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Benito Calonego LA POESIA DEL NATALE POESIE DI NATALE CANTI NATALIZI CANZONI DPAUTORE (VASTO REPERTORIO DI 66 TESTI)

Il Natale in Versi

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Page 1: Il Natale in Versi

Benito Calonego

LA POESIA DEL NATALE

POESIE DI NATALE

CANTI NATALIZI

CANZONI D’PAUTORE

(VASTO REPERTORIO DI 66 TESTI)

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TITOLI ED AUTORI POESIE DI NATALE NADAL (Biagio Marin) VOGIA DE CASA (Biagio Marin) NATALE IN FRIULI (David M. Turoldo) NATALE (Giuseppe Ungaretti) LO ZAMPOGNARO (Gianni Rodari) IL PELLEROSSA NEL PRESEPE (Gianni Rodari) E' NATALE (Madre Teresa di Calcutta) PER CHI VUOLE PENSARE AL NATALE (Marcello Lazzarin) NELLA CHIESA BELLISSIMA (Hingetsu) OTTO BAMBINI (Shiki) TANTA POVERTA' (Kanajo Hasegawa) L'ANNO NON E' ANCORA FINITO (Shiki) NOTTE PURIFICATA (Anonimo) IO SOGNO MIA MADRE (Anonimo) MURI DE NADAL (Lucia Beltrame Menini) BIANCO NATALE 1997 (Lucia Beltrame Menini) NATALE 2012 (Lucia Beltrame Menini) NATALE (Mario Sileno Klein) DI UN FRAGILE NATALE (Mario Sileno Klein) LETTERA A GESÙ (Mario Lodi) A GESÙ BAMBINO (Umberto Saba) BETLEMME (Don Ottaviano Menato) IL SANTO NATALE (Clemente Rèbora) NATALE IN FRIULI (P. Davide Maria Turoldo) LE CIARAMELLE (Giovanni Pascoli) NADALIN CASALIN (Enzo Coltro) NADAL ... LA VITA ... (Giampaolo Feriani) UN PRESEPE (Mirka Bertolaso Nalin) NADALE OGNI ANO (Lucia Beltrame Menini) XE NATO (Mario Sileno Klein) NADALE (Nani del Borgo) PRESEPIO A MESANOTE (Tolo da Re) LA LETERINA (Nadia Zanini) MESSA DI MEZZANOTTE (P. Mastri) IL NATALE (Alessandro Manzoni) UNA STELLA SU BETLEMME (Boris Pasternak) NATALE DEGLI ANNI OTTANTA (Anonimo)

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L’ESTASI (Ada Negri) NATALE (Diego Valeri) NATALE (Olga Visentini) LA STORIA MERAVIGLIOSA (Olga Visentini) LA NOTTE SANTA (Diego Valeri) LA NOTTE SANTA (Guido Gozzano) A GESÙ BAMBINO (Umberto Saba) C’ ERA ( Juan Ramon Jmenez) E' NATO GESÙ (Ettore Bogno) LA BUONA NOVELLA (Giuseppe Fanciulli) I MAGI (Angiolo Silvio Novaro) SEI DISCESO DALLA MAESTÀ (R. Tagore) LA BEFANA (Giovanni Pascoli) CANTI NATALIZI TRADIZIONALI BIANCO NATALE ASTRO DEL CIEL TU SCENDI DALLE STELLE ALBERO DI NATALE IN NOTTE PLACIDA VENITE FEDELI LA SANTA NOTTE DELL’ORIENTE O TANNENBAUMSTILLE NACHT GINGLE BELLS CANZONI D’AUTORE È GIÀ NATALE (A. Mingardi) LEGGENDA DI NATALE (F. De Andrè) NATALE (F. De Gregori) E NON SERVE CHE SIA NATALE (Pooh) SARò A CASA PER NATALE (Rascal Flatts) MERRY CHRISTMAS (A. Minghi)

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Leggiamo più e più volte i singoli testi, cercando di penetrarne l’intimo significato, arricchendo e integrando sul piano culturale e spirituale il piacere sensibile ed emozionale.

Penetrarne il significato non significa, tuttavia, capire tutto: quello della poesia non è il linguaggio dell’intelletto, della comunicazione oggettiva e impersonale, ma dell’espressione soggettiva e personale. La pretesa di capire tutto, sistematicamente e minuziosamente, nuoce senz’altro alla freschezza e all’incanto di un linguaggio che è proprio dell’emozione e della fantasia.

Leggiamo più testi poetici, fino a trovare quello che ci dà un’intensa emozione,

che ci fa rivivere la poesia di certi momenti, indimenticati e indimenticabili, della nostra

vita.

Un’ultima raccomandazione: leggiamo la poesia cercando anche di sentire e gustare il ritmo, la musica dei versi, elemento non secondario della poesia, spesso di grande qualità e godibilissima.

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I testi che propongo sono tutti di ottima qualità, sono cioè vera poesia. Tra di essi spiccano quelli di B. Marin, G. Rodari, D. M. Turoldo, A. Manzoni, C. Rèbora, G. Pascoli, B. Pasternak, G. Ungaretti, D. Valeri, G. Gozzano, R. Tagore.

Molti di essi si fanno apprezzare anche per il fascino e la musicalità della rima, grazia alla quale in età scolastica siamo riusciti, senza troppa fatica, a memorizzare tante belle poesie che sono così entrate a far parte del nostro patrimonio spirituale.

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Poesie di Natale ...... p. 6

Canti natalizi .......... p. 50

Canzoni d’autore…. p. 58

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P O E S I E

NADAL (Biagio Marin)

El sielo ponentin

el s'ha sfogào de ruose

rosse e ponpose

su un sfondo senerin.

Púo xe vignúe le stele

ne l'aria cristalina;

la solitàe marina

la gera sensa vele.

In quel ciaror comosso

da tanto firmamento

no' gera un fil de vento

fin a l'ultimo dosso.

Un pianzussà lisiero

oro via 'l mar, in giro,

che pareva un suspiro

drio de amaro pensiero.

E le canpane in aria

le ha sonào Nadal:

quel son s'ha sperso in mar

su l'Istria solitaria.

Sui urisunti scuri

el lanpizà d'un faro:

de là del mar amaro

el faro de Salvuri.

Natale

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Il cielo ponentino / s'è infocato di rose / rosse e pompose / su

uno sfondo di cenere. // Poi sono venute le stelle / l’alba

cristallina; / la solitudine marina / era senza vele. / / In quel

chiarore commosso / da tanto firmamento / non c'era un fil di

vento / fino all'ultimo dosso. // Un piagnisteo leggero / lungo

il mare, intorno, / che pareva un sospiro / dietro un pensiero

amaro. / E le campane in aria / hanno suonato Natale: / quel

suono s’è sperso in mare / sull’Istria solitaria. // Sugli orizzonti

scuri / il lampeggiare di un faro: / di là dal mare amaro / il faro

di Salvore.

(Da Poesie, Gli Elefanti Poesia, Garzanti

Biagio Marin (1891 - 1985) ha scritto tutte le sue poesie nel dialetto di

Grado, ed è considerato uno dei maggiori poeti del Novecento.

VOGIA DE CASA (Biagio Marin)

Vogia de casa mia vissin la ciesa,

vogia de fogo alegro

sul fogoler quadrato,

e parentào sentào sui banchi in giro:

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la nona che varda le fiame,

la gnagna che mete fassine,

el pare che conta,

gno fréli, co' me, co' 'l viso 'ncandío,

che stemo a sentì,

intanto che l’àmia Maria

la fa la polenta.

El lume a petrolio sbiadisse,

xe smorto

dal ciasso che fa le fassine

co' la bela vanpada,

la capa xe piena de tante,_

falische de oro,

e de vento lontan

che '1 fa propio un lamento.

I muri, i parinti, el fogo e la luse,

duti ne fodra de ben,

ne scolda, ne nutre,

e l'ánema cresse,

e la stioca zogiosa comò vanpa

de legno ben suto

sora '1 camin.

Cussí gera a casa!

Che vogia stasera

de tornà co' gno fréli,

catà i morti atorno a la vanpa

e dili che i tinpi piú beli

xe stai quii de alora,

có d'inverno fistieva la buora,

e noltri féveno gropo col sangue

e géremo un solo respiro,

un'ànema sola,

difesa da muri siguri

contro i vinti e la note,

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e 'l mondo de fora.

Voglia di casa.

Voglia di casa mia vicino la chiesa, / voglia di fuoco allegro /

sul focolare quadrato, / e la parentela seduta sui banchi in giro:

/ la nonna che guarda le fiamme, / la zia che mette fascine, il

padre che racconta, / i miei fratelli, con me, con il viso

accaldato, / che stiamo ad ascoltare, / intanto che la zia Maria /

fa la polenta. // Il lume a petrolio sbiadisce, / è smorto / dal

chiasso che fan le fascine, / con la bella vampata; / la cappa è

piena di tante faville d'oro, / e di vento lontano / che fa proprio

un lamento. /I muri, i parenti, il fuoco e la luce, / tutti ci

foderano di bene, / ci scaldano, ci nutrono, / e l'anima cresce /

e schiocca gioiosa come vampa / di legno ben asciutto / sotto il

camino. / Cosí era a casa! // Che voglia questa sera / di

tornare con i miei fratelli, / trovare i morti attorno alla vampa /

dir loro che i tempi piú belli / sono stati quelli d'allora, /

quando d'inverno fischiava la bora, / e noi facevamo groppo

con il sangue / ed eravamo un solo respiro, / un'anima sola, /

difesa da muri sicuri / contro i venti e la notte / ed il mondo di

fuori.

(Da Poesie, Gli Elefanti Poesia, Garzanti)

NATALE IN FRIULI (P. Davide Maria Turoldo) Ma quando facevo il pastore allora ero certo del tuo Natale. I campi bianchi di brina, í cieli rotti dal gracidio dei corvi nel mio Friuli sotto fa montagna, erano il giusto spazio alla calata delle genti favolose. I tronchi degli alberi parevano creature piene di ferite; mio padre era parente della Vergine, tutta in faccende, finalmente serena.

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Io portavo le pecore fino al sagrato e sapevo d’essere uomo vero del tuo regale presepio. NATALE (Giuseppe Ungaretti)

Napoli il 26 dicembre 1916

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade

Ho tanta

stanchezza

sulle spalle

Lasciatemi così

come una

cosa

posata

in un

angolo

e dimenticata

Qui

non si sente

altro

che il caldo buono

Sto

con le quattro

capriole

di fumo

del focolare

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LO ZAMPOGNARO (Gianni Rodari) Se comandasse lo zampognaro che scende per il viale, sai che cosa direbbe il giorno di Natale? “Voglio che in ogni casa spunti dal pavimento un albero fiorito di stelle d’oro e d’argento”. Se comandasse il passero che sulla neve zampetta, sai che cosa direbbe con la voce che cinguetta? “Voglio che i bimbi trovino, quando il lume sarà acceso, tutti i doni sognati più uno, per buon peso”. Se comandasse il pastore del presepe di cartone, sai che legge farebbe firmandola col lungo bastone? “ Voglio che oggi non pianga nel mondo un solo bambino, che abbiano lo stesso sorriso il bianco, il moro, il giallino”. Sapete che cosa vi dico Io che non comando niente? Tutte queste belle cose accadranno facilmente; se ci diamo la mano i miracoli si faranno e il giorno di Natale

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durerà tutto l’anno.

IL PELLEROSSA NEL PRESEPE (Gianni Rodari) Il pellerossa con le piume in testa e con l'ascia di guerra in pugno stretta, com'è finito tra le statuine del presepe, pastori e pecorine, e l'asinello, e i maghi sul cammello, e le stelle ben disposte, e la vecchina delle caldarroste? Non è il tuo posto, via! Toro Seduto: torna presto di dove sei venuto. Ma l'indiano non sente. O fa l'indiano. Se lo lasciamo, dite, fa lo stesso? O darà noia agli angeli di gesso? Forse è venuto fin qua, ha fatto tanto viaggio, perchè ha sentito il messaggio: pace agli uomini di buona volontà.

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E' NATALE (Madre Teresa di Calcutta) E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi una mano. E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. E' Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. PER CHI VUOLE PENSARE AL NATALE (Marcello

Lazzarin)

Mi fermo un istante

e rincorro prodigiose leggende.

Aria di fiaba antica,

ritorno ai primordi della vita,

sete d'arcano, d'infinito.

Voglia d'uscire dal tempo

e scendere lungo sentieri astrali

segnati al nucleo della galassia.

Eterna ricerca del divino

nell'umana natura.

Profondo universo

solcato dall'antica cometa

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messaggio celeste,

richiamo d'oriente

risveglia profumo di mirra e d'incenso,

di muschio e di brina.

Odore di nebbia e di greggi

anche sotto il lampione

del vicolo deserto,

lamenti di zampogne richiamano

interminabili attese,

tenui vagiti di speranza.

Sapore di gioie eteree

nutrono reliquie d'infantile innocenza.

Indefinibili sentimenti

trascendono il mio essere.

M'immergo felice in questo mondo

E tutto il resto ignoro.

Natale è anche questo.

NELLA CHIESA BELLISSIMA (Hingetsu)

Nella chiesa bellissima

Un povero presepe di paglia -

Natale.

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OTTO BAMBINI (Shiki)

Otto bambini

In intima gioia –

Natale.

TANTA POVERTA' (Kanajo Hasegawa)

Tanta povertà:

Ma c'è il babbo con noi -

Notte di Natale.

L'ANNO NON E' ANCORA FINITO (Shiki)

L’anno non è ancora finito

Eppure è primavera -

Natale.

NOTTE PURIFICATA (Anonimo)

Notte purificata

Dalla luce dei ceri -

E' Natale.

IO SOGNO MIA MADRE (Anonimo)

Io sogno mia madre

Così dolce con me -

Natale.

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(I sei haiku sono tratti da Mario Riccò, Questo mondo di rugiada,

editrice missionaria italiana, Parma)

MURI DE NADAL (Lucia Beltrame Menini)

I òmeni de ancó?

Muri de core e sassi:

ghè muri dapartuto

e po' i le ciama case,

senpre pi strete e scure

’ncora piassè serè.

E dire che, Signor,

Ti te si nato on dì

dirìa a cel seren,

senza porte da urtar,

né veri e né coltrine.

Caro Banbin Gesù,

fa' che ronpemo i muri

che tien ligà la gente

distante da l'amore

che Ti t'è portà in tera

par tirar sù na casa

dove ghe staga el grando

e el pìcolo "fratello".

Meti darente a tuti

un bo che no 'l sia mato,

chissà che 'l desfa 'l giazo

de sti filò de piera.

Doman saremo Magi

co' oro, incenso e mira,

pa' ancó semo pastori

che ùmili te onora.

(Da A piè descalzi, ed. Fratelli Corradin 2011)

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BIANCO NATALE 1997 (Lucia Beltrame Menini)

(ricordando Giorgio,

nel Natale di 15 anni fa)

Bianco il monte Baldo già innevato

bianco il letto su cui sei inchiodato

bianco il volto di liberi gabbiani

sospesi nel vuoto come il mio domani.

Bianca la croce di San Zeno in Monte

che di notte illumina la tua fronte,

bianca la Madonna là sopra al colle

nel Santuario, cinta di corolle.

Bianche le pecore del nostro presepe,

la grotta, le case, le strade, l’abete,

bianco il crinale della collina,

bianca la stella che s’avvicina.

Bianche le mani del tuo dolore

bianco il tuo viso per il pallore,

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bianco il soffitto della tua stanza,

bianco il lumino della speranza.

Lucia Beltrame Menini

NATALE 2012 (Lucia Beltrame Menini)

Quando arriva il Natale

vorrei tornar bambina…

Udire le campane

suonare a Messa Prima.

Vedere al davanzale

scendere giù la neve,

candida, immacolata

danza di piume ardite.

La Santa Notte imbianca,

in chiesa mille luci

frammiste a canti e preci;

l’armonio che diffonde

note di nenie dolci

dissolve opache croci.

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Oh, notte d’Angeli piena,

mia sillaba di cielo,

riportami il respiro

del tuo Gesù Bambino.

NATALE (Mario Sileno Klein)

C’è questa catena di giorni,

ipotesi crescente d’ombra lunga

orlata di spreco,

appesa al suono cardinale

di parole inventario…

Ma ancora ritorna

su pensieri distratti

grido di stelle generose

a conquistare silenzi turbati.

Tradizioni di seta

su tele prodigiose

ripetono gesti e passi

percorsi mille volte.

Nell’arco dietro il cielo,

su dolci prati d’anima

fiorisce bambino

stupore di cristallo.

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DI UN FRAGILE NATALE (Mario Sileno Klein)

Sempre più fragile il Natale,

vuoto a rendere lungo notti astute,

inchiodate alla rabbia dei regali

da farsi per vecchie ragioni,

a lungo coltivate

nell’antro indecifrabile del buio.

Tornano a spiare nelle mosse

ubriache di luna

i dettagli snebbiati delle stelle.

Resiste l’impudenza del muschio

sulla riva dell’attesa

prima che s’accenda

l’acqua dissolta

nel grande pozzo della luce.

Un’immagine frulla

nel granito del giorno

destinato a noi per redenzione.

Mite sarà la notte del palpito

se ancora una volta

l’angelo del Verbo avrà pietà

del volo viola del poeta.

17-12-2011

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LETTERA A GESÙ (Mario Lodi) Caro Gesù, da’ la salute a Mamma e Papà un po’ di soldi ai poverelli, porta la pace a tutta la terra, una casetta a chi non ce l'ha e ai cattivi un po’ di bontà. E se per me niente ci resta sarà lo stesso una bella festa.

A GESÙ BAMBINO (Umberto Saba) La notte è scesa e brilla la cometa che ha segnato il cammino. Sono davanti a Te, Santo Bambino! Tu, Re dell’universo, ci hai insegnato che tutte le creature sono uguali, che le distingue solo la bontà, tesoro immenso, dato al povero e al ricco. Gesù, fa’ ch’io sia buono, che in cuore non abbia che dolcezza. Fa’ che il tuo dono s’accresca in me ogni giorno e intorno lo diffonda, nel Tuo nome. BETLEMME (Ottaviano Menato)

Aspettiamo - ancora - la tua notte

con gli occhi arsi,

le braccia aperte nel gelo

nel nostro vivere ed amare.

Torna tra noi, o Bambino!

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Noi, prostrati, leveremo il capo

e scioglieremo l'inaridito canto

mentre tu ci ricondurrai per mano

nella Betlemme del tuo Amore.

Lì, nella tua casa del pane spezzato,

pellegrini stanchi,

poseremo le nostre vite,

e nella melodia infinita

offriremo, in ginocchio,

il cuore di una rosa.

LE CIARAMELLE (Giovanni Pascoli) Udii tra il sonno le ciaramelle, ho udito un suono di ninne nanne. Ci sono in cielo tutte le stelle, ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri le ciaramelle senza dir niente; hanno destata ne' suoi tuguri tutta la buona povera gente. Ognuno è sorto dal suo giaciglio; accende il lume sotto la trave; sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,

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di cauti passi, di voce grave. Le pie lucerne brillano intorno, là nella casa, qua su la siepe: sembra la terra, prima di giorno, un piccoletto grande presepe. Nel cielo azzurro tutte le stelle paion restare come in attesa; ed ecco alzare le ciaramelle il loro dolce suono di chiesa; suono di chiesa, suono di chiostro, suono di casa, suono di culla, suono di mamma, suono del nostro dolce e passato pianger di nulla. O ciaramelle degli anni primi, d'avanti il giorno, d'avanti il vero, or che le stelle son là sublimi, conscie del nostro breve mistero; che non ancora si pensa al pane, che non ancora s'accende il fuoco; prima del grido delle campane fateci dunque piangere un poco. Non più di nulla, sì di qualcosa, di tante cose! Ma il cuor lo vuole, quel pianto grande che poi riposa, quel gran dolore che poi non duole; sopra le nuove pene sue vere vuol quei singulti senza ragione: sul suo martòro, sul suo piacere, vuol quelle antiche lagrime buone!

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NADALIN CASALIN (Enzo Coltro)

Un s-ciapetìn de pegore molà

col muso dentro al mós-cio

bèlo séco,

quatro stradèle de séghe,

ben marcà,

na capana fodrà de carta rocia...

Un mucio de pastori indafarà

e 'n angelo par sóra

col so «ecèlsi»,

un par de case dal porton sbacià,

un pontesèl su 'n cao

de carta argento...

Du ocióni là davanti spalancà

co le manine pronte

a tocar tuto:

el presèpio pì bèlo l'è sto qua,

co la stéla incolà

su un célo muto.

NADAL ... LA VITA ... (Giampaolo Feriani)

St'ano, el presepio no l'ò gnanca fato...

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ò lassà zo in cantina la capana,

la Madonina Santa co'l so Tato

e l'angelo che canta gloria e osana...

st'ano, la stela bianca de'l Nadal

no l'ò tacada a l'albaro in cusina...

la s'à impissà, da sola, in ospedal

de sora el leto de la me butina...

In un dicembre scuro de ombre viola

m'avea desmentegà parfin de Dio...

gh'era restàda me moiere sola

a aver coraio e no tirarse indrìo...

Muto, ne'l bianco de la camareta,

me ingateiava na paura nera...

fin che da'l ciel, na note, na cometa

la s'à posa ne'l nial de la preghiera...

S'à fato el me presepio con la stela...

e, come se ne'l cor fuse vegnù

un angelo a impissarme na candela,

me fiola la parea el Bambin Gesù

e me moiere la Madona Santa...

Nadal 'l portava in sen la s-ciarirola:

s'à iluminà i me giorni... e adesso i canta

coi oci e co'l soriso de me fiola...

UN PRESEPE (Mirka Bertolaso Nalin)

'Na mama che lata

e varda el so dio

sognando par lu

le robe più bele,

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el pare che strussia

par darghe de più,

che gnente ghe par

sia lori bastansa,

e l’aria se incanta

drio ’l pianto da sono

che subito tase ...

oh, quanti presepi

gh’è dentro le case!

NADALE, OGNI ANO (Lucia Beltrame Menini)

I t’à ciamà “Parola”,

caro Gesù Bambino,

Ti che te nassi muto

e no te sè parlare.

I t’à ciamà “l’Eterno”,

ma te si stà on Butin

che no pol far paura,

involtolà de fasse,

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postà sora na grupia.

Quala la to Parola?

Zigheto de neonato,

però che dise tuto.

E mi come i pastori

me fermo a Ti vizzin

e tremo e sento fredo

pensando che tra poco

la Pasqua vegnarà

e te sarè za in Croce.

On Re che se fa servo

pa’ i altri co umiltà.

Speremo che a la fine

redenta la se senta

tuta sta umanità.

XE NATO (Mario Sileno Klein)

Fiori de giazo

su i veri orbi de i me oci

strachi de luce sofegà

nel pecato del mondo.

M’à parso in lontananza

de védare on soriso

spanìo sora na mota

de tera che me ciama.

Forse l’è solo on sogno

on bìgolo de vento

che ruma tra le foje.

Epure ghè calcossa

che pianze là de fora.

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Se inpiza a l’inproviso

na voze che conosso:

me incanta el so calore,

xe nato el me Nadale.

17-12-2011

NADALE (Nani del Borgo)

Gesù Bambin, te sì 'l paron del sole,

xè tue le stele, el fogo e tuto el resto;

ma, dime on fià, parché te ghè volesto

nàssare oncò, che no ghè rose e viole?

Vorìa donarte fiori e no se pole;

ma scomissio capir che xè par questo

ca te vien zò: te vo' insegnarme presto

che l'omo no pol fare quel ch'el vole.

Pecà!, parché, se te nassevi in majo,

fiori t'in gavarìa portà on careto.

Eh sì, come omo — scusa el me corajo —

te sì stà sfortunà, fin da toseto.

Ma, insieme co la paja e col forajo,

te prego, aceta almanco sto soneto.

PRESEPIO A MESANOTE (Tolo da Re)

Silensio. Nel presepio tuto spèta.

Spèta i pastori lì maraveiadi.

Spèta le pegorine, la cavreta,

l'àseno e 'l bò coi oci indormensadi.

Picà là in alto, spèta la cometa.

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Spèta le palme e i monti infarinadi.

L'Angelo el ga zà in boca la trombeta.

Pian pian dòdese bòti iè sonadi.

Eco che a mesanote se fa giorno,

un pianto de butin, come un gran fogo,

inlùmina i pastori lì d'atorno.

Se desmissia la tera in ogni logo

scrolàndose de dosso tuto el mal.

Ogni cosa vien nova. L'è Nadal!

LA LETERINA (Nadia Zanini)

L'era infornìa la tòla de Nadal

con la toaja de fiandra ricamà

e i piati bianchi de le feste,

la mama tuta indafarà

la spiociava i biceri de cristal,

la sistemava da novo i toajòi

controlando che no' i fasesse greste.

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In un canton, vezin a la finestra,

col vestito rosso de veludo

e un cerchieto de raso fra i cavéi,

ridéa i oci bei de la butina

fissando el piato fondo del papà

da 'ndo spiava sconti e smalizià

i quatro cantoni de 'na leterina.

In testa la ripassava le parole

de la poesia insegnà da la maestra,

che la parlava de pègore e pastori

corsi de note dal Butín par farghe festa,

tuta a memoria la I'avéa imparà

e adesso che l'ocasion l'era rivà

drita inzima a la carega grande

davanti a tutti la l'avarìa contà.

L'era musica de possade e de biceri

profumi de carne lessa e pearà,

intanto nel piato fondo del papà

pian pian calava brodo e tajadele:

se vizinava el momento tanto sospirà

par 'na sorpresa de quele piassé bele,

quando levando dal tuto la fondina

finalmente sarìa spuntà ... la leterina!

Verzendo el fojo e lezendo forte le parole,

con un sospiro e la oze che tremava

el papà un pochetin el balbetava,

i se guardava de sfroso lu e la mama

sconta par l'emozion in fondo a la cusina

ma, co i ocí lustri, i se imbriagava tuti

del ben che ghe voléa la so butina.

(Da Quatro Ciàcoe, Mensile in dialeto de cultura e tradission venete, dic.

2011)

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MESSA DI MEZZANOTTE (Pietro Mastri)

C'era un silenzio come di attesa

lungo la strada che andava alla chiesa

e fredda l'aria di notte, in quell’ombra

là solitaria.

C'eran le stelle nel cielo invernale;

e un verginale chiarore di neve,

ma lieve e rada.

C'era una siepe nera e stecchita:

parea fiorita di suo biancospino.

E mi teneva, o mio sogno lontano,

mia madre per mano.

E nella tiepida chiesa che incanto!

Fra lumi e un denso profumo d'incenso

e suono d'organo e voci di canto,

ecco il presepe, con te, Bambino.

IL NATALE (Alessandro Manzoni)

(frammenti)

....

Ecco ci è nato un Pargolo,

ci fu largito un Figlio:

le avverse forze tremano

al mover del suo ciglio:

all’uom la mano Ei porge,

che si ravviva, e sorge

oltre l’antico onor.

....

Oggi Egli è nato: ad Èfrata,

vaticinato ostello,

ascese un’alma Vergine,

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la gloria d’Israello,

grave di tal portato:

da cui promise è nato,

donde era atteso uscì.

La mira Madre in poveri

panni il Figliol compose,

e nell’umil presepio

soavemente pose;

e l’adorò, beata!

innanzi al Dio prostrata,

che il puro sen le aprì.

L’Angel del cielo, agli uomini

nunzio di tanta sorte,

non de’ potenti volgesi

alle vegliate porte;

ma tra i pastor devoti,

al duro mondo ignoti,

subito in luce appar.

E intorno a lui per l’ampia

notte calati a stuolo,

mille celesti strinsero

il fiammeggiante volo;

e accesi in dolce zelo,

come si canta in cielo,

a Dio gloria cantar..

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IL SANTO NATALE (Clemente Rèbora)

Gloria a Dio, e quindi Pace

a coloro che si amano in Lui.

Davanti al Presepio:

«O nostra umanità

come sei ingrandita!

con la Divinità

tu ti sei pur unita.

La Vergine Maria

ne resta sbigottita,

e a noi peccatori

par che obbligata sia».

(Da Jacopone da Todi)

***

Oggi è nato un bel Bambino,

Dolce come un agnellino.

***

Nato è in terra il Re del Cielo,

Sol per nostro amore e zelo:

Fame e sete, caldo e gelo

Già patisce il piccolino.

Oggi è nato un bel Bambino.

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***

Notte santa e luminosa,

Non più triste e tenebrosa,

Ma beata e graziosa,

Poi che sorto è il Sol divino.

Oggi è nato un bel Bambino.

***

Escon già dal gregge fuori

Certi semplici pastori:

Portan cacio e frutti e fiori

Con un bianco pecorino.

Oggi è nato un bel Bambino.

***

Entran dentro ginocchione:

Con la Madre e il buon Custode

Fanno insieme adorazione;

Poi gli baciano il piedino.

Bello è stare a Lui vicino.

***

Dato è a noi, Gesù Bambino:

Quanta pace! che sorriso!

Paradiso! Paradiso!

(d'ispirazione popolare)

UNA STELLA SU BETLEMME (Boris Pasternak)

Era pieno inverno.

Soffiava il vento della steppa.

E aveva freddo il neonato nella grotta,

sul pendio della collina.

L'alito del bue lo riscaldava.

Animali domestici stavano nella grotta,

Sulla culla vagava un tiepido vapore.

Scosse dalle pelli le paglie del giaciglio

e i grani di miglio,

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dalle rupi guardavano,

assonnati, i pastori.

E lì accanto, mai vista sino allora,

più modesta d'un lucignolo,

alla finestrella d'un capanno

tremava una stella sulla strada di Betlemme.

NATALE DEGLI ANNI OTTANTA (Anonimo)

Questa giovinetta d'Israele

lo ha portato nove mesi

nel suo ventre gentile

come tutte le mamme di sempre,

lo ha nutrito nove mesi

con le sue linfe e il suo sangue

questa giovinetta d'Israele:

e oggi dal suo ventre gentile

nasce al mondo l'Amore,

incarnato nella carne dell'uomo,

Gesù nostro fratello.

Noi uomini, razza stordita,

abbiamo tanta fame d'amore,

non riusciamo a vedere, a capire,

continuiamo a straziarci

lungo i calvari più occasionali,

la prepotenza, la fame, il petrolio.

Mi accompagno a te,

giovinetta d'Israele

cresciuta e maturata nel silenzio,

a te che l'hai portato in te;

m'accompagno coi miei fratelli,

gli uomini, razza stordita,

fin che maturi l'ora del ravvedimento.

(da Il Gallo - Dicembre 1973)

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L'ESTASI (Ada Negri)

Cuce, in silenzio, sotto la lampada,

una cuffietta rosa.

Mai non si vide più leggiadra cosa.

Trasale, a un tratto, ne l'ampia tunica,

con un sorriso strano.

La cuffietta le scivola di mano.

Così , velato lo sguardo, pallida

come una morta, ascolta.

A qual raggio l'intenta anima è volta?...

Mai questo acuto spasimo d'estasi

le scolorò la faccia

quando la cinser l'adorate braccia;

mai fu, sì, bella, fra riso e lacrime,

quando, folle d'amore,

il suo prescelto le posò sul core.

Così la bruna figlia di Nàzareth

udì la sacra voce,

congiungendo le mani umili in croce:

piccola voce nova e terribile

che dice a l'infinita

tenerezza materna : « Eccomi, o vita!... »

NATALE (Olga Visentini)

E' notte di Santo Natale,

e passano gli angeli a schiere

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in vivida luce nivale,

librati solfale leggere.

Ti vedo, Bambino Gesù,

in nuvola lieve di luce,

discendere ancora quaggiù:

amore per noi ti conduce.

M'han detto che rechi bei doni

ai bimbi che pregano assorti

ai cuori purissimi e buoni

agli occhi nell’estasi avvolti.

Ma tutti li senti i bambini?

ti giungon le voci disperse

per l'ombra di questi camini,

le piccole voci diverse?

"Oh, fammi sapere, Gesù,

con dono piccino e modesto

se giunto è il mio prego lassù:

Signor, non ti chiedo che questo".

Salì quella candida fede,

e mosse la mano di Dio:

un cenno ad un angelo diede

e il cielo fu tutto un brillio.

(Da Olga Visewntini, Squilli di giocndità, ed. Bottazzi, Suzzara)

LA STORIA MERAVIGLIOSA (Olga Visentini)

A cavallo passa il vento

col mantello suo d'argento:

fischia, sibila, poi lieve

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manda giù, bianca, la neve.

Com'è bello raccontare

fiabe nuove, storie rare

quando viene giù la neve

a fiocchetti lieve, lieve.

Storie dolci, storie vere,

tutte candide e sincere

ma nessuna così bella,

come quella d'una stella,

che tra l'altre riluceva.

E la videro i pastori

e portaron tutti un dono

più di mille anni or sono.

Nel presepe illuminato

da una lampada piccina,

Gesù Cristo, appena nato,

allungava una manina

alla Madre che adorava.

San Giuseppe pur pregava:

"Date un solo pannolino,

per il Re così piccino!"

Lenti, il bove e l'asinello,

riscaldavano col fiato

il Bambino appena nato.

Sopra gli angeli un bel canto

discioglievano a Gesù:

"Dormi bimbo, dormi Santo,

chiudi gli occhi, così blu;

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china il capo tutto biondo

sulla paglia tutta d'oro.

Dormi, dormi, Re del mondo;

il tuo cuore è un gran tesoro!

Come lampada è il tuo cuore,

dormi bimbo, dolce fiore!

Su cantiamo al Re divino,

Ninna-nanna al Re bambino!

Ninna-nanna Re del mondo,

sei ridente, roseo e biondo

ninna-nanna, mio Signore,

io ti dono tutto il cuore!

(Da Olga Visewntini, Squilli di giocndità, ed. Bottazzi, Suzzara)

NATALE (Diego Valeri)

Maria dentro la grotta si posò,

e Giuseppe a Betlemme s'avviò.

Ma un momento sentì che mentre andava,

a mézzo passo il pie' gli s'arrestava.

Vide attònita l’aria e il cielo immoto,

e uccelli fermi in mezzo al vuoto;

e poi vide operai sdraiati a terra,

e posata nel mezzo una scodella:

e chi mangiava, ecco, non mangia più.

chi ha preso il cibo non lo tira su,

chi levava la man la tien levata,

e tutti al cielo volgono la faccia.

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Le pecore condotte a pascolare

son lì che non possono più andare;

fa il pastor per colpirle con la verga

e gli resta la man sospesa e ferma;

e i capretti che all'acqua aveano il muso

ber non possono al fiume in sè rinchiuso

E poi Giuseppe vide in un momento

ogni cosa riprender movimento.

Tornò sopra i suoi passi, udì un vagito.

Gesù era nato, il fiore era fiorito.

(da Il Campanellino - S.E.I).

LA NOTTE SANTA (Diego Valeri)

- Mamma, chi è che nella notte canta

Questo canto divino?

- Caro, è una mamma poveretta e santa

che culla il suo bambino.

- Mamma, m’è parso di sentire un suono

come di cennamella.

- Sono i pastori, mio piccino buono,

che van dietro alla stella.

- Mamma, c’è un batter d’ali, un sussurrare

di voci tutt’intorno ...

- Son gli angeli discesi ad annunciare

il benedetto giorno.

- Mamma il cielo si schiara e si colora

come al levar del sole ...

- Splendono i cuor degli uomini, è l’aurora

del giorno dell’amore.

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LA NOTTE SANTA (Guido Gozzano) - Consolati, Maria, del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei. Presso quell'osteria potremo riposare, ché troppo stanco sono e troppo stanca sei. Il campanile scocca lentamente le sei. - Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio? Un po' di posto per me e per Giuseppe? - Signori, ce ne duole: è notte di prodigio; son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe. Il campanile scocca lentamente le sette. - Oste del Moro, avete un rifugio per noi? Mia moglie più non regge ed io son così rotto! - Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi: Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto. Il campanile scocca lentamente le otto. - O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno avete per dormire? Non ci mandate altrove! - S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

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Il campanile scocca lentamente le nove. - Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella! Pensate in quale stato e quanta strada feci! - Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella. Son negromanti, magi persiani, egizi, greci... Il campanile scocca lentamente le dieci. - Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname? Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente? L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame non amo la miscela dell'alta e bassa gente. Il campanile scocca le undici lentamente. La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due? - Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta! Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue... Maria già trascolora, divinamente affranta... Il campanile scocca La Mezzanotte Santa.

E' NATO! ALLELUIA! E’ nato il sovrano bambino, è nato! Alleluia, alleluia! La notte che già fu sì buia

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risplende di un astro divino. Orsù, cornamuse, più gaie suonate! Squillate, campane! Venite, pastori e massaie, o genti vicine e lontane! Non sete, non molli tappeti, ma come nei libri hanno detto da quattromill’anni i profeti, un poco di paglia ha per letto. Da quattromill’anni s’attese quest’ora su tutte le ore. E’ nato, è nato il Signore! E’ nato nel nostro paese. Risplende d’un astro divino la notte che già fu sì buia. E’ nato il Sovrano Bambino, è nato! Alleluia, alleluia! C’ ERA ( Juan Ramon Jmenez) L’agnello belava dolcemente. L’asino, tenero, si allietava in un caldo chiamare. Il cane latrava quasi parlando alle stelle. Mi svegliai…Uscii. Vidi orme celesti sul terreno fiorito come un cielo capovolto. Un soffio tiepido e soave velava l’alberata: la luna andava declinando in un occaso d’oro e di seta apersi la stalla per vedere se Egli era là… C’era…

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E' NATO GESÙ (Ettore Bogno) Il gregge stanco ansando riposava sotto le stelle nella notte fonda. Dormivano i pastori. Il tempo andava. Quand'ecco una gran luce il cielo inonda. E' mezzanotte. Ed ecco un dolce canto suona per l'aria, in armonia gioconda. Si destano i pastori, al gregge accanto, e ascoltano: "Sia gloria a Dio nei cieli e pace in terra all'uomo!". O dolce incanto! E' nato un bimbo tutto luce e amore. In una stalla, avvolto in pochi veli, povero è nato e pure é il Re dei cieli. E dice a tutti: "State cuore a cuore, come fratelli! Non odiate mai! L'anima che perdona è come un fiore. Chi crede in me non perirà mai". LA BUONA NOVELLA (Giuseppe Fanciulli) Ascoltate la novella che portiamo a tutto il mondo: è di tutte la più bella, è fiorita dal profondo. Nella stalla, ecco, ora è nato un dolcissimo bambino. La Madonna l’ha posato sulla paglia: poverino! Ma dal misero giaciglio già la luce si diffonde, già sorride il divin Figlio ed il cielo gli risponde. Quel sorriso benedetto porti gioia ad ogni tetto!

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I MAGI (Angiolo Silvio Novaro)

La carovana non è lontana dei Magi d'Oriente. Scalpitìo di cavalli si sente, suoni di pifferi, confuse aria di cornamuse. I re portano tesori su cavalli bardati d'argento, e i pastori a passo lento ingenui cuori. SEI DISCESO DALLA MAESTÀ (Rabindranath Tagore)

Sei disceso dalla maestà

del tuo trono.

Ti sei fermato, o Signore,

alla porta della mia casa solitaria.

Solo, seduto, nel mio cuore

cantavo una canzone:

la mia voce è arrivata al tuo orecchio

e Tu sei sceso.

Ti sei fermato, o Signore,

alla porta della mia casa solitaria.

Nella tua casa quanti canti ci sono,

quanti sapienti,

ma oggi il canto di chi non ha sapienza

Ti sei fermato, o Signore,

alla porta della mia casa solitaria.

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(L’analogia tra il Natale cristiano e la discesa sulla terra della Divinità

indù appare quanto mai suggestiva.)

LA BEFANA (Giovanni Pascoli) Viene viene la Befana vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! La circonda neve, gelo e tramontana. Viene viene la Befana. Ha le mani al petto in croce, e la neve è il suo mantello ed il gelo il suo pannello ed il vento la sua voce. Ha le mani al petto in croce. E s’accosta piano piano alla villa, al casolare, a guardare, ad ascoltare or più presso or più lontano. Piano piano, piano piano.

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Che c’è dentro questa villa? Uno stropiccìo leggero. Tutto è cheto, tutto è nero. Un lumino passa e brilla. Che c’è dentro questa villa? Guarda e guarda...tre lettini con tre bimbi a nanna, buoni. guarda e guarda...ai capitoni c’è tre calze lunghe e fini. Oh! tre calze e tre lettini. Il lumino brilla e scende, e ne scricchiolan le scale; il lumino brilla e sale, e ne palpitan le tende. Chi mai sale? Chi mai scende? Co’ suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso. Il lumino le arde in viso come lampada di chiesa. Co’ suoi doni mamma è scesa. La Befana alla finestra sente e vede, e s’allontana. Passa con la tramontana,

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passa per la via maestra, trema ogni uscio, ogni finestra. E che c’è nel casolare? Un sospiro lungo e fioco. Qualche lucciola di fuoco brilla ancor nel focolare. Ma che c’è nel casolare? Guarda e guarda... tre strapunti con tre bimbi a nanna, buoni. Tra la cenere e i carboni c’è tre zoccoli consunti. Oh! tre scarpe e tre strapunti... E la mamma veglia e fila sospirando e singhiozzando, e rimira a quando a quando oh! quei tre zoccoli in fila... Veglia e piange, piange e fila. La Befana vede e sente; fugge al monte, ch’è l’aurora. Quella mamma piange ancora su quei bimbi senza niente. La Befana vede e sente. La Befana sta sul monte. Ciò che vede è ciò che vide: c’è chi piange e c’è chi ride; essa ha nuvoli alla fronte, mentre sta sull’aspro monte.

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CANTI NATALIZI BIANCO NATALE

Tu, neve, scendi ancor, lenta....

Per dare gioia ad ogni cuor,

è Natale, spunta la pace santa,

l'amor che sa conquistar.

Tu, dici, nel cader, neve:

il cielo devi ringraziar

alza gli occhi, guarda lassù;

è Natale, non si soffre più.

Quel lieve tuo candor, neve,

discende lieto nel mio cuor,

è la notte santa,

il cuore esulta d'amor.

E' Natale ancor-

e viene giù dal ciel lento

un dolce canto amaliator,

che mi dice: spera anche tu,

e Natale: non si soffre più.

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ASTRO DEL CIEL

Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor! Tu che i Vati da lungi sognar, tu che angeliche voci nunziar, luce dona alle genti, pace infondi nei cuor! luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!

Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!

Tu di stirpe regale decor, Tu virgineo, mistico fior,

luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!

Luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!

Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!

Tu disceso a scontare l'error, Tu sol nato a parlare d'amor,

luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!

Luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!

TU SCENDI DALLE STELLE (Alfonso Maria de' Liguori)

Gloria, Gloria, Gloria, Gloria, Gloria

in Excelsis Deo.

Tu scendi dalle stelle, o re del cielo

e vieni in una grotta, al freddo e al gelo,

e vieni in una grotta, al freddo e al gelo.

O bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar.

O Dio Beato, oh, quanto ti costò l'avermi amato,

oh, quanto ti costò l'avermi amato.

Gloria, Gloria, Gloria, Gloria, Gloria in Excelsis Deo.

ALBERO DI NATALE S'accendono e brillano gli alberi di Natale. S'accendono e radunano grandi e piccini intorno. I rami si trasformano con bacche rosse e fili d'or.

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Risplendono e sfavillano gli alberi di Natale. Fra i canti degli arcangeli ritorna il bambinello, riposa nel presepio e lo scalda l'asinello. I rami verdi toccano la capannina di carton e l'albero illumina la culla del Signore. S'innalzano, risuonano i canti di Natale, ricordano agli uomini giustizia, pace e amore.

La loro dolce musica giunge fra tutti i popoli. Ripete ancor agli uomini: giustizia, pace e amore.

IN NOTTE PLACIDA

In notte placida, per muto sentier

dai campi del ciel, discese l'Amor

sull'alme fedeli il Redentor.

Nell'aure il palpito, di un grande mister.

Del nuovo Israel, è nato il Signor,

il fiore più bello di tutti i fior. (Bis)

Cantate o popoli gloria all'Altissimo,

l'animo aprite a speranza ed amor.

Rit. In notte placida...

VENITE FEDELI

Venite, fedeli, l'Angelo c'invita,

venite, venite a Betlemme.

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Rit. Nasce per noi Cristo Salvatore.

Venite, adoriamo il Signore Gesù. (3 volte)

La luce del mondo brilla in una grotta

la fede ci guida a Betlemme.

La notte risplende, tutto il mondo attende:

seguiamo i pastori a Betlemme.

Il figlio di Dio re dell'universo

si è fatto bambino a Betlemme.

LA SANTA NOTTE DELL’ORIENTE

Questa è la santa notte dell’Oriente

nel ciel comparve una lucente stella

I tre Re Magi di continuamente

dodici giorni seguitaron quella.

Senza saver niun dell’ altro niente

si ritrovaron in una strada ai bella

In una strada di grande signoria

se ne andature tutti in compagnia.

In compagnia che tutti se ne andarono

giusti a Betlemme arrivarono

Furon arrivati presso la capanna

la stella si fermò sopra di loro

Gaspare Melechiorre e Baldassarre

s'inginocchiaron a terra piano piano

E là trovaron la figlia di Sant'Anna

col Figliolo in braccio alla sua mamma.

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Allora i tre Re Magi dell’Oriente

oro, incenso e mirra regalarono

Questa canzone per noi è già finita

arrivederci a staltra Epifania

Se a staltra Epifania non ci vediamo

la Santa Pace vi auguriamo.

Questa canzone per noi è già finita

arrivederci a staltra Epifania.

O TANNENBAUM

O Tannenbaum, O Tannenbaum Wie treu sind deine Blatter! O Tannenbaum, O Tannenbaum Wie treu sind deine Blatter! Du grunst nicht nur zur Sommerzeit, Nein, auch im Winter, wenn es schneit. O Tannenbaum, O Tannenbaum Wie treu sind deine Blatter! O Tannenbaum, O Tannenbaum Du kannst mir sehr gefallen! O Tannenbaum, O Tannenbaum Du kannst mir sehr gefallen! Wie oft hat nicht zur Weihnachtszeit Ein Baum von dir mich hoch erfreut! O Tannenbaum, O Tannenbaum Du kannst mir sehr gefallen! O Tannembaum, O Tannenbaum Du kannst mir sehr gefallen! STILLE NACHT

Stille Nacht, heilige Nacht, alles schlaft, einsam wacht Nur das traute heilige Paar. Holder Knab im lockigten Haar.

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Schlafe in himmlischer Ruh', Schlafe in himmlischer Ruh' Stille Nacht, heilige Nacht, Gottes Sohn, o wie lacht, Lieb' aus deinem gottlichen Mund, Da uns schlagt die rettende Stund. Jesus in deiner Geburt, Jesus in deiner Geburt. Stille Nacht, heilige Nacht, die der Welt Heil gebracht, Aus des Himmels goldnen Hohn, uns der Gnaden Fulle la?t sehn, Jesus in Menschengestalt, Jesus in Menschengestalt. Stille Nacht, heilige Nacht, Hirten erst kundgemacht. Durch der Engel Halleluja, tont es laut bei fern und nah, Jesus der Retter ist da, Jesus der Retter ist da. GINGLE BELLS (James Lord Pierpont publ. 1857) Dashing through the snow On a one-horse open sleigh, Over the fields we go, Laughing all the way; Bells on bob-tail ring,

Making spirits bright, What fun it is to ride and sing A sleighing song tonight Jingle bells, jingle bells,

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Jingle all the way! O what fun it is to ride In a one-horse open sleigh A day or two ago, I thought I'd take a ride, And soon Miss Fanny Bright Was seated by my side; The horse was lean and lank; Misfortune seemed his lot; He got into a drifted bank, And we, we got upsot. Jingle Bells, Jingle Bells, Jingle all the way! What fun it is to ride In a one-horse open sleigh. A day or two ago, The story I must tell I went out on the snow And on my back I fell; A gent was riding by In a one-horse open sleigh, He laughed as there I sprawling lie, But quickly drove away. Jingle Bells, Jingle Bells, Jingle all the way! What fun it is to ride In a one-horse open sleigh. Now the ground is white Go it while you're young, Take the girls tonight And sing this sleighing song; Just get a bob-tailed bay Two-forty as his speed Hitch him to an open sleigh And crack! you'll take the lead. Jingle Bells, Jingle Bells, Jingle all the way!

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What fun it is to ride In a one-horse open sleigh.

GIOIA AL MONDO Gioia al mondo, il Signore è venuto,

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la terra riceve il suo Re, ogni cuore gli prepara un posto e il firmamento e la natura cantano ... Gioia alla terra, il Salvatore regna, gli uomini intonano le loro canzoni, mentre i campi e le acque, le rocce, le colline e le pianure ripetono la risuonante gioia. Egli regge il mondo con verià e grazia E testimonia le nazioni, le glorie della costituzione E le meraviglie del suo amore.

CANZONI D’AUTORE

È GIA' NATALE (Andrea Mingardi)

Anche quest'anno è già Natale potremmo essere più buoni sono le promesse sono le speranze che ancora battono nei cuori scegliere il bene e non il male vivere insieme se no che Natale è che Natale è . . Anche quest'anno è già Natale ed io son qui che guardo il cielo dai per favore regalami un amico ed un amore

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un amore vero la neve alta più di me la pace nel mondo se no che Natale è Vedo le luci di tutte le vetrine le stelle adrenaline sugli alberi Sento le voci di questi mille anni che stanno andando via ed ho bisogno di una magia ed ho bisogno di una magia se no che Natale se no che Natale è che Natale è . . Auguri e baci e Buon Natale e tutto passa in un momento come le promesse come le speranze che poi si perdono nel vento e chi sta bene e chi sta male vivere insieme se no che Natale è Vedo le luci di tutte le vetrine le stelle adrenaline sugli alberi Sento le voci di questi mille anni che stanno andando via ed ho bisogno

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di una magia ed ho bisogno di una magia se no che Natale se no che Natale è che Natale è . . Se no che Natale è oh! oh! oh! oh! oh! Anche quest'anno è già Natale Vivere insieme vivere insieme vivere insieme

LEGGENDA DI NATALE (Fabrizio De Andrè)

Parlavi alla luna giocavi coi fiori avevi l'età che non porta dolori e il vento era un mago, la rugiada una dea, nel bosco incantato di ogni tua idea nel bosco incantato di ogni tua idea. E venne l'inverno che uccide il colore e un babbo Natale che parlava d'amore e d'oro e d'argento splendevano i doni ma gli occhi eran freddi e non erano buoni ma gli occhi eran freddi e non erano buoni. Coprì le tue spalle d'argento e di lana di pelle e smeraldi intrecciò una collana e mentre incantata lo stavi a guardare dai piedi ai capelli ti volle baciare dai piedi ai capelli ti volle baciare. E adesso che gli altri ti chiamano dea l'incanto è svanito da ogni tua idea ma ancora alla luna vorresti narrare

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la storia d'un fiore appassito a Natale la storia d'un fiore appassito a Natale.

NATALE (Francesco De Gregori)

C'è la luna sui tetti e c'è la notte per strada le ragazze ritornano in tram ci scommetto che nevica, tra due giorni Natale ci scommetto dal freddo che fa. E da dietro la porta sento uno che sale ma si ferma due piani più giù un peccato davvero ma io già lo sapevo che comunque non potevi esser tu E tu scrivimi, scrivimi se ti viene la voglia e raccontami quello che fai se cammini nel mattino e ti addormenti di sera e se dormi, che dormi e che sogni che fai. E tu scrivimi, scrivimi per il bene che conti per i conti che non tornano mai se ti scappa un sorriso e ti si ferma sul viso quell'allegra tristezza che ci hai Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano come un treno dentro a una galleria tra due giorni è Natale e non va bene e non va male buonanotte torna presto e così sia. E tu scrivimi, scrivimi se ti viene la voglia e raccontami quello che fai se cammini nel mattino e ti addormenti di sera e se dormi, che dormi e che sogni che fai.

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E NON SERVE CHE SIA NATALE (Pooh) Quanta polvere fa il mondo mentre va, copre tutto e non ci fa vedere più, le stagioni i dubbi i figli e le speranze e rincorriamo i sogni qua e là. Che rumore che fa il mondo mentre va, tra motori guerre soldi e gelosie, confondiamo il giorno dopo con l'eternità e l'allegria con la felicità. E intanto tra noi scommettiamo la vita traversando da soli il mare per scoprire cos'è che vale. Facci uscire dal temporale prima che ci trascini via. Dacci strade per ritornare dove non siamo stati mai. E non serve che sia Natale per scoprire di avere un cuore, per capire, per sperare un po'. Che fatica che fa il mondo mentre va, tutti in corsa per un posto in prima fila. O sei primo o sei nessuno. Tutto o niente. E il senso della vita se ne va E intanto tra noi ci aggiustiamo la vita, con amori e con medicine, mentre il tempo ci scappa via. Facci piangere per qualcuno che ci lascia e non tornerà. Dacci braccia per un amico che ci prova e non ce la fa. Se ogni tanto ci fermassimo a pensare, se ci fosse tempo per ricominciare, se vivessimo e lasciassimo campare, sarebbe tutti i giorni un po' Natale.

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SARO 'CASA PER NATALE (Rascal Flatts) Sarò a casa per Natale Potete contare su di me Si prega di avere la neve e vischio E i regali sotto l'albero La vigilia di Natale mi troverà Se i bagliori di luce d'amore Sarò a casa per Natale se solo nei miei sogni Sarò a casa, sarò a casa se solo nei miei sogni sarò a casa, sarò a casa se solo nei miei sogni Sto sognando questa sera di un luogo che amo Ancor più che faccio di solito e anche se so che è una lunga strada di ritorno ve lo prometto Sarò a casa per Natale Puoi contare su di me Si prega di avere la neve e vischio E regali sotto l'albero La vigilia di Natale mi troverà Se i bagliori di luce d'amore Sarò a casa per Natale se solo nei miei sogni Sarò a casa, sarò a casa se solo nei miei sogni

" MERRY CHRISTMAS " (Amedeo Minghi)

Ancora tornerà Natale ognuno lo vedrà. La stella che lo benedice su tutti brillerà per chi non ha mai voce e chi, non l'ascolterà.

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Chi segnerà la pace per tanta umanità è questo il giorno Se vuoi Che unisce Lenisce se vuoi. Ancora tornerà Natale spero ritroverà una speranza da sognare chiunque lo vorrà. Per chi si cerca al sole della serenità si accenderà una luce Che non si spegnerà E quando finirà Natale forse ci resterà un mondo che sarà migliore così si canterà: " Merry Christmas " Per tutti Buon Natale senza diversità. Dovunque sia Natale fermi le avversità " Merry Christmans " Per tutti Buon Natale senza diversità dovunque sia Natale fermi le avversità. Per chi non è Natale vita comunque avrà. Ritornerà Natale stella ti aspetterà ...." Merry Christmas"

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