montagna hanno sempre la capacità di ridare entusiasmo all’essere fratelli e sorelle, nella condivisione di giornate semplici e complicate, di gita e di riflessione, di sole e di pioggia. I campi estivi sono esperienze che ci aiutano a crescere nel servizio gli uni gli altri, sono esperienze che ci aiutano a capire che camminare stanca, affatica, chiede soste e strappi, chiede respiri lunghi e pause, ma offre panorami straordinari, compagni di viaggio che ti stanno al fianco aspettandoti o tirandoti avanti... proprio come nella vita. I campi estivi ci

ricordano che la vita è fatta di cose semplici che però chiedono la nostra presenza: turni di servizio per apparecchiare e sparecchiare, mettere a posto le cose dopo averle usate, dare il proprio contributo per l’attività o il gioco. I campi estivi sono la possibilità di stare insieme e approfondire l’amicizia tra noi e con il Signore Gesù attraverso i temi che ogni anno proponiamo. Quest’anno il primo turno (3-5 elementare) è partito dal bellissimo film d’animazione “Oceania” per riscoprire

temi come: il dono della vita, il proprio passato e il futuro che ci aspetta, il bene e il male che ci circonda, la capacità di donare o di possedere. Il secondo turno (I-III media) ha riscoperto la storia del re Davide attraverso riflessioni e attività, la drammatizzazione della sua vita e della sua storia. Un uomo come tanti, abitato dal desiderio di Dio, ma anche dal peccato e dalla fragilità che, riscopertosi amato e perdonato è diventato il più grande re di Israele.

Don Andrea

“Venite e vedrete”: con i giovani in Terra Santa

Dieci giorni in Terra Santa con venti giovani sono stati un’esperienza straordinaria. Tornare nei luoghi originari della nostra fede, farlo insieme, farlo nello stile del pellegrinaggio e della fraternità semplice e concreta è stata una di quelle esperienze che rimangono scritte indelebilmente nel cuore.Sono stati giorni di volontariato e di preghiera, giorni di cultura e di amicizia, giorni di testimonianze e di spensieratezza, come un bagno al Mar Morto, una pausa a Cesarea Marittima, una bella doccia alla cascata di Cafarnao.Abbiamo potuto mettere i nostri piedi nelle orme di Gesù, vedere con i nostri occhi quei panorami e quegli orizzonti che lui stesso vedeva. Abbiamo potuto capire meglio le sue parabole, fondate sulla vita concreta che lui stesso, uomo e Dio, ha vissuto.Siamo tornati a Betlemme, dove Cielo e Terra si sono uniti per sempre, siamo tornati a Nazareth, dove Maria ha scelto di dire il suo “si” all’amore di Dio e ha accolto Gesù; dove Gesù è vissuto e cresciuto con Maria e Giuseppe imparando a lavorare, a studiare, ad essere amico.Siamo tornati a Gerusalemme, citta straordinaria e contraddittoria, luogo dove Gesù ha sofferto, è morto ed è risorto e che oggi accoglie i tre grandi monoteismi del mondo.Sono stati giorni nei quali ciascuno ha potuto raccogliere una parola per sé, una sensazione, una certezza... sono stati giorni di riscoperta di sé e della propria fede, oltre che delle nostre amicizie.Siamo andati al cuore della fede, dove non ci sono più sovrastrutture, ideologie, costruzioni superflue. Ci siamo andati soprattutto stando al Sepolcro, quaranta minuti chiusi là dentro solo noi. Là dove si infrange l’idea che la fede sia una bella storiella, una favola inventata da chissà chi. Là dove abbiamo riscoperto che la fede è concreta, tanto concreta da avere un volto e un nome: Gesù, nato, morto e risorto; il Dio con noi.Abbiamo respirato l’aria di quella Terra e abbiamo visto luoghi suggestivi e straordinari col desiderio – come avrebbe detto san Francesco – di portare “a casa nostra” quell’aria e quei luoghi, col desiderio di ridare ali alla nostra fede e alle nostre amicizie, perché quei dieci giorni durino ancora e sempre. Perché quello che si vive in Terra Santa potrà dare frutto solo se saprà oltrepassare i confini di quella Terra e farsi storia, carne, parole nella nostra vita quotidiana qui in comunità, in famiglia e nei luoghi di studio o lavoro che ciascuno tornerà a frequentare.

Don Andrea

Ripensare al viaggio e ripercorrere le tappe cercando di seguire un filo logico non è semplice. La cosa più facile sarebbe prendere in mano il calendario e vedere dove siamo stati, cosa abbiamo fatto o cosa abbiamo visto giorno per giorno, ma, prima ancora che si possa fisicamente recuperare il programma del viaggio, nella memoria e nel cuore riemergono i luoghi delle emozioni più forti, che hanno scavato con più intensità nell’animo.Il deserto, con la sua apparente povertà e il suo vuoto, permette di arrivare all’essenzialità della vita, farti toccare ciò che veramente è importante

e va curato nella quotidianità, nelle relazioni con gli altri e nei propri pensieri, nelle proprie scelte e nelle proprie priorità. Un luogo dove è possibile andare al fondo di sé per toccare finalmente le proprie viscere spirituali, ciò che di noi nascondiamo, che non ci piace e rinneghiamo, scartandolo come un rifiuto negli angoli più nascosti dell’animo. Il cammino nel deserto mette in moto e fa riemergere ciò che viene scartato, permette di abbandonare le maschere e le sovrastrutture di cui ci rivestiamo nella vita “normale” e lascia apparire la verità di ognuno, nella semplicità e nell’essenzialità a cui richiama e a cui spinge.La Terra Santa è un luogo, o forse è più giusto dire che è IL luogo, dove ci si sente toccati nel profondo del cuore dalle parole e dalla vita di Gesù e di coloro che lo hanno seguito, e questo non è sempre facile da sperimentare nella vita di tutti i giorni. Spesso preghiamo, partecipiamo alla Messa, ascoltiamo la Parola, ma niente è come pregare, celebrare l’Eucarestia e ascoltare la Parola nei luoghi dove Gesù ha camminato, dove ha parlato, dove ha vissuto.Niente è come maneggiare la calda pietra che ha maneggiato lui; niente è come entrare nelle abitazioni del tempo, poco più che grotte, e sentire la piacevole frescura di cui ha goduto anche lui e immaginarlo nella sua quotidianità a svolgere compiti e mansioni come quelle di chiunque altro. Si potrà obiettare che lui non è proprio come chiunque altro. Vero! Lui è il figlio di Dio, lui è Dio, fattosi carne e uomo…come noi! E allora, proprio come noi, solleva pietre e innalza muretti a secco con suo padre, va a prendere l’acqua al pozzo con sua madre e va a pesca al lago coi suoi amici. Non vogliono essere pensieri riduttivi, ma è una tale grazia sapere che Dio ci è stato, e ci è, così vicino che lo ringrazierò sempre per averci dato la possibilità di stare per un po’ nella terra che lo ha ospitato.Un grazie immenso va a tutti i miei compagni di viaggio senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa e con cui sono felice di aver condiviso la mia più grande esperienza di fede; grazie a Don Paolo e Don Andrea che, ognuno a suo modo, ci hanno guidato in questo cammino; a Suor Alfonsina che ha accettato di condividere questa esperienza così forte e importante con noi; e grazie a tutta la Comunità che ci ha supportato (anche economicamente!) e che, magari anche solo con un like ad una foto su Facebook, si ricordava dei suoi giovani in cammino nella Terra di Gesù.

Francesca Bassino

Difficile raccontare in poche righe i dieci giorni trascorsi in Terra Santa. Dalla gioia delle suore di Ortaz, al silenzio del deserto: un silenzio pieno, intenso, che l’essenzialità di quel luogo aiuta a ritrovare e a custodire. Dieci giorni in cui mi sono sentita amata e chiamata, lì dove qualcun altro prima di me è stato avvolto e chiamato dall’Amore. Nella piccola Nazareth: lì dove tutto è cominciato, dal sì di una giovane che si è fidata di Dio e del suo progetto per lei e per il mondo. A Cafarnao e sul lago di Tiberiade: lì dove i discepoli sono stati chiamati, dove hanno vissuto la loro quotidianità insieme a Gesù e lo hanno conosciuto come uomo e come Dio, con i loro dubbi e le loro incertezze. E poi a Gerusalemme, in particolare al Santo Sepolcro, un luogo che al

primo impatto mi ha lasciato sconvolta per la sua storia e il suo rituale quotidiano, ma che porta con sé una carica di spiritualità incredibile. Proprio quel luogo, che mi ha inizialmente sconvolta in negativo, mi ha regalato la più grande (probabilmente) emozione del viaggio: ho ancora nel cuore quella mattina, quando nel silenzio della basilica, ancora poco affollata, abbiamo pregato sulla roccia del Calvario, per poi celebrare la messa proprio dentro il mausoleo che porta con sé il mistero della Resurrezione. Un dono grande questo, una vera grazia che custodisco nel cuore e che mi ha commosso particolarmente. Lì dove si è fatta la storia del mondo, mi sono sentita così piccola di fronte al grande amore di Dio per me, per noi, e allo stesso tempo meravigliata e grata per quel grande dono. Tanti ricordi riempiono la mente, dalle risate in compagnia, ai momenti di meditazione, di canto e di condivisione, e l’eredità che mi porto dietro è davvero tanta. Sono certa di una cosa: non è un pellegrinaggio in Terra Santa a darci la fede, anzi. Ci sono aspetti e particolari che riguardano quei luoghi e che in qualche modo la mettono ancor più alla prova. Non può darci la fede, ma di certo può aiutarci a fare più nostra la fede in Gesù ed a calarla ancora di più nella storia, nel mondo, nella concretezza di tutti i giorni. Ora possiamo dare un volto a quei luoghi di cui sentiamo parlare durante le domeniche, possiamo sentirci ancor più protagonisti degli episodi e degli insegnamenti del Vangelo. Possiamo davvero sentirci parte di quella terra e dell’umanità di Gesù. Forse è proprio questo il dono più bello che mi porto dietro e che auguro a me stessa e ai compagni di viaggio che con me hanno condiviso questo cammino.

Angela Marchesano

La Terra Santa per me è stata sia un viaggio tra i luoghi della vita di Gesù che un viaggio tra le varie culture che abitano in quella terra, ricca di posti bellissimi e unici. Posti, però, che colpiscono soprattutto per le varie sensazioni che in quel momento ti regalano e sono proprio queste che ti porti a casa e che fanno di quella terra un luogo unico.

Valentina Trombetta

L’esperienza vissuta in Terra Santa è stata per me qualcosa di assolutamente inaspettato, non solo per le emozioni vissute in questo viaggio, affascinante e mistico, ma anche per aver potuto approfondire la conoscenza di chi ha condiviso con me questo percorso di fede. Vi ringrazio per i giorni passati insieme, siete stati dei compagni di viaggio speciali.

Costanza Sciusco

Cos’è stato il viaggio in Terra Santa? La voce del muezzin e la fatica di capire che è diverso da noi, gli occhi tristi di un bambino ed il suo sorriso, la memoria sempre viva dei tempi passati, il coraggio della pace e dell’accoglienza, la viltà della guerra, l’amore di Dio e l’amore per Dio. Cosa ci ha insegnato la Terra Santa? A sentirci amati e restituire l’amore, a non accontentarci di andare a messa solo la domenica, ma cercare Dio in ogni minuto, in ogni luogo, in ogni azione. A non guardare troppo a quello che facciamo e faremo, quanto a ciò che già è stato e sarà fatto per noi da Dio, a vivere di speranza e non di paura e, come diceva il nostro “guru” A.C., a tornare nei nostri giorni ordinari “con la testa” e con uno spirito nuovo.

Simone Ranzani

C I N E F O R U M 2017-2018In collaborazione con: CCC San Benedetto – CCC Carlo Calori – Fondazione Perini

Tutti i LUNEDÌ e MARTEDÌ alle 15.30 e 21.00

18 e 19 settembreMOONLIGHT di Barry Jenkins (Premio Oscar)

25 e 26 settembreIL DIRITTO DI CONTARE di Theodore Melfi

2 e 3 ottobreLA LA LAND di Damien Chazelle

9 e 10 ottobre SULLY di Clint Eastwood

16 e 17 ottobreFRANTZ di François Ozon

23 e 24 ottobreLION - LA STRADA VERSO CASA di G. Davis

30 e 31 ottobre MANCHESTER BY THE SEA di K. Lonergan

6 e 7 novembreSILENCE di Martin Scorsese

13 e 14 novembreALLIED UN’OMBRA NASCOSTA di R. Zemeckis

20 e 21 novembreIL VIAGGIO - THE JOURNEY di Nick Hamm

27 e 28 novembreLETTERE DA BERLINO di Vincent Perez

4 e 5 dicembreFLORENCE di Stephen Frears

11 e 12 dicembrePATERSON di Jim Jarmusch

18 e 19 dicembrePIUMA di Roan Johnson

8 e 9 gennaio 2018MONEY MONSTER di Jodie Foster

15 e 16 gennaioFAMIGLIA ALL’IMPROVVISO di Hugo Gélin

22 e 23 gennaioLA RAGAZZA SENZA NOME di J.P. Dardenne

29 e 30 gennaio NEBBIA IN AGOSTO di Kai Wessel

5 e 6 febbraioIL FIGLIO SOSPESO di E. Termine

12 e 13 febbraioIN VIAGGIO CON JACQUELINEdi M. Hamidi

19 e 20 febbraioNON SI RUBA A CASA DEI LADRI di Vanzina

26 e 27 febbraio INSOSPETTABILI SOSPETTI di Zach Braff

5 e 6 marzoL’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZAdi Aki Kaurismäki

12 e 13 marzoLA BATTAGLIA DI H. RIDGE di Mel Gibson

19 e 20 marzoLA TENEREZZA G. Amelio

26 e 27 marzoAGNUS DEI di Anne Fontaine

9 e 10 aprileORA LEGALE di Ficarra e Picone

16 e 17 aprileMOGLIE E MARITO di Simone Godano

23 e 24 aprileROSSO ISTANBUL di Ozpetek

Mercoledì 25 aprileGOD’S NOT DEAD 2 di Harold Cronk

30 aprile e 1 maggioLOVING-L’AMORE DEVE NASCERE LIBERO di Jeff Nichols

7 e 8 maggioIO DANIEL BLAKE di K. Loach

14 e 15 maggioDEEPWATER di Peter Berg

21 e 22 maggioKNIGHT OF CUPS di Terence Malick

28 e 29 maggioDUNKIRK di Cristofer Nolan

4 e 5 giugnoVI PRESENTO TONI ERDMANN di Maren Ade

Biglietto: Unico € 4,00 - Abbonamento € 70,00www.cccsanbenedetto.it www.parrocchiasanprotaso.org www.cinemateatroosoppo.org

RASSEGNA TEATRALE 2017-2018Sabato ore 21.00 e Domenica ore 16.00

Domenica 24 settembreCompagnia teatrale Donghese in:

“Taca banda” di L. Ferrario e C. Soldarell

30 settembre e 1 ottobreLa Compagnia “I catanaij” in:

“Ona familia de casciaball” di R. Silveri

7 e 8 ottobreLa Compagnia “Scenici74” in:

“Quei de la class de ferr” di A. Nicolaj

21 ottobre e 22 ottobreCompagnia Latte Nero in:

“L’Isola degli Schiavi e La Colonia” di Marivaux

28 e 29 ottobreLa compagnia Sul palco in:

“Delitto e matrimonio” di A.Cirri e N. Simon

4 e 5 novembreA.Galassi - A.Ressa in:

“Milan da la A a la Z” di e col grande Alberto Ressa

11 e 12 novembreLa compagnia Il Socco e la Maschera in:

“Natale in casa Cupiello” di E. De Filippo

18 e 19 novembreCompagnia Dei Giovani di Milano in:

“La fortuna l’è sorda” di L. Meroni

25 e 26 novembreI Mal trà insema in:

“Ma l’è proppi la nostra nevoda?” di L. Turrini

2 e 3 dicembreCabaret Milano Duemila in:

“Dedree de l’arèna” di Fabio Fumagalli

Venerdì 8 dicembreFranco Spediacci in:

“Lavoro, amore mio!” 9 e 10 dicembreGruppo teatrale Kairòs in:

“Sei spose per sei fratelli”Musical di Maria Luisa Desiderio

Sabato 16 dicembreBalletto classico:

“Lo schiaccianoci” di Pëtr Il’ič Čajkovskij

6 e 7 gennaio 2018Compagnia “Dell’orologio” in:

“Al mond de là gh’è nagott de portà” di R. Santalucia e P. G. Vitali

13 e 14 gennaioCompagnia Impara l’arte in:

“La medesina miraculusa” di B. Montrasio

20 e 21 gennaioCombriccola Del Baffo in:

“Ulisse Saturno farmacista notturno”di Amendola e Corbucci

27 e 28 gennaio Compagnia Lupi ma leoni in:

“Il carro di fuoco” Musical di D. Pizio e P. Zago

3 e 4 febbraioCompagnia Gli adulti in:

“Ripassi domani” di C. Pozzoli

10 e 11 febbraio“Mio fratello rincorre i dinosauri”di e con Christian Di Domenico Attore professionista

17 e 18 febbraioCompagnia Duprè in:

“Non c’è due senza te” di T. Fornari

24 e 25 febbraioLa compagnia Dietro il sipario in:

“Quartet” di Ronald Harwood

3 e 4 marzoLa Compagnia La Sarabanda in:

“La locandiera” di Carlo Goldoni

10 e 11 marzoLa Compagnia El loeugh in:

“La fortuna con la F maiuscola” di E. De Filippo

17 e 18 marzoCompagnia La marmotta in:

“Fiat voluntas dei” di G. Macrì

24 e 25 marzoI semper alegher in:

“Un omm pien de pregiudizzi” di M. Occhiuto

7 e 8 aprileGruppo teatrale Sonia Bonacina in:

“Black and White” Musical di G. Como tratto da West side story

14 e 15 aprileCompagnia Serpente tentattore in:

“Giallo Caravaggio” di R. Gallo e S. Merli

21 e 22 aprileCompagnia I copioni in:

“Rumors” di Neil Simon

28 e 29 aprileCompagnia Aresina in:

“Grata tì che grati mì” di S. Masieri

5 e 6 maggioIl Nodo in:

“El travett del Vigentin” di Roberto Zago

12 e 13 maggioCompagnia Politeatro in:

“El delitt de via Spiga” di G. Bertini

Biglietto Intero: € 8,00 Over 65: € 5,00 Abbonamento completo € 80,00

Parrocchia: www.parrocchiasanprotaso.orgGruppo sportivo: www.spes-mi.org

centro culturale: http://centroculturalesp.wordpress.comla zolla: http://www.lazolla.it

Il saluto di monsignor ScolaVenerdì 8 settembre, in Duomo, il cardinale Angelo Scola ha presieduto la celebrazione nella Solennità della Natività della Vergine Maria. In questa sua ultima celebrazione la Chiesa ambrosiana ha espresso la propria gratitudine per i suoi sei anni di episcopato. Pubblichiamo alcuni stralci della sua omelia.

“(…) La parola grazie in se stessa potrebbe bastare. Consentitemi però di nutrirla con due contenuti. Uno riferito alla Santa Chiesa di Dio che vive in Milano e nelle terre ambrosiane, l’altro riferito a Milano Metropoli che si dilata forse oltre i confini della nostra stessa Diocesi. La Chiesa milanese è ancora, nelle sue radici, una Chiesa di popolo. Questa mia convinzione ha preso forma soprattutto a partire dalle assemblee ecclesiali della Visita pastorale feriale. Certo non è più un albero rigoglioso e tuttavia le sue radici sono ben vive. E finché le radici sono vitali, l’albero può tornare florido. Se la Chiesa di Milano è una Chiesa di popolo, allora in essa qualunque uomo e

qualunque donna, in ogni momento e condizione, può trovare la sua casa definitiva. Tutti gli uomini e le donne che vivono sul territorio ambrosiano, possono fare l’esperienza del bell’amore incontrando, nella testimonianza diretta e personale di singoli fedeli e di comunità, il volto di Gesù che la fede ci fa cercare con tutte le nostre forze come compimento del nostro destino. Lo Spirito di Dio che abita in noi ci fa tendere alla vita e alla pace. Questo apre una grande speranza.In questi ventisei anni e più di episcopato, ho visto brillare la speranza, suscitata dall’incontro con Cristo, nelle più disparate condizioni di vita: nella gioia di un papà e di una mamma di fronte ad un bimbo che nasce, nell’innocenza dei bambini, nella ricerca inquieta degli adolescenti, nell’esperienza dell’amore dei giovani sposi, nella forza generativa dei genitori, nel gusto costruttivo degli uomini e delle donne del lavoro… ma ne ho visto persistere la luce anche nella dura prova dei disoccupati, nella miseria e nell’emarginazione di troppi, nella consapevole accettazione degli anziani, nell’offerta dei malati e dei morenti, nello zelo dei sacerdoti e nella dedizione dei consacrati. Per tutto questo rendo grazie. Il secondo contenuto con cui voglio tessere il mio grazie riguarda Milano. Ho avuto la fortuna di vivere il mio ministero in un momento in cui, al di là delle contraddizioni, dei conflitti e dei problemi che ancora attanagliano la nostra metropoli, ho potuto vedere non pochi elementi di risveglio. Non posso enumerarli in dettaglio, ma mi è impossibile tacere della Milano che mantiene la sua grande capacità di accoglienza, al di là di comprensibili sacche di paura si apre sempre più a chi è vittima delle diverse forme di esclusione, ha sviluppato il gusto del paragone e del confronto tra quanti praticano diverse visioni del mondo. Fenomeni questi tanto più imponenti se si considera il processo di mescolamento in atto, in modo massiccio, anche sul nostro territorio. Nello stesso tempo però avverto l’urgenza di dire con franchezza che questo non basta. Qualche anno fa, in un Discorso di sant’Ambrogio, dissi che a Milano mancava l’anima. Alcuni contestarono questa mia affermazione. In parte avevano ragione, altrimenti questa crescita della metropoli non si spiegherebbe. Tuttavia c’è ancora un cammino da compiere. “Non dimenticarti di Dio” avevo raccomandato alla nostra città all’inizio del mio ministero in mezzo a voi, perché «Dio è con noi». Questa memoria è ancora viva in molti tra le generazioni adulte dei vecchi e nuovi milanesi. Ma non sempre sappiamo vedere l’enorme potenziale di speranza e di costruzione di vita buona, cioè bella vera e giusta, che tale memoria contiene. Di conseguenza spesso non riusciamo a farlo scoprire ai giovani. L’anima è ciò che dà vita. È la sostanza di ogni realtà e la conduce alla pienezza di senso, facendola fiorire.Salendo da Oggiono ad Imberido, ad estate incipiente, ci si imbatte in un grande giardino colmo di ceppi di ortensie di svariati ed intensi colori. È impossibile evitare tutte le volte un “Oh!” di meraviglia. Amandolo e coltivandolo, qualcuno ha dato vita a quel giardino. Gli ha dato un’anima.Carissime, carissimi, amiamo Milano e la sua Chiesa”.