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UNIVERSI PARALLELI “Il libraio” Aldo Tognon

Il libraio

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Un piccolo racconto nella Grado di un tempo ormai sparito...

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UNIVERSI PARALLELI

“Il libraio”

Aldo Tognon

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Fuori faceva freddo e nevicava. Il maltempo sarebbe durato un paio di giorni e di sicuro avrebbe imbiancato tutte le cime dei monti che circondavano l’ampia vallata. Ma questo non importava, se ne sarebbe stato rinchiuso in casa al calduccio in compagnia dei suoi amati libri. Così, nello scegliere tra i tanti libri che riempivano il grande scaffale lungo la parete, l’occhi gli cadde su di un piccolo libro dall’aspetto anonimo, che però riconobbe subito e gli fece tornare in mente i particolari di quando lo aveva acquistato.

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Diversi anni addietro, per le vacanze estive, aveva deciso di trascorrere un paio di settimane in quella bella e rinomata isola dell’alto Adriatico famosa per la sua storia, le sue spiaggie e la sua laguna. Come faceva sempre durante le sue vacanze, si era recato in una libreria locale per acquistare un libro che ne descrivesse il posto e così conoscerne storia ed abitudini. Il negozio era piccolo ma moderno, ben arredato ed attrezzato; il libraio, pur se ormai anziano, aveva un aspetto ancora giovanile ed era molto gentile e simpatico: con gli occhi chiari, i capelli ricci, magro, alto ed allampanato proprio come un lampione. “…Scusi, mi può consigliare un libro che parli di questa sua bella isola ?… sullo scaffale quì ci sono almeno venti o trenta pubblicazioni e proprio non saprei quale scegliere… sarei incerto tra questi due libri: questo grosso e lussuoso in carta patinata e con tante foto a colori oppure questa bella pubblicazione moderna con iPod incorporato, così potrei tranquillamente starmene sdraiato sulla sabbia ad abbronzarmi mentre ascolto il tutto con la cuffietta.”

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Il libraio lo guardò e sorrise, ma non rispose nulla… “…Mi scusi, ma lei, per suo gusto, quale libro acquisterebbe ? “… Il libraio sorrise ancora e, dopo qualche attimo di silenzio, si chinò leggermente e da sotto il bancone prese un qualcosa e glielo consegnò dicendo: “…se presterà attenzione a cosa le dirà questo libro, allora avrà capito la storia di quest’isola e della sua gente…” Il libro era di piccolo dimensioni, di non molte pagine con la carta di finitura grossolana di un colore quasi grigiastro. Sulla copertina ed all’interno c’erano solo delle foto in bianco e nero accompagnate da rare didascalie e poche righe di commento: non c’era un granchè da leggere!

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Le foto avevano un unico soggetto: il cosiddetto Castrum, la zona più antica di quel piccolo paese… chiese, piazzette, i dedali delle strette calli con le misere case di pietra grigia e le malte ormai diroccate e cadenti, il piccolo porticciuolo… L’aveva letto e riletto diverse volte quello strano libro ma non vi aveva mai trovato un granchè; le foto delle case di quel piccolo borgo forse avevano un qualche valore sentimentale, ma niente più… non capiva proprio perchè il libraio gli avesse consigliato quel volume !

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Comunque, sprofondato nel comodo divano davanti al caminetto che riscaldava per bene, aprì il libro e cominciò a leggere… Ora si era fatto tardi e fuori continuava a nevicare; il vento soffiava ancora più forte ed il rumore delle raffiche sembrava quasi un lamento, mentre i bagliori delle ultime fiamme del fuoco del caminetto disegnavano strane ombre sui muri della stanza. Voleva chiudere il libro ed alzarsi dal divano per andare a dormire, ma lo sguardo non riusciva a distaccarsi dalle immagini di quel piccolo libro: ne era come ipnotizzato.

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Ad un tratto, un’improvvisa fiammata del caminetto gettò un bagliore sul libro e lo illuminò con una luce strana, quasi irreale e… ed allora capì, si ricordò delle parole del libraio e “capì” e “vide”: …i bambini che giocavano spensierati tra le calli e nelle piazzette correndo in mezzo alle lenzuola ed i panni stesi sui fili messi ad asciugare; le donne che chiaccheravano allegre tra di loro mentre, borsa in mano, andavano di bottega in bottega a fare la spesa; i vecchi che stavano affacciati ai balconi intenti ad osservare lo svolgersi della vita quotidiana;

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i pescatori che animavano la vita del paese in ogni luogo… nelle càneve, nelle calli, nelle osterie, sui moli del porto o lungo i canali con le loro barche a remi ed i loro semplici attrezzi da pesca; la chiesa che al suono delle campane si riempiva di tutto il paese; i vescovi ed i patriarchi che celebravano le loro omelie immersi nel fumo dell’incenso; la gente in processione con i canti e le preghiere; l’allegria dei matrimoni con i canti ed i balli; la felicità all’interno di quelle misere case quando allietate da qualche nascita …

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Adesso il fuoco del caminetto era ormai spento e la stanza era divenuta buia… il vecchio si era addormentato sul divano con il libro ancora aperto tra le mani… Guardando bene, sull’ultima pagina di quel libro si poteva vedere impresso un piccolo timbro ovale di color rosso porpora con una scritta che diceva così:

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