82

Il non metodo creativo

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Senza interrutore, non si accendono le lampadine.

Citation preview

Page 1: Il non metodo creativo
Page 2: Il non metodo creativo
Page 3: Il non metodo creativo

Note

Page 4: Il non metodo creativo
Page 5: Il non metodo creativo

IL NON METODO CREATIVOSENZA INTERRUTTORE, NON SI ACCENDO LE LAMPADINE.

MATTIA FREGOLA

relatoreENRICO VERSARI

Page 6: Il non metodo creativo

Ringraziamenti

Desidero ringraziare tutte

le persone che mi hanno

aiutato nella stesura della tesi

con suggerimenti, critiche e

osservazioni.

Ringrazio anzitutto il professor

Enrico Versari, Relatore, senza il

cui supporto e la guida sapiente

questa tesi non esisterebbe.

Proseguo con i docenti Silvia

Cogo e Stefano Caggiano,

che mi hanno permesso di

sperimentare, facilitando le mie

ricerche.

Un ringraziamento particolare

va ai colleghi ed agli amici che

si sono trasformati per qualche

giorno in cavie da laboratorio.

Vorrei infine ringraziare le

persone che da sempre - o anche

da poco o in futuro- mi sono

vicine:

Inizio con le persone che non ho

ancora incontrato. Direi che un

grazie generico, considerando il

fatto che ancora non vi conosco,

possa essere più che sufficiente;

La community di Spinoza, che

mi aiuta la ricerca di senso.

Insieme a loro ringrazio senso, il

mio cane immaginario fuggito da

ormai più di 10 anni;

Tutti gli Isioti faentini - in

particolar modo voi sapete chi

- che mi hanno trasmesso una

cultura dove cooperazione e

coinvolgimento vincono sulla

competizione disonesta e

l’individualismo. A tal proposito

sappiate che proporrò il

passatello romagnolo come

sostituto per la colomba della

pace;

Gli amici romani, che

arricchiscono la mia vita e

sono sempre stati un punto di

riferimento e di confronto senza

i quali non sarei me stesso, e

con cui - nonostante ricada a

pieno nello stereotipo italiano

che tanto è perculato nel mondo

- mi sento parte di una grande

famigghia.

La mia famiglia d’ogni dove,

che vaga dal nord al sud,

dell’Italia e del mondo, per stare

insieme anche pochi istanti.

Negli anni si è viaggiato così

Page 7: Il non metodo creativo

tanto da far venire complessi

di inadeguatezza ad una Sterna paradisea*, a cui colgo l’occasione

per fare i miei più sentiti auguri

di pronta guarigione;

I miei genitori che da quando

sono nato mi sopportano,

mi supportano e mi guidano

-senza mai sostituirsi a me-

in ogni scelta, anche le più

apparentemente folli. È grazie a

loro che sto bene. Beh, penso di

stare bene. Oddio, ma sto bene?!

Mio fratello, che mi regala

gioia e sorrisi, e che affronta

la tempesta della vita

scatenandone un’altra più forte,

una tempesta luminosa. Non

fossimo fratelli ed eterosessuali

ci farei senz’altro un pensierino.

Mia moglie, who more than

anyone has to deal with my

bloody-creative-mood**, and

more than anyone inspires me

and motivates me to give myself/

ourselves new challenges.

Particularly those which involve

me cooking yummy cake. To her I

dedicate this work.

* uccello migratore che percorre 18000 km dal polo nord al polo sud e viceversa.** like for instance the abuse of stars also in a normal conversation.

Page 8: Il non metodo creativo

Indice

1__Introduzione

2__Gli strumenti

» Cosa 1

» Cosa 2

» Cosa 3

» Cosa 4

3__Formalogia

» Pianifica

» La sveglia

» La formalogia

» Le non-regole

4__Coriandoli ossessivo

compulsivi

5__Noi fuori di noi

» Ri-Le non-regole

» Personaggi

6__La seluzione

7__Luogo e ambiente

» Ambiente e cervello

» Tempi morti

8__Io, tu, io e tu

» L’Analisi Transazionale

» Gli stati dell’Io

» Le spinte

9__Serendipity

» Profonda serendeepity

» Creatività diffusa omologata

» Genealogia di formalogia

10__Coriandoli ossessivo

compulsivi

» Schooler

» L’esperimento

» I mandala

11__I noi fuori di noi

» L’esercizio

» I personaggi

» Il Priming

» Sally Ann

12__Creatività e analogia

» Creatività

» Pensiero analitico

» Insight

1----

3----

4----

14---

15---

17---

18---

20---

24---

29---

31---

33---

Page 9: Il non metodo creativo

» L’altro esperimento

13__Analogy as core of creation

» L’arolinglish

» Campologie e formalogie

» Tipo Cognitivo

» Contenuto Nucleare

» Perché le formalogie

14__Attivatore Creativo

» L’umorismo

» Christopher Moore

» Bunny suicides

» Spinoza.it

» Bruno Munari

15__Progetto

» Ri-Bruno Munari

» Hubert Jaoui

» L’equazione di Gurioli

» Yoshiro Nakamatsu

» Sintesi

16__Risultati

» Le statistiche

17__Oggetti

18__Riassunto conclusivo

» Lo sviluppo

» La fruizione

19__Esemplificazione

» Sviluppo

» Individuazione

» Sintesi

» Menomazione

» La fruizione

» Formalogia

» Ancora coriandoli

» Noi fuori di noi

» Personaggi

» Soluzioni

» Seluzione

20__Bibliografia

21__Sitografia

36---

39---

45---

49---

53---

59---

60---

69---

71---

Page 10: Il non metodo creativo

1

L’intento di questo lavoro è

quello di fornire al lettore alcuni

nuovi strumenti utili nella fase

creativa della progettazione.

Questi strumenti sono stati

sviluppati sulla base degli

incontri che ho avuto la fortuna

di fare e delle esperienze e

della conoscenza che ho potuto

via via maturare. Inizierò

descrivendo gli strumenti che ho

declinato in esercizi svolgibili in

modo autonomo.

È da precisare che alcuni di

questi sono ideati e sono stati

testati in un ambito di gruppo e

con la supervisione di una guida.

Per incrementarne l’efficacia

in questo nuovo contesto ho

quindi scelto un linguaggio il più

possibile chiaro e diretto.

Dopo aver presentato e

descritto gli esercizi intendo

metterli alla base di una

possibile analisi dettagliata

utilizzando alcune basi teoriche

che hanno fatto da sfondo e

hanno dato fondamento al loro

sviluppo. Potrò proporre così

alcune indicazioni utili che mi

hanno consentito di fare alcune

ipotesi sulla formazione del mio

ruolo di designer.

Come filo conduttore sfrutterò

le parole di Edgar Morin,

filosofo e sociologo francese

contemporaneo, secondo

cui l’essere umano è Fisico,

Biologico, Psichico, Culturale,

Sociale, Storico ed anche la

somma di queste.

Tratterò il funzionamento

Fisico-Biologico di alcuni

processi che interessano

talvolta l’essere umano in

quanto creatore, talaltra in

quanto curioso osservatore

di fenomeni, talaltra ancora

processi legati allo stesso

designer come cliente e come

utente.

Per fare questo farò riferimento

alla percezione, per poi passare

a descrivere alcune informazioni

riguardo al cervello in quanto

elaboratore delle informazioni

percepite.

Passerò poi a dare

un’introduzione - tramite

l’Analisi Transazionale, teoria

psicologica integrativa che

Introduzione

Page 11: Il non metodo creativo

2

nasce negli anni ‘50 - di alcuni

fenomeni Psichici e Sociali con

l’intenzione di mettere in risalto

ciò che è la consapevolezza

del sé e di come una maggior

comprensione di alcuni dei

meccanismi che regolano il

nostro agire possa aiutarci a

trovare il giusto stato d’animo

per le diverse fasi della

progettazione.

Analizzerò alcune tecniche

riferite alla progettazione

- consapevole di una scelta

necessariamente non esaustiva

- cercando di identificare cosa

le accomuna; proporrò una

sintesi essenziale delle fasi della

progettazione soffermandomi

su quella creativa.

Descriverò la creatività per

differenziare il concetto comune

da quella che invece è la fase

creativa della progettazione.

Metterò in evidenza la

relazione tra essa e alcune delle

informazioni trattate nella

prima fase della tesi. Tratterò

dell’analogia come un possibile

core (base, anima, nucleo) del

processo creativo.

Introdurrò il concetto di

Attivatore Creativo (AC). Nel

presentare questa mia ipotesi

spazierò attraverso alcuni dei

diversi contesti creativi dove gli

AC possono essere individuati. A

tal fine spazierò tra letteratura,

progetto e umorismo, come

fenomeno Culturale, e come

uno degli elementi che ci aiuta

a differenziare i due tipi di

processo intellettivo: Analitico

e Intuitivo; i due processi sono

presi in prestito dal fisico,

matematico, compositore,

scrittore, traduttore, nonché

padre dell’Inteligenza Artificiale

Douglas Hofstader.

Analizzerò alcune tecniche (o

schemi o metodi) pensati per la

progettazione - senza avere la

pretesa di trattare tutti quelli

esistenti - cercando di scovare

cosa li accomuna.

Proporrò una sintesi estrema

di ciò che sono le fasi della

progettazione identificando

nel modo più chiaro possibile

ciò che è la fase creativa;

passaggio fondamentale per la

comprensione degli strumenti

che ho sviluppato.

Mostrerò infine i risultati finora

ottenuti con l’applicazione

degli esercizi svolti sinora,

individuando quello che è

l’ambito di design di riferimento.

Page 12: Il non metodo creativo

3

Ecco la lista di cose di cui avrai

bisogno:

Cosa 1 - Il materiale

» Almeno una quarantina di

fogli di carta A4;

» Il quadretto allegato con

sopra le frecce;

» Uno o più utensili per scrivere

e disegnare (scegli quelli a te più

congeniali);

» Una busta di coriandoli di

diversi colori (se non li trovi puoi

tagliuzzare dei fogli di carta

colorati di vari colori)

» Un orologio con una sveglia.

» Tre cioccolatini

» Una bottiglietta d’acqua

» Dei fazzoletti

Cosa2 - Il luogo

È fondamentale che trovi un

luogo tranquillo dove nessuno ti

disturbi, idealmente un rifugio

antiatomico. Se non ce n’è nei

dintorni puoi accontentarti di

una biblioteca o un salotto.

Cosa 3 - Il tempo

Il tempo necessario per lo

svolgimento degli esercizi è 1

ora e 30 minuti circa.

Cosa 4 - Le regole

Durante questo tempo

bisogna spegnere tutti i device

che possono risultare una

distrazione, dagli smartphone

ai laptop agli occhioni blu di una

ragazza/ragazzo attraente fosse

anche il tuo partner.

I cioccolatini e la bottiglietta

d’acqua ti serviranno quando,

durante il primo e il terzo

esercizio, vorrai alzarti per

prenderli e invece tu sarai

pronto a non distogliere

l’attenzione dal nostro esercizio

perché già avrai il cioccolatino

e l’acqua lì con te. Tieniti inoltre

un cioccolatino come premio

finale.

Ora è tutto pronto perché la

formalogia cominci.

Gli strumenti

Page 13: Il non metodo creativo

4

Il primo esercizio che ti

propongo si chiama formalogia.

Come lascia intuire il nome ha

a che fare con la forma e con

l’analogia. Di seguito troverai le

istruzioni. Prima di passare alla

successiva leggi ogni passaggio

da solo.

Pianifica

Assicurati di avere tutto il

materiale richiesto così da

evitare di dover interrompere

il gioco. In particolare metti

davanti a te metà dei fogli

bianchi e il materiale che hai

scelto per disegnare. Inoltre

metti davanti a te, in modo da

averlo sempre sott’occhio, il

quadretto allegato.

La sveglia

Imposta la sveglia tra 5 minuti.

Assicurati di essere seduto

comodo e rilassato dopodiché

chiudi gli occhi. Inspira ed

espira profondamente un paio

di volte, poi torna a respirare

normalmente. Pensa ad un posto

della tua infanzia dove hai avuto

trascorsi felici (una stanza dei

giochi, la cucina di nonna, ecc).

Cerca di richiamare gli odori,

i colori, le sensazioni di quei

momenti.

La formalogia

Dopo che avrai aperto gli occhi

al suono della sveglia impostala

nuovamente tra mezz’ora.

È importante non guardare

l’orologio di continuo perché ti

distrae, per questo hai la sveglia!

Di seguito troverai alcune

immagini; come se stessi

guardando delle nuvole

chiediti: a cosa somigliano?

Cosa potrebbero essere? Scrivi

o disegna il maggior numero

di soluzioni che ti vengono in

mente tenendo presente quanto

segue.

Formalogia

Page 14: Il non metodo creativo

5

Le non regole

» Non ci sono risposte giuste o

sbagliate;

» Non c’è bisogno di sforzarsi

troppo! è un esercizio fatto per

divertirsi!

» Cerca di scrive quante più

cose ti vengono in mente, anche

se non ti è chiaro il perché;

» Se ti vengono in mente parole

come popòmerdacaccapipì o

simili, che solitamente vengono

censurate, è bene che tu le

scriva comunque, nessuno è qui

per giudicarti!

» Se vuoi ascoltare della musica

fai pure ma meglio se è musica

solo strumentale.

» Non c’è bisogno di

preoccuparsi di quanto tempo è

rimasto, hai una sveglia!

» Hai un sacco di segni a cui

attingere, se non ti viene in

mente nulla per uno passa al

successivo!

» Sei libero di ruotare il foglio

come meglio credi, le immagini

non hanno un verso!

Page 15: Il non metodo creativo

6

img 1

Page 16: Il non metodo creativo

7

img 2

Page 17: Il non metodo creativo

8

img 3

Page 18: Il non metodo creativo

9

img 4

Page 19: Il non metodo creativo

10

img 5

Page 20: Il non metodo creativo

11

img 6

Page 21: Il non metodo creativo

12

img 7

Page 22: Il non metodo creativo

13

img 8

Page 23: Il non metodo creativo

14

Metti pure da parte i fogli usati

fino adesso e posiziona davanti

a te i coriandoli. Prendine due

abbondanti manciate e mettili

sul tavolo di fronte a te. Ora

separali per colore facendo

diversi mucchietti. Prendi tutto il

tempo che vuoi, è un’attività che

serve per aiutare il rilassamento.

Quando avrai finito rimettili nel

sacchetto.

Coriandoli ossessivo compulsivi

Page 24: Il non metodo creativo

15

Finito con i coriandoli? Bene,

ora rimettili nella busta e

preparati uscire da te stesso.

Questo esercizio è molto simile

a formalogia ma a pensare non

sei più tu inteso come tu, ma

sei tu inteso come gli altri tu

immaginari.

Mi spiego meglio. Qui di

seguito trovi una lista di

personaggi. Riprendi le

istruzioni che abbiamo usato per

formalogia e seguile (il tempo

a tua disposizione è sempre

30 minuti). Sta volta però,

anziché proporre le soluzioni

che ti vengono in mente,

immedesimati nei personaggi

che ti propongo.

Ad esempio chiediti: Cosa

potrebbero essere questi

segni per un marinaio? E per

un bambino? Se fossi un senza

tetto, cosa vedrei in questo

segno?

Come prima ricorda le non

regole:

I noi fuori di noi

Ri - le non regole

» Non ci sono risposte giuste o

sbagliate;

» Non c’è bisogno di sforzarsi

troppo! è un esercizio fatto per

divertirsi!

» Cerca di scrive quante più

cose ti vengono in mente, anche

se non ti è chiaro il perché;

» Se ti vengono in mente parole

come popòmerdacaccapipì o

simili, che solitamente vengono

censurate, è bene che tu le

scriva comunque, nessuno è qui

per giudicarti!

» Se vuoi ascoltare della musica

fai pure ma meglio se è musica

solo strumentale.

» Non c’è bisogno di

preoccuparsi di quanto tempo è

rimasto, hai una sveglia!

» Hai un sacco di segni a cui

attingere, se non ti viene in

mente nulla per uno passa al

successivo!

» Sei libero di ruotare il foglio

come meglio credi, le immagini

non hanno un verso!

Page 25: Il non metodo creativo

16

Personaggi

» Affamato

» Amore della vita

» Appena lasciato dal partner

» Ascoltatore

» Bambino

» Barista

» Business man

» Cane

» Curiosone

» Gatto

» Gran mangiatore

» Impiccione

» Ipocondriaco

» Lavora allo Zoo

» Logorroico

» Macellaio

» Mamma

» Maniaco sessuale

» Margherita Hack

» Marinaio

» Meccanico

» Miglior amico

» Papa

» Papà

» Persona senza gusto

» Persona senza olfatto

» Persona senza tatto

» Persona senza tetto

» Plictico di DX

» Politico di SX

» Povero

» Professore

» Regista

» Ricco

» Rompicoglioni

» Scrittore

» Sognatore

» Sommelier

» Sordo

» Teenager che odia tutto e

tutti

» Uccello

» Vecchietto

Page 26: Il non metodo creativo

17

Ora che hai finito con la fase

creativa non ti rimane che

trovare una seluzione. Una

seluzione non è altro che la

selezione di una soluzione.

Gli esercizi che hai svolto finora

infatti ti hanno portato a trovare

delle soluzioni per dei problemi

che ancora non hai individuato.

La seluzione consiste nella

lettura del testo sottostante e

la relativa presa di coscienza

riguardo a ciò che è stato il

percorso svolto finora.

La seluzione

Page 27: Il non metodo creativo

18

Ambiente e cervello

Da un punto di vista Fisico-

Biologico la nostra vita è

fortemente legata all’ambiente

che ci circonda. Abbiamo un

sistema nervoso - il sistema

nervoso simpatico - fatto a

posta per farci scappare di

fronte ad un orso affamato (o

più realisticamente di fronte ad

un ultras della Nocerina) e un

altro - il parasimpatico - che si

attiva principalmente quando ci

rilassiamo.

La scelta del luogo tranquillo -

ovvero lontano da ogni forma

di ultras - è di un’importanza

cruciale. La creatività infatti ha

molto a che vedere con lo stato

d’animo in cui ci troviamo che a

sua volta ha molto a che vedere

con quello che ci circonda.

Basti sapere che esiste

l’epigenetica, la branca della

genetica che studia come

l’ambiente può causare

cambiamenti nell’abilità di

accedere ad una sequenza di

DNA.

Il luogo va quindi scelto con una

certa cura, percepito e modellato

come un vero e proprio ambiente

ideale. Anche in un luogo

apparentemente tranquillo infatti,

se sei circondato dagli stimoli

sbagliati, è facile perdersi in un

bicchier d’acqua.

Le distrazioni possono

provenire, oltre che dai diversi

device che sono ormai estensioni

del nostro corpo, dagli stimoli

come fame, sete e pipì. Perciò se

hai fame è meglio avere subito

qualcosa da mettere sotto i

denti, allo stesso modo fare una

checklist dei materiali ti eviterà

di rischiare di perdere il focus.

Un altro elemento

fondamentale è il quadretto con

le frecce. Confido nel fatto che

l’ambiente che hai trovato fosse

tranquillo; non avrei potuto

tuttavia richiederti di andare a

verniciare i muri né tanto meno

trovare un loft che affacci su un

campo d’erba mossa dal vento;

per questo c’è il quadretto

che modifica il tuo ambiente

stimolandoti ad andare contro

corrente.

Una posizione comoda è

Luogo e ambiente

Page 28: Il non metodo creativo

19

anch’essa buona pratica perché

il nostro cervello percepisce lo

stato del nostro corpo e agisce

di conseguenza. “..Quando

litighi con tua moglie per una

scemenza e la discussione

finisce bene per entrambi gli

ormoni sono ormai in circolo

ed essi vengono percepiti dal

suo cervello; se potesse parlare

(il suo cervello nda) direbbe

qualcosa di simile a: <<come mai

il corpo è agitato? Se il corpo

è ancora agitato ci dev’essere

un motivo! E se non era quella

scemenza allora cos’era? Ma

certo! Dev’essere stata quella

volta in cui, nel 1998 non mi fece

i complimenti per i capelli!>> “

Così Robert Sapolsky,

neurochirurgo endocrinologo

docente di Stanford, spiega la

teoria James-Lange1. Allo stesso

modo, se ci agitiamo per la fame,

il nostro cervello rilascia ormoni

che ci spingono a pensare a

nient’altro che mangiare.

Perciò avere una piccola scorta

con noi può aiutarci nella

concentrazione.

Un altro interessante aneddoto

Sapolskiano è quello che riguarda

il bio-feedback, la bio-risposta:

Se una persona soffre di ansia

gli viene dato del Valium, stessa

cosa per chi si stira un muscolo;

come mai? Perché il cervello

rileva lo stato dei nostri muscoli;

così se i muscoli sono rilassati,

la percezione che avremo di noi

stessi sarà analoga.

Questo principio ci svela

anche il funzionamento della

meditazione, nonché l’utilità

del rilassamento. Rilassandoci

è un po’ come se ingannassimo il nostro cervello per metterlo in

condizioni di lavorare meglio.

Tempi morti

Sul fatto quindi che il nostro

corpo e la nostra mente possano

essere in un certo qual modo

spinti verso un funzionamento

piuttosto che un altro direi

che siamo d’accordo. E allora

perché non cercare di eliminare

anche l’ansia del tempo? Non

è forse fonte d’ansia anche il

solo vedere una persona che

guarda l’orologio? Bene, sempre

a questo fine ho cercato di

spingere molto sul fatto che non

c’è bisogno di preoccuparsene.

1 Cannon, Walter, 1927, “The James-Lange Theory of Emotions: A Critical Examination and an Alternative Theory”. The American Journal of Psychology 39

Page 29: Il non metodo creativo

20

L’Analisi Transazionale

Io chi sono? E tu chi sei? E io e tu

chi siamo?

Purtroppo no, non ho ancora

una risposta a queste domande,

ma è da queste domande che ho

sviluppato parte degli esercizi

proposti.

Affinché io sia in grado di

esprimere in modo chiaro

su cosa mi sono basato,

ritengo necessaria una breve

introduzione - per amor di

sintesi breve e comunque

generica - all’Analisi

Transazionale.

L’Analisi Transazionale (AT) è una

teoria psicologica integrativa che

nasce negli anni 50’ in America.

Il suo fondatore, Eric Berne, si

trovò a lavorare come psichiatra

militare, e il suo compito era

quello di stabilire chi fosse

adatto o meno adatto ad andare

in guerra, tramite un test che si

svolgeva in pochi minuti.

Gli strumenti che aveva a

disposizione - psicanalisi

Freudiana - non erano però

adatti ad assolvere lo scopo (in

un immagine viene in mente

un Munariano lettino per

visite brevi). Perciò, con spirito

creativo, iniziò a strutturare

uno nuovo strumento: l’Analisi

Transazionale.

Questa teoria permette la

comprensione delle transazioni

interiori (psichiche) e tra

persone (sociali) in modo

intuitivo rispetto ad altri

approcci soprattutto grazie

a semplicità ed efficacia nel

linguaggio. Ad esempio gli stati

dell’Io, che approfondirò poco

più avanti, vengono identificati

in Genitore, Adulto, Bambino;

termini noti a tutti noi. Berne

spezzetta quindi i fenomeni

psicologici in mattoncini base:

stati dell’io e transizioni.

Io, tu, io e tu

Page 30: Il non metodo creativo

21

Gli stati dell’io

L’io è suddiviso in tre Stati:

Genitore (G) Adulto (A) e

Bambino (B), indicati con i

simboli:

Page 31: Il non metodo creativo

22

Gli stati dell’io

Lo stato dell’Io Bambino è

dove risiedono comportamenti,

pensieri ed emozioni riproposti

dall’infanzia.

L’Io Bambino può essere Libero

o Ribelle; quest’ultimo può avere

valenza positiva (+) o negativa (-).

Il Bambino è sede delle

emozioni e della creatività.

Nell’Io Adulto pensieri ed

emozioni sono risposta diretta

del qui ed ora.

L’Adulto è sede della razionalità

e dell’obiettività.

Lo stato dell’Io Genitore è

introiettato dall’esterno. Qui

risiedono i messaggi genitoriali

che maggiormente ci hanno

colpito nella nostra infanzia.

Il Genitore può essere

Normativo o Affettivo, e ognuno

dei due può avere valenza

positiva (+) o negativa (-).

Lo stato del Genitore è sede

della Morale.

In AT la creatività, che si trova

nello stato dell’Io Bambino

Libero, è uno degli elementi

del benessere. Trudi Newton,

analista transazionale in campo

educativo, la descrive così:

“...La creatività è una

caratteristica umana che si

manifesta in tutti i bambini

piccoli. La pressione a ritirarsi

da questa modalità creativa o

a ridurre le abilità di qualcuno

viene dal Genitore. L’Adulto,dice

Berne, è al servizio del

Bambino, e abilita l’individuo

a compensare la pressione del

Genitore e trovare la propria

risorsa creativa”.2

È perciò entrando a contatto

con il nostro Bambino Libero che

riusciamo a liberare le idee dalle

costrizioni/costruzioni sociali ed

è per questo che ti ho invitato a

vagare con la mente in quei posti

dell’infanzia che sono stati per

te dei trascorsi felici, cercando

di richiamare quante più

sensazioni possibili ed entrare in

contatto con la parte di te stesso

che è sede del pensiero privo di

censure.

2 Newton, Trudi, “Developing Creativity”. http://tinyurl.com/TrudiNewton

Page 32: Il non metodo creativo

23

Le spinte

Sempre all’interno dell’Analisi

Transazionale sono state

individuate le cosiddette spinte:

“...Quando parliamo di spinte

ci riferiamo a cinque sequenze

comportamentali che possono

essere effettuate in un arco di

tempo molto ristretto e che

sono spesso ben riconoscibili.

Dietro queste sequenze

comportamentali ci sono

dei messaggi che abbiamo

interiorizzato e che fanno

scattare le sequenze stesse.

Imparando a riconoscerle

possiamo esercitare su di esse

un maggior controllo diretto,

traendone benefici immediati”2.

Queste le cinque spinte:

Sii perfetto

Compiaci

Sii forte

Sforzati

Sbrigati

Quando le spinte entrano

in gioco, possono essere di

supporto o controproducenti. In

particolar modo però se entrano

in gioco nella fase creativa

rischiano di attivare il Bambino

Adattato o comportamenti

Genitoriali. Sempre per

rimanere nello stato Bambino

Libero ho perciò ritenuto

opportuno cercare di indirizzare

l’agire in questo verso con le

non-regole.

2 Fregola, Cesare e Olmetti Peja, Daniela, 2007 Superare un esame

Page 33: Il non metodo creativo

24

Profonda serendeepity

“...Perché passiamo anni

sforzandoci di trovare una

soluzione a un problema

scientifico senza trovarla,

rifiutandosi il Pensiero di trovare

la soluzione tanto desiderata? E

perché un giorno, camminando

per la strada con la nostra

attenzione distante mille miglia

da quel problema, la risposta

compare nella nostra mente

senza essere stata cercata -

suggerita probabilmente dai

fiori sul cappello della signora

di fronte a noi, o forse da niente

di cui siamo consapevoli? Se è la

Ragione a darci sollievo, perché

non ce lo dà prima?”4

Serendipity vuol dire “felice

incidente” e si riferisce al trovare

qualcosa di buono o utile senza

cercarlo. Ma c’è un nesso tra il

processo creativo che porta ad

un idea ispirazionale e questa

coincidenza? E’ possibile forzare

il canale dell’ispirazione? Ho

ipotizzato che una possibilità ci

sia. E tu ne hai appena usufruito

a tua insaputa! Neanche fosse

una casa al colosseo!

Un idea creativa deve (può)

rompere gli schemi a priori della

percezione. Uno dei problemi

che talvolta si incontrano nella

produzione di un idea/oggetto è

proprio quello di riuscire a non

focalizzarsi esclusivamente su

di esso rischiando di arrivare a

soluzioni già viste, prendendo

come punti di partenza soltanto

oggetti già esistenti.

Creatività diffusa omologata

Nell’era 2.0 infatti le

informazioni che sono

raggiungibili con un click sono

pressoché infinite; viste le nuove

tecnologie presto potrebbe

bastare un pensiero per

accedervi e crearle. Cercando

su un motore di ricerca, però,

ci si affida alle associazioni di

cui tutti fruiscono, chiamiamola

pure creatività diffusa ma di fatto

omologata.

Quante volte, nello sviluppare

un oggetto, ci capita di scoprire

che ne stiamo ricostruendo

uno già visto? Se è vero che il

Serendipity

4 James, W, 1880, the association of Ideas, p. 578-579

Page 34: Il non metodo creativo

25

confronto con ciò che già c’è

è fondamentale, altrettanto

vero è che alcune delle idee più

originali spuntano fuori mentre

non ci si pensa. Perché allora

non tentare di progettare non-

progettando?

Genealogia di formalogia

Durante lo svolgimento di

un esercizio del libro di E.

Raudsepp-G.P. Hough Jr.

“Giochi per sviluppare la

creatività” ho avuto un insight5.

L’esercizio chiedeva al lettore

di dare un significato a dei

segni su un foglio, esercizio

molto stimolante ma privo di

una finalità sfruttabile nella

progettazione (se non quella

di sviluppare la creatività con

l’allenamento).

L’esercizio delle formalogie

invece ha una finalità. L’idea

filosofica Platonica di archetipo

come pura forma che incarna

le caratteristiche fondamentali

di una cosa è, il più delle volte,

il punto di partenza per la

progettazione.

Se ad esempio ti trovi a

progettare un orologio, è

certo che dall’orologio dovrai

partire; stesso discorso per un

tavolo, una sedia, un volantino.

Per quanto ti possa sforzare

di vagare con la mente,

scomporre l’orologio in funzioni,

ridurre le operazioni possibili

ad addizione, sottrazione,

trasformazione, avrai, da

qualche parte nella mente, il

pensiero di un orologio.

I segni che ti ho proposto infatti

non sono altro che sintesi

grafiche di oggetti-archetipo

mutilati fino ad essere resi

irriconoscibili. Con questa

operazione era mio intento

cercare di non metterti in testa

alcun preconcetto e lasciarti

vagare libero, da un’analogia

all’altra, senza quell’idea da

qualche parte nella tua mente.

Per fare ciò ho mutilato le sintesi

fino a renderle irriconoscibili.

Certo è che, così come Platone

senza barba è pur sempre

Platone, un tavolo menomato è

pur sempre un tavolo.

5 Parola che, è bene ricordarlo, va distinta dal termine serendipity. La serendipity infatti non è “l’eure-ka”. Serendipity è la scoperta di qualcosa di inaspettato (e utile o comunque fruibile, scoprire che si è calpestata una cacca non è Serendipity) che si scopre in un modo/momento inatteso. Ad esempio se andando nel bosco a cercar more ci si imbatte in una bella ragazza, quella è Serendipity; dicendovi che Serendipity è una mora con gli occhi verdi avrete un Insight che vi permetterà, oltre che di cadere nel mio umoristico tranello, di capire la differenza tra Serendipity ed Insight. Serendipity ha a che vedere con la scoperta; l’inisight ha a che vedere con il problem solving.

Page 35: Il non metodo creativo

26

Archetipo

1 Lampada castiglioni

2 Abat Jour

3 Sgabello

Sintesi Menomata

Page 36: Il non metodo creativo

27

Archetipo Sintesi Menomata

4 Piatto

5 Tazzina

6 Tavolo

Page 37: Il non metodo creativo

28

Archetipo Sintesi Menomata

7 Forbici

8 Lampadario

Page 38: Il non metodo creativo

29

Schooler

Mettere via i coriandoli non

è altro che un’attività che

serve a svuotare la mente e

ricaricare le batterie. Jonathan

Schooler, professore di

psicologia e scienze cognitive

della University of California

Santa Barbara, in uno dei

suoi numerosi test cognitivi

sull’insight ci dimostra come

alcune attività che svolgiamo

possono stimolare o frenare

la creatività (intesa qui come

capacità di produrre un alto

numero di soluzioni per lo stesso

problema).

L’esperimento

Schooler mette diverse persone

di fronte allo stesso problema:

trovare un alto numero di

proposte per utilizzare un

mattone. Questi inizialmente

forniscono un buon numero di

risposte nel tempo richiesto.

Scaduto questo tempo ad

ognuno vengono forniti dei

blocchetti lego colorati e ad

ognuno viene dato un compito

diverso:

Alle persone che chiameremo A

e B viene richiesto di costruire

una casetta;

Alle persone C e D viene chiesto

di separare i blocchetti in diversi

colori;

A tutti viene poi richiesto di

tornare nella fase creativa.

Sorprendentemente le persone

A e B non sono più in grado di

fornire che pochissime nuove

soluzioni.

Gli altri due partecipanti, di

contro, sembrano avere un

numero di soluzioni quasi più

alto del precedente. Ed ecco

il motivo per cui hai dovuto

separare i coriandoli.

I mandala

Il rimetterli nella busta invece è

un gesto legato ai mandala, cerchi

di sabbia creati da alcuni buddisti.

Il Mandala, letteralmente

“cerchio”, rappresenta il processo

mediante il quale il cosmo si è

formato dal suo centro; attraverso

un articolato simbolismo

consente una sorta di viaggio

che ci permette di crescere

interiormente.

Coriandoli ossessivo compulsivi

Page 39: Il non metodo creativo

30

I veri Mandala,tuttavia,possono

essere solo mentali, così,al

termine del lavoro, dopo un

certo periodo di tempo, il

mandala viene semplicemente

“distrutto”, spazzando via la

sabbia di cui è composto.

Questo gesto vuole ricordare la

caducità delle cose e la rinascita,

essendo la forza distruttrice

anche una forza che dà la vita.

Gesto ideale per passare alla

nuova fase creativa dei noi fuori di noi.

Page 40: Il non metodo creativo

31

L’esercizio

In questo terzo esercizio, con

lo scopo di uscire dai propri

schemi e non limitare il campo

delle possibilità esclusivamente

alle analogie legate alla sola

influenza del luogo e del

momento vissuto, ho fornito

una lista di personaggi in cui

personificarsi e dai quali è

possibile trarre spunto.

I personaggi

Per la scelta dei personaggi da

una lato, mi sono rifatto alla

creatività che parte dagli stati

dell’Io del modello Analitico

Transazionale fornito, dall’altro

ho utilizzato personaggi

appartenenti a diverse situazioni

e che potessero dare diversi

punti di vista legati ad ambiti e

ambienti in cui non ci si trova

ogni giorno (vedi capitolo sulla

serendipity), considerando in

particolare anche il Priming.

Il Priming

Il Priming è un effetto implicito

della memoria per cui se ad una

persona è mostrata una lista di

parole tra cui appare la parola

”anello” e poi gli viene chiesto di

indicare le parole che iniziano

per “an”, questa persona ha

maggiori probabilità di proporre

la parola anello.

I personaggi servono inoltre a

stimolarti verso il rispetto delle

quattro regole d’oro del metodo

Jaoui che illustrerò più avanti.

Questo ci permette inoltre di

attivare una certa empatia.

Un interessante pre-requisito

dell’empatia, che diamo tutti per

scontato, è la Teoria della Mente

(TdM). La TdM è quel fenomeno

che ci da il senso di alterità. Fino

a 3 / 5 anni infatti non siamo in

grado di capire che una persona,

che non siamo noi, possa avere a

disposizione delle informazioni

che non abbiamo e viceversa.

Per individuare questa capacità

un test: il test di Sally Ann.

Sally Ann

Ad un bambino/a si racconta la

seguente storia.

“C’è un bambino/a che ha una

bambola di nome Sally Anne

(Wimmer & Perner, 1983);

questo bambino/a, prima di

I noi fuori di noi

Page 41: Il non metodo creativo

32

andare a scuola, lascia sempre

la sua bambola sul suo lettino;

un giorno però la sua mamma

decide di lavare la bambola e

la mette in lavatrice. Secondo

te, quando il bambino/a torna

a casa, dove andrà a cercare

la bambola?” “In lavatrice!”

Risponderà il bambino che

ancora non è in grado di fare la

TdM. Per cui mettersi nei panni

di qualcuno è un processo che

aiuta l’empatia.

Page 42: Il non metodo creativo

33

Creatività

Che cos’è la creatività? La

risposta è chiara e semplice:

dipende.

Secondo il dizionario di Oxford

la creatività è “the use of

imagination or original ideas

to create something”, l’uso di

immaginazione o di idee per

creare qualcosa.

Per Bruno Munari, designer,

artista e pedagogo, la creatività

è “tutto ciò che prima non

c’era ma è realizzabile in modo

essenziale e globale”6

Per De Bono, psicologo

americano, è ciò che permette

all’essere umano di arrivare a

trovare soluzioni originali, fuori

dal comune, una via del pensiero

“laterale”7

Hubert Jaoui, esperto di

Creatività Applicata, ci parla della

“triade creatività”8 che include

talento, metodo ed energia.

Daniel Goleman, psicologo e

scrittore statunitense, ci riporta

l’esempio di Teresa Amabile9

che paragona la creatività ad

uno stufato i cui tre ingredienti

fondamentali sono expertise,

la capacità di pensare in modo

creativo e la passione;

Per Richard Florida la creatività

è addirittura qualcosa che

caratterizza una nuova “classe

sociale”, quella creativa, che si

avvia a conquistare il mondo.

La sua triade è delle T (ne

ha tre) Talento, Tecnologia e

Tolleranza10.

Per Jürgen Schmidhuber,

informatico specializzato in

Intelligenza Artificiale la creatività

ha un granché a che vedere

con l’intuizione e la capacità di

riconoscere pattern11.

Per Freud è stata una malattia,

per Berne l’aspirazione degli

esseri umani. Per me una tesi di

laurea.

Creatività e analogia

6 Munari, B, 1977, Da cosa nasce cosa,.7 De Bono, E, 1998, Creatività e pensiero laterale.8 Jaoui, H, 1991, Creatività per tutti.9 Goleman, D, 1992, Lo spirito creativo.10 Richard Florida, 2002, L’ascesa della nuova classe creativa.11 Schmidhuber, Jürgen, 2010, “Formal theory of Creativity, Fun, and Intrinsic Motivation”

Page 43: Il non metodo creativo

34

La creatività, in questo testo è

intesa come capacità di produrre

un ampio numero di soluzioni ad

uno stesso problema.

Pensiero analitico e insight

Si sente spesso parlare

di cervello destro come

responsabile del pensiero

creativo, e cervello sinistro come

responsabile della razionalità.

Più raramente si distingue tra

pensiero analitico ed insight12.

Pensiero analitico

Il pensiero analitico è quello

grazie al quale risolviamo

problemi in modo razionale

vagliando le varie possibilità di

soluzione.

Insight

L’insight invece è quel momento

in cui abbiamo un “eureka”, la

mela di Newton.

Ad esempio se andando nel

bosco a cercar more ci si imbatte

in una bella ragazza, quella

è Serendipity; dicendovi che

Serendipity è una mora con gli

occhi verdi avrete un Insight

che vi permetterà, oltre che

di cadere nel mio umoristico

tranello, di capire la differenza

tra Serendipity ed Insight.

C’è chi, come Mark Beeman,

professore di psicologia nella

facoltà di scienze cognitive

della Northwestern University,

ha cercato di capire se al

ragionamento di un tipo è

associata una specifica rete

neuronale osservando quali

sono i neuroni che si attivano.

L’altro esperimento

Ad oggi Beeman è arrivato

ad avere un database

completo di centinaia di

esperimenti. Per chiarezza

informativa ho suddiviso le fasi

dell’esperimento:

» Far sedere il partecipante di

fronte ad uno schermo;

» Attaccare degli elettrodi

per la rilevazione dell’attività

cerebrale (elettroencefalografia

EEG)

» Fornire al partecipante un

pulsante;

12 parola che, è bene ricordarlo, va distinta dal termine serendipity. La serendipity infatti non è “l’eureka”. Serendipity è la scoperta di qualcosa di inaspettato (e utile o comunque fruibile, scoprire che si è calpestata una cacca non è Serendipity) che si scopre in un modo/momento inatteso. Serendipity ha a che vedere con la scoperta; l’inisight ha a che vedere con il problem solving.

Page 44: Il non metodo creativo

35

» Dare al partecipante le

seguenti indicazioni:

» “Adesso ti mostrerò delle

parole; queste parole hanno

tra di loro una parola comune;

quando individui la parola premi

il pulsante; dopo aver detto

la risposta ad alta voce fammi

anche sapere se hai risolto

l’enigma in modo intuitivo

oppure in modo analitico.

Lo studio ha dimostrato che la

configurazione neuronale che si

attiva per le soluzioni intuitive è il

giro anteriore superiore del lobo

temporale. La parte del cervello

che collega elementi distanti tra di

loro. Ebbene, queste sono le idee

che andiamo cercando: le idee

attaccate per un filo.

Page 45: Il non metodo creativo

36

Parolinglish

Le parole combinate, in italiano,

non aiutano a memorizzare tanto

quanto in inglese perché seguono

l’ordine discendente; ad esempio

analogia > formale; di contro in

lingua inglese si parte dalla sotto-

categoria: shape > analogy.

Per logica preferisco il secondo di

questi due modi di fare. A tal fine

ho deciso di creare delle parole

nuove (e già che c’ero giocose)

che ritengo anche più facili da

memorizzare; chi preferisse

l’italiano ortodosso è libero di

usare i termini tradizionali.

Campologie e formalogie

La mente di un designer che

si trova a progettare un nuovo

oggetto, prendiamo ad esempio

una lampada, cercherà (con ogni

probabilità):

» Delle analogie che chiamerò

field-analogy (in italiano

campologie)*.

» Delle analogie che chiamerò

shape-analogy (in italiano

formalogie).

Le campologie sono le prime

a uscir fuori e scaturiscono

da ciò che è il mondo legato

alle lampade. Per questo field-

analogy. Ecco alcuni esempi:

» “quella lampada arco”

» “la lampada verde degli

interrogatori”

» “quella lampada che ha il mio

amico Mario”

» “la lampada della Pixar”

Questi tipi di analogia sono

utili per darci un principio di

categorizzazione e degli spunti,

ma in genere portano a idee

poco creative e pedisseque.

Curioso notare che si tratta di

Tipo Cognitivo14 (TC), ovvero

descrizioni che richiamano la

categoria di appartenenza del

Contenuto Nucleare (CN) che

viene richiamato.

Analogy as core of creation13

13 Il titolo di questo capitolo parafrasa il discorso di Hofstader intitolato “Analogy as core of cognition”14 Eco, U, 1997, Kant e l’ornitorinco,.

Page 46: Il non metodo creativo

37

Tipo Cognitivo e Contenuto

Nucleare

Il TC è un procedimento per

costruire un’immagine, quel

qualcosa che consente il

riconoscimento di un segno. In

altre parole è un procedimento

per costruire le condizioni di

riconoscibilità e identificazione

di un oggetto. Il TC di una sedia

è ciò che la rende riconoscibile

come tale.

Il TC è privato, io soltanto

posso decidere di interpretare

un segno in quanto sedia

in base al mio processo di

semiosi percettiva. Un TC è la

disposizione a produrre un CN.

Il CN è un fenomeno di accordo

comunicativo, rappresenta

il modo in cui cerchiamo di

chiarire quali tratti compongono

un TC.

Il CN è pubblico, possiamo

considerarlo come la prova che

da qualche parte ci sia un TC.

Il CN fornisce le istruzioni per

l’identificazione del referente.

Posso identificare (o creare)

un TC per una sedia Thonet

n.14 grazie a delle istruzioni

o descrizioni per immagini

parole e rappresentazioni (CN).

Il CM è ciò che comprende

una competenza allargata,

si identifica con il sapere

enciclopedico. E’ la conoscenza

allargata specifica e settoriale.

Perché le formalogie

Le formalogie sono quelle

formali. Questo tipo di analogia

inizierà a mostrarci degli spunti

sicuramente più interessanti. Ad

esempio:

“quell’ostrica sembra una

lampada”; “l’altro giorno ho

visto una balla di fieno e mi

sono chiesto come sarebbe una

lampada di quella forma”.

Cose che non hanno nulla a

che fare tra di loro ma che sono

legate da un filo. Passiamo

quindi dal primo esempio dove

l’analogia è

lampada <=> altre lampade

Ad un secondo tipo di analogia

che è

lampada <=> cose che non sono

lampade

e nell’esercizio che propongo

segni su un foglio <=> cose che

potrebbero essere lampade

Ricordiamo che, in condizioni

normali, le analogie che

vengono prese maggiormente

Page 47: Il non metodo creativo

38

in considerazione dai nostri

schemi mentali saranno quelle

relative al proprio vissuto ed in

particolare al proprio vissuto più

recente.

Senza un richiamo, infatti è

meno probabile prendere in

considerazione elementi che

potrebbero rivelarsi utili alla

risoluzione del problema, se essi

sono lontani da noi nello spazio-

tempo. E’ vero che il cervello può

vedere solo ciò che è preparato

a vedere ma è anche vero che è

maggiormente predisposto ad

intrecciare l’insieme di concetti

che creano la nuova idea se

quest’insieme di concetti è stato

richiamato da poco tempo.

Page 48: Il non metodo creativo

39

L’umorismo

Perché umorismo e creatività

vanno sotto braccio?

L’umorismo accade nel

momento in cui qualcosa di

inaspettato appare di fronte

a noi in modo riconoscibile

stravolgendo l’ordine di ciò che

era.

“...Si percepisce perché ci

costruiamo Tipi Cognitivi...

...che dipendono in gran parte

da determinazioni del campo

stimolante. Per intendere un

segno come tale dobbiamo

prima attivare i processi

percettivi, e cioè dobbiamo

percepire sostanze come forma

ed espressione.” 15

Così Eco introduce il concetto

di modalitá Alfa, ovvero quella

modalitá percettiva tramite

la quale percepiamo un segno

sul piano dell’espressione,

senza dover decidere che

siamo di fronte all’espressione

di una funzione segnica. Si

potrebbe dire che questi

segni sono intrinsecamente

espressivi. “...Ci sono invece

casi in cui per percepire una

sostanza come forma debbo

anzitutto presumere che si

tratti dell’espressione di una

funzione segnica, prodotta

intenzionalmente al fine di

comunicare. Parlerò in tal caso

di modalitá Beta.

È per modalitá Alfa che si

percepisce un quadro... ..come

fosse la “scena” stessa. Solo

a una seconda riflessione si

stabilisce di trovarsi di fronte

ad una funzione segnica. È per

modalitá Beta che si riconosce

la parola casa come tale senza

confonderla con cassa”.16

I segni che ho proposto,

pertanto, seppur presentati

e quindi percepiti come

segni in modalitá Beta, sono

originariamente - e quindi ne

mantengono alcune proprietà

- la sintesi formale di alcuni

oggetti e, in quanto tali, segni la

cui espressività è intrinseca.

Attivatore Creativo

15 Eco, U, 1997, Kant e L’ornitorinco, pp. 33616 Ibidem

Page 49: Il non metodo creativo

40

Similmente, un certo tipo

di umorismo sfrutta le due

modalitá confondendole l’un

l’altra; spingendo cioè il fruitore

verso una percezione per poi

fargli scoprire che in realtà si

tratta dell’altra.

Il meccanismo è lo stesso che

prende luogo, ad esempio,

nell’equazione di Gurioli di cui

parlerò più avanti. Un effetto

sorpresa che nell’apparire genera

in noi una reazione inaspettata.

Grazie all’umorismo posso

introdurre il concetto di

Attivatore Creativo (AC), che

io chiamo così ma sono certo

altri chiameranno avranno già

chiamato in un altro modo. Gli

AC possono essere di primo o di

secondo grado (AC2), vedremo

poi come.

Per introdurre questo concetto

presenterò alcuni esempi dove

l’AC che, presumibilmente,

ha giocato o gioca un ruolo

fondamentale: alcuni libri dello

scrittore Christopher Moore, i

Bunny Suicides di Andy Riley,la

community di Spinoza creata da

Alessandoro Bonino e Stefano

Andreoli, un’opera di Bruno

Munari.

Christopher Moore

Per chi avesse letto i testi di

Moore è possibile rintracciare

tra le pagine un filo conduttore.

Non sto parlando dello stile,

ma dell’idea di fondo; diciamo

pure il “meccanismo” che

Moore ha individuato e che

riesce a sfruttare applicandolo

ad un contesto sempre nuovo;

l’algoritmo creatore delle sue

trame fantastiche;

Moore parte da personaggi

noti al pubblico e ne evidenzia

le caratteristiche più umane

(un simile algoritmo si trova

ad esempio nel film Midnight

in Paris di Woody Allen) poi, di

colpo (!) sorprende con qualcosa

di esterno al contesto (?) che

finisce per sviluppare nel lettore

un alto grado di curiosità (!)17.

Ad esempio in Il vangelo secondo

Biff immagina che un personaggio

(per certi versi l’antitesi di Gesù)

lo abbia accompagnato nella sua

vita precedente ai 30 anni. La

forza della storia sta, ad esempio,

nei “perché” che Gesù avrebbe

potuto chiedersi scoprendo,

a 7 anni di essere in grado di

resurgere lucertole.

17 Di questo parleremo più avanti con l’equazione di Gurioli.

Page 50: Il non metodo creativo

41

Un AC così forte gli permette

di non poter non avere idee

creative a susseguirsi. Bastano

un evento storico, un racconto,

un quadro in poco tempo si

possono accendere una quantità

esponenziale di idee. Per la

realizzazione del testo, certo,

servono altri tipi di processi.

L’AC di Moore potrebbe essere

il seguente:

AC = Evento Storico +

Personaggio Fantastico

Bunny Suicides

Il disegnatore inglese Andy

Riley con il suo bestseller Bunny

Suicides ha trovato un AC tanto

semplice quanto efficace. I suoi

“coniglietti suicidi” infatti sono

irresistibilmente divertenti.

Il suo AC mi ha ricordato il

binomio fantastico di Gianni

Rodari** scrittore, pedagogista e

giornalista italiano, specializzato

in testi per bambini, dove

due parole vengono scelte

a caso e collegate tra di loro

tenendo presente che “occorre

una certa distanza tra le due

parole, occorre che l’una sia

sufficientemente estranea

all’altra, e il loro accostamento

discretamente insolito, perché

l’immaginazione sia costretta a

mettersi in moto per istituire tra

loro un grado di parentela, per

costruire un insieme (fantastico)

in cui due elementi estranei

possano convivere. Perciò

è bene scegliere il binomio

fantastico con l’aiuto del caso.”

(Rodari, G, 1980, p. 20)

Qui l’AC ha due livelli. Il

primo è il binomio fantastico

dei termini “coniglietto” e

“suicida”. Il secondo (AC2) sta

nell’esecuzione.

I coniglietti infatti non

si suicidano con i metodi

“tradizionali” (cappio, cianuro,

pistola ecc) ma in modi che non

sono naturalmente associabili

ad un vero e proprio suicidio.

Ad esempio uno di loro mette

la testa sotto il martello di un

giudice, un altro aspetta la torcia

olimpica nel bracere, un altro

ancora mette del sale nell’occhio

di Sauron.

L’AC2 di Andy Riley potrebbe

coincidere con il cercare la

risposta alla domanda: “come

si suiciderebbe un coniglietto

se dovesse utilizzare un

oggetto.a.caso?”

Immaggino che la fatica più

grande per Riley sia stata quella

di trovare oggetti.a.caso.

Page 51: Il non metodo creativo

42

Una volta trovati, si costringe

la mente a scovare soluzioni

che sono tutt’altro che

fuori dagli schemi (anzi

seguono il preciso schema

coniglietto+oggetto.a.caso per

suicidio) ma risultano creative

per chi quello schema non è

noto.

Spinoza.it

La community di Spinoza.it è

un progetto nato nel 2005 da

Stefano Andreoli e Alessandro

Bonino.

La loro prima intuizione è stata

quella di applicare la satira one-

liner alle notizie di ogni giorno.

La seconda intuizione è stata

quella di condividere la loro

idea online e cercare idee sotto

forma di crowd-sourcing.

Oggi Spinoza è una community

che conta uno staff di circa 30

persone, più di 40.000 iscritti,

oltre 400.000 fan su facebook e

altrettanti su twitter; vanta una

trilogia stampata e ha una sua

rubrica su ilfattoquotidiano.it e

Il fatto quotidiano.

L’AC di Spinoza è

notizia+battuta, AC che su

twitter è ormai una regola.

All’interno della community

le regole sono molto precise,

al punto che sono stati scovati

degli AC ormai eccessivamente

banali (ad esempio le battute

sull’altezza di Brunetta,

l’associazione riferimenti al

bunga-bunga e molte altre)

che se sentite una prima

volta risultano creative, più

di una diventano stucchevoli.

Caratteristica della creatività è

anche l’originalità.

Grazie a questa community ho

avuto la possibilità di studiare

migliaia di battute arrivando

a scoprire che, oltre l’AC

notizia+battuta, esistono anche

degli AC2 che possono essere di

supporto.

Ho scoperto infatti una certa

ricorsività negli incipit delle

battute.

Ad esempio un buon numero

di volte si incontrano i termini

“Ora, Poi, Adesso, Da allora,

Quindi, Forse dopo, Dopo”;

“Ma, Oppure, Però”; “È, Ecco,

Se no, Vedi”; oltre che giochi di

parole; giochi logici (ribaltare

soggetto e oggetto ecc..); elenchi

di tre oggetti appartenenti ad

una categoria con una certa

Page 52: Il non metodo creativo

43

accezione positiva seguiti da

un quarto oggetto che ribalta

l’accezione in negativa; per i

casi in cui la notizia è una frase

virgolettata (ad esempio “”)

una risposta che palesi chi è a

rispondere; e tanti altri.

Con uno sforzo maggiore e

un certo rigore tecnico gli

AC2-Spinoza potrebbero

venir catalogati in modo quasi

scientifico.

Dico quasi scientifico perché

se fosse scientifico il passo

successivo sarebbe quello di

inserirli in una banca dati e

creare un software capace

di produrre battute secondo

tali criteri - cosa che tra l’altro

già accade ma con scarso

successo tranne per qualche

prima eccezione eccellente (ad

esempio l’account twitter @

Horse_ebooks, ritenuto uno dei

personaggi più divertenti del

web non è altro che un bot) - e

rischierei di addentrarmi in ciò

che è il mondo dell’Intelligenza

Artificiale, cosa che

inevitabilmente vorrei trattare

ma a causa di tempo e spazio

dovrò rimandare.

Bruno Munari

“Di Bruno Munari si può dire

tranquillamente che sia stata

una tra le menti più brillanti

del secolo appena concluso e

che la sua opera abbia influito

enormemente sul panorama

artistico contemporaneo,

contribuendo alla rielaborazione

delle sue componenti espressive

e ridefinendo, completamente, i

nostri parametri estetici”18.

Munari è stato uno degli artisti/

designer che maggiormente si è

distinto in quanto a metodologia

e creatività.

Prendo ad esempio la sua

seduta per visite brevi (1945).

Quest’idea (perché non si tratta

di una seduta, ma di un’idea)

è una delle più umoristiche e

creative che mi affiorano nella

mente se cerco di pensare ad

una delle idee più umoristiche e

creative.

Quest’oggetto è stato un AC

involontario per me. E’ proprio

chiedendomi come avesse

potuto una mente creare un

idea così divertente, chiara

ed efficace - per altro nel

18 Versari, E, 2009, “Il falco letterario”

Page 53: Il non metodo creativo

44

1945! - che si è accesa in me

la scintilla che mi ha portato

a pensare come altro da me.

Il passo successivo è stato

quello di cercare di scovare

(o categorizzare) personaggi

esistenti e non che potessero

stimolare in me qualcosa che è

altro da me. Sono poi passato

a vedere se questo principio

funzionasse anche per gli altri

con altri da sé.

Page 54: Il non metodo creativo

45

Il designer parte dal punto A

per arrivare ad un punto B,

tutto quello che c’è in mezzo è il

progetto.

In questo capitolo riassumo

alcune delle metodologie

sviluppate fin’ora da cui sono

partito sia per sintetizzare il mio

processo, sia per confrontarlo

e prendere spunto. Ci sarà

inoltre utile per notare come

non ci sia tra esse una tipologia

di progetto che parte dalla fase

creativa, percorso, il nostro,

che potrebbe essere quindi una

novità.

Gli approcci alla definizione

di una via standardizzata sono

storicamente innumerevoli, qui

ne confronterò alcuni cercando

di evidenziare i punti che hanno

in comune.

Il fine ultimo di questo capitolo

è chiarire al lettore in quali fasi

della progettazione intendo

fornire alcuni strumenti.

Ri-Bruno Munari

Per Bruno Munari19 il percorso

progettuale è scientifico. Munari

suddivide la progettazione

chirurgicamente nelle fasi:

» P Percezione del problema;

» DP Definizione del problema;

» CP Componimenti del

problema;

» RD Raccolta Dati;

» AD Analisi dei Dati;

» C Creatività;

» MT Materiali e Tecnologie;

» SP Sperimentazione;

» M Modelli;

» V Verifica

» DC Disegni Costruttivi;

» S Soluzione;

Progetto

19 Munari, B, 1981, Da cosa nasce cosa, p. 63.

Page 55: Il non metodo creativo

46

Hubert Jaoui

Jaoui, sebbene non si rivolga

direttamente al designer,

ha spezzettato il processo

progettuale/creativo di

soluzione di un problema in

5 tappe note con l’acronimo

PAPSA20 e sono Percezione,

Analisi, Produzione, Selezione,

Applicazione

Percezione

Nella fase di Percezione si

suggerisce di lasciar fluire alla

mente, in modo libero e senza

filtri e soprattutto applicando le

regole del brainstorming21 tutto

ciò che circonda il problema.

Analisi

È la fase in cui si riorganizzano gli

elementi che sono emersi nella

fase di Percezione e si sceglie il

problema/soluzione da risolvere.

Produzione

In questa fase bisogna

proporre almeno cinque idee

per la soluzione del problema

individuato.

Selezione

Ora bisogna scegliere l’opzione

che ci sembra rispondere meglio

al problema iniziale.

Applicazione

Infine bisogna darsi da fare

mettendo in atto la soluzione

prescelta.

20 Jaoui, H, 1991, Creatività per tutti p.55-9221 Le quattro regole d’oro vengono ricordate con l’acronimo CQEM; C come critica abolita, evitare la censura; Q come quantità anzitutto, ovvero produrre il maggior numero di soluzioni possibili; E come estrosità benvenuta, incentivare quindi le idee inusuali; M come moltiplicazione sistematica, ovvero non fermarsi ad un’idea ma progredire nei legami logici che da essa si possono ottenere.

Page 56: Il non metodo creativo

47

L’equazione di Gurioli !?!

La sequenza !?! sta ad indicare

tre fasi distinte del processo

di percezione di un oggetto da

parte di una persona che non lo

ha mai visto prima.

! bellooooo!

? cos’è?

! lo voglioooo!

In questo caso si parte

dall’obiettivo che l’oggetto

dovrà suscitare. Il processo

progettuale si sviluppa poi in 3

fasi.

Si propone un oggetto e

quest’oggeto va descritto in

più modi. Man mano che lo si

descrive ci si accorge delle varie

funzioni che esso assume (ad

esempio un paio d’occhiali si

trasforma facilmente in un’arma

di difesa (“non si picchia uno con

gli occhiali).

Questa fase, dove non ci sono

filtri, precede la fase della

selezione. Dopo la selezione

dell’idea migliore si entra

nel vivo della produzione dei

modelli, poi fase sperimentale e

prototipo finito.

Yoshiro Nakamatsu

Yoshiro Nakamatsu, un

inventore giapponese che

pare abbia sviluppato più di un

milione di brevetti, arriva alle

soluzioni per i suoi progetti

immergendosi in una piscina con

carta e matita (a tal proposito ha

inventato un set carta e matita

che può scrivere sott’acqua).

Una volta in acqua si mette a

pensare alla soluzione e allo

stesso tempo cerca di arrivare

all’asfissia (“a 0,5 secondi dalla

morte”, dice lui) e in quel preciso

istante l’idea si materializza.

Nakamatsu ha anche un bagno

completamente ricoperto d’oro

per pensare meglio.

Sintesi

Ognuno di questi metodi,

persino quello dell’eccentrico

Nakamatsu, inizia con una fase

dove che parte dalla ricerca di

una soluzione ad un problema

noto. Cercando una sintesi

essenziale del progetto è

possibile distinguere tre macro-

fasi: la fase analitica (analisi),

la fase creativa (creatività) e

la fase risolutiva/di selezione

(selezione). Ognuno di questi

approcci parti quindi dal

presupposto che il problema

Page 57: Il non metodo creativo

48

che si va risolvendo è in qualche

modo già definito.

Gli strumenti che presento

cercano invece di liberare

completamente la mente

dai vincoli della ricerca di

una soluzione, modificando

la sequenza logica

analisi>creatività>selezione

in creatività>selezione, ed

eliminando l’analisi dal processo

progettuale conscio.

La fase di analisi però

rimane all’interno del

processo in quanto è stata

svolta a priori (tramite il

processo di individuazione di

archetipi>sintesi>mutilazione)

e viene proposta al designer

sotto forma di segno privo di

significato.

Page 58: Il non metodo creativo

49

I risultati dei workshop

realizzati con strumenti analoghi

a quelli presentati in questo

testo sono molto promettenti.

Nella tabella che segue è

possibile osservare i risultati

dello studio quantitativo del

workshop svolto durante

l’anno accademico 2012/13

in collaborazione con la

docente di Metodologia della

Progettazione I dell’ISIA di

Faenza, Silvia Cogo e gli studenti

del I Anno I Livello.

Le statistiche

Le statistiche sul totale delle

risposte date dagli studenti nelle

due differenti fasi ci mostrano

come nella seconda il numero

di risposte arriva a più che

raddoppiare, nonostante gli

studenti si fossero dichiarati

saturi.

In blu il numero di soluzioni

fornite dagli studenti dopo un

esercizio analogo a formalogia.

Risultati

Page 59: Il non metodo creativo

50

Page 60: Il non metodo creativo

51

Questa fase è terminata quando

24 dei 26 studenti si sono detti

non in grado di produrre altre

soluzioni. In rosso il numero di

soluzioni proposte con i noi fuori

di noi.

Durante questa seconda fase

è stata peraltro proiettata a

parete l’immagine del quadretto

fornito insieme al testo. Le

soluzioni sono fornite sono

state successivamente declinate

in una serie simile a quella dei

coniglietti di Andy Riley di cui

riporto qualche esempio.

In dettaglio e non solo in media,

è interessante notare come per

la maggior parte degli studenti

(21 su 27) la seconda fase abbia

portato almeno a raddoppiare

il numero di soluzioni. Il

“peggior” risultato, ed uso le

virgolette perché il termine

peggiore possiede in se una

qualità negativa che non è mia

intenzione trasmettere, è un

incremento del 40%. 7 studenti

- 1/4 del totale! - hanno più che

triplicato il numero di risposte.

Page 61: Il non metodo creativo

52

Page 62: Il non metodo creativo

53

Tra le risposte sono molti gli

spunti creativi che possono

essere sfruttati come ispirazione

per diversi oggetti. Per analogia

formale sono nati senza ombra

di dubbio alcuni degli oggetti

che riporto di seguito - molti dei

quali appartenenti alla categoria

“ludic design”, probabilmente

a causa dello stato di Bambino

Libero che risveglia nel fruitore

- dove il rapporto tra forma

e funzione sembra far parte

dell’oggetto.

È quasi come se l’inusuale

non sia tanto nel fatto che un

cavatappi possa chiamarsi Anna

G, quanto nel fatto che Anna

G possa anche funzionare da

cavatappo.

Oggetti

Page 63: Il non metodo creativo

54

Anna G

1994

Alessi

Alessandro Mendini

Parrot

2004

Alessi

Alessandro Mendini

Page 64: Il non metodo creativo

55

Ninja mug

2013

Creative

Coffee Mugs

Tongue-in-chic mugs

2012

Designboom competition

Yael Kristal

Page 65: Il non metodo creativo

56

Balloon lamp

2012

Estiluz

CrousCalogero

FaceOn plates

2012

Boguslaw Sliwinski

Page 66: Il non metodo creativo

57

Bouloum Lounge

1969

Arconas

Olivier Mourgu

Joe Lounge Chair

1966

Heller

De Pas, D’Urbino & Lomazzi

Page 67: Il non metodo creativo

58

Bloom My Body

2008

Niels van Eijk

and

Miriam van der Lubbe

Peaceful Bomb

2011

Ckie

Yanko Design

Page 68: Il non metodo creativo

59

Insieme ad un riassunto del

metodo creativo per il designer.

Fornisco di seguito le indicazioni

necessarie per la creazione di un

workshop - partendo dalla fase

che ho prima individuato come

analitica - con degli esercizi volti

a specifiche categorie di oggetti.

A tal fine si possono suddividere

le indicazioni in due macro fasi:

una fase di sviluppo ed una fase

di fruizione.

Lo sviluppo

» Individuare gli oggetti di

interesse da proporre;

» Sintetizzarli graficamente;

» “Menomare” i segni

per renderli pressoché

irriconoscibili;

La fruizione

» Assicurarsi di avere con se

tutto il materiale necessario

(carta e penna, sveglia,

coriandoli, snak);

» Trovare un luogo tranquillo

» Rilassarsi e mettere il

Bambino Libero in condizione di

esprimersi.

» Formalogia;

» Coriandoli ossessivo

compulsivi;

» Noi fuori di noi;

» Seluzione;

Riassunto conclusivo

Page 69: Il non metodo creativo

60

Esemiplifazione

Sviluppo

Questo è un esempio di

applicazione per un progetto

che utilizza la ceramica.

Individuazione

Individuati oggetti-archetipo in

ambito ceramico:

» Bidet

» Bottiglia

» Camino

» Caraffa

» Forno

» Mattone

» Piastrella

» Piatto

» Salvadanaio

» Tazza

» Tazzina

» Tegola

» Toilette

» Vasi

Sintesi

Li ho sintetizzati graficamente

(colonna di sinistra)

Menomazione

E mutilati fino a renderli

irriconoscibili (colonna di

destra).

Page 70: Il non metodo creativo

61

Sintesi Menomazione

Page 71: Il non metodo creativo

62

Sintesi Menomazione

Page 72: Il non metodo creativo

63

Sintesi Menomazione

Page 73: Il non metodo creativo

64

Sintesi Menomazione

Page 74: Il non metodo creativo

65

Sintesi Menomazione

Page 75: Il non metodo creativo

66

La fruizione

Ho trovato un posto tranquillo,

assicurandomi di avere tutto il

materiale necessario seguendo

le istruzioni.

Formalogia

Per ognuna delle sintesi

mutilate ho cercato un

ampio numero di soluzioni, di

seguito riporto quelle relative

all’immagine della bottiglia;

» Goccia

» Lumaca

» Lampadina

» Serpente

» Goccia

» Spirale

Ancora coriandoli

Ho riordinato i coriandoli e li ho

rimessi nel loro sacchetto.

Noi fuori di noi

Page 76: Il non metodo creativo

67

Affamato

Appena lasciato dal partner

Ascoltatore

Bambino

Business man

Cane

Gatto

Lavora allo Zoo

Logorroico

Macellaio

Mamma

Maniaco sessuale

Margherita Hack

Marinaio

Meccanico

Miglior amico

Persona senza olfatto

Povero

Scrittore

Teenager che odia tutto e tutti

Uccello

» Saccapoche

» Lacrima

» Nuvoletta dei fumetti

» Paperino

» Salvadanaio

» Guinzaglio

» Cane al guinzaglio

» Nuvoletta dei fumetti

» Nuvoletta dei fumetti

» Accetta da macellaio

» Abbraccio

» Buco di una serratura

» Galassia

» Pipa

» Goccia d’olio

» Cuore

» Boccetta per il profumo

» Busta della spazzatura

» Penna che sta finendo

» Il filo di un ipod

» Nido

Personaggi Soluzioni

Page 77: Il non metodo creativo

68

Seluzione

Ho ottenuto un ampia gamma

di idee (ricordiamo che sto

riportando soltanto quelle

relative al simbolo bottiglia),

alcune delle quali sotto la

categoria “una bottiglia a forma

di…” altre come “oggetto da

considerare per sviluppi futuri”.

Di seguito riporto gli esempi dei

quali sarà facile - per chi avesse

letto questa tesi - intuire il

processo ideativo.

» Una bottiglia di ceramica

dove scrivere i messaggi di buon

giorno, da vendere insieme ad

un pennarello delebile.

» Una bottiglietta per profumo

a forma di goccia.

» Due bottiglie che unite

formano un cuore.

» Una brocca che appoggiata

su un fianco è ornamentale (a

forma di lumaca, di paperino

o altri esserini) ma può essere

utilizzata normalmente.

» Una brocca a forma di goccia

2D, bucata, dove il liquido si

versa nel perimetro.

Page 78: Il non metodo creativo

69

Andreoli, Stefano e Bonino,

Alessandro, 2012, Spinoza, qualcosa di completamente diverso, Aliberti

Arnheim, Rudolf, 1954, Arte e percezione visiva, Feltrinelli

Cannon, Walter, 1927, “The James-Lange Theory of Emotions: A Critical Examination and an Alternative Theory”. The American Journal of Psychology 39

De Bono, Edward, 1998,

Creatività e pensiero laterale, Rizzoli

Eco, Umberto 1997, Kant e l’ornitorinco, Bompiani

Fregola, Cesare e Olmetti Peja,

Daniela, 2007, Superare un esame, EdiSES

Gregory, Richard, 1970, Eye and Brain, http://tinyurl.com/EyeAndBrain

Goleman, Daniel e Ray, Michael

e Kaufman, Paul, 1992, Lo spirito creativo, Rizzoli

Gould, Stephen Jay , 1979

“Mickey Mouse meets Konrad Lorenz” http://tinyurl.com/

topolinoevo

Hofstader, Douglas, 1979,

Gödel, Escher, Bach

Hubel, David H, 1982,

“Explorations of the primary

visual cortex”

Jaoui, Hubert, 1991,

Creatività per tutti, Francoangeli

James, Muriel e Jongeward,

Dorothy, 1987, Nati per vincere,

San paolo

James, William, 1880, the

association of Ideas

Kanisza, Gaetano, 1955,

“Condizioni ed effetti della

trasparenza fenomenica”

Ludovic, Ferrand e New, Boris,

2003, “Semantic and Associative

Priming in the Mental Lexicon”

http://tinyurl.com/MFPriming

Moore, Christopher, 2010,

Il vangelo secondo Biff, l’amico d’infanzia di Gesù, Elliot Edizioni

Moore, Christopher, 2012, Sacré Bleu, Elliot Edizioni

Moore, Christopher, 2012,

Il vangelo secondo Biff, Elliot Edizioni

Bibliografia

Page 79: Il non metodo creativo

70

Morin, Edgar, 1999, I sette saperi del futuro, Raffaello Cortina Editore

Munari, Bruno, 1977, Fantasia, Laterza

Munari, Bruno, 1981, Da cosa nasce cosa, Laterza

Newton Trudi, “Developing Creativity”, http://tinyurl.com/TrudiNewton

Raudsepp, Eugene e Hough Jr.,

G.P, 1983, Giochi per sviluppare la creatività, FrancoAngeli

Riley, Andy, 2003, The Book

of Bunny Suicides, Hodder &

Stoughton

Riley, Andy, 2004, Return of

the Bunny Suicides, Hodder &

Stoughton

Rodari, Gianni, 1973,

Grammatica della fantasia, Einaudi Ragazzi

Roland Johnsson, 2011,

Transnational Analysis in Psychotherapy, http://tinyurl.

com/TAinPT

Schmidhuber, Jürgen, 2010,

“Formal theory of Creativity, Fun, and Intrinsic Motivation” www.tinyurl.com/CreativityFT

Versari, Enrico, 2009 “Il Falco Letterario”

Page 80: Il non metodo creativo

71

Hofstader, Douglas, 2009,

Analogy as the Core of Cognition, youtube, www.tinyurl/

AnalogyasCoreofcognition

Josh Green, http://www.wjh.

harvard.edu/~jgreene/

Sapolsky, Robert, 2011

Stanford lessons da 1 a 25,

youtube, http://tinyurl.com/

Sapolsky1

Blog Spinoza, www.spinoza.it

Mark Beeman www.groups.

psych.northwestern.edu/

mbeeman/

Sitografia

Page 81: Il non metodo creativo

72

Page 82: Il non metodo creativo