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Poste Italiane S.p.a. Spedizione in a. p. D.L.353/2003 convertito in L. 27/02/2004 n. 46 art.1 comma 1 DCB/PV lo scandalo dell’HORSEGATE sembra non aver fine ma l’UE continua a temporeggiare sull’obbligo di provenienza degli alimenti in etichetta periodico di Coldiretti Pavia n.2 2013 ANNO 68 l’industria del falso s’è inventata la carne di manzo equina

Il Coltivatore Pavese 2

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lo scandalo dell’HORSEGATE sembra non aver finema l’UE continua a temporeggiare sull’obbligo di

provenienza degli alimenti in etichetta

periodico di Coldiretti Pavia

n.2 2013

ANNO 68

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in primo piano

Questo numero è stato chiuso in redazione il 22 aprile 2013

Il Coltivatore PaveseEdito dalla Federazione Provinciale COLDIRETTI PAVIA

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Comitato editoriale:Mario Campari, Sergio Canobbio, Giuseppina Cannavò, Matteo Castellani,Enrico De Marziani, Matteo De Ponti, Giuseppe Fra, Nadia Festari, Marta Madama,Pietro Angelo Migliavacca, Claudio Molteni,Luigi Negri, Marco Nicola, Alessandro Negruzzi, Maria Enrica Omodei, Carlo Palladino, Monica Rosina, Annamaria Seves, Rosanna Sora

SINDACALE

VITIVINICOLO

EST TICINO VILLORESI

CAMPAGNA AMICA

TECNICO

EPACA

ETICHETTOPOLI

GIOVANI IMPRESA

Page 3: Il Coltivatore Pavese 2

6 8Horsegatel’appello diPapa Francesco

Fondo: Terra bene prezioso 5Siamo i custodi della creazione 6Horsegate 8La carne FAI arriva nei supermercati 9Il Parlamento UE vota la PAC ma boccia il bilancio 10Indice ISMEA 11L’Italia è sensibile al bioterrorismo 12Smobilitazione Italia 12Riso, a rischio crollo la produzione nei campi italiani 13La preoccupazione di Airi 13La legge salva-olio fa salire i prezzi dell’extravergine 14Etichettatura d’origine, si muove anche la Francia 15Cibo più sano? Italiano! 16Agricoltori, presidio del territorio 17Agritranquillità 19Frutta e verdura nella patria del junk food 20Un mega salmone OGM sulle tavole americane 21Voucher internazionalizzazione 2013 22Coldiretti ottiene le modifiche ai voucher per le aziende agricole 22MUD 23Refresh 23Banco sostegno nuova imprenditorialità 24Trattori: la revisione può attendere 24Femminile un’impresa su tre 25Danni da selvaggina problema improrogabile 26

(Col)direttamente nel bicchiere 29Made in Italy: se ne vende più all’estero che in Italia 30Meno vino nel mondo 33

Alessandro Folli presidente di URBIM 34

Il Mercato di Campagna Amica all’Iper di Montebello 36

Legge di stabilità 38Grazie a Coldiretti semplificata la patente per i mezzi agricoli 42Patente di campo 42

Riforma mercato del lavoro: i nuovi “Ammortizzatori Sociali” 40

SINDACALE

VITIVINICOLO

EST TICINO VILLORESI

CAMPAGNA AMICA

TECNICO

EPACA

Lasagne al ragù di cavallo: l’Europa vuole le etichette opache 27

Silvia Manna nuovo delegato Giovani Impresa 28

ETICHETTOPOLI

GIOVANI IMPRESA

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di Campagna AmicaCi vediamo al mercato

Paviain Via Pastrengoogni sabatodalle 8:00 alle 12:30Paviain Piazza del Carmineogni giovedìdalle 8:00 alle 12:30Gropello CairoliLargo Cairoli - P.zza Bibliotecaogni mercoledìdalle 8:00 alle 12:30Medein Via Mazziniogni mercoledìdalle 8:00 alle 12:30Montebello della Battagliapiazzale Iper ogni venerdìdalle 8:00 alle 14:00Mortarain Piazza Trieste (Cortile Borsa Merci 3)ogni venerdìdalle 8:00 alle 12:30Vigevanoin Piazza Martiri della Liberazioneogni domenicadalle 8:00 alle 12:30Vogherain Piazza del Duomoogni domenicadalle 8:00 alle 12:30

WWW.PAVIA.COLDIRETTI.ITWWW.CAMPAGNAMICA.IT

I nostri mercati in provincia di Pavia:

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Stefano RavizzaDelegato Regionale

Coldiretti Giovanio Impresa

| 5| 5EDITORIALE

Terra, bene prezioso

difficilmente avremo il tempo per recu-perare. La nostra agricoltura è capace di produrre grandi eccellenze e grandi diversità che affondano le radici nella cultura, nella tradizione e si esprimono attraverso una nuova interpretazione e uno spirito innovativo che contrad-distingue in particolare le imprese gio-vani. Per mantenere e incrementare questo valore unico della nostra società dobbiamo in primo luogo salvaguardare le aree produttive e rispettare l’ambien-te. Ciò non significa rigettare in toto il fabbisogno di infrastrutture bensì inte-grare le esigenze in modo armonico, uti-lizzando e riqualificando in primo luogo le aree già urbanizzate e sviluppandone, dove necessario, di nuove in modo ar-monico. La terra è il bene più prezioso che abbiamo, come ha recentemente affermato Sua Santità Papa Francesco, non ne siamo i proprietari ma i custodi e abbiamo il dovere di riconsegnarla in buona salute alle future generazioni. In ogni decisione dobbiamo tenere conto di questa priorità.

Una grande assemblea di giovani si è svolta lo scorso 26 marzo al Teatro Manzoni di Milano. Giovani Impresa del Nord Italia si è data appuntamen-to per stimolare l’opinione pubblica sui temi più pressanti del momento. Agricoltura, ambiente, imprenditoria e innovazione, con esempi e testi-monianze dirette, in un dibattito serrato con docenti e personalità della società civile come potrete leggere più avanti nel Coltivatore Pavese. Un assemblea dove una parte rilevante è stata ricoperta dal pavese Stefano Ravizza, delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa.“Mi sta particolarmente a cuore l’eccessivo consumo di suolo che ca-ratterizza la nostra regione e la provincia di Pavia in modo specifico. Ogni anno, in Lombardia, 4mila ettari di terreno verde vengono coperti di cemento o asfalto.”La provincia di Pavia, in base ai PGT approvati a fine 2009 vedrà 156,3 metri quadrati di cemento in più per ogni abitante nei prossimi cinque anni. La media regionale, invece, è di 70 metri quadri per abitante. Un triste primato di cui non possiamo certo essere fieri. Pavia è una provincia storicamente poco urbanizzata, in fondo dunque alle classifiche delle grandi aree urbane, ma l’incremento della cementi-ficazione ha registrato un tasso del 9,7% dal 2001 al 2007, contro un au-mento della popolazione del 7,2%. Questi numeri per l’Agenzia europea dell’ambiente significano crescita incontrollata e per noi, che viviamo di agricoltura, significano terreni persi, ambiente danneggiato e in generale rischi ecologici.Occorre mettere fine ad un atteggiamento che sembra considerare la terra, il verde, l’acqua quasi fossero beni illimitati e rinnovabili. Non è così, se rompiamo il delicato equilibrio su cui si regge il nostro ambiente

L’urbanizzazione sottrae otto metri quadrati di verde al secondo.Il consumo di suolo deve essere fermato

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n.2 2013 | 6

Questo l’appello che Papa Francesco ha lanciato nell’omelia della Messa per l’inizio del suo pontificato.“Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”“Ma per custodire – ha continuato Papa Jorge Mario Bergoglio – dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della

Non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!

L’appello di Papa

Francesco

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| 7SINDACALE

tenerezza!” che, come Papa Francesco ha precisato, non è “la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, di amore”. Una nuova sensibilità nei confronti della salvaguardia della Natura, dell’ambiente e del paesaggio che ha fatto esplicito riferimento alla necessità che noi tutti abbiamo di contribuire alla custodia del creato, alla difesa dell’ambiente, alla promozione di un modello di sviluppo equo sostenibile e solidale, capace di creare ricchezza nel rispetto dell’ambiente e delle bellezze della Natura. “Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, – ha detto ai fedeli, Papa Francesco – celebriamo l’inizio del ministero del nuovo vescovo di Roma, Successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai – ha aggiunto il Papa – che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere. Solo chi

serve con amore sa custodire!” Un Papa custode come san Giuseppe, il patrono della Chiesa universale, che, come ha spiegato Francesco, “sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge”. Ma, ha sottolineato il Papa, “la vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio! E quando l’uomo viene meno a questa responsabilità, quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia, purtroppo, – ha concluso Francesco – ci sono degli ‘Erodè che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna”.

Siamoi custodi della Creazione

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n.2 2013 | 8

Nonostante lo scandalo della carne di cavallo spacciata per manzo, immediatamente ribattezzata Horsegate, si stia allargando sempre più, l’Unione Europea temporeggia sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti, che il 71% dei cittadini comunitari ritiene invece importante conoscere. Infatti, la Commissione Ue, su richiesta degli Stati membri, ha scelto solamente di anticipare all’estate o

all’inizio dell’autunno la presentazione del rapporto sull’etichettatura della carne lavorata e dei prodotti che la contengono. Di fatto, questo significa che ci vorranno ancora anni prima di una eventuale entrata in vigore delle nuove norme nonostante lo scandalo della carne di cavallo abbia dimostrato concretamente il forte ritardo della legislazione europea di fronte ai rischi di frodi commerciali causati dalla

globalizzazione dei mercati. Dopo la Nestlé, lo scandalo della carne di cavallo ha coinvolto anche l’Ikea, la multinazionale svedese, che ha immediatamente ritirato il prodotto in tutte le strutture del gruppo, Italia compresa. Proviamo a ricostruire cosa è avvenuto. La Findus, nei cui prodotti per primi è stato trovato DNA di cavallo senza che in etichetta fosse indicato e che anzi dichiaravano origine di carne di manzo, era rifornita da una società con sede nel nord-est della Francia, la Comigel, che produce prodotti simili per fornitori e distributori di cibo in sedici paesi. I prodotti contenenti carne di cavallo scoperti in Gran Bretagna provenivano da una fabbrica della Comigel in Lussemburgo. La Comigel a sua volta era rifornita dalla carne proveniente da un’azienda del sud della Francia, la Spanghero, la cui società madre si chiama Poujol. La Poujol ha acquistato la carne congelata da un’azienda di commercializzazione di Cipro, che ha subappaltato l’ordinazione ad una società olandese. Quest’ultima era rifornita da un mattatoio e una macelleria rumena. Abbiamo girato tutta Europa e l’unica cosa certa al momento sembra essere l’evidente difficoltà della legislazione europea di garantire trasparenza negli scambi commerciali e nell’informazione ai consumatori. Non è certo la carne di cavallo in sé a preoccupare, quanto l’origine della stessa che potrebbe essere di animali non destinati all’alimentazione ma alle corse, alimentati e curati in modo specifico e certo non per la produzione di carne. In Italia, lo scambio di carni all’insaputa dei consumatori è vietato dal decreto legislativo 109 del 1962 che obbliga ad indicare in etichetta la specie animale da cui proviene la carne utilizzata come ingrediente tuttavia sono stati importati 30 milioni di chili di carne di cavallo senza l’obbligo di indicarne la provenienza in etichetta nella vendita al dettaglio tal quale o come ingrediente nei prodotti trasformati. Nel frattempo, anche Nestlè ha deciso di ritirare dagli scaffali italiani e spagnoli ravioli e tortellini di manzo Buitoni dopo che sono state rinvenute tracce di Dna di carne di cavallo pari all’1 per cento. Una decisione che è stata presa da altre aziende a livello europeo a seguito dei numerosi sequestri avvenuti in diversi Paesi dell’Unione Europea che conferma i gravi ritardi della normativa comunitaria nel garantire la trasparenza degli scambi e prevenire le frodi. Secondo le analisi della Coldiretti gli italiani sono tra i maggiori consumatori di carne di cavallo in Europa con un quantitativo medio di 1 chilo a testa per un totale di 42,5 milioni di chili. Si tratta di circa 30 milioni di chili di carne di cavallo, asino o mulo, provenienti per quasi la metà dalla Polonia, ma anche da Francia e Spagna mentre poco più di un milione di chili proviene dalla Romania che sembra essere uno dei principali imputati dell’ “horsegate” che sta sconvolgendo l’Europa.

Horsegate

Lo scandalo della carne di cavallo si allarga e l’Europa fa marcia

indietro sull’etichettatura

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Nelle prossime settimane anche il riso italiano, marchiato FAI farà la sua comparsa sugli scaffali di un’importante catena della Grande Vendita Organizzata. Attraverso un accordo in via di definizione tra FIR, la Filiera Italiana Riso, Campagna Amica e un trasformatore i consumatori potranno acquistare riso italiano nella certezza di trovare all’interno ciò che l’etichetta recita all’esterno.

| 9SINDACALE

Dobbiamo difenderci dal continuo, incessante attacco del cibo contraffatto, delle truffe alimentari delle agromafie e degli inganni, alle spalle di produttori e consumatori, che spacciano per italiano ciò che italiano non è. La mancanza di leggi che garantiscano l’origine in etichetta e le norme che consentono di utilizzare nomi e immagini che richiamano l’italianità per rendere appetibili prodotti di scarsa qualità che confondono il consumatore e truffano il produttore, ci obbliga a prendere iniziative proprie per sopperire alla non volontà da parte dei decisori di ascoltare il parere degli italiani in materia di sicurezza alimentare. Il marchio FAI, Firmato dagli Agricoltori Italiani, è la risposta all’esigenza dei cittadini di sapere con certezza cosa acquistano, esercitando il diritto di una scelta consapevole in funzione delle proprie esigenze. Da ora in poi le iniziative FAI si moltiplicheranno per portare sugli scaffali del sistema di vendita un prodotto sicuro nell’origine e garantito dagli stessi produttori. Dopo la pasta 100% Italia e il latte UHT “Io sono Italiano”, la carne a marchio Fai sbarca nei supermercati. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Campagna Amica, interessa il centro commerciale Auchan Porte di Roma, nella capitale. La carne suina di razza di Cinta Senese a marchio FAI,

Firmato Agricoltori Italiani sarà in vendita nel reparto alimentare dell’ipermercato. L’iniziativa è volta ad assicurare un nuovo protagonismo dell’agricoltura, valorizzare la filiera agricola come vero e unico made in Italy alimentare e accorciare la filiera tra produttore e consumatore, modificando la distribuzione del valore. In questo modo sarà possibile migliorare il reddito degli agricoltori e garantire ai consumatori un prodotto di origine sicura, italiana e tracciata, comunicando la distintività del Made in Italy e garantendo alti standard di sicurezza alimentare, legame col territorio e naturalità.

Presto riso FIR con marchio FAI

Firmato Agricoltori Italiani

La carne FAI arrivanei supermercati

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“Ci aspettiamo che il negoziato che si apre ora, possa contribuire a migliorare la proposta per evitare tagli finanziari rilevanti anche per l’agricoltura proprio in un momento storico in cui l’Europa dovrebbe rafforzare una rinnovata centralità per generare quel clima di fiducia necessario per una maggiore integrazione”. È il commento del presidente della Coldiretti Sergio Marini alla risoluzione adottata dal Parlamento Europeo sulle conclusioni del Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 relative al quadro finanziario pluriennale. Gli eurodeputati hanno votato un documento che, di fatto, respinge l’accordo nella sua versione attuale (alla Politica agricola comune verrebbero a mancare risorse per 34 miliardi di euro rispetto al periodo precedente) “in quanto non riflette le priorità e le preoccupazioni espresse dal Parlamento”. Ricordiamo che solo una volta raggiunta l’intesa sulla dotazione finanziaria sarà possibile definire la nuova Pac.In questo contesto è fondamentale che le minori risorse vadano riorientate premiando chi vive e lavora di agricoltura e all’attività rivolta alla produzione di cibo e alla sostenibilità ambientale.Sono stati purtroppo confermati gli elementi di criticità rappresentati da un’inadeguata definizione di agricoltore attivo che, in pratica, determina il permanere delle rendite fondiarie anche se sono state individuate talune soluzioni ad altre problematiche che hanno modificato in positivo quanto proposto inizialmente dalla Commissione europea.Il mandato per l’avvio di negoziati interistituzionali, per quanto riguarda la definizione di agricoltore attivo, prevede la possibilità per gli Stati membri di stabilire che i pagamenti diretti siano erogati agli agricoltori che mantengono le superfici agricole in uno stato idoneo al pascolo o alla coltivazione e di definire una lista negativa di soggetti che non possono essere considerati a priori come agricoltori in attività (aeroporti, ferrovie, ecc.). Nega, invece, la possibilità agli Stati membri di stabilire i criteri affinché non siano concessi pagamenti diretti ad una persona fisica o giuridica le cui attività agricole non rappresentano una parte predominante dell’insieme delle sue attività economiche.Per quanto riguarda il tetto per gli aiuti, è confermata la proposta del relatore che appoggia la proposta della Commissione relativa all’applicazione di tassi di degressività, con un massimale di 300.000 euro. In merito alla convergenza interna, i deputati chiedono che l’importo del massimale nazionale da distribuire il primo anno sia limitato ad un importo non inferiore al 10% (al posto del 40%

proposto dalla Commissione) e che entro il 2019, tutti i diritti all’aiuto possano avere un valore unitario uniforme o possano scostarsi dal valore medio unitario fino al 20 %. Inoltre, al termine del periodo (2019), gli Stati membri possono stabilire che i premi non vengano ridotti di più del 30% rispetto al primo anno di applicazione (2014). In deroga a tale sistema gli SM possono adottare un sistema di convergenza interna per uniformare una parte dei titoli di pagamento (al 2021). Inoltre, viene proposto un pagamento annuo integrativo sui primi 50 ettari, di un importo da definire sino al 30% del massimale nazionale.Per quanto riguarda il greening, viene proposta l’esenzione dall’applicazione delle corrispondenti pratiche agricole, per le aziende con superficie inferiore a dieci ettari. Le aree di interesse ecologico vengono limitate al 3% degli ettari ammissibili a seminativo (dal 1° gennaio 2016, la percentuale di cui sopra è aumentata al 5%), con l’esenzione dell’applicazione alle colture permanenti. Avranno immediatamente diritto al pagamento della componente ecologica gli agricoltori con metodo di produzione biologico e gli agricoltori le cui aziende sono ubicate in aree natura 2000.Gli agricoltori con più del 75% della loro superficie ammissibile coltivate con colture sommerse dall’acqua per una parte significativa dell’anno, sono esenti dagli obblighi relativi alla diversificazione delle colture e alle aree ecologiche. Per quanto riguarda i giovani agricoltori viene confermata l’obbligatorietà del regime per un importo minimo pari al 2% della dotazione nazionale, con possibilità di incremento. Il pagamento potrà essere concesso sino un massimo di 100 ettari (al posto dei 25 ettari proposti dalla Commissione).Il sostegno accoppiato potrà essere concesso a tutti i prodotti agricoli (Allegato I del Trattato UE), per un ammontare di risorse pari al 15% del massimale nazionale per gli aiuti diretti. In via prioritaria saranno privilegiate le produzioni che già hanno beneficiato del sostegno accoppiato nel periodo 2010-2013 e gli agricoltori che detenevano diritti speciali.Gli Stati membri possono istituire un regime semplificato per i piccoli agricoltori. In tal caso, gli agricoltori che hanno diritto ad un pagamento inferiore a 1.500 euro sono automaticamente inclusi nel regime dei piccoli agricoltori (con possibilità di recedere).

per ulteriori informazioni visita il sito www.pavia.coldiretti.it

Il Parlamento UE vota la nuova Pac ma “boccia” il bilancio

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Bilancio deludente dopo l’impennata dell’anno precedente che aveva registrato una crescita media dell’11% - Resta una grande volatilità: il vino fa un balzo del 32,7%, crolla il Parmigiano

Nonostante la fiammata di dicembre, che ha fatto registrare un aumento dei prezzi agricoli all’origine del 4% rispetto al mese precedente, l’indice annuale Ismea segnala per l’intero 2012 una modesta rivalutazione del 2,1%. Nulla a che vedere con il balzo dell’11% che le quotazioni agricole avevano registrato in media nel 2011. Una conferma in più, semmai ce ne fosse stato bisogno, della volatilità dei mercati agricoli che continua a premiare più il trading e le operazioni speculative, rispetto al passo più rigido degli agricoltori che, costretti sempre più spesso a vendere dall’esigenza di far cassa per tirare avanti la gestione aziendale, non sono nelle condizioni di cogliere i momenti più propizi che il mercato a tratti offre.A soffrire di più è stato il settore dei prodotti zootecnici, che hanno archiviato il 2012 con un ancora più modesto + 1,1%, mentre l’aggregato dei prodotti vegetali ha sfiorato il +3 per cento. Analizzando le principali voci, per le colture vegetali emerge un andamento al rialzo per la frutta (+4,7%), con incrementi superiori alla media per le varietà estive (+12,9%) e per le mele (+5,1%). Positivo il bilancio anche per gli ortaggi, che hanno spuntato in media prezzi superiori del 5,2% rispetto al 2011. Ma è soprattutto il vino ad avere messo a segno il risultato migliore nell’anno appena trascorso, con un’impennata del 32,7%, anche in conseguenza della ridotta produzione delle ultime due campagne e del favorevole andamento delle esportazioni. Per il comparto dei cereali, nonostante la bolla delle speculazioni internazionali registrata nella seconda metà dell’anno, le quotazioni hanno registrato in media un calo del 2,5% su base annua: il grano duro ha perso il 2,9%, più stabile il mais (-1,2%) mentre il risone ha accusato un crollo di poco inferiore al 15 per cento.Le recenti turbolenze sui mercati internazionali delle commodity agricole hanno invece influenzato il prezzo della

soia che ha chiuso l’anno con un rialzo del 21,1%. Negativo il confronto su base annua per l’olio d’oliva (-19,1%) per effetto di un primo semestre decisamente sfavorevole.Nel settore zootecnico le rilevazioni dell’Istituto indicano una discreta tenuta per i diversi tipi di allevamento da carne, mentre ha subito una pesante flessione il variegato paniere dei prodotti lattiero caseari: - 6% il ribasso medio annuo rispetto ai livelli del 2011, mentre spicca il crollo del burro (-22,8%), latte (-4,8%) e del Parmigiano reggiano (-11,8%).

Andrea [email protected]

I prezzi agricoli archiviano il 2012 con +2,1%indice ISMEA

tratto da PianetaPSR numero 17 - gennaio 2013

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n.2 2013 | 12

L’Italia sensibile al “bioterrorismoIl dato emerge da una analisi della Coldiretti sull’a-zione aggressiva, favorita dalla crisi, di gruppi esteri che puntano a acquisire marchi storici del “Made in Italy”, secondo quanto scrivono i servizi segreti nella Relazione annuale al Parlamento. Il sistema agroali-mentare è particolarmente sensibile alle attività ter-roristiche tanto che negli Stati Uniti è stato varato un apposito Bioterrorism Act (legge sul bioterrismo) con l’obiettivo di permettere alle autorità di prevenire, identificare velocemente ed eliminare le fonti di peri-colo. La Food and Drug Administration (Fda, ovvero l’organismo di controllo sulla sicurezza alimentare negli USA) deve essere avvisata preventivamente e fornisce un permesso elettronico per l’arrivo di pro-dotti importati. Può bloccare le partite o gli alimenti sospetti mentre è fatto obbligo di registrazione a tutti gli stabilimenti che operano nell’ambito della produ-zione, trasformazione, imballaggio di prodotti inclusi, mangimi, integratori, bevande e alimenti per lattanti. Il motivo di questo elevato sistema di controllo deri-va dal fatto che negli USA il settore alimentare viene identificato come infrastruttura critica, in quanto ri-comprende i sistemi o beni sia fisici che informatici di vitale importanza per la nazione, che la loro ineffi-cienza o distruzione avrebbe un impatto debilitante sulla sicurezza nazionale, economica e della salute pubblica. Questo significa che le eventuali operazio-ni di acquisizione da parte di gruppi stranieri sono sottoposte a procedure più complesse, a differenza di quanto avviene in Italia dove ad essere presi di mira sono soprattutto i prodotti simbolo dell’Italia e della dieta mediterranea, dall’olio al vino fino alle conserve di pomodoro. Nelle acquisizione dei marchi tricolori da parte delle multinazionali estere, resta il marchio italiano ma se ne va la proprietà. Una ten-denza che è iniziata negli anni 80 e che ha avuto un incremento negli ultimi anni. La Coldiretti lancia un

allarme, in quanto, nell’ultimo anno, sono stati ceduti agli stranieri marchi storici italiani per un fatturato di oltre 5 miliardi di euro. Un dato anch’esso da ascrivere alle cause della perdu-rante crisi che stiamo vivendo. L’ultimo “pezzo da novanta” del made in Italy a tavola ad es-sere ceduto in parte agli stranieri è stato il riso Scotti con il 25 per cento della proprietà dalla famiglia pavese al colosso industriale Ebro Fo-ods, spagnolo, detentore di sessanta etichette in venticinque diversi Paesi. Lo scorso anno la Ar Pelati è stata acquisita dalla società Princes controllata dalla Giapponese Mitsubishi. Men-tre nello stesso periodo la Gancia, casa storica per la produzione di spumante, è stata acqui-stata dall’oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vodka Russki Standard. La francese Lactalis è stata, invece protagonista dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino. Ma andan-do indietro negli anni non mancano altri casi importanti, dalla Bertolli, alla Galbani. Gli spa-gnoli hanno messo le mani pure sulla Carapel-li, dopo aver incamerato anche la Sasso. Nel 2005 la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole Heinz. Nel 2003 è toccato anche alla birra Peroni, passata all’azienda su-dafricana SABMiller, e l’Invernizzi, di proprietà da vent’anni della Kraft e ora finita alla Lactalis. Negli anni Novanta erano state la Locatelli e la San Pellegrino ad entrare nel gruppo Ne-stlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis. La stessa Nestlè possede-va già dal 1995 il marchio Antica Gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Pe-rugina. Il Made in Italy alimentare è diventato negli anni il bersaglio principale delle aziende straniere. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti trico-lori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo rischia di es-sere la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Per questo motivo occorre accelerare la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, che veda protagonisti gli stessi agricoltori, per garantire attraverso un legame certo con il territorio di mantenere i traguardi prestigiosi raggiunti dai grandi marchi italiani oggi in svendita.

Il 25% dei prodotti alimentari consumati in Italia proviene dall’estero a causa dell’acquisto,da parte di aziende straniere, di molti marchi italiani

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La preoccupazione di Airi

La stima deriva dalle dichiarazioni dei produttori lombardi che, in questi giorni, stanno pianificando le semine della prossima stagione. La diminuzione delle aree destinate a riso oscillerà fra il 10 e il 15 per cento, una quota che verrà sostituita con altre colture, in particolare soia e mais. Anche le quotazioni hanno subito un crollo, tanto che in tre anni il Carnaroli ha perso il 49 per cento del valore passando da 673 a 340 euro a tonnellata, mentre l’Arborio ha subito un calo di oltre il 40 per cento, da 576 a 335 euro a tonnellata. Con questi prezzi, considerato anche l’aumento dei costi del carburante, gli agricoltori non riescono a coprire le spese. Fra il 2011 e il 2012 le superfici a riso a livello nazionale sono diminuite del 4,66 per cento passando da 246.540 ettari a 235 mila ettari e nel 2013, se verranno confermate le previsioni, si potrebbe scendere sotto i 210 mila ettari. Una situazione insostenibile, poiché non è possibile pensare che gli agricoltori italiani vendano le loro produzioni agli stessi prezzi di quelle dei paesi del sud del mondo perché la qualità, i costi di coltivazione, le garanzie sanitarie e il contesto socio economico sono profondamente diversi. L’anomalo andamento climatico con le continue piogge forse mitigherà la riduzione di superficie in conseguenza dell’impossibilità di preparare il letto di semina per il mais, probabilmente alcuni agricoltori torneranno sulle proprie decisioni e seminando ancora riso.

Apprendiamo da un comunicato stampa, pubblicato da Agrisole in un articolo intitolato “Le riserie lanciano l’allar-me forniture”, che AIRI è preoccupata per l’aumento del riso Basmati. Riteniamo che altre dovrebbero essere le pre-occupazioni di AIRI in rapporto ai prezzi del riso, il Basmati non è prodotto nel nostro Paese, il suo utilizzo è limitato e circoscritto a contenute comunità di immigrati, non rap-presenta un elemento fondamentale della cultura gastro-nomica nazionale. AIRI non commenta l’arrivo di sempre maggiori quantità di “schifezze” (La Stampa) e neppure i prezzi sottocosto del riso italiano che se non dovessero cambiare obbligheranno l’industria ad approvvigionarsi sempre più all’estero perché i risicoltori italiani sceglieran-no altre coltivazioni. Come da tempo stiamo denunciando, con questi prezzi si sta andando verso una destrutturazione della filiera, visto che quest’anno è prevista una ulteriore di-minuzione del 15% di superficie, che sia questa la strategia di crescita e di qualità che hanno in mente all’Airi?

Un taglio di oltre 10 mila ettari alle risaie italiane e mezzo milione di quintali in meno nel prossimo raccolto in Lombardia

Riso, a rischio crollo la produzione nei campi italiani

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La legge salva-olio fa salire i prezzi dell’eXtravergine

L’entrata in vigore della legge “salva-olio” fa schizzare in alto i prezzi dell’extravergine. A fare un’analisi dei primi effetti della normativa che dal 1° febbraio tutela il settore olivicolo Made in Italy è l’Unaprol, il Consorzio olivicolo italiano.Esaminando i principali mercati del settore, emerge che le quotazioni dell’extravergine sono aumentate del 30 per cento rispetto al periodo precedente la “salva-olio”. Lo scorso anno in Puglia in questo perio-do il prezzo oscillava tra i 2,60 e i 2,80 al litro, mentre oggi siamo tra i 3,20 e i 3,30.La nuova norma, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 31 gennaio, prevede, tra le altre cose, nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo che consentono di smascherare i furbetti dell’extraver-

gine, la fissazione di sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oli-va nei pubblici esercizi, l’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, l’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubbli-citarie per spot ingannevoli al rafforza-mento dei metodi investigativi con le intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali al tappo antirabbocco nei ristoranti. A sostegno della legge Coldiretti ha subito effettuato un’operazione traspa-renza con veri e propri blitz nei punti vendita, a tutela di produttori e con-sumatori. Sono stati raccolti campioni di bottiglie di olio delle diverse dimen-sioni e fasce di prezzo da analizzare in laboratori pubblici dal punto di vista chimico ed organolettico per verificare la corrispondenza tra quanto dichiarato in etichetta e il reale contenuto.

Crescita del 30% dei prezzi alla produzione dall’ingresso della nuova legge che smaschera i furbetti dell’extravergine

Dopo anni di battaglie siamo arrivati ad una legge capace di di-fendere la produzione di olio italia-no. Per tutti gli altri prodotti? Quando avremo una norma simile per il riso? L’anomalo andamento dei prezzi di certe varietà non è forse frutto della poca trasparenza? Quanto dovremo lottare e indignarci e quanti consu-matori ancora dovranno essere presi in giro perché finalmente si prenda coscienza delle schifezze che indu-striali e importatori di pochi scrupoli ci propinano?

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La legge salva-olio fa salire i prezzi dell’eXtravergine Etichettatura

d’origineSi muove anche la Francia

Gli scandali alimentari non finiscono mai, cresce così il numero di Stati membri dell’Ue che chiede l’etichettatura di origine del-le carni nei prodotti trasformati. Ed è stato il Commissario eu-ropeo per la salute e la politica dei consumatori Tonio Borg ad annunciarlo a seguito della riunione del Consiglio Agricoltura. Il Commissario ha inoltre dichiarato che la Commissione europea vorrebbe introdurre una nuova legge in grado di dare alla Com-missione un potere vincolante per fare altri test del DNA sulla car-ne utilizzata nei prodotti alimentari trasformati. Dopo lo scandalo della carne equina nei prodotti alimentari, la Commissione ha adottato un regime di sperimentazione che consiste solo in una semplice raccomandazione agli Stati membri; al momento non ha il potere di insistere sulla sperimentazione. Nonostante la com-plessità del problema, Borg ha anche sottolineato come nell’Ue si sta registrando un crescente movimento a favore dell’etichettatu-ra di origine per i prodotti trasformati a base di carne. Ma prima di agire la Commissione dovrà studiare attentamente il rapporto esterno di fattibilità che sarà pubblicato entro la fine dell’estate. Dopo la riunione con i ministri competenti per la catena alimen-tare, il settore alimentare francese si è impegnato ad etichettare volontariamente l’origine delle carni utilizzate nei prodotti tra-sformati. Produttori, retailer, cooperative e imprese hanno conve-nuto di promuovere l’utilizzo di manzo, maiale e agnello francesi nei piatti pronti e in altri prodotti alimentari trasformati destinati al mercato interno. La mossa francese è maturata dopo aver con-

statato che – nonostante la pressione della stessa Francia, ma anche di Germania, Gran Bretagna, Italia e altri Stati membri – la rapida adozione a livello europeo dell’etichettatura di origine dei prodotti alimentari trasformati a base di carne appaia assai im-probabile in tempi brevi. Questo a causa della resistenza di alcuni Paesi, come i Paesi nordici che non si dimostrano così sensibili al problema e naturalmente delle lobby che con la mancanza di tra-sparenza aumentano il proprio giro di affari. Si rischia pertanto di dover arrivare ad un compromesso con conseguente dilatazione dei tempi. Un rappresentante del settore alimentare francese so-stiene che l’intera catena alimentare è vittima di una frode senza precedenti e, per fare in modo che questo non accada di nuovo, l’intero sistema si sta attivando in modo responsabile, impegnan-dosi ad intensificare i controlli e stilando una carta anti-frode. E i primi risultati starebbero già arrivando. La Findus – dopo che pezzi di carne equina erano stati scoperti nelle lasagne vendute con il proprio marchio, innescando lo scandalo – ha annunciato che utilizzerà solo carne bovina francese nei prodotti venduti in Francia.Coldiretti esorta le multinazionali e le piccole aziende del settore alimentare ad affidarsi ai prodotti locali come materie prime per le proprie produzioni. Questi offrono maggiori garanzie di qualità e sicurezza alimentare, e a richiederlo è la stragrande maggioran-za dei consumatori italiani che si sente più garantita dai prodotti “firmati” dagli agricoltori.

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La quarta relazione annuale fornisce una panoramica sui residui di pesticidi riscon-tarti negli alimenti nel 2010 nei 27 Stati membri, oltre che in Islanda e Norvegia.I risultati principali di questo monitoraggio, hanno evidenziato che il 97,2% dei campioni conteneva residui entro i limiti legalmente ammessi in Europa, con una percentuale che sale addirittura al 99,7% nel caso dell’I-talia.Il Bel Paese conferma dunque il suo primato in termine di sicurezza dei cibi, dove un pro-dotto su due in circolazione è privo di tracce di fitofarmaci.Gli alimenti di origine animale sono al primo posto con il più basso tasso di eccedenza rispetto ai livelli massimi residui: solo lo 0,1 per cento supera i limiti.

Tra gli alimenti, invece, con la più alta per-centuale di campioni oltre i livelli massimi residui sono emersi l’avena (5,3%), la lat-tuga (3,4%), le fragole (2,8%) e le pesche (1,8%).Le maggiori criticità invece, come già anti-cipato, riguardano tutte prodotti extraeu-ropei, dove i prodotti irregolari sono cinque volte superiori.Il dato più negativo emerso è quello riguar-dante i cavoli cinesi, dove vi sono residui chimici oltre il limite nell’83% dei casi. Ma risultano a rischio anche i broccoli cinesi (77% di irregolarità), l’uva indiana (65% di irregolarità), i pomodori cinesi (47% di irre-golarità), ma anche il pepe indiano, l’aglio argentino, le patate brasiliane, i piselli slo-veni.

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Da un’analisi condotta dall’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare,

i prodotti agroalimentari extracomunitari con livelli residui di fitofarmaci oltre la

norma sono cinque volte superiori a quelli europei, con percentuali di irregolarità

fino all’83% del totale

Cibo più sano?ITALIANO!

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Agricoltoripresidio del territorio

SINDACALE | 17

“Con un milione di agricoltori in meno l’Italia frana”

È questa l’affermazione eclatante che emerge dalla Conferen-za nazionale sul rischio idrogeologico tenutasi a Roma.Secondo un’indagine di Coldiretti sono 6.633 i comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, l’82% del to-tale, soprattutto in Calabria, Molise, Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta dove il 100% dei Comuni è classificato a rischio.Ma il rischio è ovunque preoccupante, il 9,8% del territorio na-zionale è ad alta criticità geologica, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni.Casi concreti si sono verificati anche in Oltrepò Pavese, ter-ritorio dove sono già state censite 7700 frane e dissesti di grande, media e piccola entità. Gli ultimi episodi si sono veri-ficati a Castana, per lo smottamento di una porzione di colli-na che è andata ad ostruire la strada provinciale che sale da Broni, e Borgoratto Mormorolo. In quest’ultimo caso le frane stanno mettendo in ginocchio la vitivinicoltura di Borgorat-to Mormorolo dove, negli ultimi anni, a cause delle continue piogge che si stanno abbattendo su tutto il territorio si sono verificati numerosi danni e i vitivinicoltori sono pronti a chie-dere i danni causati da frane e smottamenti.La causa principale, secondo il presidente di Coldiretti Giu-seppe Ghezzi, è dovuta al dimezzamento degli agricoltori nelle aree marginali che se ne sono presi cura negli ultimi 30 anni, durante i quali, in tutto il territorio della penisola 3 mi-lioni di ettari di terreno coltivato sono stati abbandonati in montagna e collina o cementificati in pianura.Più di un milione di agricoltori ha abbandonato queste aree

per mancanza di concrete opportunità economiche e sociali sulle quali occorre intervenire per realizzare un’opera di pre-venzione in una situazione in cui si aggrava la crisi economica e si moltiplicano gli eventi catastrofici per effetto dei cambia-menti climatici.L’obiettivo della Conferenza di Roma, che ha visto confrontar-si numerose associazioni, sindaci, ordini professionali, tecnici ed esperti, è stato quindi quello di cercare di sviluppare per-corsi risolutivi in grado di far fronte a questa emergenza lega-ta al rischio idrogeologico in Italia. La novità rappresentata da questi fenomeni meteorologici sempre più intensi dimostra come non si possa affrontare il problema solo attraverso sin-goli interventi puntuali, ma si debba considerare i loro effetti per programmare politiche territoriali per i prossimi anni.Viene infatti sollecitata la necessità di un vero e proprio pro-gramma nazionale di difesa del suolo per la manutenzione e la cura del territorio, che stabilisca strumenti e priorità d’inter-vento, e risorse economiche per metterlo in campo, oltre ad un’attività di informazione dei cittadini sul tema.Per questo settore è necessario trovare meccanismi finanzia-ri adeguati, coinvolgendo anche risorse private, un adegua-to supporto tecnico, prevedendo l’intervento di addetti del settore agricolo e forestale, piuttosto che dell’edilizia con la possibilità di creare nuova occupazione.I benefici di questo tipo di intervento non riguarderebbero solo la sicurezza ma rappresenterebbero anche un incentivo per il rilancio occupazionale ed economico del territorio.

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Terranostra in collaborazione con Green e FATA Assicurazioni offre una Polizza Multirischi pensata in esclusiva per gli Agriturismi Terranostra Campagna Amica.Quattro formule: MiNiMa, BasE, EstEsa e toP per soddisfare le esigenze di sicurezza e tranquillità di ogni Azienda Agrituristica.A titolo esemplificativo le garanzie rc, iNcENDio e Furto sono disponibili a partire da €90,00 all’anno.Prima della sottoscrizione leggere attentamente il fascicolo informativo di-sponibile presso le Sedi Coldiretti.In alternativa, è possibile farne richiesta ai seguenti recapiti: Telefono 06.48070763 • Fax 06.48070769 • E-mail [email protected]

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| 19 SINDACALE

nasce Agritranquillità

Terranostra nell’ambito di un maggior e miglior servizio rivolto alle proprie aziende ha studiato e calibrato una polizza assicurativa specifica rivolta alle attività agri-turistiche.Gli obiettivi prefissati erano quelli di coprire i possibili rischi nell’ottica del massimo contenimento dei premi.Ha pertanto incaricato Green Assicurazioni S.r.l. – bro-ker del gruppo Coldiretti – di studiare un prodotto per il settore, considerando le specificità e le sue diverse declinazioni.Green ha quindi predisposto una polizza apposita per la copertura dei rischi di responsabilità civile verso ter-zi, incendio ed altri danni ai fabbricati e furto. È nata così la polizza “Agritranquillità”, stipulata in esclusiva tra Terranostra e Fata Assicurazioni – Grup-po Generali, quanto più idonea alle attività delle aziende agrituristiche di Campagna Amica.I soci operatori, considerate le diverse tipologie e le esigenze dell’attività agrituristica sul territorio, potran-no scegliere tra quattro diverse formule Minima, Base, Estesa e Top, ognuna con garanzie e massimali diver-sificati, tutti descritti dettagliatamente nel fascicolo in-formativo della polizza. L’offerta della polizza si caratterizza perché è:SempliCe: basta inserire la ragione sociale dell’Agritu-rismo per assicurare automaticamente tutti i fabbricati

ed i contenuti.innovATivA: tutte le garanzie sono prestate a Primo Rischio. I valori assicurati sono quindi un tetto fino al quale la Compagnia risarcisce senza applicare la “rego-la proporzionale”.ottima nel rapporto qualità/prezzo: nonostante il co-sto molto basso - la formula Minima ha un premio di 90,00 euro e pertanto è accessibile anche alle piccole imprese - la polizza offre un’ampia gamma di garanzie: dai danni che possono essere causati a terzi durante lo svolgimento dell’attività (ricezione degli ospiti, sommi-nistrazione di cibi e bevande, vizi dei prodotti agricoli, organizzazione di attività ricreative, presenza di ani-mali, gestione di punti vendita di prodotti al dettaglio e molto altro ancora) ai danni che le aziende agrituri-stiche stesse possono subire ai propri fabbricati ed ai propri beni, garanzie prestate con soluzioni innovative. Un prodotto a costi vantaggiosi, quindi, studiato su mi-sura per le esigenze di un settore in continua crescita ed evoluzione. Per approfondire i vantaggi offerti dalla polizza, co-noscere le modalità di attivazione ed avere una copia del fascicolo informativo nonché stipulare il contratto è possibile rivolgersi alle rispettive UOL di Coldiretti Pavia.

Una polizza specifica per le aziende agrituristiche

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«Noi siamo prima di tutto dei genitori e, in quanto tali, cerchiamo di offrire dei pasti decenti alle nostre figlie, di limitare il junk food (1) e di far sì che abbiano una dieta il più possibile equilibrata e ragionevole. E l’ultima cosa che vogliamo è che tutti i nostri sforzi siano vanificati ogni giorno, quando i nostri figli mangiano alla mensa della scuola».Queste sono state le parole usate dalla First Lady degli Stai Uniti, Michelle Oba-ma, per presentare le nuove linee guida per i menu delle mense scolastiche statali varate dal Dipartimento dell’agricoltura e approvate dal Congresso.Si tratta di un annuncio molto atteso, con-siderando la precedente bocciatura, da parte dello stesso Congresso, di una pro-posta molto radicale in tema di alimenta-zione scolastica. Tale proposta prevedeva l’abbandono delle patatine fritte, il divieto di conteggiare la salsa di pomodoro usa-ta sulla pizza come verdura e l’obbligo di dimezzare il sale nei prossimi dieci anni.Le linee guida, pubblicate dall’ammini-strazione Obama il 1° febbraio, sono volte ad incidere sui tassi di obesità infantile molto alti in USA e prevedono, principal-mente, l’aggiunta di più frutta e verdura, la riduzione di sale e grassi nei piatti sco-lastici.Inoltre stabiliscono i requisiti minimi di calorie e grassi ammessi, invitando le scuole a offrire pasti a basso contenuto di calorie, snack integrali o frutta e limitare la disponibilità di bevande zuccherate.Concedono comunque ai genitori di dare dolcetti ai bimbi in giorni speciali come compleanni o feste e permettono alle scuole di vendere i dolci per raccolte di

fondi ed eventi sportivi in orario extra scolastico. Resta ferma la possibilità per i distretti scolastici di stabilire norme più rigorose rispetto alle linee guida federali.Secondo le linee guida approvate, un pasto ideale per bambini delle scuole elementari potrebbe essere composto da un piatto di spaghetti con salsa di carne, pane integrale, insalata mista con legumi, broccoli e cavolfiore, fettine di kiwi, latte a basso tenore di grassi e margarina a basso colesterolo. Tutto ciò andrebbe a sostituire hot dog con ketchup, frutta caramellata, verdura con condimenti grassi e latte al cioccolato.L’ idea di controllare il cibo che i bambini mangiano alla mensa scolastica ha incontrato l’opposizione di alcune scuole e ovviamente dei produttori di snack. I rappresentanti delle industrie di bevande e di snack hanno paura che molti loro prodotti, come ad esem-pio patatine cotte al forno, che secondo loro sono più salutari delle patatine fritte, sarebbero vietati. Le scuole sono preoccupate che le nuove norme vietino la vendita dei dolci durante le raccolte fondi, pratica che oggi consente un valido aiuto a pagare lo sport, le divise e le gite scolastiche.Il 1° febbraio i rappresentanti delle industrie di snack e bevande zuccherate si sono dimostrati alla fine d’ac-cordo con le nuove linee guida ed è stato dichiarato anche il sostegno da parte dei dirigenti scolastici.Gli esperti definiscono queste regole un importante passo avanti nel garantire che tutto il cibo rispetti gli standard nutrizionali.I bambini coinvolti saranno tantissimi, quindi se effet-tivamente queste regole riusciranno a raggiungere, almeno in parte, il loro intento, non solo ci saranno ra-gazzi più sani, ma si potrà anche ottenere un risparmio sulle spese destinate alle cure delle patologie legate all’obesità infantile che affligge la gioventù statuniten-se.

(1) Junk food – Cibo da consumare in genere fuori pa-sto, ad alto contenuto calorico ma di scarso valore nu-trizionale, quindi di bassissima qualità

Pubblicate le linee guida per i menù delle mense scolastiche in USA

nella patria del junk food

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Frutta e verdura

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Salmone OGM, è questa l’ultima novità che sta per raggiungere le tavole degli americani. Si tratta di una varietà più grande con geni incrociati provenienti da un tipo di salmone del Pacifico e da gene di un’anguilla, così quanto dichiarato dalla AquaBounty, la società che intende produrlo. La Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia per la sicurezza alimentare americana, è intenzionata ad autorizzare l’entrata in commercio di questo salmone, in quanto i test condotti dimostrerebbero che è sicuro come qualsiasi altro pesce, e dichiara inoltre l’improbabilità di questa nuova “specie” di creare danni all’ambiente, se allevata in condizioni rigorose. Il consumatore non avrà però la possibilità di scelta, in quanto, la Fda ha optato per un’etichettatura di tipo volontario, visto che pone l’obbligo di etichettatura solo in alcuni casi. Numerose si sono dimostrate le polemiche, visto che i consumatori hanno tutto il diritto di sapere cosa mangiano. In proposito sono già stati compiuti diversi sondaggi per verificare se i compratori sarebbe disposti ad acquistarlo. Ne è emerso che se un prodotto è geneticamente modificato i consumatori sono meno disposti ad acquistarlo. Molte sono le obiezioni in merito all’immissione in commercio, prima di tutto per le reazioni allergiche che potrebbe causare in alcune persone. Inoltre, il timore di tante associazioni ambientaliste, è che il salmone OGM possa in qualche modo danneggiare l’equilibrio della specie minacciando e contaminando quelle selvagge e naturali, sebbene la società che intende commercializzarlo sostenga sia sterile.I vantaggi per i produttori sono notevoli, visto che possono produrre il doppio della quantità rispetto al salmone normale e venderlo ad un prezzo inferiore rispetto a quello convenzionale.La domanda principale che molti si pongono è se sia corretto imporre solo per motivi economici, un prodotto alimentare che i consumatori non solo mostrano di non gradire, ma che non hanno neanche la possibilità di poter identificare in mancanza di un obbligo di etichettatura. La decisione della Fda è attesa entro breve termine. In questo caso si ripropone in America il dilemma che tante volte Coldiretti ha sollevato. È giusto non informare i consumatore impedendo una scelta consapevole? È giusto in nome del profitto svilire un prodotto di grande qualità e mettere in campo la possibilità di rischi per la salute e per l’ambiente? È proprio necessario produrre anomalie nell’ordine supremo della natura per intascare più quattrini? “Abbiamo il dovere – ha detto Papa Francesco – di difendere e salvaguardare il Creato, non ne siamo i padroni ma solo i custodi”.

Dalla decisione della FDA americana dipende la possibilità dei consumatori americani di acquistare salmone sapendo che di vero salmone si tratta

Un mega salmone OgM sulle tavole americane

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Via libera al restyling dei voucher che consentirà un utilizzo dei buoni lavoro più in linea con le esigenze delle aziende agricole e delle migliaia di studenti e pensionati interessa-ti a lavorare in campagna per integrare il proprio reddito. Il ministero del Lavoro ha rivisto alcuni aspetti importanti dei buoni con cui vengono remunerate le prestazioni lavorati-ve accessorie di studenti e pensionati. Le nuove indicazioni vanno incontro alle necessità della realtà agricola e soprat-tutto scongiurano il rischio che tutto il lavoro di emersione fino ad oggi svolto possa essere perduto. In particolare non trova applicazione la limitazione di utilizzo entro 30 giorni dall’acquisto del voucher mentre l’autocertificazione resa dal prestatore d’opera, costituisce elemento sufficiente ad evitare conseguenze sanzionatorie in caso di false attestazioni. Infi-ne, il valore del voucher fissato a dieci euro non corrisponde più ad un’ora di lavoro, come nel passato. L’istituto del lavoro

occasionale accessorio è nato nel 2008 esclusivamente per il settore agricolo e solo successivamente è stato esteso ad altri settori. Una storia di successo tanto che da allora sono stati venduti 4,9 milioni di voucher da 10 euro per 110mila la-voratori. Il sistema sburocratizzato dei voucher ha consentito di coniugare gli interessi sia dell’impresa agricola, che di pen-sionati, studenti e disoccupati cui ha fornito opportunità di integrazione al reddito senza generare alterazioni del sistema del mercato del lavoro. Uno strumento efficace di contrasto al lavoro sommerso per segmenti marginali di occupazione, idoneo ad assicurare in un periodo di congiuntura economica, una giusta integrazione al reddito per fasce deboli del mer-cato del lavoro, ma certamente anche in grado di avvicinare al mondo dell’agricoltura molti giovani/studenti e preservare il patrimonio di esperienza e professionalità di molti anziani/pensionati.

ne Europea, in Svizzera Norvegia, Islanda, Liechtenstein, An-dorra, San Marino, Principato di Monaco, Città del Vaticano.Il valore del Voucher B varia da 1.300 a 2.300 Euro in base all’area geografica di destinazione della missione. Spesa minima variabile da 2.300 a 3.000 EuroMisura C1: Partecipazione a Fiere Internazionali all’estero in forma aggregata organizzata da soggetti attuatori qualificatiImporti Voucher C1 – Fiere collettive Europa: € 1.700 (€ 2.500 in caso di prima partecipazione) Resto del mondo: € 2.200 (€ 3.000 in caso di prima parteci-pazione)Misura C2: Partecipazione a Fiere Internazionali all’e-stero in forma individuale Importi Voucher C2 – Fiere individuali Europa: € 1.200 (€ 2.000 in caso di prima partecipazione)Resto del mondo: € 1.700 (€ 2.500 in caso di prima parteci-pazione)

La domanda per ottenere i contributi potrà essere presentata esclusivamente in forma elettronica sul sito Gefo Servizi dal 5 marzo 2013 sino al 31 gennaio 2014.Per presentare la domanda l’impresa deve disporre: - di un indirizzo di posta elettronica valido e funzionante;- della firma elettronica del legale rappresentante o di un suo delegato all’interno dell’organico dell’azienda. Sono ammessi come strumenti di firma elettronica: la Carta Regionale dei Servizi rilasciata da Regione Lombardia e gli strumenti di fir-ma rilasciati dagli Enti Certificatori accreditati- di una carta di credito valida sui circuiti Visa, Visa Electron e Mastercard necessaria per pagare telematicamente l’imposta di bollo di 14,62 Euro

Regione Lombardia e Camera di Commercio di Pavia intendo-no favorire con il Bando Voucher per l’internazionalizzazione la competitività nel commercio estero delle imprese lombar-de mediante contributi a fondo perduto erogati in forma di voucher (certificati o buoni rilasciati da un Ente pubblico).La dotazione finanziaria per la provincia di Pavia ammonta a 250 mila euro per voucher destinati a finanziare la partecipa-zione a missioni commerciali e fiere internazionali all’estero (Misure B e C).Inoltre è stabilito uno stanziamento complessivo regionale di 1 milione di euro per l’acquisizione di voucher destinati all’ac-quisto di servizi di consulenza e supporto all’internazionaliz-zazione (Misura A).Ne sono beneficiarie le aziende industriali, artigianali e com-merciali. Le imprese agricole non rientrano tra i soggetti be-neficiari. Possono tuttavia partecipare al bando le imprese commerciali che le aziende agricole nostre associate hanno costituito per vendere i propri prodotti trasformati. Tali im-prese commerciali devono necessariamente possedere codi-ce fiscale, partita iva ed iscrizione alla Camera di Commercio proprie, separate dalle imprese agricole di riferimento.Avere sede legale o sede operativa attiva in una provincia lombarda, avere assolto gli obblighi contributivi ed essere in regola con le normative sulla salute e sicurezza sul lavoro sono requisiti essenziali che dovranno essere autocertificati.

MISURE PREVISTEMisura A - Servizi di consulenza e supporto per l’internazio-nalizzazione Importo Voucher A: 2.000 Euro - spesa minima di 3.500 Euro,Misura B - Partecipazione a missioni economiche all’esteroSono escluse le missioni realizzate in Paesi membri dell’Unio-

Vaucher internazionalizzazione 2013

Coldiretti ottiene le modifiche ai voucher per le aziende agricole

Attività di informazione misura 331 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

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Le imprese agricole, come tutte le attività eco-nomiche, hanno l’obbligo di comunicare ogni anno alla Camera di Commercio il resoconto della movimentazione dei rifiuti speciali peri-colosi generati in azienda.Tale comunicazione annuale, denominata MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale) per l’anno 2012 deve essere trasmessa entro il 30 aprile 2013, indicando i dati quantitativi e qualitativi dei rifiuti prodotti ed i nominativi dei trasportatori e degli smaltitori finali.Le informazioni trasmesse devono essere rica-vate dal registro di carico e scarico rifiuti che ogni azienda produttrice è tenuta a compilare per non incorrere in sanzioni pecuniarie.A questo proposito, Coldiretti Pavia, fornisce alle imprese agricole aderenti il servizio di ge-stione rifiuti che consiste nella tenuta informa-tica del registro di carico e scarico e nell’ela-borazione e trasmissione telematica del MUD presso la Camera di Commercio.Di seguito, elenchiamo le più comuni tipologie di rifiuti speciali prodotti in agricoltura:

RIFIUTI PERICOLOSI • oli esauriti da motori, freni, trasmissioni

idrauliche;• contenitori vuoti di olio minerale;• filtri olio o gasolio;• batterie esauste;• fitofarmaci non più utilizzabili;• contenitori di fitofarmaci non bonificati;• sacchi di sementi conciate;• farmaci ad uso zootecnico scaduti o inu-

tilizzabili.RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI(non contaminati da sostanze nocive)• materie plastiche (nylon pacciamatura,

tubi PVC irrigazione, manichette, teloni serre, ecc.);

• imballaggi carta, cartone, plastica, legno e metallo (sacchi sementi - concimi – mangimi, cassette frutta, contenitori flo-rovivaismo, ecc.);

• pneumatici usati;• contenitori di fitofarmaci bonificati;• veicoli e macchine da rottamare.

Per poter assicurare il costante aggiornamento dei dati relativi all’uso del suolo degli ap-pezzamenti agricoli, come richiesto dalla Commissione Europea, ogni tre anni, vengono rilevati, attraverso foto aeree opportunamente interpretate dall’Agenzia per le Eroga-zioni in Agricoltura – AGEA e collegate alle particelle del catasto terreni, i macrousi del suolo per poi confrontare quanto dichiarato nella consistenza territoriale del Fascicolo Aziendale da ciascun produttore con gli esiti dei suddetti rilievi tecnici.La Regione Lombardia è stata interessata dalla nuova fotointerpretazione nel corso del 2012 con l’obiettivo di far emergere le variazioni dell’uso del suolo da agricolo a non agricolo nel triennio 2010-2012. Le nuove superfici non agricole non potranno più essere oggetto di contributo comunitario e saranno assoggettate a procedure di recupero per il triennio in esame.Tuttavia, a seguito dei rilievi e delle raccomandazioni della Commissione Europea, alcune definizioni o elementi di valutazione del macrouso dei suoli sono stati variati rispetto al passato.È il caso, ad esempio, della delimitazione dei pascoli con tara forfettaria che ha visto una più puntuale delimitazione degli appezzamenti a pascolo magro o della nuova definizio-ne delle tare e degli elementi caratteristici del paesaggio.Si tratta di aggiornamenti di misurazioni di superfici comunque agricole le cui variazioni di misurazione non costituiscono oggetto di applicazione di recuperi e sanzioni.In questo caso ipotetico, il confronto tra la nuova fotointerpretazione e quanto presen-te nella consistenza territoriale del fascicolo Aziendale evidenzia delle discordanze che possono portare ad una riduzione del contributo erogabile relativo alla Domanda Unica presentata per la campagna 2012.La partecipazione a questo procedimento è di fondamentale interesse, in quanto con-sente di “fissare” una situazione aziendale complessiva sui cui dati verranno calcolati gli aiuti.

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MUDComunicazione dei rifiuti 2012 entro il 30 aprile 2013

Attività di informazione misura 331 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

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Il provvedimento attuativo del de-creto sviluppo annunciato per il 28 febbraio non è ancora pronto.L’annunciata revisione delle mac-chine agricole può attendere.La nuova legge prevede che le procedure di revisione riguardino le macchine provviste di targa, immatricolate sia prima, sia dopo il 2009. Ma tutte le indicazioni operative, quelle relative alle mo-dalità di svolgimento delle opera-zioni di revisione, dai parametri da verificare ai costi della revisione, dai tempi di adeguamento alle strutture abilitate, devono essere definite.Il testo, che ha convertito in leg-ge il decreto sviluppo, prevede già che sia data precedenza nelle ope-razioni di revisione alle macchine immatricolate prima del primo gennaio 2009. E comunque sarà un decreto attuativo a indicare gli scaglioni di macchine da sottopor-re a revisione.Le procedure saranno impegnati-ve, perché riguarderanno un parco macchine enorme; si parla, infatti, di circa 1,5 milioni di unità.Considerando, però, che molte delle macchine in uso presso le aziende agricole risalgono a 20, 30 o anche 40 anni fa, è facile immaginare che un numero consi-stente di mezzi possa non passare la revisione. E questo, se combina-to con strumenti di incentivazio-ne, potrebbe rappresentare uno stimolo verso il rinnovo del parco e quindi un elemento vitalizzante per il mercato.Però non dobbiamo avere fretta: di revisione obbligatoria si parlava già nel lontano 1957, quando fu ap-provato il Codice della strada, ora dobbiamo valutare molto attenta-mente come procedere.

Italia Lavoro, ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche So-ciali, ha l’obiettivo di facilitare il ricambio generazionale nelle imprese age-volando la creazione di nuova imprenditoria, favorendo l’accesso dei giovani ai mestieri tradizionali. È all’interno del Programma AMVA (Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale) che è stato pubblicato il bando finalizzato a supportare sull’intero territorio nazionale, anche per il comparto agricolo, il trasferimento d’azienda da imprenditori con età superiore ai 55 anni a giovani imprenditori di età compresa tra i 18 e i 35 anni non compiuti. Le risorse pre-viste sono pari a 5 milioni di euro e prevedono un contributo di 5 mila euro per il trasferimento di aziende aventi un valore tra 10 mila e 29.999,99 euro e 10 mila euro per il trasferimento di aziende aventi un valore pari o superiori a 30 mila. Il contributo a fondo perduto non potrà superare i limiti imposti dal regolamento de minimis. Per le imprese agricole è prevista l’erogazione di un massimo di 7.500 euro nell’arco di 3 esercizi fiscali. I giovani devono avere età compresa tra 18 e 35 anni non compiuti alla data del subentro e non devono essere titolari di imprese individuali né soci al di sopra del 25% di società in attività alla data di pubblicazione del bando. L’azienda rilevata deve essere una micro o piccola impresa costituita in forma di ditta individuale, società in nome collettivo o società in accomandita semplice ed esistere da almeno 10 anni alla data del subentro. Il titolare, nel caso di ditta individuale, o i soci cedenti che rappresentano la maggioranza del capitale sociale, devono avere un’età superiore ai 55 anni e condurre l’attività da almeno 5 anni. La doman-da di contributo può essere presentata fino al 31 dicembre 2013 unicamente attraverso il sistema informativo all’indirizzo: http://impresacontinua.italiala-voro.it. Prima di presentare la richiesta di contributo le aziende dovranno re-gistrarsi e solo successivamente Italia Lavoro fornirà le credenziali di accesso al programma.

Bando sostegnonuova imprenditoria

Trattori:la revisionepuò attendere

Attività di informazione misura 331 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

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Nel 2012 sono nate ben 103.391 imprese rosa che hanno fatto salire il loro numero complessivo in Italia a 1.424.743 nei di-versi settori produttivi. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della festa della donna dell’8 marzo che quest’anno si festeggia in Italia con oltre 7mila imprese guidate da donne in più. Per l’occasione, la responsabile di Coldiretti Donne Impresa, Lorella Ansaloni, è stata ricevuta dal Presidente della Repubbli-ca, Giorgio Napolitano, assieme alle altre esponenti delle cate-gorie produttive al Quirinale, dove si è svolta una cerimonia per la Giornata internazionale della donna.Nel tessuto economico nazionale oggi quasi una impresa su quattro è condotta da donne (23,5 per cento), sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere relativi al 31 dicem-bre 2012 che evidenzia un incremento dello 0,5 per cento della base imprenditoriale rosa.La maggioranza delle imprese femminili opera nel commercio (circa il 30 per cento), ma una forte presenza si registra con oltre il 16 per cento in agricoltura, nei servizi di alloggio e risto-razione (quasi il 10 per cento e nel manifatturiero (8 per cento). È però la campagna il settore dove la presenza femminile è superiore alla media con quasi una impresa agricola su tre (29 per cento) condotta dalle donneL’incremento rappresenta un dato positivo anche se evidenzia ancora le difficoltà del sistema Italia a garantire pari opportuni-tà all’universo femminile. Quello che appare invece evidente è invece il rilevante contributo qualitativo che le donne imprendi-trici agricole hanno apportato al rilancio del sistema economi-co nazionale in termini di innovazione e creatività.La Lombardia – interviene Vilma Pirola – delegata regionale di Donna Impresa e leader del movimento agricolo femminile in provincia di Pavia – rappresenta un traino per l’imprendi-toria femminile che si sviluppa sia nella collaborazione e nella conduzione congiunta dell’impresa di famiglia ma in particolar modo in quelle nuove attività agricole che richiedono maggior inventiva e spirito di sacrificio. Le donne in agricoltura stanno portando una ventata di novità nel settore sociale, nel rappor-to diretto con il consumatore, nella creazione di nuove attività in stretta sinergia con i giovani. Non solo un impresa su tre è femminile ma la percentuale si alza superando il 50% se con-

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Trattori:la revisionepuò attendere

Femminile un’impresasu tre

sideriamo l’agricoltura innovativa. Anche a Pavia Donne Impresa ha dato esempio di come si possa fare impresa senza perdere di vista i principi della solidarietà e l’etica dell’agricoltura sostenibile”.

Nel 2012 nate 103mila imprese rosa, un’azienda agricola su 3 condotta da donne

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La questione dei danni da fauna selvatica, secondo Coldi-retti, deve essere considerata come una priorità per il set-tore agricolo. Purtroppo i tentativi per risolvere il problema, attraverso una revisione della legge sulla caccia, finora, sono falliti.Gli interventi necessari sono stati ostacolati anche da al-cune associazioni venatorie che, impuntandosi su posizioni più radicali, hanno chiesto una variazione dell’elenco delle specie cacciabili, impedendo così di proseguire un confron-to a livelli parlamentari sulla riforma della legge. “È già da molto tempo che Coldiretti mette in risalto il problema, si tratta di un fenomeno in forte espansione

Danni da selvaggina: problema improrogabile

– afferma Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia - che vede non solo l’incontrollato sviluppo della po-polazione dei cinghiali ma, anche quello che riguarda anche altre specie e che si è allargato ormai alle zone di pianura lungo la valle del Po e del Ticino. Non più solo cinghiali e ungulati ma anche le nutrie, gli uccelli, una fauna in forte ed incontrollato sviluppo che, se da una parte dimostra la sa-lubrità dell’areale agricolo pavese, dall’altra provoca danni alle imprese e disagi all’intera popolazione”.La situazione danni da fauna selvatica è diventata insoste-nibile ormai in tutto il territorio della nostra provincia. Le cronache degli ultimi mesi hanno denunciato troppi inci-denti causati dalla fauna selvatica che invade le sedi strada-li. Il proliferare senza regole di alcune specie animali provo-ca danni e pericoli che debbono essere limitati. Tali animali sono considerati bene pubblico ma i danni da loro causati vengono al massimo ritenuti ammissibili di indennizzo, non di risarcimento.Con queste affermazioni la Coldiretti, auspica di aprire una nuova fase di collaborazione tra il mondo agricolo e quel-lo venatorio, ipotizza misure integrative di reddito per le aziende agricole che partecipano alla gestione faunistica ed evidenzia come le misure, finora intraprese, si siano rive-late insufficienti, tanto da profilare una situazione di emer-genza che non può più essere sottovalutata.Per questi motivi Coldiretti sollecita quindi un più appro-fondito dialogo tra le varie associazioni venatorie, ambien-taliste e agricole, con le istituzioni per cercare di trovare un percorso formativo in grado di risolvere il problema.“Per fare questo importante passo – commenta il mem-bro di giunta Coldiretti Gianluca Marchesi di Zavattarello - secondo gli agricoltori non si può prescindere dalla con-divisione da parte di tutti i soggetti coinvolti, associazioni agricole, ambientaliste e venatorie, di un modello di caccia sostenibile, rispettoso della biodiversità, della normativa comunitaria e delle indicazioni dell’Ispra.Presupposto senza il quale – conclude Marchesi - non è possibile aprire alcun confronto visto il fallimento della pre-cedente esperienza del Tavolo nazionale sulla caccia istitui-to dalle Regioni con le associazioni di settore che, arenatosi sulla questione dei calendari venatori, non ha consentito di aprire un confronto che portasse a risolvere la questione dei danni da fauna selvatica”.Per rilanciare l’intero settore e per affrontare le sfide del fu-turo, bisogna contrastare il problema con un ottica diversa, guardando comunque la caccia coniugata con i criteri di sostenibilità, di compatibilità con le indicazioni scientifiche, di integrazione con le normative comunitarie e con le diffe-renti istanze della società. Tali indicazioni dovranno concretizzarsi in una proposta di legge da sottoporre all’attenzione del nuovo governo e del nuovo Parlamento.

Occorre aprire un confronto con tutti gli attori sulla base di una caccia coniugata con i criteri di sostenibilità, di compatibilità con le indicazioni scientifiche, di integrazione con le normative comunitarie e con le differenti istanze della società

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«Il ricorso a un’etichettatura d’origine obbligatoria non è uno strumento atto a prevenire l’etichettatura fraudolenta. La frode delle lasagne al ragù di cavallo avrebbe potuto verificarsi anche con un sistema obbligatorio di etichettatura di origine». Così il commissario europeo alla salute Tonio Borg ha risposto con un nuovo «no» alle richieste di quanti chiedevano più trasparenza per gli alimenti. Nella fattispecie la risposta pubblicata oggi sul sito della Commissione arriva dopo l’interrogazione presentata dell’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto che aveva domandato a Bruxelles di fare chiarezza e introdurre un regime di tracciabilità e di trasparenza per questo genere di alimento. Nulla di tutto questo: l’esecutivo guidato da José Manuel Barroso non ci pensa nemmeno. Anzi, esclude di presentare un qualunque provvedimento per rendere vincolante l’indicazione d’origine per le preparazioni alimentari contenenti carne. Anche se per la carne venduta tal quale è già obbligatoria la tracciabilità completa della filiera. «Siamo al paradosso: è come dire, non faccio una legge sul porto d’armi perché tanto chi vuole comprarle illegalmente lo può fare comunque - afferma la Bizzotto - e oltretutto la Commissione europea non fornisce alcuna alternativa all’etichettatura d’origine, né tantomeno una soluzione valida e praticabile per contrastare scandali e sofisticazioni

alimentari». Il caso della carne di cavallo, spacciata per manzo, è esploso lo scorso febbraio in Gran Bretagna con l’ammissione da parte del colosso Findus che le lasagne congelate al «ragù di manzo» contenevano in realtà tra il 60% e il 100% di carne equina. Da lì sono scattate indagini e controlli a tappeto che hanno coinvolto 16 Paesi, 200 marchi alimentari e altre multinazionali del calibro di Nestlè e Star.«I cittadini hanno il sacrosanto diritto di sapere cosa finisce sulle loro tavole, di sapere se stanno mangiando ragù fatto con carne di manzo di qualità o con carne di cavallo proveniente dalla Romania e magari contenente estrogeni e sostanze dopanti - conclude l’eurodeputata leghista - oppure se il wurstel che diamo ai bambini è fatto con carne italiana o con carne prodotta in qualche Paese dell’Est dove i controlli sanitari sono un optional». Magari, aggiungo io, a partire dalla famigerata «poltiglia rosa» ottenuta dalle carcasse di animali pressate. Una tecnica molto diffusa, perfino in Italia e che consente di preparare cibi con un surrogato di carne.Evviva le etichette opache!

di Attilio Barbieri

Lasagne al ragù di cavallo:ora è ufficiale, l’Europa vuolele etichette opache

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Silvia Manna, 26 anni, iscritta alla facoltà di Economia, conduttrice insieme alla madre Mad-dalena e al padre Giuseppe dell’azienda agricola Gli Orti di Sairano, circa due ettari coltivati a ortaggi e frutta a Sairano di Zinasco, è stata eletta delegata di Coldiretti Giovani Impresa per il prossimo quadriennio.Succede a Stefano Ravizza che ha guidato i giovani di Coldiretti per due mandati ottenendo un largo consenso e il riconoscimento della leadership regionale. Il Comitato composto da di Silvia Losi per Casteggio, Paolo Brambilla per Corteolona, Luca Campetti per Voghera, la stessa Silvia Manna per Pavia, Enrico Mascherpa per Mede, Martina Baldi per Mortara, Stefano Ravizza per Stradella, Attilio Crotta per Varzi, Cesare Bazzano per Vigevano oltre ai delegati di sezione Matteo Castignola per Casteggio e Matteo Bertè per Montù Beccaria, ha votato, con la sola astensione della candidata, all’unanimità l’elezione della giovane imprenditrice pavese.“Accetto con determinazione questo impegno – ha affermato Silvia Manna – dando il massimo per rappresentare degnamente questa grande organizzazione. Vi chiedo di essere presenti, per voi stessi ma soprattutto per le aziende che rappresentiamo. L’opinione pubblica percepisce sempre più l’agricoltura come un elemento centrale della società e in questo ruolo, i giovani gio-cano una parte importante nella direzione dell’impegno, dell’innovazione e dell’entusiasmo. Le imprese giovani in agricoltura segnalano un trend di crescita in netta controtendenza rispetto al resto dei settori produttivi, in particolare nelle attività legate alla nuova agricoltura, dove il rap-porto diretto con il consumatore richiede un’elasticità e un’inventiva che è propria dei giovani”. Nel corso dell’assemblea è stato ufficializzato il passaggio di consegne alla segreteria di Coldi-retti Giovani Impresa tra Rosanna Sora, che ha seguito il movimento per quasi 10 anni e il collega Mario Campari.Le aziende giovani in provincia di Pavia sono circa 200 suddivise su tutto il territorio e con in-teressi in tutti i settori produttivi ma con una propensione per le attività rivolte al consumatore: il 30% circa si occupa principalmente di riso, il 25% si dedica alla vitivinicoltura, un 10% nei vari ambiti dell’allevamento e la restante parte agriturismo e vendite dirette.

Il Comitato di Coldiretti Giovani Impresa, durante un’affollata assemblea ha indicato nella giovane imprenditrice pavese il proprio delegato per i prossimi 4 anni

Silvia Manna nuovo delegato Giovani Impresa

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La stretta di mano tra Silvia Manna e Stefano Ravizza

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Alla presenza dei delegati di Giovani Impresa delle re-gioni del Nord Italia e di autorevoli cattedratici, una foltissima platea di giovani che ha stipato i posti a sedere del Teatro Manzoni di Milano ha dibattuto sui temi cogenti l’agricoltura di oggi. Un’agricoltura che ormai non può più essere semplicemente definita il settore primario ma si è evoluta nella produzione di “cibo” intendendo con questa parola il centro delle necessità dell’umanità. La gestione dell’ambiente, la componente sociale, il presidio territoriale il carattere solidale, l’accoglienza sono elementi imprescindibili dall’agricoltura moderna.

Tra i molti temi affrontati in particolare a lungo è stato dibattuto lo scellerato consumo di suolo che caratte-rizza la fortissima antropizzazione dei nostri territori. Secondo un’indagine Ispra sull’andamento del feno-meno in Europa dal 1956 al 2010, per ogni italiano si sono persi più di 340 mq all’anno. Negli ultimi anni il consumo di suolo in Italia è cresciuto ad una media di 8 mq al secondo e la serie storica dimostra che si tratta di un processo che dal 1956 non conosce bat-tute d’arresto. Si è passati dal 2,8% del 1956 al 6,9% del 2010 (+4%): sono stati consumati, in media, più di 7 metri quadrati al secondo per oltre 50 anni. Il fe-nomeno è stato più rapido negli anni ‘90, con quasi 10 metri quadrati al secondo, ma il ritmo degli ulti-mi 5 anni si conferma comunque accelerato, con una velocità superiore agli 8 metri quadrati al secondo. Questo vuol dire che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del Comune di Napoli e, ogni anno, una pari alla somma di quella di Milano e Firenze. In termini assoluti, l’Italia è passata da poco più di 8.000 km2 di consumo di suolo del 1956 ad ol-tre 20.500 km2 nel 2010, un aumento che non si può spiegare solo con la crescita demografica: se nel 1956 erano irreversibilmente persi 170 m2 per ogni italiano, nel 2010 il valore raddoppia, passando a più di 340 m2. La Lombardia, superando la soglia del 10%, si po-

siziona in vetta alla classifica, mentre quasi tutte le altre regioni (14 su 20) oltrepassano abbondantemente il 5% di consumo di suolo. Su 390 m², circa 200 m² sono effettivamente impermeabi-lizzati da coperture di cemento o asfalto - per un totale di 100 000 km. L’impermeabilizzazione diminuisce molti degli effetti benefici del suolo, riducendo l’assorbimento di pioggia e in casi estremi, impedendolo completamente, risultano una serie di effetti diretti sul ciclo idrologico e indiretti sul microclima, che producono un aumento del rischio inondazioni.

Il primo report sul “Ritorno alla Terra” di Coldiretti Lombardia, presentato in occasione dell’annuale assemblea macro area Nord Italia di Giovani Impresa. Ha evidenziato che, mentre dal 2008 la disoccupazione nel nostro Paese è tornata a salire, i giovani han-no iniziato a scommettere sull’agricoltura come fonte di reddito e investimento per il futuro. Dal 2009 a oggi alla Statale di Milano gli aspiranti agricoltori sono passati da 584 a 999 nelle lauree di primo livello (+ 71 per cento) e da 104 a 244 in quelle magistrali (+134 per cento). A Torino, nello stesso periodo, le matricole dei corsi triennali sono cresciute del 68 per cento, mentre a Padova tra 2009 e 2011 l’incremento com-plessivo nelle iscrizioni è stato del 14 per cento. Sempre più ragazze scelgono la carriera agraria, in Veneto nel 2009 si sono iscritte in 160, nell’anno accademico successivo era-no 193. Un balzo del 21 per cento, contro l’11 per cento dei colleghi maschi, passati da 336 a 372. Quattro anni fa in Lombardia, nelle lauree triennali quasi un immatricolato su tre era donna: oggi le giovani raggiungono il 40 per cento del totale. E nelle lauree ma-gistrali sorpassano i ragazzi: 55 per cento a 45 per cento, secondo i dati della metà di marzo di quest’anno accademico. L’aumento nelle iscrizioni si riflette nell’identikit dei nuovi agri-coltori. Secondo un’indagine di Coldiretti Lombardia sui giovani del Nord Italia, nei campi cresce il livello culturale: il 15 per cento degli imprenditori “under 40” possiede una laurea, mentre il 68 per cento ha un diploma superiore.

Primo impegno ufficiale della neo delegata provinciale è stato la partecipazione all’assemblea di Giovani Impre-sa del Nord Italia al teatro Manzoni di Milano lo scorso 26 marzo.

Il ritorno alla terra

Il consumo del suolo

Il Boom di immatricolazioni nelle facoltà di agraria

Assemblea Giovani Impresa Nord Italia

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(COL)DIRETTAMENTE

(Col)direttamente nel bicchiere:

il Volparamoscato IGT dell’AZ. AGR. Monterosso

Quando si dice che le dimensioni non contano… Il comune di Volpara, sito in Alta Valle Versa, si estende solamente per 4 Km2 con un patrimonio di 129 abitanti, praticamente un fazzoletto di terra, un puntino sulla carta della provincia, eppure… eppure, quando si associa al suo nome quello di un particolare vitigno, Volpara diventa un gigante!Questo vitigno è il Moscato bianco, varietà a bacca bianca diffusa in quasi tutta la penisola italica (ed è la quarta uva bianca per superficie vitata), corrisponde al vitigno francese “muscat blanc à petit grains”. Il nome deriva probabilmente da muscum, muschio, il cui aroma caratteristico si ritrova nell’uva (musquè per i francesi).Già, perché il Moscato bianco ha trovato nell’area di Volpara uno dei terroir più adatti e favorevoli alla propria espressione; a tal punto che alcuni produttori si sono riuniti sotto l’ombrello di un marchio (“IL VOLPARA: territori dell’antica parrocchia di Volpara”) per meglio identificare la produzione di eccellenza di questo territorio.Stessa bottiglia Albeisa (di vetro verde o trasparente), stessa etichetta per tutti, dove il nome del produttore compare solo come una firma su un quadro e dove il Moscato di Volpara è il vero protagonista.Sulla retrostante “etichetta di legge” troviamo le indicazioni obbligatorie: la categoria (IGT Provincia di Pavia), il contenuto in alcol (4% nel campione considerato) e la scritta “mosto d’uva parzialmente fermentato”, necessaria a termini legislativi in quanto il contenuto alcolico non è sufficiente per avere la definizione “vino” e per indicare un importante residuo zuccherino.Ma basta parole e veniamo ai fatti ed apriamo la nostra bottiglia dell’Az. Agr. MONTEROSSO di Massimo Comaschi, con sede proprio nel cuore di Volpara.Bottiglia trasparente e subito una particolarità: la tappatura è doppia; oltre al classico tappo di sughero, abbiamo a rinforzo anche un tappo a corona “di sicurezza” che eviti una eventuale “spinta” a far fuoriuscire il sughero.Nel calice abbiamo un bel colore luminoso, vivo, fresco, con importanti lampi dorati ed una notevole persistenza del leggerissimo perlage. È però al naso che il nostro VOLPARA ci avvolge con tutta la sua eleganza e ci conferma che quel fazzoletto di terra è davvero benedetto.“Musqué” dicevamo prima… ed ecco che dal calice escono gentili e freschissimi sentori vegetali di erbe aromatiche, salvia, rosmarino, aneto, maggiorana in un magico mix, sorretti proprio da una nota di sottobosco muschiato e di rimandi fruttati di mela gialla ed agrumi, con il cedro in evidenza: tutto ciò che il Moscato bianco sa regalare è in questo bicchiere di straordinaria eleganza olfattiva che invita a

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farsi bere.Non ce lo facciamo ripetere due volte e sorseggiamo con piacere.È sicuramente un vino dolce, ma le componenti “rinfrescanti” dell’acidità e della leggera effervescenza compensano tutta la dolcezza e lo rendono equilibrato al palato: mai stucchevole, gli zuccheri impattano le papille gustative e poi si lasciano trascinare dalla freschezza, pulendo la bocca ed invitando ad un successivo sorso.La gradazione alcolica veramente bassa diventa quasi un inno al sorso ed al bicchiere in più. L’abbinamento d’elezione è con tutta la pasticceria secca, con le paste frolle, con il panettone o la colomba, ma questo è un calice grandioso nel mezzo di un pomeriggio d’estate, servito piuttosto fresco, quasi freddo, a rinfrescare le gole riarse.Potrebbe essere interessante anche riappropriarsi di un’abitudine di qualche decina d’anni fa e proporlo come “compagno di merenda” insieme a pane e salame, da consumarsi rigorosamente all’aperto, sotto le fresche frascheChe dire? Raramente si incontrano moscati così, ricchi di sfumature e piacevoli alla beva, dove gli zuccheri non ti impastino la bocca e le labbra e il sorso successivo è sempre più buono del precedente… un inno a VOLPARA ed ai suoi territori ad alta vocazione, nonché un grazie alla perizia di Massimo Comaschi di MONTEROSSO.

Roberto PaceDelegato FISAR Pavia

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Vino Made in Italyse ne vende più all’estero che in ItaliaCresce nel 2012 il giro d’affari legato all’export di vini tri-colore, che si potrebbe definire l’anticrisi per le imprese del vino italiano.Mentre l’asticella dei consumi interni di vino ogni anno fa segnare un nuovo minimo (nel 2012 si fermerà a quo-ta 37 litri pro capite contro gli oltre 100 degli anni Set-tanta) aumentano invece quelli internazionali. Le esportazioni di vino made in Italy raggiungono il va-lore record di 4,7 miliardi di euro (+6% ) e superano nel 2012 la spesa per il vino a livello nazionale. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero con il vino Made in Italy che fa segnare all’estero il record storico e si classi-fica come il prodotto agroalimentare italiano più espor-tato nel 2012. Negli Stati Uniti il vino italiano - sottolinea la Coldiretti - supera lo storico tetto di un milione di euro in valore, con un aumento del 6 per cento mentre un incremento a due cifre si registra in Cina, dove le bottiglie tricolori stanno conquistando sempre più spa-zi di mercato (+17 per cento, da 66 milioni a 77 milioni). Ma è l’intero continente asiatico a rivelarsi terra di con-quista per i nostri prodotti, con un aumento netto del 20 per cento. Un risultato che riflette il cambiamento in atto nei consumi di vino a livello internazionale con cali nei produttori storici come Italia, Francia e Spagna e l’aumento che si sta invece verificando - conclude la Coldiretti - in altri Paesi come il Giappone e la Cina che fanno segnare i tassi di crescita più elevati. I numeri del vino made in Italy, sui mercati nazionale ed estero,sono stati uno degli argomenti principali alla quarantasette-sima edizione del Vinitaly, che va in scena dal 7 al 10 aprile a Verona. Durante l’evento infatti, si è svolto un incontro, organizzato da Coldiretti e da Città del vino, dove è stata ripercorsa la storia del settore a 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano Doc realizzata grazie al DPR 930 del 1963 e dove sono state esposte le prime bottiglie etichettate come Doc.Durante l’evento sono state presentate, inoltre, le prin-cipali novità in tema di vino, dal primo “spumante” con polvere d’oro a quello dietetico, dal vino invecchiato negli abissi marini, a quello nei ghiacciai, dal ritorno del vino dei Celti, prodotto a Robbio, provincia di Pavia, da un’azienda Coldiretti, al primo vino d’orchestra. E sono proprio questi vini “stravaganti” a fare la diffe-renza, in quanto la crisi dei consumi interni e lo sviluppo

dei mercati esteri spinge il settore a puntare appun-to sula distintività del prodotto e il legame con il territorio e la cultura locale per cercare di vincere la competizione sul mercato globale. Per quanto riguarda, nello specifico, l’export dei vini Lombardi ha raggiunto, nel 2012, quota 237 milioni di euro, l’11.2% in più rispetto all’anno precedente, circa il doppio della media nazionale. È un traguardo importante che verrà festeggiato al padiglione Lom-bardo al Vinitaly, che, quest’anno, si è dimostrato il più numeroso con 203 aziende.La regione, può vantare inoltre la terza area viticola per estensione, l’Oltrepò è la più grande tra quelle terrazzate, la Valtellina.La crescita dell’ultimo anno è stata sostenuta dalle esportazioni, il traino della domanda estera è diven-tato essenziale in questo settore, che deve fare i con-ti con la stagnazione dei consumi interni.

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Meno vino nel mondo

BARATTI ANGELO 11x8 ok_Layout 1 24/01/12 16:31 Pagina 1

Il portale web spagnolo El Mundo Vino in un suo articolo lan-cia l’allarme del calo della produzione di vino in Europa che potrebbe avvantaggiare i paesi dell’emisfero meridionale, dall’Australia al Cile, dove si prospetta un anno favorevole in previsione della vendemmia 2013.Infatti, sarà l’emisfero australe a trarre vantaggio del calo della produzione di vino in Europa, che avrà meno vino da vendere a causa di un’annata poco favorevole, cercando di aumentare la sua quota nel commercio mondiale. Secondo l’ultimo rapporto trimestrale sul mercato mondiale del vino realizzato da Rabobank e recepito dall’Osservatorio spagnolo del mercato del vino (OEMV), la relativa scarsità di prodotto in tutto il mondo fa si che ora giri tutto intorno alla vendemmia imminente nell’emisfero sud del mondo. An-che se è troppo presto per fare delle previsioni, il rapporto prevede una produzione moderata in Australia a causa della canicola estiva, qualcosa di più rispetto al 2012 per la Nuova Zelanda e previsioni molto variabili nel caso del Cile. Nel caso dell’Argentina, il rapporto fa riferimento alle recenti previsioni

sul raccolto fatte dall’Istituto nazionale del vino, che preve-de una significativa crescita del 26%. Per quanto concerne il commercio mondiale del vino, il rapporto sottolinea i prin-cipali cambiamenti nella composizione delle esportazioni di Italia e Spagna, con meno vino sfuso e più vino imbottigliato. Nel frattempo, la Francia sta approfittando di questa situazio-ne per migliorare le vendite dei suoi vini di prezzo più alto, il sud aumenta le sue vendite di vino sfuso, le vendite di Austra-lia e Nuova Zelanda si stabilizzano e gli Stati Uniti aumentano di poco le loro esportazioni. Secondo il rapporto Rabobank, il miglioramento della produzione ha alleggerito la pressione sui prezzi del vino sfuso. Sul lato dell’Europa, la produzione totale di uva ha subito un calo del 9%, trainato dal calo in Francia, Spagna e Italia.

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Alessandro Folli presidente di URBIM

       

Il presidente del Consorzio Est Ticino Villoresi al vertice dell’Unione Regionale Bonifiche Irrigazioni e Miglioramenti fondiari della LombardiaLunedì 18 febbraio l’Assemblea di URBIM Lombardia ha eletto i nuovi organi dell’ Unione. Si è così concluso processo che ha por-tato alla riorganizzazione dei Consorzi di bonifica, diminuendone il numero da 20 a 12 e potenziandone competenze e finalità nel campo della difesa idrogeologica, dell’irrigazione, della salvaguar-dia dell’ambiente e del paesaggio. L’Assemblea ha eletto il nuovo Comitato Direttivo composto di 9 membri più i rappresentanti delle Organizzazioni Agricole, che a sua volta ha nominato Alessandro Folli, presidente del Consorzio ETVilloresi, e vicepresidente Giovanni Desigis, rappresentante dell’Associazione Irrigazione Est Sesia, e confermato Mario Reduz-zi e Giorgio Negri nelle cariche di Revisore dei conti e di Direttore.

URBIML’Unione Regionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti fondiari per la Lombardia - è l’Associazione che raggruppa i Consorzi di bonifi-ca e altri enti (consorzi di secondo grado, di regolazione dei laghi, di irrigazione e di miglioramento fondiario) che operano nel setto-re della bonifica, dell’irrigazione e della salvaguardia del territorio.Inoltre, rappresenta i Consorzi associati, per tutti i rapporti di inte-resse comune, presso gli Organi regionali e presso gli Uffici Statali

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e gli enti locali territoriali; coordina l’attività dei soci assi-stendoli nel disimpegno dei loro compiti nel rispetto della loro autonomia istituzionale; ha autonomia finanziaria e sta-tutaria ed è dotata di una propria struttura amministrativa e tecnico-organizzativa; promuove e attua iniziative d’intesa con le istituzioni e gli enti che si occupano del settore, co-stituisce il punto di riferimento di tutti i soggetti interessati alle attività e alle iniziative dei Consorzi di bonifica, di irri-gazione e di miglioramento fondiario della Lombardia ed è struttura regionale di A.N.B.I.

Est Ticino VilloresiDa qui al 2018 il miglioramento Della rete irrigua, la Difesa Del suolo e un incremento Della multifunzionalità

Giovedì 7 febbraio, nel corso del Consiglio d’Amministrazio-ne di ETVilloresi il presidente Alessandro Folli ha presentato la relazione d’inizio mandato.Un provvedimento strategico, che tratteggia i punti forti e gli obiettivi dell’Ente per i prossimi anni. A cominciare da “comunicazione e trasparenza”, ossia comunicare efficace-mente l’operato del CdA e le attività del Consorzio. Nel do-

cumento si mette in evidenza la necessità di una graduale messa a regime del nuovo Piano di classifica, introducendo meccanismi di progressiva perequazione dei contributi con-sortili. Il bilancio, con una particolare attenzione all’equili-brio tra entrate e uscite e il processo di ammodernamento della struttura di ETVilloresi. Sono stati tra gli elementi prin-cipali della presentazione del Presidente .“In linea con quanto avviato nello scorso mandato” com-menta il consigliere di espressione Coldiretti Giovanni Ghisoni “si provvederà a un ulteriore adeguamento della struttura organizzativa, Un impegno importante sarà quel-lo riservato alla conoscenza della rete e del territorio. Uno studio approfondito del reticolo fluviale principale e minore sarà, infatti, la base per tutte le attività di programmazione in ambito di manutenzione e recupero di canali ammalorati anche grazie ad un potenziamento del sistema informativo territoriale.Tra gli altri obiettivi evidenziati, il miglioramento dell’effi-cienza della rete irrigua e l’incremento della multifunziona-lità dei canali con uno sviluppo ulteriore delle funzioni non strettamente irrigue di ETVilloresi.”

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Venerdì 1° marzo 2013 il Mercato di Campagna Amica, gestito da Agrimercato Pavia, è sbarcato all’Iper di Montebello della Battaglia. Sul piazzale del Centro Commerciale Iper Montebello, sulla sinistra dell’ingresso verso Casteggio, i gazebo gialli delle aziende di Coldiretti sono schierati ad accogliere i clienti ogni venerdì dalle 8:30 fino al pomeriggio, offrendo i prodotti a chilometri zero del nostro territorio, secondo le regole del più grande sistema di vendita diretta d’Europa. Tra i banchi delle aziende agricole è possibile trovare verdura, conserve, gelatina, marmellate, salse, farina, riso, formaggi, frutta, vino, carni, salumi, miele, biscotti e molto altro ancora, tutto all’insegna della qualità, della stagionalità e della genui-nità. “È una sfida importante – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi,

presidente della Coldiretti di Pavia – a parte qualche esperi-mento, si tratta della prima alleanza tra due sistemi di vendita che apparentemente sembrerebbero in contrasto ma che si possono invece rivelare complementari”.“È una grande opportunità – ha afferma Gianenrico Verce-si, presidente di Agrimercato – sia per i nostri produttori sia per il centro commerciale. Per noi è l’occasione di incrociare i grandi numeri mentre per il centro commerciale significa dare risalto alla qualità e al territorio, rivolgendosi a quella clientela in crescita che si dimostra sempre più attenta ai temi del chilometro zero e del cibo prodotto da un’agricoltura so-stenibile”. Un’apposita area è stata attrezzata per custodire la spesa dei consumatori che, dopo aver frequentato il mercato di Campagna Amica, vogliano procedere all’interno del Cen-

Da venerdì 1° marzo è scattata la prima alleanza tra la vendita diretta degli agricoltori di Coldiretti e la Gdo

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Barra diserbo bilaterale mod. Flying KillerTrivella idraulica anteriore Piantapali Laterale Rambo LVanga Idraulica Spollonatrice chimica su telaio tunnel

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tro Commerciale. “Per tutti coloro che fanno la spesa sul mercato di Campa-gna Amica – conclude Rosanna Sora, responsabile di Campagna Amica per Coldiretti Pavia – abbiamo pensato di organizzare, in occasione di eventi particolari, la distribuzione di omaggi come una shopping-bag con i colori di Campagna Amica o particolari confe-zioni di prodotti a marchio FAI, Firma-to dagli Agricoltori Italiani, i primi cibi confezionati garantiti di origine italiana e realizzati dalla filiera agricola italia-na”.

Il Mercato di Campagna Amica all’Iper di Montebello

i Mercati in provincia di Pavia:

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Attività di informazione misura 331 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

TARESDi particolare rilievo sono le numerose modifiche introdotte per quanto riguarda la TARES la cui disciplina è contenuta nell’art. 14 del D.L. Salva Italia e la cui applicazione avrà inizio a partire dal 2013.La TARES è dovuta da coloro che occupano o detengono locali o aree scoperte. Di seguito se ne elencano le novità.• Latariffaècommisurataallequantitàequalitàmedieordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base dei criteri determi-nati con il regolamento di cui al D.P.R. n. 158/1999; • Aifinidell’applicazionedeltributo,siconsideranolesu-perfici dichiarate o accertate ai fini della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU – TIA);• Vieneinoltrestabilitocheaifinidell’attivitàdiaccerta-mento, il comune, per le unità immobiliari a destinazione ordina-ria iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare come superficie assoggettabile al tributo quella pari all’80% della superficie catastale;• Perlealtreunitàimmobiliarilasuperficieassoggettabi-le al tributo rimane quella calpestabile;• icomunidovrannocomunicareaicontribuenti lenuo-ve superfici imponibili TARES adottando le più idonee forme di comunicazione e nel rispetto dello Statuto del Contribuente cer-cando di evitare che al contribuente siano richiesti documenti e informazioni già in possesso dell’amministrazione finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche;• Ladichiarazione, redattasumodellomessoadisposi-zione dal comune, ha effetto anche per gli anni successivi sem-preché non si verifichino modificazioni dei dati dichiarati da cui consegua un diverso ammontare del tributo. In questo caso, la di-chiarazione va ripresentata entro il termine stabilito nell’apposito regolamento comunale. Al fine di acquisire le informazioni riguar-danti la toponomastica e la numerazione civica interna ed esterna di ciascun comune, nella dichiarazione delle unità immobiliari a destinazione ordinaria devono essere obbligatoriamente indicati i dati catastali, il numero civico di ubicazione dell’immobile e il numero dell’interno, ove esistente;• I comuni, in deroga all’art. 52 del D.Lgs. n. 446/1997,possono affidare, fino al 31 dicembre 2013, la gestione del tributo o della tariffa, ai soggetti che, alla data del 31 dicembre 2012, svol-gono, anche disgiuntamente, il servizio di gestione dei rifiuti e di accertamento e riscossione della TARSU, della TIA 1 o della TIA 2;• Aicomunièconsentita,conappositoregolamento,l’ap-

plicazione di una tariffa avente natura corrispettiva, in luogo del tributo.• Acoperturadeicostirelativiaiserviziindivisibili(manu-tenzione stradale, illuminazione, sicurezza, ecc.) dei comuni viene prevista una maggiorazione pari a 0,30 euro per metro quadrato. Gli stessi comuni possono inoltre, con deliberazione del consiglio comunale, modificare in aumento la misura della maggiorazione di ulteriori 0,10 euro, anche graduandola in ragione della tipologia dell’immobile e della zona ove lo stesso é ubicato;• Ilversamentodeltributo,suddivisoinquattroratetri-mestrali, scadenti nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre viene effettuato mediante il modello F24 (compensabile) nonché tramite apposito bollettino di conto corrente postale. I comuni possono variare la scadenza e il numero delle rate di versamen-to. Per l’anno 2013, il termine di versamento della prima rata è comunque posticipato a luglio, ferma restando la facoltà per il comune di posticipare ulteriormente tale termine;

IVIELa Legge di Stabilità 2013 introduce alcune significative modifi-che alla disciplina dell’imposta sugli immobili all’estero.l’IVIE, introdotta dalla manovra salva Italia, il DL 201/11 converti-to in legge n. 214/11, doveva applicarsi con decorrenza dal 2011, ma la nuova norma modificata fa slittare questa decorrenza al 2012, come per l’IMU. Tuttavia i contribuenti interessati hanno già provveduto al pagamento dell’imposta sul valore degli immobili all’estero lo scorso 9 luglio. Il Governo pertanto ha inteso i paga-menti dell’imposta in questione già effettuati a titolo di acconto per il 2012.Il versamento IVIE inoltre, seguirà il versamento IRPEF, quindi si farà riferimento alle regole e alla tempistica previste per l’imposta sul reddito delle persone fisiche.Altra novità che riguarda l’IVIE infine, è l’aliquota agevolata allo 0,4% per cento da applicare a tutti gli immobili all’estero che sia-no adibiti ad abitazione principale.

Rivalutazione terreni e partecipazioniL’articolo 1, comma 473 della Legge di Stabilità 2013, intervenen-do sull’art. 2, comma 2, D.L. n. 282/2002, dispone la riapertura della possibilità di rideterminare il costo di acquisto di: • terreniedificabilieagricolipossedutiatitolodiproprie-tà, usufrutto, superficie ed enfiteusi;• partecipazioni non quotate in mercati regolamentati,possedute a titolo di proprietà e usufrutto;

Legge di stabilità 2013 (Riprendiamo le novità della normativa gia trattata nei numeri precedenti)

2° parte

n.2 2013 | 38

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I terreni e le partecipazioni devono essere posseduti alla data dell’1.01.2013, non in regime di impresa, da parte di persone fisi-che, società semplici e associazioni professionali, nonché di enti non commerciali.È fissato 30.06.2013 il termine entro il quale provvedere alla reda-zione ed all’asseverazione della perizia di stima e al versamento dell’imposta sostitutiva calcolata applicando al valore del terreno o della partecipazione risultante dalla perizia, le seguenti aliquo-te:• 2%perlepartecipazioninonqualificate;• 4%perlepartecipazioniqualificateeperiterreni.

Numerazione progressiva delle fattureInfine un cenno riguardo della nuova formulazione dell’articolo 21, comma 2, lettera b), del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, come modificato dalla Legge di Stabilità 2013, secondo il quale per le operazioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2013, la fattura deve contenere un “numero progressivo che la identifichi in modo uni-voco”.Con la Risoluzione del 10 Gennaio 2013 n. 1/E, l’Agenzia delle En-trate fornisce ulteriori chiarimenti al riguardo. In sostanza può essere adottata una numerazione progressiva che, partendo dal numero 1, prosegua ininterrottamente per tutti gli anni solari di attività del contribuente, fino alla cessazione dell’attività stessa. La numerazione progressiva dal 1° gennaio 2013 può anche ini-ziare dal numero successivo a quello dell’ultima fattura emessa nel 2012. Peraltro, qualora risulti più agevole, il contribuente può continua-re ad adottare il sistema di numerazione progressiva per anno solare, in quanto l’identificazione univoca della fattura è, anche in tal caso, comunque garantita dalla contestuale presenza nel do-cumento della data che, in base alla lettera a) del citato articolo

21, costituisce un elemento obbligatorio della fattura.Ad esempio, fermo restando l’obbligo di indicare in fattura la data, sono ammissibili le seguenti modalità di numerazione pro-gressiva nell’ambito di ciascun anno solare:Fattura n. 1,Fattura. n. 2, <<<>>> Fattura n. 1/2013, Fattura n.2/2013,<<<>>> Fattura n. 2013/1,Fattura n. 2013/2I produttori agricoli in regime di esonero non dovranno presenta-re l’elenco dei clienti e fornitori con riferimento al periodo d’im-posta 2012. L’obbligo di comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA troverà applicazione per la prima volta con riferimento alle operazioni registrate nel 2013. È questo il chiarimento fornito dall’Agenzia delle Entrate a proposito della decorrenza del nuovo adempimento con la Circolare n.1E/2013 che si allega.Al proposito si rammenta alle imprese che ad oggi sono in regime di esonero di recarsi fin d’ora presso gli Uffici periferici di Coldi-retti al fine di documentarsi sulla nuova norma e di regolarizzare la propria posizione in vista delle nuove scadenze, in modo di evitare il più possibile errori ed omissioni che verrebbero pesan-temente sanzionati.La circolare interviene inoltre sulla rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni. Viene chiarito in particolare che:

• Ilcorrispettivoinferiorealvalorediperizianoncostitui-sce una minusvalenza• L’omessaindicazionedeidatidellarivalutazionesulmo-dello UNICO ha carattere formale e non ne pregiudica gli effetti

Per ulteriori informazioni e leggere l’articolo completo:www.pavia.coldiretti.it alla sezione CAF.

Legge di stabilità 2013 (Riprendiamo le novità della normativa gia trattata nei numeri precedenti)

2° parte

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La mini-ASpI è la prestazione che sostituisce l’inden-nità di disoccupazione ordinaria non agricola a re-quisiti ridotti.Chi sono i destinatari della mini-ASpISono destinatari tutti i lavoratori con un rapporto di lavoro in forma subordinata che, involontariamente, abbiano perduto l’occupazione.Per l’erogazione della indennità di disoccupazione mini ASpI si applica la stessa disciplina della indenni-tà di disoccupazione ASpI per quanto attiene a:• destinatari;• statodidisoccupazione;• retribuzionediriferimentoperilcalcolodellaprestazione;• misuradellaprestazione;• decorrenzadellaprestazione;• modalitàetempidipresentazionedellado-manda;• svolgimentodiattivitàdilavoroautonomoedi lavoro accessorio durante la percezione della pre-stazione;• decadenzadall’indennità;• anticipazionedell’indennità.Quali requisiti occorronoPer poter beneficiare della prestazione i lavoratori devono avere i seguenti requisiti:• possonofarvalerelostatusdidisoccupato• possono far valere almeno 13 settimane dicontribuzione da attività lavorativa nei 12 mesi pre-cedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, per la quale sono stati versati o siano dovuti contributi per l’assicurazione obbligatoria.Durata della prestazioneL’indennità è corrisposta mensilmente per un nu-mero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione nei dodici mesi precedenti la data di cessazione del rapporto di lavoro, detratti i periodi di indennità eventualmente fruiti nel periodo.

liquiDazione Della prestazioneLa liquidazione di questa prestazione avverrà in una unica soluzione e non mensilmente come avviene per l’indennità ASpI e la indennità Mini-ASpIQueste indennità, come abbiamo visto, riguardano i lavoratori dipendenti non agricoli.Per quanto riguarda il settore agricolo le regole che

disciplinano l’indennità di disoccupazione dei lavora-tori non sono variate e, pertanto, rimangono in vigo-re quelle finora applicate.

VeDiamole nel DettaglioChe cosa è la disoccupazione agricolaLa disoccupazione agricola è una particolare inden-nità a cui hanno diritto gli operai che lavorano in agricoltura iscritti negli elenchi nominativi dei lavo-ratori agricoli, e più precisamente:• operaiatempodeterminato;• operai agricoli a tempo indeterminato chelavorano per parte dell’anno. La prestazione NON spetta:• ai lavoratori extracomunitari con permessodi soggiorno per lavoro stagionale;• ailavoratorichepresentinoladomandaoltreil termine previsto; • ailavoratoriiscritti inunadelleGestioniau-tonome o nella Gestione per l’intero anno ovvero per parte dell’anno ma il numero delle giornate lavorati-ve rientranti nel periodo di iscrizione è superiore a quelle di attività agricola dipendente; • ai lavoratori già titolari di pensione direttaalla data del 1° gennaio dell’anno di competenza del-la prestazione. Nel caso di pensionamento, l’indenni-tà viene calcolata escludendo la porzione di anno a partire dalla data di decorrenza della pensione. ai lavoratori che si dimettono volontariamente, • fannoeccezione:• lelavoratricimadrichesidimettonoduranteil periodo di puerperio (o lavoratori padri); • colorochesidimettonopergiustacausa.

che tipo Di inDennità esistonoEsistono due tipologie di indennità:• indennitàcon“REQUISITINORMALI”• indennitàcon“REQUISITIRIDOTTI”INDENNITA’ CON “REQUISITI NORMALI”I requisiti necessari per beneficiare di questa inden-nità sono:• iscrizione negli elenchi nominativi dei lavo-ratori agricoli dipendenti a tempo determinato per l’anno cui si riferisce la domanda o rapporto di lavoro agricolo a tempo indeterminato per parte dell’anno di competenza della prestazione;

n.2 2013 | 40

I nuovi “Ammortizzatori Sociali” introdotti dalla Riforma del Mercato del Lavoro (2° parte)

IndennIta dI dIsoccupazIone MInI-aspI

Attività di informazione misura 331 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

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• almeno due anni di anzianità nell’assicura-zione contro la disoccupazione involontaria (o me-diante l’iscrizione negli elenchi agricoli per almeno due anni o in alternativa con l’iscrizione negli elenchi per l’anno di competenza della prestazione e l’accre-ditamento di un contributo contro la disoccupazione involontaria per attività non precedente al biennio di riferimento della prestazione); • almeno 102 contributi giornalieri nel bien-nio costituito dall’anno cui si riferisce l’indennità e dall’anno precedente (tale requisito può essere per-fezionato mediante il cumulo con la contribuzione relativa ad attività dipendente non agricola);

come Viene calcolata l’inDennitàL’indennità spetta: • per unnumerodi giornatepari a quelle la-vorate entro il limite massimo di 365 giornate annue dalle quali si dovranno detrarre le giornate di lavoro agricolo, ed eventuale lavoro non agricolo, le giorna-te indennizzate ad altro titolo, quali malattia, mater-nità infortunio etc., • nella misura del 40% della retribuzione diriferimento. Dall’importo spettante viene detratto il 9% per ogni giornata di indennità di disoccupazione erogata a titolo di contributo di solidarietà. Questa trattenuta viene effettuata per un numero massimo di 150 giorni.

inDennita’ con “requisiti riDotti” I requisiti necessari per beneficiare di questa inden-nità sono: • In mancanza del requisito contributivo dei102 contributi giornalieri, il lavoratore può richiedere l’indennità di disoccupazione agricola con requisiti ridotti purché , in aggiunta agli altri requisiti (iscri-zione negli elenchi per l’anno di competenza della prestazione, anzianità assicurativa), possa far valere almeno 78 giornate di effettivo lavoro nell’anno cui si riferisce la domanda. • Nelcalcolodei78giornisonoincluselegior-nate indennizzate a titolo di malattia, maternità, in-fortunio; sono invece escluse le assenze imputabili al lavoratore.

come Viene calcolata l’inDennitàL’indennità spetta: • perunnumerodigiornatepariaquellelavo-rate nei limiti del parametro annuo di 312 giornate (o 365 nel caso in cui vi siano giornate non indennizza-bili superiori a 53); • nellamisuradel30%dellaretribuzionediri-ferimento. Non è applicata la trattenuta per contribu-to di solidarietà.

come Viene pagata L’indennità viene pagata direttamente dall’Inps in unica soluzione.

Modalità e tempi di presentazione della domanda• La domanda, deve essere inoltrata telema-ticamente, tramite il Patronato, entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello cui si riferisce l’inden-nità, pena la decadenza dal diritto all’indennità di disoccupazione. Se il termine di presentazione coin-cide con un giorno festivo, esso è prorogato al primo giorno successivo non festivo.

cosa comporta l’erogazioneDella prestazione • Ilpagamentodell’indennitàdidisoccupazio-ne agricola determina automaticamente l’accredito di contribuzione figurativa calcolata detraendo dal parametro 270 (anno intero ai fini pensionistici) le giornate lavorate e quelle già indennizzate ad altro titolo. Le giornate accreditate figurativamente sono utili ai fini del diritto e della misura delle pensioni di vecchiaia, invalidità e superstiti. • Per i beneficiari di indennità di disoccupa-zione agricola con i requisiti ridotti, l’accreditamento figurativo corrisponde allo stesso numero di giornate indennizzate. Per ragioni di spazio abbiamo dovuto limitare l’illu-strazione tralasciando la segnalazione di parti impor-tanti dei provvedimenti in vigore.

Per questo invitiamo tutti gli interessati a rivolgersi agli Uffici EPACA sia per avere ulteriori informazio-ni, sia soprattutto per inoltrare le domande in via telematica.

EPACA | 41

I nuovi “Ammortizzatori Sociali” introdotti dalla Riforma del Mercato del Lavoro (2° parte)

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TECNICO

Grazie a Coldiretti semplificata la patente per i mezzi agricoli

Patente di campo

n.2 2013 | 42

Autocertificazione di esperienza all’utilizzoIn data 22 febbraio 2012, La Conferenza Stato-Regioni aveva posto la necessità di un attestato di abilitazione per gli operatori che utilizzano alcune attrezzature adoperate anche in agricoltura. Ma l’iter di riconoscimento di tali abilitazioni risultava in parte non chiaro. Così, grazie alle istanze di semplificazione presentate da Coldiretti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha stabilito che per certificare il requisito di esperienza biennale gli operatori dovranno certificare sotto la propria responsabilità, attraverso una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, di aver utilizzato le macchine agricole presenti in azienda per un periodo di almeno 2 anni rispetto alla data del 12 marzo 2013. L’autocertificazione dovrà essere conservata in azienda e mostrata in caso di richiesta da parte di eventuali Organi di Controllo. Coldiretti Pavia, allo scopo di aiutare gli imprenditori nella compilazione delle autocertificazioni, ha predisposto appositi modelli di atto notorio, in base alla tipologia di operatore dichiarante:•dichiarazione esperienza del titolare da impiegare quando gli utilizzatori sono: coltivatori diretti, imprenditori agricoli, soci di società semplici, titolari di imprese famigliari;•dichiarazione esperienza dei coadiuvanti da adottare quando gli utilizzatori sono collaboratori familiari: coniuge o parente fino al terzo grado oppure affine sino al secondo;•dichiarazione esperienza dei dipendenti di cui avvalersi quando gli utilizzatori sono lavoratori subordinati.È, però, opportuno precisare che gli utilizzatori di mezzi agricoli che non sono in grado di dimostrare una esperienza almeno biennale e non possono qualificarsi come esperti operatori alla data del 12 marzo 2013, saranno tenuti a partecipare ad un corso di formazione teorico-pratico che si dovrà concludere entro il 12 marzo 2015. A questo proposito Coldiretti Pavia si impegnerà ad organizzare opportuni corsi di formazione per fornire agli operatori non esperti il necessario certificato di abilitazione.

Il 2013 porta con se non solo la revisione, ma anche l’obbligo di munirsi di patentino per usare i trattori agricoli, gru e muletti vari. Questo, ovviamente , non si riferisce alla circolazione su strada, che resta comunque possibili con la patente B, ma del loro impiego nei campi. Questo cambiamento lo stabilisce il decreto 8108 per la sicurezza nei luoghi di lavoro, che entrerà in vigore il 12 marzo 2013 istituendo il patentino per i conducenti di macchine agricole e macchine movimento terra, a seguito di specifici corsi di formazione. Anche coloro che usano macchine per trattamenti fitosanitari dovranno munirsi di patentino. Per il rilascio di tale patentino , gli interessati dovranno seguire un corso e sostenere un esame finale. Non è ancora certo ma, potrebbe partire dal prossimo anno, assieme alla revisione periodica di irroratori e barre da diserbo. Insieme a tutti questi irrigidimenti normativi, c’è un’ulteriore novità, che è contenuta nella modifica al regolamento del codice stradale approvata l’11 gennaio scorso. Riguarda la lunghezza dei convogli agricoli che, se prima potevano raggiungere una lunghezza massima di 16,5 metri (derogata con circolare del maggio scorso fino a 18), ora potranno arrivare a 18.75 metri, risolvendo in modo definitivo il problema di chi carica una mietitrebbia sul carrello del trattore.

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L’evoluzione della tecnologia ma soprattutto la necessità di avere in tempo reale le informazioni richiede un continuo adattamento ai mezzi con i quali vengono diffuse. Dobbiamo pertanto potenziare e far sempre più riferimento al servizio d’informazione via e-mail. Stiamo inoltre potenziando anche il sistema d’informazione via SMS.

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