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Il libero mercato... a favore dei ricchi di Giulio ALBANESE AFRICA: un continente in vendita N ei circoli della società civile africana si sta dibattendo sullo scottante tema degli “Economic Partnership Agree- ments”, in italiano “Accordi di Partenariato Economico”, me- glio conosciuti con l’acronimo Epa. Un’iniziativa che vede coin- volta l’Unione Europea con il gruppo Acp (Africa, Caraibi e Pa- cifico), 77 Paesi molti dei quali ex colonie europee. Gli Epa sono accordi di “libero scambio” delle merci con l’obiettivo di promuo- vere l’integrazione degli Stati Acp nell’economia mondiale, contribuendo allo sradicamento della povertà e incoraggiando quello che in gergo tecnico si chiama “sviluppo sostenibile”… ma non è tutto oro quello che luccica. La vexata quaestio è rap- presentata dal fatto che l’Euro- pa chiede ai Paesi Acp di elimi- nare tutte le barriere all’entrata su merci, prodotti e servizi pro- venienti dall’Ue, mettendo fine alla non reciprocità garantita dalla Convenzione di Lomè. Li- bero scambio su tutti i fronti con l’idea che la riduzione delle barriere commerciali incentiverà la crescita economica dei Paesi in via di sviluppo e contribuirà allo sradicamento della povertà. Come era prevedibile i Paesi africani hanno contestato que- sto indirizzo nella convinzione che gli Epa, con il ribasso delle tariffe doganali all’importazione dei prodotti europei, vadano a provocare un danno irreversibile alle già precarie economie na- zionali africane. Gli europei, da parte loro, hanno l’urgenza di concludere gli Epa vista l’impor- tanza strategica del negoziato, soprattutto per i rincari delle materie prime, petrolio in primis. Se da una parte è vero che la Ue si attesta al primo po- sto nelle sovvenzioni economi- che all’Africa con circa il 52% dell’ammontare ufficiale degli aiuti allo sviluppo per il conti- nente, dall’altra è importante promuovere sinergie per imple- mentare una politica che possa dirsi reale, cioè in grado di mi- gliorare le relazioni tra i due continenti, rendendole eque e paritetiche. L’obiettivo finale a livello di cooperazione dovreb- be essere quello di superare le barriere sociali ed economiche africane, consentendo ai gover- ni locali di far fronte alle sfide imposte dalla globalizzazione dei mercati. E proprio in riferi- mento agli Epa, i Paesi africani continuano a ripetere che i pro- venti dei dazi doganali costitui- scono una gran fetta del proprio Prodotto interno lordo (Pil) e la loro eliminazione causerebbe enormi perdite economiche. No- nostante la volontà della Com- missione europea di realizzare questi accordi a livello regionale da siglare entro dicembre 2007, ad oggi solo i Paesi caraibici hanno firmato i cosiddetti Epa completi. Al fine di incentivarne l’accettazione, Bruxelles ha pre- visto una sorta di fondo com- pensatorio di 27 miliardi di euro per i 77 Paesi Acp, su un periodo di dieci anni. Ma chi può real- mente valutare in Africa le per- dite derivanti dalle nuove regole commerciali? C’è da rilevare che la politica della Ue non è molto dissimile da quella che i cinesi stanno già attuando nel continente africano. La differenza tra i due indirizzi sta nel fatto che il governo di Pechi- no ha convinto le leadership africane ad abbattere le barriere doganali, elargendo laute busta- relle a destra e a manca, col pre- testo d’essere una potenza po- polare e anti colonialista. Così l’Impero del Drago, da una par- te sta elevando all’ennesima po- tenza la soglia di corruzione del- le oligarchie africane, mentre dall’altra mira al monopolio del- le materie prime, incluse le ricer- catissime fonti energetiche. Co- me ha rilevato il presidente ono- rario della Rete delle organizza- zioni contadine e dei produttori agricoli dell’Africa occidentale, il problema è che oggi costa me- no mandare una nave da Pechi- no a Dakar, che un camion da Dakar a Bamako”. Egli ritiene che queste forme di partenaria- to economico, tanto care al Wto, determinino non solo lo smantellamento dei mercati re- gionali africani, ma la svendita delle ricchezze del continente. A pensarci bene, l’Unione econo- mica europea è il risultato di un lungo percorso in cui la politica comunitaria ha dettato le regole del gioco. Se oggi la Ue è la po- tenza economica che tutti cono- sciamo questo è stato in gran parte possibile grazie alle misure protezionistiche adottate dai propri mercati nazionali fin da- gli anni ’50. Ecco perché prima di firmare accordi di libero scam- bio i governi africani dovrebbe- ro essere messi nelle condizioni di metabolizzare le riforme glo- bali perseguendo, attraverso un sostegno più coerente ed equo dei Paesi industrializzati (G 20) l’integrazione economica, socia- le e culturale a livello regionale. Bisognerebbe prima far crescere La Chiesa e la difesa dei più deboli IL MONDO CAPOVOLTO Anno XII, n. 1 - GENNAIO 2011 mensile della comunità Ecclesiale N. di registrazione 276 del 7.2.2000 presso il Tribunale di Frosinone. DIRETTORE: Raffaele Tarice IN REDAZIONE: Claudia Fantini Per inviare articoli: Claudia Fantini Via Sanità, 22 03011 Alatri - Tel. 348.3002082 e-mail: [email protected] RESPONSABILE DISTRIBUZIONE Bruno Calicchia AMMINISTRATORE Giovanni Straccamore HANNO COLLABORATO: Giulio Albanese, Pino D’Amico, Valerio De Luca, Paolo Fiorenza, Raniero Marucci, Enrico Mattoccia Giorgio A. Pacetti, Giovanni Straccamore EDITORE Diocesi di Anagni-Alatri FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPA Tipografia Editrice Frusinate srl Frosinone economicamente organismi in- terni e poi cominciare a parlare di Epa, negoziando con questi organismi regionali presenti in Africa. Purtroppo sia Bruxelles che Pechino fanno orecchie da mercanti. È per questo motivo che la società civile africana, nel- le sue molteplici componenti as- sociative e anche del settore pri- vato, rivendica il ruolo dei co- siddetti Attori non statali nello studio e nell’applicazione degli accordi di partenariato interna- zionale, da anni al centro delle accese discordie tra l’Africa e l’Europa. In Italia, a sostegno dei governi e della società civile im- pegnati per una revisione radi- cale degli Epa è nata la campa- gna L’Africa non è in vendita, sostenuta da Beati i Costruttori di Pace, Campagna EuropAfrica, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Centro Interna- zionale Crocevia, Fair, Legam- biente, Mani Tese, Rete Lilliput, Terra Nuova, Tradewatch, Wwf Italia. A ciò si aggiunga l’impe- gno di molte Chiese Cristiane nel difendere gli interessi di un continente, l’Africa, che qualcu- no vorrebbe fosse in vendita al migliore offerente.

Il libero mercato a favore dei ricchi AFRICA: un ... · AFRICA: un continente in vendita N ... che costringeva molti a non uscire di casa. Così disse loro di recarsi dai bambini

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Page 1: Il libero mercato a favore dei ricchi AFRICA: un ... · AFRICA: un continente in vendita N ... che costringeva molti a non uscire di casa. Così disse loro di recarsi dai bambini

Il libero mercato... a favore dei ricchi

di Giulio ALBANESE

AFRICA: un continente in vendita

Nei circoli della società civileafricana si sta dibattendosullo scottante tema degli

“Economic Partnership Agree-ments”, in italiano “Accordi diPartenariato Economico”, me-glio conosciuti con l’acronimoEpa. Un’iniziativa che vede coin-volta l’Unione Europea con ilgruppo Acp (Africa, Caraibi e Pa-cifico), 77 Paesi molti dei qualiex colonie europee. Gli Epa sonoaccordi di “libero scambio” dellemerci con l’obiettivo di promuo-vere l’integrazione degli StatiAcp nell’economia mondiale,contribuendo allo sradicamentodella povertà e incoraggiandoquello che in gergo tecnico sichiama “sviluppo sostenibile”…ma non è tutto oro quello cheluccica. La vexata quaestio è rap-presentata dal fatto che l’Euro-pa chiede ai Paesi Acp di elimi-nare tutte le barriere all’entratasu merci, prodotti e servizi pro-venienti dall’Ue, mettendo finealla non reciprocità garantitadalla Convenzione di Lomè. Li-bero scambio su tutti i fronticon l’idea che la riduzione dellebarriere commerciali incentiveràla crescita economica dei Paesiin via di sviluppo e contribuiràallo sradicamento della povertà.Come era prevedibile i Paesiafricani hanno contestato que-sto indirizzo nella convinzioneche gli Epa, con il ribasso delletariffe doganali all’importazionedei prodotti europei, vadano aprovocare un danno irreversibilealle già precarie economie na-zionali africane. Gli europei, daparte loro, hanno l’urgenza diconcludere gli Epa vista l’impor-tanza strategica del negoziato,soprattutto per i rincari dellematerie prime, petrolio inprimis. Se da una parte è veroche la Ue si attesta al primo po-sto nelle sovvenzioni economi-che all’Africa con circa il 52%dell’ammontare ufficiale degliaiuti allo sviluppo per il conti-nente, dall’altra è importantepromuovere sinergie per imple-mentare una politica che possadirsi reale, cioè in grado di mi-gliorare le relazioni tra i duecontinenti, rendendole eque eparitetiche. L’obiettivo finale alivello di cooperazione dovreb-be essere quello di superare lebarriere sociali ed economicheafricane, consentendo ai gover-ni locali di far fronte alle sfide

imposte dalla globalizzazionedei mercati. E proprio in riferi-mento agli Epa, i Paesi africanicontinuano a ripetere che i pro-venti dei dazi doganali costitui-scono una gran fetta del proprioProdotto interno lordo (Pil) e laloro eliminazione causerebbeenormi perdite economiche. No-nostante la volontà della Com-missione europea di realizzarequesti accordi a livello regionaleda siglare entro dicembre 2007,ad oggi solo i Paesi caraibicihanno firmato i cosiddetti Epacompleti. Al fine di incentivarnel’accettazione, Bruxelles ha pre-visto una sorta di fondo com-pensatorio di 27 miliardi di europer i 77 Paesi Acp, su un periododi dieci anni. Ma chi può real-mente valutare in Africa le per-dite derivanti dalle nuove regolecommerciali? C’è da rilevare chela politica della Ue non èmolto dissimile da quella chei cinesi stanno già attuandonel continente africano. Ladifferenza tra i due indirizzi stanel fatto che il governo di Pechi-no ha convinto le leadershipafricane ad abbattere le barrieredoganali, elargendo laute busta-relle a destra e a manca, col pre-testo d’essere una potenza po-polare e anti colonialista. Cosìl’Impero del Drago, da una par-te sta elevando all’ennesima po-tenza la soglia di corruzione del-

le oligarchie africane, mentredall’altra mira al monopolio del-le materie prime, incluse le ricer-catissime fonti energetiche. Co-me ha rilevato il presidente ono-rario della Rete delle organizza-zioni contadine e dei produttoriagricoli dell’Africa occidentale, il“problema è che oggi costa me-no mandare una nave da Pechi-no a Dakar, che un camion daDakar a Bamako”. Egli ritieneche queste forme di partenaria-to economico, tanto care alWto, determinino non solo losmantellamento dei mercati re-gionali africani, ma la svenditadelle ricchezze del continente. Apensarci bene, l’Unione econo-mica europea è il risultato di unlungo percorso in cui la politicacomunitaria ha dettato le regoledel gioco. Se oggi la Ue è la po-tenza economica che tutti cono-sciamo questo è stato in granparte possibile grazie alle misureprotezionistiche adottate daipropri mercati nazionali fin da-gli anni ’50. Ecco perché primadi firmare accordi di libero scam-bio i governi africani dovrebbe-ro essere messi nelle condizionidi metabolizzare le riforme glo-bali perseguendo, attraverso unsostegno più coerente ed equodei Paesi industrializzati (G 20)l’integrazione economica, socia-le e culturale a livello regionale.Bisognerebbe prima far crescere

La Chiesa e la difesa dei più deboli

IILL MMOONNDDOO CCAAPPOOVVOOLLTTOO

Anno XII, n. 1 - GENNAIO 2011mensile della comunità Ecclesiale

N. di registrazione 276 del 7.2.2000presso il Tribunale di Frosinone.

DIRETTORE: Raffaele Tarice

IN REDAZIONE: Claudia Fantini

Per inviare articoli:Claudia Fantini Via Sanità, 22 03011

Alatri - Tel. 348.3002082e-mail: [email protected]

RESPONSABILE DISTRIBUZIONEBruno Calicchia AMMINISTRATORE

Giovanni Straccamore

HANNO COLLABORATO: Giulio Albanese,

Pino D’Amico, Valerio De Luca,Paolo Fiorenza, Raniero Marucci,

Enrico Mattoccia Giorgio A. Pacetti,Giovanni Straccamore

EDITOREDiocesi di Anagni-Alatri

FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPATipografia Editrice Frusinate srl

Frosinone

economicamente organismi in-terni e poi cominciare a parlaredi Epa, negoziando con questiorganismi regionali presenti inAfrica. Purtroppo sia Bruxellesche Pechino fanno orecchie damercanti. È per questo motivoche la società civile africana, nel-le sue molteplici componenti as-sociative e anche del settore pri-vato, rivendica il ruolo dei co-siddetti Attori non statali nellostudio e nell’applicazione degliaccordi di partenariato interna-zionale, da anni al centro delleaccese discordie tra l’Africa el’Europa. In Italia, a sostegno deigoverni e della società civile im-pegnati per una revisione radi-cale degli Epa è nata la campa-gna L’Africa non è in vendita,sostenuta da Beati i Costruttoridi Pace, Campagna EuropAfrica,Campagna per la Riforma dellaBanca Mondiale, Centro Interna-zionale Crocevia, Fair, Legam-biente, Mani Tese, Rete Lilliput,Terra Nuova, Tradewatch, WwfItalia. A ciò si aggiunga l’impe-gno di molte Chiese Cristianenel difendere gli interessi di uncontinente, l’Africa, che qualcu-no vorrebbe fosse in vendita almigliore offerente.

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Spedizione in a.p. art. 2 comma 20c legge 662/96 filiale Frosinone - Spedito il 22 Dicembre 2010 - www.diocesianagnialatri.it

mento della giornata. In al-tre parole non si usa la reteper la “ricerca di informa-zioni” per studio, ma so-prattutto per farsi il propriopalinsesto personale. Dicia-molo francamente: ai ragaz-zi non importano le trasmis-sioni di approfondimentogiornalistico, o i vari conte-nitori pomeridiani, ancheperché la qualità generaledella nostra televisione è inpicchiata. E allora megliovedersi sul pc l’ultima pun-tata del nostro telefilm pre-ferito, andato in onda negliStati Uniti o in Inghilterra lasera prima, e scaricabile ilgiorno dopo da un’infinitàdi siti diversi con tanto di

Prendi 1300 studenti del-le scuole medie tra i 12e 14 anni e dalle loro ri-

sposte ad un semplice testcapirai che il mondo cambiaalla velocità della luce. So-prattutto il dato che sor-prende da questa indaginedella Società Italiana di Pe-diatria è che, per la primavolta nella storia, i ragazzipreferiscono internet allatelevisione: quelli che passa-no più di tre ore al giornosul web sono il 17,2%, men-tre quelli che preferiscono iltelecomando sono solo il15,3%. Questo risultatostrabiliante è dovuto princi-palmente alla diffusione suscala mondiale di “Face-book”, il social network sucui il 67% degli adolescentiitaliani ha un profilo, maanche sulla possibilità cheinternet offre di guardare ivideo direttamente su “YouTube”. Utilizzando poi lo“streaming” si possono ve-dere qualsiasi programmatelevisivo in qualsiasi mo-

sottotitoli in italiano per chinon mastica abbastanza l’in-glese. E un esempio lampan-te di quanto questo sistemasia diffuso è quello accadutoper l’ultima puntata del te-lefilm cult di questi anni:LOST. Dovendo mandare inonda l’ultima puntata dellaserie in America, la Fox hadeciso di mandarla in con-temporanea in tutto il mon-do (in Europa era notte fon-da) e in lingua originale, an-che a dispetto del fatto che,per esempio in Italia, erava-mo indietro di almeno unanno di episodi. Questo per-ché i veri appassionati nonsolo avevano già visto gliepisodi trasmessi in Italia,

ANNO XII N. 1GENNAIO 2011

FFOOTTOO NNOOTTIIZZIIAA

PPRRIIMMOO PPIIAANNOO

ma avevano già visto quelliinediti in Italia su internet.Per i puristi poi, il vero valo-re aggiunto della televisio-ne è la “diretta”, ma anchequesto primato è in declino:grazie alla banda larga èpossibile trasmettere in di-retta anche su internet.L’andamento generale sem-bra allora chiaro: i due mez-zi, televisione e internet, sievolveranno parallelamenteper ancora qualche tempo,e alla fine si fonderanno inun unico mezzo, una televi-sione in cui non esistono piùcanali e orari. Staremo a ve-dere.

Raffaele Tarice

aa ll ll ’ii nn tt ee rr nnoo.. .. ..

Visita Pastorale aLaguccio, Mole,

S. Emidio e Pignano

Pag. 3

SpecialeFamiglia: riserva

di speranzaPagg. 6-7

Verifica deiProgetti in Africa

Pag. 9

GGIIOOVVAANNII EE IINNTTEERRNNEETTI ragazzi preferiscono il web al telecomando

Puna - L’acqua il primo problema della giornata

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110000 NNOOTTIIZZIIEE 110000 NNOOTTIIZZIIEE Gennaio 20112222

LL’AAGGEENNDDAA GGEENNNNAAIIOO

Sabato 1 gennaioAlatri, Concattedrale, ore 17.00

S. MESSA PRESIEDUTA DAL VESCOVO

Ore 18.00MARCIA DELLA PACE

Giovedì 6 gennaioAnagni, Cattedrale,

ore 11.30PONTIFICALE DELL’EPIFANIA

Presiede il Vescovo

Domenica 9 gennaioAnagni, Cattedrale,

ore 11.30FESTA DEI MINISTRANTI:

S. MESSAPresieduta dal Vescovo

Martedì 11 gennaioConcattedrale, ore 18.00PONTIFICALE DI S. SISTO I

Presieduto dal Vescovo

Domenica 16 – domenica23 gennaio

VISITA PASTORALE NELLAPARROCCHIA S. FAMIGLIA

IN ALATRI

Giovedì 20 gennaio Anagni, episcopio, ore 9.00

TERZO GIOVEDI’ DEL CLERO

con P. Alessandro Antonio SJ

Domenica 30 gennaio –domenica 6 febbraio

VISITA PASTORALE NELLEPARROCCHIE

CONCATTEDRALE S. PAOLO ES. LORENZO IN ALATRI

BABBO NATALE: VERSIONE PAGANA DI CRISTO?Una riflessione per capire

Un tempo i regali ai bambini per Natale li portava Gesù Bambino, poi conil passare del tempo ha preso sempre più piede la figura nordica di BabboNatale che sembra ormai aver preso il posto del Salvatore. Nasce così uncerto antagonismo fra le due figure, l’una – Gesù – naturalmente legataalla tradizione cristiana, l’altra – Babbo Natale – che si fa invece risalire aquella pagana. Ma è proprio così? Se andiamo a vedere più da vicino, ciaccorgeremo che la verità è un’altra e che anche la figura di Babbo Natale– al di là della sua bontà verso i piccoli – è legata profondamente al cri-stianesimo. Infatti, tutte le versioni del Babbo Natale moderno derivanodallo stesso personaggio storico, il vescovo San Nicola di Mira vissuto nelIV secolo nella città di Myra (antica città della Licia nell’odierna Turchia)più noto in Italia come San Nicola di Bari. Di lui si racconta che esortò tuttigli altri parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo laddove ibambini non avevano la possibilità o la volontà di recarsi in chiesa, anchea causa del freddo invernale, che costringeva molti a non uscire di casa.Così disse loro di recarsi dai bambini portando un regalo e di cogliere l’oc-casione per spiegargli chi fosse Cristo e che cosa avesse fatto per l’interaumanità. I parroci quindi, indossando un pesante soprabito rosso scuro (si-

mile al bordò) per ripararsi dal freddo e portando con loro un sacco pienodi regali, raggiungevano i bambini mediante alcune slitte trainate da cani(e non renne). Il racconto di San Nicola è alla base della grande festa olan-dese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua volta, ha dato ori-gine al mito ed al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti. In Europa(in particolare nei Paesi Bassi, Belgio, Austria, Svizzera e Germania) vieneancora rappresentato con abiti vescovili e con la barba. Le reliquie di SanNicola furono traslate a Bari da alcuni pescatori e per ospitarle fu costruitanel 1087 la famosa basilica. Il luogo è da allora meta di pellegrinaggi daparte dei fedeli. San Nicola è considerato il proprio patrono da parte dimarinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, presta-tori di pegno, detenuti. È anche il santo patrono della città di Amsterdame della Russia. In Grecia San Nicola viene talvolta sostituito da San BasilioMagno (Vasilis), un altro vescovo del IV secolo originario di Cesarea. Comesi vede il culto di questo santo, così sentito nel meridione, è invece motodiffuso nel nord Europa ed in Russia, tanto da aver generato la figura delmoderno Babbo Natale, che ora possiamo sentire più vicino a noi anche inrapporto all’autentico messaggio cristiano del Natale.

Paolo Fiorenza

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LLAA CCAATTTTEEDDRRAA DDEELL VVEESSCCOOVVOOAnno XIINumero 1 3333

voro pastorale interparrocchiale e poi in un vero Consiglio Pasto-rale Interparrocchiale, rappresentativo delle appartenenze, dellevocazioni e dei ruoli a tutti i livelli. I Consigli per gli Affari Econo-mici (CAE), previsti come obbligatori dal Codice di Diritto canoni-co (cfr C. 537), è bene siano presenti in ogni parrocchia. Importante è stato anche l’incontro con i giovani e i giovanissimidi tutte le parrocchie. Importante per il futuro non solo loro, madelle comunità cristiane in cui vivono. Ho avuto modo di rispon-dere parlando a lungo nel silenzio attento e pensoso di tutti ipresenti. Ho poi incontrato i bambini della catechesi di tutte le parrocchie.Due sono stati i momenti forti proposti alla riflessione e all’impe-gno di tutti: la canzone di Domenico Modugno “Meraviglioso”,commentata da appropriate diapositive; l’allegoria della vite edei tralci del Vangelo di Giovanni, al cap. 15. Ho iniziato a com-mentare “Meraviglioso” con un episodio accaduto ad un mioamico tanti anni fa. Sul ponte di Bassano del Grappa, in un mo-mento di sconforto, costui ebbe le tentazione di porre fine allasua vita. Lo sguardo ad un Crocifisso e il pensiero dell’Amore diDio frenò questo suo proposito. Da quel momento la sua vita è ri-partita ed è diventato un altro. Nella vita ci sono tante cose belle,come ci ricorda la canzone di Modugno, ma esistono anche tantecose brutte. Cosa fare?!? Abbiamo la fortuna di avere un veroAmico, Gesù, che non è solo un modello e un esempio straordina-rio, ma ci dà la possibilità di fare comunione con Lui (“Io sono lavite e voi i tralci”: Gv 15,5) per trasformare il mondo in Regno diDio e, soprattutto, per affrontare i momenti di difficoltà con unsupplemento di energia. E questo avviene sempre ma, in modoparticolare quando ci rivolge la Sua Parola e ci incontra nei gestidel Suo Amore che sono i Sacramenti (soprattutto la Riconciliazio-ne e l’Eucaristia). La comunione con Gesù e il Suo Amore sono idoni più grandi che abbiamo. Sono luce e forza per attraversareanche i momenti di difficoltà nella speranza. Ho incontrato anchele persone che vivono situazioni di difficoltà, dovute alla malattiao alla vecchiaia sono le persone più preziose della comunità cri-stiana. Sono i punti-luce della parrocchia, gli spazi in cui Dio dà atutti un appuntamento generale in quello che potremmo chia-mare “il sacramento del dolore”. Lì è sicuro che ci sia soprattuttoLui e la presenza del Suo Amore. C’è molta solidarietà da partedei parenti e del vicinato, ma è importante che la comunità cri-stiana, nel suo insieme, sia presente alle persone in difficoltà at-traverso tanti suoi volti. Molto bella è stata pure la visita alleScuole di Mole, dal punto di vista della struttura materiale e dellalogistica, sia una delle Scuole più belle e più ben messe di tutta laDiocesi. L’ultimo pensiero che ho voluto lasciare, motivato dallemagliette multicolori dei bambini e da un loro canto (“Noi siamol’arcobaleno”), è stato sulla presenza dell’arcobaleno nella Bibbia.Esso è segno dell’Alleanza di Dio con Noè e con tutta l’umanità altermine del diluvio (cfr Gen 9). Significa la volontà di pace di Diocon l’umanità e per l’umanità. È per noi un impegno a costruireponti per avvicinare le persone e abbattere le barriere.

Carissimi don Fabio e donGiorgio, la visita alle parrocchie cheVoi guidate insieme da alcunianni mi ha fatto conoscereuna realtà umana ricca e va-riegata, vasta e policroma,complessa e difficile da unpunto di vista pastorale. Insie-me, però, ho potuto coglieredi persona il bene che Dio su-scita con il Suo Spirito e i frut-ti di vita destati dalla seminadella Parola e dalla dedizionedi tanti operai del Vangeloche con Voi condividono l’o-nere, la gioia e il peso di que-sta responsabilità. Grazie dicuore a Voi e ai Vostri Colla-boratori per il servizio allasperanza di tanta gente cheabita un territorio abbastanzaesteso e che comprende benquattro parrocchie. Lo scopodi una parrocchia e di una co-munità cristiana è quello dimettere gli uomini del nostrotempo a contatto col misterodi Cristo e della salvezza inuna prospettiva ecclesiale. IlVangelo deve essere comuni-cato a tutti sotto la forma del-la Parola, del Sacramento edella Testimonianza. Questiservizi, per la situazione e lastoria delle quattro parroc-chie in questione, non posso-no essere garantiti completa-mente e da ognuna. Essi,però, possono essere garanti-ti, in maniera assolutamentecompiuta e integrale, da tuttee quattro insieme, “in solido”,con un discorso di progressivaintegrazione. Allora, bisognamettersi insieme, cosicché an-che le comunità meno ampiee strutturate possano esserein grado di offrire in manieracompleta tutti i servizi. Il pro-blema vero e l’esigenza piùseria è quella di creare dellequattro parrocchie un’unitàpastorale e di favorire una pa-storale d’insieme. È fonda-mentale che il riferirsi allechiese, e al servizio liturgicoche in esse si offre, non dividala comunità cristiana. Unadelle conseguenze più evi-denti, ad esempio, è che laformazione di tutti gli Anima-tori pastorali venga fatta in-sieme da parte di tutte le co-munità. E la prima formazione comin-cia “in loco” con i propri par-roci, attorno alla Parola di Dioe in vista della organizzazionedella vita comunitaria. Hoproposto, a tale riguardo, unincontro di tutti gli Animatoriuna volta alla settimana. An-che i Consigli pastorali parroc-chiali è bene confluiscano, alpiù presto, in un gruppo di la-

Ho incontrato anche la Comu-nità Agapè, costituita e strut-turata secondo un diverso or-dine di appartenenza, ma conun programma di vita ugualeper tutti. Il nucleo centrale ècostituito dalla Fraternità, al-cune famiglie e persone, chevivono nello stesso luogo con-dividendo spazio, tempo, ca-pacità personali e beni. Poi cisono alcune persone (coppieo singoli) che frequentano laComunità nei suoi ritmi e tor-nanti giornalieri. Infine esisto-no alcuni simpatizzanti, che siavvicinano solo in certi mo-menti. La giornata è scanditada due momenti forti di pre-ghiera: lodi alle 8.30, vesproalle 19.30. Il lavoro, in coope-rativa o fuori (compresi anchei servizi in casa), permette atutti nella condivisione di vi-vere. Ogni giorno tutti condi-vidono il pranzo; due volte al-la settimana la cena. C’è la di-sponibilità e l’apertura ad aiu-tare le persone in difficoltà,gli stranieri, i bambini che vi-vono in famiglie con proble-mi. Questi ultimi vengono so-stenuti anche con il “Centrodiurno per minori a rischio didevianza”, in convenzionecon i servizi sociali del Comu-ne di Alatri. Preghiera, lavoro,accoglienza sono i cardini del-la giornata e della vita comu-nitaria. La dimensione fonda-mentale della fede è quellacomunitaria. Non ci si salva dasoli. Ci si salva insieme. È miaconvinzione che quello che vi-vono sia in linea con la mentedella Chiesa e con il rinnova-mento richiesto dal VaticanoII: di fronte ad una salvezzaintesa in senso esageratamen-te spirituale, individualistico,e totalmente privo di sensostorico, bisogna risponderecon una proposta salvifica cheprenda in considerazione tut-to l’umano e tutto l’uomo;non solo il singolo, ma l’interacomunità; e, soprattutto, conun forte senso della storia edell’oggi. La celebrazione del-l’Eucaristia ha concluso la Visi-ta pastorale a tutte e quattrole parrocchie. È stato belloconcludere la Visita pastoralecon una speciale primaveradello Spirito e con il mio invi-to a tutti di camminare insie-me: i più “forti”, non temen-do di prendersi cura dei menofortunati; i più “deboli”, nonvergognandosi di chiedereuna mano nell’offrire anchealla causa comune la loro ric-chezza e i loro doni. Un ab-braccio a Voi e a tutte le per-sone che il Signore Vi affida.

+ Lorenzo Loppa

Cuore Immacolato diMaria (Laguccio),

Maria SS. del Rosario(Mole Bisleti),

S. Emidio (S. Emidio),Maria SS. Addolorata

(Pignano)10-16 e 23 maggio 2010

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VVIITTAA DDII CCOOMMUUNNIITTAA,, Gennaio

20114444

Oltre ventimila ap-partenenti a duemi-la confraternite,

rappresentate da personesempre più anziane e con icapelli bianchi, provenientida tutta Italia, si sono dateappuntamento in piazzaSan Pietro domenica 14 no-vembre, insieme al Presi-dente della Confederazio-ne delle Confraternite del-le Diocesi d’Italia, France-sco Antonetti e al vescovoAusiliare di Roma e Assi-stente Ecclesiastico delleConfraternite d’Italia, Ar-mando Brambilla, per par-tecipare alla Santa Messa,celebrata dal Segretario diStato Tarcisio Bertone inoccasione del XIX Cammi-no di Fraternità e del deci-mo anniversario della Con-federazione delle Confra-ternite d’Italia che attual-mente riunisce circa tremi-la gruppi. Sette artistici Crocefissiprovenienti da Genova e lapresenza di confratelli econsorelle con i loro costu-mi, vessilli, stendardi ricchidi storia, hanno dato unanota di colore, di richiamoalle antiche tradizioni cri-stiane, ben radicate nel po-polo di Dio, di fede auten-tica, per offrire ancora og-gi una viva testimonianzadi fede, di vita e di solida-rietà a molteplici opere in-centrate sull’uomo. La festosa invasione inPiazza San Pietro ha voluto

LLee CCoonnffrraatteerrnniitteeddeellllaa DDiioocceessii iinn

PPiiaazzzzaa SSaann PPiieettrroo

XIX Cammino di Fraternità e del X anniversario dellaConfederazione delle Confraternite d’Italia

di Giorgio Alessandro PACETTI

Essere fucine di santità e lievito evangelico

esprimere dedizione ed af-fetto al segretario di StatoTarcisio Bertone, che haevidenziato l’importanzadelle Confraternite chenon sono semplici societàdi mutuo soccorso oppureassociazioni filantropiche,ma un insieme di fratelliche, volendo vivere il Van-gelo nella consapevolezzadi essere parte viva dellaChiesa, si propongono dimettere in pratica il co-mandamento dell’amore,che spinge ad aprire il cuo-

re agli altri, particolarmen-te a chi si trova in difficoltàe a far giungere l’annunciodel Vangelo della carità atutti, percorrendo vie anti-che e nuove. Dopo la SantaMessa è seguita la benedi-zione del Papa BenedettoXVI che dopo l’Angelus haringraziato tutti i parteci-panti per il loro impegnospirituale e sociale e ha au-spicato alle confraternite:“continuate ad esserefucine di santità e lievi-to evangelico”.

Il Presidente della Confe-derazione delle Confrater-nite delle Diocesi d’Italianel suo intervento ha volu-to puntualizzare con i nu-meri la “missione che svol-gono le confraternite sen-za le quali i riti della Qua-resima, della SettimanaSanta, le feste patronali, iNovenari ai santi veneratinelle chiesette campestrinon ci sarebbero, essendole Confraternite angeli cu-stodi della religiosità popo-lare”.

Messaggio del Vescovo Ausiliare di Roma e Assistente delle Confraternite della Diocesi d’Italia Armando Brambilla

<<Di fronte alle nuove sfide e alla “emergenza educativa” anche noi membri delleConfraternite siamo chiamati a interrogarci prima di tutto sulla nostra vita personalee comunitaria per capire quale esempio diamo ai giovani circa la nostra identitàcristiana. Come confraternite dobbiamo sentire di poter dare il nostro contributospecifico e originale, che fa riferimento in modo particolare alla pietà popolare, cheil Santo Padre Benedetto XVI, nella lettera inviata a tutti i seminaristi ha descrittocome grande patrimonio della Chiesa. Mantenete pure in voi la sensibilità per la pietàpopolare, che è diversa in tutte le culture, ma che è pur sempre simile, perché il cuoredell’uomo alla fine è lo stesso. Certo, la pietà popolare tende all’irrazionalità, talvoltaforse anche all’esteriorità, eppure, escluderla è del tutto sbagliato. Attraverso di essa,la fede è entrata nel cuore degli uomini, è diventata parte dei loro sentimenti, delleloro abitudini, del loro comune sentire e vivere. Perciò la pietà popolare è un grandepatrimonio della Chiesa. La fede si è fatta carne e sangue. Certamente la pietàpopolare dev’essere sempre purificata, riferita al centro, ma merita il nostro amore,ed essa rende noi stessi in modo pienamente reale “Popolo di Dio”. Le nostreConfraternite devono diventare sempre più luoghi di generazione della fede e dellavita buona, affinché sappiano rispondere alla nostalgia di Dio che alberga nei giovanie per aiutarli a dare unità all’esistenza di fronte alla frammentazione del vivereodierno. Aiutiamo i giovani a tirare fuori il potenziale che è in loro e le grandi risorseche hanno per indirizzarle al bene e all’edificazione di un mondo migliore. Ci aiutinoin questo grande impegno la Madonna regina delle confraternite e tutti i nostri Santipatroni, in primis il beato Pier Giorgio Frassati. Arrivederci a Reggio Calabria l’11 e il12 Giugno 2011>>.

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VVIITTAA DDII CCOOMMUUNNIITTAA,,Anno XII

Numero 1 5555

Vallepietra ha vissuto,sabato 27 novembre,un momento impor-

tante della sua storia. Sonotornate le suore; erano anniche le suore di Santa Chiaraavevano lasciato la casa diVallepietra, per una ristruttu-razione che aveva interessatola loro congregazione. L’im-pegno di don Alberto, chenon si dava pace per la perdi-ta di un punto di riferimentotanto prezioso per il paese, èstato premiato e sono arriva-te le Suore cistercensi del-la Carità di Anagni chehanno accolto i pressanti econtinui inviti del nostro par-roco. I preparativi duravanoda diversi giorni; la casa or-mai non più abitata abbiso-gnava di una pulizia radicaleed anche di lavori di ristrut-turazione. Tutti hanno datouna mano al dinamico e sem-pre presente parroco. Allequattro in punto il suonodella banda accoglieva il no-stro Vescovo Lorenzo apiazza San Francesco pienade tanti Vallepietrani che sfi-davano il freddo gelido perfare festa alle nostre Suore.Suor Maria Enrica, Suor Bea-trice e Suor Annette, accom-pagnate da Madre Eugeniasuperiora generale, dalla ma-dre vicaria Suor Patrizia e datante suore erano arrivate daqualche minuto e non siaspettavano tanta gente. IlSindaco Francesco Palmieri,Consiglieri Comunali e il co-mandante dei Carabinierirendevano omaggio al Ve-scovo e accompagnavano lesuore in Chiesa. La Banda,che festeggiava Santa Cecilia,allietava il corteo e dava un

Sabato 27 febbraio sono arrivate le Cistercensi della Carità di Anagni insieme al Vescovo

tocco di allegria alla cerimo-nia tanto attesa dalla nostraComunità. In chiesa il Sindacorivolgeva parole di benvenu-to e salutava i tanti presentied i graditi ospiti per la loroattenzione e alla Suore di-chiarava tutta la disponibilitàsua personale e dell’ammini-strazione Comunale ed augu-rava loro un lavoro pieno disoddisfazione ricordando an-che quando le suore di SantaChiara hanno fatto per l’inte-ra Comunità. Don Alberto,all’inizio della Messa, riper-correva le tappe che avevanoriportato le Suore a Vallepie-tra, sottolineava la grande di-sponibilità di Madre Eugeniae dell’intero Consiglio delleCistercensi nel venire incon-tro alle richieste della Comu-nità di Vallepietra e indicavale linee del lavoro delle suo-re: animazione liturgica; in-contri ed educazione religio-sa; ascolto, formazione ed at-tività per bambini, adolescen-

FFiinnaallmmeenntteellee ssuuoorree aa

VVaalllleeppiieettrraaGrande commozione per l’evento

ti e giovani; visite agli amma-lati in una parola camminareinsieme e condividere sogni,preoccupazioni, gioie… e so-prattutto costruire, malgradotutto, una proposta ed unmodello che abbia comepunto di riferimento il van-gelo senza dimenticare il ser-vizio al Santuario peraltro giàsvolta da tanti anni. Il Vesco-vo nelle sue parole sottoli-neava il carisma della Con-gregazione delle Suore Ci-stercensi della Carità, fonda-te da Suor Claudia de Angelisdi Anagni, che da oggi pote-va dare frutti anche in questaparte della Diocesi. Mettevain risalto la felice coincidenzadella cerimonia di ingressodelle Suore con la celebrazio-ne della messa della primadomenica di Avvento e nelleletture vedeva riferimenti al-l’impegno che le suore inizia-vano a Vallepietra. La parolache abbiamo ascoltato, è pie-na di inviti ad andare incon-

tro al Signore con gioia, asvegliarci dal sonno, a cam-minare nella luce del Signoree da oggi, concludeva il Ve-scovo, possiamo rispondereall’invito anche con l’aiuto ditre nuove concittadine di Val-lepietra. Madre Eugenia,commossa, ringraziava tutti,nessuno escluso per l’acco-glienza che l’intera comunitàaveva voluto riservare allesue Suore. Le sue parole, cosìsemplici, la facevano sentireuna di noi. Grazie cara Ma-dre Eugenia per la sua dispo-nibilità e per tutto quello chele suore faranno nel nostropaese. La festa si concludevanel salone dell’Asilo, dovetutti si portavano sempre ac-compagnati dalla Banda Co-munale, per gustare il riccorinfresco, per un momento disana allegria e per conoscerepiù da vicino le nostre nuoveconcittadine.

LLaa CCoonnffrraatteerrnniittaa ddii GGuuaarrcciinnoo aa SSaann PPiieettrroo ee ppooii aa PPaallaazzzzoo DDoorriiaa PPaammpphhiilliidi Pino D’AMICO

La Confraternita di S. Agnello di Guarcino si è recata con il parroco don Claudio a Roma per partecipare al19° Cammino di Fraternità delle Confraternite di Italia. Alle 10 di mattina in piazza S. Pietro ha partecipatocon numerosissimi fedeli e con due Confraternite della Diocesi (una di Piglio e una di Fumone) alla solenne

celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato di Sua San-tità benedetto XVI. All’inizio c’è stato il saluto di mons. Armando Brambilla, assistente ecclesiastico delle Confra-ternite, e di Francesco Antonetti, presidente delle confraternite. Nell’omelia il cardinal Bertone ha invitato soprat-tutto i nuovi confratelli all’impegno di una seria formazione umana e cristiana, seguendo le indicazioni dei ve-scovi italiani per il decennio 2010 – 2020, e a continuare nell’impegno sociale e caritatevole che è proprio delleconfraternite. A mezzogiorno tutti hanno partecipato alla recita dell’Angelus insieme al Santo Padre che ha loda-to tutti i Fratelli, venuti anche dalle regioni più lontane, dalle isole come dal nord. Dopo la solenne cerimonia inpiazza S. Pietro i guarcinesi sono stati ospiti del diacono Massimiliano Floridi e della principessa Jesine nel palaz-zo Doria Panphili per il pranzo e per la visita guidata nella galleria della celebre famiglia romano-genovese cheha dato alla Chiesa un papa, Innocenzo X, e numerosi cardinali. Nella cappella del palazzo situato nei pressi dipiazza Venezia si sono celebrati i secondo vespri della XXIII domenica, prima del ritorno a Guarcino.

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Con una citazione della Lettera ai Colossesi (3,12-17),«un piccolo Codice di comportamento familiare e co-munitario», comincia la nuova Lettera con cui il vesco-

vo Lorenzo offre alla Diocesi di Anagni-Alatri i contenuti ele indicazioni per questo anno 2011, dedicato, come la scor-sa l’Assemblea Pastorale di Fiuggi, alla famiglia e in partico-lar modo all’educazione alla fede dei piccoli nei primissimianni di vita. Questo è, come tiene a precisare Mons. Loppa,«un modo anche molto significativo per sottolineare, all’in-terno della comunità cristiana, il “primato educativo” dellafamiglia stessa. Il compito di educare alla vita e alla fedespetta prima di tutto e soprattutto ai genitori, ed è un do-vere “essenziale, originale, primario, insostituibile e inalie-nabile” (Familiaris Consortio, n. 36). L’avventura di umanitàe di vita di ognuno può e deve avere il sostegno di molticompagni di viaggio, ma la famiglia rimane il luogo dove ilsoggetto umano fa l’esperienza affettiva e morale elemen-tare, basilare; dove sperimenta che vale per sé stesso e perl’esperienza amorosa di essere riconosciuto come persona,soggetto di dignità, di stima, di affetto». Pubblichiamo al-cuni estratti della Lettera, che si può scaricare integralmen-te dal sito www.diocesianagnialatri.it.

PREMESSENon esiste un modello di famiglia da proporre per tutti itempi e per tutti i luoghi. La realtà storica, il contesto cultu-rale, le situazioni disegnano la famiglia in vari modi. La “di-versità” e lo specifico della famiglia cristiana è il principiodell’obbedienza alla Parola con la carità. I cristiani si impe-gnano a vivere i rapporti familiari mettendo la carità al disopra di tutto.Di analisi sul matrimonio e la famiglia ne sono state fattetante e tante se ne fanno, a vari livelli e su tutti i versanti,compreso quello ecclesiale. Sicuramente possiamo parlaredi “luci ed ombre della famiglia, oggi” (cfr. Familiaris Con-sortio, 1a parte). Di certo possiamo convenire che alla basedella famiglia oggi c’è un’unione più fragile che in passato

per tanti motivi e, soprattutto, per l’incapacità di tanti gio-vani di accettare un rapporto definitivo.

LA FAMIGLIA E LA SFIDA EDUCATIVAIl Vangelo della famigliaPossiamo affermare che la famiglia cristiana si presenta co-me un luogo di grazia, di salvezza, di servizio. Luogo digrazia: in cui tutto viene sperimentato come dono; in cui sifa esperienza della gratuità! Luogo di salvezza: in duplicesenso. Cioè uno spazio in cui si riceve salvezza e si è stru-menti di salvezza, in un contesto di incontro con gli altri econ Dio! Luogo di servizio: per una missione e un servizionon solo al coniuge e ai figli, ma a tutta la società, allaChiesa, al mondo in vista della sua trasformazione in Regnodi Dio!

LA SFIDA EDUCATIVA E LA RELAZIONE (gli atteggiamenti)Insieme alla Trinità, l’Incarnazione e la Pasqua costituisconoil fondamento della nostra fede. E l’Incarnazione, cioè ilfatto che il Figlio di Dio si sia fatto “carne” (Gv 1,14), diven-tando veramente uomo per la nostra salvezza, è il principioarchitettonico della fede cristiana. Bisogna prendere sul se-rio l’umanità di Gesù, l’umanità della fede, l’umanità dellaChiesa e della comunità cristiana. Il magistero di umanità di

I contenuti e le indicazioni per il nuovo anno pastorale

FFaammiigglliiaa::rriisseerrvvaa ddiissppeerraannzzaa

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L’ALLEANZA EDUCATIVAEducare non è mai stato facile, e oggi sembra diventaresempre più difficile. Oggi, educare da soli è perdere in par-tenza! In particolare la crescita e la maturazione dei ragaz-zi, la trasmissione di certezze e valori ad esse connessi, po-trà avvenire con efficacia solo in presenza di una azioneeducativa coerente e condivisa tra genitori e le altre figureche, in altri spazi e ambiti, hanno in custodia la formazionedei ragazzi stessi. È vero che la famiglia ha il “primato” nel-l’educazione, ma non può rimanere sola. Genitori, catechi-sti in parrocchia, insegnanti nella Scuola, e altri adulti inambienti significativi, dovrebbero costituire un insieme coe-rente, una squadra che porta avanti lo stesso lavoro e ha lostesso disegno: plasmare la persona, il suo sguardo sulla vi-ta, la sua capacità di assumere responsabilità, di elaborarein termini di senso tutto quello che vive, leggendo la realtàcon uno sguardo di fede e mettendosi a disposizione del Si-gnore della vita e della storia. La famiglia porterà avanticon successo la sua missione, se si metterà in rete con altrefamiglie, se non sarà un’isola, ma uno dei nodi di una coe-rente rete educativa.

LA PASTORALE FAMILIARE E LA SFIDA EDU-CATIVALo scopo fondamentale dell’azione pastorale della Chiesa,e, dunque, di ogni comunità cristiana verso le coppie e lefamiglie è quello d’aiutarle a vivere la loro vocazione e mis-sione. Sicuramente, però, un momento nevralgico dell’esi-stenza della famiglia è costituito dalla nascita di un figlio,dalla esigenza di un autentico servizio alla vita, nel sensopiù globale e, quindi, dal compito educativo. Come Chiesa,allora, dobbiamo essere vicini ai genitori perché accolganonel senso più completo i loro figli, assumendo con gioia lafatica di servirli nella loro crescita umana e cristiana. Occor-re sostenere con tutte le forze i genitori nel loro compitoeducativo, aiutandoli a ritrovare, nel dono del loro matri-monio, la radice della loro capacità di educare.

DOVE VOGLIAMO ARRIVARE E A CHE COSAPUNTIAMO?Puntiamo ad un gruppo di 20/30 famiglie per ogni Forania,con un nucleo di 2/3 coppie che facciano da traino, conl’aiuto di alcuni Operatori di pastorale familiare. Ipotizzia-mo per questi tre gruppi di famiglie un percorso in cui laproposta di spiritualità coniugale e familiare, uno scambiodi esperienze, il conforto e la consolazione reciproci, occa-sioni di incontro e di riflessione sui problemi educativi, co-stituiscano gli elementi di un vero e proprio itinerario for-mativo animato e coordinato dall’Ufficio per la Pastoraledella Famiglia della nostra Diocesi. Con il consiglio intelli-gente e competente di esperti, con l’approfondimento ditemi particolari ci aspettiamo che queste famiglie diventinosempre più capaci di dare ai figli un’educazione pienamen-te umana e cristiana.

PER VINCERE LA SFIDA DELL’EDUCAZIONEPer porre mano all’impresa di educare con discrete possibi-lità di riuscita è necessaria una speranza affidabile e unagrande fiducia nella bontà della vita. Occorre un rinnovatoimpegno di tutti e di ciascuno all’interno della comunitàcristiana. C’è bisogno di aggregazioni vitali che rappresenti-no uno spazio effettivo di confronto, di aiuto, di confortodi fronte al compito di educare le nuove generazioni. C’èbisogno di una rete di relazioni di fiducia tra adulti cheproduca esperienze condivise di vita ed esperienze di for-mazione significative. L’aiuto più grande e importante allafamiglia deve provenire da altre famiglie, oltre che dallascuola e dalla comunità cristiana e dai suoi animatori.

Gesù Cristo, la sua arte di incontrare le persone e di “accen-dere” la relazione è inarrivabile, ma rimane un punto di ri-ferimento per chi educa, per chi pone mano ad un’avventu-ra di vita. Soprattutto all’interno di una famiglia. Solo unaumanità affidabile educa! Un primo elemento della relazione educativa è la stima perla persona. Chi ci sta davanti deve essere certo che conta edha un valore per noi. Un altro tassello del quadro di una re-lazione autenticamente educativa è il rispetto per la diver-sità. Due atteggiamenti, infine, mettono la relazione in cas-saforte e l’assicurano contro ogni tipo di fallimento: la di-sposizione al “primo passo” e a “non mollare mai”.

LA SFIDA EDUCATIVA E LA TRASMISSIONEDEI VALORI (contenuti e mete)Sappiamo bene che la vita non si trasmette solo a livello fi-sico, ma ad un livello molto più globale. È bello pensare cheil cammino di una famiglia sia “un’avventura di umanità edi vita”. E sicuramente si cammina bene quando si sa doveandare e dove si vuole arrivare. L’educazione è un servizio alla vita e alla speranza. Il compi-to educativo svolto in modo autentico fa crescere, sviluppaautonomia e responsabilità. L’intento di una vera missioneeducativa è abilitare una persona a camminare con le pro-prie gambe.

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Gennaio 20118888 VVIITTAA DDII CCOOMMUUNNIITTAA

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L’Associazione Culturale“Coro Ernico” di Alatri,in collaborazione con la

Regione Lazio, il Comune diAlatri e con la Diocesi di Ana-gni-Alatri organizza un Con-corso/Mostra di Arti Visive co-sì articolato: Fotografia (Ter-zo Concorso Nazionale), Dise-gno, pittura, fumetto, etc. sultema: “Raggi di luce neldeserto delle città” L’e-sperienza dell’incontro edella condivisione nellavita quotidiana: sugge-stioni, emozioni, momen-ti, luoghi, di comunità, disocialità, di carità... Sem-pre di più l’uomo di oggi hapreso coscienza della propria“solitudine”, della propria in-capacità a comunicare, a con-dividere con gli altri: si lavorainsieme, si viaggia insieme, siabita insieme ma non si “è”insieme. È proprio questasensazione di non “essere”insieme con gli altri che ge-nera la più terribile solitudi-ne. Ma, è umana la solitudi-ne? L’uomo è stato creatoper vivere da solo o per co-municare con gli altri? “…Oggi la città è un agglomera-to di corpi separati: anziani,giovani, stranieri, poveri. Ilvalore fondante su cui puòreggere la città non è il sem-plice buon governo, ma unvalore molto più sostanziale,l’amicizia. E città amica èquella attenta ai problemi ditutti, che non dimentica nes-suno”. Con queste parole ilCardinal Martini invita a ri-

ALATRI: Terzo Concorso/Mostra di Fotografia e Arti Visive

flettere sul significato dellacondivisione; invita a ritrova-re l’attenzione per l’uomo, acurare la sua solitudine. Lasolitudine infatti non è fontedi gioia. Ogni incontro “ve-ro” è sorgente di felicità.Emerge allora chiaramente ilsignificato insieme religioso esociale dell’Eucaristia. Eucari-stia e fraternità, che giungefino alla condivisione, sonorealtà inseparabili. Ecco allo-ra che l’Eucaristia chiedequotidianamente un impe-gno di solidarietà. Non c’èvera Eucaristia, non c’è vitacristiana senza l’attenzioneagli ultimi, ai poveri, senzacondividere nella carità le ric-chezze materiali, spirituali eculturali. Informazioni, ban-do e scheda di partecipazio-ne su: www.coroernico.it

Concorso di Arti Visive(disegno, pittura, fumetto…)Il Concorso si articola in tresezioni: - bambini: fino a 11anni, singoli o gruppi; ragaz-zi tra 12 e 14 anni, singoli ogruppi - over 15. I parteci-panti potranno inviare unasola opera (su cartoncino/i) almassimo 4 tavole numeratein formato A3 (cm. 29,7x42),in originale, a tecnica libera;sul retro il titolo e il nomedell’autore. Con le opere per-venute si allestirà una mostrache avrà luogo in occasionedelle Celebrazioni del Mira-colo Eucaristico dell’Ostia In-carnata di Alatri. La Giuriaproclamerà un vincitore perogni Sezione: il vincitore di

ogni sezione riceverà un pre-mio in denaro di 200 euro. Atutti i partecipanti verrà rila-sciato attestato.

3° Concorso FotograficoNazionale

Ogni partecipante può pre-sentare un massimo di 4 fo-tografie in bianco e nero e/ocolore. Le foto dovranno per-venire sotto forma di stampafotografica in formato massi-mo di cm 24x30 e montate suun cartoncino nero. Sul retrodi ogni stampa dovrà essereriportato: nome, cognome,titolo della foto. Premi: 1°classificato assoluto - euro300,00- 2° classificato assolu-to - euro 200,00 - 3° classifica-to assoluto - euro 100,00 -Verranno inoltre assegnati: -Premio intitolato a “France-sco Bricca” per l’opera piùvotata dai visitatori della mo-

stra - euro 100,00 - Premiospeciale della giuria intitola-to a “Don Giuseppe Capone”– euro 200,00 A tutti i parte-cipanti verrà rilasciato atte-stato di partecipazione. Ter-mine della presentazione ditutti i lavori è il 28 febbraio2011. Le opere, in busta chiu-sa, potranno essere conse-gnate o spedite all’indirizzo:Segreteria del Concorso“Raggi di luce nel desertodelle città” Presso BibliotecaComunale - Via Roma - 03011Alatri. La scheda di partecipa-zione può essere richiesta al“Coro Ernico” di Alatri ostampata dal sito internetwww.coroernico.it. Per gli autori minorenni, chepartecipano come singoli ènecessaria la firma di autoriz-zazione dei genitori. Info,bando e scheda di partecipa-zione su: www.coroernico.it

La partecipazione è libera e gratuita

““RRaaggggii ddii lluuccee nneell ddeesseerrttoo ddeellllee cciittttàà””

“Orma di Dio nella storia.Il fatto miracoloso diventa un segno che indica cheDio non è lontano, è tutto ciò che Dio compie perrichiamare la nostra attenzione è come una parolache egli ci rivolge”

Don Giuseppe Capone

“Incontro” di Alexander Brown - primo premio 2010

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Anno XIINumero 1 9999VVIITTAA DDII CCOOMMUUNNIITTAA

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VVeerriiffiiccaa ddeeii PPrrooggeettttii

iinn AAffrriiccaadi Giovanni STRACCAMORE

Dopo quasi sette mesidall’ultimo viaggio, ec-coci pronti a partire di

nuovo alla volta della Tanza-nia, con lo scopo sia di verifi-care lo stato dei lavori deiprogetti in via di realizzazio-ne nella missione di Kimbiji–Arcidiocesi di Dar Es Salaam(Chiesa di Ngobanya e di Pu-na; pozzo a Puna; pannellisolari; impianto di allarme,ecc.), e sia per portare a P.Luciano un po’ di... carburan-te (euro). Pochi giorni mamolto intensi. Partiti l’8 no-vembre alle ore 7.00 da Ro-ma- Fiumicino, siamo arrivatiall’aeroporto di Dar alle ore21,15 (ore 19, 15 italiane);viaggio senza nessun intop-po e molto gradevole per viadei confort di bordo (lo dicoper quelli che vorrebbero ve-nire in Africa ma hanno an-cora qualche ... titubanza). Mentre io sono andato a fa-re il visto, Maria provvedevaal ritiro dei bagagli (sempreoltre il ... peso per acconten-tare le richieste dei missiona-ri). Puntuale abbiamo trova-to P. Luciano ad aspettarci.Dopo gli abbracci e saluti, ca-ricati i bagagli, siamo partiti

alla volta di Kimbiji. Il traffi-co sulle strade di Dar non eramolto intenso e l’attraversa-mento con il traghetto a Ki-gamboni è stato veloce. Alle23.45 siamo arrivati alla mis-sione dove Janet (la cuoca diP. Luciano) ci aveva prepara-to la cena. Un po’ stanchi sì,ma felici di essere di nuovonella “nostra Africa”: sonoventitre anni che si viene inquesta terra, ma ogni volta ècome se fosse la “prima vol-ta”. Trascorso qualche gior-no alla missione abbiamopreparato la nostra ToyotaPrado Land Cruiser per af-frontare il viaggio all’internodella Tanzania che ci avreb-be portato ad Iringa, Mafin-ga e Ilamba. Siamo partiti daKimbiji alle ore 6.00 delgiorno 13 per arrivare, dopoun viaggio di circa 580 km,ad Iringa, accolti dalle Suoredella Consolata di Frelimo:da sr Paskalina (vice superio-ra generale della Tanzania) eda sr. Cesarita, una giovanesuora di ...86 anni. Il giornodopo abbiamo incontrato,con molta commozione, P.Sergio Antonucci che, in for-za dei suoi 80 anni, dei quali

50 trascorsi nelle missioni,ora passa il suo tempo a con-fessare nella chiesa Parroc-chiale di Iringa. Nei giorni se-guenti siamo andati a Mafin-ga da P. Gerry e a visitare ilmeraviglioso nuovo mona-stero dei Monaci Camaldole-si, inaugurato da pochi mesie per ora abitato solo daDon Andreas, monaco tanza-niano vissuto per quindicianni tra Camaldoli e Garda,e che sia Don Giorgio cheDon Cristoforo conosconobene. Dopo aver visitato an-che la grande Scuola Secon-daria tenuta dalle suore del-la Consolata a Ilamba, alleore 4.15 del giorno 19 intra-prendiamo il lungo viaggiodi ritorno a Kimbiji. Nell’at-traversare il Mikumi Park(uno dei sedici parchi nazio-nali della Tanzania), assistia-mo all’attacco di una leones-sa ad un bufalo con il picco-lo: però, per la leonessa lacaccia non è andata affattobene anzi, è stata costretta arifugiarsi su un albero per laviolenta reazione del bufaloche è riuscito a salvare il suopiccolo e costretto la leones-sa alla ... ritirata.

Qualche giorno, prima di ri-partire per l’Italia, abbiamosalutato le “nostre” suoreAdoratrici del Sangue di Cri-sto di Acuto, che hanno la lo-ro casa a Mbezi Beach (Dar).Siamo stati accolti con moltoaffetto e incontrato, oltre asr. Stella, sr. Maria Goretti esr. Concetta, anche la Supe-riora Generale Mondiale sr.Bernarda, appena arrivata inTanzania per una serie di in-contri sul futuro della con-gregazione in Africa. Ci hapregato di portare i suoi sa-luti al nostro Vescovo Loren-zo. Siamo ripartiti la sera del pri-mo dicembre lasciandoci conun arrivederci a ... febbraio. Sullo stato dei progetti la-sciamo ogni commento allefoto.

Chiesa di Ngobanya: ancora cantiere ma già si celebra

La chiesa di Puna e ciò che resta dellavecchia

Chiesa di Ngobanya: ancora cantiere Il pozzo vicino alla chiesa Primo piano della leonessa

L’incontro con P. Sergio ad Iringa

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Gennaio 2011

VVVVIIIIVVVVAAAA LLLL ’’’’ IIIITTTTAAAALLLL IIIIAAAARRRRiiii ssssoooorrrrggggiiiimmmmeeeennnnttttoooo eeee

RRRReeeessss iiii sssstttteeeennnnzzzzaaaa :::: ppppeeeerrrrcccchhhhèèèèddddoooobbbbbbbbiiiiaaaammmmoooo eeeesssssssseeeerrrreeeeoooorrrrggggooooggggllll iiiioooossss iiii ddddeeeellll llllaaaannnnoooosssstttt rrrraaaa nnnnaaaazzzz iiiioooonnnneeee

CCuullttuurraa AArrttee MMuussiiccaa LLeetttteerraattuurraa SScciieennzzaa SSppoorrtt CC iinneemmaa TTeeaattrroo

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Chissà cosa direbbe dell’Italia dioggi Garibaldi, che conquistò un

regno ma con sé a Caprera nonportò i quadri di Caravaggio e l’orodei Borboni, bensì un sacco di fave euno scatolone di merluzzo secco. Co-sa direbbero i volontari della GrandeGuerra, che scrivevano alle madri:«Forse tu non potrai capire comenon essendo io costretto sia andatoa morire sui campi di battaglia, macredilo mi riesce le mille volte piùdolce il morire in faccia al mio paesenatale, per la mia Patria. Addio miamamma amata, addio mia sorella ca-ra, addio padre mio. Se muoio, muoiocoi vostri nomi amatissimi sulle lab-bra, davanti al nostro Carso selvag-gio». Cosa direbbe il generale Perot-ti, capo del Cln piemontese, condan-nato a morte dal tribunale di Salò,che ai suoi uomini ansiosi di discol-parlo e addossarsi ogni responsabi-lità grida: «Signori ufficiali, in piedi:viva l’Italia!»? «Viva l’Italia!» oggi è un grido scher-zoso. Ma per molti italiani del Risor-gimento e della Resistenza furono leultime parole. La Resistenza non è dimoda. Si dimentica il sangue dei sa-cerdoti come don Ferrante Bagiardi,che volle morire con i parrocchianidicendo «vi accompagno io davantial Signore», e dei militari come il co-lonnello Montezemolo, cui i nazifa-scisti cavarono i denti e le unghie,non i nomi dei compagni. Neppure ilRisorgimento è di moda. Lo si consi-dera una «cosa da liberali». Si di-mentica che nel 1848 insorse l’Italiaintera. Oggi l’Italia la si vorrebbe di-visa o ridotta a Belpaese: non unanazione, ma un posto in cui non si vi-ve poi così male. Invece l’Italia è unacosa seria. Il giornalista Aldo Cazzul-lo nel suo libro avanza un’ipotesi:che in fondo gli italiani siano intima-mente legati all’Italia più di quantoloro stessi pensino.

Esce in questi giorno il libro di Paolo Ornello Tofani sullemura poligonali di Alatri. Di seguito la presentazione di

SYUSY BLADY, Conduttrice televisiva“Ho fatto tutto questo lavoro perchè mi sono stufato diessere ritenuto romano”. Così mi ha accolto ad Alatri Or-nello Tofani nel suo studio accanto alla piazza principale delbel centro della città. Mi è piaciuto subito, anche prima diascoltare quelli che sono i risultati del suo studio sulle magni-fiche mura megalitiche poligonali di Alatri e la loro sorpren-dente datazione derivante dalle sue indagini archeoastrono-miche: 1200 a.c. Ho visto, in giro per il mondo, tante datazionidi siti archeologici venire corrette dall’archeoastronomia. Daturista non per caso potrei consigliare di non andare per for-za in Perù se si vogliono vedere mura megalitiche poligonaliciclopiche ma di restare in Italia, nel Lazio. … E allora, cosa eramai questo Lazio? Cosa era mai Alatri in questo contesto? Acosa ci troviamo davanti!? Altro che mura romane, qui sideve riscrivere la storia così come la conosciamo: vanno riscrit-ti innanzitutto i sussidiari di scuola. In attesa che l’archeologiaufficiale se ne prenda carico, un manipolo di stupendi “mat-ti per la verità” e “ricercatori dell’impossibile, si sta fa-cendo le domande giuste e si dà da fare per dare una spie-gazione plausibile riguardo al passato. P.S. aggiungo una curiosità che mi ha “fulminato”: non è in-credibile che gli Ernici antichi abitatori di Alatri fossero vestiticon una pelliccia di lupo, due lance e un sandalo solo comeGiasone il capo degli Argonauti?

L’ACROPOLIDI ALATRI

IL GIOCO DEL TEMPO

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Page 12: Il libero mercato a favore dei ricchi AFRICA: un ... · AFRICA: un continente in vendita N ... che costringeva molti a non uscire di casa. Così disse loro di recarsi dai bambini

Anno XIINumero 1 11111111

SCUOLA DIPOLITICA

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Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, ha presen-tato alla fine di novembre la Scuola di Socio-politica Pre-

nestina. Essa si rivolge a giovani e adulti, cristiani, che hannovoglia diventare protagonisti nel proprio territorio mettendoa disposizione di esso le potenzialità e le competenze che sa-ranno acquisite per favorire il bene comune. La partecipazione è aperta ad un numero massimo di 40 iscrit-ti per corso (40 adulti e 40 giovani) e avrà una durata biennaleper un totale di 16 incontri l’anno. Durante il percorso è previ-sta la realizzazione di 4 workshop e 2 ritiri spirituali di finecorso ai quali parteciperanno i giovani e gli adulti iscritti alcorso.La quota di partecipazione è di euro 150,00 per ogni annua-lità ed è comprensiva del materiale didattico. Le lezioni si ter-ranno a Zagarolo (Palazzo Rospigliosi – Piazza Indipendenza)PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: Segreteria della Curia di Pa-lestrina - Piazza Gregorio Pantanelli, 8 - 00036 PALESTRINATel. 069534428 - 0695312045 fax 069538116 martedì, giovedì esabato dalle ore 9.00 alle 12.00 sito internet: www.diocesipa-lestrina.it e-mail: [email protected].

La Scuola Cattolica Paritaria cresce con i giovaniOPEN DAY 21 GENNAIO

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“Lo Sperone” è il mensile diRocca Massima, sorto dieci

anni fa ad opera dell’associazioneculturale “Mons. G. Centra”, qualeorgano dell’Associazione stessa emezzo per far conoscere, al di fuo-ri dei confini comunali, eventi, ini-ziative, fatti del Paese; offrire pagi-ne di cultura scritte in modo com-prensibile, contribuire all’innalza-mento del livello culturale dellapopolazione.Iniziato con 4 paginette fotocopia-te, il Mensile è andato man manocrescendo fino alle attuali sedicipagine stampate in tipografia. So-no cresciuti pure i collaboratori, gliargomenti trattati e... i lettori! Di-fatti il giornale è distribuito nonsolo a Rocca Massima, ma anchea Giulianello, Cori, Cisterna, Apri-lia, Norma, Velletri... e spedito afamiglie di Roma, Latina o di altrecittadine del Lazio. Il mensile faanche da tramite con tutti coloroche partecipano al “Premio Goc-cia d’Oro”, che ha avuto una no-tevole crescita, specialmente nellasezione ragazzi. Basti pensare chenel 2010 sono stati 500 i ragazzipartecipanti, stimolati dai loro in-segnanti e dalle famiglie. Nei diecianni di vita il Mensile ha raggiun-to 122 numeri, circa 2000 articoli !Il 12 dicembre si è tenuto a RoccaMassima un convegno su “LaStampa Locale. Per l’occasione èuscito un numero speciale de “LoSperone” che vuol essere un “do-cumento storico” e un ringrazia-mento a tutti gli articolisti.

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di Enrico MATTOCCIA

di Raniero MARUCCI

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