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ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE “V.DANDOLO” SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA SETTORE SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE Il cavallo MATTEO TRAININI ANNO SCOLASTICO 2013/2014 CLASSE 5°M

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ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE “V.DANDOLO” SEDE

COORDINATA DI LONATO DEL GARDA SETTORE SERVIZI PER

L’AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE

Il cavallo

MATTEO TRAININI

ANNO SCOLASTICO 2013/2014

CLASSE 5°M

Indice

Prefazione

1. Storia del cavallo e utilizzo nella storia

2. Anatomia e Fisiologia del cavallo

3. Mantelli

4. Agricoltura

4.1. Il lavoro nei boschi

4.2. Il cavallo mandriano

4.3. Tiro leggero e agricoltura

4.4. Tiro pesante e agricoltura

5. Maniscalco e Ferratura

6. Alimentazione

7. Principali malattie

8. Ponies

9. Le andature

10. Età media e limiti di età

11. Guidare secondo la legge

Bibliografia

Il cavallo è senza dubbio fra gli animali che ha svolto a fianco dell’uomo un

lungo cammino verso la moderna civiltà.

Con il passare degli anni il cavallo ha perso molta importanza. Molti anni fa

era utilizzato per il lavoro in campagna poi, con l’introduzione dei

macchinari, il suo utilizzo è diventato sempre più raro.

Oggi si sta diffondendo sempre di più il suo allevamento per scopo sportivo

e hobbistico.

Il cavallo è un animale dotato di una memoria straordinaria, ha una notevole

intelligenza e molta curiosità.

Nella tesina che presenterò, parlerò soprattutto della descrizione di quelle

che nel tempo sono state le molteplici possibilità di impiego al quale il

cavallo è stato assogettato,delle differenti attività è andato o va tuttora

svolgendo, di alcune razze maggiormente utilizzate in Italia e degli eventuali

accenni per il mantenimento del cavallo.

I progenitori del cavallo

sono apparsi sulla terra circa

55 milioni di anni fa.

Secondo gli studi dei fossili

l’antenato preistorico del

cavallo era un essere

vivente, somigliante ad una

volpe, alto appena 30

centimetri, con quattro dita

degli arti anteriori e tre ai lati

posteriori.

È ormai accertato che i

diversi cambiamenti, per

mutazione genetica e per

selezione naturale, hanno

portato alla formazione di

più generi di cavalli, in

particolare il genere

“Merychippus” si divise in

più generi e specie.

L'essere umano ha iniziato ad addomesticare i cavalli più tardi rispetto ad

altri animali, attorno al 5.000 a.C. nelle steppe orientali dell'Asia (il tarpan),

mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.

La prima zona in cui il cavallo si è sviluppato è stata il continente americano,

dove sono stati ritrovati i resti fossili più antichi

È un po’ difficile ricostruire tutti gli spostamenti dei cavalli, perché in quel

lontano periodo l’America era collegata all’Asia dallo stretto di Bering.

Quindi, gli animali potevano attraversarlo e passare facilmente in Asia e in

Europa.

L’incontro tra l’uomo e il cavallo è stato molto importante. All’inizio

quest’incontro è stato drammatico, soprattutto per il cavallo, infatti gli

uomini preistorici cacciavano i cavalli per la loro carne.

Spingevano i branchi verso terreni fangosi in cui gli animali

s’impantanavano oppure verso burroni dai quali precipitavano nel vuoto.

In seguito, cominciarono ad addomesticarli perché capirono che avrebbero

potuto utilizzare la loro forza muscolare piuttosto che la carne.

Prima che fossero inventate le macchine, il cavallo era considerato il

migliore fornitore di energia muscolare ed era utilizzato in molti settori: in

agricoltura, nelle miniere, nei trasporti e in guerra.

Il corpo del cavallo si divide i 4 parti fondamentali:

Testa

Collo

Tronco

Arti

Testa: La testa comprende organi

importanti per la vita del cavallo,

come si può osservare nella foto.

Normalmente possiede la forma di

tronco di piramide; in alcune razze

(come il purosangue Arabo) è di

forma triangolare. La testa deve

comunque essere ben modellata, con

una nuca arrotondata e larga e con

ciuffo di crini che scende sulla fronte

e che serve, con il suo movimento, a proteggere gli occhi dagli insetti. Essa

deve essere ben attaccata al collo e ben proporzionata, perché serve da

bilanciere per il resto del corpo. Infatti, con il suo peso influisce sui

movimenti e sulle andature del cavallo;

Collo: Il collo sostiene la testa e si unisce al tronco. Nella parte superiore si

trova la criniera, in quella inferiore vi sono nervi e vasi importanti. Il collo

ha una grande importanza per l’equilibrio del cavallo e per il suo

bilanciamento nei diversi movimenti. Il collo può essere, a seconda delle

razze, più o meno lungo ed elastico: sarà più tozzo e massiccio nelle razze

da tiro o da lavoro pesante e più sottile e flessibile in quelle veloci;

Tronco: Il tronco è diviso in due parti dal diaframma. La parte anteriore si

chiama cavità toracica, l’altra cavità addominale. Il tronco comprende gli

organi principali degli apparati circolatorio, respiratorio, digerente e genito-

urinario;

Arti: Gli arti o estremità sono importanti perché sostengono e fanno

camminare il cavallo. Gli arti anteriori servono a sostenere il centro di

gravità ed a spingerlo in alto e in avanti; quelli posteriori sono più importanti

nell’azione di spinta. Il piede del cavallo è un organo molto delicato, perché

gli permette di muoversi. È molto piccolo rispetto al corpo dell’animale, per

cui deve essere molto specializzato per svolgere bene il proprio lavoro. La

ferratura serve per proteggere lo zoccolo.

Per mantello s’intende l’insieme

dei peli e dei crini che ricoprono

completamente il corpo del cavallo.

I mantelli possono essere semplici,

quando sono di un solo colore, o

composti, quando sono di due o più

colori. I colori dei mantelli dei

cavalli sono i seguenti:

Morello: con i peli ed i crini

neri. A seconda dell’intensità può essere: deciso, maltino, corvino;

Baio: cioè un mantello a due colori, con la criniera, la coda e le

estremità nere ed il corpo dal rosso al marrone. A seconda delle

gradazioni può essere: oscuro, castano, dorato, slavato;

Sauro: cioè un mantello di un solo colore con il corpo, le estremità, la

criniera e la coda di colore rosso-marrone di varie tonalità;

Grigio: con peli neri e bianchi mescolati tra loro su pelle nera. Vi sono

diverse gradazioni di grigio. Questo tipo di mantello tende a diventare

più chiaro mano a mano che il cavallo invecchia;

Pezzato: cioè un mantello con crini neri e bianchi, con la criniera e la

coda nera/bianca;

Isabella: ha peli giallastri che diventano gradatamente neri nei crini e

alle estremità degli arti. Le gradazioni sono: chiaro o scuro;

Palomino: anche in questo caso il mantello è uguale a quello

dell’isabella, i crini però sono bianchi.

Tra i segni particolari del cavallo ricordiamo:

La balzana: una macchia bianca degli arti;

La stella: una macchia bianca più o meno grande che si trova solo

sulla fronte;

La lista: una striscia di peli bianchi che va dalla fronte fino alle narici.

4.1- IL LAVORO NEI BOSCHI

Il cavallo ha occupato un posto di primo piano nel lavoro nei boschi, quando

questo era affidato esclusivamente alla forza muscolare. L’uomo abbatteva

gli alberi con l’accetta e con grandi seghe manovrate dalle sue stesse braccia

li suddivideva in pezzi; il cavallo lo aiutava nel trasporto del materiale fuori

dal bosco, che poteva avvenire a strascico sul terreno o in appositi canali

rudimentali (risine) scavati sempre nel terreno.

Laddove c’era abbondanza di corsi d’acqua si usava il trasporto per

fluitazione usofruendo della corrente e della forza di gravità; dove il fiume

rallentava il corso, il carico di legname veniva solecitato a muoversi più

velocemente da cavalli che lo tiravano dalle 2 sponde opposte.

La scomparsa dei vecchi sistemi ha portato non solo al prograssivo

impoverimento di alcune razze equine che erano state appositamente

selezionate, ma anche all’abbandono di boschi cedui di piccola e media

dimensione, dato che talvolta il prezzo dell’abbattimento degli alberi e del

trasporto supera il valore del legname stesso.

4.2- IL CAVALLO MANDRIANO

Il cavallo è stato, e in parte lo è tuttora, un validissimo aiuto per l’uomo

nell’allevamento del bestiame. I ben noti “cowboy nordamericani” se ne

servono, a titolo esemplificativo, per radunare il bestiame disperso nelle

vaste distese erbose che caratterizzano il continente Nordamericano, così

come i “Vaqueros” del Brasile (che ebbero la loro età d’oro nel XVII

secolo), i quali, ancora oggi, in alcune regioni del nordest e del centro, del

Rio Grande del Nord e del Bahia occidentale, se ne servono come strumento

indifferibile per condurre la propria attività. In Australia esisitono ancora, e

vengono usate, le vecchie piste che si dirigono a Darwin, dove il bestiame

viene imbarcato, e ad Alice Springs, dove viene caricato sui convogli

ferroviari, il tutto sempre attraverso l’opera indefessa prestata dal cavallo.

Non si può chiudere questa esposizione senza parlare del “Buttero della

Maremma toscana”, severo nell’abbigliamento nero, che guida e tiene a

bada il bestiame con il suo bastone ferrato in sella al suo destriero.

Purtroppo tutte queste figure sono ormai scomparse o sono destinate ad

essere soppiante dalle nuove tecniche di allevamento. Infatti l’uso di

autotreni a duplice fila di gabbie per il trasporto del bestiame ha ridotto

notevolmente il lavoro del mandriano assieme a quello riservato al cavallo.

4.3- IL TIRO LEGGERO E AGRICOLTURA

Con l’avvento della motorizzazione il cavallo ha visto nel corso degli anni

di questo secolo ridurre sempre di più la sua importanza sia per quanto

riguarda il suo impiego nel tiro leggero che ne servizio da sella. Molte

funzioni che un tempo il nobile animale andava svolgendo, sono state infatti

dall’uomo affidate in sua vece al trattore, oppure a mezzi meccanizzati di

altro genere.

I cavalli che svolgevano queste funzioni erano soggetti di tipo mesomorfo o

tutt’al più di tipo meso-brachimorfo pertanto caratterizzati dal possedere la

duplice attitudine di soggetti da sella o da tiro leggero. Tutti questi animali

presentavano una notevole solidità nella struttura: ben muscolati con arti

robusti e con articolazioni larghe.

Si fa sempre più raro oggi vedere nelle campagne contadini che si recano al

lavoro nei campi su carri tirati da cavalli, anche se in alcune zone impervie

l’impiego del cavallo non è stato del tutto accantonato.

È oppurtuno inoltre considerare il fatto che il cavallo rispetto alla macchina

presenta alcuni vantaggi sia di carattere ecologico, quale il mancato

inquinamento dell’aria, che di carattere economico (produzione di letame da

usare come fertilizzante), anche se è altrettanto vero che, a differenza

dell’animale, la macchina consuma solo quando è in funzione.

4.4- IL TIRO PESANTE E AGRICOLTURA

I lavori agricoli più gravosi e il trasporto pesante sia nelle campagne che

nelle città erano un tempo esclusivamente affidati al cavallo.

Questi cavalli, tutti di tipo brachimorfo, erano caratterizzati dal possedere

una testa pesante, con masse muscolari sviluppate, arti brevi e piedi grandi.

Tutte queste caratteristiche contribuivano a fare di questi animali delle

macchine poderose capaci di produrre una notevole quantità di energia da

impiegarsi nei più svariati lavori. L’immagine di cavalli legati al giogo

dell’aratro o a carri stracolmi di grano o altri prodotti della terra era nelle

campagne un tempo consueta, così come lo era quella dei tram a cavalli o

di equini trainanti pesanti carri da trasporto nelle città.

Omai queste funzioni con il progresso della tecnologia sono andate

scemando, anche se in vari paesi dell’est il cavallo continua ancora oggi a

dare il suo valido contributo.

Il compito del maniscalco è quello di ferrare il cavallo. Per svolgere bene il

suo lavoro, il maniscalco deve conoscere molto bene il piede del cavallo ed

avere molta esperienza.

Prima di essere ferrato, il piede deve essere preparato tagliando la crescita

di unghia in eccesso e livellando la

superficie.

La ferratura può essere fatta a caldo

oppure a freddo. Nella ferratura a

caldo il ferro viene provato ancora

caldo sullo zoccolo, in modo da farlo

combaciare bene all’unghia. Con

questo sistema la ferratura è più

precisa, però deve essere fatta da un bravissimo maniscalco, perché c’è il

rischio di scottature.

Nella ferratura a freddo il ferro viene preparato prima con le misure dello

zoccolo ed è applicato senza scaldarlo. Chiaramente, con questo metodo il

ferro non può essere modificato.

Quando deve ferrare il cavallo il maniscalco esegue le seguenti operazioni:

Toglie il ferro vecchio ed i chiodi che lo fissano allo zoccolo;

Ripulisce e rifila lo zoccolo;

Elimina la crescita in eccesso dell’unghia e pareggia la superficie dello

zoccolo con una lima;

Riscalda il ferro, lo forgia e gli dà la forma sull’incudine;

Appoggia il ferro caldo sullo zoccolo per qualche secondo per

controllare se va bene;

Tenendo lo zoccolo ben saldo tra le ginocchia, ribatte i chiodi per

fissare il ferro;

Pareggia l’orlo dello zoccolo e spiana anche la testa dei chiodi.

Gli alimenti degli equini si somministrano allo stato secco o verde. Le loro

qualità e le loro quantità devono variare a seconda all’età, razza del soggetto,

costituzione così come attitudine e lavoro che deve prestare. Gli alimenti

secchi comprendono ordinariamente i fieni, la paglia ed i semi di varie

piante graminacee e leguminose, come pure le farine e le crusche che da essi

si ottengono. L’alimento secco è il più pratico e profittevole, poiché

conserva i principi nutritivi sotto un volume relativamente piccolo.

Tra gli alimenti secchi i più usati sono:

FIENO: I migliori fieni per i cavalli sono quelli forniti da prati alquanto

elevati e da regioni asciutte. I fieni provenienti da prati bassi abbondano di

piante poco nutrienti o nocive come i giunchi, gli equiseti, le carici ecc…

Sono anche cattivi e da rifiutarsi. Assolutamente da evitare fieni ammuffiti

e con ruggini o quelli troppo vecchi e polverosi perché i cavalli hanno gusti

molto difficili e a volte, pur dovendo mangiare, se un alimento non è

abbastanza appetibile arrivano anche a non farlo;

AVENA: è l’alimento più indicato per il cavallo

e, fra i grani è uno dei più nutritivi ed eccitanti

(quando nell’equitazione si parla di mangimi o

alimenti con queste caratteristiche l’alimento in

questione si dice “carico”);

PAGLIA: la paglia di

frumento, avena e anche orzo è

per il cavallo la migliore perché

è la più nutritiva, ma si

preferisce di gran lunga il fieno.

(PERCHE’??);

SEGALE: è meno nutriente dell’orzo ma più rinfrescante e trova salutare

applicazione somministrata in farina mista con acqua a cavalli giovani e

facilmente irritabili o convalescenti;

FRUMENTO: è fra i cereali il più nutritivo ma il suo uso non è consigliabile

poiché può essere causa di congestioni intestinali e laminati;

GRANOTURCO (mais): può essere somministrato in via eccezionale per

scarsità di avena e comunque non deve superare il 10% della razione

quotidiana;

FAVE: sono molto nutrienti ma possono dar luogo a congestioni se in

quantità troppo elevate;

CARRUBE: alimento molto appetibile perché ricco di zuccheri e di facile

digestione. Tuttavia, pur essendo molto nutrienti, possono avere effetti

lassativi;

CRUSCA: deve essere fresca, untuosa al tatto e contenere una certa quantità

di farina che da odore e sapore. Da sola non costituisce alimento adatto per

i quadrupedi in lavoro;

MANGIMI: possono essere palettati, fioccati, di produzione industriale e

in varie formulazioni;

SALE: il cavallo necessita di un costante apporto di sale che dovrebbe

essere sempre lasciato a disposizione in rulli o grani;

REGIME VERDE: il regime verde è costituito dalle erbe fresche dei prati

e rappresenta il mangime naturale degli equini ai quali risulta sempre

gradito. L’erba fresca a differenza del fieno contiene molta più acqua e

quindi idrata e favorisce la regolarità delle funzioni digestive ma,

contenendo un gran quantitativo di acqua, una volta falciata, se lasciata a

riposo, fermenta; queste fermentazioni possono avvenire nello stomaco del

cavallo causando coliche. Quindi il cavallo passa più tempo in scuderia nei

box piuttosto che nei prati proprio per evitare episodi di coliche;

ACQUA: l’acqua è il solo liquido usato quale bevanda ordinaria del cavallo.

Nel periodo estivo il cavallo è in costante lavoro a differenza dell’inverno e

quindi deve bere almeno 3 volte al giorno. Quando i cavalli per questo sono

molto assetati non conviene farli bere fino a sazietà, perché l’ingestione di

grandi quantità d’acqua sovraccarica lo stomaco e può cagionare

indigestioni o coliche.

I cavalli sono esposti ad una grande quantità di microrganismi che sono

potenziali cause di malattie. Questa esposizione dipende da fattori quali

l’età, la posizione geografica, l’attività e la gestione dell’animale da parte

dell’uomo. Ci sono anche fattori quali la condivisione di spazi con altri

cavalli e di cambiamenti di habitat che si sommano agli effetti prodotti dallo

stato generale e dalle caratteristiche proprie di ogni razza che possono

aumentare la sensibilità del cavallo di fronte alle malattie.

Uno dei principali segnali a cui prestare attenzione può essere la

respirazione accelerata. Altro segnale di malessere si palesa se il cavallo si

sdraia al suolo o si rifiuta di camminare. Per quello che riguarda la parte

intestinale dobbiamo prestare attenzione alla dimensione delle feci: le feci

piccole, liquide o di un colore strano, così come l’urina scolorita, sono

segnali d’allarme sulla sua salute. Non sono da sottovalutare le zoppicature,

facili da individuare, ma suscettibili di diventare gravi malattie se trascurate.

Le principali malattie che colpiscono i cavalli sono:

TETANO: il tetano è una malattia infettiva ma non contagiosa e il

tasso di mortalità è elevatissimo anche se non riguarda solo il cavallo

ma tutti gli animali domestici ed è causato da una tossina liberata da

un batterio che penetra nell' organismo del cavallo attraverso una

ferita. I sintomi sono abbastanza chiari: il cavallo è caratterizzato da

una forte rigidità muscolare e il movimento della sua mascella è

limitato oltre ad essere presente la procidenza di una palpebra.

Per curarlo bisogna disinfettare la ferita al più presto con un' iniezione

di antitossina che per qualche settimana assicurerà la protezione poi,

in caso di giumenta in gestazione, si rende necessario vaccinarla in

modo da dare al puledro l' immunità passiva. In ogni caso al puledro

si somministra il siero antitetanico subito dopo il parto;

COLICHE: per sindrome colica si intende un insieme di

manifestazioni sintomatiche riconducibili a stati patologici

dell’addome. Difatti possono essere causa di colica svariate patologie

come costipazioni, torsioni dell’intestino, ostruzioni, ernie,

parassitosi, e coliti. I sintomi variano da soggetto a soggetto. Essi

possono insorgere improvvisamente oppure lentamente.

Tra quelli più evidenti annoveriamo: rotolamento persistente su sé

stesso del cavallo, il quale rampa per terra con una zampa, fatica ad

urinare e le cui feci si fanno molto scarse o del tutto assenti. Per giunta

esso dimostra disinteresse per cibo ed acqua. In presenza di questi

sintomi il consiglio è quello di chiamare immediatamente il veterinario

curante;

DIARREA: la diarrea non è di per sé una malattia ma un sintomo di

molte malattie, riconosciuto quando i rifiuti di un cavallo diventano

meno solidi, sino ad essere, nella peggiore delle ipotesi, del tutto

liquidi. Ci sono alcuni casi in cui una leggera di diarrea può definirsi

normale, come un improvviso cambiamento di ambiente o di un

mangime. Tuttavia, periodi lunghi — cioè quelli che persistono più di

qualche giorno — o gravi forme di diarrea non sono da ritenersi

normali e richiedono assistenza veterinaria;

LESIONI: se non curate correttamente possono portare ad infezioni;

MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO: sono causate

da infezioni o allergie. I primi sintomi possono essere: difficoltà

respiratorie, febbre, debolezza, scolo del naso. Il consiglio è di

vaccinare il cavallo contro l’influenza equina.

Il pony è un cavallo di dimensioni minute in cui l’altezza del garrese non

supera il limite di m 1,44.

Esso viene apprezzato per le sue caratteristiche, che sono quelle di possedere

delle zampe robuste, una testa grande/corposa o piccola/graziosa ed anche

una elevata resistenza al lavoro unita ad una buona docilità. La taglia piccola

rende l’animale più leggero, più veloce e meno dipendente dal bisogno di

cibo dato che ne ha minore esigenza.

Esso viene sovente utilizzato come animale da soma, da compagnia o come

cavalcatura di bambini. La sua diffusione è avvenuta ovunque, in particolar

modo in Gran Bretagna/arcipelago Britannico, Islanda, Norvegia, Svezia e

molti altri paesi.

Sono i movimenti naturali del cavallo ed hanno 3 caratteristiche principali:

- IMPULSO: impegno con cui il cavallo si muove nelle tre andature;

- RITMO: isocronia dei movimenti = stesso tempo;

- CADENZA: distanza che il cavallo percorre in un determinato tempo

= velocità delle diverse andature;

L’andatura si definisce buona quando:

- il ritmo è regolare;

- gli arti si muovono parallelamente al piano mediano del corpo;

- i movimenti sono decisi ed elastici;

- le oscillazioni laterali del tronco, quelle della testa e del collo si svolgono

in giusta misura.

Le andature principali del cavallo son tre:

Il passo è l'andatura più lenta del cavallo (raggiunge una velocità che

varia da 5 a 7 km/h). Questo tipo di andatura viene definito simmetrico

perché l'appoggio delle due zampe anteriori avviene secondo

intervalli di tempo regolari, e basculato perché il cavallo compie un

movimento in verticale con il collo per darsi la spinta necessaria a

portarsi avanti anche con il resto del corpo. A seconda della lunghezza

del passo, distinguiamo un passo corto, un passo medio (in cui lo

zoccolo posteriore del cavallo poggia sull'orma appena lasciata dallo

zoccolo anteriore) e un passo lungo (in cui lo zoccolo posteriore del

cavallo poggia davanti all’orma appena lasciata dallo zoccolo

anteriore);

Il trotto è un'andatura saltata in due tempi per bipedi diagonali in

questa successione: posteriore destro con l'anteriore sinistro

(diagonale sinistro), posteriore sinistro con l'anteriore destro

(diagonale destro). A questa andatura il cavallo raggiunge una velocità

che varia dai 10 ai 55 km/h nelle corse al trotto. Nel trotto battuto il

cavaliere si distacca dalla sella alzando e abbassando ritmicamente il

bacino. Nel trotto seduto (detto anche trotto di scuola) invece si

rimane seduti in sella seguendo il movimento del cavallo con il

bacino;

Il galoppo è l'andatura naturale più veloce e si svolge in tre tempi ma

vi sono variazioni relative alla velocità da ottenere. Con posteriore

destro che guida l'azione la sequenza è: posteriore sinistro, bipede

diagonale sinistro, anteriore destro, seguiti da un tempo di

sospensione.

Un cavallo può raggiungere l’età media di 25-30 anni. La durata della sua

vita dipende dal clima, dall’alimentazione, dal tipo di lavoro che svolge e

dalla razza. Fino ai 5 anni è considerato puledro, dai 5 ai 12 anni si dice che

è adulto, dai 12 ai 15 è maturo, dopo i 15 vecchio.

Per valutare l’età di un cavallo bisogna esaminare bene i suoi denti, che

cambiano mano a mano che l’animale cresce. La dentatura da latte

comprende 24 denti; nell’adulto, invece, i denti sono 36 nella femmina e 40

nel maschio, che ha 4 scaglioni o canini in più.

11- GUIDARE SECONDO LA LEGGE

Regolamento CE 1/2005 sulla protezione degli animali durante il

trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE

e 93/119/CE e il Regolamento CE n. 1255/97.

QUANDO SI APPLICA: a tutti i trasporti di animali vertebrati vivi

effettuati con finalità economiche (includendo tutti i trasporti che

determinano o mirano a produrre direttamente o indirettamente un profitto)

che possono essere eseguiti solo da trasportatori autorizzati ai sensi degli

articolo 10 o 11 del Regolamento 1/2005 Ce.

QUANDO NON SI APPLICA: non si applica al trasporto degli animali

non correlato ad attività a “carattere economico”;

al seguito del loro proprietario;

verso o da strutture sanitarie veterinarie (ambulatori, cliniche ecc..)

Questi tipi di trasporto NON hanno bisogno di autorizzazione.

QUANDO SI APPLICANO SOLO I CRITERI GENERALI:

Non necessitano di autorizzazione ai sensi degli articolo 10 o 11 del

Regolamento 1/2005, si applicano comunque le condizioni generali, per le

seguenti tipologie:

I trasporti di animali effettuati dagli allevatori con veicoli agricoli o

con i propri mezzi di trasporto nei casi in cui le circostanze

geografiche richiedano il trasporto per transumanza stagionale di

taluni tipi di animali;

I trasporti, effettuati dagli allevatori, dei propri animali, con i propri

mezzi di trasporto per una distanza inferiore a 50 km dalla propria

azienda.

NON NECESSITA DI AUTORIZZAZIONE AL TRASPORTO chi esegue

trasporto di animali, anche se con finalità commerciali, per distanze inferiori

ai 65 Km.

Possono essere richiesti due tipi di autorizzazione al trasporto:

TIPO 1 Attestato di autorizzazione dei trasportatori per viaggi della

durata massima di 8 ore;

TIPO 2 Attestato di autorizzazione dei trasportatori per viaggi della

durata superiore alle 8 ore.

L’autorità competente al rilascio di detta autorizzazione è la ASL

territorialmente competente sulla sede operativa del trasportatore.

Gli attestati autorizzativi sono da considerarsi provvisori, il numero

definitivo di autorizzazione potrà essere assegnato non appena il Ministero

avrà istituito apposita banca dati.

Per viaggi superiori alle 8 ore tra Stati Membri e tra Stati Membri e Paesi

Terzi di equidi domestici diversi dagli equidi registrati (*) e di animali

domestici della specie bovina, ovina, caprina, e suina, risulta obbligatorio

apposito “Giornale di viaggio” che sostituisce il ruolino di marcia.

Certificato di Idoneità al trasporto, previsto dall'art 6 comma 5 del

Regolamento 1/2005 è divenuto obbligatorio a partire dal 05.01.08; i corsi

per rilasciare tali certificati possono essere organizzati, anche, da Enti

Istituti Associazioni di categoria Associazioni professionali. Tali certificati

dovranno, poi, essere "registrati" presso le Asl di residenza del conducente.

Le autorizzazioni al trasporto e le omologazioni hanno validità 5 anni e

possono essere previsti limiti in funzione di criteri verificabili durante il

trasporto (ad esempio sulle specie e sulle modalità strada, ferrovia etc.).

Il Certificato di Idoneità al trasporto è valido per 10 anni, anche tale

certificato può essere limitato a specie o gruppi di determinate specie.

(*) In conformità alla Dir. 90/427 si intendono per EQUIDI REGISTRATI

solo animali iscritti a libri genealogici (a titolo esemplificativo sul

passaporto devono essere riportati i dati dei genitori), per tale categoria di

animali, oltre all’esonero dal giornale di viaggio, sono previste specifiche

deroghe.

- “il Cavallo” di Maurizio Bongianni – Concetta Mori, editore Arnoldo

Mondadori-1985;

- “il manuale del cavallo” di Cinzia Zorzan, editore Giunti Demetra-2012;