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sommario
Rivista giuridico-economica di commercio internazionaleAutorizzazione Tribunale Roma n. 199 del 05/04/1985 - ANNO XXV – n. 4 – Luglio-Agosto 2012
Direttore Responsabile: Walter OrlandoComitato di Redazione: Italo Antelli, Giovanni De Mari, Antonio Di Gioia, Luciano Gallo, Mauro Lopizzo, Gianfranco Lorenzoni, Marino Manlio, Franco Mestieri, Walter Orlando, Enrico Perticone, Eugenio Pizzichelli.Coordinatore editoriale: Liana ZagareseEditore: Consiglio Nazionale degli Spedizionieri DoganaliRedazione: Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali 00187 ROMA – Via XX Settembre, 3 – Tel. 06.42.01.37.20 – 06.42.01.37.52 – Fax 06.42.00.46.28Sito Internet: www.cnsd.it - E-mail: [email protected]à: Centro Studi e Servizi srl - Via XX Settembre, 3 - 00187 Roma - Tel. 06.42.00.46.21Stampa: Stab. Tipolitografico Ugo Quintily spa - Viale Enrico Ortolani, 149/151 - 00125 Roma - Tel. 06/52.16.92.99
Poste Italiane spa - Sped. Abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, comma 1 - DCB RomaFoto di copertina: tratta dalla Rivista dell’Autorità Portuale di Venezia
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Il Doganalista
Sportello internazionalizzazione
centro studi 35
Responsabilità civile obbligatoria
professione 36-37
Per la stampa di questa rivista è stata utilizzata carta di pura cellulosa ecologica ECF(Elemental Chlorine Free), certificata FSC, con elevato contenuto di riciclo selezionato.
I controlli nel momento doganale
di Giovanni De Mari
Le procedure di campionamento
di Ettore Sbandi
2012 Dogana le novità
di Francesco CampanileAndrea Colantuono
dogane 21/30
Revisione dell’accertamentoe rimborso delle imposte
di Andrea ToscanoEnrico Calcagnile
filo diretto 39-40
Importazioni oggetto di dumping
Norme preferenzialipaneuromediterranee
Tabella accordi preferenziali
a cura di Mauro Giffoni
Codifica consolidamento rifusione
di Danilo Desiderio
speciale europa 13/20
Formazione: nuove frontiere
di Antonio Rossano
editoriale 2
Liberalizzazione scelta giusta o no?
di Danilo Desiderio
primo piano 3/6
TAR Lombardia 31 maggio 2012
di Fabrizio Vismara
giurisprudenza 33
Giurisprudenza comunitaria e nazionale
di Alessandro Fruscione
osservatorio 10-11
Sulla G.U. n.169 del21/7/2012 è statopubblicato il D.lgs. 22giugno 2012 n.105che contiene “Modi-fiche ed integrazionialla legge 9/7/1990, n.185, recante nuove norme sul con-trollo del l'e spor ta zio ne, importazionee transito dei materiali di armamen-to, in attuazione della direttiva2009/43/CE, che semplifica lemodalità e le condizioni dei trasferi-menti all'interno delle Comunità diprodotti per la difesa”.
di Enrico Perticone pag. 31-32
Prodotti difesacambiano le norme
Il codice EORInon cambia le regole
Il regolamento (CE) n.312 del 16 aprile 2009della Commissione re-ca modifiche al rego-lamento (CEE) n.2454/93 – DAC. Il nume-ro EORI (numero di re-gistrazione e identifica-zione degli operatori economici) defi-nito come un numero unico nella Co-munità europea è attribuito dall’au-torità doganale di uno Stato mem-bro, oppure dalla o dalle autorità de-signate da uno Stato membro, aglioperatori economici e ad altre perso-ne in conformità delle norme stabilite.
di Gianni GarganoFrancesco Pagnozzi pagg. 7/9
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editoriale
Formazione: nuove frontiere
E ntro il 13 agosto gli ordini professionali dovran-no adeguarsi a quanto previsto dal decretolegge 138/2011, cosidetto “Salva Italia” che
prevede, all’articolo 3, comma 5b “…l'obbligo per ilprofessionista di seguire percorsi di formazione con-tinua permanente predisposti sulla base di appositiregolamenti emanati dai consigli nazionali…. Lavio lazione dell'obbligo di formazione continua de-termina un illecito disciplinare e come tale è san-zionato sulla base di quanto stabilito dall'ordina-mento professionale che dovrà integrare tale previ-sione;” ed ancora, sempre all’articolo 3, comma 5c,“la disciplina del tirocinio per l'accesso alla profes-sione deve conformarsi a criteri che garantiscanol'effettivo svolgimento dell'attività formativa e il suoadeguamento costante all'esigenza di assicurare ilmiglior esercizio della professione …”.
Obiettivo del Decreto, così come della bozzadi regolamento approvata lo scorso 15 giugno allaCamera, partendo dalla definizione di “professioneregolamentata” ed aprendo la strada al recepi-mento della direttiva europea sulle qualifiche pro-fessionali, è ribadire il libero accesso alle professio-ni regolamentate, “ferma restando la disciplina del-l’esame di Stato”, confermando il principio della li-bertà dell’esercizio delle professione, fondato su au-tonomia di giudizio intellettuale e tecnico e vietan-do espressamente l’introduzione di limitazioni delnumero di persone abilitate ad esercitare la profes-sione su tutto o parte del territorio dello Stato (salvederoghe fondate su ragioni di pubblico interesse,quale la tutela della salute).
Il principio della formazione quindi come ele-mento imprescindibile per la qualificazione profes-sionale, questa volta viene enunciato in manierachiara nel dispositivo normativo e definisce ontolo-gicamente una delle “ragion d’essere” per gli ordi-ni professionali nonché uno degli elementi fondantilo spazio semantico dell’espressione “qualificazioneprofessionale”.
Il compito per gli Ordini sarà quello di definirele linee guida e programmatiche che possano sod-disfare i due elementi principali di questo ambito: laformazione per l’accesso alla professione, compre-sa nel comma 5c del Decreto e la formazione con-tinua, evidentemente volta al mantenimento diquei requisiti di conoscenza, competenza ed ag-giornamento, indispensabili a definire il livello quali-tativo e quantitativo della qualificazione.
D’altra parte, per quanto riguarda i doganali-
sti, l’importanza e l’esigenza di un aggiornamentocostante ed una formazione congrua e continua so-no stati sempre affermati, a partire dalla legge fon-dativa della professione (1612/1960), passando perregolamenti e dispositivi di autoregolamentazioneinterna, fino all’ultimo Codice Deontologico del2008, sia con riferimento ai compiti istituzionali delConsiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali edei Consigli Compartimentali territoriali, sia perquanto riguarda i requisiti professionali dei doganali-sti. È un’occasione da non perdere per tutti gli ordiniprofessionali per strutturarsi e darsi un organizzazioneinterna stabile e coordinata cercando di non per-dere uno spazio ed una competenza specifica chegià sono messe in discussione da altre organizzazio-ni associative (come ad esempio Confprofessioni)che propongono invece di inserire nei regolamentiattuativi ministeriali il riconoscimento della compe-tenza formativa anche ad entità e soggetti terzi.
È quindi urgente ed improcrastinabile la defi-nizione di una struttura stabile di coordinamento di-dattico ed operativo che coordini e definisca conperiodicità costante le aree di competenza profes-sionale su cui andare a definire un programma di-dattico e coordinato, ottimizzato al meglio e strut-turato, con evidenti aree di interesse comune, suldoppio binario dell’accesso alla professione comequello della formazione continua.
Tale programma dovrà essere necessaria-mente vincolante, pena la sua inefficacia e quindiquella del compito istituzionale, sia a livello centra-lizzato che a livello territoriale.
È necessario che doganalisti di Roma, Milano,Cagliari o Palermo, abbiano competenze equiva-lenti su quelli che vengono individuati, di volta involta, come elementi centrali dell’aggiornamentoe dello sviluppo professionale.
Il tutto dovrà essere supportato, in manierasempre più organica e completa, da strumenti perla Formazione a Distanza che consentano il mante-nimento dei requisiti anche quando, per questionilogistiche ed organizzative (pensiamo ad ordini ter-ritoriali comprendenti aree distanti ed eterogeneetra loro) non sia possibile portare in tutte le sedi unadeguato numero di incontri in presenza.
Sarà anche necessaria la predisposizione distrumenti di verifica ed accertamento delle com-petenze, a salvaguardia dell’interesse degli stessidoganalisti e della funzione istituzionale di sorve-glianza posta dal Decreto in capo agli ordini.
Antonio Rossano
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primo piano
Come customs broker di terzagenerazione, so cosa ci
vuole per porre in commercionegli Stati Uniti merci provenientidall’estero. Come presidentedell’Associazione Nazionale de-gli Spedizionieri Doganali e degliSpedizionieri d’America (NCBFAA), so che il nostro settore ècostituito da migliaia di personeche lavorano per aziende picco-le e grandi, vecchie e di nuovacostituzione, di successo ed incrisi di sopravvivenza, per sommeche non riflettono il valore realedel servizio che forniamo. È tristesentire ogni tanto qualcuno af-fermare che "noi ostinatamenteostacoliamo il progresso." Il fattoè che senza di noi e senza laNCBFAA, gli importatori porte-rebbero ancora a mano le lorofatture commerciali e polizze dicarico alle dogane, per poiaspettare settimane per ottene-re lo svincolo delle loro merci e lacosa non sarebbe proprio l’idea-le per lo svolgimento dei loro af-fari internazionali. Se non avetemai provato a sdoganare merciin ingresso negli Stati Uniti, vi invi-to a farlo. E’ ingenuo pensareche ad uno spedizioniere doga-nale basti spingere un paio dipulsanti e magicamente le mer-ci sono svincolate e consegnate
a casa vostra. Tanto per comin-ciare, diamo uno sguardo allanuova normativa sul Security Fi-ling Importer (ISF). Informazioni dipre-arrivo della spedizione chesolo tre anni fa erano indisponibi-li, ora vanno trasmesse alle do-gane prima che avvenga il cari-co della merce, per oltre il 90%delle spedizioni dirette via naveverso gli Stati Uniti. Ora, gli spedi-zionieri doganali o gli spedizio-nieri già dispongono di questeinformazioni e le trattano primache esse vengano trasmesse alledogane.
Ma cosa accade se non ave-te accesso diretto al sistema Au-tomated Broker Interface od alsistema Automated Manifest percomunicare questi dati? Come siinvia l'ISF? Come fanno le doga-ne a riceverla? La risposta è cheogni importatore dovrebbe do-tarsi di un sistema compatibilecon il sistema telematico delledogane e curarne la manuten-zione. Con quali costi?
Il Direttore delle dogane AlanBersin ha recentemente affer-mato che ben due documentisu tre di quelli oggetto di verificanell’ambito di un’operazione diimportazione sono generati daagenzie diverse dalle dogane.Oltre ad una miriade di regole
Liberalizzazione
scelta giusta o no?
Ad aprile 2011, le doganeamericane hanno lanciatoun’iniziativa denominata “Bro-ker Regulatory Revision Pro-ject” avente per oggetto la ri-visitazione della normativache regola la professione dispedizioniere doganale (cu-stoms broker) negli USA, inmodo da elevare gli standardqualitativi ed ampliare le fun-zioni di tale figura, rendendolaun partner sempre più vicinoalle dogane. Il customs brokerinfatti, essendo un intermedia-rio fra impresa e dogana, haun rapporto assai stretto econtinuo con le imprese cherappresenta. La posizione pri-vilegiata di contatto direttocon gli operatori commercialidi cui gode, può dunque esse-re sfruttata dalle dogane pereseguire, tramite di lui, una se-rie di verifiche e controlli sulleimprese che rappresenta.Mentre in Europa si continuaad insistere sulla liberalizzazio-ne dei servizi doganali, negliUSA si assiste dunque ad unorientamento radicalmenteopposto: i criteri di accesso edi esercizio della professionedi spedizioniere doganale ver-ranno resi ancora più selettivi,in modo da poter trasformaretale figura in un vero e proprio‘alter ego’ delle dogane, unsoggetto agente a latere del-l’amministrazione che integre-rà le funzioni di quest’ultimafacendo leva sulla compe-tenza e professionalità di cuidispone in materia doganalee di commercio estero. Ripor-tiamo a tale proposito un arti-colo tratto dalla rivista “theAmerican Shipper” del 22 giu-gno 2011, in cui il Presidentedell’Associazione americanadegli spedizionieri doganaliformula alcune considerazionisul ruolo del customs brokernegli Stati Uniti a seguito del-l’annuncio delle dogane ame-ricane di revisione della rego-lamentazione sui servizi di cu-stoms brokerage.
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primo piano
doganali, ci sono numerose altrenorme di cui bisogna tenere con-to per poter effettuare corretta-mente un’operazione di importa-zione. Conoscete la regolamen-tazione della Food and Drug Ad-ministration (FDA)? E che dire del-la legge sul Bio-Terrorismo? Avetemai fatto delle ricerche od incari-cato degli esperti del settore pervalutare come questa legge im-patta sulla vostra azienda? Poi cisono le regole di registrazione deiprodotti, le regole di preavvisoFDA e ora anche la nuova leggesulla sicurezza alimentare. Natu-ralmente, il vostro spedizionieredoganale può offrirvi un supportoin tutto questo.
Il Ministero dell'Agricoltura, laEnvironmental Protection Agen -cy, la Federal CommunicationsCommission, il Ministero dei Tra-sporti: esistono più di 20 agenziegovernative, ciascuna delle qualiha propri requisiti che devono es-
sere soddisfatti ogni volta che oc-corre dichiarare una spedizioneper l’importazione. Le regole anti-dumping, gli accordi di liberoscambio, i contingenti, i divieti dicommercializzazione, le normesul traffico di armi, ecc. Riuscitead immaginare cosa accadreb-be se il vostro spedizioniere doga-nale non li conoscesse? Comeverrebbero sdoganate le vostremerci? Probabilmente queste sa-rebbero bloccate o sequestratedalle dogane.
Vi immaginate se avete piùspedizioni in corso ed il problemasi verifica quando le vostre mercisono già in viaggio? Non è unabuona cosa se avete qualcunonel vostro angolo che presta at-tenzione a queste cose?
Ho sentito più e più volte che ledogane vogliono ridurre i costi diimportazione. Ma analizziamoliquesti costi: spese di nolo ma-re/aria, dazi ed altri diritti doga-
nali, compensi da corrispondereallo spedizioniere doganale espese di consegna. I noli non lipossiamo controllare, il versa-mento dei dazi costituisce un ob-bligo, i diritti di handling dellemerci e le tasse governative nonle possiamo controllare.
Ci sono diritti per le verifiche,per i veicoli, spese per il depositodelle merci da assoggettare acontrollo, diritti ulteriori applicatida vettori, terminalisti, autotra-sportatori (es. per il posiziona-mento dei container nelle aree diverifica), e così via. Molti di questicosti sono il risultato delle iniziati-ve volte ad aumentare la sicurez-za poste in essere dal governo.
La tariffa da corrispondere allospedizioniere doganale rappre-senta in media circa lo 0,1 percento del costo delle merci im-portate. Poi c'è il compenso dacorrispondere al trasportatore ele spese per il prelievo e la conse-
• ESPERTO NEL SETTORE TESSILE ABBIGLIAMENTOE NELLA GESTIONE DEL TPP VERSO QUALSIASI PAESE
CENTRO ELABORAZIONE DATI INTRASTATASSEVERAZIONISDOGANAMENTI IMPORT EXPORTCONSULENZA IN MATERIA DOGANALE, IVA COMUNITARIA, ACCISE E COMMERCIO ESTERO
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primo piano
gna della merce. Allora mi do-mando: quali di tutti questi costidovrebbero essere ridotti?
Durante il simposio dogane-operatori commerciali, la Consu-mer Product Safety Commission(CPSC) ha recentemente illustra-to il caso in cui aveva avviatouna collaborazione con le doga-ne per l’esecuzione di un esameassai approfondito su due conte-nitori che erano stati segnalaticome contenenti merci non con-formi. Per fortuna la segnalazioneera sbagliata e le merci sono poirisultate conformi. "Disastro evita-to!" è stato il loro commento. Ciòperò che la CPSC non ha detto onon sa è che i costi di stoccaggioe di movimentazione pagati peravere due contenitori bloccatiper due settimane hanno supera-to i 4.000 dollari. Se poi conside-riamo anche il fatto che le mercierano del tipo “time-sensistive”(sensibili al fattore tempo), poteteimmaginare quali danni effettiviabbia subito dal cliente.
Nella maggior parte dei portidella nazione, se un’agenzia go-vernativa blocca una spedizione,i costi di quest’ultima non vengo-no sospesi. Controstallie ed altrespese inerenti la custodia dellemerci continuano ad accumular-si giorno per giorno. Cosa generaquesti costi aggiuntivi? Io suggeri-sco a coloro che vogliono ridurrei costi di importazione di andarea verificare dove essi maturano –e non nel nostro settore, visto chelavoriamo assai duramente pro-prio per aiutare l’impresa a ridur-re i costi di importazione.
Questo ci porta all’argomentosull’utilizzazione del customs bro-ker come un "moltiplicatore" perraggiungere gli importatori di pic-cole e medie dimensioni. In real-
tà, è proprio questo che faccia-mo per migliaia di importatoriche pur conoscendo bene il loroprodotto, il più delle volte hannouna conoscenza assai limitatadel processo di importazione. Liaiutiamo a sdoganare le loromerci districandoci attraverso unlabirinto di regolamentazioni e fa-cendo in modo che le stesse ven-gano consegnate loro pochigiorni dopo l'arrivo negli Stati Uni-ti. Parliamo di questo ruolo di“moltiplicatore” dello spedizionie-re doganale. Il punto è che ciòche noi facciamo, lo facciamoper aziende di ogni tipo, dallegrandi multinazionali con più divi-sioni di importazione e migliaia diprodotti diversi, fino alle impresedi nuova costituzione con prodot-to unico. Inoltre, lo facciamo tuttii giorni ... è la nostra routine.
Parliamo un po’ dell’Automa-ted Commercial Environment, il si-stema telematico doganale. Sa-pete perché gli spedizionieri chesi servono dell’ACE sono così po-chi? Perché il sistema non semprefunziona ed inoltre non è possibi-le utilizzarlo per ottenere lo svin-colo di una spedizione negli StatiUniti. Sebbene sia possibile utiliz-zare l’ACE per le funzioni dichia-rative, per uno spedizioniere do-ganale, utilizzare tale sistema si-gnifica mantenere due sistemioperativi diversi e formare il pro-prio personale a svolgere una se-rie di operazioni in entrambi i si-stemi. Un vero e proprio incubo!Vogliamo poi parlare di inefficien-ze e di costi delle importazioni?Ci piacerebbe che l’ACE funzio-nasse come ci è stato promesso.Per oltre 10 anni siamo andati alCongresso a chiedere i soldi perlo sviluppo del sistema. Dopo unaspesa di ben tre miliardi di dollari,
il sistema oggi è solo una frazionedi ciò che ci era stato promessoinizialmente. Inoltre ci è stato det-to che presto le sue funzionalitàsaranno ridotte in molte dellearee che sono cruciali per le no-stre imprese. Voi passereste ad unnuovo sistema se sapete che èpeggiore di quello che attual-mente utilizzate? La risposta è"no", ed infatti non lo faremo.
Due anni fa, la NCBFAA haconsegnato alle dogane un whi-te paper che delineava i requisitiminimi di sistema necessari affin-ché i nostri iscritti effettuassero ilpassaggio all’ACE. Una volta chelo sviluppo di questo sistema sod-disferà questi requisiti minimi, siatecerti che noi incoraggeremo i no-stri iscritti a transitare al nuovo si-stema. Le dogane sanno perfet-tamente di quello di cui stiamoparlando e per questo continuia-mo a sostenere con forza lo svi-luppo dell’ACE. Siamo entusiastidei progressi che Cindy Allen hafatto nel limitato periodo di tem-po in cui era responsabile delprogetto ACE. Ciò ci dà speranzache questo progetto, che oramaisembra non conoscere fine, ven-ga valorizzato e completato pri-ma che tutti noi andiamo in pen-sione.
Il nostro settore è composto daprofessionisti sottoposti a numero-sissime norme, profondamentedediti alla loro attività e soggettiad un rigoroso esame di accessoalla professione. Lo sapevate cheil tasso di superamento annualeper il nostro esame è inferiore al10 per cento? Si tratta di una per-centuale inferiore a quella dell'e-same di commercialista, di avvo-cato, di medico o di broker assi-curativo. Cinque anni fa, laNCBFAA sviluppò un programma
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primo piano
di sei mesi di certificazione chia-mato Certified Customs Specialist(CCS). All'inizio del programma,gli spedizionieri doganali già inpossesso di licenza vennero eso-nerati dalla frequenza del corso,a condizione che guadagnasse-ro almeno 20 unità di formazionecontinua all'anno.
Gli altri interessati diversi daglispedizionieri doganali, gli spedi-zionieri doganali non beneficiaridell’esonero, e chi semplicemen-te voleva saperne di più sul pro-cesso di importazione, potevanoliberamente iscriversi ad esso. In-vitiamo chiunque abbia il deside-rio di saperne di più sul processodi importazione a partecipare aquesto corso.
In quanto professionisti del set-tore sappiamo che occorre esse-
re sempre aggiornati in un setto-re in cui i cambiamenti si verifica-no quotidianamente, per cui laformazione continua annuale èimportante.
Apprezziamo il fatto di esserestati riconosciuti come gli indivi-dui più competenti ed informatinel settore doganale e di esserestati interpellati per determinareun cambiamento positivo nel fu-turo ambito delle nostre attività.Siamo i maggiori sostenitori del-l’ACE, dell’ISF, del C-TPAT e di qual-siasi programma governativo chesia ragionevole e consenta di fa-cilitare gli scambi. Rendiamosempre più le operazioni di impor-tazione negli Stati Uniti più com-plesse, regolamentate e compli-cate che non solo le più grandiaziende, ma anche le più picco-
le, possono capirle. Accogliamo icambiamenti positivi, ma diven-tiamo testardi quando le promes-se fatte non sono mantenute ed icosti associati a programmi miopie mal concepiti si ripercuotono intermini negativi sul nostro settoree sul commercio.
La funzione dello spedizionieredoganale è molto più che spin-gere un semplice pulsante. Ge-stiamo oltre il 95 per cento delledichiarazioni trasmesse alle do-gane con l'unico scopo di fare inmodo che i prodotti dei nostriclienti vengano immessi in com-mercio degli Stati Uniti legalmen-te, rapidamente e nel modo piùefficiente possibile.
E lo facciamo con orgoglio,professionalità e umiltà.
Danilo Desiderio
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fisco
I l regolamento (CE) n. 312 del16 aprile 2009 della Commissio-
ne, reca modifiche al regola-mento (CEE) n. 2454/93 – DAC –aggiungendo:
• all’articolo 1, il punto 16): nu-mero EORI (numero di registrazio-ne e identificazione degli opera-tori economici) definito come unnumero unico nella Comunitàeuropea, attribuito dall’autoritàdoganale di uno Stato membro,oppure dalla o dalle autorità de-signate da uno Stato membro,agli operatori economici e ad al-tre persone in conformità dellenorme definite al capitolo 6;
• al capitolo 6 – sistema di re-gistrazione e identificazione –l’articolo 4 duodecies ove si spe-cifica che il numero EORI è utiliz-zato per l’identificazione deglioperatori economici e di altrepersone nei loro rapporti con leautorità doganali.
Prima di affrontare più detta-gliatamente la questione ed, inparticolare, le istruzioni emanatedall’Amministrazione (nota prot.n. 82556/R.U. del 17/06/2009 re-peribile sul sito dell’Agenzia delleDogane), devo precisare che ilnuovo codice, pur dovendosi in-dicare nel DAU secondo deter-minate modalità, non modificale norme doganali attualmentein vigore in tema di:
1. dichiarante;2. rappresentanza in dogana;3. identificazione diretta ai fini
Iva di soggetti comunitari o resi-denti in un Paese terzo con ilquale esistano strumenti giuridiciche disciplinano la reciproca as-sistenza in materia di imposizioneindiretta (a tutt’oggi nessuno);
4. rappresentanza fiscale ai fini Iva.A prescindere, perciò, dalle
caratteristiche del codice e dal-la sua modalità di acquisizione,indicate nella citata nota delle
tita IVA attribuito a norma del-l’art. 35-ter del DPR 633/72 che, inquesto caso dovrà essere indica-to anche nella casella 44, prece-duto dalla sigla “ID =”, nonchénell’apposito campo note pre-sente nei diversi tracciati telema-tici per le dichiarazioni doganali.Qualora, invece, il soggetto, co-munitario o terzo, abbia nomina-to un proprio rappresentante fi-scale in Italia, a norma dell’art.17 – 2° comma del DPR 633/72,questi continuerà ad essere indi-cato nella sola casella 2.Casella 8 – Destinatario - Vannoindicate le generalità del Desti-natario: cognome e nome, ovve-ro ditta, denominazione o ragio-ne sociale e indirizzo completo.Casella 14 - Dichiarante/Rap-presentante - In tale casella van-no indicate le generalità del rap-presentante in dogana dellospe di to re/es por ta to re, precedu-te dal codice “2” in caso di rap-presentanza diretta e dal codice“3” nel caso di rappresentanzaindiretta. Il codice EORI sostitui-
Dogane, si rappresenta che lenovità riguardano le modalità diindicazione degli spe di to ri/e -spor ta to ri, importatori, rappre-sentanti, obbligati principali, nel-le caselle 2, 8, 14 e 50 del DAU,nelle quali fino al primo luglio2009 veniva indicato il numero dipartita IVA o il codice fiscale o,nella casella 14, il numero di pa-tente del doganalista. Dal primoluglio 2009 i riquadri in questionedovranno essere così compilati:EsportazioneCasella 2 - Vanno indicate le ge-neralità dello speditore/esporta-tore: cognome e nome, ovveroditta, denominazione o ragionesociale e indirizzo completo,nonché il codice EORI così comeattribuito.
Ai soggetti comunitari, ovveroterzi, con i cui paesi esistono stru-menti giuridici che disciplinanola reciproca assistenza in mate-ria di imposizione indiretta (vedinota n. 1), identificati direttamen-te in Italia ai fini IVA, il codice EO-RI è costituito dal numero di par-
Il codice EORI...
non cambia le regole
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fisco
sce i precedenti codici identifica-vi, compreso il numero della pa-tente del doganalista. ImportazioneCasella 2 - Vanno indicate le ge-neralità del fornitore estero (co-gnome e nome, ovvero ditta, de-nominazione o ragione sociale eindirizzo completo).Casella 8 – Destinatario - Vannoindicate le generalità dell’impor-tatore: cognome e nome, ovveroditta, denominazione o ragionesociale e indirizzo completo, non-ché il codice EORI così come at-tribuito. Ai soggetti comunitari,ovvero terzi, con i cui paesi esisto-no strumenti giuridici che discipli-nano la reciproca assistenza inmateria di imposizione indiretta(vedi nota n. 1), identificati diret-tamente in Italia ai fini IVA, il codi-ce EORI è costituito dal numerodi partita IVA attribuito a norma
dell’art. 35-ter del DPR 633/72che, in questo caso dovrà essereindicato anche nella casella 44,preceduto dalla sigla “ID =”, non-ché nell’apposito campo notepresente nei diversi tracciati tele-matici per le dichiarazioni doga-nali. Qualora, invece, il soggetto,comunitario o terzo, abbia nomi-nato un proprio rappresentantefiscale in Italia, a norma dell’art.17 – 2° comma del DPR 633/72,questi continuerà ad essere indi-cato nella sola casella 2.Casella 14 – Dichiarante/Rap-presentante - In tale casellavanno indicate le generalità delrappresentante in dogana del-l’importatore, precedute dal co-dice “2” in caso di rappresen-tanza diretta e dal codice “3”nel caso di rappresentanza indi-retta. Il codice EORI sostituisce iprecedenti codici identificavi,
compreso il numero della pa-tente del doganalista.Transito ComunitarioCasella 50 – Obbligato principa-le - Vanno indicate le generalitàdell’obbligato principale, non-ché il codice EORI, così comeattribuito.
Le novità esposte, peraltro giàin vigore dal 1° luglio 2009, nonmodificano per nulla quanto giàesposto sulle differenze esistentitra la rappresentanza in dogana,disciplinata all’articolo 5 – para-grafo 4 – comma 2, del CDC, nor-ma comunitaria, e la rappresen-tanza fiscale, prevista invece al-l’articolo 17, secondo comma,del decreto Iva.
Si rende pertanto necessariosoffermarsi, ancora, sui diversi isti-tuti del dichiarante, del rappre-sentante in dogana e del rappre-sentante fiscale ai fini Iva.
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fisco
Il dichiarante in dogana Il dichiarante in dogana è la per-
sona che fa la dichiarazione in do-gana a nome proprio, ovvero lapersona in nome della quale taledichiarazione è fatta. Laddove per“dichiarazione” s’intende l’attocon il quale una persona manife-sta la volontà di vincolare una mer-ce ad un determinato regime do-ganale.Il dichiarante deve esserestabilito nella Comunità, così comedisposto dall’articolo 64, secondoparagrafo, lettera b) del CDC. Il di-chiarante, ovvero la persona in no-me della quale la dichiarazione èfatta, è indicato al riquadro 8 delDAU “DESTINATARIO”,La rappresentanza in dogana
l’articolo 5, paragrafo 4, com-ma 2 del CDC (diritto di rappre-sentanza) dispone che chiunquepuò farsi rappresentare in doga-na per l’espletamento di atti e for-malità previsti dalla normativa do-ganale. Il destinatario/proprieta-rio della merce, indicato al riqua-dro 8 del DAU può, cioè, espletaredirettamente le formalità doga-nali ovvero farsi rappresentare daun terzo soggetto. In tal caso siverte in tema di rappresentantedoganale che può essere:Diretta (articolo 5, secondo
paragrafo, prima alinea delCDC), quando il rappresentanteagisce in nome e per conto delrappresentato/proprietario dellamerce. La rappresentanza diret-ta è riservata agli spedizionieridoganali iscritti nell’albo profes-sionale istituito con la legge 22 di-cembre 1960, n. 1612 (art.40,comma 2 del TULD);Indiretta (articolo 5, secondo
paragrafo, secondo alinea delCDC), che invece è libera, nelsenso che può essere conferita achiunque. Il rappresentante indi-retto agisce a nome proprio, seb-bene per conto di terzi, risultan-
do, perciò, debitore, in solido conil rappresentato, per l’obbligazio-ne doganale. Sempre in tema dirappresentanza in dogana, l’arti-colo 5 del CDC in commento di -spo ne al comma 4, secondo pe-riodo, che la persona (rappresen-tante doganale) che agisca sen-za disporre del potere di rappre-sentanza è considerata agire asuo nome e per proprio conto ri-spondendo, pertanto, dei dirittidovuti come se avesse dichiara-to egli stesso la merce, e si fosseindicato egli stesso quale desti-natario al riquadro 8 del DAU.
Il rappresentante doganaledeve essere indicato ai riquadri14 e 54 del DAU e precisare seagisce in regime di rappresen-tanza diretta o indiretta.La rappresentanza fiscale ai fini Iva
La rappresentanza fiscale ai fi-ni Iva consente ad un soggetto,comunitario o non, di poter com-piere, in Italia, operazioni doga-nali. Qualora il rappresentato siacomunitario, il rappresentante fi-scale ai fini Iva compila il campo8 della dichiarazione d’immissio-ne in libera pratica di beni desti-nati in deposito Iva, in nome e perconto di soggetto comunitario,che, in quanto tale ed in virtù deldisposto dell’articolo 64, secondoparagrafo, lettera b) del CDC, è ilsolo che può essere riconosciutoquale destinatario dalla stessadogana. Diversa è, invece, l’ipo-tesi di rappresentato soggetto“terzo”. In tal caso, infatti, non siverifica la condizione di cui al ci-tato articolo 64, paragrafo 2, let-tera b) del CDC; (il dichiarantedeve essere stabilito nella Comu-nità), per cui il rappresentante fi-scale dovrà considerarsi il desti-natario e rispondere in proprio diogni diritto dovuto. Rappresen-tante in dogana, indicato ai ri-quadri 14 e 54 del DAU è, invece
lo spedizioniere doganale, chepotrà agire in regime di rappre-sentanza diretta o indiretta, sumandato conferitogli dal sogget-to estero. A sostegno di quantoesposto valga la sentenza emes-sa dalla 7° Sezione della Commis-sione Provinciale di Trieste, n.27/7/08, pronunciata il 22 gen-naio 2008 e depositata il 12 mar-zo 2008, che confermando quan-to fin qui sostenuto, così recita:
“Il collegio condivide l’assuntodella ricorrente secondo cui larappresentanza ai fini Iva non siidentifica con la rappresentanzaai fini doganali: non può esservialcun dubbio, infatti, che la rap-presentanza che si richiede alrappresentante doganale ex art.5 del CDC sia quella di diritto co-mune, connessa al rapporto dimandato ricevuto dal commit-tente (art. 1704 c.c.). …”
Conclusivamente, l’avviso diaccertamento si sarebbe dovutointestare – e notificare alla dittaxxx quale proprietaria della mer-ce, indicata nella casella 8 dellabolletta e nei documenti com-merciali e di trasporto allegati al-la bolletta stessa”.
In conclusione l’unica novitàche ha comportato l’istituzionedel codice EORI nella compila-zione del DAU riguarda il caso disoggetti comunitari, o terzi, ovepossibile, identificati direttamenteai sensi dell’art. 35-ter del decretoIVA i quali dovranno indicare ilproprio codice EORI, precedutodalla sigla “ID” anche nella casel-la 44 del DAU e nell’appositocampo “note” presente nei diver-si tracciati telematici, senza chequesta formalità modifichi in al-cun modo gli istituti della rappre-sentanza in dogana e della rap-presentanza ai fini IVA.
Gianni GarganoFrancesco Pagnozzi
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osservatorio
Giurisprudenza com Corte di Giustizia, Sez. III^, senten-za 14/6/2012, causa C-533/10 -Pres. Lenaerts, Rel. Arestis – CIVADSA c/ Receveur des douanes deRoubaix e altriRimborso di dazi non legalmentedovuti – Nozione di “forza mag-giore” – Regolamento istitutivo diun dazio antidumping successiva-mente dichiarato invalido
L’articolo 236, paragrafo 2, secon-do comma, del codice doganalecomunitario, come modificatodal regolamento (CE)n. 2700/2000 del Parlamento euro-peo e del Consiglio, del 16 no-vembre 2000, deve essere inter-pretato nel senso che l’illegittimitàdi un Regolamento comunitarionon costituisce un caso di forzamaggiore, ai sensi di tale disposi-zione, che consente di prorogareil termine di tre anni entro il qualeun importatore può chiedere ilrimborso dei dazi all’importazioneversati in applicazione di detto re-golamento; inoltre, ai sensi del ter-zo comma del citato paragrafo 2,il detto rimborso non può esseredisposto d’ufficio dalle autoritàdoganali nazionali se prima nonsia intervenuta una declaratoriadi invalidità, di modifica o di abro-gazione da parte delle istituzionicompetenti dell’Unione.
La CIVAD, società stabilita inFrancia e avente per oggetto so-ciale la vendita di merci per cor-rispondenza, ha commercializza-to a tale titolo biancheria da let-to di cotone proveniente dal Pa-kistan. Con lettere del 26 luglio edel 28 ottobre 2002, la CIVAD hachiesto all’Amministrazione do-ganale francese il rimborso deidazi antidumping da essa versatiin base alle dichiarazioni di im-portazione depositate, in appli-cazione del Regolamento CEEn. 2398/97, per i periodi compresirispettivamente tra il 15 dicem-
bre 1997 ed il 25 gennaio 2002.La domanda veniva accolta
con riferimento alle dichiarazionidi importazione depositate nelperiodo compreso tra il 29 luglio1999 ed il 25 gennaio 2002. Sonostate invece respinte le domandeper le dichiarazioni di importazio-ne depositate durante gli altri pe-riodi, con la motivazione che det-te domande erano state presen-tate dopo la scadenza del termi-ne di tre anni previsto all’articolo236, paragrafo 2, primo comma,del codice doganale. Con letteradel 24 aprile 2008, la CIVAD hachiesto all’Amministrazione di ri-considerare la propria decisione,sostenendo che le era impossibiledepositare domande di rimborsoprima della decisione della Cortedi Giustizia che ha dichiarato inva-lido il regolamento 2398/97. Conlettera datata 14 agosto 2008,l’Amministrazione ha respinto taledomanda e la CIVAD ha pertantoproposto ricorso giurisdizionale.
Il Giudice adito, ritenendo chela soluzione della controversia di-nanzi ad esso pendente dipen-desse dall’interpretazione dell’ar-ticolo 236, paragrafo 2, del codicedoganale, ha deciso di sospende-re il giudizio e di sottoporre allaCorte due questioni pregiudiziali.
Con la sua prima questione, ilgiudice del rinvio ha chiesto sel’articolo 236, paragrafo 2, del co-dice doganale dovesse essere in-terpretato nel senso che l’illegitti-mità di un regolamento comuni-tario costituisse un caso di forzamaggiore che consentiva di pro-rogare il termine di tre anni duran-te il quale un importatore potevachiedere il rimborso dei dazi al-l’importazione versati in applica-zione di tale regolamento. Nel ri-spondere negativamente al que-sito, la Corte ha osservato che aseguito della declaratoria di inva-lidità, da parte sua, di un regola-mento antidumping, un operatore
economico, in linea di principio,non potrà più chiedere il rimborsodei dazi antidumping versati inbase a detto regolamento e per iquali il termine di tre anni di cui al-l’articolo 236, paragrafo 2, del co-dice doganale è scaduto. Infatti,l’articolo 236, paragrafo 2, del co-dice doganale limita ad un perio-do di tre anni il rimborso dei dazidoganali non legalmente dovuti etale termine di decadenza di treanni appare ragionevole. Un ter-mine di decadenza ragionevole,indipendentemente dal fatto chesia imposto dal diritto nazionale oda quello dell’Unione, è nell’inte-resse della certezza del diritto, po-sta a tutela sia del singolo chedell’amministrazione interessata, enon impedisce quindi l’esercizio,da parte del singolo, dei diritticonferiti dall’ordinamento giuridi-co dell’Unione
Quanto alla possibilità di consi-derare l’illegittimità del regola-mento n. 2398/97 come un casodi forza maggiore, la Corte ha ri-cordato che, ai sensi dell’articolo236 del codice doganale, il rim-borso dei dazi all’importazione oall’esportazione versati è conces-so soltanto a determinate condi-zioni e in casi specificamente pre-visti. Siffatto rimborso costituiscequindi un’eccezione rispetto alnormale regime delle importazionied esportazioni e, di conseguen-za, le disposizioni che lo prevedo-no devono essere interpretate re-strittivamente.
Nel contesto della normativadoganale, la nozione di forzamaggiore deve, in linea di princi-pio, essere intesa nel senso di cir-costanze estranee al soggettoche l’invoca, anormali e impreve-dibili, le cui conseguenze nonavrebbero potuto evitarsi no no -stan te ogni diligenza impiegata.Ne risulta che la nozione di forzamaggiore comporta un elementooggettivo, relativo alle circostanze
unitaria e nazionale
11
osservatorio
anormali ed estranee all’operato-re, e un elemento soggettivo, costi-tuito dall’obbligo dell’interessatodi premunirsi contro le conseguen-ze dell’evento anormale, adottan-do misure appropriate senza incor-rere in sacrifici eccessivi.
Nel caso di specie, quanto all’e-lemento oggettivo, l’illegittimità diun regolamento antidumping,quale il regolamento n. 2398/97,non può essere ad avviso dellaCorte considerata una circostanzaanormale. Infatti, l’Unione è un’U-nione di diritto nella quale le sueistituzioni, i suoi organi e i suoi orga-nismi sono soggetti al controllo del-la conformità dei loro atti, in parti-colare, ai Trattati UE e FUE. Rientranella natura delle cose del dirittodell’Unione il fatto che talune nor-me che lo compongono possanoessere dichiarate invalide.
Quanto all’elemento soggetti-vo, la CIVAD avrebbe potuto pre-sentare domanda di rimborso sindal primo versamento dei dazi an-tidumping in base al regolamenton. 2398/97, al fine, segnatamente,di contestare la validità di detto re-golamento innanzi le autorità giu-diziarie competenti.
Con la seconda questione, ilgiudice del rinvio ha chiesto allaCorte di chiarire se l’articolo 236,paragrafo 2, terzo comma, del co-dice doganale debba essere inter-pretato nel senso che esso imponealle autorità nazionali di procede-re d’ufficio al rimborso di dazi anti-dumping riscossi in applicazione diun regolamento dichiarato invali-do ed eventualmente a quali con-dizioni.
La Corte ha osservato che, inmancanza di una declaratoria diinvalidità, di modifica o di abroga-zione da parte delle istituzionicompetenti dell’Unione, il regola-mento che abbia istituito un dazioantidumping rimane obbligatorioin tutti i suoi elementi ed è diretta-mente applicabile in ogni Stato
membro, ragion per cui le autoritàdoganali nazionali non possonoconsiderare, prima di tale declara-toria di invalidità, che i dazi impostiin base alle sue disposizioni nonerano legalmente dovuti ai sensidell’articolo 236, paragrafo 1, delcodice doganale.
Pertanto, esse non possononemmeno, prima di tale declara-toria, procedere, sulla base dell’ar-ticolo 236, paragrafo 2, terzo com-ma, del codice doganale, al rim-borso d’ufficio dei dazi antidum-ping versati, pur se ritenessero ille-gittimo tale regolamento.
C.T.R. Napoli, Sezione n. 51, sen-tenza n. 121/2012 dell’ 11/5/2012 -Pres. Candela, Rel. Stanizzi – Socie-tà XY c/ Ufficio delle dogane diNapoli IDichiarazioni di terzi verbalizzateda pubblici ufficiali – Valore pro-batorio – E’ indiziarioDeposito IVA – Omessa introduzio-ne di merci – Prova - Necessità
Le dichiarazioni di terzi (nella spe-cie, trasportatori di merci) raccoltedalla polizia tributaria ed inserite inun P.V. di constatazione non han-no alcun valore di testimonianza,ma unicamente valore di mere in-formazioni acquisite nell’ambito diindagini amministrative e, cometali, prive di efficacia probatoria,con la conseguenza che le stesse,da sole, sono inidonee ad affer-mare una responsabilità del contri-buente in ordine all’omessa intro-duzione di merci in un depositoIVA, potendo tali dichiarazioni co-stituire un riscontro di quanto giàaccertato e provato sulla base diulteriori elementi raccolti nel corsodelle indagini.
C.T.R. Potenza, Sezione n. 1, sen-tenza n. 36/2012 del 27/2/2012 -Pres. Genovese, Rel. Morlino – So-cietà XY c/ Ufficio delle Entrate diPotenza
Dichiarazioni di terzi verbalizzateda pubblici ufficiali – Valore pro-batorio – È indiziario
L’art 7 co. 4 D.Lgs. n. 546 del 1992,che disciplina il processo tributario,prevede un divieto assoluto di uti-lizzazione della prova testimoniale,che comunque non comportal’impossibilità assoluta di utilizzare,ai fini della decisione, le dichiara-zioni testimoniali rese da terzi, rac-colte dalla Polizia Tributaria ed in-serite nel processo verbale di con-statazione o di dichiarazioni testi-moniali rese in un processo penale.Tali elementi probatori possono es-sere utilizzati nel processo tributarionon come prova testimoniale,bensì come mere informazioni(proprio perché assunte in assenzadi un contraddittorio tra le parti delprocesso tributario) sfornite per-tanto, ex sé, di efficacia probato-ria, con la conseguenza che esserisultano del tutto inidonee, di persé, a fondare un’affermazione diresponsabilità del contribuente,potendo soltanto fornire un ulterio-re riscontro a quanto già accerta-to e provato aliunde in sede diprocedimento tributario.
Due pronunce di identico teno-re delle Commissioni Tributarie Re-gionali di Napoli e Potenza affron-tano il tema della valenza proba-toria delle dichiarazioni rese apubblici funzionari nel corso di in-dagini volte ad accertare even-tuali evasioni di tributi. Le sentenzesono sostanzialmente conformi eaffermano l’impossibilità di attribui-re valore di piena prova a tali di-chiarazioni, potendo assumere ta-le caratteristica solo i fatti avvenutialla presenza dei pubblici ufficiali edei quali essi diano conto, non an-che le dichiarazioni rese da terzi inrelazioni ad indagini amministrati-ve da essi svolte.
Alessandro FruscioneStudio Santacroce-Procida-Fruscione
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speciale europa
Importazioni
oggetto di dumping
U n prodotto è considerato og-
getto di dumping quando il
suo prezzo all’esportazione nel-
l’Unione europea (UE) è inferiore
ad un prezzo comparabile del
prodotto simile, applicato nel
paese esportatore (di norma il
paese d’origine) nell’ambito di
normali operazioni commerciali.
Un dazio antidumping può essere
imposto su qualsiasi prodotto og-
getto di dumping la cui immissio-
ne in libera pratica nell’UE causi
un pregiudizio.
È quindi necessario dimostrare
che le importazioni che formano
oggetto di un dumping causano
o minacciano di causare un pre-
giudizio importante ad un’indu-
stria dell’Unione o un ritardo sen-
sibile nella creazione di quest’in-
dustria.
L’inchiesta per determinare l’e-
sistenza del dumping è aperta in
seguito ad una denuncia scritta
presentata da qualsiasi persona fi-
sica o giuridica, nonché da qual-
siasi associazione non avente per-
sonalità giuridica, che agisce per
conto dell’industria dell’Unione.
Per poter essere considerata pre-
sentata dall’industria dell’Unione,
o per suo conto, la denuncia de-
ve essere sostenuta dai produttori
dell’Unione che complessivamen-
te realizzano oltre il 50 % della pro-
duzione totale del prodotto simile
attribuibile a quella parte dell’in-
dustria dell’Unione che ha espres-
so sostegno od opposizione alla
denuncia. L’inchiesta tuttavia non
può essere aperta se i produttori
dell’unione che hanno espresso
un chiaro sostegno alla denuncia
effettuano meno del 25 % della
produzione totale del prodotto si-
mile realizzata dall’industria del-
l’Unione.
La denuncia deve essere intro-
dotta presso la Commissione o
presso uno Stato membro che la
fa pervenire alla Commissione.
Se risulta che gli elementi di
prova sono sufficienti per aprire
un’inchiesta, la Commissione inizia
il procedimento antidumping en-
tro quarantacinque giorni a de-
correre dalla data di presentazio-
ne della denuncia e pubblica un
avviso nella Gazzetta ufficiale del-
l’Unione europea. Se invece gli
elementi di prova presentati sono
insufficienti, il denunziante ne è in-
formato. L’avviso di apertura del
procedimento annuncia l’inizio
dell’inchiesta, indica il prodotto e
i paesi interessati, fornisce un rias-
sunto delle informazioni ricevute e
dispone che tutte le informazioni
pertinenti devono essere comuni-
cate alla Commissione.
Da notare che l’inchiesta anti-
dumping non osta alle procedure
di sdoganamento.
Dopo l’apertura del procedi-
mento, la Commissione, in colla-
borazione con gli Stati membri, ini-
zia l’inchiesta a livello dell’Unione.
Quest’inchiesta durerà al massi-
mo sei mesi. L’inchiesta riguarda
tanto le pratiche di dumping
quanto il pregiudizio, i cui aspetti
sono esaminati simultaneamente.
La Commissione ha la possibilità
di instaurare un dazio provvisorio,
se è stato accertato a titolo prov-
visorio l’esistenza del dumping e
del conseguente pregiudizio subi-
to dall’industria dell’Unione e
qualora l’interesse dell’Unione ri-
chieda un intervento per evitare
tale pregiudizio. I dazi provvisori
vengono imposti non prima di ses-
Il regolamento (CE) n.1225/2009 del Consiglio stabi-lisce le norme relative alla di-fesa contro le importazionioggetto di dumping da partedi paesi non membri dellaComunità europea. Questoregolamento è conforme alleregole dell’OMC sul dumping,ovvero l’accordo relativo al-l’applicazione dell’articolo VIdell’accordo generale sulletariffe doganali e sul com-mercio del 1994.
14
speciale europa
santa giorni e non oltre nove me-
si a decorrere dalla data di inizio
del procedimento. I dazi provvisori
sono protetti da una garanzia e al
momento dell’immissione in libera
pratica dei prodotti interessati nel-
l’Unione, l’operatore economico
che importa questi prodotti, dovrà
costituire tale garanzia.
I dazi provvisori sono imposti per
un periodo di sei mesi e possono
essere prorogati di tre mesi oppu-
re, in alcuni casi specifici, possono
essere imposti per un periodo di
nove mesi.
Nel caso in cui la denuncia vie-
ne ritirata, oppure non si ritiene
necessario imporre delle misure di
difesa, l’inchiesta o il procedimen-
to sono chiusi. Quando invece,
dalla constatazione definitiva dei
fatti risulta l’esistenza di dumping
e di un conseguente pregiudizio, il
Consiglio, deliberando su una pro-
posta presentata dalla Commis-
sione dopo aver sentito il comita-
to consultivo, istituisce un dazio
antidumping definitivo.
Se è stato istituito un dazio prov-
visorio, una proposta di misura de-
finitiva deve essere presentata al
più tardi un mese prima della sca-
denza di tale dazio.
L’importo del dazio antidum-
ping non può superare il margine
di dumping accertato e dovreb-
be essere inferiore a tale margi-
ne, qualora un importo inferiore
sia sufficiente per eliminare il pre-
giudizio causato all’industria del-
l’Unione. Le misure antidumping
definitive scadono dopo cinque
anni dalla data in cui sono state
istituite oppure dopo cinque anni
dalla data della conclusione del-
l’ultimo riesame relativo al dum-
ping e al pregiudizio, salvo che nel
corso di un riesame non sia stabili-
to che la scadenza di dette misu-
re implica il rischio del persistere o
della reiterazione del dumping e
del pregiudizio.
Un avviso di imminente scaden-
za delle misure è pubblicato nella
Gazzetta ufficiale dell’Unione eu-
ropea a una data appropriata nel
corso dell’ultimo anno del perio-
do di applicazione delle misure
antidumping.
a cura di Mauro Giffoni
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L’obiettivo principale di questaconvenzione è quello di crea-
re le condizioni per una gestionepiù efficace del sistema di cumulopaneuromediterraneo. Uno stru-mento giuridico unico può esseremodificato più facilmente rispettoa vari protocolli. Con questa con-venzione, i sistemi bilaterali vigentisulle norme di origine sono tra-sporti in un quadro multilaterale,fatti salvi i principi stabiliti nei sin-goli accordi pertinenti o in altri ac-cordi bilaterali pertinenti. Questaconvenzione è stata aperta a tut-ti i paesi della zona paneuromedi-terranea, ma anche ai paesi deiBalcani Occidentali(1).
Il cumulo paneuromediterra-neo è un sistema di cumulo dia-gonale tra l’Unione europea edun certo numero di paesi europeie mediterranei. Il cumulo diago-nale si applica tra più di due pae-si che hanno deciso di applicarsile stesse norme di origine. Per po-ter beneficiare del cumulo diago-nale, la lavorazione o trasforma-zione deve essere effettuata su
dei prodotti originari. Il prodottoavrà l'origine del paese dove haavuto luogo l'ultima lavorazione otrasformazione, sempre che ecce-di un'operazione minima. Se nelpaese di produzione finale le ma-terie originarie di uno o più paesinon subiscono lavorazioni o tra-sformazioni che vanno al di là del-le lavorazioni minime, l’origine delprodotto finale è attribuita al pae-se esportatore solo se il valore iviaggiunto è superiore al valore deimateriali utilizzati originari di unodegli altri paesi. In caso contrario,il prodotto ottenuto è consideratooriginario del paese che ha con-ferito il maggior valore in materialioriginari utilizzati nella fabbricazio-ne nel paese esportatore. Se nonè effettuata nessuna lavorazioneo trasformazione nel paese diesportazione, il prodotto conservala sua origine quando è esportatoin uno degli altri paesi.
La prova dell’origine continue-rà ad essere fornita da un certifi-cato di circolazione delle merciEUR.1 oppure da un certificato di
circolazione delle merci EUR-MED.Inoltre, gli operatori economiciche esportano per un ammonta-re inferiore a 6 000 EUR oppure gliesportatori che sono autorizzati(“esportatore autorizzato”) po-tranno presentare una “dichiara-zione di origine” oppure una “di-chiarazione di origine EUR-MED”.Quindi, questa dichiarazione rila-sciata dall’esportatore su una fat-tura, una bolla di consegna oqualsiasi altro documento com-merciale che descrive i prodotti inquestione, non sarà più chiamata“dichiarazione su fattura” bensì“dichiarazione di origine”.
Il testo della convenzione regio-nale sulle regole di origine prefe-renziali paneuromediterranee èstato aperto alle firme il 15 giugno2011(2) . Alcuni paesi hanno già fir-mato questa convenzione ed inalcuni paesi è anche già entratain vigore. Tuttavia, questa conven-zione non è stata ancora pubbli-cata nella Gazzetta ufficiale del-l’Unione europea.
Qualche anno fa la CE ha pro-posto di sostituire tutti i proto-colli bilaterali relative alle nor-me di origine preferenziali conuno strumento giuridico unico.L’idea di una convenzione re-gionale sulle norme di originepreferenziali per la zona pa-neuromediterranea ha ricevu-to il sostegno dei ministri euro-mediterranei del commerciodurante il loro incontro a Li-sbona il 21 ottobre 2007.
Norme preferenziali
paneuromediterranee
1) Albania, ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Bosnia e Erzegovina, Svizzera, Algeria, Egitto, Isole Faroer, Croazia, Israele,Islanda, Giordania, Kosovo, Libano, Liechtenstein, Marocco, Montenegro, Norvegia, Cisgiordania e nella Striscia di Gaza,Serbia, Siria, Tunisia, Turchia ed Unione europea.
2) La Convenzione regionale sulle regole di origine preferenziali paneuromediterranee può essere consultata al seguentelink: http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/10/st09/st09429.it10.pdf.
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speciale europa
L’Unione europea ha siglato degli accordi preferenziali con alcuni paesi terzi. Questi accordi per-mettono alle parti firmatarie dell’accordo di concedersi delle preferenze tariffarie. Per poter be-
neficiare delle preferenze tariffarie, gli operatori economici devono applicare le regole relative allenorme di origine contenute nei vari accordi.
Tabella accordi preferenziali
Regime preferenziale Regime Tipo No Prova di cumulo drawback dell’origine
ACP (Asia, Caraibi e Reg. (CE) n. 1528/2007 Bilaterale, totale NO EUR.1Pacifico) regime preferenziale dichiarazione
autonomo su fattura
Albania Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1,diagonale dichiarazione
su fattura
Algeria Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazionetotale su fattura
Andorra (prodotti Regime preferenziale Bilaterale SI EUR.1,agricoli) dichiarazione
su fattura
APE (Comorre, Regime preferenziale Bilaterale, NO EUR. 1,Madagascar, Mauritius, totale dichiarazioneSeychelles, Zambia, su fatturaZimbabwe)
APE (Papua Nuova Regime preferenziale Bilaterale, NO EUR.1,Guinea, Isole Figi) totale dichiarazione
su fattura
Bosnia-Erzegovina Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1,diagonale dichiarazione
su fattura
CARIFORUM Regime preferenziale Bilaterale, NO EUR.1,diagonale dichiarazione
su fattura
Ceuta e Melilla Regime preferenziale Bilaterale. In alcuni SI EUR.1,diagonale e totale dichiarazione
su fattura
Cile Regime preferenziale Bilaterale SI EUR.1,dichiarazionesu fattura
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speciale europa
Cisgiordania e Striscia Regime Bilaterale, SI EUR.1, di Gaza preferenziale diagonale dichiarazione
su fattura
Croazia Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1,diagonale dichiarazione
su fattura
Egitto Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
Ex Repubblica Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, Iugoslava di Macedonia diagonale dichiarazione
su fattura
Giordania Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
Islanda Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
Isole Faeroe Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
Israele Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
Kosovo Reg. (CE) n. 1215/2009 Bilaterale NO EUR.1,e successive modifiche dichiarazione
su fattura
Libano Regime preferenziale Bilaterale SI EUR.1, EUR-MED,dichiarazione su fattura
Marocco Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale, totale dichiarazione
su fattura
Messico Decisione n. 2/2000 Bilaterale SI EUR.1, del Consiglio congiunto dichiarazioneCE-Messico del 23 su fatturamarzo 2000
Moldavia Regolamento (CE) Bilaterale NO EUR.1,n. 55/2008 dichiarazione
su fattura
18
speciale europa
Montenegro Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1,diagonale dichiarazione
su fattura
Norvegia Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
PTOM (Paesi e territori Regime preferenziale Bilaterale, NO EUR.1, d’oltremare) autonomo diagonale, totale dichiarazione
su fattura
Repubblica di Corea Regime preferenziale Bilaterale SI Dichiarazione di origine
SADC Regime preferenziale Bilaterale, NO EUR.1,diagonale, totale dichiarazione
su fattura
Spazio Economico Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1,Europeo (SEE) dichiarazione
su fattura
Serbia Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1,diagonale dichiarazione
su fattura
Siria Regime preferenziale Bilaterale NO EUR.1, EUR.2
SPG Regime preferenziale Bilaterale, NO FORM A, EUR.1, autonomo regionale dichiarazione
diagonale su fattura
Sudafrica Regime preferenziale Bilaterale. NO EUR.1,In alcuni casi: dichiarazione totale su fattura
Svizzera Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
Tunisia Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale, totale dichiarazione
su fattura
Turchia (prodotti agricoli) Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
Turchia (prodotti CECA) Regime preferenziale Bilaterale, SI EUR.1, EUR-MED,diagonale dichiarazione
su fattura
19
speciale europa
P er consolidamento si intende
l’integrazione di strumenti di
base della legislazione europea,
con le loro successive modifiche e
rettifiche, nell’ambito di docu-
menti non ufficiali unici, le cosid-
dette versioni “Consleg”. Lo scopo
di tali versioni è quello di favorire
un accesso più trasparente e
semplice al diritto europeo. A dif-
ferenza della codificazione e del-
la rifusione, il consolidamento non
costituisce una tecnica legislativa
vera e propria, ma un semplice
servizio offerto ad operatori e cit-
tadini europei volto a facilitare la
ricostruzione della normativa ine-
rente un determinato settore di
attività.
Molti testi pubblicati ufficial-
mente nella Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea, vengono in-
fatti successivamente riuniti in un
unico documento di agevole let-
tura che presenta lo stato attuale
della normativa europea in un de-
terminato settore. Tali documenti
sono raccolti dall’Ufficio delle
Pubblicazioni Ufficiali dell'Unione
europea in un Repertorio della le-
gislazione consolidata dell'Unione
europea, liberamente accessibile
su internet, organizzato per capi-
toli tematici e collocato nell’am-
bito di EUR-Lex, ossia la banca da-
ti che consente la consultazione
di tutti gli atti pubblicati nella Gaz-
zetta ufficiale dell'Unione euro-
pea, compresi i Trattati, la giuri-
sprudenza della Corte di Giustizia
UE e le proposte di atto normativo
europeo adottate dalla Commis-
sione europea.
Il Repertorio della legislazione
consolidata dell'Unione europea
contiene appunto le versioni con-
solidate dei principali atti normati-
vi dell’UE, ossia dei Regolamenti,
delle Direttive e delle Decisioni, in-
tegrati con le modifiche e rettifi-
che più recenti. Di solito, la versio-
ne consolidata di ciascun atto
viene resa disponibile sul Reperto-
rio entro quattro settimane dalla
pubblicazione di un atto di modi-
fica/rettifica nella Gazzetta uffi-
ciale dell'Unione europea, anche
se - trattandosi di un servizio an-
cora in fase sperimentale - non
tutti gli atti giuridici adottati dalle
istituzioni europee sono disponibili
entro tale archivio.
Per codifica si intende la proce-
dura con cui vengono abrogati
uno o più atti normativi che disci-
plinano una data materia, in vista
della sua (o loro) sostituzione con
un unico atto - in una versione ag-
giornata - senza tuttavia innovare
rispetto alla normativa previgen-
te. Lo scopo della codificazione è
infatti semplicemente quello di
mettere ordine ad una data ma-
teria, raccogliendo tutte le dispo-
sizioni che la disciplinano all’inter-
no di in un unico testo organico,
facilmente consultabile da parte
di operatori e cittadini, così da for-
nire loro dei riferimenti normativi
chiari e trasparenti. Esistono due ti-
pi di codificazione: "verticale" (il
nuovo atto normativo sostituisce
un solo atto precedente) oppure
"orizzontale" (il nuovo atto norma-
tivo sostituisce più atti precedenti
paralleli che disciplinano la stessa
materia).
Le iniziative di codificazione so-
no ovviamente frequenti soprat-
tutto in quegli ambiti in cui la re-
golamentazione europea ha subi-
to nel tempo notevoli cambia-
menti. Per quanto riguarda la rela-
A coloro che si occupanodell’interpretazione o dell’ap-plicazione della normativaeuropea per lavoro o per stu-dio, capita frequentemente diimbattersi in versioni consoli-date, codificate od a rifusionidi atti normativi dell’Unione,provando spesso senso di di -so rien ta men to nei confronti ditali termini. Il presente artico-lo tenta di gettare un po’ di lu-ce sulla materia, facendo di-stinzione fra i tre concetti.
Codifica
consolidamento
rifusione
20
speciale europa
tiva procedura, il 20 dicembre
1994, il Parlamento europeo, il
Consiglio e la Commissione hanno
concluso un accordo interistituzio-
nale nel quale è stato concorda-
to un metodo di lavoro accelera-
to ai fini della codificazione uffi-
ciale dei testi legislativi. Un esem-
pio di atto normativo codificato è
il regolamento (CE) n. 260/2009
del Consiglio del 26 febbraio 2009
sul regime comune applicabile al-
le importazioni.
La rifusione è un processo simile
a quello di codificazione perché
consolida in un unico atto norma-
tivo uno o più atti precedente-
mente adottati, con tutte le modi-
fiche che ad essi sono seguite nel
tempo, comprensive di altre rego-
lamentazioni connesse. Il suo fine
è analogo a quello delle codifica-
zioni, in quanto mira a rendere la
legislazione europea quanto più
accessibile, comprensibile e leggi-
bile possibile. Per illustrare l’utilizza-
zione di tale tecnica legislativa, la
Commissione europea ha adotta-
to, il 1 febbraio 2008, delle apposi-
te linee guida sull’uso della tecni-
ca della rifusione.
La differenza principale rispetto
alle codificazioni, è costituita dal
fatto che la rifusione prevede
l’apporto di modifiche anche di
carattere sostanziale alla discipli-
na previgente. Come per le codi-
ficazioni, anche le rifusioni posso-
no essere sia orizzontali che verti-
cali, a seconda che oggetto del
relativo processo sia un unico atto
previgente (con tutte le successi-
ve modifiche), oppure una serie di
atti che disciplinano materie diffe-
renti, ma strettamente connesse
fra loro. Un esempio di rifusione è
costituito dalla proposta di nuovo
Codice Doganale dell’Unione,
contenuta nel doc. COM(2012) 64
finale, che mira a sostituire il Reg.
(CE) 450/2008 apportandovi alcu-
ni aggiornamenti dovuti all’esi-
genza di allinearlo alle disposizioni
del Trattato di Lisbona.
Anche per quanto riguarda la
rifusione il Parlamento europeo, il
Consiglio e la Commissione hanno
siglato un Accordo Interistituzio-
nale, il 28 novembre 2001, per de-
finire le regole che disciplinano la
procedura di esercizio di tale tec-
nica legislativa.
L’accordo in questione precisa
che la rifusione rende possibile l'a-
dozione di un nuovo testo legisla-
tivo in forma compatta, che ripro-
duce il contenuto di un prece-
dente atto, integrandolo con al-
cune modifiche sia di forma (es.
adattamenti formali o redaziona-
li), che di sostanza. Alla Commis-
sione europea spetta il compito di
predisporre la proposta dell’atto
normativo in versione rifusa, met-
tendo in risalto (evidenziando il re-
lativo testo in colore grigio) le mo-
difiche sostanziali che si intendo-
no introdurre rispetto all’atto pre-
cedente.
La proposta di rifusione è ac-
compagnata da una relazione il-
lustrativa (di solito integrata nel te-
sto della proposta stessa), che
motiva tutte le modificazioni so-
stanziali introdotte, indicando con
precisione quali sono le disposizio-
ni dell'atto precedente che resta-
no immutate.
Una volta predisposta la bozza
di proposta di atto rifuso, un grup-
po consultivo composto dai servi-
zi giuridici del Parlamento euro-
peo, del Consiglio e della Com-
missione, ne effettua l’esame for-
mulando, con la massima tempe-
stività, un parere destinato alle
suddette istituzioni nel quale sono
illustrate le novità contenute nel-
l’atto ed esaminata la congruità
della vecchia disciplina rispetto
alle parti nuove. Successivamen-
te, la parola passa a Parlamento e
Consiglio per la votazione e l’ap-
provazione della proposta.
Essendo la rifusione, come la
codificazione, una tecnica legisla-
tiva avente il fine di facilitare l’o-
pera di aggiornamento ed adat-
tamento della normativa euro-
pea, il processo di adozione delle
relative proposte si svolge secon-
do tempistiche particolarmente
rapide. È infatti necessario che
Parlamento europeo e Consiglio
(ossia i due co-legislatori dell’UE)
limitino le proprie proposte di
emendamento al progetto di rifu-
sione solo alle parti nuove della
proposta, per non appesantire l’i-
ter di approvazione dell’atto.
Il punto 8 dell’Accordo interi-
stituzionale del 28 novembre 2001
(2002/C 77/01) prevede tuttavia
la possibilità di introdurre, in via
eccezionale, modifiche sostan-
ziali anche alle disposizioni che
nella proposta della Commissio-
ne erano rimaste immutate (ossia
alle parti non evidenziate in gri-
gio), qualora durante il procedi-
mento legislativo dovesse, per va-
rie ragioni, emergere una neces-
sità di loro introduzione (il caso
più tipico è quello in cui vengono
riscontrate all’interno della pro-
posta di rifusione delle disposizio-
ni che contrastano o mancano di
coerenza rispetto a nuove modi-
fiche sostanziali proposte dalla
Commissione).
D. D.
21
dogane
L a graduale riduzionedei dazi e delle restri-
zioni agli scambi interna-zionali delle merci, non-ché la continua semplifi-cazione delle norme edelle procedure doga-nali fortemente voluta eperseguita a livello inter-nazionale mediante ap-posite Convenzioni, co-me quella di Kyoto sullasemplificazione e l'armonizzazio-ne dei regimi doganali, ancor-ché non attuate sempre in ma-niera organica, hanno contribui-to ad una forte accelerazione alcommercio internazionale, ed,indirettamente, alla crescitaeco no mi ca degli ultimi decenni.L’accresciuta importanza dellefunzioni extra-tributarie delle do-gane e la ricerca da parte di ta-le amministrazione di misure vol-te a facilitare quanto più possibi-le lo svolgimento dei traffici (siapure nel rispetto delle esigenzedi sicurezza e tutela della salutedei cittadini), hanno inoltre con-tribuito ad un cambio di perce-zione del sistema doganale: damero strumento di politica fisca-le a vera e propria leva in gradodi aumentare la competitività diun Paese.
Nel ricercare le ragioni dellaterribile crisi che negli ultimi anniha colpito il sistema economicomondiale, ed in particolare l’U-nione europea, trascurando levalutazioni di carattere generalequali la sostenibilità del Welfare,od il mancato sostegno alla cre-scita ed allo sviluppo, occorreevidenziare la scarsa lungimiran-za, se non addirittura la superfi-cialità, con la quale gli Stati na-zionali hanno realizzato l’ap-
proccio alla creazione del villag-
gio globale, mettendo in secon-
do piano l’esigenza di costruire
un quadro di nuove regole, flessi-
bili e condivise.
Basti pensare, in ambito euro-
peo, all’assenza di armonizzazio-
ne di norme e procedure che, a
causa dell’esistenza nei singoli
Stati membri di realtà socio-eco-
nomiche assai eterogenee, non
permette il conseguimento di
uno degli obiettivi principali del-
l’Unione europea e cioè il buon
funzionamento del mercato in-
terno anzi, troppo spesso costitui-
scono l’origine di un fenomeno
di distorsione dei traffici.
Per quanto riguarda in parti-
colar modo l’Italia, in questo mo-
mento il comparto della logistica
vive una difficile situazione. An-
che perché nel nostro Paese non
vi è mai stata un’adeguata at-
tenzione allo sviluppo di tale set-
tore, considerato (a torto) non
prioritario per la nostra crescita.
Strettamente connesso ai pro-
blemi della logistica è il fenome-
no della contrazione del com-
mercio internazionale, il quale
sconta il prezzo di interventi di -
sor ga ni ci da parte del nostro le-
gislatore e di un’assenza di una
regia unica sulle politiche di in-
ternazionalizzazione del nostro si-
stema industriale. Su questi temi
pertanto svilupperò le mie consi-
derazioni.
Il sistema doganale, secondo
le definizioni ormai acquisite del-
la legislazione doganale euro-
pea, va inteso come quel siste-
ma di controlli sulle merci svolti in
senso lato da tutti gli organi del-
lo Stato, tesi a tutelare interessi
collettivi di primaria importanza
quali: sanitari, fiscali ed altro, cer-
cando nel contempo di garanti-
re la fluidità dei traffici.
L’esigenza di favorire ed ac-
crescere il volume dei traffici si
pone evidentemente in con-
trapposizione con quella di tute-
la dei sopra accennati interessi
collettivi, ed il ruolo di contem-
perare entrambe è a carico
delle autorità doganali. Da un
lato infatti, esse devono garanti-
re la velocità dei flussi commer-
ciali, dall’altro eseguire controlli
mirati ed efficaci per contrasta-
re ogni forma di illecito. Ma l’in-
dividuazione del punto di equili-
I controlli nel
momento doganale
22
dogane
brio tra questi due obiettivi ap-
parentemente inconciliabili è
estremamente difficile, anche
perché lo svolgimento dei com-
piti delle dogane (e ciò vale so-
prattutto nell’Unione europea), è
ancora oggi pesantemente
condizionato dagli interessi na-
zionali, ed ancor più dalla man-
cata armonizzazione del sistema
dei controlli sulle merci.
La contrapposizione tra interes-
si nazionali ed europei si pone
come elemento di rottura e pre-
giudica il buon funzionamento
del mercato interno e, più in ge-
nerale, della stessa Unione euro-
pea. Occorre considerare infatti
che le merci, una volta entrate
nel territorio dell’UE, possono cir-
colare liberamente da Stato
membro a Stato membro. Pertan-
to, se un determinato Paese deci-
de di privilegiare l’esigenza della
facilitazione dei traffici ed un altro
quella della tutela della sicurezza
dei propri cittadini, è evidente
che i traffici commerciali, per pri-
mi quelli illeciti, tenderanno a
confluire nel primo. La merce si
comporta un po’ come l’acqua,
che fino a quando non trova resi-
stenze scorre in un velo continuo,
per poi aggirare gli ostacoli che
incontra durante il suo cammino
incanalandosi in quei varchi che
le consentono di fluire liberamen-
te e più rapidamente.
E’ proprio a questo fenomeno
che assistiamo oramai da tempo
nell’Unione europea: quello di
deviazione dei traffici commer-
ciali verso alcuni Paesi che, pur
avendo una base industriale rela-
tivamente ristretta (è il caso ad
esempio dell’Olanda, dove ope-
rano circa 800.000 imprese), sdo-
g a n a n o
quant i tà
enormi di
m e r c i ,
mentre in
altri Stati
con una
base in-
dustr iale
ben più
a m p i a
(com’è il
caso del-
l ’ I t a l i a ,
con circa
4.000.000
di impre-
se), viene depositato un numero
significativamente più basso di di-
chiarazioni doganali. E spesso,
parte delle merci sdoganate nel
primo gruppo di Stati membri so-
no destinate ad essere immesse
in consumo nei secondi. Questo
fenomeno è sintomatico di un
funzionamento distorto del mer-
cato interno, al quale occorre
porre urgentemente riparo, affin-
ché non si creino all’interno del-
l’Unione due circoli, uno virtuoso
e l’altro vizioso, di Paesi dove è
più facile o più difficile far entrare
le merci.Nel caso dell’Italia, questa si-
tuazione produce un duplicesvantaggio: da un lato, l’allonta-namento dei flussi commercialidal nostro Paese che, pur essen-do destinati al mercato italiano,transitano attraverso i porti nord-europei (con il conseguente ar-ricchimento del comparto logisti-co di tali paesi); dall’altro, la fugadelle merci verso altri Stati mem-bri determina una grave perditadi gettito fiscale (con impoveri-mento del nostro Stato, senza
contare le ricadute negative in
termini occupazionali nel settore
della logistica).
È noto infatti che il 75% dei da-
zi percepiti all’atto dell’immissio-
ne in libera pratica delle merci in
questione affluisce al bilancio
comunitario: il restante 25% rima-
ne allo Stato che ne cura la ri-
scossione. A titolo di esempio,
dalle cifre del bilancio UE 2008 si
rileva che il gettito netto del 25%
del dazio è stato (in ML di euro)
in Germania 900, in Olanda 580
e Italia 425.
Per quanto riguarda la fuga
dei traffici verso i porti nordeuro-
pei, gli operatori del settore san-
no che per le imprese è più im-
portante disporre delle merci in
tempi rapidi, e soprattutto certi. A
nulla serve abbattere i tempi ed i
costi di navigazione (es. sceglien-
do di far transitare i propri beni at-
traverso i porti del Mediterraneo,
anziché quelli nordeuropei), se
poi dopo lo sbarco delle merci
subentrano altri fattori (es. con-
trolli particolarmente lunghi,
complicazioni burocratiche ec-
23
dogane
cessive che si ripercuotono sui
tempi di svincolo delle merci),
che rallentano l’uscita delle stes-
se dagli spazi doganali, ritardan-
done la consegna ai loro legittimi
destinatari. Infatti, la maggior par-
te delle imprese oggi lavora se-
condo la filosofia del “Just in Ti-
me”, ossia con volume di scorte
tendenzialmente pari a zero. Inol-
tre, i tempi di reazione alle richie-
ste del mercato sono sempre più
rapidi ed un ritardo accumulato
nella consegna delle merci può
ostacolare la loro collocazione
sul mercato e causare gravi dan-
no all’immagine dell’impresa.
Alla luce di tali considerazioni,
si comprende l’importanza per le
nostre imprese che la consegna
dei beni che alimenta il ciclo pro-
duttivo sia effettuata nei tempi
previsti e non vi siano variazioni o
ritardi eccessivi che potrebbero
determinare l’annullamento di in-
genti ordini.
Non tenere conto di tali esi-
genze significa pregiudicare an-
cora di più il ruolo di piattaforma
logistica dell’Italia, soprattutto
per i traffici provenienti dal medio
ed estremo Oriente, se a que-
st’asset naturale di cui gode il no-
stro Paese non si accompagna-
no anche procedure doganali
snelle e servizi efficienti di trasferi-
mento delle merci. Nell’attuale
dinamica degli scambi interna-
zionali infatti, una posizione geo-
grafica favorevole non è più ele-
mento sufficiente per attrarre flus-
si commerciali.
In ciò il sistema Italia deve fare
i conti con pesanti carenze infra-
strutturali, uno stato di frammen-
tazione e di complessità norma-
tiva che caratterizza il settore
doganale ed il comparto della
logistica che altri Stati membri
dell’Unione europea (nostri diret-
ti competitors), non hanno, e
con forti ritardi nello sviluppo
dell’intermodalità.
Il “momento doganale” Tra le fasi del commercio inter-
nazionale, sicuramente il “mo-
mento doganale” rappresenta il
filtro che assicura la regolarità
delle operazioni e costituisce il
presidio per l’accertamento del-
la rispondenza alle regole condi-
vise a livello internazionale.
Le autorità hanno il difficile
compito di garantire flussi rapidi
di traffico, realizzando controlli mi-
rati ed efficaci mediante l’analisi
dei rischi, in quanto la repressione
dei traffici illeciti si realizza soprat-
tutto con la prevenzione.
Il sistema dei controlli ed il pro-
blema del coordinamento dei
numerosi organi che li eseguono
nel nostro Paese rimane tuttavia
l’aspetto critico principale che
pregiudica la competitività del-
l’Italia a livello internazionale. A
quest’ultimo proposito, va dato
atto all’Agenzia delle Dogane
di essersi fatta carico dell’impor-
tanza di far convergere verso un
unico contesto spazio-tempora-
le tutte le attività di controllo sul-
le merci eseguite dagli enti
competenti, introducendo il
concetto di “sportello unico do-
ganale”, previsto dalla legge 4
dicembre 2003 n. 350 (legge fi-
nanziaria per il 2004).
La stessa Agenzia delle Doga-
ne ha collaborato alla stesura
del testo del decreto del Presi-
dente del Consiglio dei Ministri al
quale sono demandate le moda-
lità attuative dello strumento in
questione. Sebbene questo de-
creto sia stato approvato da cir-
ca due anni (DPCM n. 242/2010),
l’introduzione del meccanismo in
questione stenta a vedersi. Inol-
tre, si ritiene che questa difficil-
mente avverrà a breve termine,
in quanto la sua fattibilità presup-
pone il coordinamento degli iter
24
dogane
procedurali di nume-rosi enti, che dovran-no essere dotati ap-positi meccanismi diinteroperabilità, contutte le difficoltà checomportano la rein-gegnerizzazione delleprocedure e le esi-genze di standardiz-zazione dei dati e del-le informazioni che ènecessario di volta involta scambiarsi. Eccoperché, affinché tale sistema pos-sa essere concretamente realiz-zato, occorre un forte sostegnopolitico.
Va fatta tuttavia, a questo pro-posito, una distinzione tra due dis-positivi analoghi che da noi si usaidentificare con il concetto di
“sportello unico doganale”. Si
tratta dell’ “one stop shop” e del
“single window”. Il “single win-dow” è il meccanismo descrittopiù sopra: sistema di puro invio eraccolta di documenti e dati ine-renti alle operazioni di commer-cio internazionale, gestito nor-malmente secondo modalità te-
lematiche. Lo “one stop shop” in-
vece è l’istituto a cuifa riferimento l’art. 26del regolamento co-munitario 450/2008,ossia il meccanismo dicoordinamento deicontrolli eseguiti sullemerci oggetto discambio internazio-nale, affinché questiavvengano nello stes-so momento e nellostesso luogo.
In Italia si è concen-trata fino ad oggi l’attenzioneprincipalmente sull’implementa-
zione del primo strumento, quan-
do invece ci sarebbe bisogno più
del secondo, visto lo stato di fram-
mentarietà e di segmentazione
che caratterizza i vari organi ad-
detti ai controlli, come accennato
più sopra. Oltre ai controlli eseguiti
25
dogane
dalle autorità doganali,
esistono infatti i controlli
sanitari, fitosanitari, vete-
rinari, ambientali, di sicu-
rezza e così via, ciascu-
no dei quali è affidato
ad un’autorità diversa.
E poiché in Italia ci sono
ben 18 enti che inter-
vengono autonoma-
mente e senza nessun
coordinamento fra loro
nella catena dei con-
trolli sulle merci importa-
te ed esportate, la man-
cata realizzazione del
customs one stop shop
causa un’esposizione
eccessiva dei nostri por-
ti alla concorrenza degli
altri scali dell’Unione eu-
ropea, finendo con l’aggravare
quel gap strutturale ed organizza-
tivo che da tempo affligge il no-
stro Paese. In attesa quindi di rea-
lizzare il “single window”, penso sia
indispensabile realizzare quest’ul-
timo meccanismo, favorendo la
concentrazione dei controlli sulle
merci entro uno stesso luogo ed in
un unico, breve, arco temporale
sotto la supervisione di un’unica
lead agency, ossia l’Agenzia delle
Dogane. Per tale scopo ritengo si deb-
ba partire dalla resa contestualedei controlli doganali e sanitari el’attivazione delle procedure disdoganamento anticipato (cd.“pre-clearing”) presso tutti i portiitaliani. Inoltre, ritengo che moltidei problemi sopra elencati cheoggi penalizzano l’operativitàdelle imprese dal punto di vistadoganale, possano essere risoltiattraverso misure relativamentesemplici quali, ad esempio, un’or-
ganizzazione più flessibile degli
uffici pubblici preposti ai controlli
(anche quelli diversi dagli uffici
doganali: es. autorità sanitarie e
veterinarie) ed un maggiore co-
ordinamento degli orari di aper-
tura degli stessi.
Sarebbe infatti auspicabile
prevedere un presidio doganale
H23 realizzato mediante il sistema
telematico doganale e consenti-
re la trasmissione delle dichiara-
zioni nell’intero arco della giorna-
ta, con svincolo immediato della
merce non soggetta ad alcun
controllo, rinviando invece al
giorno successivo lo svincolo di
quelle assoggettate alle varie for-
me di controllo (documentale, fi-
sico, scanner) durante il normale
orario di apertura degli uffici, uni-
tamente all’attivazione del sopra
citato “pre-clearing”, ossia l’anti-
cipazione della trasmissione delle
informazioni relative all’arrivo od
alla partenza delle merci, al fine
di consentire analisi dei rischi an-
ticipate. Bisogna infine ricordare
che l’Italia fa parte di un conte-
sto all’interno del quale operano
27 paesi, con un unico confine,
ma che come accennato più so-
pra, cela al proprio interno realtà
socio-economiche profonda-
mente diverse. E’ necessario ef-
fettuare un riequilibrio dei con-
trolli eseguiti alla frontiera (ossia
presso i punti di ingresso delle
merci nel nostro Paese), con quel-
li interni, in quanto sono i primi a
causare i maggiori intralci al flus-
so delle merci nel nostro territorio,
con evidente vantaggio per altri
Stati membri.
Occorre pertanto ridistribuire i
controlli riducendoli alle frontiere
ed incrementando quelli eseguiti
all’interno del territorio, lungo tut-
ta la catena di approvvigiona-
mento, fino ad arrivare al consu-
matore finale.
Giovanni De Mari
26
Seac editoria fiscale
I volumi possono essere prenotati al Centro Studi e Servizi srl del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali - tel. 06 42004621 - e-mail: [email protected]
La presente pubblicazione viene proposta quale supporto essenziale per il profes-sionista che desidera disporre di un punto fermo nella variegata e intricata materiadegli scambi intracomunitari.
Va infatti evidenziato che la materia è stata oggetto di un importante interventonormativo (D.Lgs. n. 18/2010) di adeguamento del DPR n. 633/72 e del DL n. 331/93 al-le direttive comunitarie emanate nel corso degli anni. Va altresì precisato che nume-rosi sono stati i chiarimenti dell’Agenzia delle entrate e che non mancano nuoviorientamenti giurisprudenziali in materia, oltreché l’emanazione del recente Regola-mento del Consiglio dell’Unione europea n. 282/2011.
Il testo spazia dal trattamento IVA delle operazioni intracomunitarie agli adempi-menti contabili relativi a ciascuna operazione. Sono affrontate le problematiche ine-renti gli acquisti intracomunitari di automezzi, le operazioni di tentata vendita in am-bito comunitario, il commercio elettronico nonché le modalità di compilazione e pre-sentazione degli elenchi riepilogativi degli scambi intracomunitari (Modelli INTRA-STAT). Con particolare riferimento a questi ultimi modelli sono forniti numerosi esempidi compilazione.
Nel testo vengono analizzate, con taglio pratico ed operativo, le disposizioni inmateria di individuazione del luogo di imposizione ai fini IVA delle prestazioni diservizi previste dalle direttive comunitarie entrate in vigore a partire dal 1° gen-naio 2010. Tali modifiche vengono analizzate alla luce degli importanti chiari-menti forniti dal Regolamento UE n. 282/2011 e dalla Circolare dell’Agenzia del-le entrate n. 37/2011. L’esame della disciplina viene affrontato in primo luogo ri-cordando alcune nozioni fondamentali in materia di territorialità IVA ed in se-condo luogo analizzando le operazioni di riferimento ovvero cessioni di beni eprestazioni di servizi. In particolare per queste ultime si spazia dalle intermedia-zioni ai trasporti, dalla locazione e noleggio di beni mobili alla ristorazione e ca-tering, dalla pubblicità alla consulenza, dai servizi tramite mezzi elettronici a quel-li relativi ai beni immobili.
Non manca il richiamo alla normativa comunitaria e alle sentenze della Cortedi giustizia al fine di comprendere al meglio la normativa introdotta dal legislato-re nazionale nonché di risolvere eventuali problematiche che dovessero sorgerein relazione all’interpretazione della stessa. L’applicazione concreta delle regoledella territorialità viene, inoltre, chiarita attraverso l’utilizzo di numerosi esempi etabelle riassuntive. Vengono, poi, presi in considerazione, riportando esempi prati-ci di compilazione, tutti gli adempimenti IVA previsti a seguito dell’entrata in vigore della nuova disciplina in ma-teria di territorialità (archivio VIES, obblighi Intrastat, fatturazione, registrazione, richieste di rimborso).
Negli ultimi anni il Legislatore si è concentrato su nuove misure volte a limitarel’evasione fiscale.
È il caso della comunicazione delle operazioni con Paesi “black list” e la nuovacomunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA (spesometro).
L’elenco black list prevede la comunicazione all’Agenzia delle Entrate di ces-sioni ed acquisti di beni, nonché di prestazioni di servizi rese e ricevute nei con-fronti di operatori residenti in Paesi a fiscalità privilegiata, ovvero i Paesi inclusi nel-la cosiddetta “black list”.Il testo affronta l’obbligo di comunicazione dei clienti efornitori black list introdotto dal D.M. 30 marzo 2010, sulla base dei chiarimenti for-niti dalle Circolari dell’Agenzia delle Entrate n. 53/2010, n. 2/2011 e n. 27/2011. Lacomunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA di importo superiore ad €
3.000/3.600, introdotta dall’art. 21, D. L. n. 78/2010, e disciplinata dal Provvedimen-to 22 dicembre 2010, prevede l’obbligo di comunicare telematicamente all’A-genzia delle Entrate, in un unico adempimento annuale, per ciascun cliente/for-nitore, le cessioni/acquisti di beni e le prestazioni di servizi rese/ricevute rilevanti aifini IVA di importo pari o superiore a € 3.000, oppure € 3.600 (al lordo IVA) per leoperazioni per le quali non sussiste l’obbligo di emissione della fattura e quindi do-cumentate da scontrino/ricevuta fiscale.
Operazioni Intracomunitarie e Modelli Intrastat
La territorialità nella disciplina IVA
Le comunicazioni al fisco: - Operazioni Black List - Nuovi Elenchi Clienti e Fornitori
27
dogane
A ll’atto delle opera-zioni di sdogana-
mento, ricorre frequente-mente la necessità diprocedere al prelievo dicampioni al fine di verifi-care l’effettiva qualitàdella merce presentatain dogana. Non sempre,infatti, è possibile stabilirecon assoluta precisionela composizione fisica,chimica o, in alcuni casi, addirit-tura genetica di un prodottosemplicemente a mezzo dellasua ispezione: vi sono dei casi incui il ricorso a specifiche analisidi laboratorio è infatti assoluta-mente necessario.
Ovviamente, a seconda delledeterminazioni derivanti dall’a-nalisi dei prodotti, possono con-cretizzarsi rilevanti conseguenzedi carattere fiscale e impositivo,anche estremamente sfavorevo-li per l’operatore economico e leprove di laboratorio si presenta-no dunque come uno strumentoessenziale per valutare in modooggettivo le caratteristiche intrin-seche e le prestazioni proprie dideterminati materiali e prodotti.
Gli organismi deputati alleanalisi sono i Laboratori chimicidelle dogane che, per definizio-ne, si presentano come soggettiterzi, super partes nelle verifichedelle merci, e in grado di offrireuna precisa garanzia di legalitàed imparzialità.
A livello normativo comunita-rio, sono il Codice Doganale e lerelative Disposizioni attuative adettare le linee guida del prelie-vo dei campioni in dogana, di-sciplinandone modalità ed effet-ti: la regola fondamentale risie-de nel fatto che la dogana è as-solutamente libera di procedere
alla visita delle merci e, ove oc-corra, a prelievi di campioni peranalisi o controlli approfonditi,sempre però in piena garanzia dicontraddittorio.
In questo senso, il ruolo di ga-ranzia svolto dal doganalista è inquesta fase decisivo: è infattiquesta la figura professionaleche garantisce la correttezza, laconformità, la congruità ed il ri-spetto delle procedure di prelie-vo dei campioni in rappresen-tanza del proprio assistito. L’im-pianto normativo in materia è in-fatti tutto rivolto a garantire l’or-mai storica e tradizionale dialet-tica tra le parti che ha da sem-pre contraddistinto il momentodell’accertamento doganale. Inpiù, non può non notarsi cometale contraddittorio di leggepuò, come tale, essere soggettoa rigoroso controllo del rispettodei diritti (dell’operatore in parti-colare), anche in sede di con-tenzioso.
Salvo ipotesi speciali, il prelievodei campioni non può avere l’ef-fetto di fermare in dogana lamerce dichiarata per l’importa-zione e le DAC, all’art. 244, sonomolto chiare in proposito: l’auto-rità doganale, quando abbia
prelevato dei campioni per pro-cedere alla loro analisi o ad uncontrollo approfondito, concede“lo svincolo delle merci senza at-tendere il risultato di tale analisi ocontrollo”. Rimane però fermo ilfatto che, prima dello svincolo,debba procedersi alla previacontabilizzazione dei dazi e alconseguente pagamento o ga-ranzia dell’importo dovuto.
Il momento del prelievo deicampioni è dunque un puntocruciale della procedura di veri-fica, destinato ad incidere consi-derevolmente sugli esiti dellastessa, sia in fase di accertamen-to, sia in fase di contenzioso, lecui procedure sono precisamen-te delineate e standardizzate(prelievo, redazione foglio cam-pione, ASI, sigilli, rappresentativi-tà, registrazione esito a sistemaAida, esiti) e in relazione allequali l’operatore ha diritto chevengano sempre ed in ogni sederispettate.
Un problema concreto e rela-tivo al campionamento, sia intermini di modalità di effettuazio-ne del controllo, sia in termini dirappresentatività, attiene invecealla verifica (e al prelievo) a po-steriori, ex art. 78 del Codice Do-
Le procedure
di campionamento
28
dogane
ganale Comunitario. In alcuni ca-si, ovviamente, anche in sede dicontrollo a posteriori c’è bisognodi verificare (o, ancor meglio,analizzare) la merce importata,con il maggiore rischio però diperdere la rappresentatività deicampioni a causa di alterazionidei prodotti dovute al passaredel tempo o al loro utilizzo, ovve-ro a causa della non sicura ricon-ducibilità della merce a quella asuo tempo importata.
Occorre allora distinguere tracampioni di merce prelevatapresso l’importatore e campioniinvece prelevati presso terzi, ad-dirittura “inseguiti” a seguito di nu-merosi passaggi commerciali, diproprietà e di possesso.
Nel primo caso, l’onere dellaprova è di più facile assolvimen-to, rintracciandosi agilmente ilnesso che lega la merce all’im-portatore; nel secondo caso, in-vece, l’onere della prova è allevolte di estremamente difficilerealizzazione. La normativa in ma-teria (come anche la giurispru-denza) rimane lacunosa e, allostato, giova innanzitutto sottoli-neare che la di spo ni bi li tà dellemerci in capo alla dogana esisteall’atto dello sdoganamento, os-sia negli spazi doganali e negli al-tri appositamente autorizzati. In-fatti, solo fin quando la doganaabbia sotto controllo le merci
può sottoporle a visita, totale oparziale, per verificarne la corri-spondenza ai dati indicati nelladichiarazione anche attraverso ilprelevamento dei campioni
Sul tema, si riporta quanto dis-posto (si badi, in tema di campio-namento in dogana e successivacontestazione) dalla Sentenzadella Corte di Giustizia UE nellaCausa C-290/01, Derudder & CieSA, punto fermo ormai da tempoin tema di campionamento indogana. La CGCE ha infatti sta-tuito, tra l’altro, il principio gene-rale secondo il quale il dichiaran-te ha sempre la possibilità di con-testare la rappresentatività di uncampione, anche laddove siastato presente al momento del-l’operazione di prelievo e nonabbia sollevato, in quella sede,alcuna obiezione: a maggior ra-gione, quindi, la contestabilità delcampione vale nei casi in cui al-cun rispetto del contraddittorio èstato garantito all’atto del prelie-vo dei campioni stessi.
Partendo dalla considerazioneche la finalità della normativadoganale di riferimento è quelladi garantire una corretta appli-cazione dei dazi doganali, la Cor-te stabilisce che tale finalità pre-suppone che l’autorità esercitidebitamente la potestà impositi-va di cui è titolare e, a tal fine, lastessa dispone di un ampio pote-
re di controllo delle dichiarazionipresentate dall’operatore; allostesso modo, l’indicata finalità digarantire un esatto prelievo fisca-le può ancor meglio essere realiz-zata se si consente all’operatoredi mettere in evidenza quegli ele-menti di fatto che l’autorità nonha tenuto presente nel corso del-l’attività istruttoria. In sostanza,l’operatore può opporsi anchesuccessivamente al campiona-mento condotto dall’amministra-zione sempre che sia possibileprocedere ad un nuovo prelievo;circostanza che si verifica siaquando le merci non sono anco-ra state oggetto di svincolo, siaquando, pur essendo state im-messe in libera pratica, non han-no ancora subito alcuna altera-zione materiale. In questo ultimocaso, tuttavia, incombe sull’ope-ratore l’onere di dimostrare chela merce sia effettivamente rima-sta inalterata. Infatti, il prelievodei campioni successivo allo svin-colo, a seguito dei numerosi pas-saggi di proprietà, dei numerosicambi di luoghi di deposito, dellelavorazioni su bi te, non garantisceex lege l’identità e la rappresen-tatività della merce con quellaimportata, occorrendo a tal fineche si verifichino tutti i presuppo-sti previsti dalle norme e dalla giu-risprudenza sopra richiamate.
Ettore Sbandi
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29
dogane
I l decreto-legge sulle
semplificazioni con-
tiene disposizioni ur-
genti in materia di sem-
plificazioni tributarie
dando nuove regole
sull'accertamento e
sulla riscossione non-
ché in tema di efficien-
tamento e potenzia-
mento dell'azione del-
l'Amministrazione Finanziaria.
Viene esteso il potere delle
indagini finanziarie anche in se-
de di revisione dell'accerta-
mento alla scoperta della sot-
tofatturazione mentre la rivisita-
zione dell'art. 303 del TULD che
sottende uno squilibrio nel prin-
cipio di proporzionalità ne su-
scita i malumori delle catego-
rie interessate.
La normativa, a vasto raggio,
potenzia, tra l'altro, l'accerta-
mento doganale dando più
poteri ai funzionari dell'Agenzia
e snellisce il contenzioso doga-
nale abolendo la contraversia
doganale.
L'Agenzia delle Dogane è in-
tervenuta con la nota n.
2093/RU del 26/1/2012 del Di-
rettore Centrale Accertamenti
e Controlli, con la determina-
zione del 3 aprile 2012, n.
35529/RU e con il documento
di prassi n. 6/D del 4 aprile 2012.
Le modifiche del D.L. n.16/2012alla disciplina valutaria
Le modifiche apportate al
testo del D.Lgs.19 novembre
2008, n.195 sono avvenute in
tema di:
• sequestro (art.11, comma
8, lett. a) del D.L.);
• oblazione (art. 11, comma
8, lett. b) del D.L.).
Sono variate le percentuali
di sequestro, di cui all'art. 6,
comma 2, del D.Lgs. 195/2008,
nel modo seguente:
• nell'ipotesi che l'ecceden-
za non sia superiore a 10.000
euro, la percentuale è del 30%;
• nell'ipotesi in cui l'ecce-
denza superi 10.000 euro, la
percentuale sale al 50%.
All'art. 6, comma 2, è stato
aggiunto il comma 2-bis per ri-
badire la posizione di credito
privilegiato delle somme se-
questrate a garanzia delle san-
zioni amministrative pecuniarie.
È stato sostituito il comma 1
dell'art. 7 del D.Lgs. 195/2008, in
riferimento all'oblazione, che
dispone che il soggetto al qua-
le è stata contestata la viola-
zione può chiederne l'estinzio-
ne effettuando un pagamento
in misura ridotta e, più precisa-
mente:
pari al 5% del denaro con-
tante eccedente il limite nell'i-
potesi che l'eccedenza non di-
chiarata non è superiore a
10.000 euro con un minimo di
200 euro; bisogna dire che la
sanzione minima già in vigore è
stata solo ribadita con l'ag-
giunto del comma 1-bis all'art.
7 del decreto legislativo;
• pari al 15% se l'eccedenza
non supera i 40.000 euro.
Con l'aggiunta del comma
1-ter all'art. 7 è stato di nuovo ri-
badito che il pagamento può
essere effettuato con versa-
mento all'Agenzia delle Doga-
ne, alla Guardia di Finanza e al
MEF entro dieci giorni dal mo-
mento della contestazione con
le modalità di cui sopra.
Le somme relative al paga-
mento delle sanzioni ridotte,
pagate alla G.d.F., devono es-
sere trasmesse all'Agenzia delle
Dogane.
Con l'entrata in vigore della
disposizione, di cui al comma 5,
lett. b) dell'art. 7, il soggetto av-
vezzo a portare contanti oltre
frontiera (ci si riferisce ai corrieri
del contante) se viene pizzica-
to, in un anno non potrà più ri-
correre all'oblazione almeno
per cinque anni; il che significa
che dovrà pagare la sanzione
ordinaria, il 50% dell'eccedenza
del contante che sta tentando
di portare oltre frontiera.
Dogana
le novità
2012
30
dogane
Il nuovo art. 8, comma 3, ci ri-
corda che il decreto motivato,
con determinazione della san-
zione ed ingiunzione di paga-
mento, sarà adottato dal MEF
entro centoottanta giorni dalla
data in cui riceve i verbali di
contestazione.
Un'ultima modifica, apporta-
ta alla disciplina valutaria, si rife-
risce alle sanzioni, di cui all'art.9,
comma 1, del D.Lgs. 195/2008, e
riguarda l'applicazione e i crite-
ri che saranno adottati rima-
nendo fermi alcuni principi fissa-
ti dal Testo Unico della Discipli-
na Valutaria, il DPR 148/88.
Per quanto riguarda l'appli-
cazione delle sanzioni per le
violazioni di esportazione del
contante oltre i limiti consentiti
è stata prevista:
• una sanzione minima pecu-
niaria di 300 euro; il che significa
che se la somma eccedente è
meno di 1000 euro comunque
la cosa può essere sanata con
un versamento di 300 euro (che
è esattamente il 30% di 1.000). In
tale ipotesi si può ricorrere all'o-
blazione con il pagamento del
5% ma essendo 50 (il 5% su
1000) inferiore a 200, per poter-
ne usufruire si dovrà versare
quest'ultima somma.
Chi si troverà in questa situa-
zione difficilmente chiederà di
oblare essendosi allungata la
tempistica, in cinque anni, al fi-
ne di poterne usufruire un'altra
volta.
• Ai fini dell'applicazione del-
le sanzioni amministrative il MEF
terrà conto dei seguenti princi-
pi, di cui alla DPR 31 marzo 1988,
n. 148, che costituisce il T.U.L.V.,
che agli art. 23, 23-bis e 24, fissa
i criteri da tenere presente nel
momento in cui vengono com-
minate le sanzioni, quali:
• la gravità della violazione,
la natura dolosa o colposa e la
personalità dell'autore;
• il principio della legalità, in-
teso nel senso che nessuno può
essere assoggettato a sanzioni
se non in forza di una legge en-
trata in vigore prima della com-
missione della violazione;
• il principio del favor rei.
In tema di prescrizione essa
parte dal giorno in cui è stata
commessa la violazione per un
tempo di cinque anni.
Abrogazione della controversiadoganale
Il ricorso gerarchico vigente
per le controversie doganali
continua a vivere per quelli in-
staurati alla data di entrata in
vigore del D.L. 2 marzo 2012 n.
16 ma non oltre tale data es-
sendone state soppresse o
abrogate le norme di riferi-
mento.
Lo ha stabilito l'art. 12, commi
1 e 2, del decreto in commento
intervenuto sull'art. 11 del D.Lgs.
n. 374/90, al secondo periodo
del comma 6, sopprimendolo,
che prevedeva la presentazio-
ne dell'istanza per il ricorso ge-
rarchico, entro trenta giorni, al-
l'ex Direttore Compartimentale,
ora Direttore Regionale o Inter-
regionale per la definizione.
È stato anche abrogato il
comma 7 dello stesso articolo
che prevedeva la rettifica da
contestare all'operatore entro
30 giorni dalla data di notifica
dell'avviso. Il secondo comma
dell'art. 12 del D.L. n. 16/2012 fa
salvi, ovviamente, i procedi-
menti amministrativi per la riso-
luzione delle controversie, di cui
agli art. 66 e seguenti del TULD
(Testo Unico delle disposizioni in
materia doganale) instaurati al-
la data di entrata in vigore del
decreto (2 marzo 2012).
Gli articoli 66 e seguenti del
TUIR riguardano la procedura
della controversia:
• la richiesta, ora, al Direttore
Regionale o Interregionale di
provvedere alla risoluzione del-
la controversia;
• la composizione del colle-
gio dei periti doganali;
• il tempo per la decisione
(quattro mesi);
• la possibilità, nell'ambito del
ricorso gerarchico, al MEF entro
40 gg;
• la composizione dei periti
doganali a livello ministeriale;
• la decisione del Ministro en-
tro sei mesi.
Si ricorda che già dal 1° gen-
naio 2002 i ricorsi in tema di
contenzioso doganale erano
stati devoluti alle Commissioni
Tributarie ma nel contempo è
stata data la possibilità agli
operatori di poter ricorrere a li-
vello amministrativo, avverso il ri-
getto dell’istanza di revisione
dell'accertamento doganale.
Salvo per quelli in corso, non
è più possibile sfruttare questa
possibilità essendo la materia
doganale molto specialistica e
poco accessibile per i non ad-
detti ai lavori.
Francesco CampanileAndrea Colantuono
31
scenari
S ulla Gazzetta uffi-
ciale n. 169 del 21
luglio 2012 è stato pub-
blicato il decreto legis-
lativo 22 giugno 2012 n.
105 che contiene “Mo-
difiche ed integrazioni
alla legge 9 luglio 1990,
n. 185, recante nuove
norme sul controllo del-
l'esportazione, importa-
zione e transito dei ma-
teriali di armamento, in
attuazione della diretti-
va 2009 n. 43 CE, che
semplifica le modalità
e le condizioni dei tra-
sferimenti all'interno
delle Comunità di pro-
dotti per la difesa, co-
me modificata dalle
direttive 2010/80/UE e
cambiano le norme
Nel rispetto dei principi ge-
nerali sanciti dal Trattato in te-
ma di circolazione intracomu-
nitaria, di tutela della concor-
renza e di realizzazione sostan-
ziale del mercato interno, le isti-
tuzioni comunitarie hanno pro-
mosso attraverso la citata Di-
rettiva un’armonizzazione nor-
mativa in materia di circolazio-
ne intracomunitaria di prodotti
per la difesa, introducendo nel
contempo sostanziali semplifi-
cazioni.
Si badi che prima della ema-
nazione della Direttiva, il ruolo
dell’Unione europea in materia
era stato meramente di indiriz-
zo e raccomandazione, la-
sciando di fatto agli Stati mem-
bri un’autonomia normativa
molto ampia, resa possibile dal-
l’art. 296 TCE (vedi anche art.
346 Trattato sul funzionamento
UE) che, pur non escludendo
esplicitamente i materiali di ar-
mamento dal mercato comu-
ne, prevede la possibilità di
adottare misure particolari da
parte dei Paesi membri.
Di seguito si anticipano alcu-
ne novità di particolare interes-
se contenute nella legge 9 lu-
glio 1990 n. 185 come modifica-
ta dal D. lgs. 22 giugno 2012
n.105 (in attuazione della diret-
tiva 2009 n. 43 CE).
Viene introdotta una fatti-
specie nuova, quella del “tra-
sferimento intracomunitario”
di materiali di armamento
(cfr. art. 1).
Prima della riforma la legisla-
zione nazionale in materia di
circolazione internazionale di
materiali di armamento consi-
derava come “importazione” o
come “esportazione” (ovvia-
Prodotti
2012/10/UE per quanto riguar-
da l'elenco di prodotti per la
difesa”; il D. lgs. è stato adotta-
to dal Governo su specifica
delega stabilita nell’art. 12 del-
la legge 15 dicembre 2011 n.
217 (legge comunitaria 2010).
Giunge pertanto a compi-
mento un ampio progetto co-
munitario di riordino normativo
in materia di circolazione inter-
nazionale di prodotti per la di-
fesa, le cui basi sono state po-
ste negli ultimi anni dalla Posi-
zione comune 2003/468/PESC
del 23 giugno 2003 (sul control-
lo delle intermediazioni di ar-
mi) dalla Posizione comune
2008/468/PESC dell’8 dicem-
bre 2008 (che definisce norme
comuni per il controllo delle
esportazioni di tecnologia e
attrezzature militari) e da ulti-
mo dalla direttiva 2009/43/CE.
difesa
scenari
32
mente ai fini autorizzativi) qual-
siasi movimento in entrata o
uscita dall’Italia, evidenziando
in tal modo una sostanziale
scollatura tra le definizioni con-
tenute nella legge speciale e
quelle dettate dalla normativa
doganale; i due concetti torna-
no oggi a “riallinearsi”.
Per i trasferimenti intraco-
munitari di materiali di arma-
mento vengono dettate pro-
cedure di autorizzazione più
semplici che prevedono la
necessità della sola “licenza
preventiva di trasferimento
comunitario” (cfr. artt. da 10-
bis a 10-quinquies).
La licenza preventiva può as-
sumere la forma di autorizzazio-
ne generale, autorizzazione glo-
bale o autorizzazione individua-
le: quest’ultima ha peraltro, nel-
lo spirito della direttiva, un ca-
rattere di mera eccezionalità
laddove invece le autorizzazioni
generali e globali dovrebbero
costituire la norma.
In particolare le autorizza-
zioni preventive generali sono
pubblicate dagli Stati membri
in considerazione di una parti-
colare qualificazione sogget-
tiva del destinatario (forze ar-
mate comunitarie, ammini-
strazione aggiudicatrice nel
settore della difesa o impresa
certificata) oppure del tipo di
operazione (trasferimento co-
munitario per riparazione o
manutenzione). Tra le novità di
particolare interesse vi è an-
che l’istituto della “certifica-
zione di impresa” (cfr. art. 10-
sexies), che attribuisce alle
aziende che ne facciano ri-
chiesta uno status di partico-
lare affidabilità sulla base di
sei criteri ripresi dall’art. 9 del-
la Direttiva.
Sul prossimo numero del Do-
ganalista verranno trattati
analiticamente i punti più im-
portanti della riforma, trac-
ciando un confronto analogi-
co con la normativa comuni-
taria che disciplina la circola-
zione internazionale di prodot-
ti a duplice uso.
Enrico Perticone
33
giurisprudenza
M ediante sentenza deposita-ta il 31/05/2012, il TAR per la
Lombardia, nel ribadire la supre-mazia della norma comunitariasulla norma interna con obbligo dinon applicazione delle disposizio-ni interne contrastanti, sviluppaprofili di interesse con riguardo al-la sospensione dell’autorizzazionead operare in procedura domici-liata. Nel caso di specie, la so-spensione dell’autorizzazione erastata disposta dall’Agenzia delledogane sulla base di quanto pre-visto dal decreto 7/12/2000 del Di-rettore generale del dipartimentodelle dogane e delle imposte indi-rette. Il TAR per la Lombardia hatuttavia ritenuto che le ipotesi disospensione dell’autorizzazionepreviste dal decreto 7/12/2000debbano essere disapplicate difronte alle diverse prescrizioni delReg. CEE 2454/93 e, in particolare,che l’autorizzazione per la proce-dura di domiciliazione non possaessere sospesa quando vi sianofondate ragioni per ritenere che ilsuo titolare sia incorso in reati con-nessi ad una violazione della nor-mativa fiscale, potendo ciò avve-nire solo relativamente a violazionidi norme doganali.
La controversia sottoposta alTAR Lombardia nasceva dal fattoche l’Agenzia delle dogane ave-va proceduto a sospendere l’au-torizzazione rilasciata ad una so-cietà di spedizioni e logistica peroperare in procedura domiciliatasulla base della rilevata pendenzadi un procedimento penale a ca-rico del suo legale rappresentan-te relativo a pretesi illeciti fiscali inmateria di IVA. Più precisamente,l’Agenzia delle dogane avevanotificato alla società, ex articoli 7e 8 della legge 241/1990, l'avviodel procedimento amministrativodi sospensione dell’autorizzazione
alla procedura di domiciliazione,deducendo come fosse emersoche nei confronti del suo ammini-stratore e legale rappresentanterisultasse pendente un procedi-mento penale relativo ad opera-zioni rilevanti a fini IVA. Nelle moredel procedimento, la società pro-duceva la delibera assembleareattestante la nomina di un nuovoconsiglio di amministrazione, mala circostanza veniva ritenuta to-talmente irrilevante dall’Agenziadelle dogane.
Va osservato che la norma ap-plicabile per determinare i pre-supposti per la sospensione del-l’autorizzazione per la proceduradi domiciliazione per movimenta-re merce di terzi proprietari è co-stituita dall’art. 253 quinquies delregolamento CEE del 2/7/1993, n.2454. Tale articolo è stato introdot-to dal Reg. CE del 17/11/2008, n.1192 ed è in vigore a decorreredal l’1/01/2009. A tale previsionedoveva pertanto farsi riferimentoai fini della decisione della contro-versia, benché l’entrata in vigoredell’art. 253 quinquies fosse inter-venuta medio tempore, ovveronelle more del procedimento disospensione dell’autorizzazione.Deve infatti ricordarsi che la legit-timità di un provvedimento ammi-nistrativo è da valutarsi in relazio-ne alle norme vigenti al tempo incui esso è stato adottato: sicché,se in pendenza di un procedi-mento amministrativo intervieneuna nuova normativa, l’atto chene è l’epilogo deve adeguarsi al-la normativa nel frattempo entra-ta in vigore. Per quanto rileva ai fi-ni della pronuncia in commento,l’art. 253 quinquies, paragrafo 1,lettera b), prevede che un’auto-rizzazione per la procedura di di-chiarazione di domiciliazione ven-ga sospesa dall’autorità dogana-
le di rilascio se: “le autorità doga-nali hanno ragioni sufficienti per ri-tenere che il titolare dell’autoriz-zazione o un’altra persona di cuiall’art. 14 nonies, paragrafo 1, let-tere a), b) o d), abbia commessoun atto passibile di procedimentopenale e connesso ad una viola-zione delle norme doganali”.
Sulla base di dette premesse, siapprezza la sentenza in commen-to per aver evidenziato alcunipunti di rilievo. In primo luogo, chea nulla rileva il fatto che il decretodel Direttore generale del diparti-mento delle dogane del7/12/2000 contempli altre ipotesidi sospensione dell’autorizzazio-ne: la supremazia del diritto co-munitario impone, infatti, al giudi-ce di non applicare le disposizioniinterne che con esso siano in con-trasto. In secondo luogo, la so-spensione dell’autorizzazione allaprocedura domiciliata nemmenopuò giustificarsi in base alla lette-ra a) del comma 1 dell'art. 253quinquies del Reg. CEE 2454/93,secondo cui la misura restrittivapuò essere applicata in caso diinosservanza dei criteri e dellecondizioni che devono essere ve-rificate al momento del suo rila-scio: l'art. 14 nonies del citato re-golamento prevede, infatti, che ladomanda di autorizzazione possaessere respinta se nei tre anni pre-cedenti alla sua presentazione ilrichiedente abbia commessouna violazione grave o ripetutadella normativa doganale. Sic-ché, osserva il TAR Lombardia, an-che ai fini del rilascio del provve-dimento autorizzativo, possonoostare solo violazioni della norma-tiva doganale e non di altro ge-nere, non essendovi alcuna possi-bilità per gli Stati membri di preve-dere alcunché di diverso.
Fabrizio Vismara
TAR Lombardia 31 maggio 2012
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Il dott. Giuseppe Peleggi ed il suo staff dirigenziale ha recepito le richieste degli ope-ratori e di alcune associazioni di categoria emiliano-romagnole, che hanno avuto l’occa-sione di informarli su alcune prassi attuate in modo non omogeneo sul territorio.
La problematica riguardava, in particolare, la diversa interpretazione da parte degliuffici periferici dei tempi di intervento da parte delle Autorità doganali, nell’ambito delleoperazioni doganali di esportazione in procedura domiciliata.
Devo sottolineare il fatto che l’agenzia ha analizzato, con l’attenzione sperata, quan-to esposto da alcuni esponenti della nostra categoria. Il provvedimento prot.78736/RU del22 giugno 2012 ha risolto il problema presentato, semplificando in modo sostanziale gliadempimenti per tutti i soggetti certificati AEO che esportano le proprie merci in procedu-ra domiciliata, nonché per i loro rappresentanti, CAD (centri di assistenza doganale) com-presi, purché parimenti certificati AEO.
Indipendentemente dagli orari dell’Ufficio delle Dogane competente, gli esportatoried i loro rappresentanti certificati AEO potranno beneficiare del servizio di sdoganamentotelematico in procedura domiciliata per le operazioni di esportazione e di esportazione ab-binata a tran si to dalle ore 1.00 alle ore 24.00.
Nell’eventualità in cui la dichiarazione doganale risulti sottoposta a controllo, lo stessoverrà effettuato negli orari e nei giorni di operatività dell’ufficio competente.
La nuova disposizione da un lato agevola le esportazioni delle nostre aziende in que-sto difficile momento di crisi e, dall’altro, concede un importante beneficio agli operatori eai loro rappresentanti certificati AEO, dimostrando di mettere effettivamente in atto quelrapporto fiduciario che in questi anni l’Agenzia sta cercando di instaurare con gli operato-ri e gli intermediari “affidabili”. La speranza nostra, di doganalisti e CAD, è che questi interessicomuni possano essere ulteriormente sviluppati anche su altre problematiche, dopo unconfronto leale e trasparente, come avvenuto anche in questa occasione.
Tauro Stella
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Dott. Franco MestieriSpedizioniere Doganale
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centro studi
I l Centro Studi e Servizi del Consi-
glio Nazionale degli Spedizionieri
Doganali ha stipulato una conven-
zione con lo studio Giffoni per la for-
nitura di alcuni servizi messi a dispo-
sizione di tutti gli iscritti.
Lo sportello internazionalizzazio-
ne è uno strumento utile per tutti gli
operatori dediti alle problematiche
di commercio con l’estero in quan-
to permette l’aggiornamento con-
tinuo ed in tempo reale di tutte le
disposizioni doganali.
Particolare importanza assume
poi l’aggiornamento delle “regole
di origine preferenziale”, in quanto
si potranno consultare tutti gli ac-
cordi di associazione dell’Unione
Europea e le regole dei singoli ac-
cordi. I protocolli “origine” contenu-
ti negli accordi preferenziali, sono
disponibili per gli abbonati, al servi-
zio "Sportello internazionalizzazio-
ne", in versione consolidata, sul sito
"normativa comunitaria".
Il “pacchetto servizi”, denomina-
to “Sportello Internazionalizzazione”
è offerto al costo di euro 252,00 IVA
inclusa, mediante sottoscrizione di
abbonamento annuale.
L’importo dell’abbonamento
può essere versato mediante boni-
fico presso:
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AGENZIA 252 – BARBERINI – ROMA
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Sportellointernazionalizzazione
“Normativa comunitaria”• Codice doganale comunitario• DAC
• Regole di origine preferenziale• Franchigie doganali
Il contenuto della "Normativa co-munitaria" è disponibile su internet.Tutte le norme contenute nelle pagi-ne internet in questione possono es-sere salvate sul computer dell'abbo-nato. Ad ogni modifica di una nor-ma contenuta nella "Normativa co-munitaria", l'abbonato sarà avvisatodirettamente via e-mail. Si accedealla pagina web "Normativa comu-nitaria" unicamente tramite la user-name e la password che verrà for-nita ad ogni abbonato.
Bollettino @Dogana• newsletter sulle novità in mate-
ria doganale comunitaria.
Il bollettino @dogana è inviato
settimanalmente via e-mail diretta-
mente a tutti gli abbonati.
Consulenza Doganale “breve”fornita, su richiesta, via e-mail, diret-
tamente dallo Studio Giffoni di
Bruxelles:
☛ classificazione delle merci;
☛ interpretazione legislazione do-
ganale;
☛ interpretazione delle regole di
origine;
☛ consigli sui regimi doganali da
applicare all’importazione;
☛ antidumping.
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professione
Responsabilità civile
obbligatoria
Apartire dal 13 Agosto2012 la stipula di un’assi-
curazione di responsabilità ci-vile professionale sarà obbli-gatoria per tutti i doganalistiiscritti all’albo, come previstodalla Legge 148/11, laddoveinvece fino ad oggi costituivasemplicemente un compor-tamento professionalmente edeontologicamente forte-mente auspicabile.
Riteniamo quindi che l’in-troduzione di tale obbligodebba essere salutata positi-vamente, dal momento cheun quadro operativo di riferi-mento sempre più articolatoed un contesto giuridico incontinua evoluzione impon-gono al doganalista la realenecessità di dotarsi di unostrumento che lo tuteli ade-guatamente nell’eserciziodella professione, strumentoche inoltre sarà in grado dimigliorare, consolidare e ren-dere più trasparente il rap-porto con la clientela. Il cen-
tro Studi e Servizi del ConsiglioNazionale degli SpedizionieriDoganali ha studiato tramitebanchero costa insurancebroker spa una polizza assicu-rativa per la copertura delleresponsabilità aperta a tuttigli Spedizionieri Doganaliiscritti nel relativo albo.La po-lizza è strutturata per soddi-sfare le esigenze dei dogana-listi che operano in rappre-sentanza diretta e/o indirettaed assicura multe, ammendeo sanzioni pecuniarie irrogateal proprietario delle merci oad altri che agiscono per suoconto o all’Assicurato stessoquale responsabile in solido.
Riteniamo utile quindi, pub-blicare la tabella dei premidivisa per tipologia di respon-sabilità da assicurare: diretta,con asseverazione, indirettaed il massimale che si vuolegarantire, precisando che nelnumero Gennaio/Febbraio2012 troverete altre informa-zioni sulla nostra polizza.
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libri
Il Centro Studi eServizi srl ha pub-blicato una seriedi volumi destinatiagli spedizionieridoganali ed aglioperatori del settoredoganale e del commerciointernazionale. Tale iniziativaha lo scopo di offrire un validosupporto per la conoscenza el’approfondimento degli argo-menti più significativi che domi-nano un settore in continuaevoluzione, soggetto a profondicambiamenti. Nell’ambito delleproprie competenze, l’attività ed-itoriale intrapresa dal Centro Studie Servizi srl ha prodotto una col-lana di opere redatte da e sper ti del settore, per un’analisidelle problematiche dal punto divista tecnico, fiscale e legale.
In considerazione dei risultatiraggiunti, il Centro Studi e Servizi srlha il piacere di presentare i volu-mi pubblicati in tre anni di attività,importanti guide che, oltre a sod-disfare la necessità di acquisiresempre più informazioni in un set-tore così vasto come quello do-ganale, arricchiscono la culturaprofessionale di tutti co lo ro cheoperano nel settore. Con l’occa-sione, si ricordano gli altri servizi of-ferti dalla Società: abbonamentoSportello Internazionalizzazione
(aggiornamento in tem-po reale sulla normativacomunitaria e consulen-za diretta per lasoluzione dei problemioperativi nell’ambito
delle doganec o m u n i -tarie); pro-grammaformazioneprofes-sionale(iniziatonel
2007,r e g i -s t r a -zio ne sudvd di video le zio -ni relative agli ar-gomenti più attualiinteressanti la cate-goria); programmaformazione a distan-za (attivo dal 2009, sipropone in una seriedi quesiti a rispostamultipla interamente online, per la verifica del livello pro-fessionale dell’iscritto a seguitodella visione di una video lezionesu uno specifico argomento);materiale didattico per la pre pa -
ra zio ne agli esami per il con-seguimento della patente dispedizioniere doganale (7 dvdrelativi alle materie oggetto del-l’esame + 2 manuali utili per leprove scritte ed orali).
Si richiama l’attenzione anchesull’ultima opera promossa dalCentro Studi e Servizi srl: “In-coterms 2010” (versione bilingueitaliano-inglese), pubblicazionedella Camera di Commercio In-ternazionale, personalizzata con illogo del Consiglio nazionale degliSpedizionieri doganali, membrodel gruppo di lavoro che hapartecipato alla redazione delvolume.
Si fa presente che, per motivi dispazio redazionale, le prefazionidei libri possono essere consultatenel sito web del Consiglionazionale degli Spedizionieri do-ganali (www.cnsd.it).
Per qualsiasi infor-mazione e/o preno-
tazione si prega ri vol -ger si alla se gre te riadel Centro Studi eServizi srl (e-mail: [email protected])
Le nostre pubblicazioni
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filo diretto
L a revisione dell’accerta-mento è disciplinata dall’art.
78 del Reg. Cee 2913/92 (Codi-ce Doganale Comunitario di se-guito CDC) e dall’art. 11 del D.Lgs 374/90. L’Articolo 78 del co-dice doganale comunitario dis-pone infatti che:
“1. dopo aver concesso losvincolo delle merci, l’autoritàdoganale può procedere allarevisione della dichiarazioned’ufficio o su richiesta del di-chiarante.
2. (…) 3. Quando dalla revisione del-
la dichiarazione (…) risulti che ledisposizioni che disciplinano il re-gime doganale considerato so-no state apposte in base ad ele-menti inesatti o incompleti, l’au-torità doganale (…) adotta iprovvedimenti necessari per re-golarizzare la situazione.”
L’art. 11 del D. Lgs. 374/90 com-ma 1, come il suddetto art. 78CDC, prevede la possibilità diprocedere alla revisione dell’ac-certamento divenuto definitivosia d’ufficio che su richiesta del-l’operatore entro il termine massi-mo di 3 anni dalla data in cuil’accertamento è divenuto defi-nitivo. Il comma 5 del D. Lgs374/90 prevede che, quandodalla revisione emergano inesat-tezze, omissioni o errori relativi aglielementi presi a base dell’accer-tamento, l’ufficio provvede allasuccessiva rettifica.
Il successivo comma 8 stabili-sce che “divenuta definitiva larettifica, l’ufficio procede al re-cupero dei maggiori diritti dovuti
Revisione dell’accertamentoe rimborso delle imposte
dall’operatore ovvero promuoved’ufficio la procedura per il rim-borso di quelli pagati in più”.
Per il rimborso dell’IVA, l’opera-tore potendo avvalersi della fa-coltà di detrazione prevista dal-l’art 19 del DPR 633/72, potràspecificare che ha deciso di ri-nunciare al rimborso dell’IVA.
Se invece il contribuente deci-de di richiedere il rimborso, lostesso dovrà essere indicato nel-l’istanza di revisione dell’accer-tamento. È opportuno però ricor-dare che per ottenere il rimborsola dogana dovrà ottenere an-che il nulla osta della competen-te Agenzia delle Entrate. Perquanto sopra indicato, natural-mente, si sconsiglia di chiedere ilrimborso dell’Iva per evitare uncontrollo analitico da parte del-l’Agenzia delle Dogane.
La revisione dell’accerta-mento, pertanto, è un procedi-mento amministrativo median-te il quale l’autorità doganaleinterviene a posteriori sulla di-chiarazione doganale, per re-golarizzare la dichiarazionestessa, sulla base di nuovi ele-menti o di quelli esistenti, manon correttamente valutati.
La revisione dell’accertamen-to rappresenta il mezzo attraver-so il quale gli Uffici doganali ri-esaminano un procedimento diaccertamento concluso e, senecessario, apprestano i rimedidel caso, laddove il procedimen-to stesso sia stato concluso sullabase di elementi inesatti o in-completi. Per mezzo della revisio-ne dell’accertamento, si può in-
tervenire sugli elementi oggettiviche sono stati posti a base del-l’accertamento doganale, co-me la quantità, la qualità, il valo-re, l’origine. Per quanto concer-ne il valore, si può procederecon la revisione dell’accerta-mento se, a seguito di modificadel compenso versato dalla so-cietà importatrice a quellaesportatrice, vi sia una modificadel valore dichiarato in dogana.Ciò potrebbe avvenire qualorala fattura emessa successiva-mente all’operazione, abbia unimporto differente da quello ri-portato nella fattura pro-formapresentata all’importazione.
Applicazione al caso concretoNel caso in questione, la socie-
tà Produttiva Cinese ha sovrafat-turato i prodotti venduti alla Ca-sa Madre Italiana, la quale ha ri-venduto tali prodotti ai propriclienti ad un prezzo inferiore, rea-lizzando consistenti perdite.
Per effettuare la revisione del-l’accertamento, relativamenteal valore dichiarato, si dovrebbedimostrare che il valore relativoalle importazioni effettivamentediverso da quello dichiarato al-l’atto dell’importazione rettifi-cando la fattura presentata indogana mediante l’emissione diuna nota a credito da parte del-la società venditrice. Nel caso inoggetto, il pagamento è avve-nuto a fronte di fatture emessedalla società produttiva cinesesenza la possibilità, per quest’ulti-ma, di emettere delle note dicredito nei confronti della casa
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filo diretto
madre italiana. Come sopraesposto si può effettuare la revi-sione dell’accertamento, per mo-dificare la dichiarazione, sulla ba-se di elementi nuovi o sulla basedi quelli esistenti ma non corretta-mente valutati. Se la rettifica del-la fatturazione, mediante emissio-ne di note di credito, non fossepossibile, gli elementi dell’accer-tamento rimarrebbero invariati ela revisione sarebbe possibile solosulla base degli elementi esistentiqualora gli stessi non fossero staticorrettamente valutati.
Purtroppo il valore dichiarato indogana è basato su una fatturaformalmente corretta e il relativopassaggio di denaro coincidecon l’importo indicato nella stes-sa fattura. Pertanto, per poter ef-fettuare la revisione del valore di-chiarato in dogana, l’unica viapercorribile sarebbe quella dellarettifica della fattura presentataall’importazione mediante emis-sione di nota a credito della so-cietà produttiva cinese.
Per quanto concerne la possi-bilità di effettuare la revisionedell’accertamento senza la suc-cessiva richiesta di rimborso deidazi, si evidenzia che l’impiantonormativo non prevede tale pos-sibilità poiché, qualora dalla revi-sione risultasse che il valore siainferiore a quello dichiarato al-l’atto dell’importazione, l’Autori-
tà Doganale procederebbe au-tomaticamente a rimborsare imaggiori dazi versati dall’opera-tore. Infatti l’art. 11 comma 8 delD. Lgs 374/90 prevede che, unavolta concessa la rettifica, la Do-gana “procede al recupero deimaggiori diritti dovuti dall’opera-tore ovvero promuove d’ufficiola procedura di rimborso di quel-li pagati in più”.
Dichiarazione del valore in doganaPer quanto riguarda le future
importazioni, il valore da indicareall’atto dell’importazione dovràessere conforme a quanto stabili-to dal Codice doganale comuni-tario, dalle Disposizioni di applica-zione del codice (DAC) e dai re-lativi allegati. L’art. 29 del CDCprevede espressamente che “ilvalore delle merci importate è ilvalore di transazione (…) sempreche il compratore ed il venditorenon siano legati o, se lo sono, ilvalore di transazione sia accetta-bile ai fini doganali ai sensi delparagrafo 2”.
Ai sensi del paragrafo 2 il valo-re di transazione, di un’operazio-ne effettuata tra due società le-gate, è ammesso purché il lega-me tra acquirente e venditorenon abbia influito sul prezzo. Qua-lora l’amministrazione doganaleritenga che detto legame abbiainfluito sul prezzo di vendita, essarichiede all’operatore chiarimen-
ti, garantendogli la possibilità difornire tutte le altre informazioniparticolareggiate, necessarie perconsentire di esaminare le circo-stanze della vendita; il valore ditransazione è accettato se il di-chiarante dimostra che detto va-lore si avvicina molto al valore ditransazione in occasione di ven-dita tra compratori e venditoriche non sono legati, di merciidentiche o similari extra UE chedevono essere importate nellaComunità Europea.
Anche l’allegato 23 delle DAC,chiarendo quando stabilito dal-l’art. 29 CDC, prevede che, nelcaso in cui il compratore ed ilvenditore siano legati, il valore ditransazione sarà ammesso comevalore in dogana purché detti le-gami non abbiano influito sulprezzo. Qualora non sia così l’au-torità doganale potrà espletarele formalità sopra descritte.
Pertanto, trattandosi di cessio-ni infragruppo, bisognerà accer-tare che il prezzo di transazionenon sia stato influenzato dal lega-me tra la casa madre italiana ela società produttiva cinese, eche, pertanto, tale prezzo sia in li-nea rispetto a quello relativo alleimportazioni di merci identiche osimilari, effettuato tra due societànon legate.
Andrea ToscanoEnrico Calcagnile
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