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IL MARTINISMO Il Martinismo è un movimento iniziatico che conserva in sé gli insegnamenti più importanti della Tradizione Ermetico-Cabalistica; si ispira ai tre esoteristi Jacques Martinez de Pasqually, Louis- Claude de Saint-Martin e Jean-Baptiste Willermoz, vissuti tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento. Martinez de Pasqually (1727-1774), affiliato agli alti gradi della Massoneria settecentesca, crea l’Ordine dei Cavalieri degli Eletti Cohen intorno al 1754, con l’intento di praticare una teurgia atta a ricondurre l’Uomo alla condizione primeva, anteriore alla Caduta. Martinez de Pasqually (1727-1774) Pasqually si dichiara erede della Gnosi, della Cabala ebraica e di altre conoscenze trasmessegli dai suoi maestri spagnoli. Conosce l’Egitto, l’Arabia, la Cina; incontra Swedenborg a Londra e si racconta che sia stato iniziato dai misteriosi membri dei Rosa+Croce e che appartenesse al leggendario Ordine del sacerdozio di Melchisedec.

Il Martinismo

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IL MARTINISMO

Il Martinismo è un movimento iniziatico che conserva in sé gli insegnamenti più importanti della Tradizione Ermetico-Cabalistica; si ispira ai tre esoteristi Jacques Martinez de Pasqually, Louis-Claude de Saint-Martin e Jean-Baptiste Willermoz, vissuti tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento.

Martinez de Pasqually (1727-1774), affiliato agli alti gradi della Massoneria settecentesca, crea l’Ordine dei Cavalieri degli Eletti Cohen intorno al 1754, con l’intento di praticare una teurgia atta a ricondurre l’Uomo alla condizione primeva, anteriore alla Caduta.

Martinez de Pasqually (1727-1774)

Pasqually si dichiara erede della Gnosi, della Cabala ebraica e di altre conoscenze trasmessegli dai suoi maestri spagnoli. Conosce l’Egitto, l’Arabia, la Cina; incontra Swedenborg a Londra e si racconta che sia stato iniziato dai misteriosi membri dei Rosa+Croce e che appartenesse al leggendario Ordine del sacerdozio di Melchisedec.

Nel suo sistema, definito “Martinezismo”, è introdotto l’insegnamento particolare della “reintegrazione degli esseri” che comprende nozioni di natura cabbalistica e operazioni teurgiche via via sempre più segrete e complesse. La reintegrazione del singolo uomo e di tutta l’umanità, dopo la caduta di Adamo, avviene per mezzo di una faticosa e graduale ascesi, che prevede l’uso di strumenti come il digiuno, il silenzio, la preghiera, la meditazione e rituali giornalieri e periodici, che permettono di conquistare un “sacerdozio Cohen”, nel corso del quale si riesce a dominare gli spiriti del male ed a mettersi in contatto e comunione con le Potenze Celesti, grazie alle quali si perviene alla Gnosi e alla beatitudine dell’Eden.

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Riferendosi a Pasqually, R.L. Forestier scrive in “La Massoneria templare e occultista”, vol. II: «Conosceva, per tradizione e per illuminazioni intime, le leggi fisiche di cui la scienza profana si sforza invano di penetrare il mistero; partecipando all’intelligenza e alle energie divine, poteva interpretare segni incomprensibili per i comuni mortali, prevedere l’avvenire, sapere ciò che accadeva in luoghi lontani, guarire i malati con mezzi più efficaci di quelli conosciuti dai comuni mortali. Infine, in qualità di tramite e agente della Divinità, aveva il potere di fare una “Elezione spirituale”, cioè di conferire ai discepoli di sua scelta, con una “benedizione spirituale”, la facoltà di entrare in rapporto con il mondo degli Spiriti».

Dal Martinezismo si distingue il sistema di Willermoz (1730-1824), un grande borghese di Lione. Questo allievo di Martinez de Pasqually tenta di ricondurne le sue vedute iniziatiche in un ambito più strettamente massonico e nello stesso tempo cristianeggiante. Dà vita così all’Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa, conosciuto in Massoneria come “Rito Scozzese Rettificato”; il suo insegnamento comporta, da un lato, lo studio delle materie occulte trascendentali e, dall’altro, l’obbligo di aiutare i poveri ed i malati. Egli si occupa, inoltre, di riunificare i troppi ordini esoterici che pullulano in Francia e in Europa. A questo scopo organizza un congresso di trentatré delegati europei nel 1782.

Jean Baptiste Willermoz (1730-1824)

Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803), detto il “Filosofo Sconosciuto”, dal canto suo, viene iniziato nel 1768 in una loggia degli Eletti Cohen e diventa rapidamente il segretario-discepolo di Martinez de Pasqually.

Louis Claude de Sant-Martin (1743-1803) 

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Egli, riconosciuto in quanto uno dei principali pionieri della numerologia, inizialmente, oltre ad essere fedele al pensiero del proprio maestro, è attratto dalle opere del pensatore svedese Emanuele Swedenborg e da quelle di Jacob Boehme,

Dopo la scomparsa del maestro, inizia però a discostarsi dalle pratiche ritualistiche elaborate e si indirizza verso un misticismo cristiano “del cuore”, ossia comprende di non essere adatto alla via esteriore mentale e sceglie di percorrere quella interiore cardiaca, che gli avrebbe in seguito dato l’opportunità di percepire la manifestazione divina all’interno di se stesso.

Un famoso barone che lo frequentò, ebbe a dire di lui: “non aveva affatto l’aspetto di un filosofo, sembrava invece un giovane santo, la sua devozione, la profonda riservatezza e la castità della sua vita sembravano eccessive per un uomo della sua età”.

Si deve, comunque, al dottore Gérard Encausse (1865-1916), uno dei maggiori esoteristi della generazione successiva di un secolo a quella dei tre maestri summenzionati, l’organizzazione di idee liberamente ricavate da Martinez de Pasqually, Saint-Martin e Willermoz nella forma di un Ordine Martinista, fondato a Parigi nel 1891 con la collaborazione di Augustin Chaboseau (1869-1946) ed altri ricercatori spirituali dell’epoca.

Papus (dott. Gérard Encausse, 1865-1916)

Sia Gérard Encausse (nome iniziatico Papus), sia Chaboseau, rivendicano una catena iniziatica che li legherebbe direttamente a Saint-Martin, e quindi al suo maestro Martinez de Pasqually, attraverso una serie di “iniziazioni libere”.

 

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ORDINE MARTINISTA

L’Ordine Martinista fu fondato nel 1891 dall’istrionesca figura di Papus (Gerard Encausse), che sosteneva d’aver ricevuto, dal precedente anello di una ininterrotta catena, gli intimi insegnamenti di Louis Claude de Sant-Martin (1743-1803). Questi sarebbero stati comunicati ad una ristretta cerchia di discepoli, e tramandati in cenacoli che lo stesso Papus avrebbe rinvigorito mediante la codificazione di un Ordine capace di meglio diffondere (oltre che meglio vivere, attraverso una disciplina scolastica e ritualistica) gli insegnamenti del Maestro...

L’Ordine Martinista è un concetto eggregorico astratto che trae origine dalla comunità sottile formata da tutti coloro che hanno ricevuto una iniziazione Martinista, in qualsiasi ambito amministrativo sia stata concessa.

Il Martinismo è la via iniziatica derivante dagli insegnamenti e dalla dottrina di Louis Claude de Saint-Martin, da quelli del suo primo Maestro Martinez de Pasqually, nonché dalla dottrina del grande filosofo teutonico Jacob Böhme, il quale, tralasciando i molti aspetti che lo accomunano al nostro filosofo Louis Claude De Saint Martin portò quest’ultimo ad una via che fosse esclusivamente interiore, fatta di concentrazione, meditazione e preghiera, atta ad elevare il pensiero al di là del condizionamento dei sensi e quindi della fisicità, dovendo in tal modo creare le condizioni perché il divino potesse manifestarsi come scintilla nella sua interiorità. L’Ordine Martinista che rinacque con Gerard Encausse nell’ultimo decennio del XIX° secolo lasciò alla libera coscienza del singolo la possibilità di perseguire, oltre alla via cardiaca Saintmartiniana, la via teurgica di Martinez.

La finalità della via iniziatica Martinista sono quelle di operare sull’individuo al fine di reintegrarlo in quei poteri e in quegli stati di coscienza che sono propri d’ogni cammino iniziatico.

Il Martinismo afferma e effettua la trasmissione iniziatica diretta da Maestro ad allievo, trasmissione adatta a risvegliare le possibilità latenti in ciascun uomo di Desiderio.

L’Uomo di Desiderio è colui che ha intuito la natura divina insita in quella umana, e vuole studiare le vie per rendere cosciente tale intuizione, intraprendendo il sentiero della reintegrazione per liberarsi dal condizionamento e dal determinismo della caducità umana.

Il Martinismo ritiene che colui che riceve la trasmissione iniziatica, se uomo di Desiderio (maschio o femmina), sia in grado di elevarsi al di sopra delle esigenze della materia e di penetrare nei mondi sottili.

Il Martinismo accetta uomini e donne di qualunque credo e di qualunque razza purché rispondano a determinate condizioni, e cioè:

1. Siano maggiorenni.2. Non abbiano subìto condanne penali infamanti.3. Possiedano un grado d’istruzione media e dimostrino una cultura sufficiente ad affrontare le

dottrine esoteriche e i problemi metafisici.4. Siano uomini liberi, anche nel senso che non dipendano da altre associazioni, sia di carattere

iniziatico, o anche profane che richiedano giuramenti restrittivi, 5. Siano in grado di provvedere finanziariamente a se stessi ed alla propria famiglia.

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6. Siano certi di comportarsi sempre lealmente verso l’Ordine e da persone d’onore, non solo con i Fratelli e le Sorelle che li accolgono nei loro gruppi, ma con tutti gli uomini in quanto tutti figli dello stesso padre.

7. Credano nell’esistenza di un Ente Superiore.

Simbolismo e ritualità dell’Ordine evidenziano tracce di notevole suggestività che, sottratti alle deliranti pretese di chi è convinto che segni statici od azioni meccaniche possano condurre alla visione celeste, possono costituire supporti sensoriali capaci di produrre efficaci risonanze interiori in chi li pratica con retta intenzione, cioè in quanti sondano spesso il proprio essere onde assicurarsi che esso respiri per il regno della verità e non per il proprio, ovvero secondo il prezioso dettato del Tableau di Saint-Martin. L’Ordine Martinista si articola in tre gradi fondamentali: Associato od Apprendista Cohen, Iniziato o Compagno Cohen e Superiore Incognito o Maestro Cohen; esiste un quarto grado di Superiore Incognito Iniziatore (S.I.I.) riservato ai S.I. di sesso maschile, incaricati di trasmettere la tradizione...

L’Ordine Martinista è suddiviso in Gruppi o Logge, come le Logge massoniche sono intitolate a persone, figure mitiche o concetti, alla cui guida sta un Filosofo Incognito, vicario ideale di Saint-Martin, che amava definirsi proprio con questo nome, così evidenziando una volontaria negligenza verso la propria identità separata ed il desiderio di attribuire ogni luce sprigionante eventualmente dai suoi pensieri unicamente alla maggior Gloria di Dio.

Il lavoro martinista si svolge su tre diversi piani:

1) quello della purificazione dell’individuo che, quale manifestazione dell’Adamo decaduto, è facile preda degli spiriti prevaricatori; pertanto egli deve vigilare a che i propri pensieri, le proprie parole e le proprie azioni fluiscano dalla sorgente pura dell’essere (a tale scopo alcuni Ordini Martinisti utilizzano un eserciziario scandito sulle fasi lunari;

2) quello della purificazione dell’aura terrestre infestata dagli spiriti prevaricatori, un atto compiuto mediante l’invio rituale di pensieri-seme, l’invocazione di gerarchie angeliche e la cacciata simbolica degli spiriti decaduti da uno spazio sacro preventivamente allestito;

3) quello del contatto con la “chose”, ovvero con una manifestazione sensibile del Riparatore, che confermerebbe e sigillerebbe la validità, la pregnanza spirituale delle operazioni compiute...

... In effetti la linea indicata è tipica dei raggruppamenti che si richiamano ad una sintesi di martinismo e martinezismo, ovvero recuperando più o meno fedelmente elementi dell’operatività Cohen, ma è pur vero che la specificità del Martinismo papusiano sta nella pretesa di stabilire contatti con le virtù latenti nell’universo, più che nella scarna pratica meditativa.

Tra i simboli essenziali dell’Ordine Martinista si trovano la maschera (simbolo di spersonalizzazione, l’atteggiamento mentale del Filosofo Incognito che diventa lo sconosciuto tra gli uomini), il mantello (protezione simbolica da quanto è estraneo alla natura di figlio della luce dell’adepto), il trilume (simbolo del ternario come manifestazione divina), i tre colori (il bianco-Dio, il nero-Natura ed il rosso-Uomo), il Sigillo dell’Ordine detto Pentacolo (contenente il cerchio, il doppio triangolo e la croce, ovvero Dio, la Natura e l’Uomo), l’arco (il Triangolo Divino filtrato dalla circonferenza della manifestazione universale), la Croce (modello simbolico per l’Uomo in espansione nelle quattro direzioni, teso a realizzare la quadratura del cerchio, eleggendosi a segno dell’Unità divina) ed il nome divino (Dio si dà al creato per Amore: Egli è pienezza dell’essere “yod” e trasparente matrice “he” che diventa unità articolata “vau” che congiunge le prime due. È Sophia, perfetta saggezza divina opposta a stoltezza umana e Fuoco divampante, l’amore divino

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simboleggiato dal sacro nome di Gesù, caro al Martinismo). L’Ordine Martinista incita i propri adepti allo studio di tutte le tradizioni e delle scienze dell’uomo, valide comunque solo quale conferma ed integrazione dell’ esperienza ontologica della Croce (la Croce è ben anteriore al male, non è sofferenza, è radice eterna dell’eterna Luce). Infine l’Ordine Martinista ricerca nella Bibbia, nelle varie Scritture religiose, nei reperti mitologici e nella stessa Natura i collegamenti simbolici e le tracce della Verità Prima, ovvero l’origine ed il destino dell’essere umano. Il rapporto tra Ordine Martinista e Massoneria è di autonomia totale, anche se la maggior parte degli aderenti maschi al Martinismo è sempre stata reclutata in ambienti massonici... (M. Moramarco)

Estratto da: Dizionario Esoterico a cura di Riccardo Chissotti

L’Ordine Martinista è “una libera associazione iniziatica di uomini e donne desiderosi del proprio perfezionamento interiore da perseguire attraverso lo studio dei rapporti intercorrenti fra Dio, l’Uomo e la natura; essi si impegnano ad usare a fin di bene il frutto delle conoscenze così acquisite trasmettendo le stesse, secondo le regole dell’Ordine, a chi, dimostrandosene idoneo, le desideri per lo stesso fine”.

L’Ordine Martinista non è una società segreta.

Nell’Ordine Martinista si entra attraverso una cerimonia di iniziazione. Senza aver ricevuto l’iniziazione non si può prendere parte ai lavori martinisti. L’Ordine non pone limiti alla ricerca e allo studio, né opera distinzioni di razza, di religione, di ideali sociali, di censo, di cultura. È strutturato in due sezioni: la exoterica e la esoterica.

Alla sezione exoterica appartiene il grado di Associato Incognito (primo grado).

Alla sezione esoterica appartengono i due gradi successivi (Iniziato Incognito, secondo grado e Superiore Incognito, terzo grado).

Alcuni Superiori Incogniti, dotati di particolare valenza iniziatica, acquisiscono, attraverso un apposito rito di consacrazione, il potere di trasmettere l’iniziazione martinista e prendono il nome di Superiori Incogniti Iniziatori.

Ad ognuno dei gradi si accede attraverso una cerimonia di iniziazione.

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Con il grado di Associato, il martinista (che cinge un cordone nero di fibra vegetale) riceve un quaderno di istruzioni (individuali e di gruppo), la cui pratica lo pone in catena con i fratelli. Trovandosi nella sezione exoterica dell’Ordine, egli ha la possibilità di valutare in pieno se l’Ordine risponde alle sue esigenze di crescita spirituale. L’Associato partecipa, se vuole, a tutti i lavori rituali comuni relativi al suo grado.

La cadenza con la quale si svolgono i lavori di gruppo può essere settimanale, o quindicinale, o mensile, o varia, secondo quanto decide il capo del gruppo che, di norma, è un Superiore Incognito Iniziatore, ma che può essere anche un Superiore Incognito.

Attraverso i quaderni del suo grado, che l’Ordine gli fornisce, l’Associato ha la possibilità di approfondire i suoi studi e di orientarsi per capire quale sia, fra le tante praticabili, la strada che gli è più congeniale.

Con il grado di Iniziato, il martinista (che cinge un cordone rosso di fibra vegetale) entra appieno nella sezione esoterica dell’Ordine e partecipa, se vuole, sia ai lavori rituali comuni relativi al suo grado, sia a quelli relativi al grado di Associato. Si suppone che l’Associato che chiede la trasmissione del grado di Iniziato, che vuole, cioè, entrare a far parte effettiva dell’ORDINE, abbia sufficienti conoscenze dei più elementari principi di storia antica, geografia, matematica e geometria, fisica, storia naturale e arti nonché una sufficiente preparazione filosofica. Compito del suo Filosofo Incognito è quello di accertarsi del grado di cultura dell’aspirante prima di concedergli quel bene sommo che è l’INIZIAZIONE EFFETTIVA. Con il grado di Superiore Incognito (che è un grado sacerdotale), il martinista (che cinge un cordone bianco) raggiunge il massimo delle sue possibilità operative. Il Superiore Incognito rappresenta ritualmente nell’Ordine Martinista il raggiungimento di un maggior grado di conoscenza rituale, di progresso interiore e di capacità realizzativa. In sostanza il Superiore Incognito è colui che, mediante la catarsi, è riuscito a poter rappresentare in pieno le potenze dell’Ordine. Egli è passato per le prove interiori da una illuminazione iniziatica a una unione con la volontà iniziatica; egli è uno che ha saputo fare della propria volontà la volontà stessa del cosmo. Perché sta scritto: la Verità è di gran peso, scarsi sono i suoi “portatori”. E ancora: “Cedi il tuo volere al volere, acciocché gli altri sacrifichino il loro volere”.Attraverso i libro relativi al grado, il Superiore Incognito deve approfondire lo studio e la pratica della Cabala. Il Superiore Incognito partecipa, se vuole, sia ai lavori rituali comuni relativi al suo grado, sia a quelli relativi ai due gradi inferiori. Il Superiore Incognito Iniziatore sta al Superiore Incognito come il vescovo sta al prete: entrambi hanno la potestà sacerdotale, ma soltanto il primo può iniziare altri martinisti. Anche i Superiori Incogniti Iniziatori cingono un cordone bianco.

A capo dell’Ordine Martinista è un Sovrano Gran Maestro, la cui carica è a vita.

È il martinista che, sollecito del proprio sviluppo, chiede il passaggio da un grado all’altro. A nessuno è dato di forzare la volontà del singolo.

Al suo ingresso nell’Ordine, fin dal grado di Associato, il martinista assume un nome iniziatico, a sua scelta. Tuttavia tale nome, che può anche corrispondere a un personaggio mitologico, a una figura biblica o di altra tradizione religiosa, a una virtù da realizzare, deve essere oculatamente scelto, rappresentando la propria equazione personale. Il martinista che non voglia scegliere riceverà il nome iniziatico dall’Iniziatore.

L’Iniziatore è capo a vita del suo gruppo, ma può abdicare.

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Preminente, nell’Ordine Martinista, non è il rapporto del singolo con il gruppo, ma il rapporto privilegiato che lega il singolo all’Iniziatore.

Condizioni essenziali per entrare nell’Ordine sono il compimento del 21° anno di età, irreprensibile condotta morale e determinazione a perseguire con ogni sforzo la ricerca della verità.

Secondo lo statuto vigente “la negligenza e la cattiva interpretazione dei canoni che regolano l’Ordine, una volta accertate, comportano, come unica soluzione, l’uscita dalla catena fraterna”. Tra i canoni morali non scritti c’è quello di non rivelare a persone estranee all’Ordine la qualifica martinista dei fratelli. Il martinista, in questo ambito, può parlare soltanto di sé ed è libero di farlo, quantunque con la necessaria prudenza per non esporsi al rischio di facili incomprensioni.

L’Ordine Martinista è un ordine fieramente povero e non richiede ai suoi membri alcuna retta o capitazione. Chi può versa un contributo annuale per rimborso spese di 30 euro. Altre spese non sono contemplate, tranne quelle per il corredo rituale personale e quelle di gestione comune di locali in fitto dove eventualmente i gruppi martinisti decidano di svolgere i loro lavori periodici.

Nessun martinista, quale che sia il suo grado, può essere costretto a compiere rituarie martiniste contro la sua volontà, né sono richieste abiure da fedi religiose o credo politici. Il martinista deve sentirsi un uomo completamente libero nelle sue scelte, quantunque sottoposto alle regole della gerarchia.

Storicamente il Martinismo nasce nella metà del XVIII secolo. Lo fonda, come ordine massonico, Martinez de Pasqually e gli dà una connotazione specificamente magica e operativa. Louis Claude de Saint Martin, detto “il Filosofo incognito”, discepolo di Martinez, gli dà, a sua volta, una connotazione religiosa e fideistica. Queste due anime convivono nell’Ordine Martinista e consentono agli affiliati le più ampie possibilità di scelta per lo sviluppo individuale.

L’Ordine Martinista attualmente non ha alcun rapporto privilegiato con obbedienze massoniche, in Italia e all’estero, ma, in nome dei suoi princìpi pluralistici, accetta i massoni tra le sue file.

L’Ordine Martinista è diffuso in tutto il mondo.

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