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Il giornalino di scienze della Autori: gli alunni della II B Scuola media “I. C. De Filippo” Impaginazione a cura di: Caterina

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Il giornalino di scienze della II B

Autori: gli alunni della II B Scuola media “I. C. De Filippo”Impaginazione a cura di: Caterina Cosentini

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Indice

Otzi: il sangue più antico................................................................................................3I nuovi granchi viola scoperti nelle Filippine...................................................................4Formiche zombie trasformate da un fungo invadono le foreste pluviali!!......................5Nuove teorie sull’origine degli eventi sismici solari........................................................6Biomimetica , energia pulita dalla natura.......................................................................7La Terra ha un pianeta gemello................................................................................8La primavera è arrivata, i fiori stanno sbocciando, persino nello spazio!.......................9La Russia alla riscoperta della Luna.............................................................................10L’invasione dei topi vichinghi !.....................................................................................11Salvate la tigre!!...........................................................................................................12La NASA ha annunciato per il 2022 il lancio di una navicella.......................................13Un’immagine della foto mosaico navigabile ad altissima risoluzione...........................14Alla riscoperta del Titanic.............................................................................................15

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Otzi: il sangue più antico

Le più antiche tracce di sangue umano mai ritrovate sono state individuate su Ötzi, la mummia rinvenuta in Alto Adige nel 1991.Il corpo di Otzi è stato sottoposto a numerosi studi scientifici, ma fino ad ora non era ancora stata trovata nessuna traccia di sangue. Da alcune ricerche si può dire che Ötzi sia morto dopo essere stato colpito da una freccia, come mostrano le varie ferite.“Non erano mai state trovate tracce di sangue, anche quando furono aperte alcune arterie, per cui si era sempre pensato che il sangue non si fosse conservato o che forse Ötzi ne avesse persa una grande quantità dalla ferita provocata dalla freccia”, spiega Albert Zink, direttore dell’Istituto per le mummie.Analizzando le ferite, con un microscopio atomico, si è potuto registrare ogni movimento della sonda, e ciò ha permesso una scansione molto precisa della superficie dei tessuti: “Abbiamo ottenuto un modello a tre dimensioni dei tessuti a scala microscopica”, spiega Zink. Le scansioni hanno rivelato la presenza di globuli rossi con la loro tipica forma. Precedenti ricerche avevano dimostrato la presenza di sangue su alcuni strumenti preistorici, ma, come dichiara Zink, “non c’è mai stata certezza visto che anche altre strutture hanno una forma molto simile alle cellule sanguigne umane, come pollini o batteri”.Per confermare che si trattasse di cellule umane, i ricercatori hanno utilizzato un’altra tecnologia che illumina i campioni con una luce laser; poi attraverso l’analisi dello spettro della luce dispersa dai campioni si può identificare la composizione molecolare delle sostanze. “Abbiamo ottenuto i tipici valori che danno il sangue e l’emoglobina. Questa è l’evidenza più antica di globuli rossi”.Con le nanotecnologie usate dai ricercatori, si sono rivelate tracce di fibrina, suggerendo così l’ipotesi di una morte rapida. “La fibrina si forma immediatamente sulle ferite appena aperte, nel giro di pochi minuti, ma scompare altrettanto velocemente”, spiega Zink. “La presenza di fibrina sulla ferita da freccia conferma che Ötzi è morto subito dopo essere stato colpito dalla freccia e non nei giorni o nelle ore successive come alcuni sostengono. Questo ormai non più sostenibile”.

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Redatto da: Cosentini, Di Cairano, Loparco.

Fonte: National Geographic Italia.

I nuovi granchi viola scoperti nelle Filippine

Su un'isola dell'arcipelago asiatico sono state identificate quattro nuove specie di variopinti crostacei d'acqua dolce . Una delle specie è stata scoperta sull'isola filippina di Palawan , da cui deriva anche il suo nome (Insulamon palawanense) ; insieme ad altre specie Insulamon .

La particolare colorazione violetta potrebbe essersi evoluta per caso e non avere una funzione specifica oltre a quella di costituire un segno di riconoscimento . Il granchio viola è grande fra i 3 e i 6 centimetri circa; finora era nota solo un'altra specie appartenente al genere, Insulamon unicorn, che era stata identificata nel 1992.

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Redatto da : Santacroce – Ihnatiuc Fonte: National Geographic Italia

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Formiche zombie trasformate da un fungo invadono le foreste pluviali!!Le spore lasciate da un fungo (del genere Ophiocordyceps) trasformano le formiche in zombie. Questo fungo prende il controllo del cervello della formica,costringendola ad andare in posti freddi e umidi per poi ucciderla.

Dopo la morte le spore fuoriescono dalla testa e vanno a contagiare altre formiche. Si potrebbe quindi pensare che le foreste pluviali siano pericolose per le formiche, invece non è così perché c’è un altro fungo di cui non si conosce il nome che neutralizza l’ effetto dell’Ophiocordyceps. Infatti, poiché solo il 6.5% dei funghi riesce a produrre spore, l’effetto dell’altro fungo riesce la maggior parte delle volte a neutralizzare le spore.

Redatto da: Ciccone-Pierdominici

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Fonte:National Geographic Italia

Nuove teorie sull’origine degli eventi sismici solari

Nel Febbraio dell’anno scorso si sono verificati dei nuovi brillamenti solari, e alcuni astrofisici hanno valutato una nuova teoria circa i terremoti solari che causano l’espulsione di flussi di raggi-x, luci ultra violetti e materia.

Nel 1998 un’èquipe di ricercatori annunciò che sul Sole era stato rilevato un terremoto di magnitudo 11.3, 40.000 volte superiore a quello di San Francisco nel 1906. E nel Febbraio del 2011 è stato rilevato un altro terremoto di 1.000 volte superiore a quello del Giappone del marzo passato. Le nuove osservazioni di Zharkov e colleghi suggeriscono che i terremoti

solari non possono essere scatenati solo dai brillamenti solari ma da altre forze. Un’altra teoria è che vengono diffusi campi magnetici in tutta l’atmosfera solare che potrebbero creare questi eventi sismici.

Fonte:National Geographic Italia

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Redatto da: Lobello, Pieri.

Biomimetica , energia pulita dalla natura

Nuove tecnologie “verdi” ispirate a processi naturali potrebbero spianare la strada a un futuro di maggiore efficienza energetica e sostenibile.

La biomimetica consiste nel trarre ispirazione dai processi biologici della natura per risolvere problemi umani.

Le alghe kelp, della famiglia delle Lessoniaceae sono tra le piante marine più resistenti e flessibili al mondo, e possono crescere fino a 30 metri di altezza dal fondo marino.

Il movimento delle foglie dell'alga ha ispirato un'azienda australiana, la quale vorrebbe commercializzare un sistema in grado di generare energia attraverso il movimento di galleggianti in movimento con le onde. Queste alghe offrono una delle tante "tecnologie" naturali alle quali si ispirano i ricercatori nella progettazione di sistemi energetici più puliti ed efficienti.

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REDATTO DA : Santacroce-Ihnatiuc

FONTE : National Geographic Italia

La Terra ha un pianeta gemelloPer la prima volta la NASA conferma l'esistenza di un lontano pianeta che orbita nella zona abitabile della sua stella: si chiama Kepler-22b e si trova 600 anni luce da noi e potrebbe consentire la presenza di forme di vita

Le dimensioni sono inferiori a quelle di Nettuno. La regione abitabile - detta zona Goldilocks o Cintura Verde - è quella attorno a una stella che permette alla superficie del pianeta di non essere troppo calda o troppo fredda perché vi sia acqua allo stato liquido, permettendo quindi alla vita come noi la conosciamo di esistere.

Sono stati trovati altri pianeti delle dimensioni di Giove e Nettuno quindi non in grado di ospitare forme di vita.

Kepler-22b è tra i 54 pianeti di dimensioni grossomodo simili alla Terra. Ma il satellite necessita di almeno tre rilevazioni per confermare la sua esistenza. 

A quanto sembra, il nuovo pianeta ha circa 2,4 volte il raggio della Terra, ma gli astrofisici non ne conoscono ancora la composizione: al momento infatti manca ancora un'informazione cruciale, ovvero la massa del pianeta.

La massa di  di Kepler-22b può essere calcolata con l'aiuto del nuovo megatelescopio terrestre delle isole Canarie, che inizierà le proprie osservazioni dalla prossima primavera.

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Redatto da: Coccia-Fazio Fonte : National Geographic Italia

La nebulosa

La primavera è arrivata, i fiori stanno sbocciando, persino nello spazio!Questa è NGC 7023, chiamata anche la nebulosa Iris per la sua somiglianza con il fiore. NGC 7023 è in realtà una nebulosa a riflessione. Questa nube non brilla perché la sua polvere e i suoi gas vengono riscaldati, ma perché viene illuminata dal riflesso delle stelle vicine (appunto riflettendo la luce). La nebulosa è circondata da piccole stelle, tra le quali si trova la HD 200775, responsabile dell’illuminazione particolare che subisce Iris. Il colore blu infatti viene preso da quest’enorme stella, battezzata ‘stella di settima grandezza’. Questa luce viene poi diffusa dalla polvere, dando a NGC 7023 il suo colore distintivo.

Fu scoperta da William Herschel nel 1794, è visibile nella costellazione boreale di Cefeo di cui ne fa probabilmente parte. (La sua visibilità è limitata alle regioni comprese fra l'equatore e il Tropico del Capricorno).La nebulosa può essere visibile con un potente binocolo, se le condizioni di osservazione sono ottimali. Un telescopio di medie dimensioni è già in grado di rivelare alcuni particolari della nebulosa.La nebulosa dista da noi circa 1400 anni luce e ne misura circa 6.

Fonti: National Geographic.

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Redatto da:Rossi-

Catacchini

La Russia alla riscoperta della Luna

Mosca sogna una base permanente. Ma Europa e USA tentennano, solo la Cina sembra interessata.

I cosmonauti russi sbarcheranno sulla Luna nel 2030, il piano è stato diffuso dall’agenzia spaziale Roscosmos, stabilendo le prime tappe nel 2020 necessarie per raggiungerla. Per la prima tappa Roscosmos sta costruendo una sonda automatica: Luna-Glob; seguirà Luna-Resurs il cui scopo è esaminare in luogo le risorse minerarie utilizzabili sulla Terra.

I russi sono interessati a indagare il modo opportuno per recuperare l’elio-3, che in futuro servirebbe per le centrali a fusione nucleare, per produrre energia elettrica sulla Terra. Nel nuovo piano si precisa che è già stato avviato lo studio per la realizzazione di un nuovo veicolo spaziale, si sta anche mettendo a punto un nuovo e più moderno razzo vettore con varie capacità di carico, a seconda delle necessità che emergeranno dall’esplorazione. Queste sembrano le molle che spingono i Russi verso la nuova avventura, che non sarà una toccata e fuga come quarant’anni fa.

Infatti, Mosca vuole costruire una colonia abitata in permanenza, come sogna dall’inizio dell’era spaziale, Vladimir Popovkin ha proposto sia all’Europa che all’America di costruire insieme la base sulla Luna. Questi propositi resi noti anche a Pechino, cominciano a produrre i primi frutti. Mentre Mosca risponde, Washington e le capitali europee stanno a guardare, negli Stati Uniti il presidente Obama non condivide molto la prospettiva dell’esplorazione cosmica; in Europa invece gli interessi sono troppo divisi circa il futuro. Esiste una disponibilità e un impegno contenuto della Germania nei confronti della Luna.

La società Astrium-Eads sta progettando a Brema un modulo di sbarco automatico, ma quello che potrebbe cambiare le cose sarebbe un pronunciamento dei ministri della Ricerca; si riuniranno in

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novembre per decidere i nuovi programmi dell’agenzia spaziale ESA. Per il momento, le previsioni non sono molto ottimistiche su questo fronte.

Redatto da: Cordiglia e Lippo

Fonte: Corriere della Sera

L’invasione dei topi vichinghi !

I ricercatori studiano il topo domestico, la ricerca ha analizzato animali odierni e resti antichi prelevati in siti in cui sorgevano le colonie vichinghe rilevando le medesime caratteristiche genetiche, il che ha rafforzato l'ipotesi che i topi fossero arrivati al seguito dei coloni vichinghi in diverse regioni del Nord.  

Storia:

Tra l'VIII e il X secolo d.C. i Vichinghi stabilirono nuove colonie in svariate regioni, tra cui la Scozia, l'Irlanda, l'Islanda, le isole Fær Øer, Terranova e la Groenlandia.

I topi si nascondevano fra il fieno e i cereali a bordo delle navi vichinghe. In genere, come il suo nome suggerisce, il topo domestico cerca la vicinanza con l'uomo, e l'evoluzione della specie potrebbe essere stata determinata da questa circostanza. Le prime testimonianze di coesistenza tra uomini e topi sono state rinvenute nella cosiddetta Mezzaluna Fertile e vanno dall'8.000 al 6.000 a.C. circa.

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REDATTO DA : Santacroce – Scoppettuolo

FONTE: National Geographic Italia

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Salvate la tigre!!Ne sono rimaste meno di 4.000. Gli ecologi stanno cercando di far convivere il felino più possente con gli esseri umani. I mezzi per impedire l’estinzione non mancano. Le tigri possono vivere in molti habitat diversi, dalle fredde pendici dell’Himalaya ai mangrovieti tropicali dell’India e del Bangladesh. La tigre, Panthera tigris, è il più grande dei grandi felini. Uno dei carnivori più micidiali, eppure, con quel manto color miele ravvivato da fiamme nere, è fra le più belle creature del mondo. Artigli lunghi anche dieci centimetri, denti che spezzano le ossa. Va a 55 km orari, gli occhi hanno una membrana che riflette la luce; è questo il segreto della sua vista notturna e degli occhi che brillano al buio. Il suo ruggito può essere udito a quasi due chilometri di distanza. I nemici della tigre sono: la perdita dell’habitat, esasperata dal boom demografico; la povertà, che induce al bracconaggio delle prede e, soprattutto, il brutale contrabbando di parti del corpo di tigre per il mercato nero cinese.

Fonte:National Geographic Italia Scritto da: FAZIO -IHNATIUC

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La NASA ha annunciato per il 2022 il lancio di una navicella La navicella spaziale avrà il nome JUICE = JUPITER ICY MOON EXPLORER, e sarà destinata all’esplorazione di Giove e dei suoi 3 satelliti."Sarà la prima sonda robotizzata progettata espressamente per esplorare un oceano extraterrestre. Pensiamo che sotto le coltri di ghiaccio di Ganimede ed Europa ci siano oceani di acqua liquida: e la Terra insegna che dove c'è acqua liquida di solito c'è vita" ha affermato Kevin Hand, planetologo del Jet Propulsion Laboratory della NASA . La navicella arriverà nel sistema di Giove nel 2030. Invierà sulla Terra caratteristiche di Giove e dei suoi satelliti.

La missione durerà 3 anni ed esaminerà la crosta ghiacciata del satellite Europa, e ci atterrerà. Nel 2032 la sonda entrerà nell’orbita della luna più grande di Giove (Ganimede).La sonda svelerà informazioni sulla composizione chimica dell’acqua dei ghiacciai.Un altro compito della sonda è individuare eventuali segnali di vita, inoltre, la sonda raccoglierà dati sulla formazione e l’evoluzione del pianeta. L’ Italia contribuirà nella missione costruendo parte dell’ equipaggiamento.

Redatto da: De Propris, Lobello, Pieri

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Articolo preso da: National Geographic

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Un’immagine della foto mosaico navigabile ad altissima risoluzione

Il 17 aprile il Discovery,lo shuttle più “anziano” è stato trasportato sulla groppa di un Boeing 747 all’aeroporto Dulles di Washington. Questo sarà esposto al pubblico in un museo in Virginia.I visitatori non saranno autorizzati a entrare nella cabina di comando quindi i fotografi del National Geographic hanno scattato una serie di foto ad alta risoluzione.La NASA e la United Space Alliance hanno consentito l’accesso alle navette subito dopo le loro ultime missioni.La vicepresidente Susan Poulton e il fotogiornalista Jon Brack hanno passato 30 ore dentro e intorno ai tre shuttle pensionati: Discovery, Endeavour e Atlantis riprendendoli in ogni dettaglio.Poulton è da sempre una fan degli shuttle ed ha assistito a 19 decolli e 57 tentativi.Nella foto interattiva del ponte di comando, si può zoomare fino a svelare un elemento della leva “Bob” . Questa leva dall'aspetto insolito controlla il carrello anteriore del velivolo. Per renderlo più semplice da manovrare, è avvolta da un tubo di plastica. Durante il viaggio inaugurale dell'Atlantis, nell'ottobre del 1985, il comandante Karol J. Bobko scoprì che era molto difficile manovrare la leva durante l'atterraggio con le mani avvolte dai pesanti guanti della tuta pressurizzata. Dopo la missione, un po' per scherzo, un po' per effettiva necessità, gli addetti alla manutenzione dello shuttle aggiunsero il tubo di plastica, presto adottato in tutte le navette e soprannominato "Bob" dal nome del comandante. Il programma shuttle non si limita alle navette, e Poulton e Brack vogliono immortalare anche altri elementi prima che siano distrutti: "Le piattaforme di lancio, gli alloggi per l'equipaggio, i pulmini che li trasportavano al decollo: vogliamo documentare tutto", afferma Brack .

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REDATTO DA : Tarquini , Lommi FONTE : National Geographic

Alla riscoperta del Titanic

Deterioramento del Titanic Il Titanic scomparve il 15 aprile del 1912. Solo nel 1985, una spedizione riuscì a localizzare il relitto nell'Atlantico del Nord. Ora, secondo gli scienziati il transatlantico è vittima di organismi che corrodono il metallo,di correnti sottomarine e forse di negligenza umana. Quello che ne resta potrebbe dissolversi per sempre. Tetti sfondati, la poppa che sta per crollare, la coffa (da dove fu avvistato l’iceberg) che non esiste più: le spedizioni precedenti hanno mostrato che il relitto è in un grave stato di degrado. "Ognuno ha la sua opinione", dice il ricercatore Bill Lange."C'è chi dice che la prua crollerà nel giro di un paio d'anni, e chi pensa che il Titanic resterà più o meno intatto per altri secoli".

In fondo all'oceano, sullo scafo del Titanic,cresce una specie di batteri mai identificata prima,che potrebbe essere responsabile del rapido degrado del relitto.

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Gli scienziati della Dalhousie University hanno raccolto campioni delle formazioni di ruggine (icicles in inglese) che crescono sul Titanic. Si sapeva già che gli icicles pullulano di funghi e batteri, ma nessuno aveva ancora identificato le singole specie. Le studiose Henrietta Mann e Bhalveen Kaur, ricercatrici all'Ontario Science Centre, hanno scelto di isolare e studiare uno dei batteri che infestano lo scafo,scoprendo che si tratta di una nuova specie e che appartiene a una famiglia che non era mai stata trovata in acque così profonde.

Alcuni esperti vorrebbero arrestare il degrado, uccidendo i parassiti e isolando lo scafo dalle correnti con uno scudo protettivo. In questo modo il Titanic resterebbe intatto per anni e visibile ai turisti e ai realizzatori di documentari. Ma, ribatte Kaur, "se proteggiamo il relitto, non potremo più studiare l'avanzamento del degrado, che invece è un processo interessante per la scienza". Analizzare i batteri che "divorano" i metalli a tali profondità. infatti, potrebbe essere utile per capire come proteggere i pozzi petroliferi o come smaltire i relitti delle altre navi.

Bill Lange fa parte di una nuova spedizione la quale partirà dal Canada, non molto distante dal relitto della nave, adagiata sul fondo marino a 3.800 metri di profondità. Questa spedizione è programmata per cercare di determinare in che stato è il relitto,quanto potrà durare e creare un modello che possa preservarlo almeno virtualmente.La missione durerà 20 giorni e verranno utilizzati dei sommergibili telecomandati per effettuare una completa analisi archeologica del fondale,su cui sono adagiati i resti della nave. Il Titanic si spezzò in due parti prima di affondare e ora poppa e prua giacciono a circa mezzo chilometro di distanza l'una dall'altra. Grazie a migliaia di fotografie e video ad alta definizione e a misurazioni raccolte con il sonar sarà creata una riproduzione tridimensionale dell'intero sito, che permetterà a scienziati ed esploratori di esaminarlo in ogni dettaglio. Inoltre, sarà studiata l'acqua circostante per determinare la sua capacità di sostentare la vita marina, una delle principali cause del deterioramento del relitto.

Dettagli di affondamento sul TitanicQualche minuto prima dell’affondamento del Titanic,la nave stava virando a babordo ad una velocità di 22 nodi,e colpiva l’iceberg con la fiancata,il capitano (Murdoch) cercò di allontanarsi dal pezzo di ghiaccio tentando di evitare di compromettere le eliche. In poco tempo si allagarono i primi cinque compartimenti e la prua cominciava a colare a picco,l’inclinazione era intorno ai 9° e tutta la nave iniziava ad affondare. A questo punto la base dei fumaioli

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collassò, la poppa iniziò ad alzarsi e dopo poco tempo si spezzò in due parti,la prua affondò,infine la poppa si mise in posizione verticare e implose.

Fonte:National Geographic

Redatto da: Di Cairano, Loparco