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L’Italia è un Paese in dissesto caratterizzato da un territorio fragile con un sottosuolo giovane e una morfologia unica nel suo genere, densamente abitato Il dissesto Idrogeologico un fenomeno tutto Italiano Alluvioni e frane sono direttamente proporzionali al livello del dissesto idrogeologico nei territorio Secondo il Rapporto ISPRA 2015, le aree a pericolosità da frana P3 e P4 (PAI) e idraulica P2, coinvolgono ben 7.145 comuni, pari all’88,3% dei comuni Italiani, e riguardano una superficie nazionale di 47.747 km2, pari al 15,8% 1

Il dissesto Idrogeologico un fenomeno tutto Italiano · Piani suddetti devono contenere la perimetrazione delle aree a rischio da frana e da alluvione, al fine di prevedere opportune

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L’Italia è un Paese in dissesto caratterizzato da un territorio fragile con

unsottosuolo giovane e una morfologia unica

nel suo genere, densamente abitato

Il dissesto Idrogeologico un fenomeno tutto Italiano

Alluvioni e frane sono direttamente proporzionali al livello del dissesto idrogeologico nei territorioSecondo il Rapporto ISPRA 2015, le aree a pericolosità da frana P3 e P4 (PAI) e idraulica P2, coinvolgono ben 7.145 comuni, pari all’88,3% dei comuni Italiani, e riguardano una superficie nazionale di 47.747 km2, pari al 15,8% 1

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Sette le regioni con il 100% dei comuni a rischio (pericolosità da frana P3 e P4 e idraulica P2):Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata.A queste si aggiungono la Calabria, la Provincia di Trento, l'Abruzzo, il Piemonte, la Sicilia, la Campania e la Puglia con una percentuale di comuni interessati maggiore del 90%

La diffusione del dissesto a livello nazionale

Aree a pericolosità da frana (PAI) e idraulica (D.Lgs. 49/2010) 2

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Le cause del dissestoFattori naturali:

cambiamento climatico e meteorologico

tipologia di terreno, morfologia del sottosuolo

presenza d’acqua nel suolo e nel sottosuolo

Fattori antropici:

mal gestione del territorio

abusivismo edilizio e impermeabilizzazione indiscriminata

scalzamento dei versanti, sbancamenti, escavazione profonda

assenza di pianificazione

consumo di suolo servaggio

restringimento dei alvei di fiumi e di torrenti

incapacità nel gestire il problema del dissesto:

caos amministrativo

mancanza di una cultura del rischio

errata gestione dei fondi Restringimento insensato delle sezioni dei letti fluviali

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Il dissesto nelle aree antropizzate

In 7.145 comuni troviamo edifici in aree franose o golenali:

•nel 31% dei casi sono sorti interi quartieri.

•nel 56% sono nate aree industriali e imprese

•nel 20% troviamo scuole, ospedali e municipi

•nel 26% anche alberghi e centri commerciali 4

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Consumo di suolo dal dopoguerra ad oggi

Fonti Ispra 2014, convegno “ Consumo di suolo”

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Ogni anno, fra i 150.000 e i 200.000 ettari di territorio naturale vengonoimpermeabilizzati sotto cemento e asfalto o bruciato dagli incendi.

L’impermeabilizzazione delle superfici naturali: dal 2001 al 2011 aumentate dell’8,8%,abbiamo doppiato la media europea del 4,3%.

Dal 1950 al 2000 la riduzione della superficie agricola utilizzata (SAU) è stata pari a5.000.000 ha

Dal 1956 al 2001 l’aumento della superficie urbanizzata è stata del 500%

I numeri del cemento

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Le vittime di eventi franosi principali

Sono circa un centinaio l’anno gli eventi principali di frana che causano danni prevalentemente alla rete stradale e ferroviaria.

Sono stati registrati oltre 200 eventi nel 2015 e ben 211 nel 2014 con 14 vittime

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La normativa contro il dissesto in pillole

La Legge di Difesa del Suolo

183/1989

Istituisce le Autorità di Bacino il Piano di Bacino (art. 17), strumentofondamentale di pianificazione contro il dissesto, prevedendo, attraversouna programmazione triennale, finanziamenti a scala di bacino (Il 25%delle risorse complessivamente stanziate annualmente doveva esseredestinato a interventi non strutturali - manutenzione e studi di settore).La successiva legge 493/1993 introduce la possibilità di articolare i Pianidi Bacino per singoli Piani Stralcio, concernenti specifici settori diintervento sul territorio o specifiche porzioni di esso

Con il Testo Unico Ambientale la legge 183/89 è stata abrogata (art. 64) e siprevede che le Autorità di Bacino adottino in maniera urgente i Piani perl'Assetto Idrogeologico (PAI) ovvero Piani Stralcio per il rischio idrogeologico. IPiani suddetti devono contenere la perimetrazione delle aree a rischio da frana eda alluvione, al fine di prevedere opportune misure di salvaguardia.

Il D.Lgs. 152/2006

DL 180/1998 –DECRETO SARNO

al fine di gestire situazioni di grave rischio e criticità idrogeologiche imminenti,si è deciso di dare un grande impulso alla programmazione di interventiurgenti e indifferibili finanziati prima tramite D.P.C.M. e poi tramite D.M.

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Il Testo Unico Ambientale, recependo la direttiva europea quadro sulle acque, ha suddiviso il territorio nazionale in Otto Distretti Idrografici(River Basin District –RBD):a) Alpi orientali;

b) Padano;c) Appennino settentrionale; d) Serchio; e) Appennino centrale; f) Appennino meridionale; g)Sardegna; h) Sicilia.

Distretti Idrografici

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Commissari contro il Dissesto Idrogeologico

Tra il 2010-2011 con DPCM sono stati nominati i Commissari Straordinari governativi delegati all'attuazione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del dissesto idrogeologico nelle regioni italiane (un commissario per ogni regione).

Con Decreto Legge 24 giugno 2014, n. 91, il Governo Renzi, predispone che a partire dalla programmazione 2015, i Commissari di nomina governativa, vengano sostituiti direttamente dai Presidenti delle Regioni che assumono il ruolo di Commissari contro il dissesto idrogeologico con i compiti (tra cui il rispetto dei crono programmi, la redazione delle relazioni trimestrali e annuali da consegnare alla Camera dei deputati, l'implementazione continua del sistema RenDis web in ordine alla trasparenza), le modalità, la contabilità speciale e i poteri di cui all’articolo 10 del decreto legge n. 91/2014

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Il finanziamento contro il dissestoCon il “Decreto Sarno” (decreto legge 180/98): al fine di gestire situazioni di grave

rischio e criticità idrogeologiche imminenti, si è deciso di dare un grande impulsoalla programmazione di interventi urgenti e indifferibili finanziati prima tramiteD.P.C.M. e poi tramite D.M. Tra il 1998 e il 2008 sono stati finanziati circa 3.188interventi, per un importo complessivo di circa 1.400 milioni di euro(finanziamenti statali che sono defluiti nella contabilità ordinaria degli entilocali).

Con il comma 240 dell’articolo 2 della Legge 23 dicembre 2009, n. 191, cheprevedeva lo stanziamento di 1 miliardo di euro per l’attivazione di nuovi “Pianistraordinari contro il dissesto idrogeologico”, diretti a rimuovere le situazioni a piùelevato rischio idrogeologico individuate dal Ministero dell'ambiente e dalle Regioni,con il coordinamento delle Autorità di Bacino e il Dipartimento della protezione civiledella Presidenza del Consiglio dei ministri 240. Le risorse di cui al presente commapossono essere utilizzate anche tramite accordo di programma Regione e dalMinistero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare

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Il fondo Nazionale di Protezione Civile

Mentre le richieste per le emergenze degli anni 2013-2014 ammontano ad oltre 4 MLD

Nel 2013 è stato istituito il Fondo per le emergenze nazionali presso il Dipartimento della protezionecivile. Con tale fondo si provvede agli oneri connessi agli eventi per i quali viene deliberato lo statodi emergenza (articolo 5-quinquies della legge n. 225/1992).

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Finanziamenti degli interventi di prima emergenza relativi agli stati di emergenza emanati tra il 2011-2014 per il rischio idrogeologico e idraulico

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È inoltre dimostrato che interventi di manutenzione puntuali sul territorio rappresentano un'importante forma di risparmio in confronto a quanto si spende oggi per operare in regime di emergenza. Dati riferiti al triennio 2010-2012 parlano di una spesa sostenuta per porre rimedio ai danni provocati dal dissesto idrogeologico pari a 7,5 miliardi di euro, ossia una media di 2,5 miliardi di euro all'anno.

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Rendis

decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 SBLOCCA ITALIA, predispone che, a partire dalla programmazione 2015, le risorse destinate al fianziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico siano utilizzate tramite lo strumento dell’Accordo di programma e che gli interventi siano individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro stesso

Il progetto di un "Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)" nasce nel 2005 a partire dall'attività di monitoraggio che l'ISPRA svolge, per conto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sull'attuazione di Piani

e programmi di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico.

In base alla Delibera Cipe 32/15:le richieste trasmesse dalle regioni attraverso la piattaforma

«ReNDiS» dell’Istituto superiore per la protezionee la ricerca ambientale (ISPRA), relative agli interventi

urgenti di mitigazione del rischio idrogeologico ammontanoa 20,4 miliardi di euro che rappresenta il fabbisogno

complessivo del periodo 2015 - 2020

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Interventi finanziati a Santa Marinella secondo Rendis

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RendisID 046/98 manutenzione fossi

S. Severa e S. Marinella

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RendisID 101/07 Sistemazione Idraulica

Fosso Vignacce-senza finanziamento indicato

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RendisID 236/09 Sistemazione Fosso delle Guardiole-finanziamento

revocato

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RendisID 426/99 consolidamento via

Marche

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RendisID RM013A/10 Consolidamento

di scarpata in varie località

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Fondi POR-FESR LAZIO 2014-2020

A Febbraio del 2018, la Regione, a valere sul programma POR-FESR Lazio 2014-2020 –Attuazione dell’Azione 5.1.1 “Interventi di messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera” si prevede in finanziamento di due interventi sul comune di Santa Marinella:la sistemazione idraulica del fosso Ponton del Castrato, per un valore di € 2.909.133,06la sistemazione idraulica del fosso Castelsecco, per un valore di € 3.612.076,22.

che per ciascun intervento selezionato con Determinazione n. G15915/2017 dovrà essere sottoscritto un Atto di impegno che regolerà i rapporti tra la Regione ed i Soggetti beneficiari del contributo.L’intervento dovrà essere inserito in RENDIS

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La strategia del M5S a livello nazionale:1. Esentare dai vincoli del patto di stabilità interno gli enti territoriali

colpiti da eventi calamitosi.

per fronteggiare le spese interventi la messa in sicurezza, manutenzione, consolidamento e rimboschimento di aree esposte a eventi calamitosi, nonché per interventi strutturali volti a ridurre la vulnerabilità degli edifici pubblici, al fine di agevolare la riduzione del rischio sismico, idraulico e idrogeologico, minimizzare gli impatti sulla popolazione e prevenire il verificarsi di eventi calamitosi che, nella prospettiva della riparazione del danno, richiedono l'attivazione di risorse finanziarie ben più ingenti.

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La strategia del M5S a livello nazionale:2. La detrazione fiscale del 65 per cento

Garantire incentivi fiscali e detrazione fiscale del 65 per cento per chi, investendo in sicurezza sismica e idrogeologica, rende meno esposti a tali rischi i propri beni immobili, siano essi edifici, infrastrutture viarie, terreni o manufatti di altro genere, favorendo il ruolo dei privati nello sviluppo di una strategia integrata per la mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e per la tutela del territorio. La detrazione fiscale del 65 per cento è prevista anche per spese sostenute per la formazione e l'aggiornamento professionali dei tecnici abilitati

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La strategia del M5S a livello nazionale:3. Riorganizzare e coordinare le

competenze in materia di dissesto idrogeologico degli organi territoriali.

Si propone di introduzione di un ufficio geologico regionale per ogni regione e uffici geologici territoriali che assicurino un pieno e funzionale presidio del territorio, che faccia capo comunque ad una organizzazione centrale tra le autorità di bacino distrettuali e il ministero in stretta collaborazione con l’Ispra. Infatti un simile sistema a rete, con diversi livelli territoriali, sia propedeutico a una gestione del territorio resiliente e coerente in ogni sua sfaccettatura e dia una risposta efficace alle carenze progettuali che spesso sono riscontrate in vecchie e nuove opere di mitigazione del dissesto, al groviglio burocratico, alla disconnessione tra diversi livelli amministrativi in tema di gestione delle emergenze

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DIFFONDEREla cultura del rischio e la resilienza

Attivare, una campagna di sensibilizzazione sul tema, cultura del rischio e della prevenzione.

Condivisione e diffusione del PEC (PIANO EMERGENZA COMUNALE), uno strumento operativo che contiene tutte le procedure per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa o imprevista.

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