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IL PARCO DELLA CITTADELLA

IL PARCO DELLA CITTADELLA · abbiamo l'amaro presentimento che i giochi che andremo ad installare saranno inadatti in molti casi particolari. Pertanto,

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1. STORIA

Nel 1261, poco più di mezzo

secolo dopo la sconfitta della Meloria, il Comune si accingeva a costruire un nuovo e più grande scalo per le galere all’ interno della Tersana o Arsenale Repubblicano (dall’ arabo dar as-sina’a da cui Arsanà, Arsenale) mediante la realizzazione di una vasta area fortificata con 60-80 portici per il rimessaggio delle galee, adiacente alle mura comunali e affacciata su un bacino di carenaggio interno, formato dalle acque dell’Arno e del fossato occidentale delle mura, ultimo resto del vecchio corso del fiume Auser.

Ipotesi ricostruttiva delle Tersana nell’ ultimo quarto del XIII secolo

Chi proveniva dal mare entrava in città per la porta detta Degathia (cioè dogana) sulla riva settentrionale dell'Arno.

Era difesa dalla sovrastante torre, detta "Guelfa". Costruita nel XIII secolo, fu distrutta una prima volta nel corso delle lotte tra Pisani e Fiorentini, e ricostruita da questi ultimi, vincitori, nei primi anni del '400 con merlatura di foggia "guelfa", da cui il nome attuale. A difesa dell'angolo Sud Ovest del recinto della Terzanaia, fu eretta nel 1290 la torre ghibellina. Il nome, come per quella Guelfa, derivava

Bassorilievo del XIII secolo raffigurante Porto Pisano e le sue fortificazioni, conservato presso il Museo di Sant'Agostino a

Genova.

La porta Degathia

probabilmente dalla forma della merlatura. È anche citata, più propriamente, come "torre a mare". Franata durante la guerra, oggi ne restano macerie.

La torre dell'angolo di Nord Est, Torre di S. Agnese, fu eretta nel 1394, ed al suo interno resta inglobato il muro cittadino a cavallo del quale fu costruita. Da questo momento l’ area diventa deposito di armi e attrezzature per la guerra. La torre dell'angolo di nord-ovest, Torre di S. Giorgio, oggi è inglobata nel fortilizio costruito dall'architetto fiorentino Vitellozzo Vitelli durante l'assedio del 1500.

Resti della torre Ghibellina La torre di S. Agnese

Al momento della prima dominazione fiorentina (1406) i nuovi signori di Pisa

trasformarono definitivamente le strutture dell’arsenale repubblicano e realizzarono quella che successivamente sarebbe stata chiamata Cittadella Vecchia, per distinguerla dalla Cittadella Nuova, l’attuale Giardino Scotto, edificata a partire dal 1440 nell’angolo opposto della città.

Sotto il governo di Cosimo I, nel 1543, l’ area del vecchio arsenale fu utilizzata per impiantarvi il primo Giardino dei Semplici.

Quando poi le attività cantieristiche passarono nei nuovi Arsenali, anche il Giardino fu trasferito all’ altro capo della città, e i capannoni dell’ Arsenale furono restaurati e adibiti all’ allevamento degli stalloni della cavalleria Granducale (1589).

Nel 1860 con l’ unità d’ Italia, e fino alla seconda guerra mondiale, l’ arsenale ospitò la caserma del 7° Reggimento Artiglieria da Campagna.

Nel 1943 la caserma, un importante complesso di edifici attorno ad una piazza porticata, rimase marginalmente colpita dai bombardamenti alleati.

Nel 1947 il Piano di Ricostruzione destinò l’ area ad un fitto insediamento abitativo, ma rimase inattuato finché nel 1957 fu adottata una variante che la destinò a verde.

La torre guelfa della Cittadella

L' architetto Michelucci fu incaricato dello studio per la sua riqualificazione. Questi la concepì destinata alla fruizione pubblica, con una sistemazione a parterre con prati sopraelevati, collegati da cavalcavia metallici su uno stradone, palazzi del centro studi Galileiani, teatro all’ aperto, vasca per esperimenti idraulici, e statua di Galileo. Parte di queste strutture sono realmente state realizzate, ma mai aperte all’ uso. Completava il progetto un edificio mai costruito, destinato ad accogliere un museo dedicato a Galileo Galilei. Nell’immaginazione di Michelucci, il percorso di avvicinamento al museo del genio pisano prevedeva il passaggio lungo il perimetro di un ampio specchio d'acqua; forse una citazione di architetture moresche, forse un’allusione alla passata grandezza navale pisana. Quella vasca e un desolato anfiteatro rimangono le uniche realizzazioni in Pisa del grande

architetto fiorentino contemporaneo. Il primo tentativo di far rivivere l’ area dell’ Arsenale è legato alla figura di Padre Renzo

Spadoni, parroco di S. Nicola dal 1958 al 1991, anno della sua morte. Insieme ad un gruppo di parrocchiani pensò di destinare parte di questa immensa e desolata area alle attività sportive e ricreative dei ragazzi. Fece costruire un Parco Robinson per i più piccoli, un campo di calcio e una pista di pattinaggio per i più grandi, e un punto di ristoro per chiunque ne avesse bisogno. Purtroppo nel tempo le sempre crescenti spese e la carenza di volontari hanno contribuito al degrado dell’ area che funziona solo come scuola calcio.

Uno dei progetti moderni più significativi riguardanti l’ area degli Arsenali è stato quello curato dall’ architetto Massimo Carmassi agli inizi degli anni ’80 nell’ ambito dell’ interesse Comunale al recupero dell’ immagine della città all’ interno delle mura urbane.

L’ Arsenale Repubblicano e le fortificazioni a mare dovevano avere valenza culturale e ricreativa.

Purtroppo l’ architetto Carmassi ha ignorato completamente la presenza dell’ intervento fatto negli anni ’60 dall’ architetto Michelucci e non ve n’è traccia nel progetto.

Nei Piani Urbanistici seguenti l’ area è stata sempre connotata come spazio verde, ma concretamente non si è più intervenuti con progetti organici.

2. DEGRADO E ABBANDONO

Attualmente l’ area versa in una condizione disastrosa. L’ abbandono delle amministrazioni si è pesantemente abbattuto su quest’ area travagliata. Lo stato di degrado e l’ accumulo di immondizia ha reso molto difficile le operazioni di rilievo.

Il progetto Michelucci

La torre di S. Giorgio Il parco Robinson e la torre di S. Giorgio

La torre di S Giorgio è ricovero di fortuna per senzatetto e tossicodipendenti, così come la mai aperta piscina di Michelucci.

Il parco Robinson stretto tra la torre di S. Giorgio e la piscina non può essere frequentato dai bambini anche per il quantitativo di rifiuti che si è andato accumulando; mancando la frequentazione dei bambini nessuno ha più fatto manutenzione ai giochi che sono diventati un pericoloso accumulo di rottami.

Gli Arsenali Repubblicani hanno

avuto bisogno di recinzione per proteggerli dai vandali. La vegetazione non curata comunque ne impedisce totalmente la vista.

Tutta la porzione di mura che racchiude l’ area è soffocata da piante cresciute senza controllo e da spazzatura.

I campi di calcio, per quanto la parrocchia si sforzi per tenerli al meglio, necessiterebbero di molti più fondi per garantire il decoro dovuto alle duecentesche mura che li circondano. Gli spogliatoi e l’ ex bar sono ridotti a poco più che baracche.

La piscina dall’ interno

Gli Arsenali Repubblicani

Gli spogliatoi e il bar I campi di calcio

L’ anfiteatro è inagibile per la mancata manutenzione da oltre mezzo secolo. La recinzione che dovrebbe proteggere

tutto il perimetro è piena di varchi d’ accesso. Gli incomprensibli ponti di Michelucci (pericolosi e pericolanti) si ergono su montagne di rifiuti e di detriti offrendo una vista d’ insieme alquanto raccapricciante.

Il traffico congestionato che taglia in due l’ area completa il quadro d’ insieme.

Questi sono parsi i luoghi più degradati, ma anche gli spazi limitrofi , vicini agli Arsenali repubblicani e all’anfiteatro non brillano certo per decoro e manutenzione, nonché per fruibilità.

3. IL PROGETTO Alla luce della storia che ha accompagnato quest’ area e

della continua ricerca di spazi verdi fruibili all’interno delle realtà cittadine, si rende necessaria più che mai una forte azione di recupero che veda in un progetto unitario la valorizzazione degli spazi e la creazione di luoghi di svago e sport per tutti gli abitanti della città, giovani e anziani, abili e diversamente abili.

Nel complesso si è cercato di mettere in luce le presenze significative dell’ area integrandole e facendole rivivere con funzioni d’ uso di carattere culturale o sportivo.

Particolare attenzione è stata rivolta ai portatori di handicap sia fisico che psichico; si è cercata infatti una chiarezza nella lettura d’ insieme dei percorsi e delle funzioni dei singoli manufatti senza tralasciare la cura dei particolari e dell’ armonia d’ insieme.

Non è un parco "per disabili", nel senso che non vi sono

L’ anfiteatro

Il progetto

strutture specifiche ed espressamente predisposte "solo" per persone con disabilità. Si può definire un parco che offra reali opportunità di fruizione a tutti i suoi frequentatori, soprattutto alle persone con disabilità, e che favorisca i rapporti di socializzazione.

Un parco per tutti ed accessibile a tutti in cui le strutture presenti siano da tutti godibili e vivibili. un parco quindi per i “Pisani” in cui poter sostare, giocare, fare sport, socializzare e una “porta” per gli “Ospiti” dove potersi fermare prima, durante e al ritorno dalla visita della nostra bella città

3.1. LA CULTURA

3.1.1. L’ANFITEATRO Riveste un carattere di centralità, non solo fisica, ma anche aggregativa e culturale. Partendo da quanto rimasto dal progetto Michelucci, si è voluto proseguire le gradonate per

poter contenere più pubblico e senza compromettere la caratteristica “naturale” di struttura ricavata e adagiata nella natura e che utilizza le mura pisane come sfondo.

Gli spazi di servizio sono così stati ricavati per la maggior parte sotto la zona palco per non emergere sul paesaggio ad eccezione di un percorso di coronamento della scena, con la creazione di alcune strutture di appoggio e accesso.

I collegamenti tra i vari livelli non trovano mai la presenza di scale o di ostacoli improvvisi che possano disorientare la persona diversamente abile.

3.1.2. L’ ARSENALE REPUBBLICANO L’ Arsenale è un manufatto molto antico che ha bisogno di complessi interventi di

consolidamento e restauro. Il progetto per il riuso di questa struttura è ancora allo studio, ma sarà a breve integrato nel progetto d’ insieme, probabilmente come museo della storia di Pisa.

3.2. LO SPORT La Cittadella vanta una tradizione sportiva consolidata. Si è voluta mantenere questa

caratteristica dandole un’ impronta ancora più marcata perché tutto è stato progettato pensando anche e soprattutto alle persone diversamente abili.

3.2.1. IL PATTINAGGIO SU RUOTE La vecchia pista di pattinaggio aveva una collocazione un po’ defilata. Essa ha visto

crescere professionalmente alcune campionesse italiane di questa disciplina. L’ abbandono della struttura per molti anni l’ ha resa poi inutilizzabile. La nuova collocazione, tra l’ anfiteatro e le mura, le conferisce una nuova teatralità e la restituisce agli amanti dello sport.

3.2.2. ILPATTINAGGIO SU GHIACCIO Negli ultimi anni abbiamo assistito al diffondersi della passione per il pattinaggio su

ghiaccio. Alcune aziende specializzate provvedevano all’ installazione di strutture stagionali per la creazione del manto ghiacciato.

Il progetto vede la creazione di un laghetto poco profondo da poter ghiacciare con appositi sistemi durante la stagione fredda senza dover ricorrere ad installatori stagionali esterni.

Il richiamo all’ acqua poi vuol essere un omaggio al passato marinaro dell’ area.

3.2.3. LE BOCCE Il progetto del nuovo parco della Cittadella prevede la realizzazione di due campi di bocce

per competizione.

3.2.4. IL BASKET ,IL CALCETTO, LA PALLAVOLO Il progetto regala alla città due nuovi punti di aggregazione sportiva multidisciplinare per

basket, calcetto, pallavolo.

3.2.5. LA SCHERMA Pisa è famosa nel mondo per le medaglie olimpiche e mondiali guadagnate dalla scherma,

anche nel campo della disabilità. La ex-piscina di Michelucci, integrata con una struttura in acciaio e vetro, è risultata il

luogo ideale dove impiantare una palestra di scherma da utilizzare per competizioni internazionali.

3.3. IL GIOCO "Handicap" è una di quelle parole che, con la pretesa di voler dire tutto, finiscono per non

dire quasi niente. Le forme di disabilità sono innumerevoli, e spesso presentano diversi livelli di gravità con

altrettante varietà di menomazioni. Offrire giochi in grado di soddisfare ogni necessità è senz'altro un obiettivo da perseguire, ma assai remoto da raggiungere.

Nel concreto, è stato possibile porre l'attenzione soprattutto verso i bambini con limitazioni motorie o della vista, e malgrado gli sforzi spesi e la buona volontà che ci ha animato, abbiamo l'amaro presentimento che i giochi che andremo ad installare saranno inadatti in molti casi particolari. Pertanto, accoglieremo con entusiasmo ogni suggerimento, critica e proposta che ci faccia fare un passo in avanti verso il superamento dell'handicap e delle barriere verso una reale integrazione.

Anche la posizione scelta per il parco giochi, a debita distanza dalla strada quindi lontano da fonti certe di pericolo e rumore, vuole invitare grandi e piccoli al relax e alla socializzazione.

All’ interno dell’ area verranno inoltre posizionati elementi in struttura leggera in cui ricavare spazi coperti e servizi.

4. IL PROGETTO SOCIALE

Per un tempo libero goduto dal disabile, come dal normodotato, occorre un contesto adatto,

l’ambiente favorevole, quel luogo “mio e dell’altro”, il posto del ritrovo, dove ogni opportunità è per tutti, ciascuno con le proprie diverse abilità. Occorre una realtà che faccia pensare al tempo libero come al tempo delle possibilità e non si presenti come l’ennesimo problema impossibile da gestire, se non ricorrendo al tempo strutturato. Occorre un luogo capace di accogliere richieste, anche solo intuite, del disabile e non, per farle diventare potenzialità creative, attraverso essenzialmente il gioco, lo sport e tutte le attività legate al tempo libero.

Da questa esigenza nasce il Progetto Cittadella onlus, proprio perché abbiamo pensato a Cittadella come ad un parco studiato per le diverse abilità, dove si possano esprimere e sperimentare le capacità psico-fisiche e affettive di ognuno, nella relazione con gli altri. Quindi, Cittadella come la “Cittàdell’Allegria”, lo spazio per tutti, dove la creazione di strutture per disabili, attraverso la riqualificazione anche dell’esistente, diventi un richiamo per gli abili, in un gioco al rovescio, che ne costituisce la sfida. Aumentare il livello di benessere nella vita del disabile, che interagisce attivamente con il normodotato, creare un contesto ideale di socializzazione, attraverso lo sviluppo di relazioni sociali significative, e offrire un riferimento alle famiglie, rientrano dunque nelle primarie finalità del progetto.

L’occasione di interazione dei disabili con coetanei normodotati, durante attività ricreative, costituirà per i primi un momento irrinunciabile per l’apprendimento di comportamenti adeguati e il loro rinforzo in maniera autonoma e spontanea, e per gli altri un’opportunità di crescita affettiva e relazionale, di conoscenza e apertura mentale. Nello sport l’individuo sperimenta la propria personalità, vive il proprio corpo in relazione con gli altri e con la realtà esterna, soddisfa il bisogno di socialità, ma anche quello di autonomia, attraverso la libera iniziativa e la padronanza dell’abilità, affina abilità e competenze; tutto ciò contribuisce a creare o a rafforzare il senso di autoefficacia e migliora sensibilmente l’autostima. Lo sport permette inoltre alla persona di coinvolgersi in rapporti interpersonali, che gli riconoscono un ruolo e scopi condivisi con il gruppo.E’ ormai accertato come l’attività sportiva influisca positivamente sugli stili attentivi, sulla percezione e sui processi di costruzione ed elaborazione delle informazioni, processi che hanno un ruolo centrale nella formazione della propria identità personale. Queste preziose funzioni dello sport rischiano di essere annullate, se l’offerta di attività sportive è confinata in contesti differenziati per disabili, ciò impedisce il confronto col gruppo dei normodotati e determina un ulteriore meccanismo di esclusione.

Il Parco della Cittadella potrà essere, dunque, non solo un’occasione di integrazione per le persone disabili, ma anche un’importante opportunità di riflessione per la cittadinanza.

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Progetto architettonico: Claudio BARANDONI Elena DEL ROSSO Supervisione: Gian Luigi MAFFEI Testi: Carmen COCCO Ilaria DI NASSO Flavia SBRILLI Progetto editoriale e grafico: Carmen CASTELLANO Iliano CIUCCI

Si ringrazia Padre Mariano RASPANTI, Parroco della Parrocchia di San Nicola

Associazione Cittadella Onlus Presidente: Sandro DEL ROSSO