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Il Commento alla Foto: Meravigliosa Creatura Cari lettori Il Leuca ritorna in versione car- tacea. Il Leuca nasce nell’Agosto del 2003, quando un gruppo di giova- ni del Capo di Leuca, inizia a sen- tire l’esigenza di fare qualcosa per questa piccola terra del sud molto popolata in Luglio e Agosto, ma talvolta dimenticata nei restanti mesi dell’anno. Un paese che vive, soffre, ma spera tanto. Il periodi- co prende il nome da una vecchia pubblicazione di circa 125 anni fa, voluta da Tommaso Fuortes. Le edizioni del nuovo Il Leuca sono di 12 pagine, in bianco e nero, su carta lucida, l’arco della pubblica- zione ha una durata di circa due anni. Dati i costi elevati e le diffi- coltà di reperimento dei fondi si passa alla versione on-line www.illeuca.com. Per circa tre anni alle consultazioni del periodico vir- tuale hanno avuto accesso un largo numero di utenti. Si sono registrati numerosi ingressi, con picchi nel periodo estivo e durante le festività; sono stati rilevati numerosi anche da Stati Uniti e parte d’Europa, paesi con alta emi- grazione meridionale. Da qui la necessità del formato cartaceo, per far ritornare il Leuca ciò che è, con la parte più bella, quella vera e viva: riunioni, notti in bianco, km percorsi, rincorse agli sponsor, giornate intere passate in tipogra- fia, week-end trascorsi in casa a lavorare, sacrificando spesso i vari impegni di ognuno. (Non dimenti- cate che siamo tutti molto giova- ni), ma con tanta, tanta soddisfa- zione nel vedere i propri pensieri e le proprie emozioni prendere forma. Questo è il Leuca. Per policy, Il Leuca ha sempre voluto mantene- re la propria indipendenza, da poli- tica, da interessi e da forze ester- ne. Il nostro obiettivo è quello di rendere questo periodico, sempre attuale. Noi della redazione, Vi chiedia- mo di ascoltare le nostre voci e, sfogliando le pagine.... (... continua a p.5) Antonio Michele Ferraro: Enigma irrisolto ? All’interno… All’interno… Il Salento su due ruote, una splendida iniziativa pag.5 Che Salentino sei? Test www.illeuca.com Periodico indipendente • Anno V N. 5 • SETTEMBRE 2008 distribuzione gratuita …voci ai confini! A PAG . 3 A PAG . 4 …e non solo! Dentici e Ricciole: l’oro di Leuca pag. 2 Marisci e segge”: l’estate alternativa del Salento vero pag. 2 “A Sud l’Orizzonte si è schiarito”, recensione del volume sulla Vita di Don Tonino Bello pag. 6 Una stazione ferroviaria a Leuca pag. 7 Il Leuca festeggia i suoi 5 anni

il Leuca 5

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Periodico d'informazione e promozione del Salento e del Capo di Leuca

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Page 1: il Leuca 5

Il Commento alla Foto:Meravigliosa Creatura

Cari lettori

Il Leuca ritorna in versione car-tacea.

Il Leuca nasce nell’Agosto del2003, quando un gruppo di giova-ni del Capo di Leuca, inizia a sen-tire l’esigenza di fare qualcosa perquesta piccola terra del sud moltopopolata in Luglio e Agosto, matalvolta dimenticata nei restantimesi dell’anno. Un paese che vive,soffre, ma spera tanto. Il periodi-co prende il nome da una vecchiapubblicazione di circa 125 anni fa,voluta da Tommaso Fuortes. Leedizioni del nuovo Il Leuca sono di12 pagine, in bianco e nero, sucarta lucida, l’arco della pubblica-zione ha una durata di circa dueanni. Dati i costi elevati e le diffi-coltà di reperimento dei fondi sipassa alla versione on-linewww.illeuca.com. Per circa tre annialle consultazioni del periodico vir-tuale hanno avuto accesso unlargo numero di utenti. Si sonoregistrati numerosi ingressi, conpicchi nel periodo estivo e durantele festività; sono stati rilevatinumerosi anche da Stati Uniti eparte d’Europa, paesi con alta emi-grazione meridionale. Da qui lanecessità del formato cartaceo, perfar ritornare il Leuca ciò che è, conla parte più bella, quella vera eviva: riunioni, notti in bianco, kmpercorsi, rincorse agli sponsor,giornate intere passate in tipogra-fia, week-end trascorsi in casa alavorare, sacrificando spesso i variimpegni di ognuno. (Non dimenti-cate che siamo tutti molto giova-ni), ma con tanta, tanta soddisfa-zione nel vedere i propri pensierie le proprie emozioni prendereforma.

Questo è il Leuca. Per policy, IlLeuca ha sempre voluto mantene-re la propria indipendenza, da poli-tica, da interessi e da forze ester-ne.

Il nostro obiettivo è quello direndere questo periodico, sempreattuale.

Noi della redazione, Vi chiedia-mo di ascoltare le nostre voci e,sfogliando le pagine....

(... continua a p.5)

Antonio Michele Ferraro:Enigma

i rr iso l to?

All’interno…All’interno…

Il Salento su due ruote,una splendida iniziativa

pag.5

Che Salentino

sei?

Test

www.illeuca.com Periodico indipendente • Anno V N. 5 • SETTEMBRE 2008 distribuzione gratuita

…voci ai confini!

A PAG. 3

A PAG. 4

…e non solo!

Dentici e Ricciole:l’oro di Leuca

pag. 2

“Marisci e segge”: l’estate alternativa del

Salento veropag. 2

“A Sud l’Orizzonte si è schiarito”,recensione del volume sulla Vita diDon Tonino Bello

pag. 6

Una stazione ferroviariaa Leuca

pag. 7

Il Leuca festeggia i suoi 5 anni

Page 2: il Leuca 5

SETTEMBRE 20082

Agosto volge al termine e anche questevacanze sono volate via... Inesorabile “l'esta-te sta finendo”, proprio come canta quel pezzo“cult” degli anni '80, che passa frequentemen-te su radio e fa da ottima colonna sonora aglisguardi dispiaciuti degli amici, che se nevanno.

Chi è delle nostre zone, tuttavia, non sem-bra esasperare questa tristezza d'animo, forseperché -fortemente legato ai cicli della natu-ra- sa che ogni periodo dell'anno ha i suoiaspetti positivi e negativi e, soprattutto, il suobel da fare. Nelle campagne si attende la ven-demmia, i grilletti dei cacciatori fremono, nel-l'attesa dell'apertura della stagione venatoria,e i pescatori? Quella che è stata una delle clas-si professionali più tartassate dagli eventi sin-dacali e che, su Leuca, a Settembre subirà lacondizione del fermo pesca, dovrà ripiegare,in forma privata, ad uno degli appuntamentipiù “in” dei nostri mari: è il momento di arma-re le barche di canne a mulinello e togne, per-ché si intensifica il periodo della pesca a trai-na.

Pensavo a pescatori esperti, che mi avreb-bero potuto dare esaurienti informazioni sulla

pesca a traina su Leuca, quando senza esita-zioni mi è venuto in mente il Professore VitoVallo. Le poche volte in cui sono andato apesca a traina e l'ho incrociato, solitario sulsuo barcone, mi sorprendeva la sua capacitàdi gestire imbarcazione e attrezzature conpochi essenziali movimenti; mi ha sorpresoanche la sua capacità di spiegare la traina inmaniera scientifica, dandomi delle delucida-zioni, in poche parole, sugli aspettioggettivi e soggettivi di questo tipo dipesca.

Alla richiesta di rivelarmi come siriconosce una giornata ideale per latraina, mi è stato risposto seccamenteche bisogna uscire in mare e calare lelenze... niente filosofie e congetture, perchéil regno di Nettuno è il posto più imprevedi-bile in assoluto! Il pescatore può fare suppo-sizioni basate su stime sensoriali: pulizia etemperatura dell'acqua, freschezza dell'aria,moti ondosi, ma sono aspettative che buonaparte delle volte deludono.

All'uscita dal porto, più che una supposi-zione, si può fare una “notazione”: a segnala-re i banchi di pesce, infatti, si trovano stormi

di gabbiani, che volano sopra, e lì si dirigeràl'imbarcazione, per effettuare una traina disuperficie. Le modalità di questo tipo di pescasono una navigazione, che non superi unavelocità di 2-4 nodi, una lenza tesa per 30-40mt, un piombo a grammatura leggera (menodi 50 grammi), per mantenere l'esca ad unaprofondità minore di mezzo metro. Le speciedi pesci che possono essere pescate in super-

ficie sono: palamite, sgombri, lampuche,pesci serra e barracuda.

La traina di profondità, invece, prevedel'utilizzo di un piombo più pesante e una velo-cità di marcia ridotta a 1-1,5 nodi. Con que-sto tipo di pesca ci potranno essere sorprese;i più fortunati potrebbero vedere tra le loroprede cernie, cernie bianche, ricciole e denti-ci. Queste ultime due specie citate, per il Pro-fessor Vallo, meritano il podio, la ricciola per

le dimensioni (anche più di 50 kg) e il denticeper qualità delle carni.

Biologi marini e tassonomi, per quantoriguarda queste due specie di pesci, sosten-gono che entrambe appartengono alla ordinedei Perciformi, ma hanno abitudini differenti:La Ricciola preferisce abitare i mari aperti

raggiungendo profondità talvolta prossi-me ai 1000 mt, anche se le specie più giovanitendono a nuotare in superficie.

Il dentice, invece, abita acque meno pro-fonde (fino a 200 mt) colonizzando fondalirocciosi e preferendo vivere da gregariodurante la giovinezza e solitario nello statoadulto.

Nella dieta della ricciola troviamo pesce dipiccola taglia, crostacei e calamari, mentre identici preferiscono pesci, cefalopodi e mol-luschi.

Entrambe le specie hanno tempi di rigene-razione molto lunghi, una pesca accanitapotrebbe danneggiare seriamente la stabilitàdelle popolazioni.

Marco Vallo

DENTICI E RICCIOLE: l’oro di Leuca

L’estate frenetica e sfrenata, dei “faccia-

mo-tutto-un-tiro” nel Salento si può fare.

Vinta la catalessi del mattino, fatta colazio-

ne col pranzo, nei nostri esotici lidi, “surfer in

consolle” domano onde di “fighissimi” che si

infrangono su chioschi traboccanti di allegria

e monito. Dopo la risacca del tramonto poi,le

onde festaiole si riverseranno, spumeggianti

e fragorose, nei nostri fantastici locali, flut-

tuando agitate fino all’alba.

Ci si può tuffare in questo mare, oppure

si può piantare l’ombrellone nella tradizione e

ristorarsi all’ombra delle nostre abitudini.

L’estate alternativa, dei pigri nel Salento

(quello autentico e incontaminato) si può

avere.

Nessuno sbattimento d’onde, ma calma

piatta nei marisci e briose increspature in sera-

ta, sattati allu friscu.

Non i solstizi né gli equinozi, ma la siesta

dopo pranzo e le sedie in strada dopo cena

segnano la durata della nostra estate.

La pratica del marisciu, in realtà è condivi-

sa con gran parte dei paesi latini a clima caldo

e, sebbene gli Spagnoli l’abbiano esportata

nel mondo e celebrata come “siesta”, è stato

un italiano, nel ‘500 a canonizzarla. Merito di

un santo, ovviamente. San Benedetto da Nor-

cia, punto di riferimento nella storia del mona-

chesimo, così si pronuncia nella sua nota

Regola:“Dopo l’ufficio di Sesta e il pranzo,

quando si alzano da tavola, riposino nei rispet-

tivi letti in assoluto silenzio e, se eventualmen-

te qualcuno volesse leggere per proprio conto,

lo faccia in modo da non disturbare gli altri”.

La sesta è l’ora sesta che, nell’orologio

dei Romani, corrisponde al mezzogiorno.

Da sesta deriva, poi, siesta.

San Benedetto dava ufficialità e

sacralità ad un uso che è neces-

sità per quanti, soprattutto in

estate, avendo lavorato

duramente nel mattino,

infiacchiti dal pasto -

“ventre china cerca riposo” - e conciliati dal-

l’afa, si assopiscono ritrovando,

così, le forze per riprendere le attività nel

pomeriggio.

In una civiltà contadina, pertanto, il mari-sciu è un momento irrinunciabile. Nel Salen-

to, la cui ruralità è rimasta intatta ancora oggi

dal ‘500, in estate la gente face ancora mari-sciu..

Nel marisciu tutto si ferma e zittisce. E tutto

deve rimanere fermo e silente: nessuno è in

strada o in campagna o nei cantieri; le avvol-

gibili sono calate. Nelle case si lascia tuttucomu se trova :dalla tavola ancora apparec-

chiata ai piatti da lavare, si penserà dopo;

adesso, finito di pranzare, te mini picca picca.

Perché nel marisciu non si va a letto, ma ci si‘mpoggia o ci si mina, appunto. Così, ancora

vestiti, direttamente dalla tavola, ci si disten-

de sul letto, sul divano, su una sdraio, in

camera o in giardino all’ombra, ovunque, pur-

ché si chiudano gli occhi e si riposi.

Al bando tutti i rumori e le voci, vietati i gio-

chi e i pianti dei bambini, che non apprezza-

no la pace del marisciu e si sentono immobi-

lizzati da questo incantesimo quotidiano e

perseguitati dagli schhhhhhhhhhhhhh!silen-

zio! di nonni russanti.

Due ore di quiete, di tregua, di stacco, di

assenza. Poi tornano chiacchiere e televisori,

palloni e motorini, martelli, trattori, citofoni e

telefoni. Forse la pozione che rompe questo

incantesimo è la granita di caffè, quel caffè

tenuto in ghiacciaia, che sveglia dal torpore e

dal caldo che, invece, non fa marisciu.Se nella canicola dell’ “ora sesta” si cerca

rifugio in camere oscurate e angoli ombrosi,

nella sera, la speranza di una qualche brez-

zolina spinge la gente ad uscire di casa, a set-tarsi allu friscu. I più discreti seggono sul pro-

prio uscio, gli altri confluiscono in chiassose

adunate di vicini: c’è chi argomenta da una

sdraio e chi risponde da un gradino, chi tira

fuori il pettegolezzo e chi invece mangia

mandorle bagnate e sementi. I più attrezzati

addirittura seguono alcuni programmi in tele-

visione.

Cori di “buonasera, buonasera!” si levano

al passaggio di chiunque; meno cordiali,

invece, i saluti rivolti a chi svolta rombante

ad incroci, sorprendentemente, affollati.

Se lo scirocco aveva messo le sedie in

strada, il ponentino metterà la giacchetta

sulle spalle delle signore e i sosia della tra-

montana autunnale riporteranno tutto den-

tro. Col cambio di stagione, poi, anche i mari-sci finiranno in armadio tra pantaloncini e

canottiere.

Tommaso Schirinzi

“MARISCI E SEGGE”: L’estate alternativa del Salento vero

Page 3: il Leuca 5

Non ho la fortuna, né l’onore,di potermi annoverare tra gliamici di Antonio Michele Ferra-ro, lo storico castrignanese pre-maturamente scomparso dueanni fa. Ma ho avuto il piacere,quello sì, di conoscerlo, di tra-scorrere del tempo insieme alui.La sua figura mi incuriosiva. Loavvicinai una fredda sera d’in-verno, in piazza S. Michele,forse con la banale scusa di unasigaretta insieme. Per due, tresere Antonio tenne banco conle sue storie, le storie di tuttinoi, dei nostri genitori. Allora,ero uno studente universitarioe ricordo di essermi accostatoa lui con lo stesso, se non mag-giore, timore reverenziale conil quale mi avvicinavo ad undocente. Perché ad Antonio èmancata la fortuna, non certol’intelligenza. Sicuramentesarebbe stato un docentemigliore di tanti altri, masoprattutto in grado di trasmet-tere l’amore per la storia loca-le, una passione più unica cherara.Sapeva tutto. Era una specie di“onniscienza” vivente. Uno di

quelli che a scuola (o all’univer-sità) avremmo chiamato“mostri” di bravura. Purtroppo, la storia di Antonioè un storia triste: ignorato invita, rischia di finire nel dimen-ticatoio anche in morte. Lacomunità di Castrignano delCapo, che a lui tanto deve, nonpuò permettersi questo. Enco-miabile, il lavoro del collega de“La Gazzetta del Mezzogiorno”Mauro Ciardo e di tutti gli stu-diosi che hanno voluto omag-giare la sua memoria dedican-dogli alcuni saggi e pubblicando

un inedito dello storico.L’intento di queste poche righeè quello di sensibilizzare la cit-tadinanza, perché non dimenti-chi Antonio: un uomo che hasaputo – e voluto – mettere adisposizione di tutti lo scibilerecuperato presso gli archivi ele biblioteche d’Italia, frutto delsuo acume e del certosino lavo-ro.È innegabile come la sua scom-parsa abbia lasciato un vuotoincolmabile. Un vuoto di pub-blicazioni, di passione, diappunti. Si parla sempre più

spesso degli appuntidi Antonio, scritti chelo storico custodivagelosamente e chesarebbero andatidispersi. Dalle pagine de “IlLeuca” rivolgo unappello agli studiosie cultori di storialocale: perchè noncontinuare, sulleorme di Antonio, illavoro ancora in pro-gramma (prima che ilmare lo inghiottisse)dal presumibile titolo“Leuca e i suoi docu-menti”? Antonio, dalassù, si farà unarisata, ma sonoaltrettanto convinto

che loderebbe i suoi successo-ri, quantomeno per l’impegno. In fondo, credo sia stato que-sto spirito ad animarlo in vita:trasmettere il passato, perchénon vada perduto per sempre.Umanamente, dedicargli unlavoro del genere lo rendereb-be felice. Più d’una preghiera.

Gabriele Rosafio

SETTEMBRE 2008 3

ANNO V, N.5in corso di registrazione

[email protected]

INFO: 349 0945280

DIRETTORE RESPONSABILE

Antonio Corrado Morciano

DIRETTORE

Giuseppe De Carlo

COORDINATRICE DI REDAZIONE

Maria Ermelinda De Carlo

REDAZIONE

Mauro Ciardo, Francesco De Nuccio,

Luca Donnicola, Gabriele Rosafio

Tommaso Schirinzi, Marco Vallo

HANNO COLLABORATO:

Attilio Caputo, Biagio Ciardo,

Maria Luisa De Natale , Vito Vallo

VIGNETTE

Nande

STAMPA:

DE ANGELIS - Galugnano

La direzione declina ogni re -

spon sabilità inerente al contenuto

degli articoli firmati, poiché essi

sono diretta espressione del pensie-

ro degli autori.

La direzione si riserva di rifiuta-

re qualsiasi collaborazione o inser-

zione di cui non approvi

il contenuto.

Foto e manoscritti, anche se non

pubblicati, non verranno restituiti.

La collaborazione a questo giornale

è a titolo gratuito.

ANTONIO MICHELE FERRARO: ANTONIO MICHELE FERRARO: UN ENIGMA IRRISOLTO?UN ENIGMA IRRISOLTO?

Una pagina d’appunti dello studioso

ilil LeucaLeuca Consiglia:Consiglia:Studi in Memoria di Antonio

Michele FerraroA cura di Mauro Ciardo e

Sergio Torsello LL’’AA..NN..MM.. II .. aaggll ii aammmmiinnii ssttrraattoorr ii

L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia fa un appello agli amministratori,affinché, Punta Ristola venga rivalutata. La sua posizione, la larghezza dellastrada, le aree di parcheggio e la buona illuminazione pubblica sono ritenuteideali per lo svolgimento di manifestazioni di qualsiasi tipo.

La nostra Associazione chiede quindi il completamento delle opere di bonificadel muro di confine tra il marciapiede e l’area demaniale oltre all’allestimen-to di servizi igienici pubblici.

La motivazione della richiesta è dovuta in particolare, alla necessità di utiliz-zare i grandi spazi presenti nel territorio. Questa è un’occasione per decen-tralizzare e delocalizzare il flusso turistico dal lungomare e dalle zone inter-ne verso un’area molto suggestiva e di grande interesse storico e artistico.

il direttivo A.N.M.I

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SETTEMBRE 20084

SALENTINO D.O.C.Tu si che sei di origine controllata!Generoso fino all’eccesso con i tuoi simili, amante della compagnia, non ti perdi d’animo di fronte alle situazio-ni più difficili. In fondo sai che in qualunque momento e in qualsiasi luogo la tua salentinità ti salverà. Sei sola-re come la tua terra, unica in cui vale la pena vivere, brillante come le chiome argentee degli ulivi, profondocome il nostro mare, a te basta poco per essere felice, l’importante è avere sotto i piedi la terra rossa delSalento e sopra la testa il cielo azzurro del Salento.IL LEUCA CONSIGLIA: Ricorda che la tua casa non è un albergo e che di alberghi bellissimi da consigliareper una vacanza da sogno il Salento è pieno.

SALENTINO ORIUNDOA te più che la tua terra quando sei fuori casa manca tua madre, la sua cucina e le sue attenzioni. Cerchi disopravvivere come puoi, nell’attesa di un sempre sperato ritorno nel tuo paese. Per te Salento vuol dire casa,affetti…Ingenuo, sognatore preferisci la tranquillità del tuo paese per non rischiare di rimanere solo. Lì conoscitutti e non rischi di rimanere solo.IL LEUCA CONSIGLIA: Ogni tanto vai a mangiare in uno dei caratteristici ristoranti salentini sul mare, scopri-rai che la cucina di mamma in fondo non è l’unica a regalarti emozioni.

SALENTINO D’OCCASIONESei salentino solo se ci sono i saldi e solo se esserlo non costa nulla o ti fa almeno guadagnare qualcosa. Seifurbo e sai sfruttare con grande intelligenza le grandi risorse del Salento. Adori manifestazioni come la nottedella Taranta, la festa di Sant’Oronzo, le notti bianche e le sagre, perché sai che il mondo gira solo con l’eco-nomia.IL LEUCA CONSIGLIA: Guardati intorno ci sono dei luoghi incantevoli che ti regalano emozioni forti gratuita-mente.

SALENTINO DEL NORDTu e il Salento siete lontani anni luce. Il Salento probabilmente compare solo sulla carta d’identità alla voceluogo di nascita, dal quale subito hai preso le distanze in nome della metropoli. Per te Otranto, Leuca, Castro,Torre dell’Orso sono luoghi di vacanza come tanti altri…la cui scelta dipende dalla tendenza del periodo. E seoggi è di moda il Salento, tu sei già sul primo aereo. Indifferente al patrimonio storico artistico e culturalesalentino, probabilmente preferisci le salentine. IL LEUCA CONSIGLIA: Leggi il Leuca, consulta il sito www.illeuca.com, ascolta il battito del cuore di un salen-tino doc scoprirai che il Salento è una voglia con cui si nasce e si vive per sempre.

Rispondi alle seguenti domande,

poi confronta le risposte

con le soluzioni a pagina 7

e scopri il tuo profilo.

1. Non stai lavorando da tempo ed hai solo pochi euro in tasca, incontri per stradadei vecchi amici e ti propongono di andare a bere qualcosa al bar che fai?a. Fai di tutto per pagare tu, e se non entri con la spesa, pronunci la fatidica frase

“tu segna, passo domani”b. Sconsigli il bar, e proponi di andare a bere qualcosa a casa di tua madrec. Giunto il conto ti dilegui in bagno con la scusa di un’emergenzad. Eviti di andare con la scusa di un impegno improrogabile

2. Da un po’ di tempo vivi fuori per studio o per lavoro, ti arriva un pacco:a. Sai già che è quello di tua mamma, che aspettavi con ansia per riempire final

mente frigo e dispensab. Finalmente è arrivato il tuo tanto atteso acquisto su ebay, sperando de dentro

non ci sia un mattonec. Non hai la benché minima idea di chi possa essere aver spedito il pacco,

comunque lo apri, potrebbero esserci cose interessantid. Non è certamente tuo, per quel che ti riguarda potrebbe esserci una bomba,

con solerzia, lo rimandi al mittente

3. Ogni anno il posto per le tue ferie è rigorosamente:a. Il salento sicuramente, perché per te non ha paragoni con altrob. Il salento, perché mamma ci tienec. Il Salento perché sicuramente costa meno della Sardegnad. Il Salento quest’anno, ma l’anno prossimo vado a Rimini

4.La tua cena preferita è:a. Una frisa con olio, sale, pomodoro e gli immancabili peperoni fritti, sogno

proibito quando sei lontano da casab. Sicuramente le lasagne di mamma, immancabili nel freezerc. Dipende da chi pagad. Ostriche e champagne, ovviamente

5.Ti viene proposto un lavoro nel nord che fai:a. Con il salento nel cuore e nella valigia, prendi il primo treno, perché

sai che devib. Vorresti mettere in valigia mamma, ma ci hai messo talmente tanta roba

dentro che non ci entrac. Ti attacchi ad un albero di ulivo e ti fingi un tutt’uno, prima o poi arriverà

il mio lavoretto quid. La tua valigia è già imbarcata a Brindisi, il volo è quello delle 14.30,

prenotato mesi prima, per sicurezza

6.Trovi un portafogli a terra che fai:a. Cominci a investigare di chi possa essere e inizi chiedere in giro, il tuo fiuto

ti porterà dal proprietario, tra salentini e turisti ne canuscimu tuttib. Dopo averlo svuotato prontamente del denaro, lo lasci li dov’èc. Guardi a destra, guardi a sinistra, non c’è nessuno, e in men che non si dica

sparisci te e il portafoglid. Lo lasci a terra, non sono fatti tuoi

7. Hai un impegno in centro:a. Prendi la macchina, rischieresti dismaltire le calorie del pranzob. Prendi lo scooter, e speri che non ti fermino i vigili, visto che sei senza

assicurazionec. Cerchi un passaggio, male che ti vada, ti tocca a piedid. Taxi, e sei li fermo per ore

8. La pizzica per te è:a. L’inno nazionale d’Italia, b. Nostalgia, nostalgia canagliac. Uno dei primi cd che hai scaricato da internetd. La so, deve essere l’ultimo successo dei Negramaro

9. Allo stadio ci vai:a. Ogni domenica, rigorosamente tutto giallorosso, anche l’intimo, sciarpa fuori

dal finestrino perché tutti devono sapere che stai andando a vedere il Lecceb. Alle partite più importanti tipo derby o quelle con le grandi, sperando di

trovare i biglietti per la curvac. Si, posto in prima fila (del bar)d. Si a volte ma solo per Juve –Milan o il derby della madonnina

10. Per te il parcheggiatore abusivo:a. È il tuo secondo lavorob. Ti costa giusto 50 centesimi, il minimo cu te lu llevi de nanzic. È la persona da evitare, a qualunque costo (costo in senso lato ovviamente)d. È un ottimo sostituto del parcometro

11. Il sabato sera vai a ballare:a. Solo se hai gli omaggib. Si ma massimo alle due sono a casa, perché a casa qualcuno

mi aspetta (con la scopa)c. Solo se oltre agli omaggi c’è anche il passaggiod. Ovviamente, ma solo in locali all’ultimo grido, con bella gente

12. Cosa pensi del dialetto salentino:a. Percè in Italia se cuntane otre lingue???b. Che bello, solo cosi mi sento davvero a casac. Ottimo per non farti capire dagli “stranieri”d. Lo capisco solo con il vocabolario, a proposito, qualcuno mi spiega

cosa c’è scritto al punto A

13. Sei lontano da casa, incontri un amico di un tuo amico, persona davvero simpa-tica, che ha intenzione di venire nel salento:a. Lo inviti per l’estate successiva a passare qualche giorno a casa tuab. Esalti la tua terra e lo ubriachi di parole sui posti più bellic. Consigli un residence dove poter soggiornare, ovviamente di un tuo amico,

sperando che ti passi la percentualed. Io non ho amici

TEST

Che Salentino sei?

Profili

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SETTEMBRE 2008 5

... (continua dalla prima)

di questo periodico, capire chiscrive, chi collabora e chi sono inostri lettori; Vi accorgerete chec’è un sud che lotta, un sud chevuole crescere.

Ci troviamo in un momento, incui è necessario spostare il bari-centro della vita sociale, politicaed economica, che fa leva su pila-stri segnati dal tempo e dal pro-gresso, logorati nelle loro fonda-menta basate su valori che hannocontraddistinto l’uomo nel corsodei secoli: la storia ne è testimone.

Ci troviamo di fronte ad un’assen-za totale di valori, di principi saldi, dicredo. La discriminazione avanza, ildivario tra nord e sud d’Italia crescesempre di più. Manca la spinta di chiha conservato i valori, tenendolinascosti e chiusi, adattandosi a com-portamenti e modi di fare in cui noncrede, ma che attua in conformità achi come lui non ha il coraggio ditirarli fuori dal cassetto: valori difamiglia, di giustizia, valori basati

sull’amore, sulla correttezza, sulrispetto, sul concetto di nazione e diunità tra le genti, il vivere civile.

Non ci si può muovere se nonRecuperando i Valori persi in unasocietà sempre più vuota e legata afigure edonistiche di dubbia culturamorale, che basano il loro vivere, leproprie fortune sull’ignoranza dellepersone, che anche se talvolta colte,cadono negli abissi più profondi del-l’ignoranza del non saper vivere.

Per questo è necessario muover-

si, dare una svolta, recuperare ciòche volutamente è stato dimentica-to, AGIAMO affinché ritornino questivalori. Manteniamo le nostre radici,senza le quali non si ha identità. Nondobbiamo dimenticarcene.

Esprimiamolo con le parole, conl’arte, con la poesia, con la musica,con le iniziative e con ogni altraespressione possibile. La cultura èespressione di un’identità che avvi-cina agli altri. Non ci sono limiti all’in-telligenza umana, non ci sono limiti

al fare, non ci sono solo speran-ze, ci sono tanti fatti, tanti uomi-ni nella storia che, grazie a que-sto credo, ci hanno portato aquesto progresso, che senzaaccorgercene non stiamo soste-nendo e lo abbiamo abbandona-to all’Assenza, all’assenza totaledi tutto ciò che l’ha creato emesso in atto. Sangue versato,censure, libertà negate per icredo, per gli ideali, gente chenon ha avuto paura di porsi comebussola un ideale in cui ha credu-to e crede. Gente che, ormai, èimmortale.Noi non vogliamo disfare, fare

polemiche, contestare. La nostra èsempre stata una critica costruttiva,supportata da proposte concrete.Sfogliando le pagine, troverete lenostre esigenze, le nostre proposte,la nostra cultura, le nostre promes-se.

Questo è il Capo di Leuca, questoè il Leuca. Questo il Sud.

Giuseppe De Carlo

E’ stata presentata ufficialmentenella conferenza stampa di vener-di 5 settembre 2008 alle ore 11.00presso il Palazzo Municipale di Por-togruaro, piazza della Repubblica,Portogruaro (Venezia) la secondaedizione di Ciclomundi – Festivalnazionale del viaggio in bicicletta,organizzato da Ediciclo Editore inoccasione della Settimana euro-pea della mobilità sostenibile nelgrazioso centro storico di Porto-gruaro (Venezia) dal 12 al 14 set-tembre 2008.Ciclomundi, che è gemellato con ilFestival du Voyage à velo di Parigie gode della collaborazione delleistituzioni e delle principali asso-ciazioni nazionali legate al mondodella bicicletta e della mobilitàsostenibile, è l’unica manifestazio-ne italiana interamente dedicataagli appassionati di viaggi evacanze in bicicletta.Caroli Hotels con la sua organizza-

zione Biciclando su due ruote tradue mari ha confermto la sua pre-senza a Ciclomundi; antesignanadella sensibilità verso le tematichedelle due ruote ecologiche CaroliHotels ha iniziato la promozionedel territorio salentino attraversociclovacanze a tema, dalle Valled’Itria al Capo di Leuca, da oltreun decennio: sono soprattuttoaustriache, svizzere e tedesche lamaggior parte delle presenze turi-stiche, nei periodi di bassa stagio-ne, di coloro che amano muoversitra muretti a secco e pale di ficod’India in piena armonia con il ter-ritorio, delegando alla organizza-zione lo smistamento del bagaglionel trasferimento da una localitàalla successiva, l’assistenza tecni-ca e logistica: è nata, legata allosviluppo di questo nuovo modo diintendere la vacanza, una nuovafigura professionale quella dellacicloguida, che accompagna i

minigruppi durante ilpercorso e coordina lesoste golose e le visiteai laboratori artigianalied ai monumenti diparticolare rilievolungo il tragitto, ingenere mai superioreai 60/70 chilometri perciascuna escursionegiornaliera.Caroli Hotels si pone intal modo all’avanguar-dia nello sperimentareuna forma di turismo

consolidata in altrerealtà, che potreb-be portare a conce-pire la penisolasalentina come unParco ciclisticoall'insegna dellabicicletta e dellapassione del viag-gio lento.Gli oltre due milionidi appassionatidella bicicletta e itantissimi escursio-nisti amanti dell’ecoturismo,, chespesso programmano vacanze inbicicletta, costituiscono un impor-tantissimo universo di possibilicicloturisti che, fino ad oggi, non èstato sufficientemente curato conl’attenzione che merita.E se la scuola organizzasse unviaggio in bici? Perchè non cam-biare faccia alla solita,vecchia gitascolastica? Ad esempio scegliendola bici invece dell’autobus. Sareb-be senza dubbio un’esperienzanuova ed entu-siasmante,forse più istrut-tiva del viaggiotradizionale.Sfruttando ilservizio bici +treno CaroliHotels sta ela-borando perl’anno scolasti-co 2008/09delle proposte

per le scuole medie superiori neiperiodi settembre-ottobre emarzo-aprile, in cui il viaggiod’istruzione su due ruote risulteràalla portata di tutti e sarà una ori-ginale e suggestiva scoperta dellacultura del Salento.

Info e programma completo su:www.ciclomundi.it

Attilio Caputo

IILL SSAALLEENNTTOO SSUU DDUUEE RRUUOOTTEE

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SETTEMBRE 20086

È certamente necessaria una buonadose di audacia per scrivere un libro sumons. Antonio Bello, vescovo di Molfet-ta, meglio conosciuto nel resto del ter-ritorio nazionale come presidente nazio-nale del movimento Pax Christi.

Audacia, perchè chi ha condivisonella stessa appartenenza regionale glianni del suo ministero pastorale e si èalimentato al suo messaggio orale e aisuoi scritti, e si riconosce in una sog-gettiva identità meridionale, sa che donTonino è diventato una presenza signi-ficativa nella intelligenza e nellacoscienza di ciascuno e ci si sente ina-deguati a parlarne con quel distaccoche la scrittura in genere comporta.

Agostino Picicco ha "osato", e ci offrequesta interessante pubblicazione chemi appare originarsi dalla forza e dallaricchezza dell'amore: amore per il suovescovo degli anni giovanili, amore peri suoi due mondi di appartenenza, quel-lo pugliese e quello lombardo, amoreper la promozione della conoscenza,nella consapevolezza che la comunio-ne, la solidarietà e la pace, persino traculture regionali diverse, si perseguonoanche attraverso 1'incontro con questebiografie di alto spessore capaci di farsiinterpreti dei comuni problemi dell'uma-nità.

II vescovo molfettese, nell'autentici-tà ed originalità del suo essere perso-nale, è essenzialmente, a mio avviso,un educatore, maestro perchè testimo-ne di speranza, portatore di contenutie di suggerimenti formativi vivificatidalla personale coerenza di vita e diazione, capace di fare della sua vita un"testo" di rilevante spessore pedagogi-co attraverso uno stile caratterizzatodalla semplicità dei modi, dal rifiutonaturale dei segni del potere, dal calo-re e dalla vicinanza umana, dall’imme-diatezza e dalla spontaneità del linguag-gio.

L'ideale educativo è in don Tonino lapromozione di una pace frutto di giu-

stizia e di verità, nello spessore cristia-no di riferimento che orienta 1'interasua esistenza, e che fa si che la suacomunicazione, prima di essere mes-saggio di fede, divenga esperienza difede. La pace, infatti, per il vescovo diMolfetta, può essere riscoperta alleradici dell'identità umana, appartienecome fondamento costitutivo alla stes-sa antropologia, può delineare la strut-tura dell'essere che rimane immutabilerispetto al variare degli orizzonti storicie non può essere rinviata al termine diun progetto politico che la riempia dicontenuti particolari.

Occorre dunque, per don Tonino,educare alla pace, che è valore in séper gli uomini, anche se la storia citestimonia una perdurante tensione traquesta verità dell'uomo che è quella diessere per la pace, e la realtà di unaguerra mai assente dallo sce¬nariomondiale.

L'itinerario educativo di don Toninosi qualifica nei trasmettere contenuti diverità e nel proporre atteggiamenti difede, gli unici capaci di aiutare la per-sona a non sentirsi sola nello svolgi-mento del personale progetto di vitaesistenziale, di non fermarsi alla perce-zione superficiale delle cose, ma diorientare le asprezze della propria vitapersonale e mondana, secondo precisefinalità. La strategia metodologica didon Tonino, il suo impegno costante èstato quello di comunicare, di parlare,di far circolare le idee, per far cresce-re, per maturare, per formare lecoscienze, per rendere capaci di saperleggere la realtà, gli avvenimenti, lesituazioni, perchè soprattutto i giovaninon si lasciassero sopraffare dall'espe-rienza di ogni giorno, spesso caratteriz-zata dall'amarezza della rassegnazione,della ratifica della sopraffazione, dell'in-differenza contro ogni forma di paleseingiustizia.

Farsi persona, educarsi, conquistarela propria libertà significa, per il vesco-

vo, radicarsi in modo sempre piùumano nel proprio ambiente divita, perchè e in questo cheoccorre esercitare la libertà comecapacità di scelta delle modalitàe delle motivazioni che induconoa produrre valori e conoscenze,come testimonianza della propriadignità di persona, del proprio ori-ginale e irripetibile valore.

La sua comunicazione educati-va trasmette una visione della vitaricca di valori, capaci di far per-cepire la continuità anche neimutamenti, cosi che i giovani,soprattutto, possano disporsi allavariazione delle azioni e dellesituazioni nella coerenza consa-

pevole ad una precisa visione di sé edegli altri.

Il vescovo sceglie di comunicarefacendosi capire, traducendo in linguag-gio semplice e a volte disarmante, iltumulto degli interrogativi che si agita-no nel cuore degli uomini, lo stuporeper la trasparente bellezza delle cose edegli scenari della natura che ci com-paiono davanti, nel territorio meridio-nale, in una esplosione di luci e di colo-ri, 1'ansia di liberazione da tutto ciò chefa paura e ci incatena, 1'impegno inde-rogabile perchè ogni uomo possa esse-re autenticamente uomo, secondo ilcompito dei cristiani che "è quello diessere segno dell'inquietudine, richia-mo del 'non ancora', stimolo dell'Ulte-riorità".

I poveri, il povero popolo meridiona-le, che accetta con acquiescenza diessere calpestato anche in quello chedovrebbe essere 1'esercizio dei propridiritti, è ancora capace di sognare, edon Tonino sa che ha solo bisogno dichi, capace di condividere questi sogni,possa aiutarlo a liberare la speranza,ad organizzarla, indicando le mete delVangelo ma anche disegnando i percor-si concreti per poterle raggiungere.

L'amore per la sua terra lo porta asostenere che da "icona della subalter-nità", il Mezzogiorno d'Italia può diven-tare "icona del riscatto" dalle anticheschiavitù, valida per tutti i Sud dellaterra; 1'importante è fare emergere"una coscienza nuova, non più dispo-sta a recitare ruoli subalterni sullo sce-nario della civiltà".

Egli è convinto che stiamo vivendoun tempo in cui si è "chiamati a parla-re" e si rivolge a ciascuno, ben sapen-do che la relazione educativa è unarelazione interpersonale; dialoga con gliuomini e le donne del suo tempo, fre-quenta le strade e le viuzze abitate dallagente comune, entra nelle loro case,

nella loro vita, la condivide e la raccon-ta nei suoi scritti, utilizzando immaginie termini che le sono propri.

La sua è la scelta del vero dialogo,del rapporto con 1'altro, della valoriz-zazione dell'interlocutore, riconosciutocome un tu che ci sta di fronte, nel suoirripetibile valore di persona.

Se 1'educatore è "coscienza antici-pante" della Verità dei soggetti cui rivol-ge il suo intervento, don Tonino Bello èa pieno titolo educatore del popolomeridionale, e se essere responsabili,come è stato recentemente affermato,non è solo far parlare la propriacoscienza, essere partecipi del propriotempo, ma anche e soprattutto saperinterpretare i tempi che cambiano (L.Ornaghi), possiamo definite mons. Toni-no Bello protagonista responsabile delsuo tempo e della sua realtà meridio-nale, nella quale egli individua si che"1'orizzonte si è schiarito," e non glisfugge che "sulla curva del cielo splen-de l'arcobaleno".

Credo, quindi, che vada sinceramen-te espresso un pensiero di gratitudinead Agostino Picicco, per questo lavoroche ci invita a ripensare al messaggioche proviene da questa "sentinella dellanotte" in attesa dell'alba, capace diintravedere la luce prima ancora chespunti, che invita gli uomini di ognitempo e di ogni luogo a non scoraggiar-si, ad attendere con fiducia la luce, per-chè "bisogna forzare l'aurora a nasce-re, credendoci".

Nei momenti bui della storia perso-nale o sociale dovremmo essere capacidi riconsiderare lo spessore di quell'ap-pello: "Amici, forziamo 1'aurora, è l’uni-ca violenza che ci è consentita!".

Prof. Maria Luisa De NataleOrdinario di Pedagogia generale

Pro-Rettore dell'Università Cattolicadel Sacro Cuore

Recensione: A SUD L’ORIZZONTE SI E’ SCHIARITO. Il vescovo Tonino Bello dentro e oltre la realtà meridionale, di Agostino Picicco

Il volume è editoda Ed. Indieme - Terlizzi(Ba)

LIBRI

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SETTEMBRE 2008 7

I numeri in genere hanno un loro lin-guaggio, basta decifrarlo.

Il significato poi delle cifre riportate sulledichiarazioni dei redditi è ancor più crudo echiaro. Ci narra dello sviluppo delle varierealtà provinciali e, all’interno di esse, dellearee omogenee e del loro stato di avanza-mento in termini di opportunità lavorativeed offerta dei servizi.

Per interpretare meglio questo linguag-gio e per capire bene quale è la realtà effet-tiva - non solo percettiva - dell’area delCapo di Leuca, sono venuti in soccorso inquesti giorni i dati pubblicati dal “Sole 24Ore” e riferiti ai redditi del 2006 elaboratidal “Centro Studi Sintesi” in collaborazionecon l’ISTAT.

Ad impressionare è la chiarezza deinumeri, appunto, che confermano quantoda sempre avevamo intuito e dichiarato,senza però avere un supporto scientifico.

Dalla disaggregazione dei dati emergecon evidenza che l’area del Capo di Leucain rapporto alle altre aree omogenee dellaProvincia di Lecce (un esempio per tutte“La Grecia Salentina”), risulta essere laparte del Salento ai piedi della classificaprovinciale, sia in termini di reddito percontribuente, sia per quanto riguarda gliabitanti e le famiglie.

Infatti il 2007 presenta una media red-dituale su base provinciale di 9.410,00 €.per contribuente, mentre la media del Capodi Leuca è di 8.335,00 €.

Inoltre dal 1999 al 2007 mentre il reddi-to su base provinciale è aumentato dell’8%quello del Capo di Leuca ha avuto unaumento di appena il 2%.

Infine gli unici 8 comuni della Provinciadi Lecce che registrano il segno – di cre-scita rispetto al 1999 sono tutte realtà ter-ritoriali appartenenti all’area del Capo (ulti-mo posto ad Acquarica -10, penultimoposto Corsano -6).

Questa è la fotografia dell’esistente.Reale, non più immaginaria.

Da questi dati bisogna partire per dise-gnare una nuova mappa di politiche e d’in-

vestimento per lo sviluppo della Provinciadi Lecce.

In questa occasione non è mia volontàsoffermarmi sulle responsabilità di questoarretramento, ma intendo invece scuoterele coscienze, intorpidite e distratte, per farcomprender loro la cruda realtà quotidia-na.

Sulla base di quanto indicato ritengo sidebba, con urgenza, intervenire sul pianodella progettualità generale riferita alleinfrastrutture territoriali, allo sviluppo edagli incentivi per le imprese, alla formazio-ne professionale (con particolare riferimen-to al settore turistico), ed, infine, ai traspor-ti.

Tutto ciò per indicare le prime quattropriorità necessarie allo sviluppo del Capo

di Leuca.E’ chiaro che le politiche provinciali non

possono essere politiche settoriali, miratesolo alla crescita di una parte della Provin-cia, così come, purtroppo, è stato fattofinora, ma è necessario, invece, avere unarmonica visione di tutto il territorio pro-vinciale.

Ma ciò che abbiamo sotto gli occhi oggialtro non è che il frutto marcio di una poli-tica parcellizzata, settoriale, svolta dall’En-te Provincia - e non solo - nel corso deglianni.

Da qui la necessità di intervenire conurgenza, proprio oggi che abbiamo contez-za della realtà illustrataci da quel linguag-gio chiaro e limpido che i numeri ci offro-no.

E’ improrogabile dare risposte concretea questo malessere ormai avvertito esegnalato da mille fattori. Impegniamociseriamente, prima ancora che il giganteaddormentato della protesta si svegli e cheun federalismo fiscale alle porte - mi augu-ro, anche solidale - ce lo imponga.

Biagio Ciardo(Componente Assemblea Nazionale A.N.)

Rilanciamo il Capo di Leuca

LETTERE

PPrroossss iimmaa FFeerrmmaattaa:: LLEEUUCCAANel piano di fattibilità della

metropolitana di superficie delSalento è stata ipotizzata larealizzazione di un collega-mento ferroviario tra la stazio-ne di Gagliano (Arigliano) aSanta Maria di Leuca che, così,diventerrebbe il nuovo scalocapolinea delle ferrovie SUDEST.Sarebbe opportuno che tuttele comunità del sud salento siadoperassero all'unisono persollecitare, a tutti i livelli isti-tuzionali, la realizzazione diquest'opera. La bretella ferroviaria Gaglia-no-Leuca, al di là dell'indubbiointeresse turistico, potrebbecostituitire un elemento ulte-riore di suggestione, se imma-ginata come ferrovia del-l'estremo Oriente d'Italia erealizzata secondo scelte pro-gettuali a basso impatto visi-vo e ambientale. L'intervento, nell'ottica di unammodernamento di tutta larete ferroviaria locale, contri-buirebbe notevolmente aridurre le distanze tra i paesidel capo e le principali rottenazionali e internazionali.I tecnici incaricati dalla provin-cia, inoltre, hanno già messoa confronto il progetto con

tutte le carte, che pongonovincoli al territorio salentino,dal Piano territoriale di coordi-namento provinciale (PTCP)recentemente approvato, alpiano idrogeologico regionalee a quello delle colture.Ci sono, pertanto, tutte le con-

dizioni per approfondire glistudi geomorfologici e finan-ziari della nuova tratta che,arrivando fino a Leuca, confe-rirebbe a tutto il salento unsistema inte-grato di tra-sporto pub-

blico capillare e coerente conil fabbisogno infrastrutturale diquesto estremo lembo. Quantipendolari da Leuca, Patù eCastrignano usufruirebbero diuna metropolitana di superfi-cie moderna e veloce per rag-giungere i principali centridella Provincia come LecceMaglie o Tricase? Sicuramentetanti, a giudicare dall'impen-nata dei prezzi dei carburanti.Si pensi poi alle migliaia dituristi -soprattutto stranieri-che ogni anno da maggio aOttobre raggiungono Leuca,sprovvisti di mezzo proprio,con il desiderio di conoscerneanche l'immediato entroterra.

Francesco De Nuccio

Soluzioni al test di pagina 4 Soluzioni al test di pagina 4

PPRROOFFIILLII::

Maggior numero di risposte A - SALENTINO D.O.C.

Maggior numero di risposte B - SALENTINO ORIUNDO

Maggior numero di risposte C - SALENTINO D’OCCASIONE

Maggior numero di risposte D - SALENTINO DEL NORD

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SETTEMBRE 20088

Se vi capita di fare una passeggiata verso PuntaRistola, venite a trovarmi, sono tanto sola, con-fortata soltanto da un sentimento di vuoto e dipaura. Ciò provoca in me grande, sofferenza,unica mia compagna. Eppure, un tempo ero unSantuario, meta di pellegrini; ero crocevia obbli-gato di popoli, di culture di religioni. Ora, purtrop-po, il mio antico ingresso naturale è chiuso conmuratura e cancelli; nessuno può più visitarmi,leggere le testimonianze epigrafiche, da me con-servate gelosamente.

Oh Dio, Dio mio, cosa mai posso fare da sola?Leuchesi, poiché faccio parte di voi, prendete-

vi cura di me! Aprite i cancelli alla gente! Ascolta-temi! Dico a voi! Ho già atteso abbastanza. Cre-detemi, la più grande sventura nella vita è propriola solitudine. Essa ti uccide lentamente. Io non sodire, in questo momento, se siete egoisti o indif-ferenti al mio stato. Vi assicuro, non ho deciso iodi vivere da sola e, chi è solo sente più profondala sua pena. Sono ormai consapevole di nonappartenere a nessuno, di essere stata dimenti-cata dagli uomini. Eppure non posso rimandare oannullare l’incontro con gli altri. Leuchesi, parlo avoi, la solitudine è un sentimento che fa soffriremolto di più di quanto si possa pensare, se siaccompagna all’idea dell’abbandono, qual è,appunto, il mio caso. Io sono un pezzo di storiaed avverto una grande necessità di sentirmi utile

e necessaria a voi, questa è la terapia alla miasolitudine, alla paura che, tra qualche anno, perlo stato di degrado, non potrò valere nulla edessere priva di significato.

Vi prego, quindi, statemi vicini, ho bisogno chequalcuno di voi volga la sua attenzione verso dime, che incontri i miei occhi, ho bisogno di unamano, che faccia qualcosa per me.

Una grotta ...sola

Sssh… silenzio:Grotta Porcinara parla!

Speciale Speciale Flash da non perdere: ...la tanto, tanto, ma davvero tanto attesa...

Largo zona Lungomare

Lungomare

Piazza Asti

La vera attrazione, prodottitipici ... e l’immancabile

paninaro...

Notte Bianca