21
Il diritto d’autore digitale in Europa e le sue implicazioni per il Web 2.0 Corso di Progettazione di ambienti tecnologici per la comunicazione, Università di Sassari, Facoltà di Scienze Politiche

Il diritto d’autore europeo nel mondo digitale · PDF fileRagioni politiche del diritto d’autore Ragione economica: incentivazione della creazione di opere c.d. “dell’ingegno”

  • Upload
    hoangtu

  • View
    219

  • Download
    5

Embed Size (px)

Citation preview

Il diritto d’autore digitale in Europa e le sue implicazioni per il Web 2.0

Corso di Progettazione di ambienti tecnologici per la comunicazione, Università di Sassari, Facoltà di Scienze Politiche

Ragioni politiche del diritto d’autore

Ragione economica: incentivazione della creazione di opere c.d. “dell’ingegno” (n.b. oggi sono protette con questo tipo di diritto anche strumenti quali programmi per elaboratore e banche dati)

Ragione culturale: massima diffusione e fruibilità da parte del pubblico delle opere protette dal diritto d’autore (n.b. la protezione nel tempo è limitata: 70 anni post mortem autoris)

Due tradizioni giuridiche principali

Copyright (in inglese, letteralmente, “diritto di copia”): è un diritto di natura prettamente economica, la cui origine in chiave moderna risale allo Statute of Anne, in Inghilterra, del 1710. Si trattava di un privilegio concesso dalla corona alla compagnia degli stampatori londinesi (Stationers’ Company)

Droit d’auteur: è un diritto che, a partire dalla legislazione francese post-rivoluzionaria, basa la propria ragion d’essere su una considerazione di ordine prima morale (la protezione della personalità e dell’integrità del pensiero dell’autore) poi economico (il diritto dell’autore a essere remunerato per lo sforzo compiuto)

Diritti soggettivi creati dal diritto d’autore (droit d’auteur) Diritti morali: diritti di paternità e all’integrità

dell’opera dell’ingegno Diritti economici: diritti di sfruttamento

economico mediante attribuzione di un potere di autorizzazione di atti quali la rappresentazione, la riproduzione (o copia), la distribuzione, la comunicazione al pubblico, la traduzione, l’adattamento o la modifica dell’opera protetta

Quali opere protette?

Opere letterarie Opere musicali Opere d’arte figurativa Opere architettoniche Opere teatrali Cinematografia

Programmi per elaboratore (c.d. software)

Banche dati (protette sia quando si tratti di mera aggregazione di dati sia quando si tratti di creazioni intellettuali per la scelta e disposizione del materiale raccolto)

Quali limitazioni al diritto d’autore?

Limitazione temporale: il diritto d’autore dura tutta la vita dell’autore e sino al termine della 70esimo anno dopo la sua morte (v. art. 25 L. n. 633/1941, d’ora in poi “LDA”)

Dicotomia idea/espressione: è protetta la forma, intesa quale concreta espressione dell’opera, non le idee che questa sottende

Eccezioni o limitazioni al diritto d’autore (un tempo denominate “Utilizzazioni libere”, v artt. 65 ss. LDA)

Quali utilizzazioni “libere”?

le fotocopie (è previsto un compenso per gli autori)

Le riproduzioni analoghe alle fotocopie per uso personale con mezzi “non idonei allo spaccio o diffusione dell’opera nel pubblico” (previsto un compenso)

La riproduzione privata ad uso personale (anche qui: compenso)

il prestito effettuato nell’ambito di biblioteche pubbliche (anche qui è attribuito un compenso..)

Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico per uso di critica e discussione (nei limiti giustificati da tali fini e purché non abbiano finalità commerciali)

Riproduzione e comunicazione al pubblico per disabili (per es. la conversione di un testo in braille)

Riproduzioni e comunicazioni di opere attraverso terminali posti in istituti di ricerca e istruzione

La parodia (protetta non in quanto eccezione, ma in quanto opera nuova non soggetta al potere di autorizzazione del titolare dell’opera parodiata)

La vendita del bene o supporto contenente un’opera dell’ingegno dopo la sua legittima acquisizione (n.b. non vale per i beni digitali “intangibili”, come i downloads musicali)

L’impatto del diritto europeo

Direttive in materia di protezione di software (1991)

Diritti di prestito, noleggio e diritti c.d. “connessi” (1992)

Durata dei diritti (1993) Protezione banche dati (1996) Protezione del diritto d’autore nella

c.d. Società dell’Informazione (2001)

Direttiva sull’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale (2004)

Proposta di direttiva del 16 luglio 2008 per l’estensione del termine di protezione (da 50 a 95 anni) dei c.d. diritti connessi (interpreti, case discografiche)

Il Trattato CE non contiene alcuna clausola o politica specifica che attribuisca all’Unione Europea un potere diretto di legiferare nel campo della proprietà intellettuale

La base costituzionale sulla quale si fonda la politica europea del diritto d’autore è l’armonizzazione delle legislazioni nazionali per la costituzione di un mercato interno nel quale siano rimosse le distorsioni alla concorrenza e alla libera circolazione delle merci

L’impatto del digitale

In antitesi alla tecnologia analogica (in cui si propagano onde o segnali), la tecnologia digitale presuppone una riproduzione (a volte solo temporanea) delle informazioni per qualsiasi atto di utilizzazione, inclusa la comunicazione attraverso reti: si paragona Internet, per esempio, a una gigantesca “macchina copiatrice”

Se il copyright o diritto d’autore pone una restrizione a qualsiasi copia (anche temporanea) di opera o informazione protetta, nel digitale, mantenendo lo stesso principio, si crea una restrizione non solo alla copia, ma anche alla comunicazione delle informazioni. Violare il diritto d’autore digitale è quindi assai semplice, visto che la comunicazione si basa tecnicamente su atti definibili in senso giuridico quali “riproduzioni” (pensate ai “pacchetti” di trasmissione di dati su Internet).

Quali utenti finali (end-users)?

Consumatori di opere e informazioni protette in formato digitale

Utilizzatori di informazioni di internet, spesso collegati direttamente l’uno all’altro attraverso reti di peer-to-peer (file-sharers)

Potenziali “autori successivi”, soggetti cioè in grado di modificare/elaborare opere preesistenti attraverso strumenti di semplice acquisizione e utilizzazione

Quali divieti per gli utenti, oggi?

Divieto di “copia privata” e successiva condivisione e comunicazione di opere protette attraverso il peer-to-peer (sono previste sanzioni civili e penali, in Italia e in molti altri Paesi)

Divieto di modifica o elaborazione di opere protette preesistenti senza il consenso degli autori/interpreti/produttori aventi diritto sull’opera (n.b. elaborazioni e modifiche successive sono alla base di ciò che noi chiamiamo oggi “Web 2.0”)

Come far rispettare i divieti imposti dal diritto d’autore? Potenziamento dell’attività di c.d. polizia

postale sulle reti di comunicazione Coinvolgimento degli ISPs in attività di

controllo Creazione di strumenti processuali più snelli

ed efficaci per combattere la “contraffazione” Apposizione di misure tecnologiche di

protezione (c.d. “digital locking”; “digital rights management”) direttamente sui contenuti digitali

Quali diritti per gli utenti?

Privacy nelle comunicazioni elettroniche Libertà di espressione e manifestazione del

pensiero, inclusa la libertà di espressione e comunicazione sulle reti tipo Internet

Trasparenza, correttezza e completezza delle informazioni nella contrattazione

La risposta dell’industria: DRMs

DRMs sta per sistemi di digital rights management: si tratta di particolari forme di misure tecnologiche di protezione e gestione “intelligente” di contenuti

I DRMs sono in grado di controllare e gestire l’accesso e atti di utilizzazione quali, per esempio, la copia, il trasporto, la stampa del contenuto così come la durata e le modalità delle singole utilizzazioni

Tali sistemi godono oggi di una doppia protezione giuridica, definita a livello europeo: (a) un divieto di elusione e/o manomissione riferito al singolo utente/consumatore; e (b) un divieto di produzione, distribuzione e/o commercializzazione di tecnologie volte ad aggirare tali sistemi (divieto rivolto a potenziali produttori di tali tecnologie)

I DRMs tendono a trasformare le opere e le informazioni digitali da beni (spesso intangibili) a servizi.

L’alternativa: il c.d. “open access”

La denominazione “open access” caratterizza molte iniziative intraprese nell’ultimo decennio al fine di estendere ai contenuti digitali la filosofia e gli effetti delle licenze open source applicate al software: Creative Commons è una tra le più importanti iniziative del genere

Iniziative quali Creative Commons si pongono l’obiettivo di “disattivare” in tutto o in parte le restrizioni d’uso e di comunicazione create dal copyright digitale mediante un approccio alla diffusione e alla licenza di contenuti basato sul principio “some rights reserved”, anziché sul più noto “all rights reserved”

La minaccia: la commercializzazione di tutte le informazioni digitali

Ferma restando la possibilità per i titolari di diritto d’autore di aderire a iniziative “open access”, resta da capire quali siano gli spazi di interazione degli utenti finali in relazione a contenuti digitali protetti dal diritto d’autore, amministrati da una tecnologia di tipo DRM e messi a disposizione per finalità commerciali.

Ciò alla luce dei seguenti punti problematici:● il diritto d’autore opera automaticamente su tutti i contenuti aventi

carattere creativo messi a disposizione del pubblico;● l’oggetto del diritto di riproduzione digitale è amplissimo;● le utilizzazioni “libere” sono spesso frustrate dall’impostazione dei

DRM e dal disposto delle licenze d’uso che li accompagnano● agli utenti si nega sia la possibilità di agire in via di autotutela

tecnologica sia la possibilità di far valere la “libertà” di certe utilizzazioni davanti a giudici e/o autorità amministrative.

Da un diritto di copia a un diritto di accesso

La protezione di tecnologie DRM crea indirettamente un diritto d’accesso che si aggiunge ai diritti esclusivi tradizionali

La non correlazione tra protezione delle misure tecnologiche e tipo di contenuto (cioè opera creativa o mera informazione di per sé non protetta) fa sì che il diritto d’autore di origine statuale (legislativa) possa perdere rilevanza a favore di una regolamentazione privata (il c.d. private ordering)

Due casi di studio emblematici

File-sharing Le utilizzazioni libere in ambienti

caratterizzati da protezione di tipo DRM o “trusted computing”

Le soluzioni possibili

DRMs e altre misure tecnologiche, per godere della protezione giuridica attualmente concessa, dovrebbero rispettare (incorporandole) le limitazioni e le “utilizzazioni libere” stabilite dalla legge

Le utilizzazioni libere dovrebbero essere trasformate da mere eccezioni (cioè difese processuali) a veri e propri diritti soggettivi degli utenti

Per le utilizzazioni libere più complesse (non incorporabili nella tecnologia DRM) dovrebbe essere prevista la facoltà per l’utente “qualificato” di ricorrere a un intermediario pubblico (trusted third party) che assicuri l’accesso libero e gratuito all’opera o informazione protetta in tutti i casi previsti dalla legge

Per esigenze di coerenza e di funzionamento del mercato interno, le utilizzazioni libere dovrebbero essere armonizzate a livello europeo e dovrebbe essere precisata la funzione del c.d. three-step test.

Gli ostacoli alle soluzioni proposte

Le direttive europee sono difficilmente rinegoziabili a livello politico

La materia trattata è regolata da convenzioni internazionali che non hanno cambiato approccio a partire da fine Ottocento

Il diritto d’autore è diventato materia di scambio commerciale tra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo all’interno degli accordi del WTO (dal 1994)

Informazioni e contatti

[email protected]

http://works.bepress.com/mazziotti/

http://www.springer.com/law/book/978-3-540-75984-3

http://jur.ku.dk/english/

http://www.musikethos.org/it