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Andrea Mayer 21/2/16 3SB 0 La svolta dell’età moderna Alunno: Mayer Andrea Classe: 3SB Anno scolastico: 2015/2016

Il Nuovo Mondo

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Ipertesto sulle scoprte geografiche del 1500 e l' inizio dell' etò moderna

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Andrea Mayer 21/2/16 3SB

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La svolta dell’età moderna

Alunno: Mayer Andrea

Classe: 3SB

Anno scolastico: 2015/2016

Andrea Mayer 21/2/16 3SB

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Indice

Nuove vie verso l’oriente

Cristoforo Colombo e “il nuovo mondo”

Le civiltà precolombiane

I conquistadores

In difesa degli Indios

Le conseguenze delle colonizzazioni

Bibliografia

sitografia

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1. Nuove vie verso l’Oriente

Grazie al perfezionamento di strumenti di navigazione come l’astrolabio, le carte nautiche e la bussola e ai

progressi tecnici nella costruzione delle navi, gli europei furono in grado di attraversare distanze sempre più

grandi e poterono tentare l’impresa di raggiungere l’oriente

via mare. I ripetuti tentativi di circumnavigare l’Africa per

trovare una “VIA DELLE INDIE” alternativa, in cerca di SPEZIE e

beni di lusso, furono dettati dalla caduta di Costantinopoli

(1453) nelle mani dei turchi, che bloccarono le vie carovaniere

per l’asia. Furono i portoghesi, incoraggiati dal sovrano Enrico

il navigatore, i primi a giungere fino al capo di buona speranza

con Bartolomeo Diaz nel 1488 e fino a Calicut, in India, con

Vasco da Gama nel 1498, e a impadronendosi delle rotte commerciali lungo le coste dell’africa orientale, del

golfo persico e del sud-est asiatico, fino ad allora proficuamente gestite dagli arabi.

Le tre caravelle

Europei intenti a comprare

spezie in India

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2. Cristoforo Colombo e il “Nuovo Mondo”

In cerca di una via alternativa per le Indie, basandosi sulla teoria della sfericità della terra, il genovese

Cristoforo Colombo puntò oltre le colonne d’ercole verso occidente credendo di raggiungere l’Asia con una

traversata relativamente breve. Furono i sovrani di spagna

Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona a finanziare la

spedizione di Colombo che approdò, il 12 ottobre 1492, a

San Salvador. Convinto di aver raggiunto l’india asiatica,

chiamo le nuove terre “indie occidentali” e indios i loro

abitanti. Altri arditi navigatori seguirono la via aperta da

Colombo: Giovanni Caboto, che scoprì le coste di

Terranova e del Canada, il portoghese Pedro Alvares

Cabal, che raggiunse il Brasile, e Amerigo Vespucci, che

comprese di trovarsi di fronte a un nuovo mondo,

chiamato in suo onore America. La conferma che si

trattava di un nuovo continente venne nel 1513 dallo

spagnolo Vasco Nunez de Balboa, che attraversò l’istmo di

Panama e scoprì un altro sterminato oceano, il Pacifico. Spagna e Portogallo si scatenarono alla conquista

delle nuove terre, e per non ostacolarsi sottoscrissero un trattato di spartizione delle rispettive zone di

influenza e di navigazione (Trattao di Tordesillas, 1494):

-A est di una linea immaginaria che divideva l’Atlantico avrebbe dovuto svilupparsi la colonizzazione

portoghese

-A ovest quella spagnola

Ebbero dunque origine i primi due imperi coloniali della storia. Con Ferdinando Magellano, nel 1519, fu

superato anche lo stretto tra Atlantico e Pacifico a sud dell’Argentina: la spedizione, priva del suo capitano

compì la prima circumnavigazione del globo, che confermò la sfericità dellà terra.

Linea immaginaria del trattato del 1494

Cristoforo Colombo

Cristoforo Colombo nacque a Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 è stato un esploratore e navigatore italiano,

cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito del Regno di Castiglia poi. È stato tra i più importanti navigatori che

presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Marinaio sin da

giovane, Colombo maturò l'idea dell'esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l'Asia) proprio durante i suoi viaggi da

mercante. Convinto della veridicità delle sue credenze, dapprima chiese finanziamenti per salpare verso l'Asia attraverso la

nuova rotta al re Giovanni II del Portogallo ma, vistosi negati i fondi necessari, decise di tentare con i re di Castiglia e

Aragona i quali, dopo alcune discussioni e soprattutto grazie all'appoggio della regina di Castiglia, Isabella, accettarono di

finanziare l'impresa e di concedere privilegi a Colombo in caso di buona riuscita della stessa. Salpato da Palos de la Frontera

il 3 agosto 1492, Colombo giunse nell'odierna San Salvador il 12 ottobre dello stesso anno.

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3. Le civiltà precolombiane

All’arrivo degli Europei, le terre dell’America centro-meridionale erano abitate da popolazioni indigene

organizzate in tre regni principali. Il regno dei Maya era caratterizzato da città-Stato indipendenti, non alleate

tra loro e governate da re-sacerdoti. I Maya avevano una profonda conoscenza delle scienze anatomiche,

fisiche e matematiche e usavano una scrittura geroglifica. Alla fine del XII secolo una serie di lunghe guerre

civili indebolì il loro popolo, che nel XV secolo fu definitivamente decimato da cataclismi naturali.

Tempio Maya

Religione Maya

La religione maya è quell'insieme di credenze politeiste, con una storia di più di 3000 anni, della civiltà

maya precolombiana. Questa religione, che faceva fortemente riferimento alle forze della natura (sole,

luna e pioggia in particolare), era una complessa forma di politeismo basata sul concetto di dualità: la vita

e la morte, il giorno e la notte, il maschio e la femmina. Il dio supremo era considerato Itzamà o Itzamnà,

dio solare, inventore della scrittura e protettore dell'agricoltura. Altra divinità era Kukulkán, il serpente

piumato a due teste, da alcuni identificato con il cielo. Infine, altre tre divinità fondamentali erano Ixchel

(dea lunare, protettrice delle partorienti e delle attività femminili), Yum Kaax (dio del mais) ed Ahpuch

(dio della morte).

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Gli Atzechi tra il XIV e il XV secolo erano riusciti a creare un vasto impero, sottomettendo quasi tutte le tribù

del Messico centrale, e a sviluppare una civiltà culturalmente molto evoluta, che si espresse in particolare

attraverso rappresentazioni artistiche e letterarie e si distinse per il particolare fervore religioso e bellico.

Il sacrificio umano era un aspetto importante della cultura e della

religione azteca, nonostante le proporzioni di questa pratica siano

tuttora in discussione tra gli studiosi. Gli spagnoli che per primi

ebbero contatti con gli Aztechi dicono chiaramente nei propri scritti

che il sacrificio umano era largamente praticato in tutta la

Mesoamerica. Ad esempio, l'opera di Bernal Díaz del Castillo intitolata

Historia verdadera de la conquista de la Nueva España comprende

testimonianze oculari dei resti di vittime sacrificali. Inoltre esistono

numerosi fonti secondarie scritte dai frati che narrano di sacrifici

umani, storie raccontate loro dagli stessi nativi americani

Sacrifici umani da parte degli

Aztechi

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Quasi contemporaneamente al regno azteco, si affermò l’impero degli Incas, governato da un re, considerato

di origine divina e sostenuto da una potente classe sacerdotale. La vita dello Stato veniva regolata in maniera

quasi totalitaria dal re, unico padrone delle terre: egli ne teneva per se un terzo, ne affidava un terzo al clero

e distribuiva l’altro terzo alle singole famiglie, in base alla loro rilevanza sociale. Gli Incas costruirono un

imponente rete stradale, che permetteva al sovrano un assoluto controllo sul territorio e alla popolazione di

praticare scambi commerciali di prodotti artigianali ed agricoli. Diffusissima in quei territori era la coltivazione

della patata, destinata a rivoluzionare l’alimentazione delle popolazioni europee.

Reperti città degli Incas

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4. I conquistadores

Alla volta del Nuovo Mondo partirono dall’Europa avventurieri, soldati, marinai e agricoltori in cerca di terre

fertili e di facili guadagni, chiamati conquistadores (conquistatori). Tra loro

il più famoso Hernan Cortes, che tra il 1519 e il 1524 si impadronì

dell’impero azteco, allora governato da Montezuma II. Nel ventennio

successivo gli Spagnoli con Francisco de Montejo sottomisero i territori dei

Maya e ne saccheggiarono le ricche miniere d’oro e d’argento. Francisco

Pizarro e Diego de Almagro , atratti soprattutto dal miraggio di metalli

preziosi, distrussero tra il 1531 e il 1536 il ricco impero degli Incas. Le

vittorie degli Europei furono rese possibili dall’uso di armi da fuoco e

cavalli, ignoti nel Perù come nel Messico, ma ben presto la sete di oro e

la smania di potere generarono rivalità tra i conquistadores e li spinsero a lottare fra loro. La monarchia

spagnola decise quindi di intervenire direttamente per regolare attraverso un Consiglio supremo delle Indie

ogni questione amministrativa, giudiziaria ed ecclesiastica. Ciò non ostante il colonialismo spagnolo assunse

l’aspetto di un barbaro sfruttamento, che ci consolidò ancor di più grazie a istituzioni di tipo feudale come

l’enconomienda e il repartimiento, che autorizzavano i coloni spagnoli a spadroneggiare sulle risorse e sugli

indigeni sudamericani. La scarsa resistenza fisica e l’alta mortalità degli Indios, falcidiati dalle malattie

importate dagli Europei, incoraggiarono poi la tratta degli schiavi africani, praticata fin dall’inizio del XVI

secolo, per i lavori nelle miniere e nelle piantagioni.

Ritratto di

Hernan Cortes

Conquistadores che attacca un Indios

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5. In difesa degli Indios

Lo sfruttamento degli Indios fu denunciato dai missionari spagnoli, in particolare da Bartolomè de Las Casas,

e l’imperatore Carlo V decise di creare due vicereami, con lo scopo di

sottrarre i territori americani ai conquistadores e agli encomenderos.

Carlo V emanò poi le nuove Leggi contro lo sfruttamento degli indigeni,

considerandoli liberi vassalli della Corona, e istituì speciali tribunali per

giudicare e punire ogni forma di abuso contro gli Indios. Alla base di tutto

ciò vi erano anche ragioni di convenienza politica, che imponevano il

controllo centralizzato dei nuovi territori per risollevare le finanze del

regno di Spagna. Le condizioni degli Indios non migliorarono affatto, ma in Europa la pubblicazione della

Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie del 1552 di Las Casas, suscito grande indignazione, così

come la presa di posizione di Francisco de Vitoria, secondo il quale la colonizzazione si poteva giustificare

solo come espressione missionaria e se compiuta nel pieno rispetto dei diritti umani. Anche i portoghesi si

interessarono all’America avviando la colonizzazione delle coste del Brasile, sull’esempio delle encomiendas

spagnole. Dalla fine del XVI secolo Spagna e Portogallo trovarono temibili concorrenti:

Inghilterra

Olanda

Francia

Intrapresero infatti una politica di espansione coloniale, lasciando in un primo tempo ampia iniziativa a

mercanti e armatori privati.

Bartolomeo de

las Scalas

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6. Le conseguenze delle colonizzazioni

La colonizzazione dell’America latina ebbe conseguenze rivoluzionarie per la storia economica, politica,

sociale dell’Europa. Il traffico commerciale si spostò infatti dal Mediterraneo all’Atlantico, con gravissimo

danno per i paesi mediterranei, e a tutto vantaggio

di Spagna, Portogallo, Inghilterra e Francia. Lo

sviluppo delle marine mercantili e l’afflusso in

Europa di enormi quantità di oro e di argento

favoriscono la nascita del moderno capitalismo e

provocarono un inevitabile crisi, nota come

“rivoluzione dei prezzi”. L’importazione di

prodotti ancora sconosciuti in Europa, quali il

mais, il pomodoro la patata e il tabacco, cambiò

radicalmente le abitudini alimentari del “vecchio”

continente. Le conseguenze principali sul piano politico furono la formazione di vasti imperi coloniali e lo

scatenarsi di lotte tra le maggiori potenze coloniali, mentre sul piano sociale la colonizzazione incrementò la

tendenza all’emigrazione verso le nuove terre e favorì l’ascesa della ricca borghesia e danno alla ricca nobiltà,

nonché l’importazione di sciavi dall’Africa per rimediare alla scarsità di manodopera verificatasi in America

in seguito alle epidemie e alle stragi degli Indios operate dai conquistadores.

Foglie di tabacco essiccate

Pomodoro

Il pomodoro è nativo della zona dell'America centrale, del

Sudamerica e della parte meridionale dell'America Settentrionale,

zona compresa oggi tra i paesi del Messico e Perù. Gli Aztechi lo

chiamarono "xitomatl", il termine "tomatl" indicava vari frutti simili

fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte

integrante della cucina azteca. Alcuni affermarono che il pomodoro

aveva proprietà afrodisiache, sarebbe questo il motivo per cui i

francesi anticamente lo definivano "pomme d'amour"

Tabacco

I popoli originari del continente americano erano abituati a fare uso di tabacco prima dello

sbarco dei colonizzatori europei. Ben presto questi ultimi impararono a fumare ed

esportarono la pratica in Europa, dove divenne in breve tempo enormemente popolare.

Dato che assunto in dosi molto elevate il tabacco provoca effetti di tipo allucinogeno, i

nativi americani non lo usavano per scopi ricreativi, ma per provocare stati di trance a

scopo rituale e religioso: questa pratica era generalmente riservata ad esperti sciamani o

guaritori.

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Galleria Immagini

Ritratto di Colombo La crudeltà dei coloni nei

confronti degli Indios

Le tre caravelle Coloni che incontrano i nativi

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Bibliografia:

Dialogo con la storia e l’attualità, manuale scolastico.

Sitografia:

Wikipedia, enciclopedia online