60
Periodico trimestrale - Anno 2016 - N. 1/2016 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 dcb Venezia 30125 Venezia, S. Polo 135 - 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382 Realizzazione: Editgraf, Venezia - info@editgraf.com Canaletto, San Giacomo di Rialto, 1725-30, Gemäldegalerie, Dresden SEDE PRESIDENZA UFFICI VISITA IL NOSTRO SITO: www.misericordiavenezia.org e-mail: info@misericordiavenezia.org TROVERAI NOTIZIE AGGIORNATE Lun/Sab 9-12 Un aiuto agli anziani Lun/Ven 9-12 - 16-18 Giovedì 15-16.30 SQUADRA PRIMO SOCCORSO AMBULATORIO per visite di medicina di base e specialistiche gratuite su prenotazione telefonica 3460473974 041 5224745 041 2410347 Lun/Sab 9-12 Un sorriso per i bambini SEZ. «ARCOBALENO» 041 5224745 IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA Buon 2016

IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA · La Luce guardò in basso e vide le Tenebre: “Là voglio andare” disse la Luce La Pace guardò in basso e vide la Guerra: “Là

Embed Size (px)

Citation preview

Periodico trimestrale - Anno2016 -N. 1/2016 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma1dcbVenezia30125 Venezia, S. Polo 135 -� 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382

Realizzazione: Editgraf, Venezia - [email protected]

Canaletto, San Giacomo di Rialto,1725-30, Gemäldegalerie, Dresden

SSEEDDEE PPRREESSIIDDEENNZZAA UUFFFFIICCII VVIISSIITTAA IILL NNOOSSTTRROO SSIITTOO::wwwwww..mmiisseerriiccoorrddiiaavveenneezziiaa..oorrgg

ee--mmaaiill:: iinnffoo@mmiisseerriiccoorrddiiaavveenneezziiaa..oorrggTTRROOVVEERRAAII NNOOTTIIZZIIEE AAGGGGIIOORRNNAATTEE

LLuunn//SSaabb 99--1122

UUnn aaiiuuttoo aaggllii aannzziiaanniiLLuunn//VVeenn 99--1122 -- 1166--1188

GGiioovveeddìì 1155--1166..3300

SSQQUUAADDRRAA PPRRIIMMOO SSOOCCCCOORRSSOO

AAMMBBUULLAATTOORRIIOO ppeerr vviissiittee ddii mmeeddiicciinnaa ddii bbaassee eessppeecciiaalliissttiicchhee ggrraattuuiittee ssuu pprreennoottaazziioonnee tteelleeffoonniiccaa

33446600447733997744

004411 55222244774455004411 22441100334477

LLuunn//SSaabb 99--1122UUnn ssoorrrriissoo ppeerr ii bbaammbbiinniiSSEEZZ.. «AARRCCOOBBAALLEENNOO»

004411 55222244774455

IILL NNEEWWSS MMAAGGAAZZ II NNEE DDEELLLLAA MM IISSEERR IICCOORRDD IIAA DD II VVEENNEEZZ IIAA

Buon 2016

Ermenegildo Rosa Salva srl

Venezia

Calle Fiubera - San Marco 950tel. 041 5210544

Mercerie San Salvadortel. 041 5227934

Campo SS.Giovanni e PaoloTel. 041 5227949

MestreVia Cappuccina 19

Tel. 041 988400

Ci Trovate anche...

Bar San GiorgioIsola di San Giorgio Maggiore

Tel. 393 9599220

Caffetteria Palazzo FranchettiCampo Santo Stefano

Tel. 393 9599801

Palazzo Grassi CaféTel. 334 6887784

Dogana CaféTel. 366 6031861

www.rosasalva.it

la migliore tradizionedi pasticceria, cucina

e banqueting

sommario n. 1-2016

NEWS SODALIZIO- GIOVEDI’ 17 DICEMBRE 2015: S. MESSA NATALIZIA E SCAMBIO AUGURICON I VOLONTARI DELLE SEZIONI pag. 4

- SABATO 10 OTTOBRE 2015:festeggiato il “MISERICORDIA DAY” – Festa del Volontariato pag. 5

- MARTEDI’ 15 DICEMBRE 2015: Cerimonia di chiusura del 11° Corso di Primo Soccorso pag. 12- E’ NATALE IN U.O. DI PEDIATRIA CON I NOSTRI VOLONTARIVESTITI DA BABBO NATALE pag. 16

- PROGRAMMA ESUMAZIONI: CAMPO Q – FILA 10 pag. 20- Un’altra nostra iscritta ha raggiunto i CENTO ANNI: Maria BORTOLUZZI JANNICELLI pag. 26

NEWS SEZIONI INTERNE- Consuntivi 4° trimestre 2015 sezioni interne: “Filo d’Argento”, “Arcobaleno”, “Ambulatorio” e “SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO”. pag. 27

�����

IN QUESTO NUMERO:- “Poteva capitare ad ognuno di noi” di Giuseppe Mazzariol pag. 29- Musulmani moderati e fondamentalisti:un’unica grande famiglia di Maurizio Del Maschio pag. 30

- Invecchiamento ed evoluzione di Francesco Violante pag. 34- Donna: 3 M in una!!! di M. Chiara Klinger Mazzarino pag. 39- Nascondino di A. Debora Turchetto pag. 41- L’angolo del geriatra di Giancarlo Bottecchia pag. 42- Il giuramento! di Francesco Bergamo pag. 45- Andar per mostre e musei: di M.M. pag. 46- L’angolo dello spritz di Giampaolo Contemori pag. 47- Stop alla violenza sulle donne!!! di Giuseppe Mazzariol pag. 50- I dolci-amari rapporti famigliari di M.M. pag. 51- Ri-parliamone sottovoce di Luigi Ricci pag. 53- Misericordia e verità: “Il volto della Misericordia del Padre” di don Diego Sartorelli pag. 54- Ultime notizie dalla Giustizia di Giuseppe Mazzariol pag. 56- L’angolo della poesia: “Dedicato ai miei compaesani” di Maria Zanella pag. 57- Proverbi e detti veneziani a cura di G.M. pag. 58- Le ricette di Nonna Silvana di S. M. B. pag. 58

“Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace” Papa Francesco

Direttore Responsabile: GIUSEPPE MAZZARIOLCollaboratori e grafici di redazione: ROBERTA FALCIER, MARINA MUSACCO

Direzione e redazione: Venezia – S. Polo, 135 – Tel. e fax 041.5224745 e-mail: [email protected]: www.misericordiavenezia.org

Gli articoli firmati riflettono soltanto l’opinione degli autori.

4 IL MESSAGGIO N. 1 -2016

IL MISTERO DI NATALE

La Luce guardò in bassoe vide le Tenebre:“Là voglio andare”disse la Luce

La Pace guardò in bassoe vide la Guerra:“Là voglio andare”disse la Pace.

L’Amore guardò in bassoe vide l’Odio:“La voglio andare”disse L’Amore.

da tutto lo staff de “IL MESSAGGIO”

Così apparve la Lucee risplendette.Così apparve la Pacee offrì riposo.

Così apparve l’Amoree portò vita:questo è il mistero del Natale.

di Laurence Housman

GIOVEDI’ 17 DICEMBRE 2015:S. MESSA NATALIZIA E SCAMBIO AUGURICON I VOLONTARI DELLE SEZIONI. In occasione del Santo Natale 2015 il “Correttore della Misericordia diVenezia, Don Diego Sartorelli, ha riunito tutti i volontari delle sezioniinterne (Filo d’Argento, Arcobaleno,Ambulatorio e Squadra di PrimoSoccorso) per la celebrazione di una par-ticolare liturgia eucaristica in preparazio-ne dell’Avvento del Savatore.

Al termine è seguito, nella Sala Consiliaredell’Arciconfraternita, il tradizionale scambio degliauguri con prosecco e panettoni.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 5

NEWS sodalizio

SABATO 10 OTTOBRE 2015

MISERICORDIA DAYSabato 10 ottobre ha avuto luogo la Festa del Volontariato denominata “MISERI-CORDIA DAY”. Come da programma, la manifestazione è iniziata sin dal mattinocon l’apertura al pubblico dell’ambulatorio per la rilevazione gratuita dei parametrivitali, alla presenza di medici, infermieri e soccorritori, tutti volontari. Nel pomerig-gio sono seguite delle esercitazioni simulate in strada, alcune delle quali improvvisa-te anche con la partecipazione di comuni passanti. Alle 18 il “MISERICORDIADAY” si è conluso con una solenne liturgia eucaristica presieduta da Mons. DinoPistolato, Vicario Episcopale e Moderator Curiae, concelebrata dall’AssistenteSpirtuale della Misericordia Sac. Diego Sartorelli e dal Rettore di S. Giacometto DonAldo Marangoni, alla presenza di autorità civili e militari e del Vice PresidenteNazionale della Confederazione Misericordie d’Italia, nonché Governatore dellaMisericordia di Isola di Capo Rizzuto (Crotone) Dr. Leonardo Sacco.

La nostra squadra di Primo Soccorso col Presidente di Venezia e il Vice PresidenteNazionale

6 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

Il Presidente GiuseppeMazzariol e il VicePresidente dellaConfederazioneNazionale Misericordied’Italia, LeonardoSacco

Da sn. a ds.il RettoreDon Aldo Marangoni(di spalle), Mons. DinoPistolato e don DiegoSartorelli, Assistente

Spirituale dellaMisericordia, durantela solenne celebrazio-

ne liturgica.

Il Col. RaffaeleBarcone del Distretto“Cornoldi”dell’Esercito, ilComandante dellaPolizia Locale, Gen.Marco Agostini el’Assessore allePolitiche Sociali delComune, Dr. SimoneVenturini

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 7

NEWS sodalizio

Maria Terranova, sopra e Licia Bozzetto, sotto, volontarie “storiche” della sezione“Filo d’Argento” mentre ricevono orgogliose la targa per i vent’anni di attività.

8 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

Il Dott. Aldo Mazzucco, sopra e il Dott. Franco Osti sotto, premiati per i 10 anni diattività come medici volontari presso l’Ambulatorio

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 9

NEWS sodalizio

Giuseppe Annuzzo, volontario ormai da cinque anni nella squadra di Primo Soccorso.

Nicola Medda, Istruttore e Supervisore della Squadra di Primo Soccorso, premiatoper cinque anni di servizio.

10 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

VENERDI’11 DICEMBRE 2015: VISITA AL CARD. LORIS FRANCESCO CAPOVILLA NELLA SUA RESIDENZA DI MAITINO A “SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII” (BERGAMO)

di Giuseppe Mazzariol

Il 12 gennaio 2014 Papa Francesco aggregava il “segretario di un santo”, Mons. LorisFrancesca Capovilla, al Collegio Cardinalizio. Il 14 ottobre 2015 il card. Capovilla rag-giungeva la soglia di 100 anni! Il Consiglio della ”Misericordia” di Venezia decideva cheuna rappresentanza si recasse a “Sotto il Monte” per rendere omaggio al Confratello ono-rario Loris Francesco Capovilla. Dalla segreteria del cardinale venne fissata la data divenerdì 11 dicembre 2015. Pertanto, si sono recati in delegazione il presidente MazzariolGiuseppe, il Vice Presidente Contemori Giampaolo, il procuratore di chiesa ScalabrinLuigina e il rappresentante del Collegio dei revisori dei conti Vianello Marisa Zannovello.L’incontro si è svolto in un’atmosfera di commozione generale. Già nel giugno del 2014

Il Presidente Mazzariol, il Card. Loris F. Capovilla, la Procuratrice Luigina Scalabrin,il Vice Presidente Giampaolo Contemori e dietro la Revisora dei conti, MarisaVianello.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 11

titolo articolo di Nome Cognome autoreNEWS sodalizio

Mazzariol e Contemori si erano recati a “Sotto il Monte” per una visita al Prelato. Adistanza di circa un anno e mezzo il Card. Capovilla è apparso un po’ stanco e meno grin-toso. Egli, come è noto, dal 1988 vive in località Maitino, a “Sotto il Monte”, paese nataledi Papa Roncalli, ora San Giovanni XXIII, e in questo trentennio ha qui costituito il“Museo di Papa Roncalli”. Insieme a Lui vivono alcune suore e un fedele e solerte segre-tario, Ivan Bastoni, che da circa un decennio lo segue e lo aiuta a trasmetterci i suoi scrit-ti e le sue memorie da quando, giovane sacerdote in Venezia, nel 1953 venne scelto dal-l’allora Patriarca Roncalli come segretario, seguendolo poi sino al soglio pontificio.L’apparente stato di stanchezza che inizialmente aveva dimostrato venne trasformato unpo’ alla volta in un fiume di ricordi, di date, di avvenimenti che, seppur centenario, Eglirammenta e cita infervorandosi nella narrazione e assumendo addirittura un colorito piùvivace nel volto. La nostra visita è durata più di mezz’ora e, al commiato, il Card. Capovillaci abbracciò raccomandandoci di salutare Venezia e tutti i veneziani. Ci fece anche donodi un libro “Predicare il Vangelo ad ogni creatura” che raccoglie tutti i commenti evange-lici da lui esposti da 1945 al 1946, quando, settimanalmente, faceva sentire la sua parolatramite Radio Rai di Venezia; questa pubblicazione è stata curata dal suo segretario IvanBastoni. In numerosi di questi commenti evangelici “don Loris” tratta argomenti che, pura distanza di circa settanta anni, appaiono di attualità, evidenziando il nostro presente.

12 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

MARTEDI’ 15 DICEMBRE 2015

CERIMONIA DI CHIUSURA DELL’11° CORSO DI PRIMO SOCCORSO

Martedì 15 dicembre, presso la Sala Capitolare della ScuolaGrande di S. Teodoro, ha avuto luogo la CERIMONIA DELLACONSEGNA DEGLI ATTESTATI DI FREQUENZAALL’11° CORSO DI PRIMO SOCCORSO (BLS) a 54 parteci-panti e a 16 studenti del CORSO PEDIATRICO. Erano presen-ti il Dir. Gen. della Confederazione Nazionale delle Misericordied’Italia, Dr. Andrea Del Bianco, Mons. Dino Pistolato VicarioEpiscopale della Curia Patriarcale di Venezia, il ContrammiraglioDr. Marcello Bernard, il Comandante della Polizia Locale, Gen.

Dr. Marco Agostini, il Consigliere Comunale Dr. Maurizio Crovato, il Luogotenente deiCarabinieri Gianfranco Perricelli, il Col. Raffaele Barcone dell’Esercito, il Cap. LuanaPelagalli della Guardia di Finanza, l’Ing. Alessandra Bascià dei Vigili del Fuoco, il Dir. Gen.dell’ULSS 12 Veneziana Dr. Giuseppe Dal Ben e la Direttrice Medica dell’Ospedale Civiledi Venezia, Dr.ssa Lorena Sandonà.Abbiamo inoltre avuto l’onore di ospitare la Signora Luciana Milani Solesin, mamma dellaricercatrice veneziana così prematuramente e brutalmente assassinata al Teatro Bataclandi Parigi il 13 novembre scorso dai terroristi dell’ISIS a cui è stata consegnata una borsa distudio di mille euro in memoria della figlia Valeria per uno o più studenti del plesso scola-stico “S. Girolamo” di Venezia, dove il papà Alberto è Preside.Grande, l’emozione per tutti i presenti in sala alle parole accorate, ma coraggiose e sensi-bili della Sig.ra Solesin.Questa undicesima edizione del corso ha riportato un grande successo sia per il numerodegli iscritti che per la presenza dei giovani, provenienti quasi tutti da diversi istituti scola-stici cittadini. Dopo due mesi di lezioni, gli allievi sono stati sottoposti a dei tests finali scrit-ti, riportando lusinghieri risultati. Il Presidente della Misericordia di Venezia, Giuseppe Mazzariol, anche quest’anno haespresso la sua piena soddisfazione, soprattutto per la massiccia adesione di giovani cui eglirivolge sempre una particolare attenzione. Nel suo immancabile intervento egli ha fattouna riflessione, rifacendosi anche a quanto pronunciato dal Presidente degli Stati UnitiFranklin Delano Roosevelt nel 1941, poco prima dell’inizio dell’entrata in guerra degli StatiUniti e di cui è famoso è il discorso detto delle “Quattro Libertà”:“quattro le libertà: libertà di parola ed espressione, libertà per ciascuno di venerare Dio amodo suo in ogni parte del mondo, libertà dal bisogno e libertà dalla paura”.“Sì, infatti, aggiunge il Presidente Mazzariol, non dobbiamo avere paura, specie del terrore,in cui siamo sprofondati dopo il 13 novembre scorso. Alla morte dobbiamo rispondere conla vita, perché anche soltanto chi salva una vita, salva il mondo intero.”Al termine della suggestiva cerimonia è stato offerto a tutti i presenti (circa 150 persone) ungradito cocktail servito con raffinatezza dalla ditta Ermenegildo Rosa Salva srl di Venezia.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 13

NEWS sodalizio

Nella foto sopra: iltavolo con il Dir.Gen.Misericordie,Dr. Andrea Del Bianco,il Presidente Mazzariol,il Dr. L. Pietrosanti e ilDr. F. Osti.

Nella foto sopra: laMamma di ValeriaSolesin, Luciana

Milani, durante il suobreve e toccante

intervento.

Il PresidenteMazzariol, consegnaalla Sig.ra Solesin laborsa di studio inmemoria della figlia.

14 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

Nelle foto:le autorità presenti.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 15

NEWS sodalizio

L’I.P. Andrea DeGrandis, riceve l’atte-stato di partecipazionecome Istruttore dalDir.Gen. dell’ULSS 12,Giuseppe Dal Ben

Una ragazza delCorso Pediatrico rice-ve l’attestato di fre-

quenza dal Primariodi Pediatria, Dr.Maurizio Pitter

Un ragazzo del corsoBLS, riceve l’attestatodal Consigliere comu-nale, Maurizio Crovato

Ecco ora alcuni dei PREMIATI:

16 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

E’ RITORNATO BABBO NATALE IN PEDIATRIA dell’Ospedale civile di Venezia

Anche quest'anno le nostre volontarie della sezione Arcobaleno, coordinate da SerenaZane, hanno addobbato il reparto in occasione delle feste natalizie; giovedì 17 dicembrepoi è arrivato il nostro splendido Babbo Natale accompagnato dalle “aiutanti” del Serviziocivile inviateci dall'Osservatorio politiche sociali del Comune. Erano presenti anche ivolontari dell'associazione Insieme per Venezia che hanno portato regalini per i bambini.Siamo statti accolti con gioia ed entusiasmo dal primario dott. Maurizio Pitter, dalla caposala Paola Giurin e da tutto il personale. Si è creata così un'atmosfera allegra e simpaticadove i bambini hanno potuto incontrare Babbo Natale e ricevere pacchettini e dolcetti. Ipiù piccoli in un primo momento sembravano impauriti poi, in braccio alla mamma, si acco-stavano incuriositi ed affascinati mentre i più grandicelli, più smaliziati, andavano a con-trollare che...la barba fosse proprio vera! C'erano poi alcuni adolescenti che ovviamente sisentivano “grandi” ma, passato il primo momento, non hanno rinunciato al regalino esoprattutto... alla foto con Babbo Natale! Quello che forse ci ha colpito di più, anche per-ché è l'essenza della nostra presenza in Reparto, è aver visto un bambino con due grossilacrimoni che gli scendevano lungo le guance perché aveva appena fatto un prelievo delsangue; non vedeva l'ora di andarsene via ma, non appena ha saputo dell'arrivo di BabboNatale, è rimasto lì con noi ad aspettarlo dimenticando tutto il resto! Ecco ciò che pensia-mo debba essere l'ospedale: un luogo di cura ma del quale il bambino non dovrà avere unricordo traumatico perché seguito con professionalità ma anche circondato da amore, dol-cezza e, perché no, da un po' di allegria.

Daniela Grimaldi – Coordinatrice Sezioni Interne Volontari

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 17

IMPORTO QUOTA ASSOCIATIVAPER IL 2016 € 30,00

Il Consiglio dell’Arciconfraternita, nella riu-nione del 23 settembre 2015, ha deliberatoall’unanimità di aumentare la quota associa-tiva degli iscritti, a far luogo dal 01.01.2016,da € 25,00 a € 30,00 (trenta).Come potete constatare, l’aumento di € 5,00annui è davvero modesto, tenendo conto,peraltro, che l’importo di € 25,00 era fermodal 2011.Ad ogni buon conto, se ci fossero delle per-sone che hanno difficoltà di pagare questi € 5

annui in più, l’Arciconfraternita è pronta a venir loro incontro.

NEWS sodalizio

ASSISTENZA FISCALEA TARIFFE CONVENZIONATE

IL DOTT. ALBERTO BARADEL – Commercialista,Revisore Contabile e Curatore fallimentare

con studio a Venezia, Giudecca n. 187 – Tel. 349.1277065e-mail: [email protected]

è a disposizione per la compilazione e pre-sentazione, a tariffe convenzionate, delleDichiarazioni Fiscali 2015 (Modello 730 –Modello Unico) e per i conteggi e predispo-sizioni dei modelli di pagamento dei tributi

comunali (IMU – TASI). Nei mesi di aprile, maggio e giugno potrannoessere concordati appositi giorni di ricevimento presso la sededell’Arciconfraternita.

18 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

I MEDICI DELLA MISERICORDIA DI VENEZIAOFFRONO VISITE SPECIALISTICHE GRATUITEA PAZIENTI INDIGENTI O IN SERIE DIFFICOLTÀECONOMICHE ELIMINANDOTEMPI LUNGHISSIMI DI ATTESA.

E’ noto che la città di Venezia, pur essendo prevalentemente una città ricca per leattività turistiche e l’attività del terziario, presenta sacche di povertà che le istitu-zioni pubbliche e di volontariato stentano a controllare dal punto di vista sanitario.D’altra parte è elevato il numero di anziani con pensioni minime che non riesconoad accedere ai servizi sanitari specialistici per vari motivi, uno dei quali è principal-mente il tempo di attesa tra prenotazione ed esecuzione della visita. Pertanto, il grup-po di Medici Volontari dell’Ambulatorio di San Giacometto, costituito per lo più damedici specialisti o polispecialisti è disponibile ad offrire consulenze specialisticheper i casi di pazienti indigenti o in difficoltà economica.

L’aiuto offerto potrà, per il momento, essere dato per le seguenti specialità:

• Cardiologia• Diabetologia• Endocrinologia• Gastroenterologia• Geriatria• Ginecologia. • Malattie infettive• Medicina interna• Neurologia• Otorinolaringoiatria• Pediatria.• Reumatologia• Urologia

Il servizio di consulenza sarà organizzato come segue: le visite dovranno essere pre-notate telefonando alla segreteria della Misericordia e verranno eseguite nell’ambu-latorio sito a S. Giacometto concordando data ed ora. Casi di pazienti particolari,valutati caso per caso, potranno essere visitati nell’ambiente del paziente stesso.

NON È NECESSARIO PRESENTARE DICHIARAZIONE DEI REDDITI OALTRA DOCUMENTAZIONE COMPROVANTE CHE UNA PERSONA NONE’ RICCA !!! ORMAI “POVERI” SIAMO UN PO’ TUTTI !!!

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 19

NEWS sodalizio

AMMINISTRATORE DI SOSTEGNOL'Amministratore di sostegno è una figura istituita nel nostro Ordinamentoper tutelare le persone prive, in tutto o in parte, della loro autonomia.NATURA DELL'ISTITUTOLa capacità d'agire del beneficiario non viene meno, ma subisce solo una limitazione.L'amministratore può operare solo nei limiti del decreto di nomina del Giudice Tutelare, il quale hasempre la funzione di controllare l'operato dell'amministratore di sostegno.CHI NE PUO' BENEFICIARETutte le persone che per effetto di una menomazione psichica o fisica si trovino nelle condizioni dinon poter provvedere, temporaneamente o permanentemente, ai propri interessi e che non abbianoquindi, la piena autonomia nella gestione della loro vita quotidiana (anziani, disabili fisici o psichici,tossicodipendenti, alcolisti etc.)FUNZIONI DELL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNOL'amministratore di sostegno tutela il beneficiario con interventi permanenti o temporanei, coadiu-vandolo nella gestione del patrimonio e nella risoluzione di problemi concreti e quotidiani (venditaimmobili, pagamento e riscossione somme, gestione titoli etc.).CHI PUO' PRESENTARE IL RICORSO Per richiedere la nomina dell'amministratore di sostegno è necessario proporre ricorso al GiudiceTutelare presso il Tribunale nel quale ha la residenza del beneficiario.Possono presentare ricorso: beneficiario, figli, genitori, nipoti e comunque tutti i familiari entro il 4°grado; affini entro il 2°(cognati, suoceri, genero, nuora); Pubblico Ministero e Servizi SocialiCHI PUO’ SVOLGERE LA FUNZIONE DI AMMINISTRATORE DI SOSTEGNOIl Giudice Tutelare incarica per la funzione, laddove disponibili, uno dei familiari del beneficiario. Qualoraciò non sia possibile, avvocati, commercialisti o persone espressamente designate dal beneficiario.

AVVOCATO NICOLETTA BORTOLUZZIVenezia Fond.ta Ca' Rizzi Santa Croce 312/A tel. 041 2777904 fax 041 2411803Procedimenti per la nomina di amministratore di sostegno, diritti successori, diritti della persona.

Fioreria Popy

Cannaregio, 2665/A30121 Venezia

Tel. 041.72.07.00Fax 041 47.60.671

20 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

PROGRAMMA ESUMAZIONI SALME IN CAMPO “Q” – FILA 10

L’Arciconfraternita ha in programma di procedere alle esumazioni delle salme sepolte daoltre dieci anni nel CAMPO “Q” – FILA 10 - del cimitero di S. Michele in Isola ed i cuinominativi sono indicati nell’elenco qui sotto riportato. Si invitano i famigliari degli estin-ti a prendere contatto quanto prima con gli uffici del Sodalizio per sottoscrivere la doman-da di esumazione che dovrà essere presentata, a nostra cura, all’Ufficio ConcessioniCimiteriali della VERITAS S.p.A. di Venezia.

FOSSA12356789101112131415161718192021-2425262728293031323334353637383940414243

COGNOMEBERLATICIMBANAZZIFRAGOGNAPOLESEPAULINID'ESTECANELLADALLA PIETA'ROMANELLICARETTAGIACOMETTITORTORATREVISANCROVATOSANTIMENINLIBERADRUGHIERODA PRAT OSSARIO COMUNEDE POLZAMIGNANVIANELLOVEDOVATODE POLBERARDISCANOMARCHIO'GERARDUZZIALESSICARRAROSORATOBRIANESEPIZZEGHELLOBARUFFIBORGONITAGLIAPIETRAIVEMARINONI

NOMENelloMariaEmilioConcetaElviraRosinaDrusillaVittorioGiuseppeTeresaVincenzoVittorioIolandaGiorgioGiorgioAntonia

AgostinaInes

IolandaInesMarioIrmaElindaFeliceCeciliaGiuseppeGemmaAnnaMariaLuigiLuigiaErnestaPlutarcoAmaliaGianfrancoMariaFerdinando

DATA DI MORTE17/06/199612/07/196612/06/199610/06/199610/06/199603/06/199603/06/199622/05/199603/05/199602/05/199614/01/198024/04/199626/01/198023/04/199620/04/199616/04/1996

20/04/199220/04/1992

19/06/199616/02/199827/06/199627/06/199602/07/199607/07/199607/07/199610/07/199613/07/199627/07/199628/07/199604/08/199608/08/199623/08/199612/09/199627/09/199603/10/199612/10/199628/10/1996

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 21

CORSI BLS-DLa scrivente “MISERICORDIA” diVenezia organizza, presso la propria sede,in accordo con il Centro di Formazionedell’Azienda ULSS 12 Veneziana

CORSI DI RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE (BLS-D) per il personaleappartenente a varie categorie. Detti corsi hanno lo scopo di fornire le competenze ela capacità di portare soccorso efficace a persone colpite da arresto cardio-respirato-rio improvviso, contemplando l’uso del defibrillatore semiautomatico e scongiurandoquindi un sicuro decesso. L’invito è rivolto ad associazioni sportive, enti e istituti sco-lastici in quanto è importante la presenza di persone che abbiano questo brevetto,nella considerazione che spesso vi possono essere circostanze in cui chiunque, incon-sapevolmente può trovarsi seriamente coinvolto. I corsi, della durata di CINQUEORE, sono diretti dal Dr. Lodovico Pietrosanti, già Direttore del Servizio 118 SUEMdi Venezia. Il costo di partecipazione è di € 100,00= (cento/00) a persona. Verrà rila-sciato regolare certificato a norma di legge. Se siete interessati, si può contattare laMisericordia al seguente numero: 041.5224745, tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 12 – e-mail: [email protected]

NEWS sodalizio

22 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

CONSORELLE NUOVE ISCRITTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015)MANZINI Paola Antonia – VEGGIAN MULLER Valeria – BOGHI Laura – FIDO Luciana –MANFREDI Marina

CONFRATELLI NUOVI ISCRITTI(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015)ROSAN Valerio – TIOZZO Ernesto

NON SONO PIU’ CON NOI MA VIVONO NEL NOSTRO RICORDO(“Dona a loro, Signore, la pace della tua compagnia”)

CONFRATELLI DECEDUTI(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015)BUSETTO Gino

CONSORELLE DECEDUTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015)VIT Stella – TUGNOLO Bruna – GATTO Elda – VOLTAN Lucia – DEL TURCOMagda – PIZZOLOTTO Maria – MARCONI Maria – ROMANO Olga -

CONFRATELLI ISCRITTI IN MORTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015)-

OFFERTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015)

BORTOLI Clara – MARCHESINI Daniela – VEGGIAN MULLER Mattea in memoria di EmmaSCHIVARDI VEGGIAN – TAROZZI Bianca – BRUGNERA Michela – ZANETTI Annamaria– SORASO MASO Attilia – CAPPELLETTO Gianna – GELONIO Luigia – BROCCA Giselda eBALLARIN Alessandro – FANTIN Marina – PALAORO Miranda in memoria di ORMELLESEFranca – ABBO Germana – BONIFACIO Pier Antonio – BELLO Luana – sorelle ROMANIN –LAMON Aldo

SI PREGANO LE PERSONE ISCRITTE CHE HANNO CAMBIATO INDIRIZZO DI COMUNICARLO IN SEGRETERIA

DELLA MISERICORDIA (tel. 041.5224745)

Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia diqualcuno, non è vissuto invano.

Madre Teresa di Calcutta

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 23

NEWS sodalizio

FUNERALI A CURA DELLA MISERICORDIA

SOTTOSCRIZIONE DI UN CONTRATTO IN VITA PER I CONFRATELLI ISCRITTI.

L’Arciconfraternita si occupa, per tutti gli iscritti, previo contratto sot-toscritto negli uffici amministrativi della sede di Rialto, S. Polo N. 135,dei FUNERALI, una volta che viene a mancare un confratello. Daanni ormai, appoggiata ad un’impresa di pompe funebri cittadine, siprende cura dell’accompagnamento funebre, del funerale nella chiesa

parrocchiale o nella Cappella del cimitero di S. Michele, della cassa, dei fiori, delle epi-grafi, e a seconda della scelta se a terra o in manufatto, viene fatta poi la croce, la pie-tra tombale o le iscrizioni per chi ha già in concessione una nicchia, un ossario o un cine-rario. Possiamo inoltre assegnare uncinerario per chi desidera farsi cre-mare. Il contratto viene sottoscritto INVITA e l’importo non subirà modi-ficazioni fino a quando verrà a man-care il confratello o consorella. Perinformazioni invitiamo gli iscrittiinteressati, ma soprattutto tutti colo-ro che sono soli e che non desidera-no dare incombenze a parenti dopoil decesso, a contattare i nostri ufficidal lunedì al sabato dalle 9.00 alle12.00. Tale contratto vale anche pergli iscritti che abitano fuori città eche dovranno essere trasportati nelcamposanto di Venezia.

COMUNICATO PER GLI ISCRITTI IN CASO DI MORTERATORIO S. CRISTOFORO – CIMITERO

I PARENTI DEGLI ISCRITTI CHE DESIDERASSEROCELEBRARE IL FUNERALE NELL’ORATORIO DI SANCRISTOFORO IN CIMITERO, SONO PREGATI DI PREN-DERE CONTATTI CON GLI UFFICI DELL’ARCICONFRA-TERNITA APPENA AVVENUTO IL DECESSO DELLA PER-SONA ISCRITTA (MATTINO: DALLE 8.30 ALLE 12.30).

24 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sodalizio

OFFERTE ALL’ARCICONFRATERNITA

PER CHI VOLESSE SOSTENERE CON UN’OFFERTA LENOSTRE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO, RICOR-DIAMO I NOSTRI C/C BANCARI E POSTALE:

VENETO BANCA IBAN: IT16Q0503502001084570176956BANCO S. MARCO IBAN: IT09W0518802070000000039153BANCA PROSSIMA IBAN: IT08G033590160010000069033POSTE ITALIANE c/c 18513309 - IBAN: IT35 V 07601 02000 000018513309Intestando le offerte all’ARCICONFRATERNITA DI S. CRISTOFORO E DELLAMISERICORDIA DI VENEZIA – S. POLO, 135 – 30125 VENEZIA

L’IMPORTANZA DI UN TESTAMENTO O LASCITOA FAVORE DELLA MISERICORDIA

Fare testamento o predisporre un lascito è sempre un atto di grande responsabilitàed umanità. Non è incompatibile con la tutela degli eredi legittimi: ognuno di noipuò lasciare una cifra modesta, un locale, un magazzino, un alloggio che, “passandoa miglior vita” non verrebbe utilizzato da nessuno e andrebbe magari all’asta ! Perla Misericordia, potrebbe essere utile e determinante per la realizzazione di un pro-getto sociale (alloggi per persone non abbienti o senza fissa dimora, mense per dise-redati, ecc.). Lasciti e donazioni dunque, anche se modesti, possono contribuire aportare a termine dei progetti e far progredire le iniziative sociali in atto.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 25

NEWS sodalizio

ORATORIO S. CRISTOFORO – CIMITEROSI AVVISA

CHE LA S. MESSA DOMENICALEVIENE CELEBRATA ALLE ORE 11.15.

ACCOMPAGNAMENTO FUNEBREUN NOSTRO INCARICATO SARA’ SEMPRE PRESENTEA TUTTI I FUNERALI CHE SI SVOLGERANNONELLE CHIESE DI VENEZIA CON IL LABARODELL’ARCICONFRATERNITA. AVRA’ CURA INOLTREDI ACCOMPAGNARE I PARENTI AL CAMPO A TERRAO AL MANUFATTO DOVE VERRA’ SEPOLTOIL LORO CARO DEFUNTO.

26 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

UN’ALTRA CENTENARIATRA I NOSTRI ISCRITTI!!!

Maria BORTOLUZZI ved. JANNICELLI sabato 14 novem-bre 2015 è arrivata all’importante traguardo del SECOLO.

Ebbene, noi eravamo lì, a casa sua per renderle omaggio.

NEWS sodalizio

Mary Grasso e Lilly Pavoni della sez. “Filo d’Argento” mentre consegnano i fiori e lamedaglia d’oro della Misericordia alla Signora Maria Bortoluzzi Jannicelli.

RIFLESSIONE

“Non abbiamo bisogno di usare bombe o pistole per domi-nare il mondo: usiamo l’amore e la compassione.La pace comincia con un sorriso: sorridi cinque volte algiorno a quella persona cui non avresti alcuna voglia disorridere. Fallo per la pace. Irradiamo perciò la pace di Dio, irradiamo la sua luce: cosìestingueremo nel mondo e nel cuore di tutti gli uomini ogniodio e passione di potere”.

Madre Teresa di Calcutta.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 27

NEWS sezioni interne

Sezione “ARCOBALENO” Consuntivo 4° Trimestre 2015

A - DIVISIONE PEDIATRICA - OSPEDALE CIVILE DI VENEZIAAssistenza ai bambini in divisione pediatrica ore n. 180Assistenza per Emergenze ore n. -

B - CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE - GIUDECCAIntrattenimento con i bambini delle detenute ore n. 090

C - CASA FAMIGLIA AURORA Assistenza ai bambini ore n. 090

D - ISTITUTO PROV. S.M. DELLA PIETÀ Assistenza ai bambini in comunità ore n. 092

Sezione “FILO D’ARGENTO” Consuntivo 4° Trimestre 2015

A - PUNTO DI ASCOLTO presenze n. 2051. Richieste di informazioni, assistenza e compagnia n. 1702. Telefonate effettuate per comunicazioni e compagnia n. 392

B - SERVIZI EFFETTUATI1. Assistenza e compagnia a domicilio n. 1732. Spese a domicilio n. 0443. Accompagnamento a visite mediche n. 0204. Espletamento pratiche amministrative n. 040

C - ATTIVITÀ PRESSO STRUTTURE PUBBLICHE1. Ospedale Civile – vari reparti presenze n. 6612. Fatebenefratelli: R.S.A. presenze n. 1133. Fatebenefratelli: Hospice presenze n. 364. Case di Riposo presenze n. 400

AMBULATORIO Consuntivo 4° Trimestre 2015

Visite ambulatoriali generiche: n. 20Richiesta visite specialistiche: n. 6Richiesta esami radiologici: n. 4

SERVIZIO DI CONSULENZA PSICOLOGICA su appuntamentopresso l’AMBULATORIO, telefonando al mattino al 041.5224745.

28 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

NEWS sezioni interne

SQUADRA DI PRIMO SOCCORSOConsuntivo 4° Trimestre 2015

Presenze:

- 21.11.2015: Madonna della Salute.

- Tutti i sabati dalle h. 21.00 alle 01.00 SAP –Squadra a piedi - zona Rialto-S. Polo, Campo S.Bortolo e dintorni

- tutte le domeniche dalle ore 10 alle ore 18 SAP – Squadra a piedi – zonaRialto – S. Polo, Campo S. Bortolo e dintorni

“Chi salva una vita, salva il mondo intero” dal Talmud

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 29

“POTEVA CAPITAREAD OGNUNO DI NOI”(Emozioni, ansie ed angoscia di una madre di Venezia,

la cui figlia è insegnante alla Sorbona di Parigi)

di Giuseppe Mazzariol

“Poteva capitare ad ognuno di noi” è unodei titoli apparsi sulle colonne della crona-ca de “Il Gazzettino” , a firma della gior-nalista veneziana Giorgia Pradolin, inoccasione della drammatica sorte riservataa Valeria Solesin quel fatidico 13 novem-bre 2015. Purtroppo è proprio così: la sorte,a volte, è dietro l’angolo! Quando appresidai resoconti dei telegiornali le prime noti-zie sulla “strage degli innocenti” avvenutaa Parigi il 13 novembre, in cui, peraltro, siaccennava che tra i dispersi c’era ancheuna ragazza di Venezia che stava frequen-tando per il dottorato e la ricercal’Università della Sorbona, il mio pensierovolò subito alla figlia di una iscritta alnostro sodalizio, che conosco personal-mente e che vive a Parigi ed è insegnantepresso il suddetto Ateneo parigino. L’etàpressappoco è la stessa. Dopo la confermadel decesso di Valeria Solesin e gli avvenu-ti funerali di Stato con tutti gli onori dovu-ti, fino alla sepoltura nel cimitero di S.Michele in Isola, traghettata per il suo ulti-mo viaggio in una silente gondola sospintada quattro gondolieri, mi sono sentito diinterpellare la nostra iscritta, chiedendoledi concedermi un incontro per rivivere conlei i momenti di ansia, paura e angosciaprovati per la figlia che vive a Parigi, inquei giorni d’inferno, allorché il terrorismomise in ginocchio l’intera capitale dellaFrancia, causando peraltro la morte di piùdi 130 persone innocenti. La figlia dellanostra consorella iscritta da circa sette annivive a Parigi per studio e lavoro e lì vi era

giunta per conseguire il dottorato interna-zionale presso la Sorbona. Da qui i primicontratti per l’insegnamento della linguaitaliana presso l’Ateneo parigino e la ricer-ca, partecipando nel contempo a convegniinternazionali e pubblicando anche artico-li e libri. Una ragazza di 24-25 anni, stabili-tasi a Parigi per studio e lavoro, vennesubito a contatto con le difficoltà di chivive nelle periferie della capitale abitateper lo più da immigrati islamici provenien-ti dalle ex colonie francesi. Dopo qualcheanno ella maturò la scelta di lasciare partedel suo lavoro alla Sorbona per dedicarsi aragazzi figli di immigrati o giovani immi-grati che frequentavano le scuole superio-ri e dar loro, attraverso la cultura, la possi-bilità di riscattarsi dal loro stato di emargi-nazione. Questa giovane insegnante italia-na è “adorata” di suoi allievi che si apronoa lei, confidandosi ed esprimendo le loropaure e le loro sofferenze. C’è un denomi-natore comune tra lei e Valeria Solesin chea Parigi, oltre lo studio e la ricerca, avvici-navano ambedue diseredati e clochards.La mamma di questa giovane insegnante,

30 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

MUSULMANI MODERATI EFONDAMENTALISTI: UN’UNICAGRANDE FAMIGLIA di Maurizio Del Maschio

L'emigrazione dimassa oggi costitui-sce un grande pro-blema. Fintanto cheè praticata da per-sone affini permentalità, religione,cultura e abitudinidi vita o facilmenteadattabili (come èaccaduto negli StatiUniti) se opportu-namente controlla-

ta non suscita grandi problemi e preoccu-

pazione. In Europa la Gran Bretagna haassorbito ondate di migranti provenientidalle ex-colonie. Ma lo scenario è mutatorapidamente con l'arrivo di masse dimusulmani, dapprima in Francia poi nelresto dell'Europa. Improvvisamente ilnostro continente si è trovato a è con-frontarsi con una cultura rivale, religiosa enon laica, che non ha accettato il principiodi lealtà nazionale. Naturalmente ci sonomusulmani che hanno pienamente capitoe condiviso la civiltà europea, ma sonouna minoranza. Nel rispetto di principi diaccoglienza pronta, cieca e assoluta, sem-

intervistata in questi giorni, così descrive ilsuo stato d’animo di quel 13 novembre edei giorni successivi. “13 Novembre – sera:sullo schermo televisivo passano le scrittedegli attentati di Parigi e della mattanza alteatro Bataclan.Avevo sentito mia figlia tre ore prima ed eratranquilla.Mi prende la paura, mi manca il respiro.Ho l’incubo che mia figlia possa essereuscita con qualcuno dei tanti amici che si èfatta lì. La mia testa lavora con angoscia,come fossi impazzita.Prendo il telefono, ma il tremore alle miemani crea difficoltà nel digitare i numeri.Poi…come un miracolo, è lei che mi chia-ma: il respiro ritorna e inizia una lunganotte di colloquio con le sue e le mie paure,con il senso di quello che è successo e miaccorgo, ancora una volta, che il cordoneombelicale, tagliato al momento del parto,in realtà non viene mai reciso.All’alba, l’invito a riposare un po’ e…”cisentiremo più tardi”.

Ciò che più mi colpisce è che io non provoodio per chi ha commesso questa tragedia,sento solo pietà, una pietà amara, più civileche cristiana, perché i loro “cattivi maestri”hanno rubato loro tutta la giovinezza, laloro speranza di vita, li hanno ingannati innome di una falsa religione, di un falso dio,di un premio divino attraverso il martirio. Epoi penso al mondo occidentale, quellostesso mondo che bombarda i loro paesi epoi vende loro le armi per compiere le stra-gi come quella di Parigi. Purtroppo, anchel’Italia c’è in mezzo e per questo “affare”vigliacco di morte provo odio e orrore.Questa si è religione, ma quella peggiore,quella del dio denaro.Dal 13 novembre, comunque, finché non migiunge la telefonata serale” mamma, tuttobene, sono a casa”, non vivo più e capiscoanche dal tono di voce di mia figlia che lapaura è ancora in lei e…quanto fatica fac-cia a superarla, sia lei che i suoi amati allie-vi”.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 31

pre più l'Europa è costretta a subire unasorta di colonizzazione da parte di gruppiche considerano il nostro ambiente invaria misura alieno e rivendicano l'impo-sizione di regole di vita estranee allanostra cultura.Lo sforzo di integrare questi immigrati èstato ostacolato dall'adozione di una poli-tica di multiculturalismo che a tutti glieffetti favorisce la ghettizzazione dellecomunità islamiche. Il rispetto della cultu-ra altrui si è trasformata nel soffocamen-to della propria. Questa politica è statapromossa dalla sinistra nel sistema educa-tivo e nasce dalla cultura del risentimen-to. Con il multiculturalismo, fenomenovisto favorevolmente anche dalle chiese,la sinistra comprende pure l'abitudine diripudiare e ridicolizzare la nostra cultura.I multiculturalisti non sono convintamen-te filo-islamici (per la maggior parte nonhanno fatto alcun tentativo di conoscerel'islam e lo stile di vita dei suoi pratican-ti), ma sono anticristiani, anti-occidentalie non di rado pure antisemiti. Sono parti-colarmente attivi nel settore dell'istruzio-ne e tutti coloro che levano la propriavoce per difendere i nostri valori tradizio-nali sono accusati di razzismo. Il loroobiettivo finale non è il rispetto di tutte lecredenze, ma lo sfruttamento delle cre-denze non autoctone per sradicare il cri-stianesimo tradizionale. Ne è prova ilfatto che da secoli noi abbiamo una mino-ranza di cittadini di fede ebraica senzache mai, per questo, si sia pensato disoffocare le nostre tradizioni cristiane.L’immigrazione massiccia dai Paesi isla-mici si è da tempo ben installata inEuropa, ma non si è integrata nella cultu-ra europea, non ha adottato i nostri costu-mi, il nostro modo di vivere. Al contrario,si è tenuta saldamente aggrappata allapropria cultura di origine ed è cresciuta inquartieri in cui la cultura del Paese ospi-tante non è accettata. Essa ha riprodotto,

per quanto possibile, le abitudini, il mododi vivere e di pensare dei Paesi di origine,giungendo persino ad uccidere le propriefiglie che osano lasciarsi lusingare e con-taminare dalle “depravazioni”dell'Occidente. Basta vedere quantedonne, oggi, non solo si velano, ma indos-sano abiti che nascondono persino il voltoe quanti uomini indossano la galabiah, iltradizionale abito spesso munito di cap-puccio. Persino le condizioni igieniche deiquartieri a maggioranza musulmana nonsono conformi agli standard occidentali eassomigliano a suq orientali.Mentre all'opinione pubblica italiana èstata propinata l'iniziativa organizzata aMilano e Roma come la rispostadell'“islam moderato” al terrorismo isla-mico, è utile fare alcune considerazioni suquelle manifestazioni e sapere chi sono ileader musulmani in Italia. Tali iniziativenon hanno certo registrato una partecipa-zione imponente di immigrati, dato che ipochi musulmani presenti si confondeva-no in mezzo a molti Italiani “simpatizzan-ti” della causa araba. C'è chi ha giustifica-to la scarsa adesione islamica con il catti-vo tempo o con la paura di minacce dinon meglio identificati elementi “didestra”.Davide Piccardo, promotore della mani-festazione milanese, è lo stesso che inoccasione degli assalti di folle islamicheinferocite davanti alle sinagoghe di Parigidurante l'ultima reazione di Israele al lan-cio massiccio di missili da Gaza con ladistruzione dei tunnel sotterranei scavatiper nascondere le armi e agevolare l'infil-trazione in territorio israeliano, ha lancia-to l'hashtag “#Efinitalapacchia”, indiriz-zato agli ebrei residenti in Europa. La suamilitanza l'ha sottolineata in una foto incui compare con una t-shirt riportante lostesso hashtag sopra la bandiera palesti-nese. L'episodio fu portato alla ribalta daBruno Vespa a “Porta a Porta”. Piccardo

32 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

smentì quanto era stato detto e annunciòin quella trasmissione di aver querelato“il Giornale” che aveva riportato le sueparole. Mentì due volte, perché non soloquelle parole le pronunciò, ma il quoti-diano milanese non ricevette mai alcunaquerela.Uno dei promotori della manifestazioneromana è Izzedin Elzir presidentedell'Unione delle Comunità Islamiche inItalia (UCCOI), l'organizzazione islamicapiù importante nel nostro Paese allaquale aderisce circa il 95% delle moscheeitaliane. È nota la vicinanza dell'UCCOIai Fratelli Musulmani, dichiarati fuorileg-ge in Egitto come movimento terroristaresponsabile di vari episodi criminosi, dadecenni una vera spina nel fianco delPaese delle piramidi, che molti problemiha provocato e sta provocando ai suoiautoritari governanti. Nonostante ciò,Elzir viene regolarmente invitato a varieiniziative culturali e di dialogo interreli-gioso.Nel 2006 ebbe luogo una storica visita dirav Riccardo Di Segni, Rabbino Capodella Comunità Ebraica di Roma, alCentro Culturale Islamico e alla Grandemoschea di Roma. In quell'occasione, ilSegretario Generale del Centro, AbdallahRedouane, fu invitato dalla Comunitàebraica a ricambiare la visita, ma eglideclinò l'invito, forse temendo una fatwacontro di lui dall'Università-Moschea“Al-Ahzar” del Cairo. Lo stessoRedouane aveva tentato di censurare ildiscorso di saluto del Rabbino Capo diRoma, impedendogli di nominare laparola “Israele” persino nei passaggi incui il termine veniva usato per auspicarela pace in base alla formula “due popolidue Stati”. Sarebbe interessante sapere senelle due manifestazioni il “Not in myname” (Non in mio nome) comprendevaanche le vittime israeliane, dato che lalista degli accoltellati si allunga anche in

questi giorni senza che se ne dia notiziasui nostri mezzi di comunicazione. Lo slo-gan era tanto ambiguo da non esplicitarealcuna condanna nei confronti dei terrori-sti palestinesi. Per paura o per altro?Sotto sotto si cela una sottile menzognache chi non conosce l'islam e il suo sacrolibro, il Corano, non può capire. Le affer-mazioni che esaltano l'islam come religio-ne di pace rientrano in questa casistica.La taqiyah, che letteralmente significa“proteggersi da”, “autoconservarsi”, nellatradizione islamica è la possibilità dinascondere o addirittura rinnegare este-riormente la fede, di dissimulare l'adesio-ne a un gruppo religioso e persino di nonpraticare i riti obbligatori previsti dallareligione islamica per sfuggire a una per-secuzione o a un pericolo grave e immi-nente contro se stessi a causa della pro-pria fede islamica. Secondo tale dottrina,ai musulmani viene consentita la possibi-lità di infiltrarsi nel Dar al-Harb, la “casadella guerra” (l’insieme di tutti i Paesinon islamici del mondo), di insediarsinelle città e nei luoghi vitali dei nemici.Questi “agenti” agiscono per conto delleautorità musulmane e di conseguenzanon sono da considerarsi come apostati ocome nemici dei principi islamici. Essisono legittimi mujaheddin, combattenti ilcui compito è di fiaccare la resistenza delnemico e il suo livello di mobilitazione.Uno dei principali obiettivi è quello dicausare divisioni tra gli avversari mentrenel contempo dissimulano le responsabi-lità dell’islam. Quando si sentono espres-sioni del tipo “Io non sono religioso”,“Quello non è il vero islam”, “Sull'islamc’è tanta disinformazione”, “Quella èun’interpretazione sbagliata”, “l’islamsignifica pace, amore come si legge neltale versetto”, viene attuata la taqiyah.Questa pratica ha l'obiettivo di ingannarei miscredenti (cioè noi) convincendolidella bonarietà dell’islam attraverso l’eli-

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 33

minazione di dubbi e preoccupazioni sutale religione, incoraggiando nel contem-po il proselitismo. La taqiyah è alla basedella propaganda musulmana presenteoggi in Occidente, a partire dall’afferma-zione secondo cui l’islam promuoverebbel’uguaglianza dei diritti per le donne, finoai tentativi di enfatizzare il numero cre-scente di musulmani nel mondo. Tuttoquesto è giustificato dallo scopo di porta-re quante più persone è possibile all’i-slam. Se qualche musulmano afferma diessere disposto a farsi scudo umano perdifendere chiese e sinagoghe non fa altroche applicare la taqiyah. Simili menzogne,quando i musulmani costituiscono unaminoranza politicamente debole, sonoproferite in pubblico per presentare l’i-slam in una luce positiva e tollerante inmodo da risultare amichevole agli occhidei miscredenti occidentali, per far lorocredere che l’immagine dell’islam comereligione intollerante e violenta è soltantoun falso stereotipo creato dai razzisti opiù semplicemente da nemici che voglio-no diffamare la “Vera Fede”. Questasorta di santificazione della disonestà ègiustificata agli occhi di molti musulmanianche dalla diffusa convinzione che chi sioppone all’islam è un blasfemo mentito-re; pertanto è legittimo usare la sua stessaarma. Per la maggior parte dei musulma-ni è inconcepibile che si rifiuti l’islam,anche se viene fatto sulla base di ragiona-menti razionali. Di conseguenza, perma-nere nella miscredenza denota una man-canza di intelligenza o di moralità daparte degli infedeli.La taqiyah include pure la dissimulazioneda parte dei musulmani, dare ad intende-re di non essere religiosi in modo da noncreare sospetti. Sotto queste mentite spo-glie un musulmano, se necessario, puòanche mangiare carne di maiale, berealcolici e persino rinnegare verbalmentela fede islamica, basta che “non lo intenda

nel suo cuore”. Se il risultato ultimo diuna menzogna è percepito dai musulmanicome utile per l’islam o per portare qual-cuno alla “sottomissione” ad Allah, allorala menzogna può essere permessa attra-verso la taqiyah. Per un musulmano prati-cante è “buono” tutto ciò che aiuta la dif-fusione e l’auspicato trionfo dell’islamsulle altre ideologie o religioni. Pertanto,è “buono” tutto ciò che favorisce l’infil-trazione nei Paesi non-musulmani e nelleloro istituzioni. In questa chiave, qualcosadi “buono” può anche essere il falso sup-porto al Paese non islamico in cui si viveper mettersi in buona luce e quindi pervivere indisturbati, anche se, in realtà, sipersegue l’espansione della sharia, lalegge islamica. Un indice dello stadio diavanzamento di questo genere di attivitàpuò essere il numero e la posizione dimusulmani nelle forze armate americane,alcuni dei quali sono stati arrestati perchécercavano di trasmettere informazioni adal-Qaeda e ad altre organizzazioni terro-ristiche islamiche.La taqiyah trova il suo fondamento nelCorano: “I credenti non si alleino con imiscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi faciò contraddice la religione di Allah, ameno che temiate qualche male da parteloro. Allah vi mette in guardia nei suoi stes-si confronti. Il divenire è verso Allah”(Sura III, 28). Detto chiaramente, aimusulmani si sconsiglia di farsi amicidegli infedeli, a meno che ciò non possaessere utile per difendere se stessi e l’i-slam contro i nemici (o percepiti cometali), per prevenire perdite o per proteg-gersi dalle minacce per la loro fede. In sin-tesi, il fine giustifica i mezzi. Ecco perchéle prese di distanza nei confronti dei ter-roristi islamici, proclamate anche al fune-rale di Valeria Solesin, non convincono.Se c'è una distinzione fra musulmanimoderati e fondamentalisti, questa risiedesulla modalità di espansione dell'islam. I

34 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

primi sono pazienti, persuasivi e lusinghe-voli. I secondi sono sbrigativi, violenti ezelanti. Ma l'obiettivo è sempre il medesi-mo: l'islamizzazione globale.Tutto ciò che ho fin qui espresso vienecensurato e condannato da coloro che oradesiderano controllare il linguaggio dellapolitica e della comunicazione. Io non hoalcun rispetto per la correttezza politica e

sono interessato solo a diffondere e difen-dere ciò che è vero e provato, fintanto chemi è ancora possibile farlo. Gli Europeisono più omogenei di quanto si voglia farcredere. Nonostante i tentativi di scardi-nare i loro valori tradizionali, essi sonoancora in grado di riaffermarli, di costrin-gere i politici da essi eletti a dare voce alleproprie istanze.

INVECCHIAMENTOED EVOLUZIONE di Francesco Violante *

Tutto cambia...e quando tutto cambia,cambia tutto.- Aforisma Zen-

Quando ogni giorno ci guardiamo allospecchio difficilmente ci troviamo diversidal giorno precedente, certo possiamoriscontrare magari una certa stanchezzaintorno agli occhi ( le famigerate "borse")o magari qualche ruga più pronunciata maper lo più diamo un'occhiata e via......Tutt'altra cosa è vederci in fotografia adistanza di anni: ecco che cogliamo il cam-biamento, i capelli, gli occhi, il portamentonon lasciano dubbi sulla trasformazionedel corpo in altre parole .... l'invecchia-mento.Parlare dell'invecchiamento dovrebbeessere semplice perché come tutti sappia-mo ogni sistema vivente tende a decresce-re nelle sue funzionalità ed a "finire" neltempo, la legge della natura non lasciascampo, siamo tutti esseri finiti.Eppure chi più chi meno tutti cerchiamo diopporci ad un processo che può essere, sec'è ne fosse ulteriore bisogno, dimostratodalla seconda legge della termodinamicaquella legge che appunto porta al concettodi entropia.

L’entropia(dal greco eu=dentro etropè=cambiamento) afferma che ognisistema isolato, tale da da non poter scam-biare o ricevere sufficiente energia conl’ambiente, tende a modificare un determi-nato ordine in un progressivo disordinecioè ad aumentare la sua entropia.L’essere umano con tutta la sua comples-sità, con tutti i suoi diversificati tessuti,organi ed apparati non sfugge a questoprincipio che ci accomuna alle macchinetermiche. Piano piano con l’avanzare del-l’età l’organismo si modifica, i tessuti per-dono la loro elasticità fino alla sclerosi ofibrosi, tutte le prestazioni complessedecrescono progressivamente. Dal puntodi vista neurologico i più importanti segnidell’invecchiamento sono rappresentatidalla riduzione di funzionalità dei varisensi a cominciare dal disturbo dell’acco-modazione nella vista da vicino (presbio-pia), la riduzione dell’udito (presbioacu-

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 35

sia), della sensibilità nelle sue varie formema anche le capacità motorie, la riduzionedei riflessi e la coordinazione, la caratteri-stica andatura più lenta e la tendenza diincurvarsi con la conseguente instabilità ele possibili cadute.Ma questi effetti non devono spaventareperché sono estremamente variabili perogni individuo così come sono moltodiversificati gli effetti dell’invecchiamentosulle prestazioni mentali. A fronte della riduzione delle cellule ner-vose (neuroni) che inizia a partire dai 30anni con perdita della massa cerebrale finoal 10% del peso iniziale le condizionicognitive di un soggetto anziano sono lepiù varie; accanto a soggetti con deficit dimemoria o di altre funzioni cognitiveabbiamo persone che mantengono le loroabilità mentali fino ad età molto avanzate.Le teorie di alcuni neuro scienziati sull’in-vecchiamento in generale ( per esempio ilgenetista Boncinelli di Milano) parlano diprocesso ineluttabile scandito dalle leggi dinatura: ogni essere vivente e quindi anchel’uomo ha le sue massime potenzialità pertutta la sua fase riproduttiva in cui tutti isistemi cellulari, ormonali e tissutali gioca-no a suo favore poi cessata la funzione pri-maria ( riproduttiva e di autoconservazio-ne) lentamente la natura “ci abbandona”quasi fossimo non più importanti, eccoallora che si sviluppano più facilmenteerrori di trascrizione cellulare, si riduconole capacità fisiche e cognitive, aumentanoin genere tutte le malattie degenerative.Se questa è la teoria in generale ci dobbia-mo chiedere quali sono le ipotesi in gradodi spiegare i meccanismi dell’invecchia-mento. Per spiegare la continua trasforma-zione e modificazione del nostro corpodobbiamo partire dal livello più basso,dalla cellula. Secondo la teoria della senescenza cellula-re le divisioni cellulari non sono infiniteperché vi è una progressiva perdita ed

accorciamento delle parti terminali di ognicromosoma (telomeri) che ad ogni replica-zione cellulare diventano sempre più corti.Sempre in ambito cellulare molta impor-tanza è data ai radicali liberi, il progressivoaccumulo di queste sostanze ( SO2, H2O2,O2 ecc.) faciliterebbe il processo di invec-chiamento delle cellule. Quindi lo stressossidativo a catena comporta un cattivofunzionamento della catena respiratoriamitocondriale con successiva sofferenzacellulare.Anche la teoria neuro endocrina è invoca-ta da molti scienziati; secondo tale teorial’invecchiamento è il risultato del cambia-mento endocrino o meglio neuro-endocri-no che regola la riproduzione, la crescita ela sopravvivenza durante la vita biologicadell’individuo attraverso un sofisticatosistema adattativo. In altre parole la dura-ta della vita sarebbe regolata da segnalinervosi ed endocrini. Una componenteimportante di tale teoria è l’asse ipotala-mo-ipofisi-surrene. Qui si può iniziare a parlare di come lericerche sull’invecchiamento vengono con-dotte. Fin dall’inizio si è pensato che era megliostudiare organismi viventi più semplici: ineffetti lo studio si sta sempre più concen-trando su piccoli vermi dai nomi difficili(nematodi come il CaenorabdhitisElegans) o sui moscerini come laDrosophila Megalogaster piuttosto che iclassici roditori o cavie del passato. Adesempio si è scoperto che anche questiquesti esseri viventi molto semplici hannouna via neuro-endocrina primordiale checomunque controlla lo stato metaboli-co/riproduttivo.C’è anche un altro sistema che viene invo-cato per spiegare il processo dell’invec-chiamento e questo è il sistema immunita-rio; se parte di esso non funziona corretta-mente l’invecchiamento può essere corre-lato a processi immunitari sbagliati.

36 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

L’immunosenescenza senza dubbio com-porta una ridotta resistenza alle malattie,una ridotta capacità di auto riconoscimen-to cellulare ed in genere una ridotta prote-zione ai tumori. Ed infine la teoria della regolazione genicadella senescenza: anche se è ormai assoda-to dalla letteratura che il genoma umanova incontro a modificazione di espressivitànel corso dell’invecchiamento sembra dif-ficile da capire che la selezione naturalepromuova la senescenza piuttosto che lalongevità. A questo proposito parlando delle ricer-che che si stanno portando avanti c’è dariferire che ultimamente la modulazionechimica (mediante sostanze farmacologi-che) dei geni dell’invecchiamento, anchese di difficile attuazione, ha fatto notevoliprogressi. Gli studi vengono eseguiti sem-pre su organismi semplici (nematodi, dro-sofile in primis). Si è visto ad esempio chel’eliminazione di un gene del DNA(AGE1) provoca un allungamento dellavita nei vermi fino al 65%. Per fare un altroesempio nel 1999 sono stati scoperti tuttauna serie di geni per le sirtuine (tra cui Sirt1) la cui attivazione prolunga la duratadella vita negli invertebrati. Ma le segnalazioni di geni responsabili del-l’aumento o della riduzione dei processi diinvecchiamento continuano e sono nume-rosissime negli ultimi tempi. A parere di molti studiosi, su cui concordo,si è però molto lontani nell’individuareancora la ”chiave” genetica della lon-gevità, si suppone che almeno 400 genisiano implicati nella regolazione delladurata della vita. Come tante caratteristi-che peculiari di ogni singolo individuoanche l’invecchiamento dal punto di vistagenetico è un carattere multifattoriale. Mala componente genetica non è certo l’uni-ca.Così quando visito un/una paziente preoc-cupata, per esempio, di un calo di memoria

anche perché un parente stretto ha presen-tato una demenza o un decadimentocognitivo importante ricordo sempre chela predisposizione genetica è solo uno deifattori del decadimento cognitivo. Comeben sappiamo ci sono altri fattori che pos-sono interagire con il fattore genetico adesempio l’ambiente, l’istruzione ed il lavo-ro, l’alimentazione ma anche l’attività fisi-ca e mentale in conclusione una vita attivae stimolante. Riprendiamo il discorso dell’invecchia-mento dell’uomo partendo dalle nostreorigini e quindi affrontando il tema dell’e-voluzione dell’uomo. Ormai ci sono evi-denze così corpose e abbondanti dal puntodi vista antropologico che discendiamodalle scimmie (in particolare dagli scim-panzé) che non credo ci siano molte perso-ne dubbiose su questo argomento.Basterebbe andare in un qualsiasi museonaturalistico importante e vedere le analo-gie tra ossa del cranio dello scimpanzé e diun antico progenitore (es. Homo Abilis oanche i rari esemplari di H.Australopiteco) per renderci delle somi-glianze. Ovviamente è la somiglianza bio-logica che ci deve convincere: riscontri delDNA uguale per oltre il 99% tra le duespecie ormai rendono chiaro un processoevolutivo lungo, complesso e tortuoso maattualmente ben definito agli antropologi.Ma perché interessarci delle scimmieantropomorfe? Sembra molto importanteverificare le differenze tra loro e noi esseriumani per quanto riguarda la spettanza divita. Ebbene la vita di uno scimpanzè sem-bra essere di circa 13-14 anni che possonoessere raddoppiati ma che difficilmentesuperano i 40-50 anni mentre gli esseriumani sappiamo benissimo che sonomolto longevi (le ultime statistiche parlanodi spettanza media di vita per gli uomini di79 anni e per le donne tra gli 84-86 anni).Perché questa differenza? Caleb E. Finch,professore di neurobiologia dell’invecchia-

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 37

mento all’Università di Los Angeles edaltri colleghi hanno studiato il problema.Considerato che il rapporto tra scimmieantropomorfe ed esseri umani moderninon può essere preso in considerazioneper l’enorme divario culturale, di igiene ealimentazione e di innovazioni tecnologi-che (es. chimiche come i farmaci ecc.) chetendono ad allungare la vita, i ricercatorihanno rapportato le scimmie antropomor-fe allo stato libero con alcune ormai rarepopolazioni indigene che non hanno odhanno pochi rapporti con le popolazionimoderne e quindi ridottissime conoscenzee uso di farmaci moderni. Ebbene tra gliscimpanzé le cause di morte, a parte le per-centuali alte nel periodo perinatale edinfantile comune anche alle popolazioniindigene, sono le infezioni ed i traumi conle loro complicanze a provocare la mag-gior parte dei decessi. D’altra parte gliscimpanzé presentano rispetto agli umaniuna bassa percentuale di neoplasie, malat-tie cardiache e di malattie degenerativerispetto alla popolazione umana. Può esse-re proprio quell’1-2 % genetico differenteresponsabile della diversità dell’invecchia-mento? È qui che si fa importante l’in-treccio tra evoluzione e genetica. Poiché sappiamo che la modificazionegenetica è frutto dell’adattamento evoluti-vo è giusto ricercare nel passato le originidella nostra longevità. Anche se ci sonopoche certezze e solo molte ipotesi e laverità non è ancora dietro l’angolo moltistudi sono stati fatti per capire come maiviviamo così a lungo. Personalmente sono stato colpito da unateoria antropologica recente che però habisogno di ulteriori conferme. Partiamoquindi a parlare dei primi ominidi datatitra i 5-6 milioni di anni fa e cioè degliAustropitechi: esseri un po’ scimmia un po’uomo che vivevano sugli alberi, eranobipedi solo in parte ed avevano una ali-mentazione solo di vegetali. Certo come

anche scriveva Darwin doveva essere unavita ben difficile quella degli esseri primor-diali…..Tra 3,4 e 2,5 milioni di anni fa i nostri ante-nati hanno iniziato ad introdurre nelladieta la carne dapprima strappata dallecarcasse degli animali successivamenteorganizzandosi con l’uso della cacciaanche di gruppo. Ovviamente digerire pro-teine animali per il nostro organismo èstata realmente una rivoluzione: averemolto energia a disposizione voleva diresopravvivere maggiormente, essere piùautonomi e meno dipendenti dall’introita-re continuo di vegetali, ma anche comespiegherò può essere stato un fattore cheha portato ad un aumento del cervello.D’altra parte la dieta carnivora portavaanche gravi inconvenienti come l’aumentodi diversi tipi di infezioni. I batteri patoge-ni proliferavano nella carne delle carcassedegli animali trovati o abbattuti, neancheessere passati ad una alimentazione cottacol fuoco (comportamento iniziato solo unmilione di anni fa) ha migliorato di moltole condizioni igieniche. Per poter esserepiù resistenti alle infezioni ci voleva unadattamento genetico; una importantemodificazione evolutiva è stata la compar-sa del gene per l’apolipoproteina E(APOE E). Questo gene si occupa delmetabolismo e del trasporto dei lipidi ed èimportante soprattutto, ma non solo, per ilfunzionamento del sistema immunitario.Vi sono varie varianti umane del gene cheè stato dimostrato avere molte caratteristi-che simili a quello dello scimpanzé ma nonè uguale; nell’uomo è presente in 3 varian-ti principali che sono maggiormente inte-ressate nel processo di difesa immunitariadi fronte ad infezioni batteriche gastrointe-stinali ed altre. L’assorbimento miglioredei grassi (lipidi) ha avuto un effettonuovo sull’uomo: ha aumentato lo svilup-po del cervello facendolo passare dalpunto di vista quantitativo da circa 400-600

38 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

gr. degli ominidi (Austropitecini in testa )agli attuali 1kg e 300gr. Per non parlaredell’aspetto qualitativo (in questo caso ilnetwork sinaptico o connettoma come siusa definire) ma questo è già un altrodiscorso. Con questa modificazione geneti-ca l’uomo ha potuto affrontare le malattieinfettive con maggior capacità di sopravvi-venza aumentando in questo modo l’etàmedia della vita. Già alcuni reperti paleoli-tici e le mummie egiziane sembrano indi-care che gli esseri umani vivevano etàsuperiori ai 50-60 anni(ovviamente in bassapercentuale). Ma talvolta ognimodificazione geneti-ca comporta a lungoandare degli inconve-nienti. Se la citatavariazione del geno-ma umano ha aumentato la possibilità disuperare l’età neonatale e infantile l’au-mento del colesterolo assorbito e circolan-te e quindi accumulato in certi distretti puòavere nel tempo portato allo sviluppo dimalattie degenerative ed invalidanti comel’aterosclerosi, l’Alzheimer, le malattiecoronariche e gli accidenti cerebro-vasco-lari. Questa particolarità genetica di darevantaggio alle età più giovani e svantaggioin età avanzata viene denominata pleiotro-pia antagonista e mi ha molto colpito per-ché sembra rappresentare un sostanzialelimite all’idea di un uomo ultracentenario.Certo un numero di fattori di rischio sonostati scoperti come ad esempio ipertensio-ne, diabete, aumento del colesterolo maanche sovrappeso, fumo, alcool per nomi-nare i più noti. Questi fattori di rischio pos-sono essere ridotti sicuramente con unostile di vita adeguato (dieta, attività fisica e

mentale ecc.) oltre alle terapie della medi-cina moderna.Ma permane sempre la fragilità del siste-ma-corpo che come abbiamo detto tende adegradare nelle sue prestazioni cellulari,tissutali ed organiche. Che fare di fronte aquesta realtà che prima o poi toccherà atutti? Bisogna ribadire che senilità non èsinonimo di demenza e che invecchiarenon è una malattia ma se ci pensiamo beneè una fortuna. In modo appropriato M.T.Cicerone nel De Senectute afferma “cia-

scuna parte della vitaha un suo propriocarattere, sì che ladebolezza dei fanciul-li, la baldanza dei gio-vani, la serietà dell’etàvirile e la maturitàdella vecchiezza por-tano un loro frutto

naturale che va colto a suo tempo”. E quindi accontentiamoci dei grandi passiche ha fatto la scienza per l’uomo, di quel-li che farà in futuro (basta pensare allenuove scoperte sulla produzione di nuovineuroni anche in età avanzata ed allaimminente terapia di “vaccini” specificicontro l’Alzheimer, di vivere in un’epocain cui molti fattori scoperti hanno contri-buito ad allungare la vita (nell’ultimo seco-lo vi è stato un aumento di circa 10 annisulla spettanza di vita media) ma soprat-tutto accettare la nostra finitezza, la nostrafinestra temporale che ci è concessa viven-do al meglio e con piena consapevolezza ilpresente. Hic et nunc, qui ed ora, come dicevano gliantichi.“Un uomo non è vecchio finchè i rimpian-ti non sostituiscono i sogni”- J. Barrymore

*neurologo

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 39

DONNA: 3 M IN UNA!!! di Maria Chiara Klinger Mazzarino

Per anni le donne sono state etichettate:prima di tutto la MAMMA, ma quella conla emme maiuscola!!! La mamma che tuttocomprendeva e capiva, la mamma chestava a casa, che aiutava nei compiti, chepreparava la merenda, che cuciva i vestiti-ni per i bambini, che consolava quando sicadeva e ci si faceva male, che cucinava-come-nessuna-al-mondo, che stirava lecamicie del figlio che viveva fuori casa, chesi ricordava dei compleanni di tutti i paren-ti, che andava a trovare i vecchi nonni e liaiutava o magari se li prendeva addiritturain casa. Questa era la mamma. Oggi lamamma è un po’ diversa. Spesso lavora,viaggia cerca disperatamente una colf euna baby sitter che la aiutino perché nonha più il tempo per essere una “mammavecchio stampo”.Poi c’è la MOGLIE. La moglie una voltastava a casa ad aspettare il marito, cucina-va per lui, teneva in ordine la casa, stirava,lavava e … ascoltava il marito quando tor-nava a casa dal lavoro. La moglie era l’an-gelo del focolare, era la donna capace diessere invisibile, ma sempre presente esempre pronta ad aiutare il marito, adaspettarlo senza lamentarsi, ad educare ibambini in modo che non disturbassero ilpapà. Anche qui la situazione oggi è un po’diversa: le mogli di oggi sono spesso‘seconde mogli’, lavorano in ruoli diresponsabilità, spesso fanno tardi al lavoro,partecipano soprattutto alla vita professio-nale del coniuge, lo accompagnano allecene di lavoro, agli incontri importanti,sono in grado di sostenere conversazionisu temi di attualità e politica, insommasvolgono il ruolo di Partner a 360° e nonsolo di moglie.E ancora, c’è la MANAGER. Un tempo le

donnepotevano ambire al massimo alla posizio-ne di segretaria o caporeparto. Non eranoconsiderate per niente se non come pureesecutrici, con cervello poco pesante. Oggile donne ce l’hanno quasi fatta (retribuzio-ni a parte, sono, infatti ancora meno paga-te degli uomini senza giustificato motivo)perché occupano anche posti nei consiglid’amministrazione, sono a capo diAziende, svolgono lavori una volta consi-derati di esclusivo dominio maschile, pilo-tano aerei, guidano i camion, fanno i chi-rurghi, gli avvocati, gli architetti, i politici!E sono pure brave!!!Proprio nel momento in cui nel mondosono riapparse tensioni non immaginabilifino a pochi giorni prima e in cui l’econo-mia cerca di uscire dalla sua lunga crisi, ilpotere sta per conoscere una mutazionemolto importante e anch’essa inattesa:arrivano le donne. Anzi, in gran parte sonogià arrivate, ma dal 2016 in avanti potreb-bero avere in mano i destini del mondo.Già oggi il banchiere più importante delpianeta, il capo della Federal Reserveamericana, è una signora, Janet Yellen.Sulla sua nomina non ci sono stati dubbi: èstata indicata al primo colpo. Non è statainsomma una seconda scelta, ma unaprima.

40 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

In Germania, un’altra signora, AngelaMerkel, ha già fatto tre mandati da cancel-liere e probabilmente ne farà un quarto.Durante le giornate più calde dell’arrivodei migranti, ha sbloccato la situazioneaccogliendo nel suo paese migliaia di pro-fughi. Povera gente che percorreva tutta larotta balcanica spesso con la fotografiadella signora Merkel sul petto. Poi le cosesi sono un po’ complicate a causa dell’e-norme afflusso di immigrati, ma la Merkelha avuto il pregio di rompere il ghiaccio edi avviare una politica dell’accoglienzaadeguata ai tempi e non razzista.E poi c’è il grande punto interrogativodelle elezioni presidenziali americane. Almomento la candidata che sembra avere lemaggiori possibilità di riuscita sembraessere la democratica Hillary Clinton, exsegretario del dipartimento di Stato emoglie dell’ex presidente Bill Clinton.Se dovesse essere eletta lei, avremmo nellostesso periodo di tempo le tre posizioni piùimportanti del mondo nelle mani di tresignore. E, va detto e gridato forte, senzanessuna quota rosa, ma solo e esclusiva-mente per meriti e capacità politica.E’ il segno che qualcosa sta cambiando? Sì,e anche molto in fretta. Accanto ai nomiappena fatti, si possono citare molti altricasi in cui si vedono donne in prima linea.Uno dei più clamorosi è quello di MaryBarra, presidente dal 2014 della GeneralMotors, cioè di una delle più grandi azien-de del mondo. E non ci sono trucchi: non èparente, non è figlia di, è solo una signorache si è fatta strada lavorando e mostran-do di avere qualità speciali. Puro merito. E’appena poi il caso di ricordare che unadelle concorrenti per la Casa Bianca, masul lato dei repubblicani, è Carly Fiorina,per sei anni amministratore delegato dellaHewlett-Packard, anche qui per meriti.Non per quote rosa o parentele.Negli Stati Uniti, cioè, sta accadendo che lesignore combattono per il primo posto: la

Casa Bianca.Accanto a questi nomi eccellenti, che peròsono una spia interessante dei cambiamen-ti in corso nel mondo, mi piace citare anchele anonime ragazze del battaglione tuttofemminile dei Peshmerga (un centinaio)che armi in pugno combattono control’Isis.Credo che sia un caso unico nel mondo.C’è un solo precedente nella storia: quellodel battaglione “Fabrizia degli Esposti”durante la resistenza italiana. Fabrizia erastata uccisa in modo veramente barbarodai nazisti, e le sue amiche hanno volutocostituire un’unità combattente, dandole ilsuo nome. Finita la guerra, il battaglione siè sciolto e tutte sono tornate a fare ilmestiere di prima.Questi che ho appena elencato sono tuttisegnali che il mondo sta cambiando davve-ro. Non più solo e soltanto angeli del foco-lare, ma protagoniste importanti di unmutamento che non può più fare a menodelle donne.In questo gioca certamente il diversoatteggiamento culturale, ma gioca soprat-tutto un’evoluzione dell’economia e dellasocietà, che ormai ha bisogno delle donneper andare avanti. Anzi forse sono la chia-ve dei futuri successi.Quindi viva le donne … ma dov’è finita ladonna? Una volta la donna era coccolata,protetta, amata e rispettata. Oggi la donnaè spesso oggetto di stalking, di violenza daparte dell’ uomo, di mobbing da parte delleaziende. Oggi le donne sono consideratespesso ‘con gli attributi’ e quindi in gradodi cavarsela da sole. Beh, non è semprecosì vero, perché dentro ad ogni donna,anche la più potente ed agguerrita, sinasconde “la donna”, colei che è fragile,che sa piangere, che ha bisogno di amore ecomprensione, che ha paura e vuole essererassicurata, che ha fame e vuole esserenutrita, che ha freddo e vuole essere scal-data. Peccato che questa donna sia costret-

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 41

ta a nascondersi agli occhi del mondo per-ché perderebbe la credibilità così dura-mente conquistata negli anni… si nascon-de, ma esiste!Noi Donne di oggi possiamo essere gioio-samente onnipotenti, fare le mamme, lemanager ed essere delle seducenti mogli.Non siamo dei robot, ma siamo semplice-mente molto organizzate e capaci di nonfarci prendere dal panico. Nella nostra rou-tine quotidiana cerchiamo sempre queltocco di fantasia che ci fa vivere meglio epiù soddisfatte di noi stesse. Siamo quelleDonne che dopo aver dato attenzioni atutti, all'una di notte ci vedi davanti alnostro pc portatile e riguardare la relazio-ne che il giorno dopo dobbiamo presenta-re al meeting, orgogliose, anche se un po'stanche, ma, contente di esserlo perché cisentiamo fortunate.In tutto questo ci rimane, giustamente,

anche del tempo per gestire il rapporto dicoppia, ma è fondamentale che l'uomo chesta al nostro fianco sia all'altezza dellasituazione. Un Donna “con le tre M” sa epuò dare tutto, ma anche niente. Questodipende dal nostro Lui. Non deve parago-narsi a noi, ma deve sentirsi sempre all'al-tezza e orgoglioso di avere una Donnaautoritaria, saggia, schematica, imponente,desiderata, “stronza” ma, anche dolce,amante e amica. Le sue parole, i suoi gestici possono manipolare, sedurre e la com-plicità non deve mai venir meno.Dunque, se abbiamo la fortuna di avere lasalute, la vita da favola la dobbiamo crearenoi, dalle piccole cose di ogni giorno, dedi-candoci a ciò che è bello, che ci piace e chepossiamo condividere con chi amiamo.Non è una perdita di tempo, ma bensì èquel valore aggiunto che rende la nostravita più interessante.

NASCONDINO di Antonella Debora Turchetto

Si sta bene nelle vecchie grandi case, doveabiti da molto tempo e magari ci hai vissu-to da piccola.Le case veneziane poi, quelle veramentevecchie con gli spifferi da bora che oltre-passano totalmente gli infissi d’epoca,hanno un valore aggiunto speciale. Sonoadattissime per giocare a nascondino.Posso citare, a supporto della mia affer-mazione, la casa della mia Zia Ida, conlungo corridoio e via di fuga sul terrazzinocomunicante con la cucina, con soffitte esottoscala. Anche la casa della nonnaMemi non era male, con scalini, passaggi esempre il magico giro di porte interno,fatte di anticamere polivalenti che per-mettevano anche lunghi inseguimenti.Permettevano è una parola grossa, impro-pria, dato che non era permesso correre escalmanarsi in casa (neanche fuori se è per

quello) e quindifacevamo tutto dinascosto.Ora ho una nipotinadi tre anni che mi hafatto scoprire, nean-che fosse un agenteimmobiliare, inaspet-tate possibilità per lavecchia casa. Sono inorgoglita da questoplus valore, che le belle nuove calde casemoderne certamente non hanno.Ci divertiamo moltissimo perché davveroci si può sbizzarrire : ci sono ben due possi-bilità di tour tra stanze comunicanti (vuoimettere col semplice rincorrersi intornoalla tavola?). Ben dodici porte dietro cuinascondersi e in più paraventi , alti schie-nali di divani, armadi e trumeau. Il paradi-so del nascondino. Il mio scricciolo biondo

42 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

si sa nascondere benissimo e la ricerca èdivertente per entrambe .I bambini si accorgono se l’adulto giocadavvero o “per finta” ed il piacere condi-viso ha il gusto del miele, per dirla allaBeatles (..A taste of honey. Tasting much

sweeter then wine. ). Certo che mi fa unpo’ strano che adesso anche la mia genera-zione di fan dei Beatles stia nonnificando-si!!! Vorrà dire che avremo delle bellecanzoni da condividere giocando con inostri nipotini, un altro plus – valore…

BREVE STORIADELL’OSPEDALETTO. Quarta puntata.Ciò sarebbe dovuto avvenire (e cioè l’ap-plicazione del nuovo organigrammadell’Istituto che poneva i medici alledirette dipendenze del DirettoreAmministrativo) nel formale ed ipocritarispetto della persona del direttore sanita-rio in carica (il sottoscritto), all’atto delsuo pensionamento previsto, in proroga-tio, per l’anno successivo. Ma l’azione diprogressivo indebolimento delle struttureorganizzative sanitarie, caratterizzantil’Istituto che allora era ancora al centrodell’assistenza geriatrica in città, iniziòimmediatamente con l’abbattimentodegli apparecchi radiologici e la trasfor-mazione dei relativi locali in sede per l’as-sociazione dei familiari dei ricoverati, tra-sferita da altra sede. Immediatamentedopo vennero distrutti anche il laborato-rio di analisi cliniche e l’adiacente gabi-netto stomatologico dotato di appositapoltrona attrezzata per le cure dentisti-che.Pochi giorni dopo venne anche eliminatol’ambulatorio oculistico, che ospitavaaltre specialità (otorinolaringoiatria, gine-cologia, cardiologia ecc.). E’ quindi com-prensibile che, visto come si stavano met-tendo le cose, dopo 40 anni di lavoroimpostato in un certo modo nell’interessedei ricoverati, mi sentissi limitato nelle

possibilità di interven-to, ma ancor di più, nonin sintonia conl’Amministrazione cheaveva voluto indicareun diverso orientamen-to nella programmazio-ne e nell’erogazione dell’assistenzanell’Istituto.Decisi allora di presentare le dimissioniche vennero, ovviamente, accettate.Erano così state poste le basi per lo sman-tellamento del complesso abitativo chedoveva realizzarsi attraverso il trasferi-mento in tempi diversi degli ospiti ricove-rati in parte a Mestre (Istituto Contarini,di nuova costruzione in località Gazzera),in parte della Giudecca (alle Zitelle, dovesi trovavano gli uffici amministratividell’IRE, trasferiti altrove), ed a S.Lorenzo (struttura di proprietà comuna-le). Attualmente nell’ex Ospedaletto è inattività solamente un reparto funzionantecon circa ottanta posti letto, in attesa ditrasferimento a S. Giobbe (Istituto dellePenitenti), che dovrebbe avvenire abreve, seppure con notevole ritardo suitempi preannunciati. Infatti, nel sito delComune di Venezia, in data 28 maggio2013, si legge: “Piano Byrne per il com-plesso dell’Ospedaletto di SS. Giovanni ePaolo. Il complesso dell’Ospedaletto diSS. Giovanni e Paolo a Venezia, di pro-prietà dell’IRE, sarà nei prossimi anni

L’ANGOLO DEL GERIATRA di Giancarlo Bottecchia

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 43

oggetto di un importante intervento direcupero che porterà alla valorizzazionedei lotti gotici ed alla realizzazione di unvero e proprio nuovo “quartiere”, attra-verso cui si raggiungeranno direttamentele Fondamente Nuove, con 100 alloggidestinati al social housing, spazi e attrez-zature culturali, superfici destinate adattività commerciali e quasi 5000 m² diaree verdi aperte al pubblico. Il progettourbanistico, affidato all’Ente al notoarchitetto portoghese Gonzalo Byrne, èpresentato oggi all’assessore comunaleall’urbanistica e dalla Presidentedell’IRE, con una conferenza stampa aCa’ Farsetti. L’interesse in questo pianoda parte del Comune è duplice perché dauna parte prevede la restituzione alla cittàdi una zona attualmente sottoutilizzata,creando nuove relazioni urbane, dall’altroperché realizzerà 14.000 m² di residenze acanone calmierato, in parte restaurandoedifici esistenti ed in parte costruendonedi nuovi.L’IRE, il Comune e lo IUAV hanno ana-lizzato il problema nel suo complesso e daquesta analisi iniziata nel 2009 è emersal’idea del collegamento con leFondamente Nuove, idea divenuta fulcrodel progetto Byrne.L’obiettivo secondo l’IRE era quello didare un contributo per contrastare l’eso-do del ceto medio dalla città storica, que-sto dopo aver preliminarmente provvedu-to a realizzare strutture di accoglienzaalternative per gli ospiti dell’exOspedaletto (Gazzera, Zitelle, e S.Lorenzo aperte fra il 2006 e il 2008) aper-te e integrate con la città. Proprio in pre-visione che l’ultima di queste strutture, lePenitenti di S. Giobbe, verrà inauguratanel prossimo ottobre 2013, liberando l’in-tero complesso, l’essere giunti nel frat-tempo alla definizione del piano di recu-pero risulta di enorme importanza,soprattutto per la ricerca di possibili inve-

stitori. Complessivamente l’interventodovrebbe costare quaranta milioni diEuro.”Da allora sono trascorsi due anni e mezzoe la situazione è cambiata solamente per-ché il 25 settembre 2015 è stata inaugura-ta la rinnovata struttura delle Penitenti eS. Giobbe.Si è trattato però di una inaugurazionemeramente formale perché la strutturanon è ancora agibile, per cui lo sfrattodegli ultimi ospiti della Casa di riposo SS.Giovanni e Paolo è stato nuovamente rin-viato. Inoltre, e lo si è appreso da un arti-colo apparso sul Gazzettino pochi giorniorsono (15.XI.15), la situazione contabiledell’IRE sta precipitando nel baratro acausa della gestione della Residenza Cadi Dio, appendice della Casa di RiposoSS. Giovanni e Paolo per vecchi autosuffi-cienti. Anche in questo caso la crisi è ini-ziata nel 2013 a causa dell’eccessivo costodi gestione che si è fatalmente riversatosulle rette divenute insostenibili per moltiricoverati (pare si trattasse di circa 2000Euro mensili). Invece di limare le rette,magari usufruendo del reddito derivantedall’immenso patrimonio immobiliaredell’Ente, dovuto a lasciti a favore deivecchi, l’Amministrazione di allora hapreferito assistere all’esodo degli ospiti,bloccando anche gli eventuali nuoviingressi, ed ha richiesto al Comune ditogliere lo standard pubblico dell’edificioallo scopo di utilizzare il complesso abita-tivo come struttura ricettiva (albergo,residence), il che è stato concesso nell’a-prile dell’anno in corso. Ciò ha portato adun progressivo depauperamento dellepresenze, dovuto anche al blocco dellerichieste di ricovero. Da quanto si appren-de da succitato articolo, la gestione attua-le crea un disavanzo di ottocentomilaeuro l’anno circa perché le presenze gior-naliere si sono ridotte, dalle novanta ini-ziali, a sei persone per le quali lavorano

44 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

una ventina di dipendenti, oltre al perso-nale di pulizia.La soluzione del problema, individuatanella momentanea chiusura totaledell’Istituto, è stata rinviata perché gliospiti dovrebbero essere trasferiti allePenitenti quando queste saranno operati-ve. Il che non si sa quando potrà avvenireperché (sempre secondo il succitato arti-colo): “le cucine ai piani devono ancoraessere acquistate”. E’ evidente che si trat-ta di un incastro di situazioni che rendonoprecaria la certezza di una sistemazionedignitosa e definitiva ( è noto quanto inci-da negativamente sull’equilibrio psico-fisico del vecchio la insicurezza della sta-bilità della dimora che crea e consolida leabitudini) per un gran numero di vecchi.Tornando al progetto urbanistico per latrasformazione della Casa di Riposo SS.Giovanni e Paolo in quartiere abitativo,mi permetto di avanzare alcune criticheche vanno al di là della constatazione chela città ha perduto un’attività geriatrica dialto livello situata al centro del tessutourbano e adiacente all’Ospedale Civilecon il quale si configurava una “cittadelladella salute”. Una prima critica va al con-cetto secondo il quale:” si ha la restituzio-ne alla città di una zona attualmente sot-toutilizzata, creando nuove relazioniurbane.”. La realtà è che da quando è ini-ziata la realizzazione del progetto, il cen-tro storico ha perduto 500 abitanti(l’Istituto contava seicentotrenta postiletto, sempre occupati da persone compu-tate come residenti) ed è venuto a man-care alla zona il flusso di duecentocin-quanta lavoratori provenienti dalle varieperiferie della città i quali, unitamente alvia vai dei parenti dei 630 ospiti, sostene-vano l’economia dei piccoli negozianti. Il

progredire del progetto ha chiaramentedato un notevole contributo allo spopola-mento di Venezia (altro che contrastoall’esodo!) ed alla crisi del piccolo com-mercio locale.Inoltre il decentramento dell’assistenzaha provocato un aumento dei costi digestione (è evidente che 4 portinerie, 4centrali termiche, 4 cucine, 4 centralinitelefonici ecc. vedano lievitare i costi,quasi quadruplicandoli) con ricadutasulle rette di degenza già per sé sostanzio-se.Altra critica è per l’enfasi con cui parladell’ “idea” (definita “fulcro” del proget-to) del collegamento con le FondamenteNuove, collegamento che, come si è vistonella storia, esisteva già nell’ 800. Nonsolo, ma anche negli ultimi anni della miapresenza in Istituto, il collegamento eraoperante e veniva usato per il rifornimen-to delle merci trasportate con mezzi nau-tici. Per quanto riguarda la costruzionedel quartiere con 100 appartamenti (tra-scurando il fatto, noto secondo il qualeviene quantificato in varie centinaia ilnumeri di appartamenti di proprietà pub-blica e cioè del Comune, dell’Ire,dell’Ater e di altre piccole IPAB che sonoliberi ma agibili ed andrebbero restaura-ti) e comprendente anche spazi sociali ecommerciali è da attendere che venganoreperiti i finanziamenti, mentre per i 5000m² di spazio verde, attualmente esistenti ebisognosi di manutenzione, è da sperare, enon vorrei atteggiarmi a Cassandra, chenon diventino come l’ex Umberto I° ol’ex Ospedale al Mare, terra di conquistaper sbandati. Il degrado, che già si osservain città, non ha bisogno di altri incentivi.L’Ospedaletto, comunque, è morto. E nonper cause naturali.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 45

IL GIURAMENTO! di Francesco Bergamo

«Lo giuro!». 32 allievi e 32 allieve delCorso Helios del Morosini di Venezia,allievi del 1° Corso, alle ore 11,56 di saba-to 19 dicembre hanno pronunciato il giu-ramento all'unisono davanti al Tricoloresuggellando con la Patria la loro devozio-ne assoluta. Viso concentrato, atteggia-mento solenne, potenza vocale alle stelle,mani strette sull'armi davanti a sé: ognu-no ha dato il massimo nel gridarlo. Neltono della voce era racchiusa tutta l'es-senza dell'impegno iniziato 139 giorniprima entrando al Morsini con la consa-pevolezza che il percorso intrapresosarebbe stato per il bene della Patria.Qualche giorno fa erano state consegnatele divise nuove con le stellette sul baveroe il tanto atteso spadino, simbolo diappartenenza alla Scuola Navale. Poi ilgiuramento.Gli allievi del Corso Helios hanno il lorovessillo rosso con la divinità simboleg-giante l’astro solare che attraversa il mareed il cielo illuminando e scaldando tuttociò che incontra. Questo è quello che iPivoli (pivelli nel gergo cameratesco delMorosini, nel senso buono del termine)hanno scelto. La Marina ora garantiràtutto l'impegno possibile con gli strumen-ti a disposizione, uomini, mezzi ed espe-rienza tramandata affinché la generazio-ne del Corso Helios possa essere unmodello di professionalità, efficienza eonestà per le generazioni future. Il gravo-so compito che spetta ora agli allievi èquello di prepararsi bene per tenere alti ivalori e gli ideali della Patria. Ideali chesempre più si difendono con la prepara-

zione a tutto tondo e avendo sempre laconsapevolezza che essere ufficiali non èsolo uno status, ma soprattutto un dovereverso i cittadini italiani, compresi quelliche non condividono i valori delle FFAAma che a loro insaputa beneficiano deiservizi resi. Spesso chi critica il mondomilitare non conosce il lavoro silenzioso eanonimo che viene svolto anche in ambi-to civile. Due esempi, tra l'altro duemorosiniani: il Comandante dellaGuardia Costiera Cilona (CorsoFomalhaut) e il Comandante dellaMarina Borgh (Corso Naumacos). Ilprimo con il suo elicottero è arrivato tem-pestivamente sulla Costa Concordia coor-dinando i soccorsi e portando in salvomolte persone; il secondo ha volato nelfumo denso, che impediva l'adeguata visi-bilità di manovra, che si sprigionava dallaNorman Atlantic salvando l'equipaggio.I due comandanti hanno mantenuto ilgiuramento che fecero da ragazzi alMorosini facendo bene il loro lavoroanche in ambito di pace ma in condizionidi rischio elevatissime. Questi sono glieffetti del giuramento alla Patria pronun-ciato al Morosini!

46 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

ANDAR PER MOSTRE E MUSEI di M.M.

ALLA GUGGENHEIM“Apriamo le porteall’arte asiatica” . Conqueste parole PhilipRylands, Direttoredella PeggyGuggenheim, hainaugurato la mostra“V.S. Gaitonde.

Pittura come processo, pittura comevita”. In una Venezia che è sempre stataporta tra Occidente e Oriente viene cele-brato un pittore modernista dell’India:Vasudeo Santu Gaitonde, nato a Nagpurnel 1924 e morto a Nuova Delhi nel 2001.Seguace del buddismo zen, esperto difilosofia e di poesia vernacolare indiana,amante del cinema internazionale e del-l’arte occidentale, è colorista e crea dipin-ti ispirati al cosmopolitismo internazio-nale, come ha spiegato la curatrice dellamostra Sandhini Poddat (MuseoSolomon R. Guggenheim di New York).Verso la fine degli anni ’50 si avvicinaall’arte non figurativa e non oggettiva.Un film, proiettato al Teatrino di PalazzoGrassi, ha celebrato vita e arte diGaitonde. Regista Sunil Kaldate, presen-te in sala. Si tratta di una delle pochetestimonianze visive: “una meditazionepoetica sulla vita interiore dell’artista, ilsuo processo creativo e la sua quotidia-nità. E’ Zen messo in pratica” ha spiega-to la curatrice. L’artista si lascia seguiredalla camera, si mostra in privato nel suostudio, un luogo piuttosto trasandato,indossa una vestaglia scura, fuma e nonguarda mai la cinepresa.Le opere esposte alla Guggenheim, oltrequaranta dei più bei dipinti, oli su tela edisegni, sono di grande impatto.L’esposizione era già stata allestita al

Museo Solomon R. Guggenheim di NewYork, dall’ottobre 2014 al febbraio 2015.A corredo della mostra è stato pubblica-to un elegante catalogo, prima pubblica-zione sulla vita e la carriera di Gaitonde.Una serie di attività didattiche per adultie bambini lo farà conoscere e capire nellasua grandezza.In un’intervista rilasciata da Gaitondeprima di morire, l’artista, tra l’altro, spie-ga:” Dipingere richiede uno sforzo conti-nuo, ci si deve porre domande, si deveavere una mente pensante. Gli artistihanno bisogno di mantenersi in contattocon altre professioni, la musica, il teatro, ilibri. Un dipinto esiste sempre dentro dite, ancor prima di iniziare a dipingerlo.Non potrei mai smettere di dipingere, maanche se smettessi, continuerei a parlar-ne. Pittura e Gaitonde sono sinonimi”. (riproduzione riservata)

ESPACE LOUIS VUITTON.L’ANTICO E IL PRESENTE

D I A L O G A N ONELL’ARTE. Vestiti che parlanoall’Espace LouisVuitton “A Tale ofcostumes”. Sontuosetoilettes, suggestivol ’ a l l e s t i m e n t o :l’Andrienne delDiciottesimo secolo,

sapientemente restaurato (quaranta gior-ni circa di intenso lavoro) da PieroMontelli; la rielaborazione artistica crea-ta dagli studenti del Centro Sperimentaledi Cinematografia di Roma, realizzatacon la supervisione del costumistaMaurizio Millenotti; l’abito lavorato amaglia di Movana Chen formato da lun-

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 47

ghissimi fili di carta ricavata dai cataloghiVuitton, ma anche da tanti altri libri invarie lingue, e che diventa opera d’arted’oggi. Il tradizionale dialogo tra antico econtemporaneo che si svolge all’Espace,è giunto alla sesta edizione. “Ogni epocaha una sua idea di corpo- ha spiegatoMontelli- l’abbigliamento è un concettofilosofico del modellare il corpo delladonna”. “Palazzo Mocenigo è fiero di aver coltol’opportunità offerta da Louis Vuittonche ha saputo seguire il fil rouge tra lamoda di ieri e di oggi”, ha sottolineatoChiara Squarcina della FondazioneMusei Civici. Tutto è iniziato da unavisita degli studenti del Centro a PalazzoMocenigo che ospita la magnifica colle-zione di abiti autentici ai tempi della

Serenissima. Lo studio si è soffermato suun abito della seconda metà delSettecento con la forma cosiddettaall’Andrienne, donato da una famiglianobile a Palazzo Mocenigo. Due i model-li scelti durate il laboratorio: uno da gransera e un abito da sposa, ma valido ancheper occasioni importanti come il “red car-pet”. Per il contemporaneo è il“Travelling dress” di Movana Chen, arti-sta originaria di Hong Kong, che realizzaabiti/performance/ sculture di carta, liindossa e osserva la reazione della gentequando vede questi strani vestiti tuttiscritti. Un elegante catalogo dello StudioGraphique Louis Vuitton Paris, accompa-gna la mostra che rimarrà aperta fino al31 marzo 2016. (riproduzione riservata)

L’ANGOLO DELLO SPRITZ di Giampaolo Contemori

Spritz del 26novembreNicola Finco ,capogruppo leghi-sta nel ConsiglioRegionale delVeneto era inPiazza San Marcoil giorno dei fune-

rali della povera Solesin.Nella San Marco ecumenica, il politicoFinco non si è alzato in piedi a pregare conl’Imam , ma è rimasto seduto esprimendo,a suo dire, un silenzioso dissenso.Tanto silenzioso non mi sembra, dato che ilGazzettino , con il suo giornalista ,AlviseFontanella , è andato subito ad intervistar-lo ed il suo “ silenzioso dissenso “ riempiemezza pagina del Nostro ( Gazzettino .PRIMO PIANO pag 8 Giovedì 26 novem-bre 2015).

Il Politico inizia affermando che la Sua èstata una posizione personale e che non èla linea politica della Lega. A questo punto il giornalista doveva inter-rompere l’intervista. Ai lettori interessa la linea della Lega, nonil pensiero personale di Finco. Questi puòesprimere le sue idee in una lettera nellarubrica delle opinioni , in calce mettere lasua firma e chi lo vuol leggere lo legge .Affari suoi:Invece qui il Finco può pontificare definen-dosi cristiano cattolico ( lo sono anch’io) elegato a questi valori ( quali?) Da questo momento parte in una serie di “inesattezze”.Eccone alcune :“ ..in quella Piazza ho sentito pronunciarepiù volte il nome di Hallà e non quella delmio Dio. “ ( forse non si è accorto che haparlato anche il nostro Patriarca)

48 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

“,..in quella Piazza…….non ho visto unacroce, un simbolo della religione che hapartorito la nostra civiltà .. “ ( Finco!! Nonhai visto la Basilica di San Marco : la suapianta è a CROCE Greca, nelle Sue arcate,che erano davanti a te, mentre stavi male-ducatamente seduto, sono glorificatiCristo e gli Apostoli, il Miracolo di Cana,l’Epifania, gli Evangelisti, le Virtù e leBeatitudini, Cristo con i Profeti. Forse, persimboli della nostra religione, intendi quat-tro Templari in alta uniforme, tunica biancacon croce rosso sangue attorno al feretro?“ ,, in quella Piazza pochissimi si sono fattiil segno della Croce, quasi se ne vergognas-sero…”( era una cerimonia laica , Finco!)Finco!! Cattolico e osservante!! Non dove-vi neanche sederti davanti a quellaMeraviglia di Basilica , sepolcro del nostroEvangelista, simbolo di tutti noi cattolici,dovevi rimanere in piedi, in rispettososilenzio altro che “silenzioso dissenso”Anzi: Nicola Finco, capogruppo della LegaNord nel Consiglio Regionale del Veneto,era meglio se stavi a casa!!Ti saresti risparmiato, oltre ad altre cinque-centodieci parole di retorica politichese,l’ultima frase, con cui concludi la Tua inter-vista.“ Qual è la laicità dello Stato che si vuole esi insegna?”Finco! Sai cosa significhi la parola LAICO?

Spritz del 2 dicembreHo incontrato il dottor C.E’ proprio mal ridotto. La pancetta gli si èvieppiù arrotondata, una tossetta stizzosalo scuote ogni tanto, la memoria gli fa brut-ti scherzi, insomma, è come al solito.Adesso si è messo in testa di aiutare lanipote che si è iscritta al ginnasio. Primaversione di greco a casa. Il suo greco risalea più di mezzo secolo fa, ma il greco anticonon è cambiato! Come risultato della suaconsulenza la nipote ha preso tre. Abbandonato il greco, ha rispolverato un

vecchio libro di sto-ria della filosofiadell’Abbagnano: stastudiando Platone .per fortuna la filoso-fia si fa in primaliceo, quindi hatempo di ripassare.Ecco! Il tempo:Come impiegare iltempo da pensiona-ti? Il Nostro hariscoperto l’arte ,soprattutto la pittu-ra: La pittura lorilassa, lo conforta: icolori, le tele, le immagini, il pathos, gliargomenti. In un quadro si perde, dimenti-ca se stesso, ci vive dentro.Eppoi che fortuna vivere in Italia, ove l’ar-te fa parte del nostro respiro, musei , chie-se, palazzi, castelli, e come ne teniamo diconto !Preso da questo sacro furore, mentre sor-seggiamo il nostro spritz, mi racconta che,nel primo pomeriggio , è andato all’AteneoVeneto.Conferenza su Bernardo Strozzi, pittoredel 600 veneziano detto il Prete Genovese.Conferenza splendida, relatrice preparata,un po’ scarse le diapo per la cattiva illumi-nazione della sala, ma il Nostro si godeva ariconoscere gli influssi del Caravaggio sulchiaroscuro degli sfondi e i giochi di luceclassici del Veronese sulle vesti dei perso-naggi, e le nature morte! La cura dei detta-gli era eccezionale. Che grande artistaancora poco conosciuto, lo Strozzi, ma è unItaliano , ha lavorato qui, a Venezia.Guardando bene il dottor C vedeva che ,accanto alle diapo , in caratteri piccoli, maleggibili, si scorgeva il titolo dell’opera esoprattutto dove poter andare a godersela.Eccone una ,un ritratto, alle Galleriedell’Accademia, ( bene!), un’altra aGenova, collezione privata ( peccato!)

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 49

Un’altra all’Ermitage di Pietroburgo e unamolto bella , a Dresda, un’altra al museodelle arti di Chambery, altra diapo: Altepinakotek Monaco di Baviera.Il Bernardo Strozzi piaceva anche agliAustro Ungarici quindi ecco una sua operaal Kunsthistorisches museum di Vienna eal Magiar Szepmuvèszeti di Budapest, eagli Inglesi: eccone una alla NationalGallery.Non potevano mancare gli Spagnoli: una alPrado, l’altra alla collezione Thissen-Bornemisza. E via, al di là degli oceani!Ci sono sue opere a Baltimora, nella galle-ria dell’università del Wisconsin. Persinonella Galleria Nazionale Australiana!Per accontentare i richiedenti un ingegno-so commerciante d’arte , nell’ottocento,aveva preso un’opera monumentale delNostro, un dipinto del soffitto della cappel-la dell’Ospedale degli Incurabili, alleZattere, lo aveva segato e venduto a pezzi.Un’ indicibile ansia aveva preso il “ C”.Dove poteva vedere, gustare, godere, unoStrozzi, qui, nel paese dell’arte , e in questaVenezia, il cui sindaco può permettersi divendere un Klimt, visto che ne abbiamotanti!Ma ecco , persino la relatrice ha un tremo-lio della voce ,mentre la descrive. Ecco ilcapolavoro dello Strozzi: una meravigliosaDeposizione di San Sebastiano, in cui la suaarte raggiunge forse le vette dei suoi mae-stri, del Caravaggio, del Veronese, deiFiamminghi, di Velasquez. Ed è qui, aVenezia!“ Peccato”, - il dottor C capisce il motivodell’emozione della professoressa,-“ pecca-to che l’opera si trovi nella chiesa di SanBeneto, ormai abbandonata e chiusa”.

Una goccia di spritz gli bagna i baffi grigia-stri, mentre le labbra gli si illividiscono“ Capisci- mi sussurra minaccioso- ce l’hoqui, a 30 metri da casa, nella patria dell’ar-te, nella città dell’arte, Ti faccio vedere lafoto della facciata della chiesa che lo custo-disce.” E mi mostra ,sul telefonino, la fac-ciata di San Beneto, la porta sbrecciatadalle intemperie, il rosone fenestrato inalto, con i vetri rotti, le erbe che adornanoil cornicione.“ gli unici a gustarsi quei quadri ( dentroc’è anche un Tiepolo) sono i topi, nel sensoletterale della parola”.Il dottor C ha chiesto un appuntamento aBrugnaro per proporgli la vendita dellatela possibilmente ad un museo sloveno.La Slovenia è vicina, ci si può andare e tor-nare in auto dalla mattina alla sera.E gli Sloveni amano L’ArteMi sono offerto di accompagnarlo. Dellapittura non mi interesso , ma mi piaccionogli scampi alla busara.

Spritz del 4 dicembrePerle del GazzettinoVenerdi 4 dicembre; pagina XXVIII sportA metà pagina si legge: Giudice Sportivodel calcio: “ pedata a fine gara: tre giorna-te”: “… il Cavarzere dovrà risarcire i danniprocurati dai propri giocatori nello spoglia-toio ospiti con la rottura di una porta, attac-capanni, assi in legno….. a fine gara un gio-catore del Cavarzere correva verso unavversario e lo colpiva con un calcio volan-te… un giocatore Junior del Maerne …raggiungeva l’arbitro che si dirigeva versola sua auto e lo colpiva alle spalle…”Subito sotto l’articolo , un altro titolo:“Teixeira: ecco come il calcio può ancoraeducare”

50 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE!!!di Giuseppe Mazzariol

Anche quest’anno mi sento di ritornaresull’argomento della violenza sulledonne, poiché questo fenomeno, almenoin Italia, è aumentato malgrado la nume-rosa costituzione di centri di informazio-ne per diminuire questa brutalità.Peraltro, lo faccio in questo primo nume-ro del 2016 per ricordare che il 25 novem-bre 2015 si è celebrata la giornata inter-nazionale contro la violenza sulle donne,decretata dall’ONU.Al riguardo, in una conferenza stampatenutasi a New York in tale data, MichelleBachelet, Vice Segretario Generale eDirettore Esecutivo di “UN Women”,l’Agenzia che l’ONU ha istituito recente-mente per questo grave problema mon-diale, ha reso noto che sebbene ci sianostati incoraggianti progressi nelle politi-che nazionali tendenti a ridurre la violen-za sulle donne, c’è ancora molto da fare.Più di un centinaio di Paesi sono ancoraprivi di una legislazione specifica controla violenza domestica e più del 70% delle

donne nel mondo sono state vittime, nelcorso della loro vita, di violenza fisica osessuale da parte di uomini. Tale violenza,influendo negativamente in particolaresui risultati scolastici delle donne, sulleloro capacità di successo lavorativo e sullaloro vita pubblica, allontana progressiva-mente le società dal conseguimento del-l’obiettivo dell’uguaglianza di genere.Michelle Bachelet ha anche evidenziato esottolineato, concordando sull’importan-za ricoperta dai modelli femminili nellaeliminazione della violenza perpetratacontro le donne, di guardare agli “ufficia-li di polizia donne” e alle “donne solda-to”, come esempi positivi: “…sono model-li di donne forti e dimostrano che ledonne hanno le capacità per agire.Occorrono cambiamenti culturali persmettere di guardare alle donne come cit-tadini di seconda classe. Si deve creareuna cultura di rispetto”. Purtroppo la vio-lenza sulle donne è una antica, ma sempreattuale piaga sociale che non ha rispar-miato vittime nemmeno nella giornata aloro dedicata. Secondo una statistica, inItalia addirittura il femminicidio èaumentato nel corso del 2015, rispetto gliscorsi anni, con una media di una donnamorta ogni due giorni. E il Meridione ita-liano appare essere l’area a più altorischio. In concomitanza con la giornatainternazionale contro la violenza sulledonne, quest’anno a Siracusa, in PiazzaArchimede, la famosa “Fontana Diana” siè tinta di rosso, simbolo del sangue cheogni anno le vittime di femminicidio ver-sano. Numerosissime sono le donne chevivono una vita apparentemente tranquil-la, donne che cercano di nascondere aglialtri “l’inferno” in cui vivono, un inferno

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 51

vissuto all’interno delle mura domestiche,confini che non diventano una protezio-ne, ma una trappola dalla quale difficil-mente si riesce a sfuggire. Esse si trasfor-mano in vittime della violenza cieca del-l’uomo che, “rosso” d’ira e di aggressività,uccide e ferisce non solo nel corpo, maanche nell’animo. Ci sono segni invisibiliall’occhio umano, in grado però di ferireinteriormente la donna e che sembranonon lasciare traccia. Ma se questi segnisono invisibili per gli altri, il cuore rosso diuna donna sa cosa vive e quali sofferenzepsicologiche patisce. Purtroppo, questisegni invisibili al mondo esterno, spesso

da violenze psicologiche si trasformanopoi in violenze fisiche, quando non sfocia-no addirittura in femminicidio. E gli“autori” di questi drammi sono general-mente i mariti, i compagni, i fidanzati che,da migliori amiciquali dovrebberoessere, si trasfor-mano in carnefici edistruggono quan-to di più bellopossa esistere: lavita.L’AMORE NONE’ VIOLENZA!!!

I DOLCI-AMARI RAPPORTI FAMILIARIdi M.M.

Messaggio Zio a Padre

Sposa a Km-0. “Moglie e buoi dei paesituoi” così quasi ogni giorno zio Asdrubaleal figlio. L’interesse è per il bene del figlio,ma anche un po’ per se stesso. ZioAsdrubale ha quasi novant’anni. Ben por-tati. Ma con la preoccupazione che glisucceda qualcosa che richieda l’assistenzadi qualcuno. Il suo cruccio è: non avere ilfiglio vicino. Per amore e per necessità.Ma il figlio fugge. All’estero. Quanto piùlontano possibile. E cerca moglie lonta-nissimo, affrontando lunghissimi viaggi in

macchina che preoccupano sempre più ilpadre. Zio Asdrubale ha trovato nellachiesa di un paesino di montagna unacommovente “lettera di un padre alfiglio”: l’ha fatta incorniciare e gliel’haregalata sperando di sensibilizzare il figlioalla sua vecchiaia. “Se quando parlo conte ripeto sempre le stesse cose non miinterrompere, ascoltami. Quando eri pic-colo dovevo raccontarti ogni sera la stes-sa storia, finché non ti addormentavi.Quando vedi la mia ignoranza per lenuove tecnologie, dammi tempo e nonguardarmi con sorrisetti ironici. Ho avutopazienza per insegnarti l’ABC. Quandonon riesco a ricordare e perdo il filo deldiscorso, dammi il tempo necessario perricordare; e se non riesco non ti innervo-sire, la cosa più importante non è ciò chedico, ma il bisogno di essere con te e aver-ti lì che mi ascolti … Aiutami a finire imiei giorni con amore e pazienza. In cam-bio ti darò un sorriso e l’immenso amoreche ho avuto sempre per te” E’ lunga la

52 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

lettera e presenta tutte le debolezze dellavecchiaia. Per la quale si chiede rispetto,pazienza, affetto. E così, zio Asdrubalequalche volta lamenta l’età per farsi com-piangere, altre, in uno scatto d’orgoglio,esclama:“Potrei fare tutto come unavolta”, ma l’affermazione dura poco e latriste realtà lo riporta al presente. Chenon è male , però … E così tra un capric-cio (a volte sembra il figlio del figlio),alternato a qualche massima di saggezza,la vita continua e, il figlio, paziente quan-do è in casa, è pronto a fuggire appena sene presenta l’occasione.(riproduzione riservata)

Tempo di favole. Amore per la natura. Rispettoper l’ambiente.

In un afoso pomeriggio d’inizio agosto aVenezia, mi ritrovai in un giardino specia-le, incantato: una vera da pozzo, la statuadi San Daniele, un abete, magnolie, orten-sie, piccole rose, un’edera arrampicata sulmuro che lo circondava, occhieggiantedall’alto. Ero lì, seduta, un po’ imbroncia-ta a leggere un libro. Come fu, non so dire.Mi ero appisolata? Dormivo? Era fanta-sia o realtà immaginata? Eppure mi senti-vo sveglia, vigile. Ma, un sussurro. Una

formica diceva all’altra “Siamo davverofortunate. Abbiamo potuto costruire ilnostro formicaio indisturbate”. Un fron-doso albero fece cadere una foglia perrinfrescare Lagunetta, la lumaca, chelemme lemme attraversava uno spiazzosoleggiato. Lei alzò il capino ringrazian-dolo. Cavo-Laia, la farfalla ivi residente,svolazzando di fiore in fiore, si posava orasu l’uno, ora su un altro. “Ah, ah, mi faisolletico” diceva un pistillo lasciandogliun po’del suo colore sulle ali. Lagunina,la dalia, iniziò a bisticciare con Rosa- Tea:“Io sono più bella di te”; “non è vero,sono io la più bella”, e scuotevano i peta-li un po’ indispettite. San Daniele, ierati-co, osservava, ma alla fine dovette inter-venire per sedare la lite. “O, via, smettete-la. Siete belle tutte e due” e , nonostantefosse di marmo, si piegò –con gran fatica -cercando di separarle. Il suo peso però erapericoloso per loro. Si raddrizzò sospi-rando, ma il suo intervento fu rassicuran-te: si riappacificarono. Gira-Sole osserva-va l’astro con intensità, felice, gli si rivol-geva mormorando qualcosa che non riu-scii a capire. Magno-Lia invece cercava dinascondersi, perché amava l’ombra.Incantamento? Sgomenta mi guardavointorno. Silenzio. Solo lo sciabordio di unabarca che passava nel canale adiacente.Mi avvicinai a Rodo-Dendro che silamentava per il caldo e lo abbracciai,condividendo la sofferenza . Osservavo, epoi il tempo sembrò fermarsi. Pervasa dauna grande serenità, mi abbandonai aquesto incantesimo, distesa sul frescoverde dell’erba, rivolsi lo sguardo al cielolimpido, lasciai che Formi-China e Formi-Chetta passeggiassero sulle mie gambe.Accolsi sul palmo della mano Cocci-Nellala quale mi assicurò: “Ti porterò fortuna”.Un paradiso terrestre. Senza altri umani.(riproduzione riservata)

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 53

RI-PARLIAMONE... SOTTOVOCEdi Luigi Ricci

Ancora una volta si tirano le somme, unaltro anno si sta concludendo, finalmente.Il 2015 è iniziato e si è concluso all’inse-gna del terrore: gennaio, l’attentato algiornale Charlie Hebdo; novembre, anco-ra Parigi protagonista, gli attentati indiverse zone della città. Come si può ucci-dere in nome di Dio? Una domanda allaquale non si trova risposta, in questaparte del mondo che si ritiene evoluta edemancipata rispetto ad altre. È la cacciaalle streghe: la demonizzazione dell’Islame dell’arabo in genere occupa il tempodella maggior parte di alcuni che indulgo-no a facili moralismi e generalizzazioni.Discorsi da bar dello sport. Basterebberipercorrere la storia d’Europa di qualchesecolo per ricordare che le guerre di reli-gione hanno caratterizzato il nostroContinente dalle crociate fino a tuttal’Età Moderna: Cristiani che occupano laTerra Santa con le armi nel medioevo, leinfinite lotte tra cattolici e protestantidurante l’era moderna, per non parlare diquelle tra cristiani e turchi; tutte condottecol patrocinio delle chiese ufficiali, catto-lica o protestanti. Come meravigliarsi,oggi, di ciò che qualche secolo fa eraall’ordine del giorno? Del tutto normale?

Se si perde il rapporto con la storia si cadein facili generalizzazioni e atteggiamentipopulisti, che ovviamente alimentano labulimia di certi orientamenti politici chesi nutrono di tali istanze, amplificandole,per accrescere il loro potere; da qui ilpasso è breve: chiudiamo le frontiere, tor-nate a casa vostra, mettiamo fuoco aicampi Rom, affondiamo i barconi e viadiscorrendo. Ovviamente costoro forsetralasciano di considerare che i leaderdelle potenze che hanno alimentato leguerre in Medioriente hanno fatto capireal mondo intero che la colpa della nascitadel cosiddetto Stato Islamico è proprioloro, per via delle numerose guerre.Tutti abbiamo paura. È una paura causa-ta dalla perdita della nostra identità, dellanostra cultura, della scarsa conoscenzadella nostra storia: come poter riconosce-re l’altro se non riconosciamo noi stessi?E dunque, qualsiasi cosa ‘sappia’ dimediorientale mette a disagio. Alberto Solesin è stato mio preside, il miosecondo preside, all’inizio della mia car-riera; ero supplente all’epoca. Sono tra-scorsi molti anni; ricordo quando mi rice-vette la prima volta, avemmo un brevecolloquio nel suo ufficio, poi i nostriincontri sono sempre stati molto sporadi-ci. Non conoscevo Valeria, ma credo chela lezione che la sua famiglia ha impartitoa tutto il mondo sia stata magistrale.Probabilmente mi aggiungerò al coro dimolti altri, senza aggiungere nulla dinuovo (di questo chiedo scusa, ma vorreirendere omaggio anche io a quella ragaz-za); non si può fare a meno che rimaneresbalorditi, mai una parola d’odio, mai uncedimento. Perché una giovane donnadeve morire ingiustamente in nome di

54 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

MISERICORDIA E VERITA’ di don Diego Sartorelli

Il volto della misericordia del Padre

Lo scorso 8 dicembre si è inauguratosolennemente il Giubileo straordinariodella Misericordia. Generalmente gliAnni santi, istituiti da Bonifacio VIII nel1300, si celebrano ogni venticinque anniper ricordare il mistero dell’Incarnazioneoppure ogni cinquant’anni per celebrarel’anniversario della Redenzione (l’ultimosi è celebrato nel 1983). Tuttavia iPontefici alcune volte ne hanno istituiti distraordinari per celebrare eventi eccezio-nali. Tra questi papa Francesco ha volutoricordare il cinquantesimo anniversariodella conclusione del Concilio VaticanoII, intitolandolo alla Misericordia. Lamotivazioni, espresse nella Bolla“Misericordiae vultus” (= MV), si rifannoda una parte agli insegnamenti di S.Giovanni XXIII, in particolare ad un pas-saggio del suo discorso di apertura delConcilio stesso in cui diceva che «la Sposadi Cristo preferisce usare la medicinadella misericordia invece di imbracciarele armi del rigore» (MV 4), e dall’altraparte al bisogno di ogni uomo di «con-templare il mistero della misericordia»che è «fonte di gioia, di serenità e di pace»(MV 2). Questo Giubileo, però, presentauna novità assoluta: l’apertura di almeno

una «Porta della Misericordia» in ogniChiesa particolare (MV 3). A questo fattolo stesso Pontefice ha voluto dare estremarisonanza andando ad aprire la Portasanta nella cattedrale di Bangui, nellaRepubblica Centrafricana, dieci giorniprima rispetto a quella della Basilica di S.Pietro a Roma. Si tratta di eventi senzaprecedenti. Da sempre, infatti, il Giubileoera collegato al pellegrinaggio alle tombedegli Apostoli Pietro e Paolo e alla visitadelle cosiddette Sette chiese di Roma.Con questo gesto il papa ha voluto indi-care che la misericordia di Dio non èqualcosa di lontano e alla quale si puòaccedere solo dopo un lungo e laborioso

Dio? Chi lo spiega, soprattutto a coloroche hanno un rapporto di cortese distaccocon i comportamenti fanatici di molti reli-giosi? Qual è la differenza tra un integra-lista cattolico, o cristiano, e un integralistamusulmano? Forse il primo non ha maiucciso? Speriamo di ricordare più piace-volmente il 2016. … e le stelle stanno a guardare.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 55

cammino, ma è donata gratuitamente elargamente a tutti coloro che la ricercanoe la invocano con cuore sincero. Inoltre,riconoscendo che la misericordia è «l’ar-chitrave che sorregge la vita dellaChiesa», Francesco ci ricorda che la «cre-dibilità della Chiesa passa attraverso lastrada dell’amore misericordioso e com-passionevole» (MV 10). Questo slanciomissionario è messo in luce dalle praticheche dovrebbero accompagnare questoGiubileo. Innanzitutto l’ascolto dellaParola di Dio (cf. MV 13): è una praticheche, recentemente, il papa ha raccoman-dato ai giovani, esortandoli caldamente aprendere in mano il libro delle SacreScritture. Questo invito riguarda comun-que tutti i discepoli di Cristo, in quanto lamisericordia non può essere confusa conuno spirito vagamente filantropico, matrova la sua ragion d’essere nell’ascoltodella Parola e da essa trae sempre ispira-zione per nuovi ulteriori slanci. Anche lapratica del pellegrinaggio, tipica delGiubileo, viene riletta come «stimolo allaconversione», che si sviluppa in duetappe: quella del non giudicare e del noncondannare per non incorrere nel giudi-zio di Dio, e quella del perdonare e dona-

re, di essere cioè «misericordiosi come ilPadre» (MV 14). Il pellegrinaggio non èdunque un cammino fatto in solitaria, maun “andare con” i fratelli che Dio mi hamesso accanto, un percorso “simbolico”,che è fatto comunque di gesti e opereconcrete, non prive di fatica. Infine, l’ulti-ma pratica è quella che più sta a cuore apapa Francesco: «aprire il cuore a quantivivono nelle più disperate periferie esi-stenziali». Questa apertura di cuore partedalla riflessione sulle opere di misericor-dia corporale e spirituale (cf. MV 15). Èinutile dire che quest’anno giubilare, perla sua particolare configurazione, riguar-da molto da vicino la nostraArciconfraternita. Ci tengo però a sottoli-neare che il tutto non si può tradurre solonel compimento di molte opere di miseri-cordia (la cura degli anziani soli e deibambini, il farsi carico dei meno abbientie dei migranti, il provvedere una degnasepoltura e il suffragio ai confratellidefunti), ma ad un vero percorso di fedein cui le pratiche di carità sono accompa-gnate (anzi precedute) da una vera con-versione personale, rendendosi conto chenulla possiamo donare, se prima nonabbiamo aperto le nostre mani a Dio.

PROSSIMAMENTE…Nei mesi di marzo e aprile 2016

CORSO DI VOLONTARIATO OSPEDALIEROE ALTRE STRUTTURE

Con 8 incontri di formazione, informazione e aggiornamento, si intende farconoscere i grandi ideali del Volontariato volti al servizio dei più deboli e biso-gnosi e incrementare il numero dei nostri volontari. Per iscriversi telefonare già ora al n. 041.5224745

56 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

E' ormai noto da anni che, malgrado idivieti posti lungo quasi tutta la stradastatale che unisce Mestre a Treviso,denominata Terraglio, ivi sostino di nottedecine di " donne" più o meno giovani,soprattutto straniere, che esercitano ilpiù antico mestiere del mondo.I controlli da parte delle forze dell'ordi-ne sono continui e quotidiani ma, ciono-nostante, ogni notte, percorrendo quellastrada, si può assistere ad una "proces-sione" di clienti che si fermano per con-trattare le prestazioni con quelle "signo-rine".Nel corso di uno dei tanti controlli antiprostituzione, effettuati dalla Polizialocale del Comune di Preganziol, nelmese di maggio 2015, venne fermata eidentificata una ragazza romena chestava adescando un cliente. Fino a questopunto tutto normale, soprattutto per unadonna abituata a fermi del genere.

Ciò che invece haoriginato un casoanomalo è scaturi-to dal "provvedi-mento esemplare"preso dalQuestore di Treviso nei confronti di que-sta ragazza romena, emettendo undecreto di " divieto di tornare nelComune di Preganziol ove soleva prosti-tuirsi ", accompagnato dal foglio di viaper far ritorno al suo Paese.La "lucciola" però non accettò il provve-dimento e, sentitasi lesa nei suoi dirittipersonali, assistita da un legale , rivolsericorso al TAR di Treviso che, in data 4dicembre 2015, accettò detto ricorso,condannando peraltro il Ministerodell'Interno e la Questura di Treviso apagare tutte le spese processuali più glioneri di legge.Lex iubet !!! ( Cic. ).

“ULTIME NOTIZIE”DALLA GIUSTIZIA di Giuseppe Mazzariol

“Offri un’ora del tuo tempo libero”

PER AIUTARE:i malati ricoverati in ambienti ospedalieri,gli anziani a domicilio o in case di riposo,i bambini in Pediatria dell’Ospedale Civile,

presso Istituti o nella casa di Pena Femminile della Giudecca.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2016 57

Un’altra nostra iscritta, Maria Zanella, ex profuga dalmata di Lussino sin dal1954 “trasferitasi” con la famiglia in Italia, dapprima nel campo profughi diServigliano (AP) e poi definitivamente a Mestre, ci ha fatto omaggio di unlibretto di sue poesie, dedicato ai suoi genitori, intitolato

“POESIE SOTTOVOCE”.Quanto da lei scritto, “…proviene dalle mie emozioni interiori. Cammino, mifermo, guardo, osservo, mi emoziono. In quei momenti sono felice e ho urgen-za di scrivere le mie emozioni subito”.Con piacere pubblicheremo in questo una qualcuna delle sue poesie.

DEDICATO AI MIEI COMPAESANI di Maria Zanella

Le cicale invisibilisull’alto ramosono arrivate

all’inizio di questa estatecantano stancamentein sordina.

La memoria mi riportaa luoghi più aspridove il loro frinire

insistente e ossessivotormentava i pomeriggiassolati della mia infanzia

e aspettavo il calardel solecome una liberazione

dalle lunghe orechiusa in casaquando le cicale sfinite

finalmente tacevanoe per noi bambiniuscire era la libertà.

PANDOLCE GENOVESE

Ingredienti:

500 gr. farina

2 bustine di lievito in polvere

1 uovo

200 gr. di zucchero

160 gr. burro

100 gr. uva passa

60 gr. cedro candito

60 gr. pinoli

1 biccherino di marsala

la scorza di un limone grattuggiata

sale

Esecuzione:Lavare in acqua tiepida l’uvetta. Setacciare lafarina con lo zucchero e il lievito, mescolarlacon la scorza di limone grattuggiata ed unapresa di sale. Formare una fontana e aggiunge-re il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti, ilmarsala e l’uovo leggermente sbattuto.Lavorare un poco il composto, aggiungere l’u-vetta strizzata, i pinoli ed il cedro finemente tri-tati. Impastare in modo da ottenere un com-posto omogeneo. Se risultasse troppo asciutto,aggiungere qualche cucchiaiata di acqua tiepi-da o di latte caldo. Formare una palla, copriree lasciare riposare per circa tre ore, riprenderela lavorazione e formare una pagnotta inci-dendo la superficie con un taglio a croce.Mettere il dolce in uno stampo imburrato einfarinato e infornarlo per circa un’ora nelforno già caldo a 190°. Lasciare raffreddarefuori dal forno prima di toglierlo dallo stampo.

Le ricette di nonna Silvana di S.M.

COTTO, ASSAGGIATO E POI MANGIATO….

Un pare mantien sete fioi, ma sete fioi no xeboni de mantegnir un pare

Amor senza barufa, fa la mufa

Par la dona in convulsion, ghe vol el baston

Co’ la torta xe spartìa, in un lampo xe finia

Chi pissa in leto dixe che ‘l gà suà

Un nobile senza schei xe come un faralsenza ogio

In mancanza dei gamberi xe boneanca le sate

Un padre è capace di mantenere sette figli, masette figli non riescono a mantenere un padre.

L’amore senza litigi, fa la muffa.

Per la donna isterica, occorre il bastone.

Quando la torta (patrimonio) è divisa,in un attimo è finita.

Chi fa la pipì a letto dice di aver sudato.

Un nobile senza soldi è come un fanalesenza oglio.

In mancanza dei gamberi sono buoneanche le chele.

PROVERBI E DETTI VENEZIANI a cura di G. M.

Dalla notte dei tempi.....Proverbi e detti veneziani

58 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

58 IL MESSAGGIO N. 1 - 2016

- e-mail: [email protected] 5224745

telefonare al mattino dalle ore 9 alle ore 12 al numero 0415224745

PER VISITE MEDICHE GENERICHE E SPECIALISTICHE GRATUITEPRESCRIZIONE MEDICINALI E RICHIESTA ESAMI CLINICI

giovedì 15-16.30

PER EXTRACOMUNITARI NON REGOLARI, PERSONEPRIVE DI ASSISTENZA SANITARIA PUBBLICA

E PENSIONATI ITALIANI IN DIFFICOLTÀ ECONOMICHE

AMBULATORIO

FONTEGODEI TEDESCHI