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NORME DI COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti. Gli scritti inviati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono leopinioni personali dell’Autore, che ne assume direttamente la responsabilità e garantisce il rispettodella normativa vigente sul copyright rispetto a testo e immagini. «Rivista Militare», al momento del-l’elargizione del compenso, ne acquisisce automaticamente la proprietà e ne può disporre secondoquanto stabilito dalle leggi sull’editoria. Il materiale fornito, pubblicato o meno, non viene comunquerestituito. Ogni collaboratore deve inviare, oltre a un breve curriculum, il proprio codice fiscale, un re-capito telefonico e l’eventuale indirizzo e-mail.Tutti i dati personali forniti sono trattati secondo le vigenti norme sulla tutela della privacy.
«Rivista Militare» ha lo scopo di estendere eaggiornare la preparazione tecnica e professionaledel personale dell’Esercito e di far conoscere, alla
pubblica opinione, i temi della difesa e dellasicurezza. A tal fine, costituisce organo di
diffusione del pensiero militare e palestra di studioe di dibattito. «Rivista Militare» è quindi un
giornale che si prefigge di informare, comunicare e fare cultura.
EditoreMinistero ddella DDifesa
Direttore RResponsabileMarco CCiampini
CCaappii RReeddaattttoorriiLuigino Cerbo, Giuseppe Fernando Musillo
RReeddaazziioonneeDomenico Spoliti, Stefano Massaro, ClaudioAngelini, Lorenzo Nacca, Annarita Laurenzi,
Marcello Ciriminna, Lia Nardella
GGrraaffiiccaaAntonio Dosa, Ubaldo Russo
SSeeggrreetteerriiaa ee ddiiffffuussiioonneeResponsabile: Riccardo De Santis
Addetti: Franco De Santis, Carlo Livoli,Gabriele Giommetti, Giosuè Parolisi, Stefano
Rubino, Sergio Gabriele De Rosa
DDiirreezziioonnee ee RReeddaazziioonneeVia di S. Marco, 8 - 00186 Roma
Tel. 06 47357373 Fax 06 47358139
AAmmmmiinniissttrraazziioonneeUfficio Amministrazione dello Stato Maggiore
dell’Esercito, Via Napoli, 42 Roma
FFoottoolliittoo ee SSttaammppaaAntica Tipografia dal 1876 S.r.l.
Piazza delle Cinque Lune, 113 - 00186 Roma
SSppeeddiizziioonneeIn abbonamento postale 70% Roma
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CCoonnddiizziioonnii ddii cceessssiioonnee ppeerr iill 22001111Un fascicolo Euro 4
Un fascicolo arretrato Euro 6 Abbonamento: Italia Euro 15, estero Euro 21.L’importo deve essere versato su c/c postale22521009 intestato a Centro Pubblicistica
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Il nostro indirizzo e-mailè il seguente
RIV
ISTA
MIL
ITARE
Sommario n.3/2011 luglio-agosto-settembre
La Cina e il grande gioco di Pietro Batacchi
2 giugno 2011. Celebrata la Festa della Repubblica
Editoriale
I presupposti storicidella NATOdi Stefano Angeloni
Dallo scudo spazialealla difesa antimissilidi Luigi Robello
Il terrorismo CBRN oggidi Fabrizio Giardinie Salvatore Bizzarro
Etica militare e valori eticidi Ciro Forte
La caserma n. 57 sede di ITALFOR a Kabuldi Mauro D’Ubaldi
L’Ufficiale di collegamentonelle operazioni fuori areadi Riccardo Caimmi
Il Servizio di Vigilanzad’Areadi Francesco Patrone
La sicurezza percepitadall’opinione pubblicadi Antonio Picasso
Dalla Drôle de guerre allaSeconda Guerra Mondialedi Tullio Vidulich
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Approfondimenti
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Rubriche
La Divisione di Fanteria«Acqui» sull’isoladi Cefaloniadi Giuseppe Fernando Musillo
Carlo Call soldato veterinariodelle bande irregolaria cavallo dell’Amharadi Gualtiero Stefanon
L’alta qualità dell’addestramento unita allesempre vive e gloriose tradizioni della speciali-tà rendono gli Alpini un Corpo di fanteria leg-gera tra i migliori al mondo.
in copertina
1EDITORIALE
Dopo più di tre anni lascio la direzione della «Rivista Militare». È stata una bel-lissima esperienza e il rammarico è grande.
La cultura militare è una parte fondamentale della cultura in generale ed è bene quin-di che, come in tutte le società, venga coltivata e diffusa affinché la società stessacresca. Cultura militare significa un po' tutto: sociologia, psicologia, storia, arte mi-litare, e tanti altri aspetti che sono intimamente connessi con la vita militare stessa eche hanno al centro l'«Uomo» inteso come elemento assoluto e imprescindibile delnostro Esercito. Cultura non significa però assunzione asettica ancorché copiosa diinformazioni o di tecniche specifiche ma significa soprattutto partecipazione consa-pevole e produttiva alla vita collettiva di una Istituzione, capacità di critica costrut-tiva, innovazione creativa del pensiero nel «pensare» la società stessa, le relazionitra i suoi componenti, le tecniche e le procedure da adottare e i valori di cui la stessadeve essere sostanziata, valori che, nel caso dell'Esercito, sono anche quelli tradizio-nali da cui mai si deve prescindere pur con uno sguardo attento e profondo alla mo-dernità e agli sviluppi creativi. Non bisogna poi dimenticare che cultura è soprattut-to discussione franca, libera e leale, tesa a superare tesi e antitesi consolidate in sem-pre superiori sintesi.«Rivista Militare» ha sempre cercato di realizzare, anche attraverso l'esplorazioneincisiva sul campo di tutti gli aspetti della vita militare e della vita civile, questo ti-po di cultura e diffonderlo nell'Esercito e al di fuori di esso collegandosi alle più di-sparate realtà nazionali e ad ogni ambito di attività, da quello strettamente tecnico etecnologico a quello più propriamente manageriale. Risalto particolare è stato datoalle attività altamente meritorie che tutti i nostri militari, donne o uomini, svolgononei teatri operativi esteri e anche sul territorio nazionale, perché è necessario che lefatiche e il lavoro, senza voler fare retorica, dei nostri militari siano valutati e ap-prezzati da tutti e da noi stessi in primo luogo. Lavoro e attività che non sono e maidevono essere fini a se stessi ma sempre al servizio della collettività. Lo dimostrano inostri soldati quando, pur in condizioni difficili, si prodigano a favore delle popola-zioni senza peraltro mai perdere di vista l'efficacia e l'efficienza che, come militari,devono mantenere anche quando le situazioni sul terreno impongono una condottaforte. «Rivista Militare» è, quindi, anche un «trait d'union» tra l'Esercito e la societàcivile perché esso è parte integrante e imprescindibile della società stessa.Non è necessario fare bilanci, perché l'unico vero bilancio è nella passione e nell'intel-ligenza con le quali si affrontano le situazioni e le sfide del futuro: nei miei collabo-ratori non sono mai mancate; ho trovato un team eccezionale di militari e civili desi-derosi di condividere e di realizzare questo progetto culturale di ampio respiro. Im-portante è stato altresì l’apporto sempre positivo, costruttivo e interessato, a volteanche critico, dei lettori che sono anch’essi parte integrante del tessuto culturale del-la nostra Rivista e che auspico possano dare anche in futuro il loro attento contribu-to. Diffondere cultura e far partecipare è l’essenza della Rivista in modo tale che i va-lori tradizionali e le opinioni mature consolidate degli anziani, la voglia di nuovo el’energia creatrice dei giovani, possano fondersi in un «unicum» potente in grado didare sempre nuova linfa vitale al nostro amato Esercito.Al mio successore Colonnello Francesco Paolo D’Emilio, che mi onoro di avere comeamico da tantissimi anni e di cui ben conosco le altissime doti di professionalità ecultura, auguro ogni fortuna in questa nuova sfida e al personale della Rivista, cheringrazio con profondo affetto, di conseguire come sempre brillanti risultati.
IL DIRETTORE
RIIVV
IISSTTAA
MIILL
IITTAARREE
n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 10
LA CINA E IL GRANDE GIOCO
CHINA AND THE BIG GAME
Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan,Turkmenistan, Uzbekistan. General-mente, vengono chiamati «stan coun-tries», un modo per accomunare questiPaesi nella medesima trama facendodell’Asia Centrale un tutt’uno geopoliticoe geostrategico. Qui, nel cuore del conti-nente eurasiatico, si sta giocando unadelle partite più intricate dell’attualesistema internazionale. Un nuovo «gran-de gioco» di kiplinghiana memoria. Nell’Ottocento l’Impero Britannico ten-tava di difendere la sua colonia indianadall’espansionismo russo, desiderosodi spingersi verso gli agognati maricaldi del sud. Oggi la competizione riguarda le risorseenergetiche e la sicurezza. Russia e StatiUniti sono i protagonisti di questa riedi-zione del canovaccio kiplinghiano, manegli ultimi tempi anche la Cina stadicendo con voce sempre più forte la sua.Pechino ha due obiettivi di fondo: sod-disfare, sul piano interno, il crescentebisogno di risorse energetiche e mante-nere la stabilità della regione per evita-re ripercussioni sulla movimentataregione musulmana dello Xinjiang.
Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan,Turkmenistan, Uzbekistan are all toge-
ther called "stan countries", so as tounite them in the same plot and makeCentral Asia into a geopolitical and
geostrategical whole. Here, at the heartof the Eurasian continent, one of the
most intricate games of the internatio-nal system is taking place. A new "big
game" of kiplingan memory.In the nineteenth century, the British
Empire tried to defend its Indian colonyfrom Russian expansionism, which was
directed at the warm southern seas .Today, competition revolves around
energy sources and security. Russia andthe United States are the protagonists
of this new edition of Kipling's plot,but, in recent times, also China ismaking its voice heard even more.
Beijing has two basic objectives: one isto satisfy, on the domestic level, the
growing need for energy resources andthe other is to maintain stability in the
region in order to avoid any negativeimpact on the turbulent Muslim
region of Xinjiang.
Pietro BatacchiAnalista Ce.S.I.
RIIVV
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MIILL
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 20
I PRESUPPOSTI STORICI DELLA NATO
THE HISTORIC CONDITIONS
OF NATO
Stefano AngeloniCapitano, in servizio presso
la Scuola Lingue Estere dell’Esercito
L’Alleanza atlantica è stata ungrosso successo della connessionefra diplomazia e militari, creandouna mentalità comune nel campodella difesa e della sicurezza. Hapermesso agli europei di sentirsisicuri e agli Stati Uniti di avere ap-poggi in Europa. Ma, soprattutto,ha consentito di creare una comu-nità di difesa che altrimenti nonsarebbe stata possibile.
The Atlantic Alliance has been a great success forthe connection it created between diplomacy andthe military, which has been fostering a commonmentality in the field of defense and security.This allowed the Europeans to feel safe and theUnited States to have support in Europe. But,above all, it has created a defense communitywhich could not have been otherwise possible.
RIIVV
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 24
DALLO SCUDO SPAZIALEALLA DIFESA ANTIMISSILI
FROM THESPACE SHIELD
TO MISSILEDEFENSE
Se si ripercorre la storia degli eventi che hannocaratterizzato i tentativi statunitensi di schierareun sistema di difesa antimissile ci si accorge cheesiste un evidente filo rosso che li collega tuttitra loro: sia nelle motivazioni portate per giusti-ficare le considerevoli risorse industriali, scien-tifiche, manageriali e organizzative dedicate finora, sia negli altrettanto enormi costi di ogniprogramma.
Luigi RobelloTenente Colonnello,
in servizio pressoil 1° reggimento AVES «Antares»
If we go over the history of the events that havecharacterized U.S. attempts to deploy a missiledefense system, we realize that there is a clearred thread connecting them to one another, withregard to both the explanations offered to justifythe considerable industrial, scientific, manage-rial and organizational resources so far devotedto it and the equally enormous costs of each pro-gram.
RIIVV
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 28
L’UFFICIALE DI COLLEGAMENTONELLE OPERAZIONI FUORI AREA
THE LIAISON OFFICER IN OUT OF AREA OPERATIONS
L’Ufficiale di collegamento è unafigura di sicuro spessore professio-nale, ma duttile, aspetto che ne hareso agevole l’impiego in più setto-ri, tanto in Patria che all’estero,consentendo di attribuirle un’am-pia gamma di compiti. Fuori area,ed in particolare nelle operazionidell’Alleanza Atlantica, questa fi-gura è divenuta indispensabile; sipensi ai principali Teatri Operatividove vi è la necessità di collegaretra loro i settori affidati alle GrandiUnità multinazionali schierate sulterreno e nel contempo mantenereil legame con le forze alleate ope-ranti sotto diverso mandato, non-chè con quelle di sicurezza e gover-native del Paese ove si opera.
The Liaison Officer is a professional figure of sure preminence and at the same time flexi-ble, therefore easily assigned to different sectors and to a wide range of tasks, both at ho-me and abroad. Out of area, and in particular in operations carried out by the AtlanticAlliance, this figure is desperately needed. Let's think, for example, to the main Operatio-nal Theaters where the areas entrusted to multinational Large Units deployed on theground must be connected and at the same time the link with allied forces operating un-der a different mandate must be maintained, as well as the link with the security forcesand government of the country where it operates.
Riccardo CaimmiColonnello, in servizio pressoil Raggruppamento UnitàAddestrative dell’Esercito
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 34
ETICA MILITARE E VALORI ETICI
MILITARY ETHICSAND VALUES
Ciro ForteTenente Colonnello,in servizio pressolo Stato Maggiore della Difesa
La sempre più pressante richiestadi intervento oltremare rivolta alleForze Armate italiane rende oggi ildibattito etico-militare tema di for-te attualità sia nel contesto orga-nizzativo che nel più ampio ambi-to sociale. L’apprezzato contributointernazionalmente riconosciuto ainostri soldati impegnati nelle variearee di crisi nella ricostruzionedelle Istituzioni democratiche harievocato, infatti, taluni valori su-scitando il vivo interesse dell’opi-nione pubblica.
The increasingly urgent request for assistanceaddressed to the Italian Armed Forces overseasmakes the military-ethical debate a highly topi-cal theme in both the organizational context andthe wider social sphere. The internationally reco-gnized contribution to our soldiers engaged invarious crisis areas in the reconstruction of de-mocratic institutions has in fact evoked certainvalues and aroused a strong interest in the pu-blic opinion.
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 42
IL SERVIZIO DI VIGILANZA D’AREA
THE SERVICE OF AREA SUPERVISION
Francesco PatroneGenerale di Brigata,
Capo Ufficio Coordinamentodei Servizi di Vigilanza d’Area
Nell’ambito della Forza Armata(F.A.) «Esercito» i Comandanti, atutti i livelli ordinativi, hannosempre tenuto in considerazioneche la loro azione andava ad eserci-tarsi su persone aventi una lorosensibilità, un loro modo di pensa-re, un loro modo di rendersi contodelle cose.In sintesi, tutte e ciascuna in pos-sesso di una propria esperienza divita, di una particolare conoscenzaculturale e di una personale pro-fessionalità.Per questa ragione, tale azione di co-mando è stata sempre improntata aistruire, addestrare e impiegare tuttele risorse umane (queste, in fin deiconti, sono sempre risultate le nostrerisorse più preziose e la ragione delnostro successo) e utilizzare ognimezzo, materiale e attrezzatura di-sponibile al fine di creare, in un con-testo sicuro, una realtà competitiva edi qualità, in prima linea nello sforzodi modernizzazione del Paese, nelmiglioramento della qualità della vi-ta e nella salvaguardia dell’ambiente.In altri termini, cercando di segui-re una linea di condotta costante fi-nalizzata, in ogni circostanza, più aprevenire che a reprimere ma, tut-tavia, senza mai transigere.
Within the Armed Force "Army", Commanders at all levels of order have always takeninto consideration that their action has repercussions on people, who have their ownsensitivity, their own way of thinking, their way of being aware of things and who eachhave their own life experience, a particular cultural knowledge and a professional com-petence.For this reason, the action of command has always been marked by the will to educate,train and deploy all human resources (which, after all, has always been our most pre-cious resource and the reason for our success), and to use every available means, mate-rial and equipment in order to create, in a safe environment, a competent and competiti-ve reality, able to be in the forefront in an effort to modernize the country, improve thequality of life and protect the environment.All this is carried out trying to follow a consistent course of action, intended, in everycircumstance, more to prevent than repress, but, however, without ever making compro-mises.
RIIVV
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 52
IL TERRORISMO CBRN OGGI
CBRN TERRORISMTODAY
Fabrizio GiardiniTenente Colonnello,
in servizio presso l’Ufficio Storico delloStato Maggiore dell’Esercito e già
Comandante del I battaglionedel 7° reggimento Difesa NBC «Cremona»
Salvatore BizzarroCapitano, in servizio presso
il 7° reggimento Difesa NBC «Cremona»
Il panorama geopolitico internazio-nale è caratterizzato da una minac-cia terroristica, in cui si inserisce ilpericolo derivante da un attaccoCBRN (Chimico, Biologico, Radio-logico, Nucleare). Per fronteggiareciò occorre uno sforzo sinergico checoinvolga anche le massime orga-nizzazioni internazionali e, in pri-mis, la NATO.
The international geopolitical scenario is cha-racterized by a terrorist threat, where also thedanger of an attack CBRN (Chemical, Biological,Radiological, Nuclear) is present. In order to co-pe with it, a synergistic effort is required by allthe highest international organizations and,above all, the NATO.
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 58
LA CASERMA N.57SEDE DI ITALFOR A KABUL
THE BARRACKS NO.57,BRANCH OFFICE OFITALFOR IN KABUL
La storia della «Caserma 57», un’installazionemilitare costruita dai sovietici a 10 km a nordestdi Kabul, testimone attiva degli ultimi trent’annidi storia afgana, ospitando truppe di occupazio-ne russe, truppe irregolari afgane inquadrate nel-l’Alleanza del Nord e reparti dei contingenti ita-liani, greci e norvegesi, nonchè personale unghe-rese, turco, romeno, belga e di altri Paesi, nel-l’ambito della missione ISAF.
Here is the history of the "Barracks 57," a military installation built by the Soviets tenkilometers northeast of Kabul and an active witness to the last thirty years of Afghan hi-story. It has been hosting Russian occupation troops, Afghan irregular troops assigned tothe Northern Alliance and units of Italian, Greek and Norwegian contingents, as well asHungarian, Turkish, Rumanian, Belgian and other countries' personnel, as part of theISAF mission.
Mauro D’UbaldiColonnello,Capo Ufficio CoordinamentoLogistico dello SME
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 68
LA SICUREZZA PERCEPITADALL’OPINIONE PUBBLICA
THE SECURITYPERCEIVED BY PUBLIC OPINION
Sullo sfondo di un contesto sociale, politico ed economico attraversato da repentinimutamenti e crisi di diversa entità, il concetto di sicurezza si staglia in tutta la suaimportanza e complessità. In particolare, è la percezione della sicurezza da parte delsingolo cittadino e della società civile a richiedere un’attenta e mirata riflessione.
Against a background of a social, politicaland economic context made unstable bysudden changes and crisis of differentimportance, the concept of security standsout in all its weight and complexity. Inparticular, it is the perception of safety onthe part of individual citizens and civiliansociety as a whole to demand a careful andfocused reflection.
Antonio PicassoGiornalista,
Esperto di RelazioniInternazionali
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 76
DALLA DRÔLE DE GUERREALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
FROM THE "DRÔLE DE GUERRE" TO THE SECOND WORLD WAR
Lungo il confine franco-tedesco,c’è un periodo della Seconda Guer-ra Mondiale, a cavallo fra il set-tembre 1939 e il maggio 1940, chesembra essere caduto nell’oblio,travolto dai tragici, devastanti av-venimenti che ne seguirono.Nonostante la guerra dichiarata daFrancia e Gran Bretagna contro laGermania dopo l’invasione e la con-quista di una parte della Polonia,iniziata il 1° settembre 1939, per ottomesi i due schieramenti terrestri inguerra si scambiarono solo qualchecolpo di cannone e qualche duelloaereo fra aerei da caccia.Fra i belligeranti non vi fu una veraguerra ma una «Drôle de guerre» o«Guerra buffa» come è passata allastoria. Essa ha rappresentato una li-mitata e atipica fase delle operazio-ni sul fronte occidentale vissuta dadue Eserciti che non volevano im-pegnarsi con le armi.
Along the French-German border, there was a period of World War II, between Septem-ber 1939 and May 1940, which seems to have fallen into oblivion, overwhelmed by thetragic, devastating events that followed.Although there was a state of war between France and Great Britain on one side andGermany on the other, after the fall of Poland, for eight months the two sides had beenexchanging just a few cannon shots and there had only been a few aerial duels betweenfighter planes.Between the warring parties there was no real war but a "Drôle de guerre" or "phoneywar" as it passed into history. It was a limited and unusual phase of operations on thewestern front, which two armies that did not want to engage with weapons were expe-riencing.
Tullio VidulichGenerale di Brigata (ris.)
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 82
LA DIVISIONE DI FANTERIA «ACQUI»
SULL’ISOLA DI CEFALONIA
THE "ACQUI" INFANTRY DIVISION ON THE
ISLAND OF KEFALONIA
Cosa avvenne a Cefalonia nel set-tembre del 1943? Una lotta pazze-sca e inutile, così la definirono, tral’altro, il Maresciallo Alexander el’Ammiraglio Cunningham, ingle-si. Undicimila Italiani contro due-mila Tedeschi. Novemila morti. «ACefalonia - scrive don Luigi Ghilar-dini, un testimone - nessuno scelsela morte per la morte. Sulla bilanciala decisione, da una parte fu messoil ragionamento, dall’altra il pesodell’Onore. E questo fu troppo gran-de perché si decidesse altrimenti».
Giuseppe Fernando MusilloTenente Colonnello,
Capo Redattore di «Rivista Militare»
What happened in Kefalonia in September 1943?A crazy and useless fight, as, to name just a few,it was defined by Marshal Alexander and Admi-ral Cunningham (British men). Eleven thousandItalians against two thousand Germans. Ninethousand casualties. "In Kefalonia - Don LuigiGhilardini, a witness, writes - no one chose de-ath for death's sake. On the one pan of the sca-les there was reason, on the other there was Ho-nor. And the weight of the latter was far toogreat to decide otherwise. "
RIIVV
IISSTTAA
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n.3/2011 luglio - agosto - settembre pag. 94
CARLO CALLSOLDATO VETERINARIO DELLE BANDEIRREGOLARI A CAVALLO DELL’AMHARA
CARLO CALLSOLDIER VETERINARY OF THE CAVALRY
IRREGULAR BANDS OF THE AMHARA
Soldato veterinario del gruppo Bande Amhara,comandato dal mitico Tenente Guillet, seppedistinguersi come esempio di dedizione aldovere e spirito di sacrificio, rendendo validoaltresì l’assioma secondo cui nessun Coman-dante è veramente tale se i suoi gregari nonsono validi e capaci. Ed è cattivo Comandante quello che non siimpegna a renderli tali. Ricordare Carlo Calldimostra anche che tutti concorrono al risulta-to di un‘azione militare ed il ruolo giocato daciascuno, sia pure la più piccola pedina, meri-ta il giusto riconoscimento e accresce il risulta-to di tutti.
A veterinary soldier of the "GruppoBande Amhara", commanded by thelegendary Lieutenant Guillet, hewas able to stand out as a paragonof devotion to duty and self-sacrifi-ce, also bearing out the axiom thatno commander is really that if hisfollowers are not valid and capable.An evil Commander is the one whodoes not apply himself to makethem so. The memory of Carlo Callalso shows that everyone contribu-tes to the result of a military actionand that the role played by eachone, even the smallest pawn, deser-ves proper appreciation and enhan-ces the outcome of all the others.
Gualtiero Stefanon,Generale di Corpo D’Armata (ris.)
