Il congedo parentale ad ore; automaticitàdelle prestazioni per i collaboratori; le indennità per i lavoratori autonomi.

Andrea Rapacciuolo – Responsabile Vigilanza Ordinaria della Direzione Interregionale del Lavoro di Milano

(mail: arapacciuolo@lavoro.gov.it).

Ai sensi della circolare del 18 Marzo 2004 del Ministro del Lavoro si precisa che le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno

carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza.

Lo scopo precipuo contenuto nel comma 8 dell’unico articolo della legge di delega (poi ripetuto nell’art. 1 del D.Lgs. n.80/2015) èquello di garantire adeguato sostegno alle cure parentali, attraverso misure volte a tutelare la maternità delle lavoratrici e favorire le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per la generalitàdei lavoratori.

Tra i diversi criteri direttivi cui si sarebbe dovuto attenersi il Governo ricordiamo, in particolare, •operare una ricognizione delle categorie di lavoratrici beneficiarie dell'indennità di maternità nella prospettiva di estendere tale prestazione a tutte le lavoratrici;•garantire alle lavoratrici parasubordinate che il diritto alla prestazione assistenziale in caso di maternità sia assicurato anche nel caso del mancato versamento dei contributi da parte del committente/datore di lavoro;

• operare una ricognizione delle disposizioni in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, allo scopo di ipotizzare una revisione atta a garantire una maggiore flessibilità dei congedi obbligatori e parentali, favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro tenendo conto delle esigenze delle imprese.

Una premessa è d’obbligo: la nuova disciplina si applica “in via sperimentale” solo per il 2015: per gli anni venturi la sua applicazione èsubordinata all’approvazione di nuovi decreti attuativi per garantire adeguata coperturafinanziaria.

Una delle novità più rilevanti riguarda il congedoparentale che, oltre ad una sensibile estensione temporale della fruibilità, è oggi fruibile anche ad ore.Già con la legge di stabilità per il 2013 era stata introdotta la possibilità per i genitori lavoratori dipendenti di fruire del congedo parentale “ad ore” ma solo previa definizione in sede di contrattazione collettiva delle modalità di fruizione del congedo stesso.Visti gli ostacoli alla realizzazione compiuta del congedo “ad ore” dovuti alla complessità del sistema di relazioni industriali in Italia, ben ha fatto il Jobs Act ad intervenire sul punto.

Il D.Lgs. n.80/2015 modifica l’art.32 del D.Lgs. n.151/2001 e “libera” dai vincoli collettivistici il “congedo ad ore”: oggi, in assenza di contrattazione collettiva – anche di livello aziendale – i genitori (di figli naturali o adottati o affidati) lavoratori dipendenti possono usufruire con modalità oraria dei congedi parentali.La previsione normativa è semplice: in assenza di previsione collettiva, i genitori lavoratori dipendenti possono fruire del congedo parentale “ad ore” in misura pari alla metà dell’orario medio giornaliero del periodo di paga quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente a quello in corso al momento dell’inizio del congedo.

La modalità oraria di fruizione del congedo parentale si va ad aggiungere alle altre due modalità, quella su base giornaliera e quella su base mensile.Primo chiarimento importante (circolare INPS n. 152 del 18 agosto 2015): l’introduzione della modalità oraria non modifica la durata del congedo e quindi restano invariati i limiti complessivi ed individuali previsti per i genitori lavoratori dipendenti. Perciò i tre metodi possono essere utilizzati in modo indifferente ed alternarsi l’uno all’altro nel rispetto dei limiti complessivi e di eventuali ulteriori limiti stabiliti dalla contrattazione collettiva.

In materia di congedo parentale occorre ricordare che il D.Lgs. n.80 ha ampliato:

� il periodo entro cui è possibile fruire del congedo parentale (da 8 a 12 anni del bambino);

� il periodo entro cui il congedo è indennizzabile indipendentemente dalle condizioni economiche ( da 3 a 6 anni del bambino).In merito a detto ampliamento il 17 luglio scorso l’INPS ha emanato la circolare n.139 e le indicazioni in essa fornite si applicano anche nel caso di congedo fruito ad ore.

Secondo chiarimento importante (contenuto sempre nella circolare INPS n. 152 del 18 agosto 2015): se la fruizione del congedo avviene su base oraria, le domeniche (ed i sabato in caso di settimana corta) non sono considerate ai fini del computo né ai fini dell’indennizzo.

ATTENZIONE: per espressa previsione di legge, in caso di fruizione del congedo parentale ad ore è esclusa la cumulabilità del congedo con permessi/riposi disciplinati dal T.U.n.151/2001. Il congedo ad ore quindi non può essere fruito nei medesimi giorni in cui il genitore fruisce di riposi giornalieri per allattamento oppure nei giorni in cui il genitore fruisce dei riposi orari per assistenza ai figli disabili. Risulta invece compatibile la fruizione del congedo parentale su base oraria con permessi o riposi disciplinati da disposizioni normative diverse dal T.U. n.151/2001. Resta fermo che la contrattazione collettiva può prevedere diversi criteri di compatibilità.

La complessità della nuova disciplina impone di attuare le novità normative gradatamente, Pertanto, in una prima fase iniziale, il computo e l’indennizzo avvengono su base giornaliera anche nel caso in cui la fruizione avvenga in modalità oraria. Il termine di preavviso per i congedi parentali su base oraria è di due giorni, per gli altri su base giornaliera o mensile è di cinque giorni.I periodi di congedo parentale sono computati nell’anzianità di servizio ed in ogni caso (con o senza indennità) sono coperti da contribuzione figurativa.

Altre importantissime novità del D.Lgs.n.80/2015 riguardano i collaboratori, i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti. Per i collaboratori:1. in primo luogo rileva la previsione secondo cui ai collaboratori iscritti alla Gestione Separata spetta un’indennità di maternità anche nel caso di adozione nazionale o internazionale (eliminato il precedente vincolo dei sei anni);2. l’altra novità (in vero, richiesta da anni dalle parti sociali) è la previsione della c.d. automaticità della prestazione relativa al congedo obbligatorio così da garantire l’indennità di maternità anche in caso di omesso versamento dei contributi da parte del committente.

Una questione particolarmente delicata è quella dell’inapplicabilità del principio dell'automaticitàdelle prestazioni nel caso dell'omesso versamento della contribuzione previdenziale alla Gestione Separata INPS nell'ambito dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa o nell'ambito di rapporti lavorativi a progetto (questi ultimi ormai in via di estinzione ...).

E’ indubitabile che l'art. 2116 c.c. è espressamente riferito ai soli rapporti di lavoro subordinato, tuttavia èaltrettanto vero che trattasi di un principio di ordine generale nell'ambito del sistema della previdenza sociale così come chiarito (seppur incidentalmente) dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.374 del 5 dicembre 1997, laddove si legge che il principio di "automaticità delle prestazioni", con riguardo ai sistemi di previdenza e assistenza obbligatorie, trova applicazione non già “solo in quanto il sistema delle leggi speciali vi si adegui” ma – ai sensi dell'art. 2116 c.c. – "salvo diverse disposizioni delle leggi speciali“. Ciò significa che può ritenersi sussistente una deroga rispetto al principio di automaticità solo in presenza di una esplicita disposizione normativa in tal senso.

In tal senso, va ricordato che la Suprema Corte ha affermato l'inapplicabilità del principio dell'automaticitàdelle prestazioni nell'ambito dei regimi previdenziali relativi ai rapporti di lavoro autonomo (gestione commercianti o dei liberi professionisti) ma in tali sistemi l'esclusione appare del tutto ragionevole posto che l'obbligo di pagamento grava sul lavoratore assicurato il quale ha la responsabilità di curare il pagamento dei contributi obbligatori e sul quale, quindi, non può che ricadere la conseguenza dell’omesso versamento (con la conseguenza che anche il requisito contributivo, in caso di versamento tardivo, si perfeziona non già al momento dell'insorgenza dell'obbligo contributivo ma solo al momento dell'effettivo pagamento).

Dunque, il principio dell'automaticità delle prestazioni ha la logica di evitare compromissioni del diritto costituzionale di cui all'art. 38 Cost. dovute alle inadempienze non imputabili al lavoratore. Mentre l'esclusione di tale principio nell'ambito di sistemi che rimettono alla diligenza del lavoratore l'assolvimento dell'obbligo contributivo è del tutto ragionevole, si deve ritenere irragionevole invece l'esclusione di tale tutela nell'ambito di sistemi che prevedono l'assolvimento dell'obbligo contributivo a carico di datori e committenti nella loro qualità di sostituti.

Infatti, considerando, che il collaboratore non ha alcun modo per obbligare il committente a versare i contributi dovuti né è ipotizzabile un onere costante di promuovere azioni giudiziali volte ad ottenere il versamento dei contributi omessi in favore dell'INPS, è ovvio che la mancata applicazione del principio dell'automaticità delle prestazioni realizza una palmare violazione dell'art. 3 Cost. Orbene, con l’art. 13 D.Lgs. n.80 – che ha inserito l’art. 64-ter nel D.Lgs. n.151/2001 – si apre un rilevante spiraglio (l’automaticità delle prestazioni di maternità) per una consapevole revisione normativa.

Per i lavoratori autonomi:1. in primo luogo rileva la previsione secondo cui anche alle lavoratrici autonome spettano il congedo parentale e l’indennità di maternità anche nel caso di adozione o di affidamento;2. inoltre si prevede che in caso di morte o malattia grave o di abbandono della madre lavoratrice autonoma possa essere il padre lavoratore ad astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo di maternità; inoltre, nei suddetti casi, il padre lavoratore autonomo potrà richiedere l’indennità di maternità (anche solo per la parte residua);

Per i liberi professionisti:1. alle lavoratrici libere professioniste spetta l’indennità di maternità anche nel caso di adozione o di affidamento;2. in caso di morte o malattia grave o di abbandono della madre libera professionista il padre libero professionista potrà richiedere l’indennità di maternità (anche solo per la parte residua);

GRAZIE PER

L’ATTENZIONE !!