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IL GENOCIDIO ARMENO

Il genocidio armeno

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Il genocidio armeno, a cura di Chiara Bianchi, IIIA, a.s. 2013-2014, Ist. Compr. "San Vito", San Vito Romano (Rm). Memoria e ricordo oggi.

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IL GENOCIDIO ARMENO

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IL GENOCIDIO ARMENO

L'espressione Genocidio armeno, talvolta Olocausto degli Armeni o Massacro degli Armeni, si riferisce a due eventi distinti ma legati fra loro. Infatti, il

genocidio armeno si è svolto in due fasi principali. Il primo massacro (1894-1897) è legato alla figura del sultano Abdul Hamid II, il quale volle punire una

popolazione in rivolta attuando violentissime repressioni. Il secondo massacro (1915-1923), quello drammaticamente più importante, è invece legato al gruppo dei Giovani Turchi, che per vedere realizzati i propri obiettivi nazionalisti hanno pianificato scientificamente l’eliminazione della popolazione armena presente

nel paese.

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Gli Armeni, situati a mo' di cuneo fra i Turchi dell'Anatolia e quelli del Caucaso, costituivano un' isola non-turca in mezzo al grande mare

delle popolazioni turche. Erano un ostacolo sulla via della realizzazione di questo progetto e fu quindi stabilito di

sterminarli onde poter creare la Grande Turchia.

Scopo principale del movimento nazionalista turco era la creazione di un grande impero panturco che inglobasse tutte le

popolazioni turche, dal Mar Egeo ai confini della Cina.

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Il primo massacro Nel 1890 nell'Impero Ottomano si contavano circa 2 milioni di armeni, in maggioranza cristiani-ortodossi monofisiti. Gli armeni erano sostenuti dalla Russia nella loro lotta per l'indipendenza, poiché la Russia aspirava ad indebolire l'Impero ottomano per annetterne dei territori ed eventualmente appropriarsi di Costantinopoli. Per reprimere il movimento autonomista armeno, il Governo ottomano incoraggiò fra i curdi, sentimenti di odio anti-armeno. L’oppressione che dovettero subire dai curdi e l’aumento delle tasse imposto dal governo turco esasperò gli armeni fino alla rivolta, alla quale l'esercito ottomano, affiancato da milizie irregolari curde, rispose assassinando migliaia di armeni e bruciandone i villaggi (1894).

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Il secondo massacro Nel periodo precedente la prima guerra mondiale all'impero ottomano era succeduto il governo dei « Giovani Turchi ». Costoro temevano che gli armeni potessero allearsi coi russi, di cui erano nemici. Nel 1915 alcuni battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro fila armeni che in precedenza avevano militato nell'esercito ottomano. Intanto, l'esercito francese finanziava e armava a sua volta gli armeni, incitandoli alla rivolta contro il nascente potere repubblicano. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli. Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai «Giovani Turchi».

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LE MARCE DELLA MORTE

Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste marce della morte

furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze ancora valide tra

Germania e Impero Ottomano (e oggi con la Turchia) e si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle piu' note marce ai danni dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale. Oltre centinaia di

migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco.

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LO STERMINIO DEGLI ARMENI

In un congresso segreto dei "Giovani Turchi", tenutosi a Salonicco nel 1911, fu deciso di sopprimere totalmente gli armeni residenti in Turchia. L'occasione per realizzare questo piano di sterminio si presentò con lo scoppio del Primo Conflitto Mondiale allorquando le potenze europee, impegnate nella guerra, non potevano interferire nelle faccende interne della Turchia. Furono arrestati ed in seguito uccisi tutti gli intellettuali, i sacerdoti, i dirigenti politici. Nelle città e nei villaggi abitati da Armeni rimasero quindi solo donne, vecchi e bambini. Per loro venne decretata la deportazione.

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I mezzi usati per compiere questo sterminio furono di un'inaudita ferocia e di un sadico accanimento contro le vittime. Chi riusciva a sfuggire al massacro periva per la fame, la sete, le malattie e gli stenti del lungo viaggio compiuto a piedi per centinaia di chilometri. Perirono così circa 1.500.000 di persone: la quasi totalità degli Armeni di Turchia.

Furono risparmiati solo quelli residenti a Istanbul e Smirne, perchè troppo vicini a sedi diplomatiche straniere. Si salvarono pure gli abitanti di alcune province in prossimità del confine russo, che si misero al riparo fuggendo oltre frontiera o furono salvate dall'avanzata dell'esercito russo.

LE VITTIME

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Chiara Bianchi