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SMS “O.Focherini” Anno scolastico 2006/2007
La classe 1^G Vi presenta
Il paese della fantasia
Treni e trenini peluches e camioncini,
quadri d’Autore con tanto colore:
ecco la rima più bella che ci sia, viva la rima della fantasia!
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Benvenuti!
Vi presentiamo una raccolta di disegni e filastrocche che abbiamo realizzato nel laboratorio di didattica multimediale con le nostre insegnanti di Italiano, prof.ssa Formighieri, e Tecnologia, prof.ssa Ferrari. Ci siamo ispirati a un ricordo della nostra infanzia e abbiamo giocato a interpretare alcuni dipinti di Joan Mirò. Speriamo che questa nostra esperienza possa intrattenerVi in modo gradevole.
Le ragazze e i ragazzi della 1^G
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LA MIA PAPERINA
La mia paperina era tanto carina: morbida, soffice, lieve, sembrava tutta di neve. Si chiamava Pallina, era tutta giallina. Nella vasca la facevo nuotare: quella per lei era il mare. Con le ali distese le piaceva volare e dai raggi del sole farsi asciugare. Mangiava i chicchi dal colore dorato, appena sazia correva nel prato. Quando il giorno andava a finire, faceva l’uovo e andava a dormire.
Agnese Valentini
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LA MIA MUCCA
Il mio giocattolo preferito è una mucca che mangia solo zucca. È una piccola birichina che muggisce ogni mattina.
Andrej Doroshev
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POLIPETTO Cucù, Polipetto, lo so, sei sotto il letto, ti vedo, ti vedo birichino, vedo i tuoi tentacoli dietro il cuscino! Ora basta giocare a nascondino, sono stanca e voglio fare un pisolino. Vieni anche tu, Polipetto, mio tesoro… Buona notte e sogni d’oro!
Chiara Albertin
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IL CAGNOLINO DI PELUCHE
Quando ero piccolino mi regalarono un peluche a cagnolino con un gioioso sonaglino. Ormai è un po' vecchiotto e lo tengo nel salotto.
Dario Piscopiello
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LA MIA MACCHININA La mia macchinina rossa e verdina è rimasta in Tunisia, nella casetta più bella che ci sia. Fu il primo regalino che mi fece il mio nonnino. Quanto mi manca la mia macchinina rossa e verdina!
Ezzeddine Kacem
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SCOOBY DOO Caro Scooby Doo, quando dormo mi vegli tu: di fianco al mio letto, mi guardi con affetto. Mi sei stato regalato da qualcuno che mi vuol bene veramente, tra i miei giocattoli sei il numero uno e nei momenti duri ti stringo dolcemente.
Federico Gualdi
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L’ORSO PLUTO Al mio orso Pluto piace giocare con l’imbuto. E' simpatico e birichino: quando gioca a nascondino, si nasconde sotto al tappetino.
Ylenia Femiano
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IL MIO CAGNOLINO È arrivato il mio cagnolino, ha bevuto un po’ di vino; è andato dal nonnino e ha fatto un pisolino, poi insieme a suo cugino ha mangiato un tortellino. All’improvviso spunta un gattino e con lui gioca a nascondino.
Giuseppe Franco
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IL TRENO Treno, trenone e trenino va normale, veloce e pianino sulla pista a forma di panino che è color del pino. Tanti passeggeri perdono il biglietto e alla fine prendono il traghetto.
Gustavo Pascuali
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IL MIO PAGLIACCIO Sono allegro, son contento, sia che piova o tiri vento e per quello che io faccio, ridon tutti: son pagliaccio! Porto scarpe molto grosse, ho le labbra tutte rosse, faccio sempre tanti inchini che fan ridere i bambini. Col mio brutto cappellaccio, mi presento: son pagliaccio! Salto,ballo e cado a terra, voglio pace e non la guerra. Inseguito da un cagnaccio, urlo e rido: son pagliaccio! Con la gente più contenta, che più libera diventa e si abbraccia calorosa, vedo il mondo tutto rosa. Scivolando sopra il ghiaccio, vi saluto: son pagliaccio! Hanane Ghoufiri
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PINOCCHIO C’era una volta un burattino, era Pinocchio assai birichino. Babbo Geppetto a scuola lo mandò, ma Pinocchio mai ci entrò.
Lorenzo Martini
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MACCHININE
Ci son tante macchine, rosse, gialle e a macchioline. Le ha lasciate lì un bambino... Ecco, arriva un camioncino: "Presto, presto, tutte dentro! Via, a spasso per il centro!"
Luca Maini
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TOPOLINA La mia Topolina è molto birichina, con il suo grande fiocco rosa è molto spiritosa. Dorme sempre nel mio letto, ogni mattina mi fa un dispetto: vuol giocare a nascondino per rubarmi un biscottino!
Luisana Conte
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MACCHININE, MACCHININE
Macchinine, macchinine, tutte in fila, che carine! Se ne vanno in girotondo per le strade di tutto il mondo. Strade fatte sopra un telo, al riparo da sole e gelo. Loro ti portano dove vuoi tu, in America o in Perù.
Marco Lorenzano
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LA MUCCA A DONDOLO La mia mucca Fiorellino si dondola pian pianino. Col suo bel campanellino suona e danza ogni mattino. La invidiano tutte le mucche per le sue grandi macchie. E' dolce e gentile, a ogni bimbo sorride. E' proprio un tesorino, la mia cara Fiorellino!
Ricciardo Mariagiulia
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IL TRENINO Il mio nonnino mi regalò un trenino, ma siccome era brutto, io l’ho subito distrutto. Allora la mamma mi mandò a nanna: io non ero contento e mandai le coperte al vento.
Giuseppe Grimaldi
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CARO CARILLON Caro carillon, che suoni quando sei in "on", quante cadute hai fatto, per fortuna di plastica sei fatto! Ti prendevo appena potevo, -senza di te piangevo- ma prima mangiare dovevo. Un giorno smettesti di suonare, io, annoiata, non sapevo che fare, allora in un negozio andai e le pile ti comprai. Ora funzioni bene come prima e ancor ti ascolto ogni mattina.
Morena Carretti
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L’ORSACCHIOTTO DEL BAMBINO
L’Orsacchiotto del bambino è molto birichino. L'Orsacchiotto del ragazzo con la moto va da pazzo. L’Orsacchiotto del giovanotto è matto come un gatto.
Niccolò Pirondi
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LA BICICLETTA
Il ragazzo in bicicletta va di fretta, va di fretta. Se pedala forte forte, arriverà presto alle porte. Se le porte sono chiuse, tante scuse, tante scuse. Se le porte sono aperte, si diverte, si diverte.
Nico Gasparini
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VERONICA Veronica, la mia bambolotta, è simpatica e cicciotta. Di giorno la faccio giocare, a sera la faccio addormentare. Dorme sotto il sottoscala, guai a chi da lì la cava.
Sara Lugli
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LA MIA PAPERELLA La mia paperella tutta gialla era tonda come una palla. Agile e snella, giocava in una bacinella, come una vera signorinella.
Simone Di Vaio
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LA MIA SCIMMIETTA
La mia scimmietta è un' amica perfetta. E’ sempre silenziosa, a volte perfino un po’ noiosa. E’ molto golosa e mangia senza posa al mattino un bel panino, al pomeriggio un ricco spuntino. Dopo il bagnetto, subito a letto. Sa come farsi perdonare, quando mi fa arrabbiare. Lei è la mia cura, quando ho paura.
Tsehay Casarini
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UN BEL CAGNOLINO
Cagnolino del colore del ghiaccio, il muso allegro da pagliaccio, gli occhi azzurri come il mare, un soffice pelo da accarezzare, con un sorriso dolce e buffo, salti nel letto facendo un gran tuffo. Tu mi fai tanta compagnia e i brutti sogni cacci via. Ora ti saluto, cerchiamo di dormire, un nuovo giorno sta per venire!
Veronica Sapio
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CAVALLINO Quando ero piccino piccino, giocavo con Cavallino. Mi piaceva fantasticare, galoppando sopra il mare. Con un salto, in cielo eravamo, con le stelle parlavamo, poi, felici e stanchi, a casa tornavamo.
Vincenzo Fulchini
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Terra arata 1923/24, olio su tela
Un salto stilistico si apre tra le opere del 1922-1924, su olio a tela, dovuto all’incontro di Mirò con il Surrealismo. I rapporti tra gli oggetti procedono in una nuova libertà e con la rapidità della libera associazione; anche quando si distaccherà dal surrealismo, Mirò continuerà ad essere un pittore surreale.
Cane che abbaia alla luna 1926, olio su tela
La pittura, qui, diviene un tutt’uno con la poesia ed evoca una realtà fiabesca dove tutto è possibile:il cane abbaia a una luna che si può raggiungere semplicemente salendo una scala. L’oscurità della notte non fa più paura.
Mirò, un compagno di viaggio: la sua arte e la nostra fantasia
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La moglie del contadino 1924/25, olio su tela
La scala della fuga 1940 tempera su carta
In questa opera Mirò si ritaglia un’oasi di felicità oltre lo strazio e la disperazione che l’aveva visto produrre opere di “realismo tragico “ negli anni della guerra civile (1937). Il dipingere è strumento di liberazione che lo porta all’infinità del cielo.
Rappresenta il ritorno nel mondo contadino catalano, ma con gli occhi estranei e la distanza mentale di chi vive in città. Il gatto e la contadina conservono ancora un po’ di realismo, i suoi grandi piedi sembrano basi di una colonna che ricordano le sue origini e lo stretto rapporto con la terra.
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Il cagnolino viaggiatore Il cagnolino viaggiatore guarda le stelle con stupore. Del buio, però, ha tanta paura, ed ecco la luna che lo rassicura: con la sua veloce navetta, a forma di scaletta, in alto lo porterà ad esplorare il mondo di Chissà. Il cagnolino, felice del passaggio, ora attraversa il buio con coraggio.
Veronica Sapio
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In un cortile molto strano
In un cortile grande grande, c'è una casa con verande. La lumaca piccolina è inseguita da una buffa gallina. La talpa col cappello a punta nel barattolo dell’olio s'è tutta unta. Il cane con il pelo arruffato per un ballo in maschera si è acconciato. Gli uccelli neri, spaventati, fuggono dai quei cieli fatati, dove tre lune si specchiano in un bel fiume. Morena Carretti
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Il desiderio del cane Valerio Cane Valerio aveva un desiderio: sulla luna voleva andare, tanto gli piaceva viaggiare! Un giorno decise di salire lassù, per non tornare mai più. Come fare proprio non sapeva, ci fosse stata almeno una leva! Trovò invece una scala fatata: la via era segnata! Sulla luna arrivò e più non tornò. Fu così esaudito il desiderio del prode Valerio.
Mariagiulia Ricciardo
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Vichingo
Vinchingo, con un cappello da pinguino, girava con un palloncino che si chiamava Uncino. Uncino scoppiò e una stella crollò: un buco nero si aprì e Vinchingo inghiottì. La moglie di Vichingo si risposò, ma l’ ex marito, infuriato, tornò. Combattendo, cadde dal ponte: così Vichingo si spaccò la fronte. Gustavo Pascuali
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La scaletta
Una scaletta aiutò Billy, il cagnolino, a realizzare un desiderio proprio carino. Voleva arrivare fino alla luna : scalino dopo scalino ci arrivò, per fortuna ! Fu il cagnolino più contento del mondo e si mise a fare un girotondo. Prima, il timore del buio lo aveva afflitto, ma ora Billy lo ha sconfitto.
Chiara Albertin
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Il vichingo C’era una volta un vichingo con un cappello da” Ringo”. Aveva sempre un orribile ghigno, per spaventare un povero cigno. Il cigno un bel giorno scappò, il vichingo si infuriò e la morte incontrò. Trovandosi in paradiso, gli spuntò un gaio sorriso. Felice di star lassù, non volle più saperne di tornare giù. Meglio un vichingo sorridente che un vichingo malfidente! Niente scompiglio, ma un bel coniglio, per far ridere e scherzare tutti i cigni che non voglion più scappare.
Marco Lorenzano
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La moglie del contadino La Moglie del contadino non era proprio un filino. Al braccio portava un secchiello come fosse un gran gioiello. Con due piedoni da orchessa, era più felice di una contessa.
Vincenzo Fulchini
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Un paese tutto matto C’è un cavallo molto strano e c’è un pony nano. L’albero con l’orecchio è tanto,tanto vecchio. La gallina perfettina non è per niente piccolina, ha una pancia gigantesca e si dà arie da fantesca. L’albero sul piedistallo non sta a terra, per via di un grosso callo. Lumaca lumachella ha il guscio a “girella”. Al cielo arancione vien voglia di mandare un bacione. Ecco la talpa: festeggia il suo compleanno, proprio oggi compie un anno! È il paese della fantasia: "Che dite? Ci uniamo alla bella compagnia?"
Agnese Valentini
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Joan Mirò (1893-1983)
Mirò rappresenta per la storia dell’arte una vera eccezione, non classificabile all’interno di un movimento preciso. Forse “surreale” è l’unico aggettivo che si potrebbe attribuire a questo Artista che sfugge ad ogni definizione. Mirò nasce a Barcellona nel 1893. Il padre è orefice e la madre è figlia di un ebanista di Palma di Maiorca. Joan si rivela presto un bambino “visionario” e “sognatore”: ama guardare i colori della campagna e del cielo, con il telescopio del padre, appassionato di astronomia, contempla le stelle al calar del sole e trascorre molto tempo a disegnare in solitudine. Tutto questo contrasta con il pragmatismo della famiglia e Joan dovrà superare le forti resistenze del padre per perseguire il suo desiderio di diventare un artista. Per accontentare il padre che vorrebbe per il figlio una professione sicura, Mirò inizialmente accetta un posto da impiegato in un ufficio. Solo l’esaurimento psico-fisico e il fatto di venir cacciato perché disegna sui libri contabili,
convincono il padre a rinunciare ai suoi progetti. Queste crisi di irrequietezza tornano periodicamente nella sua esistenza, segnando sempre un mutamento nella sua opera e lo spingono a “esplorare nuovi orizzonti” fuori dalla Spagna: Parigi, Germania, Stati Uniti…. Attraversando due conflitti mondiali e una logorante guerra civile, fino alla fine della sua lunga carriera, continua a sperimentare nuovi mezzi per esprimere la sua incontenibile voglia di evolversi. La sua arte nasce dal sogno: egli riesce a far rivivere con l’uso di linee, stelle filanti e colori, quell’universo immaginifico che è in ognuno di noi. Davanti ai suoi quadri ci si stupisce che profondissimi blu possano farci “sentire” il mare, il cielo o l’infinito e che accesissimi rossi ci riconducano al calore del sole o alla rabbia e alla disperazione. E questa è la “perennità” dell’ Artista…
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