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di Patrizia Messina [email protected] _____________________________________ Matera – 16 novembre 2018 Il contributo del FSE alle politiche di sviluppo Investimenti in cultura per l’innovazione sociale e lo sviluppo locale

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di 

Patrizia [email protected]

_____________________________________Matera – 16 novembre 2018

Il contributo del FSE alle politiche di sviluppoInvestimenti in cultura per l’innovazione sociale

e lo sviluppo locale 

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«Senza cultura non c’è sviluppo»

In che modo gli investimenti in cultura possono generare sviluppo? A quali condizioni? ‐ Se c’è progettualità integrata in grado di «fare rete» e generare nuove 

relazioni in un luogo‐ Se gli investimenti sono in grado di raccordare nel tempo 

passato/presente/futuro: «reti inter‐generazionali» 

‐ Se generano «innovazione sociale» (e istituzionale) duratura e sostenibile‐ Se c’è una «regia» che garantisce una governance strategica dell’azione di 

networking 

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Investimenti in cultura attraverso:

Es: Eventi culturali come driver di sviluppo territoriale:‐ Occasione per generare nuove relazioni e innovazione 

sociale: «fare rete» per un obiettivo condiviso‐ Rigenerazione urbana ‐ Ridefinire l’identità di un luogo (città, e non solo)‐ Fattore di attrattività territoriale‐ Strategia di marketing territoriale ‐ Welfare Heritage (cultura, benessere e salute)

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Investimenti in cultura e innovazione socialeattraverso azioni volte a FORMARE:‐ Responsabilità Sociale degli attori ‐ Cultura di impresa (RSI)‐ Attore pubblico e innovazione amministrativa ‐ Finanza etica  ‐ Rappresentanze e Parti Sociali‐ Da Stake‐holders a Community‐holders‐ Cultura della Sostenibilità dello sviluppo

Responsabilità Sociale dei Territori

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Regione Veneto –POR FSE  2014‐2020DGR 948/2016«ResponsabilMente –Promuovere l’innovazione sociale e trasmettere l’etica alle imprese del territorio»‐ 5 borse di ricerca annuali 2017‐18‐ 10 borse di studio per il Master 

Governance delle reti di sviluppo locale, Università di Padova

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ResponsabilitàSociale di

ImpresaSvilupposostenibile

Innovazione Sociale

Responsabilità Sociale degli attori pubblici e

privati

La responsabilità sociale d’impresa e dei territori (RSI-T)Tra sviluppo sostenibile e innovazione sociale

Sviluppo come benessere equo e sostenibile territoriale (BES-T)

Valutazione dell’impatto sociale delle azioni di

sviluppo delle comunità

Scelta eticae politica(cittadinanza attiva)

ResponsabilitàCivile

Approccio eco‐sistemicoCo‐evoluzione su un territorio che apprende

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La sostenibilità dello sviluppo è una scelta di campo: Politiche integrate per uno sviluppo sostenibile e responsabile

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In che modo gli investimenti in cultura possonogenerare sviluppo? 

«Senza cultura (di rete) non c’è sviluppo (sostenibile)»

‐ Formazione delle risorse umane a una «cultura di rete» ‐ Dai settori ai territori: progettualità integrata ‐ Generare valore sociale per il territorio: BES‐T e nuovo 

welfare territoriale (da costo a investimento)

‐ Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo «guidato»: innovazione della «capacità istituzionale» della PA locale

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Dall’Io al NoiCompetitivo vs CooperativoEsclusivo vs InclusivoEgoistico  vs Eco‐sistemico

Eco‐sistemico non è Olistico:volontà degli attori  non ontologia dell’essere (misticismo)Fare rete è una scelta (non un destino) → dimensione etica

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Approccio eco‐sistemico alle politiche di sviluppo:un sistema territoriale che apprende, ha memoria, identità da rigenerare, si evolve, fa delle scelte per il proprio futuro… ‐ l’idea di una pluralità di modi di sviluppo locali, che non possono essere meccanicamente esportabili, ma compresi, individuando le pratiche buone e meno buone, che sono alla base dei processi di sviluppo del territorio.‐ richiede una profonda trasformazione della cultura di regolazione: dalla “piramide” alla “rete”.

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Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo guidato:«Non c’è sviluppo sostenibile senza governo dello sviluppoNon c’è governo dello sviluppo senza istituzioni»(Lanzalaco)

Istituzionalizzazione dell’innovazione: reti flessibili vs istituzioni rigide?

Servono nuovi modelli istituzionali di governo delle reti(es: città metropolitana vs reti intercomunali)

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Da dove partire per generare «benessere»?

• Lo sviluppo riparte dai territori.• Lo sviluppo riparte dalle reti, dal Noi, dalle persone (le reti le fanno le persone).

• Lo sviluppo riparte dalle comunità di senso, dai cantieri di valore, dalle accademie delle nuove competenze contestuali.

•Dalla capacità di intraprendere ‐ interconnettere ‐ ibridareQuesto vale ancora di più per le regioni del Sud Italia 

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Sviluppo sostenibile:Benessere equo e sostenibile territoriale (BES‐T

Il «ben‐essere» non può essere generato (solo) dallo Stato, perché è un «bene relazionale»• Come rendere attrattivo un territorio nel mercato globale? • Contestualizzare le politiche di sviluppo, adeguandole alle dotazioni culturali e istituzionali → reinventare la tradizione e il senso di appartenenza alla comunità (es. welfare di comunità)

• Politiche sociali come componente essenziale delle politiche di sviluppo territoriale 

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‐Attivare processi generativi di «beni relazionali»‐Costruire reti sociali e alleanze per lo sviluppo‐Gioco a somma positiva (win/win)‐Capacità di restituire valore alla comunità (reciprocità)‐Capacità di generare significati e senso di appartenenza (capitale sociale territoriale)‐Dagli stake‐holders alla community‐holder

Dal settore alle reti (noi)

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Condizioni per rigenerare lo sviluppo dei territori:

1. Ridurre la frammentazione (non solo amministrativa)2. Aumentare la capacità istituzionale3. Favorire l’ibridazione /interconnessione (rete)Quali azioni di sviluppo strategico promuovere attivando reti cooperative (CLLD)?

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LO SVILUPPO RIPARTE DALLE COMUNITA’ DI SENSO, PER ESSERE GENERATIVI

• Generare un’identità territoriale distintiva significa chiederci: cosa c’è qui che non c’è in nessuna altra parte del mondo? E cosa ci potrebbe essere se facessimo certe scelte?

• Essere unici significa: saldare il servizio prodotto con il territorio per far vivere un’esperienza e un’emozione unica e irripetibile di benessere

• Questo ben‐essere è essenziale per valutare la qualità della vita (BES‐T)

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COME ?

‐ Prendersi cura: chi si fa carico del lavoro di rete? (manager di rete)‐ Attivare processi partecipativi degli attori locali ‐ Costruire alleanze per generare fiducia‐ Personalizzare e situare‐ Valorizzare persone e luoghi‐ Intraprendere con senso di responsabilità (RSI‐T)‐ Resilienza flessibile e capacità di adattamento‐ Cambiare la metrica con cui valutare i risultati (es. BES‐T)

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Condizione necessaria: Riscoprire la Politica come progetto

Dalla politica come scambio di utilità (breve periodo)alla Politica come Progetto strategico di sviluppo

• Visione e strategie di sviluppo condivise di lungo periodo• Condivisione degli obiettivi e partecipazione democratica, • Coraggio di fare scelte innovative, orientate al cambiamento• Ricostruire il senso di appartenenza alla «comunità»: ciò che noi

decidiamo di «mettere in comune»• Promuovere la «buona governance» andando oltre la logica dei

confini amministrativi e dei settori produttivi

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«Nessun vento favorevole per chi non sa in che direzione navigare» (Seneca)

‐ Chi decide in che direzione orientare lo sviluppo? (politics)‐ Chi svolge il lavoro di rete? (progetto condiviso)

Dipende dai contesti (modi di regolazione e modi di sviluppo)

Servono nuove figure professionali con nuove competenze: 

Animatore e Manager di rete

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https://www.spgi.unipd.it/master/grsl

Spin off dell’Università di Padova«Nodo generativo di reti» 

Obiettivi formativi e teoria dell’azione: Contribuire a strutturare il profilo professionale di Animatore e Manager delle reti di governance dello sviluppo locale.Dotato di una visione sistemica dei processi di sviluppo, per poter orientare la governance verso soluzioni sostenibili, condivise e generative in senso strategico.Contribuire a cambiare la cultura e i modi di produrre le politiche di sviluppo, ancora concepite con un approccio settoriale, adottando piuttosto un approccio territoriale e integrato.

«Dai settori ai territori»È un cambio di paradigma 

www.sherpasrl.it

Master di I livello professionalizzante  (dal 2001)

Generare comunità di pratica